4 Giorni in Val Venosta – Cosa Vedere

Se, come me, amate la montagna, la natura e l’Alto Adige, la Val Venosta saprà accogliervi e conquistarvi! Questa parte del Trentino Alto Adige è ricca di storia, trekking suggestivi, piccole cittadine e scorci naturali dalla rara bellezza.

La Val Venosta è anche una terra di confine e come tale condivide leggende e culture diverse che, negli anni, hanno dato vita a un territorio unico.

A seconda del tempo che avete a disposizione potete organizzare viaggi più o meno lunghi, troverete sempre qualcosa da fare. Diciamo che 4 giorni sono un buon compromesso per conoscere tutte le anime di questo territorio.

Dove si trova la Val Venosta ^

La Val Venosta si trova nella parte nord occidentale del Trentino Alto Adige. Si tratta di una zona di confine, è infatti collegata direttamente con l’Austria a nord, attraverso il Passo di Resia, con la Svizzera ad Ovest, e con la Lombardia a sud ovest, attraverso il suggestivo Passo dello Stelvio.

La Val Venosta si sviluppa quindi dal Passo di Resia, a poca distanza dalla sorgente del fiume Adige, fino alla porte di Merano, lungo circa 80 chilometri. Tutto il suo territorio fa parte dell’immensa provincia di Bolzano, di cui rappresenta la parte più occidentale.

La forma della Val Venosta è insolita: nella parte più alta si sviluppa da nord verso sud, mentre all’altezza di Sluderno prende una direzione da ovest ad est, verso Merano. Sul suo territorio si affacciano diversi gruppi montuosi celebri: dalle Alpi Venoste al gruppo dell’Ortles con il monte Ortels che raggiunge i 3096 metri sul livello del mare.

Itinerario di 4 giorni in Val Venosta ^

Celebre per le sue mele che maturano lentamente grazie al particolare microclima in cui si trovano, particolarmente arido e soleggiato, la Val Venosta accoglie i suoi visitatori tra campi, cittadine e natura.

In 4 giorni in Val Venosta si può unire cultura, sport, e relax in un connubio perfetto. Non mancano laghi, tra cui il suggestivo lago di Resia con il suo campanile che spunta dall’acqua, trekking sorprendenti, piste ciclabili, ma anche cittadine ricche di storia. Se siete amanti delle due ruote potete decidere di sostituire una giornata o aggiungerne una ulteriore per percorrere la ciclabile che dal lago di Resia scende per tutta la vallata. Non è necessario essere degli sportivi allenati per percorrerla, il tragitto ha infatti una leggera e continua pendenza che saprà esservi d’aiuto.

Che la visitiate d’estate o d’inverno la Val Venosta saprà sempre lasciarvi a bocca aperta. Questo itinerario di quattro giorni è stato svolto in estate, ma può essere facilmente adeguato anche a una vacanza invernale.

Giorno 1 – Cascata di Parcines, l’Abbazia di Monte Maria e la città di Malles Venosta ^

Il primo giorno è quello di arrivo in Val Venosta e se come me provenite da sud è molto probabile che passiate per Merano. Anche questa è una destinazione bellissima, vale quindi la pena aggiungere qualche giorno per vedere anch’essa. Ma concentriamoci sulla Val Venosta che inizia qualche chilometro dopo questa città. La prima tappa che facciamo, con ancora i bagagli in automobile, è la suggestiva cascata di Parcines, per poi raggiungere l’abbazia di Monte Maria, nel cuore della Val Venosta e a pochi passi dalla Svizzera, per poi concludere la giornata nella cittadina di Malles.

Questo primo giorno è una giornata intensa, ma che vale la pena sfruttare a pieno per poi crollare in albergo. La giornata deve iniziare molto presto se avete intenzione di fare tutte le tappe elecante, altrimenti se volete risparmiare un po’ di tempo potete omettere la fermata a Castelbello o riprogrammarla in uno dei giorni a seguire.

Cascata e borgo di Parcines ^

Parcines è la prima delle tappe in Val Venosta e si trova a pochissimi chilometri di distanza da Merano. Dal piccolo centro storico, nel quale troneggia la chiesa dei Santi Pietro e Paolo, si può prendere la strada che conduce fino alla cascata di Parcines.

Se invece volete iniziare in maniera più soft, potete avvicinarvi alla cascata in automobile. Dal parcheggio più vicino ci vorranno comunque venti minuti / una mezz’ora di passeggiata tra i boschi e le montagne che portano fino alla cascata di Parcines, in Val di Tel: qui l’acqua fa un salto di circa centro metri su di una parete rocciosa, che la rendono la cascata più alta di tutto l’Alto Adige.

Attraverso i percorsi che si snodano tra i campi e i boschi che circondano il salto d’acqua è possibile salire fino alla sommità della cascata.

Leggi la guida completa alla cascata di Parcines e al borgo cittadino.

Il castello di Castelbello ^

Castello di Castelbello su sperone di roccia in Val Venosta

Lungo la strada che da Parcines continua verso il cuore della Val Venosta, non potrete fare a meno di notare il castello di Castelbello, nell’omonima cittadina. Questo sorge su di uno sperone di roccia a strapiombo sulla strada che stiamo percorrendo ed è quindi inevitabile vederlo.

Le sue origini sono degli inizi del XIII secolo, quando già allora occupava la posizione attuale, sulla sponda sinistra del fiume Adige. La sua forma insolita è scandita da un insieme di torri angolari inframezzate a merletti. Inizialmente di proprietà della famiglia Montalban, passò poi ai conti del Tirolo e, nella prima metà del cinquecento, alla famiglia dei Conti Hendl che dopo gli incendi divampati nel 1813 e nel 1824 ne ricostruì solo una piccola parte che gli permetteva di abitarlo. Nel 1956 Castelbello venne acquistato dallo Stato Italiano e, dopo diverse vicissitudini, dato in affidamento al comune che lo valorizza attraverso una cooperativa.

All’interno del castello di Castelbello vengono oggi ospitati alcuni eventi o, diversamente, durante il periodo estivo è possibile vistarne le sale attraverso visite guidate. La visita guidata passa per la ricostruzione dei diversi ambienti. Partendo dal portone di origine romaniche si giunge alla corte lunga 25 metri e caratterizzata da scalinate esterne e arcate di diverse altezze che creano un gioco di prospettive suggestive. La corte è anche sormontata da un’arcata su sui si trova un passaggio in legno che collega l’ala sud del castello alla cappella del XIV secolo, dotata di una piccola torretta utilizzata come campanile. Interessanti, all’interno della cappella, sono gli affreschi romanici e quelli del XVI secolo sulla volta. 
Visitabile è anche la cucina, che fa parte della parte più antica del castello, scampata agli incendi e caratterizzata da diverse finestre, disposte quasi casualmente lungo le sue mura. Particolare è la forma della stanza che crea quasi una cappa e la presenza di uno scarico in pietra che fa defluire l’acqua nelle rocce sottostanti al castello.

Nel lato meridionale di Castelbello è presente la stanza dell’Erker, completamente restaurata negli anni sessanta, perché trovata in condizioni disastrose. La visita poi continua con i bastioni circolari, che danno un aspetto solenne a tutto il complesso, e vennero eretti meramente a scopo decorativo, mentre il palazzo, inizialmente a due piani e a cui ne venne aggiunto uno ulteriore in seguito, era il corpo abitativo centrale. Al suo interno trovava posto un camino rinascimentale in marmo, di cui sono presenti ancora alcuni resti, ed era riccamente decorato attraverso conpitture.

Marienberg – l’Abbazia di Monte Maria ^

Lasciato Castelbello è necessario prendere nuovamente l’automobile per addentrarsi nel cuore della Val Venosta. Raggiungiamo Marienberg, ovvero l’abbazia di Monta Maria, che detiene il primato di abbazia benedettina più alta d’Europa.

Costruita a1350 metri di altitudine ha una storia antica che risale al XII secolo. Poco è rimasto di quella prima costruzione, ma tra le cose da non perdere durante la visita c’è anche la cripta originale, con tanto di affreschi unici al mondo. La visita di Marienberg si completa con il museo Ora et Labora con una collezione permanente di reperti antichi e la storia del museo, accompagnata a mostre temporanee. Interessante è anche la biblioteca e la chiesa di Nostra Signora.

Terminata la visita all’abbazia di Monte Maria è possibile godere il panorama dal crinale della montagna fino al castello del principe di Burgusio, che sorge ai piedi dei lunghi filari ancora oggi lavorati dagli abati.

Scopri tutto sulla visita all’abbazia di Monte Maria, Marienberg, in Val Venosta.

Malles Venosta e le sue antiche chiese ^

Il primo dei quattro giorni in Val Venosta si conclude con una passeggiata per Malles Venosta. Nonostante il territorio comunale sia il più vasto di tutta la Val Venosta, il centro storico di questa cittadina è estremamente raccolto.

Celebre per le sue torri romaniche, per lo più vecchi campanili, Malles Venosta nasconde un autentico segreto: la chiesetta di San Benedetto. Questa ci accoglie appena fatto il nostrio ingresso in città: tra un recinto di pietra e circondata da un piccolo prato, la chiesa di San Benedetto custodisce al suo interno alcuni antichi affreschi carolingi, unici in tutto il circondario. Per visitarla internamente è però necessario organizzarsi con anticipo, perché gli orari di apertura sono ridotti. In ogni caso non è possibile fare fotografie all’interno.

Il resto della visita a Malles Venosta si alterna tra chiese, vicoletti e la torre circolare del Castel Frohlichsburg, una suggestiva torre circolare del 1247, ultima testimonianza del castello ormai diroccato.

Ecco cosa vedere a Malles Venosta in poche ore: leggi la guida completa.

Giorno 2 – Glorenza e Passo dello Stelvio ^

Dopo un sonno ristoratore siamo pronti per il secondo dei 4 giorni in Val Venosta. Le tappe principali della giornata sono due: la cittadina di Glorenza e il celebre passo dello Stelvio. Ne approfittiamo però per aggiungere altre due piccole tappe che si trovano lungo la strada…

Chiesa di San Giacomo ^

La mattina inizia con una veloce tappa alla chiesa di San Giacomo, a una manciata di chilometri da Glorenza. Nonostante il navigatore segnali la strada per arrivarci direttamente in automobile, consiglio di lasciarla prima e fare l’ultimo tratto (5 minuti) a piedi, onde evitare di trovarsi le fiancate dell’auto graffiate dagli arbusti.

La chiesa di San Giacomo si trova infatti quasi nascosta tra campi e case private e, inoltre, la sua apertura è di appena una volta al mese nel periodo estivo, a meno che non ci siano particolari eventi.

Questa chiesetta si trova in località Söles ed è famosa per la sua storicità: venne infatti costruita una prima volta agli inizi del XIII secolo e ricostruita successivamente tra il 1570 e il 1580 in stile tardogotico in seguito ad un incendio della fine del quattrocento appiccato dopo la battaglia di Calven. 

La particolarità della chiesa di San Giacomo è emersa durante studi archeologici che hanno dimostrato che in questo luogo era precedentemente presente una chiesa del VI secolo e alcuni frammenti degli affreschi interni sono risalenti proprio a questa prima costruzione
A parte durante le aperture della chiesa, che eventualmente si possono prenotare, è possibile sbirciare al suo interno attraverso le piccole finestre dal lato della porta di ingresso. Per arrivarci ci si dovrà addentrare all’interno di un campo privato, aprendo un cancello socchiuso.

Volendo la chiesa di San Giacomo è collegata direttamente a Glorenza grazie a un sentiero percorribile in circa mezz’ora a piedi. Il sentiero è il numero 1 e parte da Glorenza da dietro la chiesa di San Pancrazio.

Glorenza – la città più piccola dell’Alto Adige ^

Ripartiti dalla chiesa di San Giacomo a Soles, in appena cinque minuti d’automobile raggiungiamo la città di Glorenza. Se Malles Venosta vantava il territorio comunale più grande di tutta la Val Venosta, Glorenza ha invece quello più piccolo.

Il suo centro storico è bello e totalmente raccolto all’interno delle mura medioevali della città, che vennero erette per proteggerla da eventuali attacchi nemici in quello che era di fatto un territorio di confine.

La visita di Glorenza si concluderà in una manciata di ore, nonostante per girare tutti i suoi vicoli sia sufficiente al massimo un’oretta. Oltre le porte storiche della città, dotate di torrete nelle quali oggi vengono ospitate mostre permanenti, vale la pena vedere la storica via dei Portici, piazza della Città, il cuore pulsante di Glorenza e le due chiese: una all’interno delle mura e, quella più grande di San Pancrazio al di fuori del centro cittadino.

In realtà ci sono tante altre piccole cose da vedere a Glorenza, scoprile nella guida completa alla città.

L’insolito museo di Lorenzo Kuntner ^

Lungo la strada statale 38, che percorre chi da Glorenza vuole raggiungere il passo dello Stelvio, scorgiamo quasi per sbaglio il museo di Lorenzo Kuntner. Questo dista nemmeno 10 minuti di auto dalla città più piccola dell’Alto Adige e non potrete fare a meno di notarlo, perché si trova proprio al fianco della strada ed è un museo all’aperto.

Nel museo all’aperto di Lorenzo Kuntner, conosciuto come lo sciamano della Val Venosta, si possono vedere totem, sassi dipinti e soprattutto composizioni con scheletri animali. Dalla parte opposta della strada è presente anche la casa laboratorio dell’artista, e anche qui sono numerosissime le ossa e le opere d’arte appese all’aperto. All’interno sono disponibili anche diverse pubblicazioni dell’artista, purtroppo tutte in lingua tedesca.

La filosofia di Lorenzo Kuntner è legata a quella degli antichi indiani d’America, dove gli oggetti sono collegati agli spiriti e possiedono un’energia vitale. L’artista è talmente legato al mondo indiano tanto da aver scelto un nome il cui significato è “l’uomo che parla con il vento”. Le ossa utilizzate nelle sue installazioni sono state recuperate da Lorenzo Kuntner direttamente nelle montagne circostanti e, anche quando trova in giro delle carcasse di animali li porta a casa, ne fa bollire gli scheletri e li utilizza come fossero dei monumenti sepolcrali indiani, esponendoli al “vento sacro”. 

Il museo all’aperto di Lorenzo Kuntner è visitabile a qualsiasi ora del giorno e richiede solo un’offerta libera di almeno 1 euro.

Salita al Passo dello Stelvio ^

Concludiamo la seconda giornata in Val Venosta al Passo dello Stelvio. Saliamo in auto tramite la strada dello Stelvio, che ci conduce fino ai 2758 metri sul livello del mare, che rendono questo passo il più alto d’Italia e il secondo più alto d’Europa tra quelli carrabili.

Attraverso il passo dello Stelvio si unisce la località altoatesina di Prato allo Stelvio con quella lombarda di Bormio ed, eventualmente, è possibile prendere anche una deviazione che conduce fin dritti in Svizzera.

Il Passo dello Stelvio è celebre perché ha ospitato più volte il giro d’Italia e la sua strada con 48 tornanti sul lato altoatesino è divenuta ormai iconica e richiama annualmente migliaia di ciclisti che vogliono sfidare questa suggestiva salita.

Giunti al culmine del Passo dello Stelvio è possibile percorrere diversi trekking o praticare anche lo sci estivo, nell’unico luogo italiano che lo mette a disposizione. Non a caso in cima ci sono diversi alberghi e alcuni locali turistici, con locande e piccoli bar. Attenzione però, perché il passo dello Stelvio è aperto sol durante i mesi più caldi e, più in particolare, tra il mese di giugno e quello di ottobre.

Scopri di più sulla storia, su cosa vedere al passo dello Stelvio e sul parco nazionale dello Stelvio nelle guida dedicata.

Giorno 3 – Sluderno, Castel Coira e il Sentiero delle Rogge ^

Il terzo dei 4 giorni in Val Venosta è interamente dedicato alla località di Sluderno. Certo, il centro storico ha dimensioni tutto sommato contenute, ma sono i suoi dintorni a regalare ai turisti tante cose da fare. Dopo aver visitato il centro di Sluderno saliamo fino al Castel Coira e, infine, percorriamo il più bello tra i sentieri delle rogge della Val Venosta.

Centro storico di Sluderno ^

La visita al centro storico di Sluderno merita soprattuto se si intende utilizzarlo come punto di partenza per la visita del suo castello o per il sentiero delle rogge. Sluderno è una cittadina di montagna dalle dimensioni raccolte, in cui spicca la chiesa centrale. La sua particolarità è che all’interno della recinzione ospita anche la chiesa di San Michele al Cimitero, ricca di opere d’arte e affreschi antichi.

Suggestivo è anche il municipio, decorato da affreschi e la passeggiata tra i vicoli che spesso conducono fino al fiume Adige, che bagna il lato orientale del centro e sembra più simile a un torrente di montagna che al grande fiume che tutti conosciamo.

Scopri tutto quello che c’è da vedere a Sluderno in questa guida.

Castel Coira e la sua armeria ^

Tappa da non perdere per chi organizza una vacanza in Val Venosta è senza dubbio Castel Coira. I suoi merletti spuntano in mezzo alle coltivazioni di melo e sormontano il centro abitato di Sluderno. Il suo profilo è ben riconoscibile anche dalla strada che percorre chi proviene da Merano e procede in direzione del Passo dello Stelvio o del lago di Resia.

Castel Coira è un castello privato, ancora abitato dai conti Trapp, che lo aprono ai turisti attraverso visite guidate organizzate quotidianamente durante il periodo estivo. Conosciuto principalmente per la sua armeria, che è una delle collezioni private più ricche al mondo, ha in realtà diverse altre cose da scoprire. Prima tra tutte c’è il suo loggiato la cui copertura sui quattro lati è decorata dal lunghissimo albero genealogico dei suoi proprietari. E così si scopre la sua nascita nel XIII secolo e che la proprietà iniziale era della famiglia dei conti Matsch.

La storia affascinante di Castel Coira la si respira anche nelle sue stanze, tra cui quella del conte Giacomo, che ospita anche il mantello originale del cinquecento indossato dal conte per raggiungere la Terra Santa.

La visita di Castel Coira è davvero entusiasmante e la guida che ci accompagna lo fa con passione e gratitudine. Scopri tutto sulla visita e sulla storia di Castel Coira in questa guida.

Il suggestivo Sentiero delle Rogge e il sito archeologico di Ganglegg ^

Sluderno però non è solo storia e cultura, ma anche suggestivi paesaggi. La Val Venosta è ricca di trekking in mezzo alla natura e i più suggestivi sono quelli delle rogge e a Sluderno c’è quello più bello!

Le rogge sono antichissimi canali scavati nella montagna con l’obiettivo di prelevare l’acqua dai torrenti in alta quota e dai ghiacciai in scioglimento e convogliarla verso tutti i terreni coltivati lungo il crinale della montagna. La Val Venosta è infatti una delle valli più aride di tutto l’Alto Adige e senza queste attenzioni non sarebbe stato possibile dare vita alle sue coltivazioni, nemmeno a quelle delle mele.

Oggi le rogge adempiano solo parzialmente a questo scopo iniziale, ma lungo il loro tragitto si trovano sentieri davvero belli che si infilano nel bosco tra alberi, scorci sulle vallate e fiumi. Da Sluderno parte un sentiero ad anello che sale dalla roggia Leitenwaal e scende attraverso la roggia Berkwaal, la più bella in assoluto.

Lungo il tragitto si trova anche l’insediamento archeologico di Ganglegg, che testimonia la presenza di vita in questi territori già dall’età del bronzo e, chi è interessato a questi aspetti, può approfondirli nel museo della Val Venosta di Sluderno, a cui si passa davanti.

Scopri tutti i dettagli e il tragitto del sentiero delle rogge di Sluderno.

Giorno 4 – Curon Venosta, sorgente dell’Adige e Pian dei Morti ^

L’ultimo giorno in Val Venosta è sempre una giornata ricca di cose da vedere, alcune delle quali sono le più iconiche di questa vallata. Per concludere i 4 giorni in Val Venosta ci dedichiamo alla sua parte più settentrionale, l’Alta Val Venosta. Ovviamente questa giornata può essere liberamente invertita con un’altra a seconda della strada da percorrere anche per tornare a casa.

Possiamo lasciare la Val Venosta senza aver visto il campanile sommerso nel lago di Resia? Certamente no! Ecco dunque il programma dell’ultimo giorno in Val Venosta.

Curon Venosta e il campanile sommerso del lago di Resia ^

Cominciamo la giornata (e la termineremo) raggiungendo subito Curon Venosta, il comune su cui si trova l’intero lago di Resia. Per farlo passiamo anche dalla diga sul lago di Resia, a sud, che in epoca fascista ha dato vita al lago artificiale che ancora oggi possiamo vedere.

Proprio la scelta di costruire questo sbarramento ha creato molte contestazioni tra gli abitanti della valle, anche perché ha sommerso alcuni paesini all’interno delle sue acque. Il celebre campanile di Resia, che ha dato vita anche alla serie tv di Curon, è il simbolo di questo avvenimento. Oggi Curon Venosta è un paesino ricostruito sulla sponda del lago, che tra le cose storiche da vedere conserva solo la chiesetta di Sant’Anna, originariamente costruita su di un’altura nel cinquecento. Del resto il centro abitato risale a metà dello scorso secolo, ma vale comunque la pena visitarlo in una veloce passeggiata.

L’attrazione principale è invece il campanile sommerso del lago di Resia, a pochi passi dal centro di Curon Venosta, che ancora oggi attira migliaia di turisti ogni anno, che così scoprono l’insolita storia di questo luogo.

Ecco tutti i dettagli (storia e cosa visitare) di Curon Venosta e del campanile del lago di Resia.

Sorgente del fiume Adige ^

Sorgente del Fiume Adige a Resia in Val Venosta

Procedendo verso nord, in direzione di Passo di Resia e quindi del confine con l’Austria, raggiungiamo Resia, frazione del comune di Curon Venosta. Anche questo centro storico è piuttosto recente ma, salendo sopra alle case e raggiungendo il centro sportivo, prende il via un trekking in mezzo al bosco che, passando davanti ad alcuni bunker della seconda guerra mondiale conduce fino alla sorgente del fiume Adige.

L’Adige è il secondo fiume più lungo d’Italia e nasce proprio qui a 1550 metri d’altitudine, tra un ammasso di pietre. Una bella terrazza davanti a se regala un panorama sul centro abitato di Resia e sull’omonimo lago.

Il trekking a Pian dei Morti e lo sbarramento anticarro ^

Arrivati fino alla sorgente dell’Adige consiglio però di rimettersi in cammino e prendere il sentiero 2 che in circa tre ore conduce fino al Pian dei Morti.

La sorgente dell’Adige si trova infatti su di una breve deviazione che collega Resia al Pian dei Morti: un altipiano a 2050 metri di altitudine dalla storia importante. Oltre ai bunker qui si trova anche lo sbarramento di Pian dei Morti, costruito nel 1938 per impedire un’eventuale invasione da nord dei soldati tedeschi. Ancora oggi è possibile vedere il fossato e i denti di drago costruiti come alti pali appuntiti che dovevano impedire il passaggio ai carri armati.

Tra cavalli lasciati allo stato brado e prati assolati, il trekking di Pian dei Morti conduce anche al più bel punto panoramico sul lago di Resia, prima di ricominciare la discesa verso valle.

Leggi tutte le informazioni sul lago di Resia, il Pian dei Morti e il trekking che vi ci conduce.

Mappa dell’itinerario di 4 giorni in Val Venosta ^

Ecco la mappa dell’itinerario di 4 giorni in Val Venosta. Ogni giorno è segnalato con un colore differente, per renderlo ben distinguibile.

Dove dormire in Val Venosta ^

La Val Venosta è, come tutto l’Alto Adige, molto vocata al turismo. Sia d’estate che d’inverno questi luoghi sono la destinazione ideale per chi ama la montagna, le lunghe passeggiate nella natura, e i centri abitati in stile altoatesino. Non avrete difficoltà a trovare un luogo dove dormire.

Il mio consiglio è quello di prendere un albergo abbastanza centrale rispetto all’itinerario che si vorrà percorrere durante i 4 giorni in Val Venosta. Le località migliori dove fermarsi a dormire sono quindi quelle di Glorenza, di Burgusio e di Malles Venosta, più o meno a metà strada tra Parcines, il passo dello Stelvio e il lago di Resia. Se volete spendere un po’ meno gli alberghi in direzione di Prato allo Stelvio hanno tendenzialmente dei prezzi più abbordabili durante il periodo estivo.

Questa è la struttura scelta da me, con un comodo parcheggio vicino e ampie stanze. A questo indirizzo trovi invece una lista di hotel ben posizionati rispetto all’itinerario.

Cosa fare in Val Venosta quando piove ^

Anche se raramente, purtroppo capita che qualche giorno all’anno possa piovere anche in Val Venosta. Consultate il meteo e se si tratta di un temporale passeggero potrebbe non rovinarvi i piani. Se invece si tratta di una brutta giornata potete sempre consolarvi con destinazioni che alternano una passeggiata per i centri storici cittadini ai musei.

Ad esempio, le cose da fare in Val Venosta quando piove sono:

  • la visita di Mondotreno a Parcines, il museo che ospita il più grande modellino di ferrovia di tutta Italia: tre piani di museo con una lunghissima distesa di binari che raggiunge i mille metri quadri di superficie;
  • il museo della macchina da scrivere di Parcines, dedicato al suo inventore e con pezzi davvero storici tra cui la macchina Enigma utilizzata durante la seconda guerra mondiale dai tedeschi;
  • la visita della piccola città di Glorenza e dei suo musei ospitati nelle torri delle porte cittadine. Qui è possibile ripercorrere la storia della città o vedere la mostra dedicata a Paul Flora e ai suoi disegni;
  • una visita guidata, con tanto di degustazioni, alla distilleria PUNI, l’unica distilleria italiana che produce whisky;
  • la visita alle antiche chiese di Malles Venosta, prima tra tutte quella di San Benedetto con i suoi affreschi carolingi (informarsi sugli orari di apertura!);
  • la scoperta di Marienberg, l’abbazia benedettina più alta d’Europa e che conserva al suo interno una cripta del 1160;
  • la visita di Castel Coira, della sua armeria e del suo suggestivo loggiato;
  • la scoperta dei reperti dell’età del bronzo sulle montagne della Val Venosta, all’interno del museo della Val Venosta a Sluderno.

Insomma, sia con il sole che con la pioggia, la Val Venosta ha davvero tanto da offrire!

Le migliori escursioni in Val Venosta ^

La Val Venosta, come detto, è un territorio ricchissimo di trekking meravigliosi, che possono occupare da poche ore ad intere giornate. Anche a seconda del proprio livello di allenamento è possibile scegliere quale fare. 

Tra i trekking più belli ci sono i seguenti:

  • uno (o più di uno) tra i numerosi Sentieri delle Rogge. Il percorso corre quasi perennemente al fianco di una roggia che trasporta l’acqua verso valle. Tra quelli più suggestivi consiglio il giro ad anello che parte da Sluderno. Questo si snoda lungo le rogge Leitenwaal e Berkwaal in un trekking lungo circa 7 chilometri e che può essere percorso in 3 ore;
  • il trekking che da Resia (o da Curon Venosta) conduce fino alla sorgente dell’Adige o, volendolo allungare, fino al Pian dei Morti, tra boschi, laghetti, bunker, sbarramenti militari e scorci suggestivi. La lunghezza di questo trekking è di circa 7 chilometri, percorribili anch’essi in 3 ore o 3 ore e mezza;
  • il percorso intorno al lago di Resia. Annualmente viene organizzata anche una corsa che segue questo tragitto della lunghezza di 15,3 chiolometri e con appena 90 metri di dislivello. L’inizio è proprio al parcheggio di Curon Venosta davanti al campanile sommerso. Tra tutti quelli presentati è il giro più semplice, perchè è per buona parte pianeggiante, ma è semplicemente lungo. Può essere concluso in poco più di 4 ore;
  • il sentiero dell’acqua di Parcines che dal centro storico conduce fino alla cascata più alta di tutto l’Alto Adige. Questo è lungo circa 5 chilometri ed è percorribile in 2 ore;
  • il sentiero delle ore, di 17 chilometri (6 ore) e che può essere percorso in più giorni e che collega l’abbazia benedettina di Monte Maria al monastero di San Giovanni in Svizzera;
  • uno dei tanti trekking che partono dal Passo dello Stelvio, come la via Alpina. Questo richiede un po’ di allenamento.

Questi sono solo i migliori tra i trekking disponibili in Val Venosta, ma se siete degli amanti delle lunghe passeggiate nella natura potrete facilmente trovarne tanti altri.

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4 Giorni in Val Venosta - Cosa VedereCosa vedere in 4 giorni in Val Venosta. I migliori trekking, le cittadine, i monumenti storici, i castelli e i luoghi simbolo da non perdere.https://www.lorenzotaccioli.it/4-giorni-in-val-venosta-cosa-vedere/
Lorenzo Taccioli