Trekking alle Tre Cime di Lavaredo

Panorama sulle Tre Cime del Lavaredo e laghetti Alpini

Il secondo giorno della nostra vacanza in Trentino Alto Adige la dedichiamo all’escursione alle Tre Cime del Lavaredo, una delle destinazioni alpine più conosciute e apprezzate d’Italia, che raggiunge quasi i 3000 metri sul livello del mare e che ci fa sconfinare in Veneto. Stiamo trascorrendo 4 giorni in Trentino Alto Adige e questa è sicuramente la giornata più impegnativa.

Ci svegliamo presto al Plan de Corones, il monte a 2275 metri sul livello del mare a sud della val Pusteria, dove soggiorniamo. Per arrivare all’inizio del sentiero delle Tre Cime del Lavaredo impieghiamo un’ora abbondante in automobile.

Le Tre Cime del Lavaredo - Scalate nell'800

Lago di Misurina ^

Alle pendici del parco naturale delle Tre Cime si trova un’altra località piuttosto famosa per via del suo lago. Siamo arrivati al lago di Misurina, il lago più grande di tutta la regione del Cadore. Tutto intorno a noi un via vai frenetico di persone che si stanno preparando per le numerose escursioni che partono proprio da qui, tra le quali la salita alle Tre Cime di Lavaredo.

Questo lago presenta un microclima molto particolare, che lo rende una delle migliori destinazioni per chi soffre di asma. Non a caso sulle rive del lago, oltre i diversi alberghi, si trovano due strutture sanitarie: l’unico centro italiano per la cura dell’asma infantile e una casa di cura.

Come Arrivare al Lago di Misurina ^

Per arrivare al lago di Misurina partiamo da San Vigilio di Marebbe, dove in aperta montagna percorriamo strade piuttosto suggestive. Le case raggruppate e dai tetti spioventi hanno come sfondo incantevoli crinali verdi di boschi e foreste.

Il lago di Misurina si trova a sud del parco naturale delle Tre Cime, nella frazione di Misurina del comune di Auronzo di Cadore, in provincia di Belluno. Siamo in Veneto, praticamente al confine con il Trentino Alto Adige ad un’altezza di 1754 metri sul livello del mare. Arrivando da sud è sufficiente prendere l’uscita dell’A27 verso Belluno e continuare sulla strada statale 51 per Cadore-Dolomiti seguendo infine le indicazioni per Auronzo.

Nei dintorni del lago i parcheggi sono limitati, ma è possibile comunque trovare un posto auto a patto di camminare un po’.. in fondo si è qui per questo. Nei periodi di maggior affluenza, come in Agosto, sono spesso presenti dei vigili per smaltire velocemente il traffico. Noi, dopo aver parcheggiato l’automobile, ci dirigiamo verso l’ufficio di informazioni turistiche e rimaniamo colpiti dallo spettacolare panorama che ci circonda: a est le Dolomiti di Sesto schierano i Cadini di Misurina (sui quali si può percorrere l’impegnativo sentiero Alberto Bonacossa), a nord si trovano le sontuose Tre Cime del Lavaredo, mentre a sud le Dolomiti Ampezzane con il gruppo montuoso del Sorapiss.

La profondità media del lago è di 5 metri e il perimetro di 2,6 km, percorribile a piedi, si distribuisce intorno al lago di circa 1 km di lunghezza per 300 metri di larghezza.

Leggenda del Lago di Misurina ^

Mentre passeggiamo sulla sponda del lago, dopo essere tornati indietro dall’ufficio informazioni ahimè chiuso a causa dell’ora di pranzo, godiamo di questo panorama unito all’aria fresca anche in pieno periodo estivo.

Sul lago di Misurina sono nate due leggende: la prima vuole che Misurina fosse il nome della figlia di Sorapiss, il padrone di queste terre. Misurina era una bambina orfana di madre e molto vispa e curiosa. Quando, all’età di 7 anni, seppe della presenza di una fata che viveva sul vicino monte Cristallo, fu molto affascinata dall’idea che questa possedesse uno specchio magico che permettesse di leggere i pensieri di chiunque vi si specchiasse. Misurina chiese subito al padre di accompagnarla dalla fata per poter vedere questo specchio.

Tre cime del Lavaredo sopra il lago di Misurina

Arrivati dalla fata, molto gelosa di questo specchio, Sorapiss cominciò a supplicarla per accontentare la figliola. La fata, nel tentativo di far desistere i due, pose una condizione: avrebbe mostrato lo specchio a Misurina, solo se Sorapiss avesse accettato di diventare una grande montagna che proteggesse dal sole il suo piccolo giardino fatto di fiori incantanti e delicati che si sciupavano in maniera prematura per via delle insolazioni, senza un monte che gli facesse ombra. Convinta che una condizione del genere sarebbe stata inaccettabile, rimase molto sorpresa quando si accorse che Misurina non si scompose, ma anzi puntò dritta allo specchio.

Immediatamente Sorapiss cominciò a trasformarsi e a gonfiarsi sempre più: i capelli divennero degli alberi e le profonde rughe si trasformarono in crepacci. Solo in quel momento Misurina si accorse di essere sopra a una montagna gigante e, guardando verso il basso, fu presa da un malore e precipitò. Sorapiss non aveva ancora terminato la sua trasformazione in montagna, e vedendo la fine dell’amata figlia cominciò a piangere copiosamente, dando vita a due ruscelli che solcando le sue alture formarono a valle il lago di Misurina. Nella trasformazione lo specchio saltò in aria e ricadendo andò in mille pezzi, i quali vennero trascinati a valle dai ruscelli che giungevano fino al lago. Si dice che gli splendidi riflessi del lago siano dovuti alla presenza dei frammenti di questi specchi.

La seconda leggenda, invece, lega questo luogo alle sorti di una giovane donna, figlia di mercanti veneziani. Su di questa ragazza era stata fatta una profezia secondo la quale questa avrebbe donato tutti i suoi averi, mandando in malora la famiglia. Il padre allarmato, decise quindi di allontanare la figlia facendola arrivare in questo luogo di montagna accompagnata da una serva che l’avrebbe aiutato a mantenere distante la giovane donna. La figlia soprannominata Mesurina, dopo numerose avventure amorose, muore ma viene riconosciuta da un amante avuto quando stava ancora con i genitori.

Tre Cime di Lavaredo – Organizzare la Visita ^

Lo spettacolo del lago di Misurina passa quasi in secondo piano se si pensa a quello delle Tre Cime di Lavaredo. Un trekking non troppo impegnativo, ma lungo e che quindi può affaticare un po’, specialmente se siete d’indole curiosa e volete di tanto in tanto abbandonare il sentiero maestro. Questo trekking è adatto anche ai bambini, a patto che siano abituati a camminare e non si stanchino troppo facilmente. In ogni caso lungo il percorso sono presenti diversi rifugi che permettono di riprendersi un po’. Ovviamente vengono presi d’assalto durante l’alta stagione, quindi è bene organizzarsi prima.

L’altitudine rende il clima fresco anche d’estate, quando le nuvole corrono veloci e lasciano di tanto in tanto spazio anche al cielo sereno. Oltre le scarpe da trekking è quindi consigliabile un abbigliamento a cipolla che permetta di spogliarsi velocemente quando le nuvole sgombrano il cielo. Io ho un paio di calzoni corti, una maglietta (meglio se di tessuto tecnico) e una felpa o un pile.

Panorama sulle Tre Cime del Lavaredo e laghetti Alpini

Il panorama sulla vallata sottostante è davvero incantevole: alcuni crepacci o burroni sono quasi da togliere il fiato e l’altitudine di quasi 3.000 metri sul livello del mare la si percepisce quando ci si trova davanti al panorama sconfinato.

Tre Cime di Lavaredo Come Arrivare – Strada a Pedaggio ^

Ci sono diverse possibilità per raggiungere il trekking delle Tre Cime di Lavaredo e tutte sono piuttosto affascinanti: percorsi in mezzo alla natura selvaggia che meritano di essere vissuti in maniera lenta e curiosa. Uno dei più lunghi e suggestivi è quello che parte dal punto di osservazione dell’UNESCO, nelle vicinanze del lago di Landro, ma richiede oltre mezza giornata di percorrenza a tratta.

Una delle vie più rapide è invece quella che parte dal lago di Misurina e che in circa 7,5 km conduce fino all’inizio del trekking circolare intorno alle famose vette. L’accesso a questa strada viene temporaneamente chiuso dalle forze dell’ordine quando il traffico diventa troppo sostenuto. Al nostro arrivo, il 14 di Agosto, è effettivamente chiusa così pensiamo di procedere direttamente dal lago di Misurina a piedi. Il tempo di percorrenza stimato è di circa 2 ore e mezza, ma la salita piuttosto ripida ci fa demordere in fretta, considerando che questo tempo lo impiegheremmo anche al ritorno e sarebbe da sommare al giro circolare intorno le cime.

Salita per la Strada Panoramica delle Tre Cime del Lavaredo - Cosa fare in Veneto

Fortunatamente il traffico è ripreso a scorrere, così recuperata l’automobile decidiamo di raggiungere quota in macchina. Per farlo è necessario fermarsi alle sbarre che impongono il pagamento della strada a pedaggio che conduce fino al rifugio Auronzo. La strada è aperta indicativamente da inizio / metà Maggio, a seconda delle condizioni meteo e il pedaggio è di ben 30€ ad automobile, probabilmente motivato dal numero limitato di posti auto nei pressi del rifugio. Eventualmente è possibile raggiungere il rifugio anche attraverso il bus istituito appositamente per la stagione estiva (a partire da Giugno) e che parte dal lago di Misurina, ma facendo una botta di conti se avete l’automobile piena, è meno costoso salire in auto.

Trekking nel Parco delle Tre Cime ^

Il trekking circolare nel parco delle Tre Cime, gira proprio intorno alle tre cime di Lavaredo, dando l’occasione di vederle a 360 gradi. Si tratta di un trekking piuttosto suggestivo e mediamente impegnativo. La lunghezza del percorso, che può essere preso sia in senso orario che in senso antiorario, è di circa 9,5 km e richiede più o meno 4 ore di tempo per essere percorso.

Se come noi amate fermarvi di tanto in tanto per godere del paesaggio, scattare fotografie o semplicemente fare 4 chiacchiere in tranquillità, potete dedicargli un’intera giornata. Noi siamo stati in quota circa 6 ore, considerando anche la fermata per il pranzo.

Il dislivello che si percorrerà è di 405 metri in salita e 410 in discesa e a questa altitudine può capitare di trovarsi completamente immersi tra le nuvole che spesso circondano queste rocce, in uno degli itinerari alpini più famosi d’Europa.

Spesso la vista si apre sulla roccia nuda che scende fino a valle, regalando spettacoli insoliti per chi è abituato a passeggiare sugli Appennini come me. Nel periodo estivo alcuni fiori rosa decorano la partenza del trekking, che noi percorriamo in senso antiorario. Il sentiero è estremamente ben segnalato, tanto che è impossibile perdersi ma, anche in caso di dubbi, le tante persone che ci circondano ci chiariranno sicuramente le idee sulla direzione nella quale continuare.

Rifugio Auronzo ^

Il punto di partenza del sentiero, sia che si decida di percorrerlo in senso orario che in senso antiorario, è il rifugio Auronzo per tutti quelli che arrivano in automobile. Dalla strada che proviene dal lago di Misurina è infatti questo il punto di destinazione ultimo oltre il quale non è più possibile procedere se non a piedi.

Ci sono diversi parcheggi direttamente in strada che in alta stagione potrebbero riempirsi in fretta. Per questo motivo è consigliabile arrivare la mattina presto o in orario di pranzo, quando c’è il primo grosso ricambio di visitatori.

Il rifugio Auronzo si trova a un’altezza di circa 2.333 metri sul livello del mare e nonostante le dimensioni sembrino abbastanza compatte, dispone di 99 posti letto e 130 posti a sedere nella sala da pranzo.

Trekking Lavaredo - Trentino Alto Adige

Il rifugio Auronzo venne inizialmente costruito come ‘risposta’ italiana ai rifugi che gli austriaci costruivano sulla loro linea di confine. Nel 1912 il CAI e il comune di Auronzo di Cadore si adoperarono per costruire il rifugio, inizialmente chiamato rifugio Longeres, ma questo venne bombardato nel 1915 durante la prima guerra mondiale. Dopo la guerra riprese la costruzione e nel 1925 venne inaugurato con il nome di Rifugio principe Umberto. Successivamente il rifugio venne titolato alla guida alpina Bruno Caldart caduta dalla cima piccola di Lavaredo.
Un incendio nel 1955 distrusse il rifugio Bruno Caldart, ma visto il successo crescente di questa struttura, ci si mise subito al lavoro per costruirne uno nuovo e più grande: nel 1957 inaugura il nuovo rifugio Auronzo.

Chiesetta di Santa Maria Ausiliatrice e Monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale ^

Dopo avere aggiunto strati di abbigliamento a causa della temperatura più bassa in quota partiamo per il nostro trekking. Il panorama è mozzafiato e i fiumi sottostanti che solcano la vallata sembrano quasi essere dei serpenti che si muovono lontani.

Imbocchiamo il sentiero CAI 101 e proseguiamo in direzione est lasciandoci a destra, oltre la vallata, la cresta del Gruppo dei Cadini di Misurina e il monte Campedelle. Poco sotto il sentiero si apre un grande prato di erba mista a roccia che si affaccia sulla vallata e nel quale liberiamo per qualche minuto Grover, il cagnolino che è con noi, che è così libero di correre a perdi fiato. Da qui si possono chiaramente vedere due piccole costruzioni: la chiesetta di Santa Maria Ausiliatrice e il monumento ai caduti della prima guerra mondiale.

La chiesetta di Santa Maria Ausiliatrice Madonna della Croda è una ricostruzione di quella costruita originariamente nel 1917 a ricordo del XII battaglione bersaglieri e le sue mura bianche appoggiate sul basamento in pietra risaltano tra i colori delle Dolomiti. Non è possibile accedere agli interni della chiesa, salvo durante aperture straordinarie.

A poca distanza si trova invece un altro monumento, ancora più vicino allo strapiombo della montagna: il monumento ai caduti della prima guerra mondiale che domina l’intera vallata.

Rifugio Lavaredo ^

Ci rimettiamo sul sentiero CAI 101 e andiamo dritti fino al rifugio Lavaredo, distante circa 1,7 km dal rifugio Auronzo e raggiungibile in circa 30 minuti di passeggiata. Siamo praticamente sotto alla cima piccola, formata a sua volta da tre piccole vette: Cima Piccola, Punta di Frida e Cima Piccolissima.

Il rifugio Lavaredo si trova a un’altezza di 2.344 mslm, è aperto da metà Giugno a inizio Ottobre e dispone di 24 posti letto. Venne costruito nel 1954 su volontà di Francesco Corte Colò detto Mazzetta, il pioniere dei soccorsi in parete sulle Tre Cime e tra i fondatori del soccorso alpino di Auronzo. La sua posizione lo rende la struttura preferita dagli scalatori che vogliono affrontare le tre cime. Questo rifugio è inoltre dotato di postazione di atterraggio per l’elisoccorso.

Siamo ad orario di pranzo e il via vai delle persone che vogliono mangiare è altissimo. Noi abbiamo acquistato tutto l’occorrente per fare dei panini in paese e così ci accomodiamo su di una roccia e consumiamo il nostro pranzo al sacco. Come in tutte le strutture in quota viene comunque richiesto di riportare da soli la propria spazzatura a valle. Qui sono presenti anche i servizi (a pagamento).

Mai scelta di dove pranzare si rivelò più sbagliata: dobbiamo ripartire con il sentiero e ci troviamo proprio all’inizio di una ripida salita e i panini appena mangiati sicuramente non ci aiuteranno. Da qui dobbiamo raggiungere la forcella, ovvero dove svalicheremo da un lato all’altro delle Tre Cime di Lavaredo. Ci sono due possibilità per arrivare alla forcella: o proseguire per il sentiero segnalato oppure prendere il sentiero in ripida salita che si trova alla sinistra di quello segnalato, ma che è comunque ben visibile. Questo è un tratto faticoso, soprattutto se si ha appena pranzato, ma in 30 minuti giunge al termine e ti apre la vista su di un panorama fantastico.

Per chi vuole, arrivati alla forcella, è possibile prendere una deviazione e salire ulteriormente sulla roccia (un po’ scivolosa perché franabile) fino ad alcune grotte risalenti alle guerre mondiali.

Le Tre Cime di Lavaredo – i Dettagli ^

Abbiamo esattamente davanti a noi, quasi a un passo, il motivo del nostro trekking di oggi e anche uno dei panorami che ha reso famose queste Dolomiti in tutto il modo, tanto da fargli meritare il titolo di patrimonio dell’umanità dell’UNESCO: le tre cime di Lavaredo.

Sono tre picchi di roccia che hanno un nome ciascuno:

  • la cima piccola di Lavaredo, con un’altitudine di 2.857 metri sul livello del mare, è quella più vicina a noi;
  • la cima grande che per un soffio non raggiunge i 3.000 metri ma si ferma a 2.999 metri sul livello del mare è quella centrale;
  • la cima ovest che arriva ai 2.973 metri sul livello del mare.

La loro forma e altitudine ha suscitato interesse negli alpinisti già da diversi anni: le prime scalate risalgono agli anni tra il 1869 e il 1881 sui versanti meridionali. In questo periodo vengono battezzate le vie normali che hanno un grado di difficoltà che oscilla tra il II e il III. Subito prima della guerra mondiale furono aperti altri percorsi, che raggiungono il V grado di difficoltà. Il VI grado di difficoltà venne raggiunto dopo la prima guerra mondiale, quando nel 1933 venne scalata la cima grande sulla sua parete nord, a strapiombo sul paesaggio sottostante. Alla fine degli anni ’80 sono state fatte nuove scalate che hanno raggiunto il grado IX di difficoltà. Anche in epoca più recente le tre cime di Lavaredo non hanno smesso di far parlare di loro: nel 2011 è stata tirata una slack line tra le tre cime, che è stata percorsa da un alpinista di Sesto e uno di Graz e nel 2012 è avvenuta la prima attraversata invernale.

A questa altitudine le nuvole corrono veloci e a distanza di pochi secondi le tre cime si possono ammirare nitidamente per poi essere totalmente sommerse dalle nubi. Confrontando la loro dimensione con quella delle persone che vi camminano al di sotto si rimane davvero impressionanti dalla maestosità della natura!

Rifugio Locatelli ^

Dalla nostra posizione, guardando dritto davanti a noi, possiamo vedere in lontananza il rifugio Locatelli. Dopo una discesa, in circa mezz’ora arriviamo in un punto in cui il sentiero conduce ad un bivio. A destra, dopo una breve risalita si trova il rifugio Locatelli.

Questo è probabilmente il rifugio più conosciuto di tutta l’area, aperto da fine Giugno a fine Settembre e costruito a un’altitudine di 2.450 metri sul livello del mare. La sua nascita risale al 1881, quando si decise di costruire un rifugio per il club alpino austro tedesco. A seguito del sopralluogo si decise di costruire il rifugio poco distante dalla posizione attuale, per via dell’ottima vista sulle tre cime e sul monte Paterno. Nella primavera del 1882 cominciarono già i lavori: in appena due mesi ci si procurò il materiale e si costruì una piccola struttura a un piano di 4 metri per 8.

A causa delle avverse condizioni meteo di quell’anno, l’inaugurazione slittò al 1883. Durante la prima guerra mondiale anche il rifugio Locatelli vene colpito da una bomba e  venne distrutto. Nel 1922 fu quindi ricostruito e rimase in funzione fino all’anno successivo quando fu espropriato e donato alla sezione CAI di Padova che decise per alcuni lavori di ampliamento che si conclusero nel 1935 con la costruzione di un nuovo rifugio a poca distanza dall’originario.

Discesa fino al Pascolo di Pian da Rin ^

Noi lasciamo il rifugio Locatelli alle nostre spalle e al bivio proseguiamo a sinistra. Comincia una lunga discesa lungo il sentiero CAI 105, che ci porterà a quota 2.192 metri sul livello del mare, arrivando al Pian da Rin, un grande prato sul quale i visitatori compongono scritte coi sassi facilmente leggibili dall’alto.

In questo prato si trovano anche alcune mucche intente a pascolare liberamente.. produrranno sicuramente un ottimo formaggio! Scendendo le aree verdi diventano più fitte e ricoprono buona parte del panorama. Le tre cime sono alte sopra di noi, causando uno strapiombo che conduce fino a questo grande prato.

Ci prendiamo un po’ di tempo prima di ripartire nuovamente e ci avviciniamo agli animali, che sono estremamente mansueti e abituati alle persone.

Rifugio Langalm – la Malga dei Pastori ^

Una volta ripartiti ci troviamo nuovamente in salita. Questo è probabilmente il tratto più faticoso: siamo stanchi dalle diverse ore di camminata intorno al parco delle Tre Cime e dopo una discesa nella quale ci siamo rilassati, dobbiamo di nuovo spezzare il fiato sulla salita ripida. Ci vorranno circa venti minuti di passo ben sostenuto per affrontare la pendenza, per poi tornare a un ritmo più tranquillo. L’obiettivo è quello di risalire Col Forcellina arrivando a 2.232 metri di altitudine. La ricompensa è un altro rifugio, il Langalm, che in tedesco significa “Malga dei Pastori“, a 2.283 metri. La struttura è quasi completamente in pietra e sembra piuttosto accogliente; all’interno vengono serviti piatti tipici con formaggi e yogurt di produzione artigianale e, girandoci verso i monti possiamo ammirare la parete nord delle tre cime.

Questo rifugio dista circa 2,8 km dal rifugio Locatelli ed è raggiungibile in un’ora e un quarto di cammino. Ormai il più è fatto e il traguardo non è poi così distante..

Prima di ricongiungerci al rifugio Auronzo attraversiamo la forcella di Col di Mezzo (2.232 mslm), con scorci sul crinale della montagna che sembra essere franato e che si apre sul monte Cristallo. Di tanto in tanto un piccolo lago compare tra i prati ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo e, a ricordarci che non siamo gli unici da queste parti, incontriamo un paio di mucche che si sorreggono saldamente al terreno e brucano l’erba in qua e in là, sbarrandoci il passaggio.

Ora che l’arrivo è così vicino, tanto da vedere il rifugio Auronzo in lontananza, la fatica comincia a scemare e a lasciare già spazio alla nostalgia per questa bellissima giornata sulle altissime Dolomiti. Il rifugio Auronzo dista una quarantina di minuti dal Langalm, percorribili in con poco più di 2 km di sentiero.

Lago Antorno ^

Dopo aver ripreso l’automobile scendiamo verso valle. La sera comincia a calare e l’idea è quella di fermarci in un ristorante lungo il tragitto per la cena. In realtà ci fermeremo per qualche altra tappa.

Proprio sulla strada che congiunge le tre cime di Lavaredo con il lago di Misurina c’è un altro lago. Il lago Antorno è molto più piccolo di quello di Misurina, da cui dista circa 2 km, ed è il classico laghetto di montagna, circondato da una sponda verde con qualche albero  che piano piano va diradandosi verso le alte montagne retrostanti.

Un pontincello completamente in legno permette di sormontare una piccola pozza collegata al lago e di godere dello splendido panorama che verso il tramonto va via via colorandosi di una luce calda.

Siamo a 1866 mslm e nei mesi estivi è possibile praticare la pesca sportiva nelle acque del lago Antorno. Dalla parte opposta della strada si trova il rifugio Antorno, un piccolo rifugio estremamente curato e dal quale si gode di una bellissima vista anche nei mesi invernali quando l’area circostante è immersa nella neve.

Noi ci tratteniamo una mezz’oretta, prima di rimetterci in moto verso la serata.

Lago di Landro ^

Durante il viaggio di ritorno ritroviamo un altro lago che abbiamo costeggiato in mattinata. Siamo in vacanza e non abbiamo fretta, così decidiamo di fermarci anche qui. Siamo al lago di Landro, sempre nelle Dolomiti di Sesto in Val Pusteria. Il nome del lago deriva dalla sua posizione, alla fine della Val di Landro all’interno del comune di Dobbiaco: ci ritroviamo nuovamente in Trentino Alto Adige. Stiamo continuando a scendere, infatti ci troviamo a 1.406 mslm.

L’atmosfera è di una calma surreale. Intorno a noi i pochi rumori sono quelli della natura, interrotti raramente da un automobile che passa sulla vicina strada. I monti che ci troviamo davanti sono quelli del comprensorio Cristallo e la luce del sole ormai tramontato rende magica la visuale, illuminando fiocamente solo le ultime vette lontane dal lago di Landro.

Durante la stagione estiva molti turisti fanno il bagno nelle sue acque, perché più calde rispetto agli altri laghi alle stesse altitudini. Una delle pareti che si affaccia sul lago è stata messa in sicurezza nel 2006 ed è diventata meta di arrampicate che permettono di godere di un ottimo panorama su tutto il comprensorio.

Il piccolo ristorante che si affaccia sul lago e la presenza di diversi parcheggi, rende il lago di Landro un buon punto di partenza per escursioni in zona, al confine tra il parco naturale delle Tre Cime e il parco naturale Fanes-Senes-Braies.

Passeggiando intorno alle sue acque arriviamo in un’area semipalustre, dove le canne di lago crescono in mezzo alla terra sabbiosa e ci conducono, sporcandoci un po’, fino all’inizio delle sue calme acque.

Punto di Osservazione delle Tre Cime di Lavaredo – Dolomites UNESCO World Heritage ^

Siamo ancora una volta in direzione del ristorante e, ancora una volta, facciamo una tappa. Questa è l’ultima della giornata prima della cena. Al fianco di un ennesimo ristorante scorgiamo una strana struttura in legno visibile già dalla strada. Incuriositi fermiamo l’automobile e andiamo a dare una sbirciatina.

Siamo al punto di osservazione delle Tre Cime di Lavaredo, che celebra il riconoscimento da parte dell’UNESCO della bellezza delle Dolomiti, titolandole a patrimonio naturale dell’umanità (titolo conferito nel 2009). Siamo in Trentino Alto Adige, sulla strada che congiunge Dobbiaco a Cortina d’Ampezzo, nella valle di Landro. Questo è anche l’unico punto dal quale è possibile ammirare la bellezza delle pareti nord delle tre cime da fondovalle.

Questo punto strategico è considerato anche l’accesso trentino al parco delle Tre Cime e lo si è voluto celebrare con la costruzione di una struttura che ben si fondesse con la natura circostante e che desse l’idea di un portale d’accesso. Il progetto, sviluppato nel 2013, è stato affidato allo studio di architettura Willeit. La struttura iniziale è stata creata con cemento di roccia dolomitica, mentre una piattaforma in legno indica la strada da seguire per raggiungere la parte finale dell’installazione, anch’essa in legno, che segna il miglior punto di osservazione delle Tre Cime di Lavaredo.

Alcune tabelle informative riportano un’infografica relativa al territorio, ma quello che più colpisce è la magia della natura circostante.

Alla nostra sinistra parte un sentiero che in circa mezza giornata conduce fino alla sommità delle tre cime.

Rimaniamo senza parole e mentre il fresco montano della sera inizia a farsi sentire, noi siamo con il naso all’insù, guardiamo per l’ultima volta quei tre giganti che richiamano turisti da tutto il mondo.

Mappa dell’itinerario giornaliero ^

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Trekking alle Tre Cime di LavaredoLeggi il programma di una giornata nel parco delle Tre Cime. Come organizzarsi per l'escursione alle Tre Cime di Lavaredo e cos'altro vedere: lago di Misurina, lago di Antorno, lago di Landro e il punto di osservazione UNESCO. Una giornata tra Veneto e Trentino.https://www.lorenzotaccioli.it/trekking-alle-tre-cime-di-lavaredo/
Lorenzo Taccioli