Firenze in Un Giorno – Cosa Vedere

Firenze - Palazzo Vecchio e Cattedrale di Santa Maria del Fiore visti da piazzale Michelangelo

Firenze è una delle mie città italiane preferite. Credo che il suo successo sia dovuto al fatto che si tratti sì di una grande città, ma che conservi l’anima tipica toscana dei piccoli borghi in cui il centro storico è un ricco insieme di edifici antichi e palazzi storici distanti appena un paio di passi gli uni dagli altri.

Ritorno sempre volentieri a Firenze, solitamente per vedere qualche mostra d’arte, ma anche per ripercorrere le sue attrazioni più belle.

Firenze - Palazzo Vecchio e Cattedrale di Santa Maria del Fiore visti da piazzale Michelangelo

Firenze a Piedi – Itinerario della Città ^

Proprio per le dimensioni contenute del centro storico di Firenze, diviso in due dal fiume Arno, è possibile visitare tutte le sue attrazioni muovendosi semplicemente a piedi. Anzi credo proprio che questa sia la via preferibile, perché permette di godere a pieno di tutte le meraviglie che la città ha da offrire, oltre che respirare la vivacità tipica dei toscani.

Il seguente itinerario delle cose da vedere a Firenze in un giorno è studiato per essere fatto proprio a piedi e il punto più lontano che si raggiunge è piazzale Michelangelo dal quale si può godere di un bel panorama sulla città.

Panorama su Firenze - Centro Storico Ponte Vecchio Piazza della Signoria e Duomo

Cosa Vedere a Firenze ^

Firenze è una delle città italiane più conosciute a livello internazionale per via della sua bellezza e della sua storia, oltre che per il centro storico rinascimentale. Per chi non c’è mai stato prima, varrebbe la pena di fermarsi in città due o tre giorni così da poter entrare in tutte le attrazioni come il duomo (per il quale è sempre presente una lunga fila all’ingresso), il museo degli uffizi e il giardino dei Boboli. Se invece volete una panoramica della città o ci tornate di tanto in tanto, questo itinerario è sufficiente per riscoprire ciò che Firenze ha da offrire.

Basilica e Museo di Santa Maria Novella ^

Arriviamo a Firenze in treno, nella stazione di Santa Maria Novella, la principale della città e la quarta a livello italiano per flusso di passeggeri.

Prendendo verso il centro storico della città, la prima cosa in cui ci imbattiamo, è il grande complesso della basilica di Santa Maria Novella. Questa chiesa venne costruita per l’ordine domenicano, arrivato da Bologna nel XIII secolo. Inizialmente ospitati nella chiesa di Santa Maria delle Vigne, in pochi anni riuscirono ad ottenere la costruzione di una nuova e più grande chiesa anche grazie alle indulgenze offerte dal Papa a chi avesse contribuito economicamente al progetto.

I lavori di costruzione della Basilica di Santa Maria Novella cominciarono lo stesso secolo e nel 1279 si celebrò la cerimonia per la posa della prima pietra. L’edificio venne completato nel XIV secolo, ma venne consacrato nel 1420. Il complesso era dotato di una chiesa con rispettivo campanile e di un grande convento che potesse ospitare i frati.

Negli anni, e secoli, successivi la chiesa venne spesso modificata con, ad esempio, l’aggiunta della facciata in marmo bianco e serpentino nel 1470 e aggiunte o modifiche delle strutture interne. La facciata, in particolare, è divisa in due orizzontalmente: la parte più bassa è in stile romanico e venne completata un secolo prima della parte rimanente. Questo fatto dà alla Basilica di Santa Maria Novella il titolo della chiesa dalla facciata più antica di tutta Firenze.

Arrivando dalla stazione vediamo la parte della chiesa che contiene l’abside e continuando in direzione del centro passiamo per le mura che nascondono dietro di loro il chiostro interno. Arrivati in piazza Santa Maria Novella possiamo infine ammirare l’imponente facciata policroma.

Entrare nella Basilica di Santa Maria Novella significa accedere ad una chiesa estremamente spaziosa, arricchita con svariate opere d’arte, parte delle quali sono state prelevate e portate al museo degli Uffizi. Al centro della navata si trova ancora oggi il crocifisso di Giotto realizzato alla fine del duecento. Un altro importante crocifisso presente nella chiesa è quello del Brunelleschi, ospitato nella cappella Gondi, costruito in legno risale al 1410 – 1415.

Accanto all’edificio della chiesa si trova il museo, allestito nelle sale del convento e nel bel chiostro. L’inizio della visita è proprio nel chiostro verdeggiante alla destra della basilica, ma sempre dentro le mura che definiscono il perimetro del complesso. La visita del museo si snoda attraverso suggestive sale storiche, come quella capitolare, e si chiude nel refettorio dove sono esposti alcuni oggetti liturgici.

Le Cappelle Medicee ^

Continuando la nostra passeggiata verso il cuore della città di Firenze ci imbattiamo nelle Cappelle Medicee che, come suggerisce il nome, sono il luogo in cui sono sepolti i più grandi esponenti della famiglia de’ Medici.

Le cappelle Medicee fanno parte del complesso monumentale della vicina Basilica di San Lorenzo, la chiesa frequentata dalla famiglia de’ Medici. I primi defunti della famiglia chiesero di essere seppelliti all’interno della chiesa, alcuni nella sacrestia ed altri in una cripta al di sotto dell’altare principale.

L’idea di creare uno spazio dedicato alle sepolture di famiglie venne a Giulio de’ Medici, che diventerà poi Papa Clemente VII. La sua volontà era quella di dare un degno spazio ad alcuni dei suoi parenti più vicini, come lo zio Lorenzo il Magnifico.

La struttura delle Cappelle Medicee venne completata nel 1524, sulla base di alcuni disegni del Brunelleschi. Possono essere raggiunte entrando nella parte posteriore della chiesa di San Lorenzo. Si parla di più cappelle perché questi spazi sono divisi tra la Cappella dei Principi, la Sagrestia Nuova (progettata da Michelangelo e che sostituisce la vecchia del Brunelleschi) e la Cripta.

La cappella dei principi, tra le cappelle medicee, è probabilmente quella più sorprendente anche dal punto di vista esterno. Questo per via della grande cupola costruita nella prima metà del XVII secolo dall’architetto Nigetti. Al suo interno si trovano sei granduchi della famiglia.

Di Michelangelo è invece il progetto della Sagrestia Nuova, costruita circa un secolo prima e arricchita da statue a corredo dei sarcofaghi. La cripta è invece il luogo meno prestigioso tra i tre, infatti qui sono sepolti membri minori della famiglia medicea.

Cappelle Medicee di Firenze - Tomba della famiglia de Medici

Basilica di San Lorenzo e il Chiostro dei Canonici ^

A questo punto viene da se che la tappa successiva è la Basilica di San Lorenzo, alla quale arriviamo dopo aver costeggiato la scalinata che si sviluppa per tutta la sua lunghezza.

Nonostante il suo strano aspetto, dovuto principalmente alla facciata mai ultimata, questa è una delle chiese più importanti di tutta la città. Innanzitutto venne consacrata addirittura nel 393 dal patrono di Milano (Sant’Ambrogio) e ciò ne fa la chiesa più antica di tutta Firenze. Poi, nonostante allora la sua posizione fosse al di fuori delle mura del centro storico, San Lorenzo rappresentò il duomo della città per ben trecento anni, prima di lasciare il passo a quello attuale.

Il fatto che la famiglia de’ Medici la apprezzasse così tanto, non ha fatto che arricchirla. Al suo interno infatti sono numerosissime le opere d’arte che si possono ammirare ancora oggi.

Ciò che colpisce, oltre alla chiesa in se, è anche il verdissimo chiostro dei canonici sul quale si affacciano dei bassi porticati. Sopra al pian terreno dei portici si trova un secondo piano, costruito insieme al resto del chiostro nella seconda metà del quattrocento.

Dal chiostro si accede poi al museo che sembra quasi una cripta e all’interno del quale si trova il corpo di Cosimo de’ Medici. La bizzarria è che i suoi resti sono dentro la colonna centrale che sorregge l’altare della chiesa al piano superiore e che simboleggia anche il concetto di pilastro sia per la sua famiglia che per l’intera struttura che sorregge.

La basilica di San Lorenzo è una ricostruzione del Brunelleschi, compiuta a partire dal 1419. La sua facciata non venne mai terminata a causa della mancanza di fondi a cui attingere, ma originariamente sarebbe dovuta essere completata da Michelangelo. Rispetto alle altre chiese in città, l’atmosfera è molto più ariosa, grazie alle colonne in pietra serena e agli alti archi che dividono le tre navate. Il soffitto bianco a cassettoni, unito alla luce naturale non fa che enfatizzare questa sensazione.

Con un extra sul biglietto di ingresso è possibile visitare anche la biblioteca medicea laurenziana, progettata da Michelangelo e alla quale si accede attraverso un imponente scala curva che ci immette in una lunga stanza divisa in due navate.

Il Battistero di San Giovanni ^

Eccoci così arrivare nel vivo della nostra visita a Firenze e nel cuore della città. Giungendo al Battistero di San Giovanni, in piazza San Giovanni, non si può che rimanere con la bocca spalancata.

L’architettura del battistero, unito allo sfondo formato dalla cattedrale di Santa Maria del Fiore, non può che stupire qualsiasi turista in visita nel capoluogo toscano.

Non è stata ancora definita una data certa di quando il Battistero di San Giovanni sia stato costruito, ma pare che nel 897 fosse già presente e sostituisse un antico tempio romano dedicato al dio Marte. Inizialmente il battistero ricopriva il ruolo di basilica e solo successivamente, dal 1128, divenne il battistero della città.

La sua forma è a base ottagonale, chiuso da una cupola geometrica, anch’essa divisa in otto sezioni, sormontata a sua volta da un tetto a piramide. Il diametro della struttura è di 25,60 metri, circa la metà di quello della cupola del duomo. Gli interni sono veramente sfarzosi, tutti decorati da un mosaico su di una base color oro, mentre esternamente si presenta nel classico stile romanico fiorentino, dove il marmo bianco di Carrara si intervalla a quello verde di Prato. La pavimentazione è in marmo a tarsie con motivi geometrici e segni zodiacali.

Intorno al battistero di San Giovanni si aprono tre porte che permettevano di entrarvi. Sono tutte riccamente decorate e la più antica delle tre è la porta sud, risalente al 1330. La porta nord, invece, venne costruita agli inizi del quattrocento e fu al centro di un concorso pubblico per aggiudicare i lavori di decorazione, vinto dal Ghiberti. Quella più particolare è però la porta est, posta in direzione del duomo. Anche questa venne realizzata dal Ghiberti, tra il 1424 e il 1452 ed è nota anche con il nome di Porta del Paradiso, per una frase attribuita a Michelangelo che sosteneva essere talmente bella che sarebbe dovuta essere la porta di ingresso al paradiso. Posta dietro a una cancellata che non permette di raggiungerla, questa porta è dotata di formelle che narrano avvenimenti tratti dall’antico testamento. Le formelle che si possono vedere sono però solo una copia delle originali, ospitate al museo dell’opera del duomo.

L’esigenza di un edificio dedicato esclusivamente ai battesimi era anticamente da ricercare nel fatto che questo sacramento veniva celebrato esclusivamente due volte all’anno, richiamando così ingenti quantità di persone. La forma a pianta ottagonale va invece motivata nel simbolismo del cristianesimo, che crede che l’ottavo giorno sia quello in cui avvenga la resurrezione e si raggiunga l’eternità. Per questo motivo molti battisteri medievali e bizantini ripropongono questa forma.

Formelle della Porta del Paradiso nel Battistero di San Giovanni

La Cattedrale di Santa Maria del Fiore ^

Subito dietro il battistero di San Giovanni si trova un altro dei tesori di Firenze: la cattedrale di Santa Maria del Fiore, ovvero il duomo cittadino.

Questa chiesa venne costruita in stile gotico sopra la precedente cattedrale cittadina ovvero la chiesa di Santa Reparata di cui si possono ancora oggi vedere i resti all’interno della cripta. Questo edificio è la quarta cattedrale più grande al mondo, subito dopo San Pietro a Roma, St. Paul a Londra e il duomo di Milano.

La costruzione della Cattedrale di Santa Maria del Fiore risale agli ultimi anni del XIII secolo, ma la cupola che l’ha resa celebre e che definisce lo skyline cittadino è del XV secolo e venne progettata dal Brunelleschi. Una delle parti più moderne della chiesa è la sua facciata che come altri monumenti cittadini è in marmo bianco e verde con l’aggiunta anche del rosa. Questa risale all’ottocento.

Se volete visitare gli interni del duomo di Firenze dovete mettere in contro una lunga fila all’ingresso, per via dell’accesso gratuito richiama infatti un numero enorme di turisti. La fila è, però, abbastanza scorrevole. Entrando dentro al duomo di Firenze si potrebbe essere sorpresi: le intense decorazioni visibili dall’esterno non si riflettono in uno stile altrettanto ricco degli interni. Questi sono più austeri e meno decorati, tanto da far sembrare quasi vuota l’intera chiesa. Non si può dire lo stesso per la pavimentazione che sembra un insieme di mosaici accostati gli uni agli altri.

Ci sono anche altre opere particolari all’interno del duomo di Firenze, tra questi l’orologio sulla facciata di ingresso che misura le ventiquattro ore, anziché le dodici a cui siamo abituati. Risale al 1443 ed è arricchito dagli affreschi raffiguranti i quattro profeti. Stupefacente è anche l’interno della cupola del Brunelleschi, decorata con affreschi di Giorgio Vasari che illustrò la scena del Giudizio Universale. Non riuscì però a completare il lavoro e, dopo la sua morte, venne terminato nel 1579 da Zuccari.

Attraverso 463 gradini è possibile salire sulla cupola della chiesa e godere di una vista panoramica sugli interni del duomo e avvicinarsi agli affreschi restaurati alla fine del secolo scorso. Da qui è possibile salire ulteriormente ed arrivare fino alla lanterna in cima alla cupola.

Alla destra della Cattedrale di Santa Maria del Fiore c’è il campanile che raggiunge un’altezza di 84 metri ed è rivestito in marmo bianco, verde e rosa come il resto del duomo. Lungo la sua altezza è decorato da sculture e formelle, copie di quelle originali conservate nel museo dell’opera del duomo.

Il Museo di Orsanmichele ^

Lasciando la piazza centrale di Firenze continuiamo la passeggiata per i suoi vicoli ed arriviamo davanti alla chiesa museo di Orsanmichele. La sede è un’antica chiesa dell’895 dedicata a San Michele che sostituiva un tempio dedicato alla dea della fertilità Isis.

Il nuovo edificio andò distrutto durante il XIII secolo e venne ricostruito in legno con l’intento di ospitare il mercato cittadino. Ancora una volta, però, andò perso a causa di un incendio e la sua ultima ricostruzione risale al 1336, quando divenne il luogo in cui conservare granaglie e cereali per il vicino mercato.

Lo stile esterno del palazzo è decisamente inconsueto per una chiesa. Costruito su tre piani la facciata è in pietra serena decorata in stile gotico da archi, finestre e nicchie nelle quali trovano riparo numerose sculture. Proprio per il suo ultimo utilizzo, sulla facciata si aprono ampie porte ad arco che consentivano di accedere e uscire agilmente per il deposito e il ritiro di paglia, cereali e grano. Al secondo piano vennero sistemati gli uffici che gestivano il palazzo e i depositi mentre all’ultimo c’erano le riserve di cereali della città che venivano stipate per eventuali carestie.

Solo successivamente questo spazio venne trasformato in chiesa: nella struttura originale dell’edificio era presente una colonna su cui si trovava l’immagine della Madonna, a cui vennero attribuiti diversi miracoli. Successivamente all’incendio  venne sostituita da un’altra immagine della Madonna delle Grazie e i pellegrini cominciarono a venire in visita qui per renderle omaggio. Ancora una volta sembra che quest’icona sia stata protagonista di altri miracoli, soprattutto durante la peste che colpì la città nel 1348.

Questo afflusso continuo di pellegrini portò l’amministrazione comunale a convertire l’attuale museo di Orsanmichele, utilizzato come spazio per il mercato, in chiesa e spostare nelle vicinanze il mercato comunale.

Al piano terra è ancora visibile la chiesa con tabernacoli che ospitano le statue delle corporazioni fiorentine che si avvicendarono in questo mercato. L’intero spazio superiore è stato invece trasformato nel museo di Orsanmichele, dove vengono esposte in uno spazio molto arioso svariate opere e statue. Molte di queste arrivano direttamente dalle nicchie lasciate vuote nella facciata del palazzo o sostituite con delle copie.

Dall’ultimo piano del palazzo si gode di un bellissimo panorama a 360 gradi su tutto il centro storico della città e si noterà la vicinanza con la Cattedrale di Santa Maria del Fiore e con la piazza della Signoria. L’uscita del palazzo avviene passando sul pontile che lo collega al palazzo dell’arte della lana, dal quale si scende fino al piano strada.

L’accesso al museo di Orsanmichele è gratuito.

Il Mercato del Porcellino ^

A pochi passi dal museo di Orsanmichele, in direzione di piazza della Signoria, passiamo per un altro dei punti più conosciuti di tutta Firenze: la loggia del mercato nuovo, conosciuta anche come mercato del Porcellino.

Il nome “Mercato Nuovo” gli venne dato per distinguerlo dal “Mercato Vecchio” che andava in scena dove oggi si trova la piazza della Repubblica. Il mercato nuovo non è in realtà un vero e proprio mercato è, infatti, una loggia occupata perennemente da bancarelle per lo più turistiche, che vendono soprattutto prodotti in pelle e cuoio.

La loggia venne costruita durante la metà del XVI secolo in una posizione che occupava il cuore del centro storico e, al contrario di oggi, era dedicata alla vendita di sete e oggetti preziosi che, alla fine del XIX secolo divennero più che altro cappelli di paglia.

Il punto più conosciuto, che dà anche il nome all’intero mercato, è la fontana del porcellino, nonostante la statua che la decora rappresenti più un cinghiale. La statua in bronzo che oggi si può vedere e accarezzare è una copia di quella originale di epoca settecentesca. Al di sotto del cinghiale, che sputa acqua dalla bocca, si trova il bacino della fontana nel quale cadono le monete che vengono poste in bocca al cinghiale. La tradizione vuole proprio che, dopo aver strofinato il naso della statua (per questo motivo risulta così lucido e levigato) si deve porre una monetina in bocca al cinghiale. Se l’acqua, trascinandola, la farà cadere all’interno di una fessura della vasca sottostante si avrà fortuna, se invece si incastrerà e rimarrà fuori succederà il contrario.

Mercato del Porcellino di Firenze - Statua con Cinghiale

Piazza della Signoria ^

La bellezza di Firenze è che in pochi passi ti muovi tra un monumento e l’altro, quasi come fossero in continuità. Ed è così che ci troviamo in piazza della Signoria, il centro delle decisioni politiche in città dal XIV secolo.

Questa piazza è ricchissima di storia e palazzo vecchio e la loggia dei Lanzi sono solo alcuni dei teatri dei fatti che si sono avvicendati proprio qui. Ad esempio è in questa piazza che il frate Girolamo Savonarola bruciò migliaia di oggetti e opere come libri e dipinti che lui riteneva peccaminosi (falò della vanità), ed è nella stessa piazza che appena un anno più tardi, nel 1498 fu arso vivo accusato di eresia. Anche le grandi sculture che si trovano sulla piazza e nella Loggia dei Lanzi sono a ricordo di eventi e situazione storiche.

Il David di Michelangelo venne posto davanti al Palazzo Vecchio per ricordare il potere della Repubblica di Firenze che contrastava quello della famiglia de’ Medici. Opposto era invece la statua Ercole e Caco del Bandinelli, che celebrava la potenza fisica della famiglia. Al fianco del palazzo vecchio si trova la fontana del Nettuno che ricorda le ambizioni della famiglia de’ Medici in ambito marittimo. Insomma tutti i fatti più importanti che riguardano la città di Firenze sono transitati per questa piazza o, per lo meno, sono commemorati da una statua qui posta.

Il Palazzo Vecchio ^

Palazzo Vecchio, al centro di piazza della Signoria a Firenze, è in tutto e per tutto il simbolo del potere cittadino. La sua prima costruzione avvenne sui resti delle torri ghibelline della famiglia Uberti che, sconfitta dai guelfi ne volle cancellare le tracce. Non solo, il primo edificio che nacque come fortezza nel 1299 si basa anche sui resti di un teatro romano del I secolo.

Il palazzo è una sorta di labirinto, allargato e modificato nel corso dei secoli. Inizialmente qui si riuniva il consiglio della repubblica di Firenze per deliberare su questioni cittadine. Col tempo però i suoi spazi si rivelarono insufficienti, tanto che il palazzo venne ampliato e dotato addirittura di una scala segreta, che permetteva di uscire dal palazzo senza dare nell’occhio.

Durante il rinascimento parte di questi spazi venne convertito in appartamenti privati, ovviamente ricchi di sfarzo e lusso, che oggi è possibile visitare. Il Palazzo Vecchio è infatti stato trasformato in un museo, all’interno del quale è possibile fare un percorso di visita che permette anche di rivivere le trasformazioni a cui è stato soggetto. In questo percorso si possono addirittura vedere alcuni resti del teatro romano.

Tra le sale più importanti del palazzo c’è il Salone dei Cinquecento, costruito a fine del quattrocento per ospitare il consiglio della repubblica. Ha una lunghezza di ben 54 metri per una larghezza di 23, nonostante il consiglio fosse composto da appena cinque persone. Ciò che sorprende è anche la notevole altezza, ben 18 metri chiusi da soffitti a cassettoni con grandi dipinti. Tutte le mura sono ampiamente decorate con dipinti che ricordano le battaglie in cui la repubblica fiorentina è uscita vincitrice. Per queste decorazioni sono stati chiamati due artisti di tutto rispetto: Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti. Purtroppo però le opere non vennero mai terminate e perciò furono coperte dal Vasari che si dedicò alle decorazioni della sala nel XVI secolo, quando la famiglia de’ Medici scelse proprio questo palazzo come residenza di famiglia e ne attuò una profonda revisione nelle decorazioni, ma non solo. Nel 1565 venne creato anche il corridoio Vasariano, che mette in diretta comunicazione il Palazzo Vecchio con il museo degli Uffizi e il palazzo Pitti.
In questo stesso periodo vennero creati alcuni percorsi segreti, che è possibile visitare durante la scoperta del museo, utilizzati dalla famiglia de’ Medici per muoversi velocemente nel palazzo e raggiungere alcune sale riservate, come lo studiolo di Francesco I o i camminamenti ricavati sopra al salone dei cinquecento.

Il Palazzo Vecchio termina con una merlatura su più livelli, che si allunga fin sopra l’adiacente Torre di Arnolfo, alta ben 95 metri e la cui altezza non poteva essere raggiunta da nessun altro edificio in città, secondo quanto stabilito dalla legge. Eventualmente è possibile accedere anche a questa torre, salendo i suoi 406 scalini: la ricompensa sarà un panorama suggestivo su tutto il centro storico di Firenze.

La Loggia dei Lanzi ^

La Loggia dei Lanzi si trova sulla parte destra della piazza, guardando il palazzo vecchio. Questa è una piccola galleria a cielo aperto e visitabile liberamente dal pubblico, realizzata sul finire del XIV secolo. I grandi archi che ne definiscono il perimetro sono un forte richiamo allo stile classico rinascimentale.

Loggia dei Lanzi con Statue e Palazzo Vecchio di Firenze

All’interno della Loggia dei Lanzi sono ammassate numerose sculture, come la statua di Perseo che regge la testa di Medusa risalente al 1554 e che metteva in guardia chiunque avesse voluto mettersi contro la famiglia de’ Medici.

Se ci si ferma un attimo a pensare si troverà incredibile la quantità di storia e arte concentrata in un solo luogo, quale altra città al di fuori dell’Italia è dotata di un così grande patrimonio artistico, da renderlo addirittura disponibile 24 ore su 24 a chiunque voglia fare un giro per le sue vie?

La Galleria degli Uffizi ^

Posto proprio dietro la Loggia dei Lanzi si trova la galleria degli Uffizi, il più grande e famoso museo di Firenze.

Firenze vuol dire arte e arte qui significa Uffizi: all’interno di questo museo, a due passi dal celebre Ponte Vecchio, si trovano le più importanti opere di tutta la città, ma anche tra le più rinomate a livello mondiale. Qui si alternano antichi dipinti a sculture del periodo greco e romano, a disegni e incisioni.

La struttura del museo è piuttosto lineare e nell’allestimento si è sfruttato questo vantaggio anche per creare un percorso temporale all’interno delle sue sale. La parte più vasta della galleria degli Uffizi è quella dedicata al Rinascimento, il periodo in cui la città di Firenze è effettivamente esplosa in tutta la sua bellezza. E così si potranno ammirare opere di Botticelli, Leonardo da Vinci, Michelangelo, Tiziano e Raffaello. Si possono vedere opere come La Nascita di Venere del Botticelli, la Madonna del Cardellino di Raffello, Adorazione dei Magi o l’Annunciazione di Leonardo da Vinci, e tante altre.

Tutte queste opere sono ospitate in un bell’edificio del 1560, che venne costruito su volere di Cosimo I de’ Medici per sostituire la sua residenza a Palazzo Vecchio. I lavori si conclusero ufficialmente nel 1581 e il palazzo ospitò prontamente le opere d’arte della famiglia de’ Medici, gettando già le basi per diventare uno dei più importanti musei al mondo.

Lungo l’esterno del museo si formano spesso lunghe file per entrare, per questo è consigliabile prenotare il proprio biglietto online, con un piccolo sovrapprezzo sul biglietto di ingresso.

La galleria degli uffizi è composta da due edifici che si sviluppano paralleli, collegati tra loro da un breve edificio che dà al complesso la forma ad U. Quest’ultimo palazzo è aperto al piano terra ed è possibile attraversarlo per raggiungere il lungarno. Anche gli altri due edifici hanno, al pian terreno, un lungo porticato coperto da volte a botte. Il piano superiore vede invece il ripetersi di un modulo composto da tre finestre, dotate di timpano rettangolare, circolare e poi nuovamente rettangolare. Al piano ancora superiore, che oggi ospita una parte della galleria, ci sono invece tre finestre per modulo.

Il Ponte Vecchio ^

Un altro dei simboli di Firenze è senz’altro il suo Ponte Vecchio, che permette di attraversare il fiume Arno che scorre nel centro storico cittadino. Come già lascia intendere il suo nome questo ponte venne costruito in tempi remoti, pare infatti che già nel 1218 fosse al suo posto e fosse inoltre l’unico attraversamento del fiume Arno.

Una violenta alluvione, qualche decennio dopo, trascinò via il ponte che fu prontamente ricostruito nel 1345, nella forma che ancora oggi possiamo ammirare. Anche quando la città venne invasa dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale, questo fu l’unico ponte ad essere salvato, nonostante siano stati distrutti molti degli elementi medievali che ne caratterizzavano i due lati. Rimase in piedi la Torre dei Manelli che consentiva di controllare l’accesso al ponte e che era anticamente accompagnata da altre tre torri con cui presidiava i due angoli delle due sponde.

Il Ponte Vecchio è conosciuto da tutti, ed è caratterizzato dalle botteghe che sul ponte trovano posto, soprattutto quelle degli orafi. Vedendolo da lontano le botteghe appariranno quanto mai magiche, come sospese sull’acqua nel loro prolungamento verso l’esterno.

Nella parte più centrale del ponte, tra i due piloni intermedi che lo sorreggono, si aprono tre grandi archi che permettono a chi sta passando di lì di ammirare il fiume e il panorama circostante.

Molto particolare è il corridoio Vasariano che passa sul ponte e più precisamente sulle botteghe degli orafi. Questo corridoio, recentemente aperto alla visita dei turisti, collega il palazzo Vecchio con il palazzo Pitti e consentiva alla famiglia de’ Medici di camminare tra i due palazzi senza dover scendere in mezzo ai vicoli della città. Quando il collegamento venne costruito sul ponte Vecchio si trovavano quasi esclusivamente botteghe di macellai, che però non erano molto graditi alla famiglia, e che le fece quindi sostituire nel 1593 da quelle orafe che possiamo vedere tutt’ora. Nella sua costruzione ci fu anche un aspro battibecco tra Cosimo I, il committente, e la famiglia Manelli. Il primo voleva infatti abbattere la torre dei Manelli per costruire il corridoio Vasariano, ma i Manelli si opposero fermamente e, alla fine, l’ebbero vinta: il corridoio gira intorno alla torre.

Torre dei Manelli - Ingresso al Ponte Vecchio di Firenze e Corridoio Vasariano

Palazzo Pitti e il Giardino di Boboli ^

Procediamo costeggiando il corridoio Vasariano e, oltrepassando il Ponte Vecchio, arriviamo fino al Palazzo Pitti nella bella piazza de’ Pitti.

L’enorme facciata del palazzo rende bene l’idea delle dimensioni dell’edificio, uno dei più grandi di tutta la città. Il palazzo venne progettato da Brunelleschi a metà del XV secolo, su commissione della famiglia Pitti. Inizialmente le sue dimensioni erano molto più contenute, ma circa un secolo più tardi venne acquisito dalla famiglia de’ Medici che ne fece una propria residenza e si adoperò subito per ampliarne gli spazi. Nel 1560 vennero aggiunte due ali laterali, creato uno sfarzoso cortile e ingrandito il piazzale antistante. 

All’interno di Palazzo Pitti, oggi, sono ospitati importanti musei del capoluogo toscano, tra cui gli Appartamenti Reali con arredi risalenti al XIX secolo, il Tesoro dei Granduchi con collezione di oggetti preziosi appartenuti alla famiglia de’ Medici, la Galleria Palatina con quadri dipinti tra il XVI e il XVII secolo, la Galleria d’Arte Moderna con un’importante collezione di quadri degli ultimi due secoli, il Museo delle Porcellane e il Museo della Moda e del Costume con abiti creati negli ultimi trecento anni.

Palazzo Pitti si affaccia sul Giardino di Boboli, visitabile acquistando un biglietto separato. Questo giardino rappresenta l’area verde più grande di tutto il centro storico di Firenze e nacque nel 1549, quando Cosimo I de’ Medici ne richiese la progettazione. I giardini sono un insieme di spazi verdi e laghetti, ai quali si intervallano spazi più particolari come l’anfiteatro romano con obelisco egiziano, la grotta del Buontalenti e la Fontana dell’Oceano.

Il Giardino di Boboli è piuttosto vasto e per essere visitato può richiedere anche tre ore. Dopo che venne costruito questo spazio verde divenne l’esempio per la progettazione di tanti altri giardini, come quello di Versailles.

Il nome di Boboli deriva dalla famiglia anticamente proprietario di questi terreni: i Borgolo. 

Piazzale Michelangelo ^

Se avete ancora un po’ di energia e volete godere di un panorama spettacolare sulla città di Firenze è arrivato il momento di camminare fino a piazzale Michelangelo. La distanza è di poco più di un chilometro e mezzo e per raggiungerlo è sufficiente tornare sul lungarno e continuare verso est. 

La strada comincia a salire e conduce fino a porta San Miniato, che faceva parte della cerchia muraria di Firenze. La porta venne costruita nel 1320 quando venne innalzata la sesta cerchia di mura della città. Al contrario delle altre porte è priva di torre perché la sorveglianza dei territori esterni avveniva direttamente dal camminamento sopra la porta.

Il piazzale Michelangelo risale invece al 1869 e venne concepito durante una grossa opera di ristrutturazione delle mura cittadine. Questo spazio venne titolato a Michelangelo perché l’idea iniziale era quella di esporre qui le sue opere, come il David che rimase in piazza della Signoria (finché non sostituito da una copia). Oltre al piazzale venne creata anche una loggia per dare riparo alle opere, che in realtà non arrivarono mai qui e la loggia ospita oggi un ristorante panoramico.

In compenso però, su questo grande spiazzo, è stato costruito un monumento a Michelangelo con una riproduzione in bronzo del suo David, che svetta in uno spazio semivuoto circondato da bancarelle e qualche parcheggio per le auto.

Il panorama su Firenze e sul fiume Arno da piazzale Michelangelo è davvero impagabile e da qui si riescono chiaramente a distinguere tutti gli edifici che abbiamo visto durante la nostra passeggiata e che definiscono lo skyline cittadino.

Piazza Santa Croce ^

Da piazzale Michelangelo si distingue chiaramente anche il profilo della Basilica di Santa Croce, che dobbiamo ancora vedere. Scendiamo quindi nuovamente nel centro storico per raggiungere proprio la piazza che le dà ospitalità: piazza Santa Croce

La Basilica di Santa Croce è importante sia per i tesori artistici che conserva, sia per i corpi di illustri celebrità che trovano qui riposo, ma anche la piazza merita una visita. 

Su piazza Santa Croce si affacciano numerosi palazzi storici, che ne definiscono il perimetro. Molti di questi hanno dei piani sporgenti sulla piazza, che vengono tenuti in piedi da alcuni sostegni, conosciuti come sporti. Tra questi uno dei più particolari si trova opposto alla basilica ed è il palazzo Cocchi-Serristori

Molto particolare è anche il palazzo d’Antella, la cui facciata è decorata da numerose pitture (fiori, putti, elementi arabeschi..) e le cui dimensioni sono andate ampliandosi durante i secoli, incorporando al suo interno diversi palazzi.

In piazza Santa Croce, a sinistra della basilica, è presente anche il monumento a Dante Alighieri, posizionato qui nel 1865, durante le celebrazioni della ricorrenza della nascita del sommo poeta.

Proprio in questa piazza, ogni anno, va in scena lo spettacolo (violento) del calcio storico fiorentino.

La Basilica di Santa Croce ^

L’ultima chiesa che vediamo nel nostro itinerario di un giorno a Firenze è la basilica di Santa Croce, proprio su piazza Santa Croce. Questo grande edificio di culto venne costruito al termine del XIII secolo e rispecchia lo stile gotico dell’epoca. L’edificio venne eretto su di una precedente chiesa che occupava questa posizione.

Questa chiesa fu al centro anche dell’inondazione terribile che nel 1966 colpì la città di Firenze e ancora oggi è presente una targa commemorativa che indica dove il livello dell’acqua arrivò durante quel fenomeno. Grazie all’inondazione, però, fu possibile scoprire i resti della struttura originale del 1212, voluta da San Francesco d’Assisi che, arrivato in città, scelse di stanziarsi in un’area paludosa esterna al centro storico di allora e più precisamente su di un’isoletta creata da due bracci del fiume Arno. La chiesa attuale, invece, venne costruita alla fine dello stesso secolo. La Basilica di Santa Croce rappresenta la più grande chiesa francescana di tutto il mondo ed è, probabilmente, l’unica fondata dallo stesso santo.

Non bisogna invece farsi ingannare dalla facciata estremamente decorata della Basilica di Santa Croce: questa è molto più recente della sua struttura, venne infatti aggiunta nel 1863 ed è composta di marmo dalle differenti tonalità, in linea con gli altri edifici sacri che è possibile trovare nel resto della città e venne progettata ispirandosi ad altre cattedrali gotiche, come il duomo di Orvieto o quello di Siena.

Il campanile della chiesa era originariamente stato costruito sopra l’abside, ma crollò agli inizi del XVI secolo, perciò fu necessario costruirne uno nuovo. Cominciarono i lavori per ergere l’attuale campanile di 78 metri, alla destra della basilica, ma per mancanza di fondi i lavori vennero sospesi per diversi secoli e si conclusero solo durante l’ottocento.

La Basilica di Santa Croce, oltre che per le grandi dimensioni della struttura e per la sua bella facciata, è conosciuta perché al suo interno riposano illustri personaggi che si sono affaccendati nella storia di Firenze, come Rossini, Macchiavelli, Michelangelo e addirittura Galileo Galilei. Qui ci sarebbe anche un posto riservato a Dante, ma a causa del suo esilio da Firenze venne seppellito a Roma e perciò la sua bara rimase vuota.

Al suo interno non riposano solo i corpi di illustri personaggi, ma anche splendide opere d’arte create da importanti artisti degli scorsi secoli. E così Giotto curò gli affreschi in alcune cappelle della chiesa, illustrando la vita dei santi Francesco e Giovanni, Donatello si occupò di un rilievo su pietra serena in cui narra l’Annunciazione, Gaddi descrisse la storia della Santa Croce con i suoi affreschi a decoro della Cappella Maggiore..

Degni di nota sono anche i fianchi della basilica in cui si possono vedere le false campate della chiesa, ognuna di queste arricchita da un’alta bifora. Sul lato sinistro è presente un porticato laterale del trecento, noto come Pinzochere, restaurato durante l’ottocento.

La basilica di Santa Croce è poi completata da ben tre chiostri, racchiusi dentro alle mura perimetrali e tutti dotati di porticati a definire il perimetro del giardino.

Il Museo Zeffirelli ^

Siamo sulla strada del ritorno e, passando sempre il centro storico di Firenze ci imbattiamo, un po’ per caso, nel museo Zeffirelli, che attira la mia attenzione principalmente per il bel palazzo che lo ospita.

Questo palazzo, noto come Complesso di San Firenze e sito sull’omonima piazza, era originariamente il convento dei Padri Filippini, ma nel corso dei secoli cambiò più volte destinazione d’uso, diventando anche il Tribunale cittadino. La sede del museo è uno dei pochi esempi tardo-barocchi presenti in città e quando i padri Filippini lo costruirono nel 1645, lo titolarono a San Filippo Neri, fondatore dell’ordine.

Nel 1667 al convento venne affiancata la chiesa a poca distanza dal palazzo che venne completato nel 1715 con la costruzione della facciata. Nella seconda metà del XVIII secolo venne infine edificato anche l’oratorio che congiunse il convento alla chiesa, trasformando il tutto in un’unica struttura.

Gli spazi interni del museo Zeffirelli sono suddivisi in sale distribuite tra il piano terreno e il primo piano e occupano complessivamente uno spazio di circa 3700 metri quadri. L’esposizione del museo, dedicata al famoso regista fiorentino scomparso nel 2019, è un percorso all’interno della costruzione di uno spettacolo. Qui si possono vedere documenti, bozzetti, e studi per allestimenti cinematografici e teatrali pensati da Zeffirelli, ma anche note di regia e sceneggiatura e foto di scena scattate durante i suoi lavori. Ovviamente una sede così di prestigio completa degnamente la visita con sale affrescate e una ricca biblioteca con oltre 10000 volumi.

Facciata del Museo Zeffirelli a Firenze

Mappa dell’Itinerario di Un Giorno a Firenze a Piedi ^

Ecco la mappa dell’itinerario per una visita a piedi di Firenze in un giorno. Avendo a disposizione più giorni si riuscirà ad avere il tempo utile per visitare gli interni di ognuna di queste attrazioni, a partire dal duomo e dalle basiliche della città, comprendendo poi la galleria degli Uffizi, il palazzo vecchio e il palazzo Pitti con il Giardino di Boboli.

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Firenze in Un Giorno - Cosa VedereCosa vedere a Firenze in un giorno. Scoprilo nella mappa dell'itinerario a piedi e nelle descrizioni delle varie attrazioni con tante foto della cittàhttps://www.lorenzotaccioli.it/firenze-in-un-giorno-cosa-vedere/
Lorenzo Taccioli