Abbazia di San Vincenzo al Volturno – Guida Completa

Abbazia di San Vincenzo al Volturno e acquedotto augusteo - Molise

Tra le immagini iconiche del Molise c’è quella dell’abbazia di San Vincenzo al Volturno ritratta dietro agli archi dell’acquedotto augusteo. Per questo motivo l’ho inserito sia tra le cose da vedere di una settimana in Molise, sia nella guida di tre giorni in Molise.

Questo luogo particolare ha una storia piuttosto antica e, al fianco dell’attuale chiesa, ci sono i resti di altre abbazie che durante i secoli si sono susseguite. Rimaste coperte dalla terra per centinaia di anni, queste si sono ben conservate e ancora oggi rappresentano la miglior testimonianza di monastero medievale in Europa.

Potrai visitare liberamente alcune parti del complesso, mentre per altre è previsto il pagamento di un biglietto. Questo ti permetterà di visitare anche i celebri affreschi della cripta di Epifanio.

Abbazia di San Vincenzo al Volturno e acquedotto augusteo - Molise

Dove si trova l’abbazia di San Vincenzo al Volturno ^

Il complesso dell’abbazia di San Vincenzo al Volturno, con le strutture circostanti, è in provincia di Isernia, quindi in Molise. Più in particolare è a poca distanza dal confine con le regioni Lazio e Abruzzo, all’interno dei comuni di Castel San Vincenzo e di Rocchetta a Volturno.

Breve storia dell’abbazia di San Vincenzo al Volturno ^

La storia dell’abbazia di San Vincenzo al Volturno è documentata dal manoscritto del XII secolo Chronicon Vulturnense. Questo ci fa sapere che il monastero è stato fondato nel 703 da parte dei tre monaci Paldo, Taso e Tato. Qui si trovava già un oratorio che una tradizione fa risalire direttamente all’imperatore Costantino.

Questo territorio rappresentava la frontiera settentrionale del Ducato appartenente al duca di Benevento Gisulfo I ed era dotato di numerose proprietà. La zona era però abitata già in epoca antica, si pensa già in periodo Sannita, circa nel 600 avanti Cristo. Successivamente ospitò un vicus romano e poi una villa romana. I primi monaci si insediarono infatti tra i resti di una villa tardo-romana.

La prima abbazia di San Vincenzo al Volturno venne quindi ricavata in una villa tardo-romana e divenne il cuore del primitivo cenobio, insieme a una cappella sul lato nord e un refettorio con chiostro sul lato meridionale. Nel frattempo arrivò Carlo Magno a dominare questa zona e nel 787 riconobbe l’importanza del territorio, concedendo ai monaci diversi privilegi e immunità. Ciò permise all’area di prosperare e in breve iniziò ad acquisire altre terre che portarono ulteriore ricchezza. Alla fine dell’VIII secolo prese così il via un grosso progetto di ricostruzione edilizia: in questo contesto prese vita la chiesa abbaziale di San Vincenzo Maggiore, disegnata sul modello dell’antica basilica di San Pietro a Roma.

La cripta della chiesa ospitò le reliquie di San Vincenzo, acquisite dai monaci durante l’800. Intorno alla chiesa originaria si innalzarono numerosi altri edifici, riccamente decorati con pavimenti in laterizio e in marmo e con finestre decorate con lastre di vetro.

Nell’830 San Vincenzo al Volturno era una vera e propria città monastica, con un’estensione di oltre sei ettari nei quali si contavano ben otto chiese, spazi di clausura e numerose officine.

Il declino dell’abbazia ^

Questi luoghi arrivarono al massimo culmine artistico e culturale intorno all’840. Nulla faceva presagire che da lì a poco sarebbe successo un disastro. Nell’848, infatti, un forte terremoto danneggiò numerosi edifici. Se ciò non era sufficiente, nell’881 una banda di saraceni provenienti da Napoli fece irruzione nel monastero e lo saccheggiò e incendiò. I monaci sopravvissuti decisero così di trasferirsi a Capua per mettersi in sicurezza. Non a caso, quando il monastero venne ritrovato sotto strati di terra, furono ritrovate anche numerose frecce saracene.

La zona si ripopolò nel X secolo, quando l’abbazia di San Vincenzo al Volturno era già in completo abbandono e rovina. I monaci decisero quindi di riorganizzare il territorio costruendo villaggi fortificati sulle cime delle colline e utilizzando le terre circostanti per essere coltivate. Ciò diede un grosso sprint, anche in termini economici, a San Vincenzo al Volturno e i monaci restaurarono completamente la grande chiesa di San Vincenzo Maggiore. Fu in quel contesto che aggiunsero una torre campanaria, un’aula capitolare e un piccolo chiostro lungo il fianco sud della chiesa.

Purtroppo nel 1042 il monastero subì un nuovo saccheggio da parte di una famiglia locale, i Borrelli. L’abate reggente del monastero decise così di trasferire l’intero insediamento lungo la riva est del fiume Volturno, valutata più sicura, dove ancora oggi si trova l’abbazia.

Una delle chiese costruite a San Vincenzo - Storia con numerose chiese e abbazie

Nel 1383 San Vincenzo al Volturno venne danneggiata e incendiata nuovamente, questa volta dagli Angioini. Nei secoli successivi continuò comunque la vita nel monastero e nel 1699 passò alle dirette dipendenze di Montecassino. Con la dominazione napoleonica, però, la vita del monastero subì un’interruzione che gettò le basi di un totale abbandono. Solo nel 1990 venne ripreso lo stile di vita monastico grazie a delle monache provenienti dall’America, che hanno intrapreso anche un progetto di recupero dell’abbazia.

La riscoperta del monastero ^

I resti del monastero altomedievale di San Vincenzo al Volturno tornarono alla luce solo nel 1832. In quell’anno un contadino che stava lavorando la terra cadde per sbaglio all’interno della cripta affrescata del complesso di San Vincenzo Minore, sepolta per quasi 900 anni sotto a terrazzamenti agricoli.

Fu così che tornò alla luce uno dei più grandi monasteri in Europa risalente all’epoca medievale. Degli scavi vari e propri avvennero solo nel 1960, su volontà di Don Angelo Pantoni, un monaco benedettino dell’Abbazia di Montecassino, impegnato nella ricostruzione dell’attuale chiesa. Ulteriori scavi avvennero a partire dal 1980. Attraverso queste opere sono riemersi il cuore dell’antico monastero e la grande basilica principale.

Cosa vedere nell’abbazia di San Vincenzo al Volturno ^

Quando arriverai all’abbazia di San Vincenzo al Volturno avrai intorno a te diverse cose da vedere. Ad accesso libero c’è l’abbazia del XII secolo, rivista durante i secoli e anticipata da alcuni resti dell’acquedotto Augusteo.

Palazzo Abbaziale

Al suo fianco c’è il palazzo abbaziale, che ospita al suo interno una comunità monastica benedettina in clausura e, per questo motivo, non è aperto ai visitatori. È però possibile accedere alla sua cappella ogni mattina alle 8:00 dal lunedì al venerdì per assistere alla messa.

A poca distanza dall’abbazia di San Vincenzo al Volturno c’è infine il complesso monumentale, ovvero l’area archeologica con i resti di San Vincenzo Maggiore e San Vincenzo Minore. All’interno di quest’ultimo c’è anche la cripta di Epifanio con i suoi celebri affreschi. L’ingresso a questo sito osserva orari ridotti ed è a pagamento.

L’acquedotto Augusteo ^

A rendere celebre l’abbazia di San Vincenzo al Volturno ci sono anche le centinaia di foto che ritraggono l’abbazia del XII secolo dietro agli archi dell’acquedotto augusteo. Risalente ai primi anni avanti Cristo (17 – 11 a.C.), ha una lunghezza totale di circa trenta chilometri, lungo i quali percorre un dislivello di circa trecento metri. L’intera struttura collegava questa località con Venafro, procedendo sulla riva destra del fiume e seguendo l’andamento del suolo con lo scopo di evitare pendenza eccessive.

Venne costruito per prelevare l’acqua dal fiume Volturno e portarla fino alle ville di San Vincenzo al Volturno e ai lotti coltivati che circondavano le abbazie.

Buona parte dell’acquedotto augusteo si snoda interrato ed è costruito in pietra cementizia, sfruttando ove possibile, la roccia naturale scavandola direttamente. In ogni caso le pareti dove scorreva l’acqua erano rivestite con una speciale malta idraulica per la loro altezza di circa un metro e la loro larghezzza di circa 65 centimetri. Le parti fuori terra erano limitate al minimo e spesso servivano per superare fossi e torrenti.

L’abbazia del XII secolo ^

Dietro agli archi dell’acquedotto Augusteo c’è la “nuova” abbazia, risalente al XII secolo. La basilica venne consacrata nel 1115 direttamente da Papa Pasquale II. L’intera strutturata venne eretta sui resti di una necropoli sannitica, sulla sponda destra del fiume Volturno e potrai vederla dietro agli archi dell’acquedotto Augusteo.

Oggi puoi vederla e visitarla, ma poco resta del suo aspetto originario. Infatti venne in parte ricostruita durante gli anni sessanta del novecento, prendendo il nome di San Vincenzo Nuovo. Tuttavia conserva alcuni elementi storici. Tra questi ci sono il coro trecentesco, l’impianto romanico dell’atrio, il pavimento in opus sectile e il portico dei pellegrini.

Il sito archeologico di San Vincenzo al Volturno ^

Il sito archeologico di San Vincenzo al Volturno, o complesso monumentale, è la vasta area archeologica che dista poche centinaia di metri dall’attuale abbazia di San Vincenzo al Volturno. Questo rappresenta il più vasto e meglio conservato sito monastico altomedievale di Europa, anche grazie al fatto che è stato protetto dalla terra per diversi secoli ed è ritornato alla luce progressivamente solo a partire dall’ottocento.

Visitandolo, durante gli orari di apertura, potrai accedere a ciò che resta della basilica di San Vincenzo Maggiore e di quella di San Vincenzo Minore, con anche la sua celebre cripta di Epifanio.

L’ingresso è per mezzo del ponte della Zingara, che conduce direttamente nel complesso di San Vincenzo Minore, rappresentato da un blocco di edifici aperti verso il fiume. Procedendo poi verso il colle della Torre arriverai all’atrio della chiesa di San Vincenzo Maggiore, dove potrai vedere diverse tombe, alcune affrescate, subito dopo all’ingresso.

Il costo di accesso al sito archeologico è di 5€ a persona.

San Vincenzo Minore ^

L’abbazia di San Vincenzo Minore occupa la parte settentrionale del complesso monastico di origine altomedievale. È inoltre la più antica scoperta nel territorio.

Essa comprende due chiese e in una di queste c’è la celebre cripta di Epifanio. Il complesso è poi completato da una zona di accoglienza, i resti del refettorio per gli ospiti, il giardino a corte e una foresteria.

Il refettorio dedicato ai monaci è invece dotato di un pavimento in laterizi e si apre sulla sala dei profeti. Particolare è sapere che le vicine cucine, quando sono tornate alla luce, hanno restituito i resti dell’ultimo pasto consumato dalla comunità.

Al centro del chiostro c’era il lavatorium, ovvero il lavabo collettivo utilizzato dai monaci.

La cripta di Epifanio e gli affreschi di San Vincenzo al Volturno ^

La critpa di Epifanio è all’interno del complesso di San Vincenzo Minore e non è liberamente visitabile. Anzi, per poterla vedere devi prenotare una visita o provare a telefonare, quando arrivi all’abbazia di San Vincenzo al Volturno, al numero indicato.

In questo spazio sono sepolti i personaggi di rilievo legati alla vita dell’abbazia. Al suo interno c’è un ciclo di affreschi ispirati agli studi di Ambrogio Autperto, un abate vissuto nel monastero durante l’VIII secolo e primo grande mariologo occidentale.

Gli affreschi presenti all’interno della Cripta di Epifanio sono uno dei più importanti esempi della pittura altomedievale europea e, tra i vari personaggi rappresentati, potrai vedere l’abate Epifanio, ritratto da vivo in posizione devozionale ai piedi del crocifisso.

Il costo per visitare la cripta di Epifanio, esclusivamente con prenotazione di almeno 24 ore prima, è di 10€ a persona.

San Vincenzo Maggiore ^

La chiesa più grande era quella di San Vincenzo Maggiore. La sua consacrazione risale all’808 ed era dedicata a San Vincenzo da Saragozza. Questa si distingueva dalle altre per le sue forme imponenti che contavano circa 30 metri di larghezza per 110 di lunghezza.

Dotata di tre navate absidate con altare rialzato, aveva una cripta semianulare affrescata che serviva ad ospitare le reliquie del santo. Sul lato orientale era presente l’atrio che conteneva le tombe dei monaci e degli abati, intonacate e dipinte.

Al di sotto della grande scalinata che conduceva all’atrio c’erano le officine in cui si producevano i manufatti.

Lungo il lato settentrionale, vicino all’ingresso originale, ci sono i resti della cappella di Santa Restituita, risalente all’XI secolo.

Mappa dei siti da vedere ^

Ecco la mappa con i vari siti da vedere durante la visita dell’abbazia di San Vincenzo al Volturno e dintorni.

Orari dell’abbazia di San Vincenzo al Volturno ^

Gli orari di apertura dell’abbazia di San Vincenzo al Volturno sono dalle 8:00 alle 20:00 durante l’estate e dalle 8:00 alle 17:00 durante il periodo invernale. Ogni domenica alle 10:00 vi viene detta messa.

Il sito archeologico è invece solitamente aperto dal martedì alla domenica dalle 10:15 alle 16:00, ma gli orari possono cambiare a seconda dei periodi. Se sei interesso a visitare il complesso monumentale informati quindi prima sugli orari aggiornati.

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Abbazia di San Vincenzo al Volturno - Guida CompletaScopri tutte le cose da vedere nell'Abbazia di San Vincenzo al Volturno e nel vicino complesso monumentale. Tutti i dettagli per la visitahttps://www.lorenzotaccioli.it/abbazia-di-san-vincenzo-al-volturno-guida-completa/
Lorenzo Taccioli