Abbazia di Melk, il Monastero Patrimonio dell’UNESCO

Ingresso ad Abbazia Benedettina di Melk
Abbazia Benedettina di Melk - Costruita sulla roccia sopra la città

Il tour in automobile dell’Austria procede verso occidente, siamo diretti all’abbazia di Melk, uno dei siti monastici più conosciuti al mondo e facente parte del patrimonio dell’UNESCO. Devo però essere sincero, nonostante la sua fama, non ne avevo mai sentito parlare prima di organizzare il viaggio austriaco.

La mattina ci svegliamo ancora nella capitale, Vienna (ecco cosa vedere). Questa è stata l’unica città del nostro viaggio, dove pernottiamo più di una notte. Facciamo una veloce colazione e poi ritiriamo l’automobile dal parcheggio ad ore in cui l’abbiamo lasciata questi giorni. Vogliamo arrivare a Melk di buon’ora, nella mattinata, perché al pomeriggio abbiamo intenzione di visitare la triste destinazione di Mauthausen, il campo di concentramento non troppo distante dalla città dell’abbazia, e non sappiamo ancora bene quanto durerà e come avverrà la visita, perché online abbiamo trovato poco materiale informativo.

Dove si trova l’abbazia di Melk ^

L’abbazia di Melk dista poco più di un’ora di automobile da Vienna (90 km) da percorrere in direzione ovest, quasi totalmente sull’autostrada A1. Per questo motivo è fondamentale aver acquistato la vignetta autostradale, acquistabile di diverse durate, che permette l’accesso a tutte le autostrade austriache.

Ci troviamo ancora nella metà orientale dell’Austria e al nostro arrivo riscopriamo nuovamente il fiume Danubio al nostro fianco. Non abbiamo seguito il letto del fiume per arrivare fino a Melk, per non allungare il tempo di percorrenza. Nonostante non siamo troppo a sud, la regione che ospita l’abbazia di Melk è nota come Bassa Austria o Austria Inferiore. Più precisamente la zona dove ci troviamo è nota come Wachau ed è una stretta striscia di terra nella valle del Danubio, proprio nel cuore dell’Austria inferiore. Quest’area è molto apprezzata per i paesini pittoreschi, le pianure fertili e i tanti vigneti, è un po’ come la nostra Toscana, ma con meno colline.

Per capire quando si è in arrivo a Melk non è necessario guardare le indicazioni stradali: sarà sufficiente guardarsi intorno, già dall’autostrada sarà ben visibile l’abbazia che sormonta l’intera città.

Una volta arrivati in città si può parcheggiare l’automobile sotto l’alta roccia che sostiene l’abbazia, la strada passa proprio tra questa formazione e il fiume Danubio. Si può poi proseguire a piedi per arrivare al vicino ingresso del centro storico.

Cosa Vedere a Melk ^

Visitare Melk, significa visitare l’abbazia benedettina che sormonta l’intera città. Arrivare e vedere le grandissime dimensioni dell’abbazia che incombono sopra la città è sicuramente uno spettacolo insolito. Ho cercato di fotografare questo scorcio, ma non è stato possibile farlo in sicurezza, perché paradossalmente la vista migliore la si ha dall’autostrada.

Sotto l’abbazia si è sviluppato il piccolo centro storico. La città, originariamente chiamata Medelike, risale a poco prima del IX secolo. Solo dalla metà del X secolo però crebbe di importanza, grazie alla costruzione di un piccolo castello prima, e all’edificazione della grande abbazia a partire dalla fine dell’XI secolo.

Centro Storico ^

Il centro storico di Melk è piuttosto raccolto ed è formato da un paio di vie che provengono dal fiume Danubio e che si uniscono verso le piazze centrali della città. Le due piazza principali sono Hauptplatz e la Rathausplatz. La Rathausplatz, come recita il nome, è la sede del municipio cittadino, un edificio del 1575 e del Lebzelterhaus, un altro storico edificio in cui attualmente si trova una farmacia. Al centro della piazza si trova invece il dono fatto dall’abbazia all’intera cittadina: la Kolomanbrunnen, una fontana coronata dalla statua dal santo Koloman.

Lungo le vie, le facciate dei palazzi storici si alternano alle attività commerciali che offrono ristorazione o che vendono prodotti tipici. È lampante che questa città viva di turismo e, specialmente, di turismo religioso legato alla presenza dell’abbazia.

Tra i tanti negozi, se ne trovano alcuni che vendono prodotti tipici come il vino, o altre botteghe che commercializzano prodotti artigianali. Io mi faccio attirare dalla bottega di un signore che produce e vende strani pezzi in ceramica. All’interno del negozio si trovano i prodotti pronti per la vendita e quelli ancora in produzione, a diverse fasi di lavorazione.

Orientato su di un macabro condor con la testa mobile, decido di rinunciare a questo pezzo e ripiego su altri oggetti più standard.

Un’altra famosa via di Melk, la più antica, è invece Sterngasse. La particolarità di questa via, che è arrivata ai giorni nostri, è che i cittadini che abitavano le sue case erano usuali descrivere le loro professioni attraverso delle raffigurazioni disegnate direttamente sulle pareti delle case. Su di questa via si trova anche l’Haus am Stein, una casa nella roccia che è annoverato come edificio più antico di tutta la città (XV secolo) e che oggi riposa ricoperto da piante rampicanti.

Ai lati del centro storico si trovano invece le due porte di accesso alla città: la porta di Vienna (Wiener Tor) e la porta di Linz (Linzer Tor).

Maria Himmelfahrt Kirche ^

Già dalla RathausPlatz vediamo il campanile che si staglia verso il cielo della Mariä-Himmelfahrt-Kirche, la chiesa di Melk che in quanto a celebrità non può certo competere con quella interna all’abbazia.

Anche la  Mariä-Himmelfahrt-Kirche è però una chiesa antica, risale infatti alla seconda metà del XV secolo, anche se le ristrutturazioni degli anni novanta (interne ed esterne) possono trarre in inganno e farla sembrare molto più nuova di quanto sia.

Lo stile neo gotico della facciata nasconde una chiesa a tre navate, dove gli alti pilastri che sorreggono la struttura sono uniti da archi a sesto acuto. La maggioranza degli arredi che si trovano all’interno della chiesa risalgono agli ultimi anni del XIX secolo, ad eccezioni di quelli contenuti nella Maria Hilf-Kapelle, la cappella costruita nel 1684 in ringraziamento per la sconfitta dei turchi che tentarono di conquistare buona parte del territorio austriaco. In questo caso i mobili risalgono al 1775.

La torre campanaria della chiesa è alta 55 metri e risale al 1868.

Visite e Orari dell’Abbazia Benedettina di Melk ^

Saliti su per di una scalinata all’interno del centro storico arriviamo all’ingresso dell’Abbazia benedettina di Melk. Qui si possono visitare liberamente i cortili dell’abbazia, come il cortile dei prelati attorniato da edifici imponenti coronati da statue di profeti e affreschi che rappresentano le virtù cardinali. Dopodiché per accedere agli interni è necessario acquistare il biglietto.

Il biglietto ha un costo di € 11 e permette di accedere a tutte le aree dell’abbazia di Melk: una visita, non guidata, degli interni comprensiva anche della biblioteca e della chiesa Stiftskirche, l’accesso al bastione nordico e agli svariati giardini che si sviluppano su di un lato dell’abbazia.

Le visite libere all’abbazia sono concesse da Aprile a Ottobre dalle 9.00 della mattina alle 17.30. Da Novembre a Marzo, invece, è possibile visitare questo luogo esclusivamente tramite una visita guidata in inglese al costo di € 13. Ogni giorno ne sono previste due: una alle 11.00 e una alle 14.00.

L’accesso ai giardini è invece consentito solo nei mesi da Maggio a Ottobre inclusi.

Purtroppo anche qui non sarebbe possibile scattare fotografie agli spazi interni e la sorveglianza è piuttosto attenta a questo divieto.

La storia dell’abbazia di Melk comincia nel 1089 quando Leopoldo II, un nobile austriaco, decide di donare uno dei suoi castelli ai monaci benedettini dell’abbazia di Lambach. I monaci accettarono di buon grado la donazione e vi si stabilirono. Già nel XII secolo quest’abbazia comincia ad acquisire importanza, grazie all’istituzione di una scuola (ancora oggi utilizzata da 900 studenti) e alla preziosa biblioteca contenente già svariati manoscritti. Un secolo più tardi, nel 1297, un rovinoso incendio distrugge l’abbazia che però viene prontamente ricostruita.

Durante il XV secolo parte da qui il movimento riformatorio che prese il nome di “riforma di Melk” e che si estete a tutta l’Austria e alla Germania meridionale e che rinvigorì la vita monastica.

L’aspetto attuale, in stile barocco, risale agli inizi del XVIII secolo, periodo passato il quale l’abbazia di Melk riuscì a resistere, grazie alla presenza della sua scuola, al ridimensionamento di queste organizzazioni religiose effettuato dall’imperatore Giuseppe II. Melk continuò a rimanere nelle mani dei benedettini praticamente fino ai giorni nostri, con una sola sospensione: durante la seconda guerra mondiale quando sia la scuola che l’abbazia vennero temporaneamente confiscate dallo stato.

Oltre che per la sua struttura, l’abbazia di Melk, è nota anche per due storici crocifissi che conserva al suo interno. Uno di questi degli inizi del XIII secolo, mentre l’altro, risalente al XIV secolo ha al suo interno alcune gemme e addirittura dei frammenti dell’originale croce di Cristo.

L’abbazia di Melk e la biblioteca del Nome della Rosa ^

Sala dei Marmi - Utilizzata per Cerimonie
Porticato - Accesso alla visita degli Interni Abbazia di Melk

Dopo aver fatto il biglietto entriamo negli interni dell’abbazia, adibiti a museo su diverse 16 sale. Accediamo al piano superiore attraverso la scala dell’imperatore, così chiamata perché conduceva all’area dell’abbazia destinata alla famiglia imperiale. Dentro al museo viene spiegata in maniera un po’ noiosa la storia dell’abbazia e, solo di tanto in tanto, si vede qualcosa di più interessante. Tra queste cose c’è un grosso forziere che viene utilizzato per mostrare un ingegnoso meccanismo di chiusura adottato dai monaci per proteggere i propri beni in caso di incursioni nemiche. Praticamente impossibile da forzare, il meccanismo funziona ancora egregiamente.

Tra le altre cose esposte si trovano anche le bare utilizzate qualche secolo fa. Per via degli alti costi le bare venivano riutilizzate e avevano un meccanismo che consentiva a chi le trasportava di aprirsi da sotto e far scivolare il cadavere nella terra, per poi essere riutilizzate per il prossimo sfortunato.

Prima di uscire nel terrazzo scoperto che dà sul fiume Danubio e su tutto il centro storico, passiamo per la sala dei marmi: questa sala era anticamente utilizzata per ricevimenti e cerimonie ed è riccamente decorata. Le parete sono rivestite in stucco ad effetto marmo (da qui il nome), mentre il soffitto, notevolmente illuminato dalle ampie finestre sui due lati della stanza, è affrescato con un’opera di Paul Troger. Al centro della sala, sul pavimento, si trova l’antico sistema di riscaldamento: attraverso questa griglia in ferro veniva fatta passare l’aria calda che riscaldava la stanza.

Scalinata con ringhiera che collega la biblioteca alla Stiftskirche

Oltrepassato il cortile esterno, dal quale si ha anche un’ottima vista sulla Stiftskirche, entriamo nella stupefacente biblioteca dell’abbazia di Melk, che ha contribuito a rendere celebre questo luogo. All’interno della biblioteca, le cui alte scaffalature sono in legno e distribuite su due piani, si trovano svariati volumi, circa 100.000. Circa 2.000 sono manoscritti alcuni dei quali risalenti al IX secolo, mentre 1.600 sono incunaboli, ovvero libri stampati con una tecnica a caratteri mobili.

Anche qui il soffitto della stanza è decorato da un affresco di Paul Troger, mentre davanti alle due grandi finestre principali si trovano due grossi mappamondi, uno celeste e l’altro terreste, risalente alla fine del XVII secolo.

Lo spettacolo continua nella piccola saletta successiva, anche questa adibita a biblioteca e anche questa sviluppata su due piani. Da qui si può vedere anche la bella scala a chiocciola con la ringhiera decorata in ferro battuto. Questa scala collega direttamente la biblioteca alla Stiftskirche, la chiesa dei santi Pietro e Paolo.

La biblioteca rende questo luogo celebre anche grazie al libro “Il nome della Rosa” di Umberto Eco. Nel libro, proprio all’interno di questa stanza il co-protagonista, Adso da Melk, il figlio minore del barone locale, scrive le proprie memorie. Queste memorie danno poi il via a tutta la storia narrata nel libro.

Stiftskirche ^

La scala a chiocciola sancisce il punto in cui terminano le visite guidate, che continuano poi come una normale visita libera. Scendendo la scala ci ritroviamo nella grande Stiftskirche la chiesa dell’abbazia di cui avevamo visto precedentemente la facciata. Infatti, passando all’interno delle sale dell’abbazia di Melk, durante il percorso delle mostra, è necessario fare un breve tragitto all’aperto su di un grande terrazzo che collega la sala dei marmi alla storica biblioteca. Questo terrazzo ha una forma a U che racchiude da un lato il sagrato della grande chiesa, mentre dall’altro si affaccia a strapiombo sul corso del fiume Danubio e sul resto della regione austriaca. Da questo terrazzo è anche possibile vedere una parte del centro storico dall’alto.

La Stiftskirche è la chiesa collegiata dell’abbazia ed è titolata ai santi Pietro e Paolo, così com’è comprensibile guardando l’altare maggiore in cui sono ritratti i due patroni. L’edificio attuale, in stile barocco, risale alla prima metà del XVIII secolo e vede una delle due torri che compongono la facciata in ristrutturazione.

Questa chiesa, molto conosciuta tra gli austriaci, viene considerata una delle più belle chiese barocche di tutto il paese. La facciata è decorata con diverse statue, tra cui quelle dei patroni santi Pietro e Paolo, e quelle di alcuni angeli custodi della chiesa, tra cui l’arcangelo Gabriele. Le tre statue superiori, poste tra le due torri, raffigurano Cristo risorto affiancato da due angeli.

Internamente la chiesa è riccamente decorata anche con un largo utilizzo di foglie d’oro, in abbinato a marmo e stucchi. Il transetto della chiesa ospita due altari laterali comunicanti tra loro, dedicati ai santi Koloman e Benedetto.

Passeggiando negli interni della chiesa non posso fare a meno di notare il bizzarro sarcofago che conserva le ossa di san Koloman. Più che una reliquia religiosa mi sembra un’opera di pop art, anche a causa della posizione in cui lo scheletro del santo è messo a riposare.

Bastione Nord ^

Usciti dalla chiesa ci ritroviamo nel cortile dei prelati. Da qui è possibile raggiungere una sala al piano terra dove vengono ospitate delle mostre temporanee. Noi ne vediamo una che espone diversi dipinti, ma niente di eccezionale. Ritornando all’ingresso dell’abbazia, raggiungiamo il Bastione Nord. Il bastione originale risale all’epoca barocca e funge da anello di congiunzione tra l’abbazia e il suo parco. Salendo su di questo bastione si avrà un’ottima vista su entrambe le strutture.

All’interno del bastione sono ospitate mostre temporanee d’arte e un laboratorio, chiamato “Wachau Lab” dedicato alla scuola dell’abbazia, nella quale gli studenti possono esporre propri progetti e lavori. Il materiale esposto nel momento della nostra visita verte sulla percezione dei colori ed è composto da diverse installazioni interattive.

All’interno del bastione nord, al pian terreno, si trova invece un piccolo negozio in cui è possibile trovare souvenir e prodotti tipici locali.

Parco dell’Abbazia e il Giardino Barocco ^

Scesi dal bastione nord dell’abbazia di Melk, entriamo direttamente nel giardino barocco sottostante. Qui i pochi alberi, dalla chioma curatissima e tagliata di fresco, contornano le diverse aree verdi che incrociano i sentieri perpendicolari che si incrociano regolarmente. Attraverso il sentiero principale si arriva fino ad un edificio chiaro e barocco anche questo. All’interno si trova una stanza semi vuota, occupata da un pianoforte su di un palco e lateralmente un piccolo bar e una sala con tavolini, totalmente vuota. Le stanze, i cui tetti si chiudono su di una cupola, hanno dei bellissimi affreschi su tutti i muri e il soffitto.

Noi pensiamo che il giardino dell’abbazia sia terminato qui, così facciamo per andare verso l’automobile, ma riguardando la mappa ci accorgiamo che ce n’è un pezzo ulteriore, molto più grande di questo, e che non abbiamo visitato. Torniamo sui nostri passi e, mostrando il biglietto all’ingresso, spieghiamo l’accaduto. Ci fanno rientrare e ci accorgiamo che sulla destra del giardino barocco si trova il piccolo passaggio che conduce agli altri giardini.

Si tratta di un insieme di giardini, la cui divisione non è ben chiara. Tra questi ci sono i giardini paradisiaci, dove si trovano tantissime specie diverse di piante, molte di queste officiali, spezie o edibili e che si rifanno alle varietà originariamente piantate nel IX secolo. I giardini proseguono con alcune aree in cui sono presenti dell’installazioni di arte, questi vengono chiamati giardini Mediterranei. Al confine del grande parco, si trovano invece i giardini orientali che guardano verso la valle del Danubio.

La parte più alta del parco, invece, è occupata dal percorso di San Benedetto: un’area che dispone di un piccolo tempietto e di una lunga vasca, in parte invasa dalla rane, ideale per un po’ di meditazione. In quest’area del parco si trovano anche diversi alberi antichi, alcuni dei quali di circa 250 anni e che vengono supportati da dei tutori per non cedere sotto le fatiche dell’età.

Questa volta la visita all’abbazia di Melk è veramente terminata. Ci spostiamo verso l’automobile con ancora il sole alto in cielo. La prossima tappa del viaggio in Austria è il campo di concentramento di Mauthausen, una destinazione poco felice ma dall’alto valore storico.

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Abbazia di Melk, il Monastero Patrimonio dell'UNESCOLa visita all'abbazia di Melk, protagonista de "Il nome della Rosa". Tutti i dettagli sui periodi e gli orari di apertura per organizzare la propria visita. Ecco cosa vedere nell'abbazia benedettina patrimonio dell'UNESCO e nella piccola città che la ospita.https://www.lorenzotaccioli.it/abbazia-melk-monastero-patrimonio-unesco/
Lorenzo Taccioli