Amalfi in Mezza Giornata

Chiostro del Paradiso e la sua Vegetazione - Cosa vedere ad Amalfi

Se Sorrento è la porta d’accesso occidentale alla costiera amalfitana, Amalfi si trova all’estremo opposto e, oltre a segnare l’ingresso orientale a questa piccola parte d’Italia conosciuta in tutto il mondo, le dà anche il nome. Il motivo è che anticamente la cittadina è stata una vera e propria potenza marinara. 

Oggi è impensabile visitare la costiera Amalfitana senza dedicare qualche ora anche a questa cittadina assolata, in cui le vie storiche si aprono su piccole piazzette e suggestivi scorci sul mare.

Dove si trova Amalfi ^

Amalfi si trova in Campania in provincia di Salerno, dalla quale dista pochi chilometri in linea d’aria, ma a causa delle stradine che si arrampicano per la montagna, può essere necessario fino a oltre un’ora di tragitto per arrivarci.

La posizione di Amalfi è nella parte meridionale del lembo di terra conosciuto come penisola sorrentina, che chiude il golfo di Napoli a sud e si affaccia direttamente sul mar Tirreno. La sua posizione è però all’interno di un altro golfo, il golfo di Salerno. Buona parte delle cittadine che caratterizzano la costiera amalfitana si trovano poi ad ovest di Amalfi lungo la strada statale costiera 163.

Amalfi è anche all’interno della Riserva Statale della Valle delle Ferriere, un’area naturale che deve il suo nome alla presenza di antiche ferriere della Repubblica Amalfitana, impiegate nella produzione di chiodi utilizzati nelle loro imbarcazioni.

Come arrivare ad Amalfi ^

Arrivare ad Amalfi è tanto semplice quanto poco comodo. Le opzioni principali sono due: via terra o via mare. Se si arriva via mare ci si può imbarcare in qualsiasi delle altre cittadine marittime della costiera amalfitana, come Sorrento o Positano e arrivare fino qui al porticciolo. Ovviamente se avete intenzione di visitare più città nella stessa giornata, questa non è la soluzione più veloce per avere libertà di movimento.

Anche arrivare in automobile ad Amalfi non è l’idea migliore, soprattutto per il problema del parcheggio, piuttosto limitato in città. Se comunque scegliete questa opzione, sia che arriviate da Salerno, sia che arriviate da Sorrento, vi troverete a percorrere la strada statale 163. Questa è una strada panoramica dagli scorci estremamente suggestivi, ma si tratta di una strada scavata nella montagna, quindi con tratti a strapiombo sul mare e carreggiate piuttosto strette, che vi faranno sobbalzare ogni volta che incontrerete uno dei numerosi pullman turistici che si avventurano fino a qui a tutta velocità.

Un’altra alternativa possibile, probabilmente quella più flessibile, è la scelta di giungere ad Amalfi in autobus. C’è la compagnia principale, la SITA che effettua durante tutto il giorno le corse tra le città della costiera. Noi acquistiamo un biglietto giornaliero a Sorrento (dopo aver visitato la città) che, con dieci euro, ci permette di salire e scendere a nostro piacimento durante la giornata. Il problema è che le corse sono in numero decisamente insufficiente rispetto ai turisti nelle varie città e, ogni volta che l’abbiamo presa, alcune persone sono rimaste a terra e noi ci siamo dovuti accontentare di fare una buona parte del tragitto in piedi. Sarà quindi necessario un po’ di spirito di adattamento, anche perché nonostante le distanze in chilometri siano brevi, in realtà le strade tortuose allungano di molto le percorrenze.

Come Arrivare ad Amalfi - Strada della Costiera Amalfitana

Parcheggio ad Amalfi ^

Se tra le possibili soluzioni avete optato per giungere ad Amalfi in automobile è necessario sapere dove parcheggiare. All’ingresso della città venendo da Atrani, scavato nella roccia, è stato aperto il parcheggio Luna Rossa, che può contenere circa un centinaio d’auto. L’alta richiesta di posteggi fa sì che i prezzi lievitino e un’ora di sosta può costare fino a 4 euro (2 euro nella bassa stagione).

Un altro parcheggio ad Amalfi è quello di piazza Flavio Gioia, il posteggio più centrale dove arrivano anche gli autobus. Qui il costo è di 5 euro all’ora. Altri posti auto sono infine disponibili, al costo di 3 euro all’ora, al porto cittadino.

Nei periodi di alta stagione è possibile trovarsi davanti a frequenti liti per contendersi l’ultimo posteggio disponibile. Se pernottate qui considerate un hotel che offra anche un posto auto: è un bel plus per molto stress in meno.

Amalfi - Parcheggi in piazza Flavio Gioia

Breve storia di Amalfi ^

La storia di Amalfi è piuttosto antica e la sua fondazione risale a un gruppo di Romani che navigavano in direzione di Costantinopoli e naufragarono sulle coste della Puglia, nell’attuale Melfi (ora Basilicata). Dopo aver lasciato la Puglia si diressero proprio qui dove crearono un piccolo borgo di pescatori.

In epoca bizantina c’era il pericolo delle invasioni longobarde e quindi il borgo venne fortificato e si trovò quasi isolato all’interno del golfo di Salerno. Per questo motivo si aprirono al commercio marittimo e la loro posizione strategica, sul mare e al tempo stesso sulla montagna, fece acquisire all’agglomerato una notevole importanza. Ovviamente si trattava di un territorio piuttosto conteso, tanto che i longobardi riuscirono ad espugnarlo, ma poco dopo furono cacciati dai cittadini che, nell’839 acquisirono una totale autonomia amministrativa, diventando di fatto la Repubblica Amalfitana. Amalfi aderì alla lega Campana costituita per contrastare l’avanzata degli arabi verso l’Italia, ma continuò comunque i suoi rapporti commerciali con queste popolazioni.

Nei secoli l’importanza della città continuò a crescere, fino ad intessere commerci con tutto il sud Italia, con le coste del nord Africa sotto il controllo degli arabi e con il sud della Spagna. Ciò rese necessario stilare alcune regole, riportate nelle Tavole Amalfitane che vennero utilizzate anche per dettare le basi del diritto societario moderno. I commercianti, sempre in mare per i loro affari, cominciarono a colonizzare alcuni territori al di fuori del paese, come nel 996 la colonia costituita al Cairo. Il successo della Repubblica Amalfitana era talmente alle stelle che la cittadina coniava la propria moneta, il tarì. Agli amalfitani si deve anche il grande successo della bussola, non inventata da loro ma largamente utilizzata e perfezionata, durante le loro navigazioni in mare.

Le continue guerre che frazionarono i territori campani e di quest’area del Mediterraneo misero a dura prova il ducato di Amalfi, il quale entrò presto in crisi non riuscendo più a commerciale come nei secoli precedenti e nell’XI secolo decise di rinunciare alla propria indipendenza affidandosi ai normanni di Roberto Guiscardo, conservando comunque una buona autonomia amministrativa. Per via di un accordo commerciale stretto con la Repubblica di Pisa, Amalfi raccolse l’invito del pontefice Innocenzo II che instaurò una guerra contro Ruggero II di Sicilia (normanno). Il 4 agosto 1135 però Amalfi venne attaccata, le navi affondate e il centro storico totalmente saccheggiato: Ruggero II aveva vinto la guerra e la chiesa gli concesse i territori del sud Italia, facendo tornare Amalfi sotto il controllo diretto dei normanni.

A far ulteriormente declinare la grandezza di Amalfi ci fu un maremoto nel 1343 che distrusse non solo il suo centro storico, ma anche gli arsenali in cui venivano conservate le grandi navi che avevano reso grande la città. Da quel momento la città non riuscì più a tornare la grande potenza che era stata un tempo. 

Nel 1643 la popolazione di Amalfi venne ridotta di un terzo a causa di una grave epidemia di peste. Questi territori, un tempo ricchissimi, cominciarono a soffrire di povertà e Amalfi durante il XVIII secolo divenne quasi una città fantasma, con la maggior parte della popolazione trasferitasi a Napoli. La popolazione qui rimasta si dedicò a vecchi mestieri artigiani e viveva quasi isolata dal resto dell’Italia. Solo dopo una visita di Giuseppe Bonaparte, nel 1807, si diede il via al progetto che univa questi paesini a Napoli con la costruzione di una strada costiera. La strada venne ultimata solo nel 1854 e dalla fine dell’ottocento cominciò a divenire una blasonata meta turistica.

Cosa vedere ad Amalfi in mezza giornata ^

Oggi Amalfi è una piccola cittadina affacciata sul mare Tirreno, dalla bellezza sorprendente. Arrivati in piazza Flavio Gioia si può procedere lungo le vie che si arrampicano dolcemente sulla collina e che si snodano per tutto il centro. In circa un’ora si sarà girato l’intero centro storico e con un po’ più di calma si possono vedere tutte le attrazioni che Amalfi offre ai suoi turisti, a partire dal particolare Duomo, davvero imperdibile.

Ovviamente all’interno di questa cittadina ci si muove solo a piedi, ma la visita non sarà per nulla faticosa e, anzi, se presa con la dovuta calma risulterà anche rilassante, nonostante si debba mettere in conto la presenza di tantissimi turisti che affolleranno il suo centro storico.

Piazza Flavio Gioia e Panorama su Amalfi ^

Il nostro arrivo ad Amalfi è in piazza Flavio Gioia, dove ci lascia l’autobus della SITA che ci ha accompagnato fino a qui. Piazza Flavio Gioia è una piazzetta sul mare dalla quale già godiamo del panorama sul centro abitato. 

Qui è presente anche uno dei piccoli parcheggi del centro storico e soprattutto in alta stagione la strada che vi conduce è piuttosto trafficata. Alcuni palazzi racchiudono le vie del centro, a cui si può accedere per mezzo di un arco che immette direttamente nella piazza del Duomo.

Piazza Flavio Gioia è titolata all’inventore italiano nato tra il 1250 e il 1300 ad Amalfi o nella vicina Positano. A lui si attribuisce il merito di aver ottimizzato l’invenzione della bussola magnetica dei cinesi e di averla fatta conoscere come strumento per la navigazione. Secondo una tradizione, poi smentita, l’invenzione della bussola venne attribuita proprio a Flavio Gioia e ciò è ricordato nell’iscrizione della statua che lo ritrae posta proprio su questa piazza. Altre ricerche storiche sostengono addirittura che Flavio Gioia non sia proprio mai esistito.

Piazza del Duomo ^

In pochissimi passi ci troviamo all’interno del centro storico, nella sua piazza principale: piazza del Duomo. Questo spazio pullula di turisti e da qui parte la via principale che taglia in due il centro di Amalfi. 

Su piazza del Duomo si affacciano negozi di souvenir e le migliori pasticcerie e gelaterie di tutta la città, oltre che svariati bar. Per questo motivo è d’obbligo fermarsi qui per una pausa dolce tra una visita e l’altra.

Un lato di piazza del Duomo è chiuso dalla bella scalinata che conduce fino alla facciata del duomo, il quale domina dall’alto il centro storico e lascia a bocca aperta chiunque lo veda.

Fontana di Sant’Andrea ^

Fontana di Sant'Andrea in piazza del Duomo

Ad arricchire piazza del Duomo si trova anche la fontana di Sant’Andrea, costruita nella seconda metà del settecento. Questa fontana venne trasferita dal fondo della scala del duomo all’attuale posizione (qualche passo più in là), agli inizi del novecento ed è costituita di un grosso complesso artistico nel quale il protagonista indiscusso è senza dubbio la statua di Sant’Andrea, patrono della città.
Ai suoi piedi si trovano quattro statue di angeli, mentre in posizione laterale c’è una colomba e un “pulicano”, ovvero un proteo marino. Le sembianze di questo essere sembra derivino da quelle di un pescatore del luogo, preso come modello.

Sotto alla statua di Sant’Andrea si trova invece quella di una sirena, dai cui seni fuoriesce l’acqua che cade nella vasca. Sembra che questa sirena faccia riferimento a Partenope, fondatrice di Napoli e simbolo cittadino e si pensa che sia stata aggiunta in un secondo momento insieme ad altri elementi, probabilmente prelevati da una fontana napoletana.

Duomo di Amalfi – Cattedrale di Sant’Andrea ^

Ora è il momento di dedicarsi al monumento principale di tutta Amalfi, ovvero la cattedrale di Sant’Andrea, cioè il duomo cittadino. Questo lo si può chiaramente vedere al culmine della scalinata su piazza del duomo ed è impossibile non rimanerne colpiti.

Si  narra che a rimanere estasiato fu anche San Francesco, che venne in città per visitare le spoglie di Sant’Andrea, conservate all’interno della chiesa, e che poi rimase qui per circa due anni.

La cattedrale di Sant’Andrea venne costruita a partire dal 987 affiancando la chiesa del IX secolo già presene in questa posizione. Solo dopo pochi secoli le due strutture vennero fuse in una unica, di cui ancora oggi si possono vedere i segni. Il nuovo duomo di Amalfi rispondeva a uno stile romanico ed era dotato di ben sei navate, in seguito ridotte a cinque per costruire, a sinistra della chiesa, il chiostro del Paradiso. Durante la controriforma i due edifici furono nuovamente divisi e in quel momento la chiesa più antica divenne nota come Basilica del Crocifisso.

Un grosso lavoro di ristrutturazione venne svolto a partire dal 1861, in seguito al crollo di una parte della facciata dovuto a un pessimo stato di conservazione e a forti venti. Fu in quel momento che vennero demoliti portico, capitelli, cornici della facciata e venne ricostruita completamente.

Chiostro del Paradiso ^

Il chiostro del Paradiso è il primo spazio che incontriamo nella nostra visita al Duomo di Amalfi. La sua bellezza è davvero sorprendente: il porticato si snoda sui quattro lati del chiostro, mentre al centro si trova un rigoglioso giardino con tantissime piante. Il portico è dotato di archi a sesto acuto con una trama intrecciata che richiama l’arte arabo normanna. A sostenere gli archi si trovano ben sessanta copie di colonne binate con capitelli a stampella.

La parte meridionale del portico è inoltre dotata di sei cappelle funerarie riccamente affrescate e ben conservate fino ai giorni nostri. Queste vennero realizzate tra il XIII e il XIV secolo.

Questo chiostro venne costruito tra il 1266 e il 1268 e svolgeva la funzione di cimitero per i nobili cittadini. In epoca medievale il termine “paradiso” indicava proprio un luogo di sepoltura dotato di porticato e adiacente ad una chiesa.

La sua bellezza disarmante non è sempre stata così, durante il XVII secolo infatti cadde in stato di abbandono e fu recuperato solo agli inizi del novecento con un’importante opera di ristrutturazione.

Lungo le gallerie del quadriportico, oltre agli affreschi delle cappelle, si trovano altri monumenti provenienti dagli interni della cattedrale, come il sarcofago greco con Ratto del II secolo dopo Cristo o il sarcofago romano con Nozze di Peleo e Teti dello stesso periodo.

Basilica del Crocifisso e Museo ^

Dal chiostro del Paradiso continuiamo la nostra visita all’interno del complesso del duomo accedendo alla basilica del Crocifisso, oggi utilizzata come museo religioso, aperto nel 1995.

La basilica del Crocifisso ha però una storia molto più antica, venne infatti eretta nel IX secolo e rappresenta la parte più antica di tutto il complesso. Prima, in questo stesso luogo, si trovava una chiesa paleocristiana del VI secolo dedicata alla Madonna Assunta e ai Santi Cosma e Damiano, la quale venne ampliata con l’aggiunta di due navate laterali dotate di absidi e matronei. Quando venne creata la nuova cattedrale, queste furono collegate per mezzo di un grande colonnato, le cui tracce sono ancora visibili nei fusti nelle mura meridionali.

Internamente è possibile ancora oggi scorgere i segni dei lavori che vennero fatti su di questa parte e che prima la collegarono all’altra parte della cattedrale e che poi la scollegarono fino a fargli perdere addirittura una navata per lasciare posto al chiostro. Durante questi lavori la navata destra venne ridotta, come si può vedere, perché questo spazio veniva utilizzato come spazio di passaggio tra le due chiese e sul nuovo muro furono aperte, in entrambi i lati, una serie di piccole cappelle oggi non più presenti. La navata sinistra venne eliminata per lasciare spazio al chiostro del Paradiso e così la basilica della Croce si ritrovò ad essere ad un’unica navata. Sul lato sinistro sono state comunque conservate alcune cappelle più antiche, che presentano degli affreschi del XIV e XV secolo.

Il nome di basilica della Croce gli fu dato proprio quando venne riportata ad essere una chiesa divisa, per via del grosso crocifisso in legno di epoca trecentesca posizionato al centro dell’altare maggiore, dove ancora oggi risiede. Nel 1931 la Basilica della Croce fu sottoposta a grossi lavori che avevano lo scopo di eliminare la veste seicentesca dell’edificio, riportando allo scoperto la struttura medievale.

Interni della Basilica del Crocifisso - Antica chiesa del Duomo di Amalfi

Nel museo qui allestito si trovano diversi oggetti, alcuni dei quali del valore inestimabile, come:

  • la Mitra del XIII secolo in oro, argento, gemme varie e perle realizzato da una bottega di orafi napoletani per san Ludovico, il vescovo di Tolosa e figlio di Carlo II;
  • un calice trecentesco prodotto in Francia;
  • le teste reliquiario in argento del XIII e del XV secolo;
  • la croce stauroteca aragonese che contiene al suo interno dei frammenti di quella che si pensa essere la croce nella quale venne crocifisso Gesù;
  • il crocifisso trecentesco in legno appeso ancora oggi nell’abside della basilica.

Cripta ^

Dalla Basilica del Crocifisso accediamo alla Cripta duecentesca del duomo di Amalfi per via di una breve scalinata. Ancora una volta rimaniamo senza parole: questo spazio, costruito sulla tomba di Sant’Andrea, è riccamente decorato da affreschi che ricoprono le pareti e le volte, per lo più di origine seicentesca. Il più grande di questi rappresenta L’arrivo del corpo di Sant’Andrea nella cattedrale di Amalfi.  Molte altre scene affrescate si riferiscono invece alla Passione di Cristo.

Al centro della cripta sotterranea si trova un altare con tre grandi statue. La principale, in bronzo, raffigura proprio Sant’Andrea, e ai lati due altre sculture in marmo raffiguranti San Lorenzo e Santo Stefano.

Nella cripta sono conservate parte delle preziose reliquie di Sant’Andrea, mentre altre, come il capo, sono custodite direttamente al piano superiore nel duomo. Il suo corpo venne portato da Costantinopoli ad Amalfi su volere del cardinale Pietro Capuano. Le reliquie del santo arrivarono in città nel 1208 e vennero subito nascoste nella cripta del duomo che all’epoca aveva uno stile molto differente dall’attuale, come testimoniato dal celebre affresco qui posizionato. Sotto all’altare si trova un’ampolla, ben visibile girando dietro alla struttura, nella quale viene raccolta la “Manna”, ovvero un liquido denso che ogni anno trasuda dal sepolcro dell’apostolo, ripetendo un evento che già si verificava a Patrasso e a Costantinopoli, dove giaceva sepolto anticamente.

Sulla lunetta sopra le scale che conducono alla cattedrale invece si trova un affresco del primo miracolo del Santo fatto ad Amalfi.

Cripta della Cattedrale di Sant'Andrea - Duomo di Amalfi

La Cattedrale ^

Esternamente la cattedrale di Sant’Andrea ha una facciata risalente al XIX secolo in stile neomoresco e neogotico, preceduta da un profondo atrio a porticato che collega la chiesa al chiostro del Paradiso, alla basilica del Crocifisso e all’alto campanile posizionato sulla sinistra. 

L’intero campanile venne costruito tra gli inizi del XII secolo e la seconda metà del XIII ed è chiuso da un torrino di coronamento utilizzato come cella campanaria e decorato con smaltature dei colori gialli e verdi. Nei piani inferiori si aprono delle trifore e, sotto delle bifore.

Nella lunetta sul portale di accesso si trova un affresco che sormonta il portone in bronzo fuso a Costantinopoli nel 1057. Internamente c’è una grossa influenza barocca nei decori e la struttura è a pianta basicale dotata di transetto e di abside. Tutte le colonne e le pareti sono rivestite in marmo decorato, il quale protegge gli antichi colonnati. Il soffitto della navata è chiuso da cassettoni in legno decorati con fregi color oro e contiene quattro tele settecentesche che raffigurano altrettanti episodi della vita del santo. La tela sull’altare maggiore dalle dimensioni piuttosto generose raffigura la crocifissione di Sant’Andrea. L’aspetto attuale è dovuto a una ristrutturazione settecentesca che ha quasi azzerato l’impronta originaria romanica della chiesa.

Nella navata sinistra è presente una statua reliquiaria che raffigura il santo e nella cappella della riconciliazione si trova conservato il capo di Sant’Andrea. A questa reliquia si affiancano quelle di altri santi conservate nella cappella del coro dei canonici all’interno di sculture del XVII e XVIII secolo. All’ingresso della cattedrale è presente, sulla sinistra, una cappella riccamente affrescata in cui è conservata una vasca in porfido rosso egiziano proveniente dagli scavi di Paestum e riutilizzata come vasca battesimale.

La sensazione che si prova entrando nella cattedrale di Sant’Andrea è quella di trovarsi in uno spazio ampio, che avevo sottovalutato vedendola esternamente, e davvero ricco. I colori dei decori sul marmo e la luce naturale che filtra dai finestrotti crea uno spettacolo davvero unico.

Via Lorenzo d’Amalfi ^

Tornati nuovamente in piazza Duomo imbocchiamo la strada principale, via Lorenzo d’Amalfi che sale verso il resto del centro storico. Su di questa via si trovano numerosi negozietti di souvenir che vendono prodotti tipici, molti dei quali si possono trovare anche a Sorrento. In via Lorenzo d’Amalfi si trovano in gran numero anche bar, gelaterie e ristorantini che offrono menù turistici in cui fermarsi a mangiare velocemente qualcosa.

Lungo questa via i palazzi storici sono intervallati ad altri che sono semplicemente vecchi e che non godono di ottime condizioni di conservazione. Come in una classica cartolina della costiera amalfitana ai balconi si trovano i panni stesi ad asciugare e si respira quella decadenza che fa innamorare di questi luoghi.

Via Lorenzo d Amalfi - strada principale del centro storico

Vicoli del Centro Storico ^

A destra e a sinistra di via Lorenzo d’Amalfi si aprono innumerevoli vicoli che conducono ad abitazioni o ad altre piazzette nascoste. Quasi tutti questi vicoli sono in salita e dotati di strette scalinate, spesso ricavate tra un palazzo e l’altro.

Di tanto in tanto ne imbocchiamo qualcuna e andiamo a curiosare per vedere dove ci portano. Alle volte si tratta di vie senza uscita dalle quali dobbiamo tornare indietro, altre volte portano invece su scorci suggestivi.

Decidiamo di tornare sulla via principale per continuare a salire e lasciare la parte finale della visita tra le cose da vedere ad Amalfi per perderci tra queste viuzze.

Fontana Capa ‘e Ciuccio e piazza Spirito Santo ^

Arriviamo così alla piazza Spirito Santo che si apre proprio su via Lorenzo d’Amalfi che nel frattempo si è trasformata in via Pietro Capuano e che è ben riconoscibile per una grossa particolarità: la fontana addossata alla parete di una casa, nella quale è allestito un presepe perenne.

Durante la nostra visita, al fianco del presepe, si trova il pizzaiolo di un locale vicino impegnato a dare da mangiare ai pesci che si trovano dentro a questa fontana. Questa piazza è nota anche con il nome di piazzetta ed ebbe origine in epoca medievale, quando rappresentava il limite verso monte del centro storico cittadino. Ancora oggi su questa piazza si affacciano diversi edifici antichi e suggestivi, che vale la pena vedere almeno esternamente. Tra questi fa bella mostra di se il palazzo Castriota, costruito per una nobile e potente famiglia amalfitana. Questo palazzo venne costruito tra il XV secolo e il XVII. La parte più antica è quella dei primi due piani dell’edificio che mette in mostra un’architettura tardo-gotica. Internamente è presente un androne con due affreschi creati negli anni trenta dello scorso secolo. Esternamente il palazzo è caratterizzato da due alte colonne che sorreggono un balcone con trabeazioni e fregi in marmo.

La fontana con il presepe è nota come Capa ‘e Ciuccio, perché veniva utilizzata anticamente per far abbeverare gli asini impiegati nel trasporto delle merci da e per il paese di Amalfi. Questa fontana, realizzata in pietra, venne creata nel XVIII secolo e ai lati l’acqua fuoriesce da due facce umane scolpite in marmo. 

Il presepe allestito all’interno della fontana Capa ‘e Ciuccio risale invece al 1974 e vennero impiegati vari pezzi di pietre calcaree in tufo, estratte nella Valle dei Mulini e modellate dall’acqua del fiume. Le statuine qui presenti sono quelle tipiche del presepe napoletano e ancora oggi c’è chi se ne prende cura: negli anni la manutenzione è stata affidata alla famiglia Infante. In questo presepe i personaggi principali sono immersi nell’acqua e lungo la pietra di tufo, dove oggi si trova un fiorente muschio, sono posti alcuni personaggi secondari come pescatori, greggi, panettieri e altri. Nella vasca della fontana si trovano a far compagnia alle statuette diversi pesci rossi.

Presepe all’Arco della Faenza ^

Quello della fontana Capa ‘e Ciuccio non è l’unico presepe permanente presene ad Amalfi, è sufficiente procedere per qualche altro metro fino al basso arco della Faenza per vederne un altro di dimensioni decisamente maggiori.

Questo presepe si trova dietro a una cancellata, solitamente aperta, che definisce la proprietà di una scuola elementare. Alla sua destra di trova invece l’arco della Faenza, che segna l’uscita dal centro storico cittadino. Questo grande presepe si trova allestito in maniera permanente sulla roccia e nel periodo natalizio viene aggiunta la statuetta di Gesù bambino. 

Si tratta di uno scorcio piuttosto suggestivo, nel quale le casette in pietra accolgono le statuette del classico presepe napoletano, con personaggi che descrivevano la vita quotidiana del paese e una grande grotta dalla quale parte una colonna di angeli che segna il punto in cui verrà posizionata la statuetta protagonista dell’intero presepe.

Museo della Carta ^

Procedendo oltre l’arco della Faenza si esce dal centro storico cittadino e si può procedere per qualche centinaio di metri in salita per raggiungere il museo della carta, il più importante museo non religioso di Amalfi.

Questo luogo, che sembra fermo nel tempo, era una vecchia cartiera cittadina, rimasta in funzione fino al 1969, quando il proprietario decise di trasformarlo in un museo aperto alla cittadinanza. La proprietà di questo luogo era di Nicola Milano, appartenente a una famosa famiglia cartiera amalfitana che produceva la carta di Amalfi, anche nota come carta bambagina. Al suo interno si trovano ancora oggi i macchinari e le attrezzature ancora funzionanti con il quale avveniva la produzione di questo materiale, rigorosamente a mano. Al piano superiore si trova invece una mostra di fotografie e stampe documentaristiche con una biblioteca contenente libri che descrivono i processi di produzione della carta.

Accedendo al museo della carta di Amalfi si prenderà parte a una visita guidata della durata di circa venti minuti in cui viene illustrato tutto il processo di produzione della carta e, inoltre, si può assistere alla produzione di un foglio di carta di Amalfi. La carta bambagina è stata prodotta in questa zona fin dal medioevo e nel periodo di massima produzione, nel XVIII secolo, si contavano ben venti cartiere attive in città e nei dintorni. Nonostante ciò, si pensava che questa carta fosse meno duratura di altre tipologie, come la pergamena, e nel 1220 ne venne vietato l’utilizzo per la compilazione di atti notarili. Purtroppo una devastante alluvione del 1954 distrusse tutte le cartiere qui presenti ad esclusione di tre. Nella produzione della carta di Amalfi si utilizzano stracci di lino, di cotone e di canapa e cenci di colore bianco che vengono ridotti in poltiglia attraverso degli strumenti chiodati messi in funzione dal mulino. Questi panni rilasciano la loro fibra nell’acqua che attraverso dei telai vengono raccolti e lasciati asciugare per la produzione di un foglio. Nei telai si trova spesso riportata lo stemma della famiglia cartiera che si occupa della produzione.

Il museo si trova lungo la Valle dei Mulini, così chiamata per la presenza di vari mulini che venivano anticamente impiegati per produrre energia o per aiutare le piccole botteghe artigiane nella produzione dei loro materiali.

Piazza dei Dogi ^

Tornati nel cuore del centro storico prendiamo un po’ di vicoli che deviano da via Lorenzo d’Amalfi e ci ritroviamo in piazza dei Dogi. Si tratta di una suggestiva piazzetta raccolta, intorno alla quale si trovano alti edifici bianchi e color pastello. Un tempo in questo spazio si trovavano numerose botteghe, per lo più di fabbri, e le facciate di ben cinque differenti chiese. 

In piazza dei Dogi si trovavano infatti la chiesa della corporazione dei fabbri, titolata a Santa Maria Ferrarorum, la chiesa di San Germano, la chiesa dei santissimi quaranta martiri, la chiesa di Santo Stefano de Platea e la chiesa di Sant’Antonio Abate. Oggi nessuna di queste chiese è più visibile, perché durante i secoli le loro strutture sono state progressivamente inglobate nelle abitazioni che circondano la piazza.

Piazza dei Dogi oggi è frequentata soprattutto da chi vuole godersi un buon pranzo o una cena in una piazzetta all’aria aperta, ma in una posizione più tranquilla rispetto al grande traffico di turisti.

Ospedale San Michele ^

Aggirandoci per i vicoli di Amalfi ci imbattiamo nell’edificio dell’ospedale San Michele, riconoscibile per una piccola targa apposta sopra all’ingresso.

Al suo interno non si trova l’ospedale cittadino, ma alcune istituzioni aperte al pubblico come la biblioteca comunale titolata a Pietro Scoppetta, l’associazione dei pensionati amalfitani, e la sezioni di storia amalfitana che si occupa di fare studi sul passato della città e sulla sua grandiosità.

L’ospedale San Michele è ospitato all’interno di un grande edificio bianco dalla forma particolare, che sembra quasi ottenuto come un assemblaggio di parti costruite progressivamente dove ci fosse un po’ di spazio libero. La sua fattura e la sua tinteggiatura a calce bianca mi ricorda vagamente il centro storico di Ostuni, la città bianca.

Ospedale San Michele - Amalfi

Municipio di Amalfi ^

A pochi passi da qui si trova anche il municipio di Amalfi, ospitato su piazza del municipio e la cui facciata è in parte nascosta dal monumento ai caduti sormontato da una grossa statua di aquila, posizionato in un giardinetto dotato di folti alberi e qualche palma.

Il palazzo del municipio di Amalfi ha in realtà una storia antica: venne infatti costruito nel XVI secolo come sede del monastero benedettino femminile della Santissima Trinità e per questo motivo ha al suo interno anche una piccola chiesa. Dietro al porticato che anticipa l’ingresso si trova, al primo piano, la sala consiliare, ma anche altre sale aperte al pubblico, come quella del museo civico in cui, tra le altre cose, si possono vedere due ristampe del codice quattrocentesco contenente le leggi marittime della repubblica amalfitana, conosciute con il nome di Tabula Amalphitana. Oltre a ciò si possono vedere oggetti piuttosto eterogenei, come costumi d’epoca, abiti sacri, strumenti di navigazione e i disegni originali della facciata del duomo di Domenico Morelli.

Il palazzo del Municipio di Amalfi è piuttosto grande e si allunga fino alla strada che costeggia il lungomare, la strada statale 163. Su questa parte si trova un grande affresco che raffigura la vita ad Amalfi in epoche antiche ed è caratterizzato dalla vasta presenza di limoni, simbolo della costiera amalfitana.

Chiesa di San Benedetto ^

Praticamente inserita all’interno dell’edificio del palazzo del municipio, con cui forma un tuttuno, si trova la chiesa di San Benedetto. La sua struttura venne costruita nel XVII secolo ed è composta da un unica navata coperta da una volta a botte dotata di lunette. Mentre esternamente la forma è piuttosto sobria, a un livello tale da essere quasi nascosta dietro al suo portone di ingresso se non fosse per il campanile che rivela la sua esistenza, gli interni sono decorati in stile barocco.

Ingresso alla Chiesa di San Benedetto - Amalfi
Interni della chiesa di San Benedetto dentro al palazzo municipale

Lungo la navata si aprono quattro piccole cappelle con statue e dipinti religiosi, mentre sopra all’altare si trova una scultura in marmo con ai lati due putti e, al di sopra, due grandi tele settecentesche. Ai lati sono posizionate le statue di San Benedetto e Santa Scolastica. Vale la pena osservare anche il pavimento della chiesa, decorato con scene floreali, arricchite da frutta e uccelli.

La chiesa di San Benedetto di Amalfi è nota anche come chiesa della Madonna di Pompei, il cui culto è molto sentito tra i parrocchiani, anche grazie al simulacro a lei dedicato.

Palazzo dell’Arsenale ^

La struttura del palazzo dell’Arsenale ha origini molto antiche, che si fondano nei tempi in cui Amalfi era una grande potenza commerciale e militare. Qui venivano costruite le galee, delle speciali navi da guerra con spazi per 120 remi, impiegate dagli amalfitani per conquistare nuovi territori e difendere i confini. 

Oggi di quell’arsenale in muratura rimangono due corsie divise da dieci pilastri, un unico esempio di arsenale medioevale rimasto in piedi in sud Italia. L’arsenale di Amalfi venne costruito nell’XI secolo e ristrutturato in seguito durante il XIII. 

Oltre alle navi da guerra ad Amalfi venivano costruite anche le navi per il commercio, ma queste navi mercantili venivano create sugli arenili.

Palazzo dell Arsenale di Amalfi

Oggi il palazzo dell’Arsenale è stato ristrutturato e viene utilizzato per ospitare al suo interno il museo della Bussola e dell’Arta Marinara, con una ricca documentazione sulla storia della Repubblica Marinara accompagnata da diversi oggetti antichi.

Chiesa della Santa Maria dell’Addolorata e Chiesa Nuova ^

Sempre tra i vicoli di Amalfi incappiamo in un’altra chiesa: la chiesa di Santa Maria dell’Addolorata, sede dell’omonima congrega, nota anche come Reale Arciconfraternita. 

La chiesa venne costruita nel 1765 in stile neoclassico ed è arricchita da generosi stucchi. Internamente si presenta ad aula unica e a pianta rettangolare, con una copertura a volta e a botte lunettata. Ospita numerosi dipinti creati tra il XVII e il XVIII secolo. Il coro ligneo è invece del tardo ottocento.
All’interno della chiesa della Santa Maria dell’Addolorata si trova l’altare sormontato dalla tela che raffigura la Crocifissione di Gesù e la statua della Madonna Addolorata, che viene portata in processione durante il venerdì santo. Purtroppo però la chiesa non è visitabile, a meno che non venga richiesto il permesso alla confraternita che la gestisce o entrandovi durante le messe.

Cortile della chiesa della Santa Maria dell'Addolorata

Al fianco della chiesa della Santa Maria dell’Addolorata si trova la chiesa Nuova, conosciuta anche come chiesa di Santa Maria Maggiore, dentro alla quale è stata ritrovata la cripta di San Filippo Neri. Questa antica chiesa venne fatta costruire nel 986 e consacrata quasi due secoli dopo. Originariamente si presentava a tre navate con gli absidi divisi da colonne, ma durante i secoli venne più volte rivista stravolgendo la struttura  originaria.
La lunetta posta sull’ingresso settentrionale mostra un affresco, oggi poco decifrabile, che ritraeva San Felice, le cui reliquie si trovano all’interno della chiesa. Il campanile della chiesa Nuova venne rivisto agli inizi del seicento ed è dotato di un tamburo circolare circondato da quattro piccole torri.

Cimitero Monumentale ^

Se avete tempo a sufficienza da dedicare ad Amalfi potreste prendere in esame la possibilità di raggiungere il suo cimitero monumentale. Questo si trova sul crinale del monte che sormonta la città ed è caratterizzato da un lungo porticato ben visibile da piazza Flavio Gioia. 

Anticamente questo cimitero era un monastero benedettino femminile, fondato nel 980 e dedicato a San Lorenzo del Piano. L’imponente colonnato che ancora oggi caratterizza la facciata del cimitero, venne realizzato in tufo durante l’ottocento, quando il monastero ormai abbandonato venne convertito in cimitero. Internamente, oltre alle tombe, si trovano i resti di una cappella medievale contenente un affresco del XIV secolo raffigurante il Cristo Benedicente. Oltre a ciò è presente anche un’urna cineraria romana del II secolo dopo Cristo.

Raggiungere il cimitero monumentale, più che per il cimitero in se, può essere una buona idea per godere di una suggestiva vista su tutta Amalfi e sulla costiera amalfitana dall’alto. Sono due le possibilità per arrivare fino a qui: a piedi, con una lunga scalinata oppure attraverso l’ascensore che si trova nei pressi di piazza del Municipio, all’interno del tunnel che la collega con il parcheggio Luna Rossa.

Il cimitero Monumentale di Amalfi

Mappa dell’itinerario tra le cose da vedere ad Amalfi ^

Ecco la mappa dell’itinerario di un giorno per la visita di Amalfi in un giorno o mezza giornata. L’itinerario va seguito a piedi.

Amalfi e la sua costiera, Napoli, Pompei e Capri sono destinazioni conosciute in tutto il modo. Leggi la guida di 6 giorni per visitare questi bellissimi luoghi.

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Amalfi in Mezza GiornataCosa vedere ad Amalfi? Leggi la guida con la storia della città, mappa dell'itinerario, fotografie e descrizioni dettagliate di tutte le attrazioni.https://www.lorenzotaccioli.it/amalfi-in-mezza-giornata-guida-completa/
Lorenzo Taccioli