Ancona in Un Giorno – Cosa Vedere

Panorama sulla Mole Vanvitelliana e il porto di Ancona dal Largo Casanova

La città di Ancona spesso non viene considerata sotto di un punto di vista turistico, ma esclusivamente come partenza o arrivo verso un’altra destinazione. Il porto turistico e l’aeroporto a poca distanza dal centro la rendono infatti un ottimo snodo per chi viaggia.

In realtà Ancona è molto di più e una passeggiata per il suo grande centro lo può testimoniare: parchi, edifici signorili, ma anche resti romani e piazze suggestive, sono lì a raccontare una storia antica e pronta per essere riscoperta.

Duomo di Ancona - Cattedrale di San Ciriaco vista dal porto vecchio di Ancona

Dove si trova Ancona ^

Ancona è il capoluogo di regione delle Marche e si trova più o meno a metà della regione, ma totalmente ad est. La città infatti sorge sulla costa ed è bagnata dal mare Adriatico, nel quale crea un piccolo golfo che ha permesso l’insediamento di un grande porto.

Visitando la città ci si rende subito conto delle sue continue salite: in questo punto della costa, infatti, le Marche presentano un suggestivo pendio dovuto al monte Conero che incombe sulla spiaggia. Proprio la forma a gomito che si genera attraverso l’altura permette di assistere ad un fenomeno piuttosto inconsueto: Ancona è infatti l’unica città italiana dove si può ammirare il sole sorgere e tramontare sul mare, in quanto il promontorio è bagnato dal mare sia ad est che ad ovest.

In giornate piuttosto terse, dalle alture sopra la città, è persino possibile avvistare le montagne della Dalmazia, al di là del mare Adriatico.

Ancona Centro Storico – Porto di Ancona – Il Passetto ^

Il centro storico di Ancona si articola in diversi quartieri e in lunghe strade che salgono e scendono dal promontorio che definisce l’area cittadina.
Per comodità riassumo nelle seguenti tre le aree, non corrispondenti a quartieri, che visiteremo:

  • il centro storico, ovvero la parte più centrale, ricca di monumenti e più abitata di tutta Ancona. La sua area è piuttosto ampia e si sviluppa su alture che richiederanno un po’ di sforzo per essere percorse interamente. Questa zona potrebbe essere ulteriormente divisa in tre parti (le piazze centrali, il duomo – che sorge sul colle Guasco raggiungibile per via di un ascensore pubblico – e il parco del Cardeto, una bella zona verde);
  • il porto di Ancona, ovvero tutta la parte costiera in cui attraccano e partono le navi, ma anche la darsena dove le barchette possono sostare e trovare riposo e l’area di costruzione e demolizione navi. Quella del porto è una lunga passeggiata (non troppo salutare), che giunge anche ad alcuni monumenti rappresentativi della città come la mole Vanvitelliana o l’arco di Traiano;
  • il Passetto. Questa è un’altra zona costiera di Ancona, leggermente scostata dal cuore del centro storico, conosciuta perché piuttosto suggestiva e con alcune cose imperdibili come il monumento ai caduti o le bellissime grotte del Passetto.

Cosa vedere ad Ancona ^

La visita di Ancona richiede un’intera giornata. Le cose da vedere si trovano sparse per tutta la città e le distanze non sono sempre brevi da percorrere. In una giornata si percorreranno diversi chilometri tra le strade in salita e discesa del centro. Vale quindi la pena indossare scarpe comode e decidere un piccolo itinerario già prima della visita, in maniera tale da ottimizzare gli spostamenti.

Se non avete un’intera giornata a disposizione potete scegliere solo una parte di Ancona da visitare. Ad esempio la zona del Passetto, per quanto bellissima, è un po’ più distante dalle altre e potrebbe quindi essere vista in una successiva visita.

Ecco la guida completa di cosa vedere ad Ancona in un giorno.

Vicoli del centro storico di Ancona

Porta Pia ^

Se arrivate in automobile da nord è molto probabile che raggiungerete Ancona lungo la strada costiera. Qui sono presenti alcuni parcheggi lungo la via del porto e vi troverete a passare al fianco di Porta Pia.

Porta Pia è quindi il primo monumento che vediamo ad Ancona e rappresenta un’antica porta di accesso al centro cittadino. Venne costruita alla fine del settecento per volere di papa Pio VI, al quale fu poi tributata. Nel momento della sua erezione rappresentava l’ingresso monumentale e principale ad Ancona e sostituiva il precedente ingresso presso porta Capodimonte, a cui si collegava attraverso mura che salivano lungo il crinale della collina. Il lato esterno della porta è in stile barocco e in pietra d’Istria, mentre quello verso l’interno è composto di blocchi di tufo.

Davanti a Porta Pia si trova anche una grande ancora, qui posta a ricordo delle persone che hanno perso la vita in mare, mentre alle sue spalle un bel terrazzino si affaccia sul porto e sulla mole Vanvitelliana.

Porta Pia di Ancona e Monumento ai caduti in mare - Zona portuale

Mole Vanvitelliana ^

Passando attraverso porta Pia raggiungiamo in pochissimi passi la Mole Vanvitelliana. Questo è uno dei monumenti simbolo della città di Ancona e la sua storia è decisamente particolare: la si può in parte intuire sapendo che è anche conosciuta come Lazzaretto di Ancona.

Il nome di Mole Vanvitelliana è legato a quello del suo architetto: Luigi Vanvitelli, che agli inizi del XVIII secolo ridisegnò completamente l’area portuale cittadina in seguito al grande periodo di espansione e sviluppo di Ancona dovuto alla concessione del porto franco da parte del papa Clemente XII. Nel progetto Vanvitelli tiene conto della forma naturale del porto e fa costruire un isolotto artificiale a pianta pentagonale nella zona più meridionale del porto. Questo era scollegato dalla terra ferma e venne progettato come lazzaretto di sanità pubblica. Fin da subito svolse però anche ulteriori funzioni, come deposito di merci, fortificazione militare e protezione portuale dalle onde del mare. Le persone che arrivavano fino al porto di Ancona da zone ritenute non sicure venivano ospitate qui dentro per un periodo di quarantena, in alloggi appositamente studiati per lo scopo.
Nei decenni successivi si aggiunsero altre funzioni a quella di Lazzaretto, e così la mole Vanvitelliana divenne prima una raffineria di zucchero e poi una cittadella militare durante i conflitti mondiali, successivamente venne trasformata in un deposito di tabacco. Solo nel 1997 la mole entra nelle proprietà comunali, che attraverso un profondo restauro la riporta all’aspetto originale, mantenendo parte delle modifiche che l’hanno caratterizzata durante gli anni. La posizione avanzata della mole Vanvitelliana l’ha resa spesso al centro di attacchi o scontri a fuoco, come quello del 1918 quando un gruppo di sabotatori austriaci si introdusse nel porto con l’obiettivo di affondare le navi italiane per poi fuggire a bordo di motoscafi. Il gruppo riuscì a introdursi nel porto, ma venne fermato dalla guardia di finanza italiana che si era insospettita e con la quale scaturì un conflitto a fuoco che richiamò l’attenzione delle forze dell’ordine che disinnescarono l’attacco.

Oggi la mole Vanvitelliana risulta collegata alla terra ferma attraverso tre ponti, che si sviluppano sopra al canale conosciuto come mandracchio. Entrandovi ci si ritrova davanti a un cortile interno con al centro il tempietto di San Rocco, una piccola struttura neoclassica che anticamente ospitava tre pozzi per attingere l’acqua potabile da cisterne sotterranee collegate alla terra ferma. Il tempietto è aperto su quattro lati, per fare in modo che chi era ospitato all’interno delle stanze, in quarantena, potesse comunque assistere alle funzioni senza entrare in contatto gli uni con gli altri. All’interno del lazzaretto potevano trovare posto fino a duemila persone, e questa grande capienza viene ancora oggi utilizzata per ospitare eventi e piccoli concerti.

Il portale d’ingresso principale è in pietra d’Istria e si trova fuori dalle mura del lazzaretto. Attualmente gli spazi interni alla mole Vanvitelliana sono occupati in maniera permanente dal museo tattile Omero, accessibile liberamente. Questo rappresenta uno dei pochi musei tattili al mondo, nel quale sono disponibili le riproduzioni di decine di opere d’arte famose, liberamente toccabili. Questo spazio nasce per promuovere l’integrazione delle persone con disabilità visive attraverso l’arte e si suddivide in diverse sale: quella greco romana, quella romantico gotica, quella rinascimentale e quella contemporanea, con riproduzioni di pezzi piuttosto famosi come la Nike di Samotracia, il Discobolo, i modellini del Duomo di Firenze o di piazza dei Miracoli, il David di Donatello, la Pietà Rondandini e tanti altri. A questo museo si aggiunge uno spazio ulteriore che ospita mostre temporanee.

Largo Casanova – Punto panoramico sulla Mole Vanvitelliana ^

Vedere la mole Vanvitelliana del porto non ci permette di renderci conto della sua forma pentagonale e delle sue dimensioni. A ciò si può porre facilmente rimedio salendo fino al punto panoramico largo Casanova che permette di avere una visione rialzata sul porto e su questa struttura così particolare e insolita.

Ma dove si trova il punto panoramico largo Casanova sulla Mole Vanvitelliana? Digitandolo su Google Maps non appare infatti da nessuna parte e potrebbe quindi sorgere qualche dubbio. La posizione esatta del punto panoramico è largo Giacomo Casanova, su via Raffaello Sanzio.

Se siete giunti ad Ancona in automobile questo potrebbe essere anche l’ultimo punto da visitare prima di andarsene, raggiungendolo quindi in automobile.

Teatro delle Muse ^

Arrivando al centro storico dalla mole Vanvitelliana il primo palazzo storico che incrociamo è il teatro delle Muse. Si tratta del teatro più grande di tutta la regione Marche e ospita ancora oggi spettacoli piuttosto variegati, dall’opera alle rassegne jazz. Questo teatro sostituì il precedente teatro, chiamato della Fenice risalente al 1711 che a sua volta venne costruito sulle ceneri di un teatro del 1665 andato a fuoco durante un incendio.

Il teatro delle Muse di Ancona venne costruito nella prima metà del XIX secolo e già nel 1827 aprì i battenti. La sua facciata neoclassica è dotata di un timpano con un bassorilievo che ritrae nove muse, che danno il nome al teatro e Apollo, il dio delle arti, insieme a Palemone, dio dei porti. Al di sotto si trovano sei lesene con capitelli che si uniscono all’alto porticato al pian terreno.
La struttura venne gravemente danneggiata durante un bombardamento della seconda guerra mondiale, che causò la chiusura del teatro per quasi sessant’anni, poi riaperto nel 2002 con un grande spettacolo di Riccardo Muti.

Facciata del Teatro delle Muse di Ancona

Chiesa del Santissimo Sacramento ^

Dalla parte opposta di piazza della Repubblica su cui si trova il teatro delle Muse è presente la chiesa del Santissimo Sacramento, la cui facciata dà direttamente su corso Garibaldi, una delle principali vie del centro storico di Ancona.

La sua posizione centrale l’ha resa protagonista della vita cittadina, tanto che fino al 1986 fu concattedrale di Ancona. Le sue origini sono piuttosto antiche, la chiesa del Santissimo Sacramento venne costruita nella prima metà del XVI secolo e, di quel periodo, ha mantenuto la facciata, mentre quasi tutto il resto risale a una ricostruzione settecentesca. In quel periodo la chiesa del Santissimo Sacramento venne anche ampliata, con transetto, il braccio absidale e la cupola a pianta ottagonale. Anche il particolarissimo campanile a spirale venne eretto nel 1771 ed è caratterizzato da una forma ad elica borrominiana, che ricorda in parte quello della chiesa del Nostro Redentore a Copenaghen.

Facciata della chiesa del Santissimo Sacramento di Ancona visto da Corso Garibaldi

Gli interni che, purtroppo, troviamo chiusi, si sviluppano su di un’unica navata collegata al transetto. Le decorazioni qui presenti sono in stile barocco e sono completate da dieci statue in stucco che ritraggono gli apostoli. A causa dei bombardamenti della seconda guerra mondiale che hanno colpito piazza della Repubblica, la fiancata destra della chiesa è stata ricostruita nel secondo dopo guerra.

Fontana del Calamo o delle 13 Cannelle ^

Passeggiando per il centro storico di Ancona lasciamo corso Garibaldi e raggiungiamo la via parallela, corso Mazzini. Su di questa strada si trova la fontana del Calamo, anche nota come fontana delle 13 cannelle.

Nel luogo dove oggi si trova questa fontana in stile rinascimentale manierista era già presente una fontana di epoca greca che, nel corso del Medioevo fu inglobata all’interno delle mura cittadine. Fu tra il 1559 e il 1560 che venne ricostruita basandosi su di un progetto dell’architetto Pellegrino Tibaldi. In quell’epoca la fontana veniva alimentata da una grande cisterna nascosta sotto le mura, a sua volta riempita dall’acquedotto proveniente dal Monte Conero.

Le 13 cannelle della fontana del Calamo emergono da tredici mascheroni, dodici in bronzo e quello centrale in pietra, che ritraggono dei satiri e dei sileni. Le maschere sono separate tra loro da delle volute rinascimentali e sul riquadro centrale è presente un cavaliere all’assalto, simbolo della città.

Secondo una leggenda bere l’acqua proveniente dalle tredici cannelle è di buon auspicio e farà tornare il visitatore ad Ancona.

Piazza Roma ^

Attraverso la fontana delle cannelle arriviamo praticamente in piazza Roma, una delle quattro piazze principali di tutta la città di Ancona insieme a piazza del Plebiscito, piazza della Repubblica e piazza Cavour.
Piazza Roma è quella che storicamente ospita il mercato cittadino, sia all’aperto che al chiuso. La piazza ha anche un altro aspetto particolare: è il punto in cui si congiungono i quattro rioni del centro storico, ovvero il rione San Pietro, il rione Capodimonte (i due più antichi compresi tra le mura cinquecentesche e il porto), il rione Cardeto e il rione Santo Stefano (compresi tra le mura cinquecentesche e quelle ottocentesche). Si tratta di una piazza particolare, con alcuni spazi ricavati anche nel sottosuolo come quello per l’ufficio informazioni. 

Quando ci arriviamo ci sono gli ultimi ambulanti che si stanno attardando a smontare le loro banchette, ma possiamo comunque godere della piazza. Ci sono diversi elementi che attirano la nostra attenzione, come la fontana dei Cavalli, il palazzo dell’orologio e il palazzo del Rettorato che ospitava gli uffici della provincia di Ancona.

La fontana dei cavalli è molto antica, risale infatti al 1758 e venne inizialmente posizionata dove oggi si trova piazza della Repubblica. La struttura è caratterizzata da tre vasche concentriche che vanno restringendosi, sormontate dal pupo di San Nicola, ovvero un putto che porta il nome della chiesa, oggi scomparsa, davanti a cui si trovava originariamente la fontana. Il nome è però dovuto ai quattro cavalli marini che emergono dall’acqua e che sono intervallati da quattro delfini. L’acqua sgorga dalla bocca dei cavalli e dal pesce che viene tenuto tra le mani dal putto.

L’edificio retrostante, il palazzo dell’orologio, venne costruito nel 1864, quando per ampliare la città fu demolita la porta Calamo, adiacente alla fontana arrivata fino ai giorni nostri. Sulla sommità della facciata, incastrato in una struttura a doppia cornucopia rovesciata, si trovano le lancette dell’orologio simbolo dell’edificio.

Il palazzo del Rettorato si trova infine all’opposto di piazza Roma rispetto a quello dell’Orologio e chiude un lato corto dello spazio a base rettangolare. Si tratta di un edificio facilmente riconoscibile, per via dei cinque porticati ad arco, chiusi da due portici rettangolari.

Porta San Pietro ^

Da piazza Roma cominciamo la nostra salita tra le vie di Ancona e, quasi per caso, ci imbattiamo in porta San Pietro. La nostra attenzione viene attirata da questa struttura che chiude scenicamente una via e che venne costruita nel 1221 come opera difensiva, così come testimoniato dal materiale con cui è stata eretta: grossi e resistenti blocchi di pietra calcarea. 

Porta San Pietro è caratterizzata da un’unica, ma grande, fornice e deve il suo nome alla chiesa di San Pietro che è rimasta al suo fianco fino al 1943, quando venne abbattuta a seguito dei danni riportati durante la seconda guerra mondiale.

Porta San Pietro del 1221

Piazza del Plebiscito ^

Giungiamo alla terza importante piazza di Ancona, ovvero piazza del Plebiscito. Tra tutte quelle presenti in città è probabilmente la più scenica. Sul suo perimetro si trovano diversi importanti edifici, tra cui la chiesa di San Domenico, il palazzo del Governo, la torre Civica, la statua di Papa Clemente XII e altri edifici signorili.

Proprio per la presenza della statua di Papa Clemente XII, la piazza è conosciuta anche come piazza del Papa. La statua è qui a ricordare quanto il papa fece, durante il settecento, per la rinascita del porto cittadino. La storia di piazza del Plebiscito è molto antica, questo spazio risale infatti al XV secolo e fino all’espansione della città rappresentò la piazza principale di tutta Ancona. Il suo nome è legato al plebiscito che qui si tenne il 4 e 5 novembre 1860, nel quale i cittadini scelsero di annettere le Marche al Regno d’Italia.

A rendere così bella piazza del Plebiscito c’è probabilmente anche il fatto che si sviluppa su più livelli. A seconda del punto da cui vi ci si arriva si ha quindi una panoramica differente. Dal basso si può vedere una doppia scalinata che sale fino alla facciata della chiesa di San Domenico e che passa per la fontana Emiciclica realizzata nel XIX secolo e per la statua del papa Clemente XII.

Nella parte piana, invece, si trovano da un lato ristorantini e pub che animano la piazza durante le ore serali e dall’altro il grande palazzo del governo. 

Chiesa di San Domenico ^

La chiesa di San Domenico che oggi si può vedere venne costruita a partire dal 1771, demolendo la precedente chiesa del XIII secolo, spostata leggermente a sinistra rispetto alla costruzione attuale. La sua storia fu però turbolenta: i lavori non erano ancora giunti al termine, quando nel 1798 venne sequestrata dalla Repubblica Anconitana che nel fece una caserma. Questo fatto è testimoniato chiaramente dalla facciata, in cui si può vedere l’avanzamento dei lavori fino a quel momento ultimati nella parte in pietra d’Istria, mentre la porzione in laterizio fu il completamento successivo. Solo nel 1816 la chiesa di San Domenico tornò alla sua funzione originaria.

Sulla facciata della chiesa di San Domenico si possono notare giochi di vuoti e pieni, oltre che di prospettive: lesene che poggiano su pilastri di forma cubica si alternano a controlesene infossate, che danno l’effetto ottico di far emergere il portone di accesso centrale. Internamente gli spazi sono organizzati su di un’unica navata con volta a botte, che ospita al suo interno alcune importanti opere d’arte come la Crocifissione di Tiziano. Altre sono purtroppo andate perse durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Sul retro della chiesa, nella parte destra, si può scorgere il campanile in mattoni che si innalza sulla sua pianta quadrata e che è chiuso da un tamburo che sormonta la cella campanaria.

Facciata della chiesa di San Domenico e statua di papa Clemente XII ad Ancona

Palazzo del Governo e Torre Civica ^

Torre Civica di Ancona in piazza del Plebiscito

Il palazzo del Governo si trova invece nella parte più bassa di piazza del Plebiscito e venne costruito nel XIV secolo per ospitare i governatori cittadini che furono trasferiti qui in seguito all’incendio che colpì il palazzo degli anziani. Durante il quattrocento fu ampliato, inglobando nella struttura anche la torre medievale che diventerà la torre civica di Ancona.

Negli anni successivi continuarono le modifiche al palazzo del Governo, che assunse un aspetto gotico rinascimentale. In quest’occasione vennero anche aperti i maestosi portali classici in pietra d’Istria che si possono vedere attraversando l’arco su piazza del Plebiscito ed entrando nel cortile che oggi viene utilizzato come parcheggio.
Attualmente all’interno del palazzo del Governo ha sede la prefettura.

La torre medievale venne ricostruita nella seconda metà del XVI secolo e dotata di orologio nel 1611. Nello stesso periodo la base venne rivestita in pietra d’Istria, mentre un paio di secoli più tardi venne aggiunto un carillon che permette alle quattro campane di suonare la melodia di mezzogiorno. Durante i secoli la struttura della torre civica venne rivista più volte, a seconda delle esigenze cittadine e di eventi funesti come terremoti.

Loggia dei Mercanti ^

Facciata della Loggia dei Mercanti - Cosa vedere ad Ancona

Da piazza del Plebiscito, guardando attraverso una delle vie che scendono in direzione del porto, rimaniamo incuriositi dalla facciata suggestiva della Loggia dei Mercanti.
Scendiamo quindi lungo la via e ci troviamo davanti a due importanti edifici: il palazzo Benincasa e la loggia dei Mercanti. La Loggia dei Mercanti è senza dubbio l’edificio più particolare dei due. Di origine quattrocentesca è dotato di una facciata riccamente decorata da Giorgio Orsini da Sebenico in stile gotico veneziano. 
La facciata è scandita da quattro colonne in rilievo terminanti con un pinnacolo e contenenti le statue che rappresentano le quattro virtù cardinali, ovvero Speranza, Fortezza, Giustizia e Carità. Sul portone di ingresso si trova invece un cavaliere in sella al suo cavallo. Il nome di Loggia dei Mercanti fa chiaramente intendere che anticamente si trattava di uno spazio aperto, sia verso il porto che verso il centro, totalmente privo di portoni che potessero inibire l’accesso. La chiusura della Loggia dei Mercanti avvenne nel 1556, quando un incendio coinvolse la struttura e si rese necessaria una grande opera di manutenzione e revisione, nella quale si realizzarono i tre archi al pian terreno e si affrescò la sala interna.

La ricchezza della Loggia dei Mercanti è una vivida testimonianza della prosperità di Ancona in quell’epoca. Anche la sua posizione non è casuale, la vicinanza con il porto fa chiaramente intendere quale fosse il motore economico della città grazie ai numerosi scambi mercantili. Questo edificio venne infatti progettato per ospitare le riunioni dei mercanti e dare loro un luogo riparato in cui svolgere le trattative.

Alla fine del XVIII secolo l’edificio venne donato alla Camera di Commercio che l’occupò per svariati secoli, mentre oggi viene aperto per convegni e conferenze.

Palazzo Benincasa ^

Guardando la facciata della Loggia dei Mercanti, alla sua sinistra si trova il palazzo Benincasa, un lungo edificio nobiliare costruito per il commerciante Dionisio Benincasa. Questo palazzo fu il risultato di un grosso lavoro attuato per accorpare sotto a uno stesso tetto e a uno stesso stile diversi palazzi di sua proprietà. I lavori avvennero durante il XV secolo e se ne occupò lo stesso Orsini da Sebenico che costruì la Loggia dei Mercanti.

Le proprietà del Benincasa erano talmente numerose che il palazzo raggiunge una lunghezza di più di cinquanta metri e per questo motivo la sua struttura è curva, seguendo la strada già esistente. I piani su cui si innalza sono ben tre e al pian terreno si trova un lungo portico ogivale in laterizio e pietra bianca del Conero.

Nei secoli successivi vennero fatti alcuni lavori che interessarono l’intero palazzo, rinnovandolo e sopraelevandolo di un piano e inglobando un’ulteriore edificio tra quello originale e la loggia dei Mercanti. Palazzo Benincasa passò nelle proprietà del comune di Ancona nel 1918, che a causa dei grossi costi di manutenzione decise presto di rivenderlo. Attualmente al suo interno di trova la Biblioteca privata Amatori (aperta al pubblico) e il Tribunale Amministrativo delle Marche.

Palazzo Benincasa - Edificio lungo ben 50 metri

Chiesa di Santa Maria della Piazza ^

Continuando su via della Loggia arriviamo nella piccola piazza Santa Maria, dove si affaccia un’altra bellissima chiesa di Ancona: la chiesa di Santa Maria della Piazza.

A colpire è senza dubbio la sua facciata, piccola, ma riccamente scolpita in stile romanico. Nella parte bassa si trova una fitta ripetizione di archetti con bassorilievi bizantino provenienti direttamente da Costantinopoli e rappresentanti la Madonna, l’arcangelo Gabriele e un pavone. Purtroppo la parte più alta della facciata ebbe un crollo durante il terremoto del 1690 e fu poi ricostruita in laterizio. Lo stesso destino toccò al campanile affiancato nella parte sinistra della chiesa. Nonostante ciò è possibile farsi un’idea di come questa si presentasse guardando la Cattedrale di Zara, in Croazia, che venne costruita proprio basandosi su di questa. La chiesa di Santa Maria della Piazza venne costruita tra il XI e il XII secolo su di una chiesa paleocristiana del IV secolo, di cui rimane qualche traccia sotto parte del pavimento interno.
La struttura della chiesa è piuttosto particolare, è composta infatti da un corpo basilicale con tre navate, a cui si aggiunge un transetto largo quanto le tre navate, ma sopraelevato. Oltre che dalle vetrate sul pavimento è possibile scoprire la sottostante basilica paleocristiana prendendo parte ad alcune visite guidate che vengono organizzate durante l’anno. Qui si può vedere il pozzo utilizzato come fonte battesimale, i resti delle colonne che dividevano in tre navate la basilica, i resti dell’abside e dell’altare, alcuni affreschi del IV e V secolo e diversi mosaici pavimentali.

Esternamente, sulla destra, si trova un secondo accesso, costruito successivamente, dotato di una lunetta con una scultura gotica rappresentante la Visitazione.

La chiesa di Santa Maria della Piazza fu molto importante nella storia cittadina, per diversi secoli infatti nel suo sagrato andava in scena la cerimonia di investitura del nuovo podestà cittadino.

Porto Romano di Ancona ^

La nostra passeggiata continua verso il porto e per raggiungerlo ci troviamo davanti i resti, a cielo aperto, del porto romano di Ancona e della casa del Capitano. Il porto romano venne ritrovato solo recentemente, durante degli scavi. Qui si trovavano però delle antiche strutture a due piani che, scavando, si capì essere collegate ai resti dell’antica struttura romana.

Attraverso la passerella che sormonta gli scavi archeologici del porto romano di Ancona è possibile vedere anche un tratto della cinta muraria che fungeva da protezione dal porto risalente al II secolo avanti Cristo. Lungo la passerella sono presenti resti di diversi periodi, ambienti rettangolari risalenti al II e III secolo dopo Cristo e ambienti che si sviluppano in verticale di età augustea, utilizzati per la costruzione e il ricovero delle barche e come magazzini.

Arco di Traiano ^

A delimitare a nord la struttura del porto romano di Ancona si trovava, e si può vedere ancora oggi, l’arco di Traiano. Questo grande monumento si trova proprio sul molo, lungo la passeggiata del Porto Vecchio ed è incredibilmente sopravvissuto a mareggiate, terremoti e bombardamenti che nei secoli si sono avvicendati sulla città. 

L’arco venne eretto nel 115 dopo Cristo, in marmo proconnessio (una tipologia di marmo bianco molto utilizzato in epoca romana), come omaggio da parte della popolazione all’imperatore Traiano, il quale si era speso per favorire l’espansione cittadina, ampliandone il porto con l’obiettivo di trasformarlo nella sua base per le campagne espansionistiche in Dacia. Inizialmente era dotato anche di statue in bronzo dorato, che furono razziate dai saraceni durante una delle loro incursioni in città.

Rispetto agli altri archi romani, l’arco di Traiano è particolarmente elegante, grazie a un’altezza maggiore che gli dona particolare slancio. La grande e unica fornice è centrata tra quattro colonne corinzie sapientemente scanalate e le iscrizioni poste sulla sua base sono ancora chiaramente leggibili.

Passeggiata del Porto Vecchio e Arco Clementino ^

L’arco di Traiano si trova lungo la passeggiata del Porto Vecchio di Ancona. Questo percorso pedonale affianca in tutto e per tutto l’area portuale e corre lungo il molo posto a nord. La partenza è in corrispondenza della porta di San Primiano e prosegue poi passando per l’arco di Traiano, dove è possibile salire sulle mura e proseguire fino alla Lanterna di Ancona, passando per l’arco Clementino.

L’arco Clementino, conosciuto anche come porta Clementina, è meno antico rispetto a quello di Traiano e testimonia l’attività dell’architetto Vanvitelli in città. Vedendolo dall’esterno è caratterizzato da una superficie chiara e riflettente in pietra d’Istria e con una linea che richiama quella di un arco di trionfo. Lo stile neoclassico viene slanciato dalle colonne doriche che ne decorano il lato verso il mare. Si tratta della porta di accesso ad Ancona per chi proviene dal porto, e la sua costruzione venne proposta direttamente dall’architetto per omaggiare papa Clemente XII. La posizione in cui si trova l’arco Clementino non è casuale: è proprio qui che il molo nuovo si congiunge con l’antico molo romano (più vicino alla città). Originariamente avrebbe dovuto ospitare sulla sua sommità una statua in bronzo del papa, ma una volta che questa giunse in città ci si rese conto che la struttura non avrebbe retto il peso, infatti mentre il fronte è in pietra d’Istria tutto il resto è in laterizio. La statua venne quindi posta nell’attuale piazza del Plebiscito che, per questo motivo, è conosciuta anche come piazza del Papa.

Lungo la passeggiata del Porto Vecchio si ha un’ottima vista sul centro storico di Ancona. Girandosi in quella direzione, infatti, si può scorgere chiaramente la collina su cui si trova la cattedrale di San Ciriaco e tutto il resto del centro che scende fino al mare.

Palazzo degli Anziani ^

Palazzo degli Anziani lato mare
Facciata del palazzo degli Anziani di Ancona - lato collina

Lasciato il porto vecchio torniamo in direzione del centro e siamo pronti a salire sulla collina che ospita anche il duomo cittadino. Per farlo è possibile prendere l’ascensore pubblico che si trova proprio al fianco del palazzo degli Anziani. Questo edificio risale al XIII secolo e veniva utilizzato come municipio cittadino, funzione ripristinata nel 2011 e svolta ancora oggi per le riunioni del consiglio comunale.

Prima dell’attuale palazzo, in questa sede, si trovavano già altri edifici pubblici: il primo venne costruito nel 425 dopo Cristo, ma venne più volte ricostruito a causa di danni dovuti a incursioni saracene o incendi. Nell’XI secolo qui si ritrovava il consiglio degli Anziani, ed a ciò è dovuto il nome dell’edificio.

La struttura del palazzo degli Anziani che possiamo ammirare ancora oggi è risalente al 1270 e mostra un bell’edificio in stile gotico. La sua posizione sulla collina ha determinato il fatto che avesse una struttura alquanto particolare. Lato mare ha ben sei piani, mentre verso la collina se ne trovano solamente tre e ciò determina anche la presenza di due facciate: il piano terra lato collina rappresenta il terzo piano lato mare. Nella sua parte più bassa è caratterizzato da un alto porticato con archi ogivali e da un loggiato al primo piano. Questa massiccia struttura al basamento assicurava una grossa stabilità al palazzo. A coronare il palazzo degli Anziani si trovava una ricca merlatura guelfa, che purtroppo andò persa nel grosso incendio scoppiato nel 1348 che obbligò il consiglio a spostarsi nell’attuale palazzo del Governo in piazza del Plebiscito. Durante il cinquecento partirono i lavori di ricostruzione che intervenirono principalmente nella parte più alta, donandola una nuova facciata.

Chiesa del Gesù ^

Facciata della chiesa del Gesù dietro al palazzo degli Anziani - Ancona
Chiesa del Gesù di Ancona

Praticamente davanti alla facciata superiore del palazzo degli Anziani si trova la chiesa del Gesù, un’altra importante chiesa di Ancona. Anche questa struttura fu opera dell’architetto Luigi Vanvitelli e la sua posizione rialzata sul centro storico la rende protagonista dello skyline di Ancona.

In realtà la chiesa del Gesù era già presente in questa posizione dal 1605 e solo intorno alla metà del XVIII secolo il Vanvitelli si adoperò per riammodernarla. La sua facciata è molto particolare: è collegata alla piazza sottostante attraverso una doppia scalinata semiellittica che si collega alla forma concava della chiesa. L’ingresso è riparato al di sotto di un pronao sorretto da due pilastri angolari e da due colonne sul fronte. Al di sopra del pronao si trova una grande finestra e al termine della facciata un grande timpano senza particolari orpelli. Originariamente a chiusura della facciata erano presenti anche sei torce in terracotta che slanciavano ulteriormente la struttura.

Internamente gli spazi sono organizzati su di una pianta a croce latina e l’abside ha una forma semicircolare ed è dotato di una cupola. Sui lati di trovano quattro cappelle divise equamente in cui erano posizionate statue e quadri.

Terme Romane ^

Salendo verso il duomo ci sono ancora molte cose che vale la pena vedere. Tra queste notiamo un cartello che segnala la presenza delle antiche Terme Romane. Lo seguiamo e rimaniamo un po’ delusi nello scoprire che ciò che c’è di visibile sono solo i resti delle mura che le racchiudono. All’interno una fittissima vegetazione ha preso il sopravvento e non è possibile vedere molto di più di questi antichi resti ritrovati tra condomini del secolo scorso.

Le terme romane di Ancona sono raggiungibili esclusivamente a piedi attraverso la via pedonale che da piazza Stracca sale fino a via del Faro. I resti qui presenti sono stati datati tra il primo e il secondo secolo dopo Cristo. 

Resti delle terme romane di Ancona

Palazzo Ferretti e il Museo Archeologico ^

In questa zona di Ancona, ricchissima di reperti archeologici di epoca romana, non poteva mancare un museo archeologico. Lo troviamo ospitato dal 1958 dentro al palazzo Ferretti. 

Palazzo Ferretti è uno dei più antichi palazzi nobiliari della città e si trova alle pendici del colle Guasco che sale poi fino al duomo. La famiglia Ferretti era molto in vista ad Ancona, ma fu mandata in esilio dal cardinale Benedetto Accolti il Giovane. Quando nel 1535 il cardinale venne cacciato, i Ferretti ritornarono ad Ancona e per mostrare a tutti la loro potenza sociale, economica e politica fecero subito costruire un nuovo palazzo da utilizzare come residenza. Tra il 1560 e il 1566 fu eretto il palazzo Ferretti che oltre che per la sua imponenza si contraddistingue anche per le ricche decorazioni: soffitti in legno intagliato e dipinto, affreschi alle pareti e grandi sale di rappresentanza. Buona parte delle decorazioni ai piani superiori sono tutt’ora visibili, mentre quelle del piano terra sono andate perse.

Palazzo Ferretti - Sede del Museo Archeologico

Foro Romano ^

Neanche a farlo apposta davanti al palazzo Ferretti si trovano alcuni resti dell’antico Foro Romano. Questi sono scavati in un giardino, tutto transennato e al quale non è possibile accedere. Ci si può però affacciare e sbirciare all’interno. Oltre alle mura qui è possibile vedere i possenti basamenti delle colonne, risalenti al I secolo dopo Cristo. Per meglio segnalare la posizione delle colonne sono state aggiunge delle gabbie in ferro che identificano il punto esatto in cui si trovavano.

Resti del Foro Romano di Ancona e strutture per le colonne

Palazzo del Senato ^

Palazzo del Senato in piazza del Senato di Ancona

Proseguiamo la nostra salita lungo il colle Guasco e giungiamo in piazza del Senato. Questo spazio prende il nome da un edificio storico che qui si trova: il palazzo del Senato. Siamo in una delle piazze più antiche di tutta Ancona, qui si trovava infatti il foro romano di cui abbiamo appena visto parte dei resti.

L’antico palazzo del Senato fu costruito agli inizi del XIII secolo come sede per il consiglio senatorio. Attualmente al suo interno si trova invece la sede della sopraintendenza dei beni architettonici e ambientali della regione. L’edificio è direttamente collegato a un altro più moderno, ma è facilmente riconoscibile per la sua facciata in pietra bianca, caratterizzata da due piani di bifore suddivise da sottili colonnine e inscritte in cornici ad arco a tutto sesto. L’ingresso al palazzo è sulla sua destra, in corrispondenza di un altissimo arco. 

Mentre la facciata del palazzo del Senato è arrivata ben conservata ai giorni nostri, lo stesso non si può purtroppo dire per gli interni, che riportarono gravi danni durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale, tanto che si optò per demolire la parte retrostante la facciata e ricostruirla.

Chiesa dei Santi Pellegrino e Teresa ^

Chiesa dei Santi Pellegrino e Teresa in piazza del Senato - Cosa vedere ad Ancona

L’altro importante monumento su piazza del Senato è la chiesa dei Santi Pellegrino e Teresa, conosciuta in città anche con il nome di chiesa degli Scalzi. 

Le sue origini si fondano nel XIII secolo quando venne costruita una chiesa dedicata a San Salvatore. Nonostante la struttura sia quasi incastrata nei palazzi confinanti, si può chiaramente vedere la sua grande cupola rivestita in rame che poggia sulla struttura in cotto e laterizio. Sopra la cupola si trova invece una piccola lanterna che risulta essere ben visibile arrivando in città via mare. 

La pianta interna è a base ottagonale e qui era anticamente ospitato il sarcofago con i resti di San Pellegrino e San Flaviano e un’urna con quelli di San Dasio. Quando nel seicento arrivarono i Carmelitani Scalzi in città, acquistarono la chiesa che versava ormai in rovina e la ristrutturarono completamente, titolandola poi a Santa Teresa di Gesù, fondatrice dell’ordine. L’edificio rimase di loro proprietà fino alla fine del settecento, quando la città venne occupata dai francesi e la chiesa trasformata in caserma. Tornata di proprietà della curia la chiesa venne titolata ai santi Pellegrino e Teresa, unendo in qualche modo il passato dell’edificio. A causa di bombardamenti e terremoti si resero necessari profondi lavori di ristrutturazione, ma ancora oggi al suo interno si può ammirare l’antico crocifisso del XII secolo posto sull’altare maggiore.

Duomo di Ancona – Cattedrale di San Ciriaco ^

Attraverso una bella scalinata arriviamo così al duomo di Ancona, la cattedrale di San Ciriaco. A colpire è senza dubbio la posizione scenica, sulla sommità del colle Guasco dove anticamente si trovava l’acropoli cittadina.

Breve storia del duomo di Ancona ^

Proprio per via della sua posizione in vista, qui era già presente nel III secolo avanti Cristo un tempio dedicato alla dea Afrodite, culto molto diffuso lungo le rotte di navigazione. Di questa antica chiesa nel 1932 sono stati ritrovati i resti di blocchi d’arenaria al di sotto dell’attuale duomo, e la sua pianta è ricalcata dal transetto della cattedrale di San Ciriaco. Solo nel 1948, però, durante i lavori di ripristino dovuti ai bombardamenti, si decise di scavare totalmente per riportare alla luce l’antica struttura. 

Nel VI secolo sopra all’antico tempio venne costruita una basilica dedicata a San Lorenzo, di cui altri resti sono ancora visibili all’ingresso della cripta dei protettori. Allora non era ancora la principale chiesa di Ancona, ma lo fu alla fine del X secolo, quando la città divenne una repubblica marinara. Per l’occasione la struttura venne ampliata, pur mantenendo le tre navate originali e i corpi dei protettori della città, San Marcellino e San Ciriaco vennero trasferiti nelle cripte. I lavori non erano però ancora terminati: nel XII secolo cominciarono quelli volti a trasformare la pianta della chiesa in una croce greca, con l’aggiunta di un corpo trasversale e l’apertura di un nuovo ingresso, trasformando la pianta della chiesa in stile bizantino e ponendo l’ingresso in direzione del porto. A metà del secolo successivo risale anche il protiro con i due grandi leoni ai lati dell’ingresso, che presto divennero uno dei simboli di Ancona. Nello stesso periodo venne anche sostituita la cupola con una in stile gotico che raggiungeva un’altezza maggiore. Nel XIV secolo la chiesa venne dedicata a San Ciriaco, patrono della città.
Nel XV secolo vennero fatte altre trasformazioni al duomo di Ancona, che gli conferirono l’aspetto attuale. In questo periodo furono infatti eretti il coro e le due cappelle laterali, oltre che eseguite importanti decorazioni da parte di Piero della Francesca (andate perse a causa dei bombardamenti della seconda guerra mondiale) e Giovanni Dalmata. Alcuni lavori minori vennero eseguiti anche nei secoli successivi, come alcuni immancabili interventi da parte di Luigi Vanvitelli, volti ad armonizzare l’aspetto della chiesa e ad aumentarne la stabilità, come l’aggiunta delle colonne dietro ai leoni nel protiro.

Il prodigio della Madonna della Cattedrale di San Ciriaco ^

Il duomo di Ancona è famoso anche per il Prodigio della Madonna del Duomo, un miracolo avvenuto nella sera del 25 giugno 1796, quando il quadro della Madonna donato nel 1615 da un marinaio veneziano come ringraziamento per aver salvato il figlio dal mare in tempesta, avrebbe aperto gli occhi e sorriso durante una sessione di preghiere. La stessa cosa si ripeté anche nei giorni seguenti. Questo fatto venne interpretato di buon auspicio in un periodo in cui Napoleone Bonaparte trionfava e firmava l’armistizio che prevedeva la cessione di Ancona, insieme a Ferrara e Bologna ai francesi.

L’aspetto attuale del Duomo di Ancona ^

Lo stile attuale della cattedrale di San Ciriaco è dunque molto particolare: la struttura medioevale si fonde infatti con lo stile romanico e bizantino. La facciata è divisa in tre parti e preceduta da una larga scalinata al termine della quale si trova il protiro duecentesco con un arco a sesto pieno e quattro colonne a sorreggerlo, anticipato da due leoni in marmo rosso di Verona. Sotto al protiro si trovano anche i rilievi che rappresentano i quattro evangelisti, mentre il portale di accesso è anch’esso duecentesco e costruito in marmo rosso e pietra bianca, con sculture a rilievo di santi, animali reali e fantastici e motivi vegetali. Anche il resto degli esterni del duomo di Ancona sono costruiti in pietra bianca proveniente dal monte Conero e si uniscono al marmo greco della facciata. Dei piccoli archetti danno dinamicità e volume al profilo della chiesa, creando un piacevole gioco di ombre. Dietro alla facciata si erge anche la cupola, una delle più antiche d’Italia con una forma ogivale a tamburo dodecagonale che poggia su di una base quadrata. Solo nel XVI secolo venne rivestita in rame.

Gli interni della cattedrale di San Ciriaco sono a croce greca e suddivisi su tre navate, separate da colonne romane con capitelli bizantini. All’incrocio con il transetto si trova la grande cupola, che interrompe le volte a carena di nave rovesciata rivestite in legno della navata principale e del transetto stesso. Il transetto è dotato di presbiteri sopraelevati con, al di sotto, due cripte. Nel transetto di destra si trova la cappella del Crocifisso con sotto la cripta delle lacrime, da cui è possibile (solo in particolari occasioni) accedere ai resti della basilica paleocristiana. A sinistra si trova invece la cappella della Madonna, con una grande edicola in marmo del 1739 costruita da Vanvitelli. Al di sotto si trova invece la cripta dei Protettori, così chiamata perché contiene i corpi dei protettori della città (San Ciriaco, San Liberio e San Marcellino), oltre che le ceneri di Santa Patrizia.

Il campanile del duomo di Ancona si trova scollegato dalla chiesa, ma sullo stesso spiazzo. La sua costruzione è trecentesca e fu fatta sui resti di una torre militare del secolo precedente.

Anfiteatro Romano ^

Scendendo dal colle Guasco e passeggiando verso il parco del Cardeto, arriviamo presso i resti del grande anfiteatro romano. In realtà questi sono talmente vasti da essere attraversati da una serie di palazzi residenziali. I due scavi archeologici si dividono tra il settore di piazza del Senato e quello di via Birarelli, in cui è visibile una parte della cavea, una porta di ingresso e le fondazioni di altre strutture costruite successivamente all’anfiteatro.

La posizione dell’anfiteatro romano di Ancona è tra il colle Guasco e il colle dei Cappuccini ed è uno dei resti romani più importanti di tutta la città. Gli archeologi suppongono addirittura che la parte più interna di questa struttura appartenga a un precedente teatro greco. Quello romano venne invece costruito nel I secolo avanti Cristo, per poi essere ampliato in quello successivo per renderlo fruibile dalla crescente popolazione di Ancona.

Nel VI secolo smise di venire utilizzato come anfiteatro e già in epoca medievale si presero a costruire degli edifici lungo il perimetro esterno del settore meridionale, mantenendolo però visibile, mentre quello settentrionale fu totalmente nascosto con la costruzione della chiesa di San Bartolomeo. Solo nel XIX secolo venne riportata alla luce questa sezione e grossi lavori di scavo si fecero a partire dal 1930 ed oggi, una piccola parte, viene utilizzata per spettacoli di arte lirica o di teatro classico.

Nel costruire l’anfiteatro romano di Ancona vennero sfruttate le pendenze naturali dei due colli che generarono una struttura ellittica irregolare di dimensioni di 93 metri per 74 con un’arena di 52 metri per 35. Tutto intorno furono costruiti dei contrafforti di rinforzo, alcuni dei quali sono ancora visibili. Erano presenti due ingressi opposti, uno è la porta pompae, riservata alla processione dei gladiatori e oggi visibile al di sotto di palazzi settecenteschi, mentre l’altra era la porta libitinensis da cui venivano fatti uscire i gladiatori morti durante i combattimenti. Ulteriori ingressi venivano invece utilizzati dagli spettatori e spesso erano privi di scale, ma collegati direttamente ai vari settori sfruttando la pendenza del terreno. All’interno trovavano posto fino a diecimila spettatori e gli spettacoli estivi erano resi più gradevoli grazie alla presenza di un grande velarium, testimoniato dal ritrovamento dei fori per i pali che lo sostenevano. Vicino alla porta pompae era presente un altro edificio romano, riconoscibile dalla pavimentazione in mosaico e dalla presenza di una piccola piscina. Probabilmente veniva utilizzato come scuola per gladiatori.

Parco del Cardeto ^

Praticamente collegato all’anfiteatro romano di Ancona si trova il parco del Cardeto, il più grande e bel parco della città, quasi a strapiombo sul mare Adriatico. I suoi 35 ettari si sviluppano sulla sommità del colle dei Cappuccini e del colle del Cardeto e al suo interno, oltre che tanta natura, si possono ritrovare alcuni monumenti storici ed edifici antichi, come il faro ottocentesco, il campo degli ebrei, il campo degli inglesi, il bastione di San Paolo al Cassero, il forte dei Cappuccini, la polveriera di Castelfidardo e il forte Cardeto.

Se decidete di addentrarvi nel parco del Cardeto, alla scoperta di tutti questi monumenti, probabilmente non vi sarà sufficiente una sola giornata ad Ancona. Noi ci siamo quindi limitati a vedere quelli sul colle dei Cappuccini, per poi tornare verso il centro storico.  

Parco del Cardeto e polveriera di Castelfidardo

Faro Ottocentesco ^

Il faro ottocentesco, conosciuto anche più semplicemente come faro vecchio di Ancona, è il primo monumento che incontriamo camminando nel parco del Cardeto. Più precisamente si trova nella porzione di parco più recente, appartenente al colle dei Cappuccini.

La sua struttura è piuttosto semplice, in laterizio e dalla pianta circolare. Entrò in funzione nel 1860 e rimase attivo per oltre cent’anni, fu sostituito solo nel 1965 dal nuovo faro costruito ad appena duecento metri di distanza. Questo faro rappresenta anche l’ultima opera cittadina voluta dall’amministrazione papale, fu infatti lo stesso papa Pio IX a richiederne la costruzione, come testimoniato dalla lapide posta sulla struttura. Il faro, dotato di lenti di Fresnel, emetteva un lampo bianco ogni 45 secondi, preceduto da quattro secondi di luce più tenue.

Il faro ottocentesco di Ancona raggiunge un’altezza di venti metri ed è dotato internamente di una scala a chiocciola in pietra d’Istria che porta fino al punto più alto. Per un breve periodo, dal 2000 al 2005 è stato possibile entrare all’interno del faro e visitarlo totalmente, ma a causa di alcuni lavori di manutenzione resisi necessari oggi non è più possibile entrarvi.

Campo degli Ebrei ^

Proseguendo verso il cuore del parco del Cardeto ci ritroviamo davanti al Campo degli Ebrei, posizionato proprio a cavallo tra il colle dei Cappuccini e il colle Cardeto. Al suo interno sono ospitati 178 cippi funerari su cui si trovano i rilievi delle iscrizioni ebraiche volti verso est. Il campo degli ebrei di Ancona, inclinato verso Gerusalemme, rappresenta uno dei cimiteri ebraici più grandi di tutta Europa e accoglie sepolture che vanno dal XV al XIX secolo.
Proprio nel 1428 venne concesso il primo terreno da parte della Repubblica di Ancona, che è poi stato progressivamente ampliato nel corso dei secoli. La sua posizione a picco sul mare ha causato anche la caduta in acqua di diversi cippi, per via dell’erosione esercitata dalle acque marine, che una volta recuperati sono stati riposizionati all’interno del campo.

Dentro al campo degli ebrei si trovano diverse piante e fiori spontanei, che donano a questa area verde un aspetto differente a seconda delle stagioni. Si possono vedere fiorire, tra gli altri, narcisi tazzetta, orchidee e colchici autunnali.

Campo degli ebrei nel parco del Cardeto

Bastione di San Paolo al Cassero ^

A poca distanza dal campo degli ebrei si trova anche il campo degli inglesi, dove venivano seppellite le persone che professavano il protestantesimo. Questo cimitero fa parte del Bastione di San Paolo al Cassero.

Il Bastione di San Paolo al Cassero è una struttura del XVI secolo che più che per l’aspetto esterno è interessante per i suoi sotterranei, che possono essere visitati attraverso una visita guidata. Qui si trovano infatti casematte, sfiatatoi, feritoie, corridoio d’ascolto ed altre strutture caratterizzate da ambienti molto ampi. Successivamente al 1861, dopo la proclamazione del Regno d’Italia, questi spazi vennero utilizzati principalmente come depositi per artiglieria e magazzino, oltre che come locali per la creazione di cariche esplosive.
Durante la seconda guerra mondiale vennero invece impiegati come rifugio antiaereo sia da parte della popolazione che da parte dei militari.

Bastione di San Paolo al Cassero - Ancona

Il Rione e la Spiaggia del Passetto ^

Purtroppo non abbiamo tempo a sufficienza, in una giornata, per poter visitare tutto il parco del Cardeto, così decidiamo di scendere fino al porto per riprendere l’auto e raggiungere il Passetto prima che il sole tramonti.

Il passetto è un rione di Ancona posto nella parte più orientale della città. Si tratta di una zona molto bella e che quindi, una volta giunti in città, vale la pena visitare. Qui si trova anche la spiaggia rocciosa più famosa di tutta la città, che scende fino al mare dalle pendici del Monte Pelago e del Monte Santa Margherita. Nel tratto più centrale del Passetto è possibile scendere fino alla spiaggia attraverso una suggestiva scalinata bianca dotata di due rampe simmetriche. Eventualmente è possibile arrivare alla spiaggia del Passetto anche attraverso un ascensore panoramico a pagamento.

Monumento ai caduti del Passetto ^

Il cuore del rione Passetto è senza dubbio piazza IV Novembre, in mezzo alla quale sorge il Monumento ai Caduti della prima guerra mondiale. Questa struttura è diventata uno dei simboli di tutta Ancona, tanto che i cittadini la chiamano semplicemente “il monumento”.

Il monumento ai caduti del Passetto venne creato negli anni venti dall’architetto Guido Cirilli e inagurato nel 1930. L’opera venne eseguita insieme alle sottostanti scalinate che scendono fino alla spiaggia rocciosa. Il monumento ai caduti è un alto tempio dalla forma circolare nel quale si trovano otto possenti colonne scanalate in pietra d’Istria. Alla base si trovano invece delle decorazioni con elmi e spade, che simboleggiano la difesa e l’attacco. All’interno del monumento è infine posizionato un piccolo altare.

Monumento ai Caduti del Passetto - Ancona

Grotte del Passetto ^

La parte che ci ha però lasciato letteralmente a bocca aperta di questo rione sono le Grotte del Passetto. Per raggiungerle è necessario scendere fino alla spiaggia, passando dentro al parco del Passetto.

Le grotte del Passetto sono un insieme di circa cento grotte scavate nella roccia costiera durante l’ottocento e fino agli anni sessanta dello scorso secolo. Questi spazi venivano utilizzati per ospitare e ricoverare le barche utilizzate dai pescatori locali. L’insieme di portoni in legno riccamente colorati e decorati, per permettere ai proprietari di distinguerli gli uni dagli altri, crea uno spettacolo insolito e molto piacevole. Davanti ai portoni si allungano le strutture che permettono alle barche di scendere fino all’acqua, realizzate spesso con materiali di recupero, come traverse ferroviarie.
Oggi questi spazi vengono utilizzati dai “grottaroli”, che ne hanno mantenuto la gestione e che durante il periodo estivo si ritrovano qui per cucinare pesce fresco e per riposarsi al fresco. Nei mesi più caldi le sere sono illuminate da tante lucine che creano un panorama ancor più suggestivo.

Lo spettacolo insolito delle grotte del Passetto si ripete in realtà anche nel resto della costa di Ancona, dove in totale si contano circa cinquecento grotte.

Parco del Passetto ^

Il parco del Passetto è il principale spazio verde di tutto il rione. Qui, estate e inverno, si trovano decine e decine di bambini e ragazzi che giocano e corrono in un ambiente riparato dal traffico automobilistico e a picco sul mare. Al suo interno ci sono diverse strutture, dalla pista di pattinaggio ad una piscina lunga 33 metri.

A rendere ancora più piacevole una passeggiata qui, c’è l’arredo urbano, dotato di piccoli laghetti all’interno dei quali sono state ricavate delle isolette con panchine in cui fermarsi a riposare.

Ormai è scesa la sera e la nostra visita tra le cose da vedere ad Ancona volge al termine. Abbiamo scoperto una città ricca di storia, monumenti e scorci suggestivi che forse è ancora troppo poco conosciuta per il suo lato turistico. Una giornata ad Ancona saprà stupire come quelle spese nelle principali città d’arte italiane.

Parco del Passetto con fontanelle

Mappa dell’itinerario di Ancona ^

Ecco la mappa dell’itinerario di Ancona con segnalate tutte le cose da vedere nella visita di una giornata in città.

Dove dormire ad Ancona ^

Se c’è una cosa che non manca ad Ancona sono sicuramente gli hotel. Essendo una città di transito, anche grazie al suo porto turistico e al vicino aeroporto, molti scelgono di fermarsi qui per una notte.

E allora dove conviene dormire ad Ancona? Bhè, dipende dalle tue esigenze:

  • se sei in città per visitare Ancona ti consiglio di puntare al centro storico, in questo modo potrai viverla a 360 gradi;
  • se sei ad Ancona per imbarcarti, ti consiglio di scegliere un hotel vicino al porto. Ce ne sono diversi e la zona non è malfamata, ma molto vivibile. In questo modo sarai comodo per la partenza o l’arrivo;
  • se sei ad Ancona per un volo e arrivi in automobile ti conviene scegliere un hotel più vicino all’aeroporto. In centro infatti i parcheggi scarseggiano e non troverai dove lasciare l’auto a buon prezzo per diversi giorni;
  • se sei in città per fare anche un po’ di mare, conviene che ti sposti verso sud est. La zona del Passetto non è male ed è ancora vicina al centro storico per poterlo visitare. Più distante c’è invece la zona di Mezzavalle e di Portonovo, dove la spiaggia è più bella ma la distanza dal centro è maggiore.

In ogni caso puoi consultare a questo link alcune sistemazioni disponibili tra cui scegliere quella che fa per te in base alla zona preferita.

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Ancona in Un Giorno - Cosa VedereItinerario, mappa, fotografie e descrizioni di cosa vedere ad Ancona in un giorno. Una passeggiata tra il porto, il centro storico, i parchi e il Passetto.https://www.lorenzotaccioli.it/ancona-in-un-giorno-cosa-vedere/
Lorenzo Taccioli