Aosta in Un Giorno – Cosa Vedere

Resti romani ad Aosta

Aosta è la città principale della sua regione. Nonostante le dimensioni raccolte nasconde nel suo centro storico e nella prima periferia innumerevoli monumenti da vedere. La cosa particolare è che buona parte di questi sono di origine romana. Infatti, nonostante la posizione remota della città, questa era particolarmente strategica per controllare il territorio dell’attuale Italia settentrionale già in epoche antiche.

Con un giorno ad Aosta potrai vedere buona parte di ciò che la città offre, ma con un paio di giorni riuscirai a visitarla con calma e in maniera accurata. Scoprirai una città bellissima e curata.

Dove si trova Aosta ^

La città di Aosta è circa al centro della regione Valle d’Aosta, di cui rappresenta l’unica provincia. Intorno a sè ha alte montagne, ma il centro cittadino è a valle, all’interno della piana scavata dal fiume Dora Baltea, che scorre a sud della città.

Adiacente al centro storico, sulla parte orientale, scorre invece il torrente Buthier, che qui si congiunge alla Dora Baltea.

Altitudine di Aosta ^

La città di Aosta è ad un’altitudine di 583 metri sul livello del mare.

Cosa vedere ad Aosta ^

Una giornata ad Aosta sarà sufficiente per vedere tutta la città e i suoi monumenti. Il centro storico è piuttosto raccolto e percorribile in poche decine di minuti, ma la sua storia stratificata si presenta ai visitatori grazie ad una moltitudine di reperti e monumenti. Anche nella prima periferia cittadina ci sono alcune cose da non perdere. Il mio consiglio, pertanto, è quello di prendersi anche un paio di giornate per visitare al meglio la città.

La sua fondazione avvenne nel 1158 avanti Cristo e in epoca preromana era abitata da una popolazione di cultura megalitica, come testimoniato dalle varie tombe ritrovate al fianco all’attuale centro. La sua posizione era però strategica per controllare la zona della Pianura Padana e le alte montagne rappresentavano un confine naturale utile a prevenire le invasioni barbariche. La città faceva quindi gola all’imperatore romano Cesare Augusto che, nel 25 avanti Cristo, inviò il proprio esercito a combattere contro i Salassi che qui si erano insediati e che vennero facilmente sconfitti e ridotti in schiavitù.

Nacque così Augusta Pretoria, l’Aosta romana che fu costruita come città fortificata sul modello di un accampamento militare romano.

A quest’epoca risalgono molti monumenti ancora visibili in città. Ecco dunque l’itinerario completo per la visita di Aosta.

Ponte romano di Aosta ^

Comincia la visita del centro storico di Aosta dal suo ponte romano, noto anche come Pont de Pierre ovvero Ponte di Pietra. Posizionato nei pressi del grande arco di Augusto, è all’interno del sobborgo noto come Ponte di Pietra. Questo è il primo elemento romano che troverai come testimonianza del passato della città, risale infatti all’epoca augustea.

Un altro suo nome è Ponte del Buthier ed è composto da un’unica arcata ribassata a schiena d’asino dalla luce di 17 metri. Ai lati i due piedritti sono in blocchi di pietra arenaria puddinga. La larghezza della carreggiata del ponte romano è invece di 5,95 metri.

Anticamente il ponte romano serviva ad oltrepassare il torrente Buthier, il quale deviò però il suo alveo intorno all’XI secolo in seguito ad un’alluvione.

Arco di Augusto ^

Procedi verso il cuore del centro storico di Aosta. Dalla sommità del ponte romano avrai notato l’arco di Augusto in perfetta asse con il ponte e la porta Pretoria. Da qui partiva l’antico Decumano Massimo.

L’arco di Augusto è oggi al centro di una trafficata via stradale, immerso in un grande giardino. Le sue dimensioni sono importanti, è infatti largo circa 9 metri e formato da una sola fornice a tutto sesto. Sui fianchi ci sono dei massicci pilastri sormontati da capitelli corinzi.

Durante il medioevo era noto come Saint-Vout, ovvero Volto Santo, per via del grande crocifisso in legno che si trovava qui.

Questo monumento dedicato all’imperatore Augusto serviva a celebrarlo e a celebrare la potenza di Roma che nel 25 avanti Cristo aveva sconfitto il popolo dei Salassi. Originariamente era dotato di un attico con apposta una dedica in lettere di bronzo. Oggi delle decorazioni originarie rimane la trabeazione dorica a triglifi e metope sulla sua sommità. Nel 1716 infatti, per conservarlo dalle infiltrazioni d’acqua, l’arco di Augusto è stato ricoperto da un tetto in ardesia.

Chiesa collegiata dei Santi Pietro e Orso ^

Prosegui l’itinerario tra le cose da vedere ad Aosta giungendo ad una delle sue chiese più belle: la chiesa collegiata dei Santi Pietro e Orso. Una prima chiesa era risalente al V secolo ed era formata da un’aula rettangolare con abside, alla quale venne poi aggiunto un porticato.

L’attuale chiesa collegiata dei Santi Pietro e Orso è stata completamente ricostruita tra il IX e il X secolo e poi nuovamente tra il 994 e il 1025. La struttura che oggi puoi vedere conserva gran parte di questo rifacimento.

Gli spazi sono organizzati su tre navate e la facciata ha uno stile tardo gotico caratterizzato dall’alta ghimberga in cotto. Tra le torrette che si innalzano dalla facciata a capanna c’è anche il campanile altomedievale. Mentre davanti alla chiesa, come corpo separato, svetta la torre campanaria del XII secolo.

Internamente si alternano svariati stili e sono numerose le decorazioni. Da non perdere c’è il coro in legno riccamente intagliato risalente al quattrocento, la cripta romanica, gli affreschi alle pareti e il mosaico a terra nel coro (risalente al XII secolo e che rappresenta Sansone mentre uccide il leone) e, infine, un importante ciclo di affreschi ottoniani visibili nel sottotetto. Solo questi ultimi affreschi sono visibili a pagamento mediante visita guidata, mentre il resto della chiesa è tutto a libero accesso.

Chiostro Romanico di Sant’Orso ^

Sul fianco destro del sagrato davanti alla chiesa collegiata c’è l’accesso al chiostro romanico di Sant’Orso. Il costo è di pochi euro e vale la pena accedervi. Fu costruito agli inizi del XII secolo da maestranze provenzali e lombarde.

La sua particolarità è che i capitelli del porticato, capolavoro di arte romanica, sono tutti diversi tra loro e sono scolpiti in marmo bianco o grigio, anche se originariamente erano colorati. Per proteggerli venne aggiunta una vernice protettiva che, ossidandosi, è diventata nera. Mentre tre lati sono omogenei tra loro, il quarto, quello orientale, venne demolito nel XVIII secolo per lasciare spazio a un elegante loggiato. Nel XV secolo, invece, il priore Giorgio di Challant fece ricoprire l’intero chiostro da volte a vela.

Le scene raccontate dai capitelli sono tratte dal Vecchio Testamento, dalla vita di Sant’Orso e dalla storia della chiesa collegiata. Non mancano personaggi e animali fantastici.

Tiglio plurisecolare ^

Tiglio Plurisecolare di Aosta

Davanti alla chiesa collegiata di Sant’Orso potrai notare un grandissimo albero. Questo tiglio ha circa cinquecento anni. È infatti stato piantato tra il 1530 e il 1550 per sostituire un ancor più antico olmo abbattuto da un fortissimo vento e che la leggenda narra fosse stato piantato proprio da Sant’Orso.

L’attuale albero è invece stato dichiarato monumento nazionale nel 1924.

Il tiglio plurisecolare è stato messo a dura prova da un violento temporale nel 1951, di cui porta ancora i segni in una visibile cavità. Tuttavia ogni anno continua a crescere e fiorire.

Chiesa di San Lorenzo ^

Affacciata sulla stessa piazza della chiesa collegiata dei Santi Pietro e Orso c’è la chiesa di San Lorenzo. Le sue dimensioni sono modeste e le forme lineari. In facciata, al di sotto di una monofora circolare, si allunga un protiro che conduce all’ingresso scandito da un portone ad arco a tutto sesto. Sul lato sinistro si aprono tre grandi finestroni e un accesso secondario.

Questa struttura risale al XVII secolo e rappresentò la chiesa parrocchiale del borgo di Sant’Orso fino al 1793. Successivamente venne sconsacrata e utilizzata come caserma.

Gli interni sono ad aula unica e conducono fino all’abside rialzato per via di quattro scalini. Oggi gli interni sono completamente spogli. Infatti la chiesa di San Lorenzo è una sede espositiva in cui vanno in mostra per lo più artisti locali.

Al di sotto dell’attuale chiesa di San Lorenzo si nasconde la chiesa paleocristiana, accessibile tramite l’ingresso a sinistra dell’edificio e che nasconde una storia antica.

Chiesa paleocristiana di San Lorenzo ^

Al di sotto della chiesa di San Lorenzo seicentesca si trova la chiesa paleocristiana di San Lorenzo. Questa risale alla prima metà del quinto secolo ed è caratterizzata da una pianta a croce latina con i bracci che terminano in absidi. Al centro era presente la solea, uno spazio liturgico proteso verso la navata e protetto da transenne lapidee. Il pavimento di quest’area era formato da grandi lastre che coprivano le tombe in muratura sottostanti.

Si pensa che questa chiesa venisse utilizzata principalmente con scopi funerari, per via delle numerosissime sepolture ritrovate lungo la sua superfice. La chiesa venne infatti utilizzata a questo scopo in maniera ininterrotta dal V secolo fino al XVIII. Ciò ha anche permesso di studiare le pratiche funerarie cristiane nell’arco di quattordici secoli.

Tra queste tombe quelli più importanti sono quelle dei primi vescovi di Aosta. Uno dei primi vescovi ad essere inumato qui fu Eustasio. Seguirono poi Giocondo, Agnello e Gallo. Questi venivano sepolti nel presbiterio, che si innalza rispetto alla navata. Nel punto di incontro è stata ritrovata una cassa dalle dimensioni ridotte e dalle pareti intonacate. Questa doveva essere un reliquiario.

La chiesa paleocristiana di San Lorenzo subì nel IX secolo un devastante incendio seguito da un’inondazione e per questo motivo venne sostituita da un edificio di piccole dimensioni, ricostruito e ampliato a più riprese durante i secoli successivi. Mantenne intatto però il suo utilizzo per le sepolture.

Porta Pretoria ^

L’accesso vero e proprio al cuore del centro cittadino di Aosta è per mezzo di Porta Pretoria. Per la precisione questo era l’accesso orientale alla città romana di Augusta Pretoria sin dalla sua fondazione nel 25 avanti Cristo.

Porta Pretoria è caratterizzata da tre arcate di dimensioni differenti, che permettevano il passaggio di veicoli e pedoni. È inoltre composta da due cortine parallele che, unite da due torri, ricavano spazio per un cortile centrale. Sui lati era presente anche il cammino di ronda.

Nel I secolo dopo Cristo la porta fu abbellita con dei marmi pregiati di origine locale, di cui rimangono solo alcune parti. Nei secoli successivi la porta Pretoria venne ulteriormente modificata a più riprese, fortificandone anche la struttura.

Teatro romano ^

Tra i monumenti più celebri e visitati di Aosta c’è senza dubbio il suo teatro romano. La città di Aosta (Augusta Pretoria) era infatti dotata di un grande teatro, come qualsiasi città romana era usuale avere.

Il teatro romano era composto da una grande opera quadrata rustica formata con blocchi di puddinga, una pietra arenaria disponibile localmente. A questa era collegata una struttura in muratura di forma rettangolare e dalle dimensioni decisamente imponenti: 62,9 metri di lunghezza per 38,3 metri di larghezza. Di questa resta l’imponente facciata meridionale, alta circa 22 metri. Particolare è il fatto che la cavea circolare fosse racchiusa da una struttura rettilinea, probabilmente utilizzata per offrire una copertura stabile al teatro romano.

Questa parete, com’è visibile tutt’ora nell’area archeologica, è dotata di tre ordini di finestre connessi tra loro per via di ambulacri interni che permettavano di accedere alle gradinate della cavea. Questa zona, utilizzata per ospitare il pubblico, è oggi arrivata a noi con il solo ordine inferiore, mentre anticamente ne erano presenti ulteriori due.

Rimane molto poco dell’avamposto scenico, all’epoca dotato di rivestimenti in marmo colorato e statue. Di questi puoi vedere il pulpitum, con nicchie rettilinee e curve. A questo sono affiancati gli ambienti di servizio per gli attori e i ripostigli per macchinari e scenografie.

Purtroppo nel corso del medioevo molti monumenti romani di Aosta vennero trasformati in cava di materiale. Qui furono costruiti dei nuovi edifici e la struttura che oggi arriva a noi era impiegata come appoggio per i nuovo palazzi, poi demoliti negli anni venti del novecento.

All’inizio del percorso di visita del teatro romano c’è anche una stele antropomorfa, risalente al periodo tra il 2750 e il 2400 avanti Cristo. Questa proviene dall’area megalitica di Saint-Martin-de-Corléans ed era stata reimpiegata, insieme ad altre lastre, nella muraglia esterna di una tomba.

Tour Fromage ^

Adiacente al teatro romano si innalza la Tour Fromage, costruita tra l’XI e il XII secolo dalla famiglia Casei, anche nota per questo motivo come Tour Casei. Nel 1381 la struttura fu ampliata e restaurata.

La sua forma è a base quadrata, dalle dimensioni massicce e costruita in pietra. Lungo le sue pareti in pietra si aprono innumerevoli finestre disposte in maniera irregolare.

Oggi la Tour Fromage fa parte dei beni della regione Valle d’Aosta che ci organizza all’interno importanti mostre. Tra le altre opere ha ospitato al suo interno l’autoritratto di Leonardo da Vinci.

Piazza Émile Chanoux ^

Procedi con il tuo itinerario alla scoperta delle cose da vedere ad Aosta con piazza Émile Chanoux. Questa è la piazza principale del centro storico cittadino ed ha una forma piuttosto allungata su di una pianta a base rettangolare.

Originariamente titolata a Carlo Alberto di Savoia, prese poi il nome del notaio e politico valdostano vissuto nella prima metà del novecento e martire di Azione Cattolica durante la resistenza in Valle d’Aosta.

Su piazza Émile Chanoux si affacciano alcuni importanti palazzi storici, come il municipio cittadino. Oltre a questo potrai vedere:

  • l’edificio che ospitava l’Hotel de Couronne et de la Poste, un vecchio hotel di lusso nel cui cortile interno avveniva lo scambio delle diligenze che provenivano da Ivrea;
  • la casa dei conti Nicole de Bard, che fino alla fine del settecento ospitò lo scrittore savoiardo Xavier de Maiste;
  • la Maison Frassy, un elegante edificio che richiama lo stile liberty;
  • il Caffè Nazionale, ospitato sotto i portici del municipio. Questo è un vecchio bar aperto a metà dell’ottocento e che conserva tuttora la sala circolare in stile gotico.

Ecco un piccolo approfondimento sui due palazzi principali.

Hotel de Ville ^

Hotel de Ville di Aosta

L’edificio più importante presente su piazza Émile Chanoux è il municipio, o Hotel de Ville. Questo palazzo, costruito tra il 1838 e il 1842 ha uno stile neoclassico e prese il posto del preesistente monastero di San Francesco, appositamente abbattuto a metà dell’ottocento.

La sua facciata è imponente, dotata di un grande timpano triangolare con bassorilievi, sorretto da lesene con capitelli. Al piano terreno si sviluppa un lungo porticato, mentre a quello rialzato è presente un terrazzo su cui si aprono numerose porte. Negli interni ci sono svariate e importanti sale, tra cui il salone ducale e l’ex sala consiliare. Nel salone ducale c’è un bel soffitto affrescato con ritratti del duca Amedeo VI di Savoia, di Sant’Anselmo, di Jean-Baptiste de Tillier e di Renato di Challant. Nella seconda, invece, ci sono delle lapidi commemorative che celebrano la costruzione della ferrovia Aosta-Ivrea e la proclamazione della Repubblica.

Addossate ai lati dell’Hotel de Ville ci sono due statue in pietra che impersonificano i corsi d’acqua Buthier e Dora Baltea. La città di Aosta sorge proprio nel punto di confluenza di questi due fiumi.

Hotel des États ^

Facciata dell'Hotel de États ad Aosta

A sinistra del municipio c’è l’Hotel des États. Le sue origini sono nel settecento, quando fu costruito ad un solo piano. Solo successivamente, nell’ottocento, assunse le forme attuali con un secondo piano.

Al suo interno si riuniva l’assemblea degli Stati Generali e il Conseil des Commis, un’istituzione valdostana creata nel cinquecento che si occupava di legiferare su temi quali imposte, ordine pubblico e sanità e che era controllata dalla corona sabauda.

Oggi l’Hotel des États ospita mostre d’arte temporanee.

Anfiteatro Romano ^

Imbocca ora la via Anfiteatro. Sulla strada vedrai la facciata del monastero delle suore di Santa Caterina, oggi sede delle suore di San Giuseppe. L’ingresso ha una facciata ribassata rispetto al piano stradale e con un affresco protetto da una tettoia aggiunta recentemente. Dietro alle mura potrai vedere spuntare anche la chiesa del monastero. Proprio questo complesso nasconde al suo interno i resti dell’anfiteatro romano di Aosta, inglobati dentro a una costruzione medievale.

L’anfiteatro, costruito probabilmente intorno al 25 avanti Cristo, era posizionato dentro alle mura romane, nell’angolo nord orientale della città. Di forma ellittica, era di circa 86 metri per 73. La sua particolarità era di essere stato scavato al di sotto del livello del suolo, così che la cavea potesse addossarsi al terreno per ospitare ben 15.000 spettatori.

Purtroppo l’intera struttura, comprese le 60 arcate di cui era composto, vennero successivamente utilizzate come cava per costruire altri edifici e della struttura originaria rimangono solo alcune arcate inglobate in un altro palazzo. Queste furono inglobate nel palazzo che ospita le suore, quando fu costruito nel 1247.

Per questo motivo i resti dell’anfiteatro romano sono gestiti dalle suore che permettono di accedervi la mattina dalle 9.00 alle 11.30 e dalle 14.30 alle 17.30. Purtroppo questo è ciò che è scritto sulla carta, ma personalmente, dopo essermi presentato per due volte negli orari di apertura, ho deciso di lasciar perdere in quanto la visita non essere possibile, ogni volta per scuse differenti.

Torre dei Balivi ^

A poca distanza dai resti dell’anfiteatro romano, lungo le vecchie mura, potrai vedere spuntare la torre dei Balivi, o Tour du Baillage. Questa occupa l’angolo nord orientale della vecchia cinta muraria romana.

La torre dei Balivi risale al XII secolo, quando fu costruita su di una preesistente torre romana. Il suo nome è legato al conte Pietro II di Savoia che, dopo esserne entrato in possesso, la utilizzò come residenza del balivo, ovvero di un suo funzionario. Ospitò inoltre il tribunale e la relativa prigione.

Perso l’utilizzo di residenza dei balivi nel 1626, la torre dei Balivi continuò a svolgere la funzione di prigione fino al 1984. Oggi ospita al suo interno una scuola di musica.

Via Croix de Ville ^

Via Croix de Ville ad Aosta

Raggiungi ora via Croix de Ville. Questa strada si sviluppa in direzione nord-sud nell’estremità occidentale del centro storico di Aosta.

La Croix de Ville è un monumento posto all’inizio della strada e segnava anticamente l’incrocio tra Cardo e Decumano. Questo monumento, databile 1541, è formato da una colonna su di un basamento con geroglifici e simboli religiosi, sormontato da una croce in pietra grigia alta circa sei metri. La croce è conosciuta anche come Croce di Calvino, perché celebrava la cacciata dei calvinisti dalla Valle d’Aosta.

Via Croix de Ville è oggi una strada molto movimentata del centro cittadino, con numerosi negozi, bar e ristorantini.

Foro Romano di Augusta Pretoria ^

L’antico foro romano di Augusta Pretoria corrisponde all’attuale piazza Severino Caveri. Questa ospitava le attività amministrative e commerciali della colonia romana. Lo spazio è caratterizzato da una forma stretta e allungata e su tre lati era chiusa da un doppio porticato, oggi scomparso. A testimonianza di ciò ci sono però alcune colonne ricostruite, con una passerella a lato.

Qui si aprivano le botteghe e gli ingressi degli edifici pubblici utilizzati per governare la città. Nella parte meridionale del foro romano c’era l’accesso al Decumano Massimo, attraverso una piccola strada.

Cattedrale di Santa Maria Assunta ^

In pochi passi ti troverai in piazza Giovanni XXIII, ai piedi della cattedrale di Santa Maria Assunta. Questa era la zona sacra del Foro Romano, delimitata dal criptoportico. È proprio qui che nel IV secolo sorse il primo edificio di culto cristiano. Già nel suo stadio iniziale la cattedrale aveva dimensioni faraoniche. Gli spazi interni erano ad un’unica navata ed erano presenti un paio di battisteri. Alla struttura principale si aggiungevano gli spazi per il clero.

Per diversi secoli la cattedrale non subì modifiche, fino all’apertura del grande cantiere nell’XI secolo, che donò alla cattedrale buona parte dell’aspetto che possiamo vedere tuttora. Risalgono a questo periodo gli affreschi nel sottotetto della chiesa, visitabili acquistando l’apposito biglietto.

Anche nei secoli successivi vennero apportate variazioni alla struttura, come nel duecento quando due delle cinque absidi originarie vennero sostituite da un deambulatorio che corre intorno al coro. La maggior parte delle opere d’arte presenti all’interno risalgono al periodo tra il quattrocento e il cinquecento. Ad esempio l’alto coro è dotato di due stalli scolpiti intorno al 1460 che stanno sotto ad un crocifisso in legno del trecento. Nel pavimento ci sono invece due mosaici del XII e XIV secolo che rappresentano i mesi dell’anno e una serie di animali con i fiumi Tigri ed Eufrate.

L’altare maggiore è in marmo nero con intarsi colorati e con elementi in stile barocco. Ai lati due scalinate conducono alla cripta dell’XI secolo. Qui gli spazi sono divisi in tre navate scandite da colonnine medievali e colonne romane.

La facciata della cattedrale di Santa Maria Assunta si compone di due parti: l’atrio del XVI secolo dotato di un prospetto architettonico in cotto decorato con statue e affreschi che raffigurano scene della vita di Maria, e il frontone in stile neoclassico. Quest’ultimo, come si può vedere dal suo stile, risale ad un secondo momento: venne infatti aggiunto nel 1848.

Sul retro della chiesa spuntano le due torri campanarie, alte più di 60 metri, che risalgono alla costruzione romanica dell’XI secolo. Queste sono le stutture più alte di tutta la regione Valle d’Aosta.

Il Museo del Tesoro della Cattedrale ^

Nella navata destra c’è l’accesso al museo del Tesoro della Cattedrale, ospitato nel deambulatorio. Qui puoi vedere la cassa reliquiaria di San Grato, frammenti di vetrate del XII secolo, alcuni codici miniati, dei monumenti sepolcrali e una ricca collezione di statue in legno dipinte.

Il museo del Tesoro della Cattedrale restituisce uno spaccato sull’arte valdostana dal duecento al settencento, unendo pezzi propri della cattedrale di Santa Maria Assunta con altre opere provenienti da altre chiese della Valle d’Aosta.

Criptoportico ^

Al fianco della cattedrale di Santa Maria Assunta, sotto al livello stradale, c’è il criptoportico di Aosta. Questo serviva a delimitare e sopraelevare l’area sacra. La grande struttura seminterrata sorreggeva infatti il porticato che circondava due templi posti al centro, risalenti all’età augustea. Di questi templi rimane solo il lato lungo orientale del tempio orientale, che oggi si trova sotto all’arcidiaconato.

Il criptoportico circondava su tre lati l’area sacra e sorreggeva, lungo tutto il perimetro, un porticato superiore. La sua funzione era principalmente di sostegno e serviva a regolarizzare il dislivello naturale del terreno, oltre che delimitare lo spazio sacro.

Nonostante la sua posizione seminterrata il ricircolo d’aria e un po’ di luce naturale è garantita da delle aperture strombate poste a distanza regolare tra loro. Gli spazi interni sono invece organizzati su due gallerie parallele sostenute da pilastri centrali in pietra calcarea locale e collegati tra loro per mezzo di arcate. I soffitti sono chiusi da volte a botte, mentre i muri perimetrali sono in ciottoli spaccati e intonacati.

Durante il medioevo il criptoportico divenne un enorme deposito e una destinazione d’uso simile la svolse fino ai primi anni del Novecento, essendo usato come lungo insieme di cantine.

La posizione in cui sorge il criptoportico era anticamente parte del Foro.

MAR – Museo Archeologico Regionale ^

Facciata del MAR - Museo Archeologico Regionale di Aosta

Sede di antiche testimonianze sulla Valle d’Aosta è il MAR, il Museo Archeologico Regionale. Già la sua sede riporta nell’antichità, perché il palazzo in cui è ospitato il museo venne costruito sui resti romani della Porta Principalis Sinistra, trasformata in casa forte in periodo medievale. Successivamente divenne un monastero durante il XVII secolo e due secoli più tardi fu trasformato in caserma. La sua attuale facciata neolcassica risale a metà dell’ottocento e le decorazioni rappresentano gli stemmi dei Savoia e i ritratti delle celebrità della famiglia Challant che si distinsero per meriti militari.

Il percorso museale del MAR segue un ordine tematico-cronologico in cui i resti archeologici sono mischiati a scenografie e supporti multimediali, per meglio spiegare i pezzi esposti. L’aspetto particolare è il fatto che molti pezzi archeologici dispongano anche di una copia che i visitatori possono liberamente toccare per meglio comprendere quanto stanno vedendo.

All’interno del museo ci sono pezzi antichi risalenti anche al Mesolitico ovvero al X millennio avanti Cristo. Prosegue poi con stele antropomorfe fino ad arrivare ad epoche più “recenti” come l’età del ferro e la cività romana.

Torreneuve ^

Torreneuve di Aosta

Prosegui l’itinerairo alla scoperta di Aosta raggiungendo la Torreneuve. Questa fu costruita sul bastione dell’angolo nord occidentale della cinta muraria romana. La sua struttura in pietra è particolare: è a forma cilindrica, costruita su di una base quadrata. La sommità è dotata di merli, non proprio in ottime condizioni.

Il suo nome testimonia il fatto che fosse la torre più recente tra tutte quelle costruite in epoca medievale. Risale infatti al XIII secolo.

Per la costruzione della Torreneuve furono utilizzato blocchi di pietra calcarea prelevati dalle mura vicine. Al suo interno gli Challant infeudarono i nobili De Villa di Gressan. Successivamente, nel XV secolo, divenne proprietà della famiglia di nobili Rulliard, per poi passare ai Vaudan.

Mura Romane ^

Da Torreneuve inizia il tratto di mura romane meglio conservate di Aosta. Il perimetro della città Augusta Pretoria, antico nome di Aosta, era interamente racchiuso dalle mura. Queste misuravano quasi 728 metri nei lati più lunghi e 574 metri nei lati corti. Ogni lato avevo poi una porta d’accesso: porta Principalis Sinistra a nord, porta Pretoria ad est, porta Principalis Dextera a sud e porta Decumana ad ovest.

Tra la porta settentrionale e quella meridionale si snodava il Cardo Maximus, tra quella orientale e quella occidentale, invece, il Decumano Maximus.

Le mura romane erano composte da malta cementizia e ciottoli di fiume e sull’esterno erano rivestite con blocchi di travertino. L’altezza era di circa sei metri e mezzo e lo spessore alla base era di quasi due metri. Sulla sommità era ovviamente presente il camminamento di ronda.

Necropoli Fuori Porta ^

All’interno di una galleria c’è l’ingresso alla necropoli Fuori Porta. Purtroppo questa non è sempre aperta, ma per accedervi bisogna concordare la visita.

La necropoli Fuori Porta deve il suo nome al fatto che fosse circa 200 metri al di là del centro storico, fuori dalla porta Decumana, lungo la strada che conduce al colle del Piccolo San Bernardo. Al suo interno ci sono tombe di due tipologie: a incinerazione e a inumazione. La seconda è stata introdotta in epoca più recente, nel II secolo, ed è preponderante sulla prima.

Nella necropoli Fuori Porta ci sono anche tre edifici risalenti al IV secolo conosciuti come cellae memoriae, utilizzati sempre ai fini funerari.

Torre del Lebbroso ^

Concludi la visita del cuore del centro storico di Aosta con la torre del Lebbroso. Anche questa era un antico bastione romano, trasformato in residenza dai nobili Friour. La sua forma è massiccia e a pianta quadrata, affiancata da una torre sottile e dotata di merletti.

Proprio la torretta fa parte di un’aggiunta successiva, risale infatti al XV secolo e serviva ad agevolare l’accesso ai tre piani interni. Contestualmente vennero aperte le finestre ad arco sul lato meridionale.

Il nome di torre del Lebbroso è legato al fatto che nel 1773 venne acquistata dall’Ordine Mauriziano che la impiegò per rinchiudervi all’interno una famgilia di lebbrosi provenienti da Oneglia. Una testimonianza delle sofferenze di questa famiglia è stata affidata da Pietro Bernardo Guasco, morto nel 1803, allo scrittore Xavier de Maistre, che la raccontò nel romanzo Le lépreux de la cité d’Aoste.

Area megalitica di Saint-Martin-de-Corléans ^

A circa un chilometro e mezzo dal centro di Aosta c’è l’area megalitica di Saint-Martin-de-Corléans. Scoperta nel 1969 quest’area di circa un ettaro è una vivida testimonianza di un’evoluzione storica, dal Neolitico fino all’epoca moderna passando per età del Rame, del Bronzo, del Ferro e del Medioevo. I principali resti archeologici qui ritrovati vanno dal 4200 al 1100 avanti Cristo.

Attraverso un museo distribuito su due edifici collegati tra loro a sei metri di profondità potrai passare per sei sezioni che ricostruiscono i singoli periodi attraverso i resti trovati in questo luogo. Dai più antichi solchi di aratura, realizzati come un’azione rituale, a fosse circolari che contenevano macine e cerali risalenti al 4.200 avanti Cristo.

Successivamente, fino al II millennio avanti Cristo le testimonianzae sono degli elementi allineati tra loro: 24 pali in legno e 40 stele antropomorfe che celebravano personaggi quali guerrieri, divinità ed eroi. Solo in seguito l’area megalitica di Saint-Martin-de-Corléans fu trasformata in una zona funeraria. Ciò è testimoniato dai grandi megaliti tra cui potrai vedere un dolmen posizionato su di una piattaforma triangolare. Ci sono poi diverse tipi di sepolture, che continuarono anche nell’età del bronzo.

Acquedotto Grand Arvou e Petit Arvou ^

L’ultima tappa dell’itinerario alla scoperta di Aosta sono gli acquedotti Grand Arvou e Petit Arvou. Praticamente adiacenti tra loro, distano 5 chilometri dal centro cittadino e sono sulla collina di Porossan.

Questi due acquedotti fanno parte di un sistema più ampio di ru, ovvero canali irrigui utilizzati in tutta la Valle d’Aosta fin dai tempi dei romani per contrastare la scarsa piovosità che caratterizza la regione. Se inizialmente i ru erano solo canali, presto vennero affiancati dai ponti acquedotti. Il primo fu il ponte acquedotto di Pondel, nella Valle di Cogne, risalente al 3 avanti Cristo e lungo ben 50 metri.

I ponti acquedotti servivano quindi a trasportare acqua sia per irrigare vasti campi, che impiegata come forza motrice che alimentava ruote ad acqua per mulini e battitoi.

Il Grand Arvou fa parte del ru Prévot. Questo ru risale al 1300, quando Henry de Quart, prevosto della cattedrale di Aosta, decise che era necessario irrigare le terre della signoria di famiglia, poste sulle colline di Quart e di Saint-Cristophe.

Il Grand Arvou, il più grande dei due, è una struttura in muratura con pietra e calce parzialmente intonacata. Lungo ben 70 metri, scavalca la valle scavata dal torrente Parléaz. La struttura è protetta da un tetto con coperture in lose e dotata di alcune finestrelle che illuminano gli interni per ispezionarli. Qui l’acqua scorre in una larghezza di appena 40-50 centimetri.
Poco più in basso c’è il Petit Arvou, su cui puoi camminare. Il suo aspetto è infatti quello di un ponte pedonale. Il Petit Arvou incanala l’acqua del ru Champapon. Nonostante le dimensioni nettamente inferiori, l’acqua può scorrere su dei lastroni in pietra che raggiungono una larghezza di 1,8 metri.

Il Grand Arvou e il Petit Arvou erano talmente importanti che Henry de Quart li inserì tra i beni da trasmettere agli eredi quando fece testamento.

Cartina dell’itinerario di un giorno ad Aosta ^

Ecco la mappa dell’itinerario alla scoperta di Aosta in un giorno.

Scopri anche cosa vedere in una settimana in Valle d’Aosta.

Dove dormire ad Aosta ^

Aosta è la più grande città della Valle d’Aosta. Per questo motivo non faticherai a trovare una sistemazione nella quale dormire. A questo link trovi le numerose strutture presenti in città.

Se vuoi fermarti più giorni a visitare il centro cittadino o se arrivi in treno ti consiglio di scegliere una sistemazione nel centro cittadino. Sarà mediamente più costosa, ma sarai più comodo nell’organizzare il tuo itinerario e nel vivere la città anche di sera.

Se invece sei all’interno di un tour della Valle d’Aosta dove Aosta è solo una tappa, ti consiglio di scegliere un hotel poco fuori il centro. Questo costerà meno e, inoltre, sarai più comodo nel raggiungere le altre destinazioni in giro per la regione, soprattutto se sceglierai un paesino lungo le vie principali. Ad esempio puoi dare un’occhiata a queste sistemazioni o queste.

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Aosta in Un Giorno - Cosa VedereScopri l'itinerario di Aosta, con cartina, foto e descrizioni di tutto ciò che c'è da vedere in un giorno. Guida completa alla città.https://www.lorenzotaccioli.it/aosta-in-un-giorno-cosa-vedere/
Lorenzo Taccioli