Atri in Un Giorno – Cosa Vedere

Facciata della cattedrale di Santa Maria Assunta

Atri rappresenta per me una piacevole scoperta. Ho spesso sentito parlare dei suoi calanchi, il fenomeno naturale che caratterizza i crinali delle colline intorno al centro storico, e venendo in visita qui ho potuto vederli attraverso una piacevole passeggiata.

A sorprendermi è però stato il suo centro storico: estremamente curato e ricco di cose da vedere, sia sopra che sotto le sue vie…
In un giorno riuscirai a visitare tutta la città e, magari, ad assaggiare qualche suo prodotto tipico, come la liquirizia o il panducale!

Dove si trova Atri ^

Atri è una bellissima cittadina abruzzese in provincia di Teramo. Il suo centro storico sorge a un’altitudine di 442 metri sul livello del mare e da qui puoi godere di una bellissima vista sul panorama circostante. Il centro è distribuito sui colli Maralto, Muralto e Colle di Mezzo, tutti con affaccio sul vicino mare Adriatico.

I dintorni della città appartengono alla riserva naturale dei Calanchi di Atri, protetta dal 1995.

La liquirizia di Atri ^

Chi viene ad Atri non potrà fare a meno di conoscere il prodotto tipico di questa città: la liquirizia. Il suo nome scentifico, Glychyrrhiza glabra, deriva dal greco e significa radice dolce.

Questa pianta, la cui radice è utilizzata fin dall’antichità (venne ritrovata nel corredo funebre di Tutankamon), è presente in tutta l’area mediterranea, ma passeggiando per Atri ti capiterà di vederne numerose piante, soprattutto se farai uno dei percorsi intorno ai calanchi.

Piante di liquirizia nei dintorni di Atri

Prima di essere utilizzate come dolce, fu per secoli impiegata nella farmacopea, grazie alle sue doti calmanti contro il mal di fegato, le gastriti, le colichi renali, la tosse e anche per calmare la sete.

Ad Atri la liquirizia è presente dal XVI secolo, come confermato da una pergamena dell’archivio capitolare cittadino e la sua coltivazione era curata dai padri domenicani che ne sfruttavano la radice nella spezieria del convento, creando il loro medicamenta. Nel settecento cominciò anche la lavorazione a scopo industriale da parte di un tal Giovanni de Rosa che, arrivando dalla Calabria, aprì in Abruzzo una serie di opifici per lavorarla. Lo stabilimento dei de Rosa venne aperto a fine ottocento all’interno del convento dei padri domenicani.

Successivamente venne mantenuto il brand De Rosa, tutt’ora in commercio, ma l’azienda passò di mano a diversi gruppi imprenditoriali, ultimi dei quali furono i fratelli Menozzi che ancora oggi la detengono.

All’interno del centro di Atri potrai acquistare i prodotti a base di liquirizia in diversi punti: la bottega della liquirizia, dolci composizioni e l’alimentari Francia.

I calanchi di Atri ^

Atri è celebre per i suoi calanchi. Questi sono un fenomeno geomorfologico che si genera erodendo la roccia delle colline circostanti il centro storico. Affinché un calanco possa formarsi sono necessarie diverse condizioni:

  • un territorio prevalentemente argilloso, ma con una percentuale di sabbia;
  • una pendenza del terreno elevata;
  • l’esposizione a sud;
  • un clima che alterna stagioni piovose ad altre secche;
  • assenza di piante sul terreno.

In questo particolare terreno, le gocce d’acqua di un temporale appesantiscono il terreno che funziona come una spugna e le cui particelle si sciolgono e si aggregano e scivolano verso valle provocando la formazione di rigagnoli e scavando un fitto reticolo idrografico in miniatura. Arrivati a valle i detriti accumulati vengono trascinati via dai corsi d’acqua principali.

Percorsi escursionistici dei calanchi di Atri ^

Per visitare i calanchi di Atri sono disponibili due percorsi escursionistici. Entrambi sono ad accesso libero e sempre aperti e si trovano a pochi chilometri dal centro cittadino:

  • il primo percorso, quello più semplice, ha una lunghezza di circa 2 chilometri ed è percorribile in un’ora. Parte dal centro visite e procede sulla strada numero due, nota come “Strada di San Paolo“, fino a giungere alla Cappella di San Paolo. Giunto fino a qui tornerai poi indietro. La pendenza media è intorno al 17%;
  • il secondo percorso, quello più lungo, è invece un giro ad anello della lunghezza di 6 chilometri, percorribili in 2 ore. In questo caso la prima parte è in comune con il percorso più semplice, ma arrivato alla Cappella di San Paolo procedi per poi risalire dal versante opposto della collina. Il percorso è ben segnalato e presenta una pendenza media che varia tra il 9% e il 17%.

Cappella di San Paolo ^

Punto intermedio dei percorsi è la cappella di San Paolo. Questa piccola costruzione è lungo l’antica strada romana Hadria-Pinna. L’edificio a capanna è costruito sopra a un misterioso monolite, caratterizzato da incisioni e raschiamenti superficiali che si sono generati per prelevare quello che si pensava essere materiale taumaturgico. La pietra è di colore bianco e di una consistenza tenera ed emerge per circa un metro dal sottosuolo.

Cappella di San Paolo con pietra di San Paolo vicino ai calanchi

Secondo la leggenda questa pietra è quella dove nel 67 dopo Cristo venne martirizzato San Paolo Apostolo, anche se è più credibile che si tratti dei resti di un’ara precristiana dove viaggiatori e commercianti si fermavano a ringraziare gli dei, sacrificando qui degli animali in un rito propiziatorio. Altre ipotesi dicono che fosse un cippo militare, impiegato successivamente per cerimonie religiose.

Con il cristianesimo la pietra fu dedicata a San Paolo di Tarso. Oggi la cappella di San Paolo e il suo masso sono meta di pellegrinaggi dove intere famiglie arrivano silenziosamente e a piedi per far ‘curare’ bambini affetti da rachitismo. Il bambino viene spogliato e lavato con vino purificatore direttamente sulla pietra, mentre la persona più anziana accompagna la cerimonia cantando una nenia. Alla conclusione della cerimonia il bambino viene fatto mangiare e vestito con abiti nuovi. Si termina poi il tutto raschiando con un piccolo coltellino il materiale polveroso della pietra, deponendolo in un piccolo sacchettino.

Cosa vedere ad Atri ^

Puoi visitare tanti angoli differenti di Atri. Inizia dai dintorni del centro storico, con i calanchi che l’hanno resa celebre e che si lasciano guardare lungo un giro panoramico nelle campagne a poca distanza dal cuore della città.

Raggiungi poi il centro storico e visita le sue antiche chiese, le belle piazze e i monumenti. Prima di lasciare la città puoi però sfruttare un altro punto di osservazione: Atri sotterranea, con il suo intricato sistema di antiche cisterne che garantivano l’approvvigionamento idrico alla città.

Dopo essere stato ai calanchi, ecco cosa puoi vedere nel centro cittadino.

Cattedrale di Santa Maria Assunta ^

La cattedrale di Santa Maria Assunta, ovvero il duomo di Atri, è una chiesa piuttosto antica ad Atri. Questa risale al XII secolo e nel secolo successivo subì una ricostruzione totale in stile gotico. Nella sua cripta si ritrovano però i resti di strutture preesistenti, come una cisterna romana.

La struttura della cattedrale di Santa Maria Assunta ha diversi elementi che raccontano delle revisioni subite durante i secoli. Ad esempio non è presente un transetto ne un abside e le tre navate hanno larghezze particolari: la centrale è più stretta delle due laterali. La cappella del coro è l’unico elemento chiuso da volte e qui c’è il ciclo d’affreschi di Andrea Delitio. Questi narrano le storie della vita di Maria e di Gesù e risalgono al quattrocento.
Il campanile è posizionato a metà della navata sinistra, in una posizione decisamente insolita. Questo risale al periodo tra il XIII e il XV secolo e termina in una cella con cuspide.

Sulla facciata puoi vedere il portale in stile atriano sormontato dal rosone, mentre il fianco laterale posto a sud è dotato dai ricchi portali databili tra il 1288 e il 1305.

Altare e affreschi nell abside della cattedrale di Santa Maria Assunta

Chiesa di Santa Reparata ^

La chiesa di Santa Reparata è invece più recente. Questa risale al settecento ed è adiacente alla navata destra della cattedrale di Santa Maria Assunta. Quando fu edificata prese i posto di una precedente chiesa risalente al XIV secolo.

Al suo interno potrai vedere un grande baldacchino in legno che ricorda quello di Bernini nella basilica di San Pietro. Questo è posizionato all’incrocio dei due bracci e risale al 1677, quando come attestato dall’iscrizione sull’archivolto destro della struttura, si trovava nel mezzo del coro della cattedrale. Solo negli anni settanta dello scorso secolo venne spostato in questa posizione, in quanto la sua presenza era di grande disturbo nella fruizione degli affreschi di Delitio.

Museo capitolare ^

Al fianco della Cattedrale e dietro la chiesa di Santa Reparata sorge il museo capitolare. Isistuito già nel 1914, raccoglieva al suo interno le opere provenienti dalla cattedrale e dalle altre chiese cittadine. Col tempo la sua collezione è aumentata, anche grazie alle donazioni dei privati.

Tra i pezzi che puoi trovare al suo interno ci sono alcune oreficerie sacre, codici miniati e sculture anche del XIII secolo, arredi in legno, parametri sacri, ceramiche abruzzesi e tanto altro. Suggestivi sono anche gli spazi in cui il museo capitolare è ricavato, all’interno del chiostro collegato direttamente alla catterdale di Santa Maria Assunta.

Teatro comunale ^

Torna in piazza Duomo e davanti alla facciata della cattedrale di Santa Maria Assunta troverai il teatro comunale. Noto anche come teatro Piceno, nel 1872 prese il posto della chiesa di Sant’Andrea e del collegio dei gesuiti. I lavori durarono nove anni e regalarono alla città un piccolo ma curato teatro. La sua facciata ha linee sobrie e risponde ai canoni neoclassici. Per mezzo di tre portoni ad arco a tutto sesto puoi accedere agli spazi interni. Questi sono sormontati da un terrazzo dotato di tre porte in linea con gli ingressi principali e, ancora sopra, un frontone triangolare è decorato da statue. Sui lati della facciata trovano posto quattro nicchie ad arco.

Facciata del teatro comunale di Atri

Gli interni sono organizzati a forma di ferro di cavallo e decorati con stucchi, anch’essi neoclassici. Gli ambienti sono scanditi per mezzo di colonne doriche e ioniche e le volte degli ambienti sono dipinte con figure allegoriche femminili che rappresentano la Poesia e la Lirica. Gli spettatori trovano posto su tre ordini di palchi con intarsi scolpiti a mano e un loggione da 200 posti. La volta della sala principale del teatro comunale è infine arricchita da un affresco di un cielo turchino illuminato, su cui si trova la musa simbolo della melodia su un cocchio di cavalli alati, circondati da personaggi con strumenti musicali.

Il telone del palcoscenico è invece un omaggio a uno dei personaggi più celebri tra le persone nate ad Atri: l’imperatore romano Adriano.

Palazzo Mambelli ^

Un altro dei lati di piazza Duomo ad Atri è chiuso da palazzo Mambelli. Questo edificio è l’abitazione che in epoca ottocentesca appartenne al filosofo e matematico Ariodante Mambelli, da cui il nome.

Palazzo Mambelli richiama nello stile il teatro comunale, è infatti dotato di cinque archi a tutto sesto al pian terreno con sopra delle porte finestre sormontate da timpani triangolari e frontoni rettangolari alternati. Il vero tesoro è però al suo interno, grazie alla presenza del mobilio storico, di affreschi preziosi e della collezione di lettere e documenti storici.

Al pian terreno di palazzo Mambelli trovano posto alcuni esercizi commerciali, tra cui un bar con dehor esterni. I piani superiori ospitano eventi e vengono aperti al pubblico solo alcuni giorni l’anno.

Auditorium della chiesa di Sant’Agostino ^

Sulla piazza centrale di Atri c’è anche l’auditorium ricavato nella chiesa di Sant’Agostino. Questa chiesa risale al trecento ed è costituita da un’unica navata coperta da capriate in legno. Al termine della navata c’è un grande abside poligonale decorato esternamente con cornici ad archetti trilobati.

La facciata della chiesa di Sant’Agostino è in laterizio e arricchita dal portale ad arco chigliato, risalente al 1420. Il portale è definito da colonnine sormontate da capitelli con le statue di Santa Caterina e Santo Monaco, mentre in alto è rappresentato Sant’Agostino e, sopra, Dio in posa benedicente.
All’interno delle ghiere degli archi c’è una successione di formelle con Gesù, gli apostoli, i profeti e i simboli degli evangelisti.

Chiesa di San Francesco ^

Facciata della chiesa di San Francesco - Atri

Imbocca ora corso Elio Adriano che ti porterà fino al cospetto della chiesa di San Francesco. Questa ha una facciata decisamente scenica, che si innalza dietro a una doppia scalinata. La sua forma è ad ali inflesse, ovvero leggermente piegata lateralmente. Verticalmente è suddivisa in quattro sezioni: al piano terreno c’è una piccola cappella con la statua della Madonna, ispirata alla grotta di Lourdes. Al piano rialzato il portale settecentesco è all’interno di una cornice in pietra chiara e con timpano spezzato. Qui trova posto anche un bassorilievo che raffigura le stimmate di San Francesco. Al piano superior un grande finestrone barocco che illumina gli interni e, infine, sulla sommità c’è il timpano triangolare dotato di meridiana.

Sul lato destro puoi trovare i resti dell’antica chiesa medievale di San Francesco e un portale quattrocentesco con un bassorilievo che rappresenta San Francesco.

Le origini della chiesa di San Francesco sono nel 1226, dopo la morte di San Francesco d’Assisi che qui aveva fondato una piccola comunità. All’epoca la chiesa era la più grande di tutto l’Abruzzo e nei secoli subì diverse modifiche, anche per far fronte a una competizione artistica con i frati domenicani, arrivati successivamente ad Atri. Purtroppo il terremoto del 1690 distrusse buona parte dell’edificio, che venne ricostruito nelle forme attuali e in dimensioni inferiori.

Gli interni della chiesa di San Francesco sono oggi organizzati su di un’unica navata e le due laterali sono state riutilizzate come cappelle.

Piazza Duchi d’Acquaviva ^

Piazza Duchi d'Acquaviva

Procedendo fino in fondo a corso Elio Adriano arriverai alla piazza Duchi d’Acquaviva. Questo è un grande spazio sgombero a pianta rettangolare. A stupire, qui, sono soprattutto i palazzi che vi si affacciano: splendidi edifici residenziali su di un lato e il palazzo ducale d’Acquaviva sull’altro.

Piazza Duchi d’Acquaviva è senza dubbio una delle piazze più curate di tutta Atri e durante l’anno ospita svariati eventi.

Palazzo Ducale d’Acquaviva ^

Il palazzo Ducale d’Acquaviva è senza dubbio l’edificio più importante della piazza. Questo risale al XIV secolo ed è composto da muri robusti in pietra squadrata. Questo materiale venne prelevato dalle mura cittadine e diede vita a una facciata lineare e austera. Come puoi vedere, una seconda parte in laterizio, risalente al XVI secolo, affianca il corpo principale. Lo scopo iniziale dell’edificio era quello di progeteggere i suoi abitanti. Era infatti concepito come fortezza militare.

Varcando l’ingresso del palazzo Ducale d’Acquaviva ti ritroverai nel suo cortile interno, organizzato su ampi archi ogivali che poggiano su dei massicci pilastri ad angolo. Qui trovi anche un sarcofago con il mito di Dioniso.

Le sale interne, utilizzate come municipio cittadino, sono invece decorate da affreschi ottocenteschi, che presero il posto di quelli rinascimentali.

All’interno del cortile del palazzo Ducale c’è anche l’ingresso alle cisterne romane, visitabili in determinati orari. Queste fanno parte del complesso sistema idrico cittadino costituito da grandi conserve d’acqua, situate in posizioni sommitali e in punti strategici della città. La loro funzione era conservare l’acqua piovana per utilizzarla poi in periodi prolungati nel tempo.

Anticamente ad Atri erano presenti diversi inghiottitoi che permettevano di raccogliere l’acqua piovana. Questi erano dotati di filtri a carbone e rocce carbonatiche ed erano posizionati sotto le piazze e gli atri della abitazioni più antiche.

Le cisterne presenti sotto al palazzo ducale risalgono al III secolo avanti Cristo e avevano più inghiottitoi per l’acqua e pozzetti di scarico ancora visibili negli ambienti. Queste cisterne sono nove ed hanno dei corpi lunghi 14,7 metri per 5,88 di larghezza. Queste sono inoltre impermeabilizzate attraverso l’antica tecnica dell’opus signinum.

Chiesa di San Nicola di Bari ^

Facciata della chiesa di San Nicola di Bari - Atri

Nonostante la chiesa di San Nicola di Bari fosse già esistente alla fine del XII secolo, questa risale a una ricostruzione del 1256, come riportato in una lapide visibile oggi nei pressi del battistero.

La chiesa di San Nicola di Bari ha una pianta longitudinale, divisa in tre navate, con quella centrale che si conclude in un abside semicircolare. Gli interni hanno uno stile gotico e sono scanditi attraverso sei arcate a sesto acuto con pilastri in cotto. Ognuno di questi è chiuso da un capitello differente. Inoltre una grande arcata a tutto sesto definisce l’accesso alla zona del presbiterio. Gli interni sono decorati in maniera sobria, e puoi trovarci l’affresco quattrocentesco della Madonna col Bambino fra i Santi Rocco e Sebastiano.

La facciata della chiesa di San Nicola di Bari conserva l’aspetto originario ed è dotata di un portale sobrio con sopra un lunettone dal profilo archiacuto. Duecentesco è anche l’oculo sopra all’ingresso, mentre più recenti sono le lunghe e strette finestrelle poste sui lati.

Alla destra della chiesa c’è il campanile a torretta, chiuso da un tetto a due falde.

Chiesa del Santo Spirito ^

Facciata della chiesa del Santo Spirito di Atri

Procedi la visita tra le cose da vedere ad Atri con la chiesa del Santo Spirito. Posta sul lato occidentale del centro venne costruita sul finire del duecento per i frati agostiniani scalzi. Solo più tardi passò alle monache agostiniane che introdussero il culto di Santa Rita da Cascia, da cui il secondo nome di Santuario Santa Rita. Le stesse monache operarono svariate modifiche alla chiesa, tra il settecento e l’ottocento, conferendole l’attuale stile barocco.

La facciata è dotata di un portale d’ingresso rinascimentale cinquecentesco, prelevato dalla chiesa cittadina di Sant’Antonio dei Cappuccini, oggi scomparsa. Al di sopra, tra due finestre ospitate in archi a tutto sesto, c’è il bassorilievo ospitante lo stemma della morte. Sulla sinistra il campanile a vela presenta due monofore sulla sua altezza.

Gli interni della chiesa del Santo Spirito sono anch’essi in stile barocco e organizzati su di un’unica navata. La decorazione del soffitto, dotato di lampadari in vetro di Murano, risale alla seconda metà del settecento.

Rocca Capo d’Atri ^

Fuori dalla chiesa del Santo Spirito puoi vedere la Rocca Capo d’Atri, ovvero quel che resta di una fortezza costruita nel 1392 sul luogo in cui sorgeva il vecchio castello della rocca. Questo luogo venne anticamente impiegato anche come palazzo estivo dai vescovi locali.

Rocca Capo d'Atri

All’interno della rocca Capo d’Atri trovavano posto un gran numero di soldati e i rifornimenti di armi e munizioni. La sua posizione panoramica permise durante i secoli di respingere molti attacchi, ma nonostante ciò durante il settecento venne abbandonata e cadde in rovina.

Dell’intera struttura, oggi rimane solo un grande bastione e un pezzo delle antiche mura. È possibile entrare all’interno della rocca per mezzo di una scala a chiocciola che conduce a una grande sala, probabilmente impiegata per le riunioni plenarie. Sui muri laterali ci sono dei piccoli fori attraverso i quali era possibile osservare ciò che avveniva all’esterno, mentre sul lato sinistro trovano posto quattro cisterne dotate di un sistema di filtraggio dell’acqua piovana. Queste servivano a garantire acqua potabile durante i periodi di assalto alla città.

Belvedere Domenico Martella ^

Dalla rocca prendi la via Circonvallazione nord e raggiungi il belvedere Domenico Martella. Questa terrazza panoramica è dedicata alla memoria del sindaco noto anche come Mimì Ciacarest, scamparso nel 1992, ma molto amato dalla comunità locale.

Dal belvedere Domenico Martella puoi affacciarti e godere dei calanchi che circondano la città, ma anche della grande vallata del Vomano che giunge fino al Gran Sasso e che solo in piccola parte mostra i segni dell’intervento dall’uomo. A rendere ancora più bello questo piccolo angolo di Atri ci sono le varie statue sparse sulla terrazza. Sculture in pietra che rappresentano figure dai volti umani emergere dalla roccia. Buona parte di queste derivano dal Simposio internazionale di scultura del 1995, durante il quale dieci scultori hanno lavorato dei blocchi di marmo di Carrara, direttamente all’aperto sotto agli occhi dei passanti.

Chiesa di San Giovanni Battista ^

Tra le cose da vedere ad Atri c’è un’altra chiesa, quella di San Giovanni Battista. Questa è anche nota come chiesa di San Domenico, perché venne ricostruita a cavallo tra il XIII e il XIV secolo dai padri Domenicani. Sull’archivolto della facciata sono raffigurati i volti del vescovo Bernardo e del vescovo Pietro d’Atri.

Della struttura trecentesca rimangono la parte inferiore della facciata e l’ingresso al convento domenicano, mentre tutto il resto è risalente alla ricostruzione cinquecentesca e al rimaneggiamento del secolo successivo. A stupire è il portale d’ingresso evidenziato dal cordolo che si sviluppa sopra al lunettone, arricchito sul vertice da una formella che racchiude l’Agnus Dei. Questo è fiancheggiato da due leonesse che simboleggiano la Chiesa che vigila sul figlio di Dio. Sopra all’agnello c’è invece il simbolo della rosa di Sion, utilizzato anche nel sigillo dei Cavalieri Templari che avevano il proprio castello nella vicina Cerrano.

La sommità della facciata è invece chiusa attraverso un insieme di archetti pensili e dentelli classici, risalenti alla revisione cinquecentesca.

L’aula della chiesa attuale venne ricavata dalla navata maggiore della chiesa precedente ed è fiancheggiata da cappelle laterali con altari in stucco. Lo stile tardo barocco della chiesa è esaltato attraverso l’affresco della volta centrale che rappresenta l’Espansione dell’Ordine Domenicano nei quattro continenti.

Porta San Domenico ^

Porta San Domenico - Unica porta antica di Atri

Percorrendo la strada del belvedere, lunga ben 2 chilometri, giungerai all’unica porta cittadina che è arrivata ai giorni nostri. Questa è porta San Domenico, praticamente adiacente alla chiesa di SanGiovanni Battista.

Sul lato esterno della porta San Domenico, sopra all’arco ad ogiva, c’è ancora oggi lo stemma della casa Acquaviva d’Aragona. Questo rappresenta un leone rampante coronato.

Teatro romano di Atri ^

L’itinerario tra le cose da vedere ad Atri è ormai concluso. Prima di lasciare la città raggiungi il teatro Romano, riportato alla luce nel 1993. La sua scoperta avvenne per l’intuizione di uno studente che ipotizzò essere qui, in corrispondenza della vecchia stazione degli autobus, il teatro risalente al I o II secolo dopo Cristo.

Quella che è emersa è una struttura di 70 metri di diametro che poteva contenere fino a diecimila spettatori seduti. Nei secoli il convento dei gesuiti prima e alcune abitazioni poi, presero il posto del teatro romano. Di epoca rinascimentale è invece la cisterna posizionata sul lato posto in direzione della città.

Particolare è anche il fatto che molti dei mattoni utilizzati avessero il simbolo PH che stava per Hatrianus Populus (popolo atriano) e ciò significa che quei mattoni provenivano dalle fornaci cittadine.
Oltre ai resti del teatro romano, qui sono emersi numerosi altri reperti, come piatti, pipe, lucerne e statuine in terracotta.

Atri sotterranea ^

Prima di lasciare il centro storico di Atri, se hai tempo a disposizione, ne puoi approfittare per visitare i sotterranei della città. Al di sotto dei vicoli e delle piazze c’è un grande impianto idrico con cisterne, fontane, grotte e cunicoli di epoca preromana, reimpiegato per convogliare l’acqua in punti prestabiliti durante l’antichità.

Al di sotto dell’attuale Atri erano dunque presenti numerose cisterne, come sotto la cattedrale, sotto il palazzo Acquaviva, nei pressi del teatro romano e a Capo d’Atri. Queste erano alimentate dagli inghiottitoi presenti nelle piazze principali che servivano anche da superifici di raccolta per convogliare l’acqua in piccoli canaletti sotterranei.

La struttura più antica è quella della cattedrale, risale infatti al IV secolo avanti Cristo ed è dotata di una vasca dalla base quadrata di 24 metri per lato. Le pareti, note come mura ciclopiche, sfruttano il muro di un tempio pagano e le volte sono piastrellate dall’età imperiale, come isolamento dall’umidità. Successivamente il luogo divenne la cripta della cattedrale e le volte della cisterna furono affrescate tra il XIV e il XV secolo.

Altra importante tappa nell’Atri sotterranea, sono Le Grotte, ovvero un intricato sistema di cunicoli scavati nella roccia, raggiungibili appena fuori dal centro storico. Questa zona ha una superificie di 700 metri quadri e in alcuni punti conserva tuttora i segni delle chiuse e dei cordoli idraulici che permettevano di conservare l’acqua.

Per visitare questa parte del centro potrai prendere parte a una visita guidata, oppure visitare la cripta della cattedrale durante la visita della chiesa e le cisterne del palazzo ducale Acquaviva durante il loro orario di apertura, tendenzialmente la mattina.

Mappa dell’itinerario di Atri un giorno ^

Ecco la mappa dell’itinerario tra le cose da vedere ad Atri in un giorno. Se sei in estate ti sconsiglio di fare il giro dei calanchi nelle ore centrali, perché molto esposto al sole. Prediligi quindi la mattinata o le ore del tardo pomeriggio. Raggiungi questa parte della città in automobile e dopo il percorso dei calanchi spostati in auto fino al centro storico per continuare la visita.

Atri è l’ultima tappa del mio viaggio in Abruzzo. Leggi tutte le tappe nella guida alla scoperta della regione.

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Atri in Un Giorno - Cosa VedereEcco l'itinerario per scoprire Atri in una giornata. Visita il suo antico centro storico, le botteghe di liquirizia e i celebri calanchi...https://www.lorenzotaccioli.it/atri-in-un-giorno-cosa-vedere/
Lorenzo Taccioli