Bologna è la città più grande tra quelle vicine a casa: in poco meno di un’ora riesco a raggiungerla. Nel periodo universitario, nonostante non ci studiassi, mi capitava spesso di frequentarla per qualche festa o pomeriggio di svago.
Mi è sempre piaciuta come città, confrontandola ad altre metropoli italiane apprezzo molto la storia che vi si respira e la conservazione delle sue bellezze. Bologna è conosciuta nel mondo, oltre che per le torri, per i suoi portici ed il motivo è presto detto: la loro lunghezza è di 38km, che si estende a 53km se vengono considerati anche quelli al di fuori del centro storico.
La nascita dei portici risale già all’anno 1000 quando a causa di un rapido incremento della popolazione dovuto all’arrivo di parecchi studenti nella città universitaria ci fu una prima emergenza abitativa. Molte case furono ampliate allungandone i solai, ma questa operazione ne ridusse drasticamente la stabilità della struttura che, per essere mantenuta in piedi, aveva bisogno di sostegni da sotto: le colonne che furono aggiunte andarono a creare i portici.
La massiccia creazione dei portici però fu dovuta ad un bando comunale della fine del 1200, dove si costringeva chi costruiva una nuova casa a predisporne anche il portico e chi era proprietario di una casa già esistente che ne fosse sprovvista ad aggiungerlo. Questi portici dovevano essere mantenuti dai proprietari delle case, ma garantendo al comune l’utilizzo pubblico.
La mia visita parte da Piazza Verdi, nel cuore della zona universitaria della città, dove sono soliti ritrovarsi tantissimi studenti, sedendosi a terra. Questa piazza è stata spesso al centro di discussioni proprio per l’utilizzo che ne viene fatto dagli studenti. Qui ha sede il teatro comunale e viene attraversata da via Zamboni la quale attraverso i suoi portici conduce dritto alle due torri.
Se nel passato si potevano contare fino a 100 torri, oggi ne sono rimaste 24. Le torri venivano innalzate, con molta probabilità, come simbolo di potere dalle famiglie più potenti della città ma anche come strumento di difesa. Le due più famose sono la torre degli Asinelli e la torre Garisenda, così chiamate per i nomi delle famiglie che le commissionarono furono entrambe costruite all’inizio del XII secolo. La più alta delle due è quella degli Asinelli e si pensa che nel passato fosse ancora più alta, circa di 25 metri, poi ridotta in un rifacimento della fine del ‘400. Ebbe diversi utilizzi, tra cui quello di prigione.
Per un breve periodo le due torri furono anche collegate da una struttura di legno, ma i diversi incendi di cui furono vittime (dovuti anche a fulmini) ebbero la meglio.
A poca distanza dalle due torri si trova il Palazzo della Mercanzia, conosciuto anche con il nome di Loggia dei Mercanti o Palazzo del Carrobbio. Inizialmente ospitava il “Foro dei Mercanti“, mentre già dall’inizio dell’800 è sede della camera di commercio.
Una delle più belle piazze di Bologna è Piazza Santo Stefano, ottimamente conservata è contornata da portici ed è sede delle famose sette chiese. Su questa piazza si affaccia anche il Palazzo Bolognini Amorini Salina con le sue teste in terracotta che guardano i passanti.
Si narra che la basilica di Santo Stefano sia stata ideata da San Petronio, come imitazione del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Conosciuta anche come basilica delle sette chiese perché in un’unica struttura sono raggruppate diversi edifici sacri, come in un puzzle assemblato alla meno peggio che gli dona però un aspetto del tutto particolare.
Abbandonata Piazza Santo Stefano si può raggiungere la piazza principale di Bologna: piazza Maggiore, adiacente alla piazza del Nettuno e sulla quale sorgono diversi edifici storici.
Il palazzo più antico, risalente al XIII secolo, è il palazzo del Podestà che fu eretto come sede per lo svolgimento delle funzioni pubbliche. A breve distanza, circa cinquant’anni dopo, venne eretto anche il palazzo Re Enzo, come ampliamento degli esistenti uffici comunali. Il nome del palazzo è curiosamente dovuto alla carcerazione in questo stabile di Re Enzo di Sardegna, figlio dell’imperatore Federico II di Svevia, probabilmente al secondo piano del palazzo.
Imponente e maestosa è la Basilica di San Petronio, tuttora incompiuta, ma con il titolo della sesta basilica più grande d’Europa, oltre ad essere la chiesa gotica in mattoni più grande del mondo. La sua costruzione cominciò alla fine del 1300 e per poter raccogliere i fondi necessari vennero inserite una serie di tasse e multe sulle pene inflitte ai cittadini in tribunale.
La particolarità della facciata è dovuta alla sua doppia fascia: una rivestita in marmo, e l’altra in laterizio semplice, che avrebbe permesso poi l’ancoraggio del marmo in un secondo momento.
All’interno della basilica è presente un affresco che rappresenta Maometto all’inferno e per questo la piazza è tenuta costantemente sotto monitoraggio.
Il comune è invece oggi ospitato in Palazzo d’Accursio (o comunale) che come molti altri palazzi storici risulta essere l’unione di diversi edifici. Il palazzo si allunga anche sulla vicina Piazza del Nettuno, dove sorge l’omonima Fontana del Nettuno che fu costruita tra il 1564 ed 1565 e per la quale venne abbattuto un intero isolato.
Da piazza Nettuno dal 2001 è possibile accedere alla vasta biblioteca Salaborsa, ospitata in palazzo d’Accursio che attraverso una pavimentazione trasparente consente di ammirare resti storici che spaziano fino al VII secolo a.c..
Un’altra piazza molto bella di Bologna è Piazza Minghetti, risalente alla fine dell’800, si tratta di una piazza-giardino e deve il suo nome alla statua di Marco Minghetti, celebre statista bolognese durante il risorgimento.
Per chi ama i portici una delle più belle passeggiate da fare a Bologna è la camminata che dal centro conduce fino a San Luca. Il santuario di San Luca è sicuramente uno dei simboli della città, che si riesce a vedere chiaramente anche dall’autostrada quando ci si avvicina a Bologna, grazie alla sua posizione rialzata. I portici del percorso sono circa 600 e si sviluppano per quasi 4 km dal centro.
Nel 1674 inizia la sua costruzione con la creazione dell’arco Bonaccorsi nelle vicinanze di Porta Saragozza. Sulla via Saragozza si trova anche l’arco del Meloncello; il percorso prevede un dislivello di circa 220 metri ed è anche per questo che nel 1930 fu prevista la realizzazione di una funivia per raggiungere il santuario. Le polemiche a riguardo furono però molto forti ed il progetto fu annullato.
Lungo il percorso, a tratti faticoso a causa della sua pendenza, si incrociano molti sportivi che fanno jogging. Probabilmente è meglio prendersela con calma se non si è molto allenati.