Ormai siamo agli sgoccioli del nostro tour di una settimana in Provenza. Dopo aver visitato la città fortificata di Aigues Mortes, vogliamo tornare verso oriente e verso l’Italia, cominciando di fatto il nostro rientro. Il tragitto però prevede ancora diverse soste e un paio di giorni di visite prima di rientrare ufficialmente in patria. Nell’immediato abbiamo deciso di visitare la splendida area naturale della Camargue e di raggiungere anche la Salin de Giraud, dove il panorama si fa davvero mozzafiato.
La Camargue è un’area naturale incontaminata nel sud della Francia, proprio sotto la Provenza. Questa regione si estende sul delta del fiume Rodano, dove sfocia nel mar Mediterraneo, che attraverso la biforcazione in Piccolo Rodano a ovest e Grande Rodano a est, delimita l’intera area.
L’intera zona è paludosa, ma la visita è estremamente suggestiva.
Tutta l’area della Camargue è ora all’interno del Parc Naturel Régional de la Camargue, nel quale si tenta di mantenere un equilibrio tra turismo, agricoltura, industria e un ecosistema delicato che deve continuare a vivere.
La Camargue è divisa in due parti dalla laguna dell’étang du Vaccarès, che insieme alle sue isole interne è proibito visitare. La parte più nota ai turisti è il lato occidentale della Camargue, ma in un’intera giornata si riesce a visitare anche quello orientale. Sulla parte ovest si trova la cittadina di Saintes-Maries-de-la-Mer, affacciata direttamente sul mare.
Arrivando in automobile all’interno della Camargue non ci si deve certo aspettare un panorama ordinato e idilliaco. Tutt’altro, la Camargue è selvaggia e disordinata, la natura cresce rigogliosa ma sotto ad un clima arido che rende spesso secco e giallo tutto quello che si trova intorno.
Le poche strade corrono parallele alla vegetazione e, di tanto in tanto, si aprono su piccoli laghetti. Cosparsi lungo il tragitto sono numerosi i punti di osservazione che permettono di rialzarsi e di godere del panorama circostante. Bisogna prestare massima attenzione, invece, se si decide di passeggiare su sentieri non segnalati: le canne e le erbacce possono celare pozzanghere o piccoli stagni.
Se siete interessati nel fare un trekking all’interno della Camargue e avete sufficiente tempo a disposizione, potete prendere il Draille de Cacharel, un sentiero all’interno della zona occidentale, che ricalca un tragitto dei mandriani lungo circa nove chilometri. L’inizio si trova circa a quattro chilometri a nord di Sainte-Maries-de-la-Mer, poco più in su di Méjanes.
La Camargue è famosa anche per i suoi animali che si trovano selvaggi all’interno del parco naturale. Conosciuta per lo più per i fenicotteri e i cavalli bianchi, questi si trovano sparsi un po’ per tutta la zona. Procedendo in automobile è infatti possibile vedere alcune mandrie di cavalli correre insieme o riposarsi sotto il caldo torrido. Gli spazi per loro sono veramente ampi e verso sera i proprietari li raggiungono per dargli una spazzolata o verificare le loro condizioni.
Se l’avvistamento degli animali è uno dei motivi principali che vi porta in Camargue, non potete mancare il Parc Ornithologique de Pont de Gau, aperto dalle 9.00 alle 19.00 nei mesi estivi e dalle 10.00 alle 18.00 da ottobre a marzo. Questo parco ornitologico si trova lungo la strada, in direzione di Sainte-Maries-de-la-Mer e vi permetterà di osservare al meglio gli uccelli di questa regione e, di tanto in tanto, qualche cavallo. Alcuni sentieri ben segnalati permettono di visitare tre diverse lagune, all’interno di una palude di ben trenta ettari. Come nel resto della Camargue, i cavalli e i fenicotteri non temono la vicinanza delle strade e sono abituati a guadare le lagune dove l’acqua gli arriva alle ginocchia. In apposite voliere sono tenuti anche specie più rare, come gufi e avvoltoi.
I mandriani della Camargue, conosciuti con il nome di Gardians, allevano una razza di cavalli dalle origini incerte e molto rara: oltre che essere estremamente resistente alle condizioni atmosferiche locali (caldo torrido d’estate e freddo e vento durante gli inverni), hanno la particolarità di nascere scuri (marroni o neri) e diventare bianchi poi dal quarto anno d’età. Questi cavalli vivono principalmente all’aperto, sia d’estate che di inverno, in uno stato di semilibertà.
Inizia a tramontare il sole e, anziché tornare verso l’albergo, proseguiamo verso sud all’interno della Camargue. Le distanze non sono lunghe, ma lo sono in compenso i tempi di percorrenza: le strade, anche se sgombre, sono strette e in più è bello guardarsi intorno mentre viaggiamo qui.
Raggiungiamo la Salin de Giraud, dove ceniamo con qualcosa di comprato al supermercato. Questa salina rappresenta un angolo naturale di rara bellezza, seppure molto arido.
Siamo nel lato orientale della Camargue, al di là dell’étang de Vaccarès e, attraverso la Route de la Mer, percorriamo una delle poche strade che si allunga in profondità all’interno della palude.
La Salin de Giraud è un piccolo agglomerato di case che vive incentrata sulla salina e sul piccolo polo chimico che la circonda.
Proseguendo lungo la Route de la Mer si arriva ad un punto panoramico sulla Salin de Giraud. Sarà impossibile non notarlo, perché sul lato destro della strada si apre un grande spiazzo dove è possibile parcheggiare la macchina e, a pochi passi di distanza, una collina che sormonta il paesaggio.
Saliamo a piedi e l’orizzonte ci presenta davanti a noi la griglia della salina e, alla nostra destra, un paesaggio più selvaggio dove il sole si mischia con la terra. La forte brezza, le poche persone attorno a noi e la luce lunga del tramonto che avanza sulla salina, rende l’atmosfera emozionante.
Scendiamo dalla collina e raggiungiamo gli stagni dove, in corsi secondari, l’acqua è già evaporata ed ha lasciato solo il sale. Davanti a noi i colori che caratterizzato il paesaggio sono il rosa delle vasche saline, il bianco del sale che si mischia alla sabbia ed il verde che, nonostante tutto, riesce a crescere a macchie anche in questa situazione arida.
Sta ormai diventando sera e siamo indecisi se tornare indietro o procedere ancora verso il mare. Io sono sempre della teoria che una volta che si è in ballo.. bisogna ballare, e così continuiamo ancora su la Route de la Mer, dove la strada va via via assottigliandosi e sia a destra che a sinistra ci troviamo circondati dall’acqua. Non ci sono protezioni ai lati, quindi è bene procedere con calma, soprattutto se dalla parte opposta arriva qualche automobile o camper.
In lontananza cominciamo a scorgere il mare e sulla sinistra diverse macchina parcheggiate. Arriviamo finalmente a la Plage de Piemanson, nell’estremità più bassa dell’intero parco naturale regionale della Camargue.
Davanti a noi si trova una spiaggia incontaminata, direttamente sul mar Mediterraneo. Al centro della spiaggia un piccolo edificio in cemento custodisce il punto di primo soccorso, mentre ai lati vediamo spiagge a perdita d’occhio. Delle indicazioni rivelano che procedendo verso est si può arrivare in una spiaggia nudista, mentre intorno a noi alcuni bambini giocano, sulla luce calda del tramonto che avvolge tutto il panorama.
Come recita un cartello all’ingresso, la Plage de Piemanson è l’ultima spiaggia selvaggia d’Europa e questo è anche dovuto alla mancanza totale di servizi e all’ambiente circostante. Inoltre fino all’estate 2015 questa spiaggia era aperta al campeggio libero e veniva invasa da tende e camper. Per motivi di sicurezza e di rispetto dell’ambiente, dal 2016 è fatto divieto di campeggiare e di entrare in spiaggia con mezzi motorizzati. Subito prima della sabbia è stato allestito un grande parcheggio nel quale si può sostare dalle 6.00 alle 22.00.
Scopri l’itinerario completo della visita in Provenza e Camargue.