Il Grande Canyon Jökulsárgljúfur ed Ásbyrgi

Scalinata nella natura Islanda
Tramonto sul Lago Botnstjorn nel Canyon di Asbyrgi

La strada per Jokulsargljufur

Ci siamo appena lasciati alle spalle le splendide cascate di Dettifoss e Selfoss, la prima estremamente imponente mentre la seconda molto più tranquilla ma non meno spettacolare. Siamo in ritardissimo sulla tabella di marcia giornaliera e vogliamo arrivare a Jokulsargljufur, per poi ritornare a sud nella parte orientale dell’isola.

Torniamo indietro dalla strada percorsa precedentemente per arrivare fino alla Ring Road e da qui seguiamo la strada che il navigatore ci proponeva anche per visitare le cascate, facendoci arrivare dalla sponda opposta del fiume Jökulsá á Fjöllum. Jokulsargljufur si trova nel profondo nord dell’Islanda ed è un enorme canyon creato in centinaia e centinaia di anni dal fiume Jokulsa le cui acque scendono fino alla baia di  Öxarfjörður dando vita a numerose cascate lungo il suo corso. Per arrivarci è necessario prendere una piccola strada che si distacca dalla Ring Road. Questa strada è ovviamente sterrata e piena di gaia.. Non avendo un auto 4×4 siamo costretti a guidare a bassa velocità ed ogni volta che incrociamo una macchina dal senso opposto di marcia preghiamo che rallenti, onde evitare sassi sul nostro parabrezza non coperto dall’assicurazione. Con questo obbiettivo abbiamo anche innescato una gara di velocità con un auto che proveniva dalla nostra stessa direzione e che aveva tutte le intenzioni di volerci superare.

Lungo la strada ci troviamo in mezzo al niente: campi sterminati al cui fianco, in un profondo canyon non visibile dalla strada, scorre il fiume Jokulsa. Dopo circa un’ora e mezza di auto arriviamo finalmente alla baia Oxafjordur, dove il canyon Jokulsargljufur nasce. Una piccola stradina conduce fino ad un parcheggio, dove è possibile lasciare l’automobile e fare una breve passeggiata in mezzo alla natura selvaggia.

La baia di Oxafjordur

Non appena lasciata l’automobile ci accorgiamo che l’ora inizia ad essere tarda e se vogliamo arrivare in tempo nell’ostello che abbiamo prenotato per la notte, distante decine di chilometri, non potremo trattenerci quanto vorremmo. Se avessimo avuto un giorno in più, senz’altro sarebbe stato il luogo ottimale dove prolungare un po’ la permanenza, facendo qualche escursione a piedi.

Quest’area fa parte di un grande parco nazionale fondato nel 1973 e che segue il percorso del fiume Jokulsa per circa 35 km, coprendo un’area di 150 km quadri. Dal 2008 è stato annesso al grandissimo parco nazionale del Vatnajökull che copre più di 12.000 km quadri di territorio. La formazione di questo immenso canyon, che parte dalla baia di Oxafjordur, è uno dei luoghi più particolari dell’intera Islanda e molti lo paragonano al Grand Canyon Americano. Nacque a causa di svariati fattori naturali: da glaciazioni, a eruzioni vulcaniche fino anche ad alluvioni.

Questa zona è stata per diversi secoli molto abitata, complice il suo clima favorevole, fino a quando un’enorme inondazione del fiume Jokulsa a Fjollum avvenuta durante il XVIII secolo, spazzò al suolo i numerosi centri abitati e rese sterili i grandi campi dei pascoli, lasciando quindi la zona completamente disabitata.

Noi cominciamo la nostra breve passeggiata addentrandoci in una bianca foresta di betulle, dove è presente un pratico sentiero. Ben presto arriviamo ad un grande punto di osservazione sul calmissimo Lago Botnstjorn, il quale si insinua fin sotto le altissime pareti del canyon che arrivano fino a 100 metri.

Asbyrgi

La parte estremamente settentrionale del canyon Joulsargljufur, dove ci troviamo, prende il nome di Asbyrgi. Le rocce che delimitano il lago hanno la forma di un ferro di cavallo estremamente grande e questo diede vita alla leggenda che la sua creazione fu dovuta ad uno degli otto zoccoli di Sleipnir: il cavallo di Odino dotato di otto zampe, estremamente veloce e capace di cavalcare in aria e in acqua fino a raggiungere addirittura altri mondi.
Un’altra leggenda spiega perché Asbyrgi sia conosciuto anche come il Rifugio degli Dei: si narra che quando il popolo islandese tradì gli dei, gettando gli oggetti sacri nella cascata di Godafoss, gli Dei non abbandonarono del tutto l’isola, ma si rifugiarono qui ad Asbyrgi da dove continuano a vegliare l’intero paese.
Insomma, questa zona è ricca di leggenda e la sua natura selvaggia e l’assenza di centri abitati nelle vicinanze lascia un alone di mistero decisamente affascinante per noi turisti.

Eyjan

Torniamo al parcheggio dopo aver gironzolato in un sentiero all’interno della foresta di betulle e licheni e dopo aver ammirato le maestose rocce da diverse angolazioni, fino ad arrivarci sotto. Da qui prendiamo l’automobile e ci rimettiamo in viaggio verso sud est, dove pernotteremo la notte. Dopo pochissimo però, ci troviamo praticamente sotto ad un enorme roccia conosciuta con il nome Eyjan, per cui facciamo un’altra brevissima sosta. Eyjan non è altro che un altissimo ripiano roccioso che si trova in mezzo a bassi arbusti. La sua solitudine ed imponenza la rendono certamente uno spettacolo insolito. Volendo è possibile fare un percorso a piedi che gira tutto intorno all’altopiano di Eyjan.

Scopri tutto il tour di 8 giorni in Islanda:

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Il Grande Canyon Jökulsárgljúfur ed ÁsbyrgiCosa vedere e le leggende che circondano il Canyon Jokulsargljufur, Asbyrgi (il rifugio degli Dei) ed il grande masso Eyjan nell'estremo nord dell'Islandahttps://www.lorenzotaccioli.it/canyon-jokulsargljufur-asbyrgi/
Lorenzo Taccioli