Capodanno sulla Neve a Bordala – Rovereto

Montagna tra le Nuvole
Montagna tra le Nuvole
Sentiero e Rami Innevati

Non avevo mai passato un capodanno sulla neve. Non ho mai sciato e farlo non mi attira, perciò ho sempre preferito altre opzioni nei giorni a cavallo tra due anni. Saranno gli anni che passano, sarà che è arrivata una buona proposta, quest’anno il capodanno si è fatto sulla neve, a Bordala: un piccolo paese sulle colline di Rovereto in provincia di Trento.

Ovviamente non abbiamo improvvisato qualche discesa sugli sci, e così ho riportato a casa salve entrambe le gambe. La piccola gita è stata di tre giorni e mi ha permesso di apprezzare i paesaggi innevati del Trentino, vincendo la mia avversione per la neve.

Siamo stati ospiti a casa di Sandra, un’amica che ci aspettava su da qualche giorno in compagnia del gatto Beppone: l’animazione felina di questo capodanno sulla neve a Bordala.

Neve sulle Cime della Montagna

Primo Giorno – L’Arrivo e la Sistemazione a Bordala

Partiamo il 30 Dicembre. Siamo quattro amici tutti in ferie e con la voglia di riposarci, senza alzarsi troppo presto. In accordo con un altro paio di amici che avrebbero raggiunto Rovereto in treno, decidiamo di vederci in città intorno alle 13. La partenza è quindi fissata per le 10.00 / 10.30. Siamo abbastanza puntuali sulla partenza, i bagagli leggeri sono pronti dalla sera prima, così come qualche prodotto tipico o natalizio che portiamo su (piadina, squaqquerone, pandoro, …).

Al momento della partenza per Rovereto arriva la brutta notizia che la coppia di amici che avremmo visto a Rovereto non riuscirà a esserci, così ci riorganizziamo con Sandra per capire dove incontrarci. L’appuntamento è al supermercato per fare l’ultima spesa per i tre giorni e soprattutto per il cenone del 31 Dicembre.

Lungo la strada un paio di incidenti rallentano di parecchio la percorrenza, così ricalcoliamo il percorso che ci fa uscire dall’autostrada e continuare fino all’arrivo a Rovereto sulla viabilità secondaria. Per ottimizzare i tempi cominciamo a pensare al menù per il cenone e a cosa acquistare.

Arrivati a Rovereto ci incontriamo con Sandra direttamente all’interno del supermercato, dopo i saluti ci mettiamo subito all’opera e ci riforniamo di tutto il necessario. Terminata la spesa partiamo in direzione di Bordala.

Bordala dista circa mezz’ora dal centro di Rovereto e si trova arrampicata sulle montagne che circondano la città al di là del fiume Adige, oltre la località di Villa Lagarina. Facciamo una breve tappa a Castellano, dove un vecchio castello domina la vallata e c’è una suggestiva e breve camminata fino al piccolo e tranquillo cimitero da cui si gode di un ottimo panorama. Si tratta di un cimitero molto carino, ma estremamente piccolo.. tanto che sull’ingresso si legge di un avviso di riesumazione salme per fare spazio ad altri defunti.

Dopo questa tappa, con risvolto horror, raggiungiamo Bordala. C’è un po’ di neve ai fianchi della strada e diversi bambini che giocano intorno al lago di Cei, per buona parte ghiacciato.

Casa a Bordala - Rovereto - Capodanno sulla Neve

L’arrivo a casa, dopo un breve tragitto a piedi per evitare di rimanere bloccati con l’automobile, è spettacolare. Casa di Sandra è una meraviglia: il classico appartamento di montagna immerso nella neve. Un alto sottotetto con grandi finestre che danno sui boschi innevati. Il camino acceso riscalda l’intero ambiente e le tre camere da letto, mentre facciamo la conoscenza di Beppone, il vispo gattino che per niente intimorito si lascia accarezzare da tutti.

Sono passate le 15 e la fame si fa sentire, così come prima cosa decidiamo di mangiare e da buoni romagnoli in trasferta ci buttiamo sulla piadina e lo squaqquerone.

Ritornati in forze decidiamo di preparare i letti. Le camere diventano all’improvviso il parco giochi di Beppone che corre da una parte all’altra infilandosi tra le lenzuola e facendo continui agguati a chiunque cerchi di tirare le coperte. La nostra camera non è direttamente riscaldata, così accumulo coperte l’una sopra l’altra, tanto da soffrire il caldo durante la notte.

Bordala - La Pozza Ghiacciata

Tutto è a posto, così decidiamo di uscire e raggiungere la piccola locanda di Bordala per prenderci un vin brulè. Passiamo al fianco della “Pozza”, un basso accumulo di acqua che, congelatasi, diventa una pista di pattinaggio per i ragazzi che si trovano qui intorno. Anche noi ci facciamo una passeggiata sopra e i continui scricchiolii non mi tranquillizzano, ma Sandra sostiene che l’acqua al di sotto è piuttosto bassa, così ci lasciamo andare.

Una volta raggiunta la locanda arriva la seconda brutta notizia: stanno chiudendo. In questa zona infatti sia le locande, che i rifugi sono aperti solo in apposite giornate e in orari definiti. Rimaniamo quindi a bocca asciutta e visto il freddo ritorniamo verso casa. Mettiamo sul fuoco la polenta e a turno ci scambiamo nel girarla fino alla completa cottura. Nel fornello affianco si cuociono i crauti mentre a tavola ci aspettano già i formaggi (romagnoli e trentini) da accompagnare alla polenta. Ad innaffiare tutto ci penserà un po’ di birra artigianale, fatta dal padre di Sandra e a conclusione qualche digestivo fatto dai vicini di casa.

La serata passa veloce tra chiacchiere, musica proveniente dal giradischi e qualche gioco di società. Siamo piuttosto stanchi, anche a causa del viaggio e così raggiungiamo le camere.

Secondo Giorno – Passeggiata al Rifugio Belvedere, alla Malga Somator e il Cenone

Il secondo giorno, come sospettavo, sono l’ultimo a svegliarmi. In sala sono tutti riuniti intorno al tavolo pronti a fare colazione con panettone e marmellata fatta in casa. Dopo aver salutato Beppone mi dirigo entusiasta al tavolo.

Passeggiata al Rifugio Belvedere

Dopo la colazione usciamo in auto e raggiungiamo il rifugio Belvedere, dove pranzeremo. Chiediamo con il proprietario di consigliarci una passeggiata da fare nei dintorni e questo non esita a darci tutte le istruzioni che ci permettono di ritornare per ora di pranzo. Il sentiero che ci indica è già stato battuto, infatti in alcuni punti la neve è piuttosto pressata e, soprattutto in discesa rischiamo di scivolare, ma fa parte del gioco e la cosa ci diverte. Ovviamente non siamo attrezzati con ciaspole, ma indossiamo dei semplici scarponi che ci permettono però di proseguire abbastanza agevolmente.

Il sentiero gira nel bosco proprio sotto il rifugio e ci fa passare per zone con alberi molto fitti e altre con grandi aperture nelle vegetazione. La neve dà l’idea di fermare il tempo: anche la legna tagliata e accatastata per essere poi bruciata giace sotto il manto bianco e due piccoli tronchi sembrano diventare delle sedute dotate di cuscino bianco.

Torrente e Cascatelle Ghiacciate Vicino a Rovereto
Fiume Ghiacciato - Torrente

Sono molto suggestivi anche i punti in cui incrociamo i torrenti d’acqua ormai congelati anche nelle aree in cui si trovano delle piccole cascate. Ovviamente ci fermiamo frequentemente ad ammirare questo paesaggio insolito, soprattutto per chi non frequenta troppo la montagna d’inverno.

Abbiamo continuato a scendere per tutta la prima parte di questo piccolo trekking, ma per non arrivare troppo tardi in rifugio inizia a farsi ora di risalire. Ci troviamo in corrispondenza del sentiero che da Villa Lagarina conduce a Cei e che deve essere piuttosto bello durante i mesi estivi, un po’ problematico forse con la neve. Tagliamo a destra e cominciamo a risalire al montagna nella direzione che secondo noi potrebbe portarci al rifugio Belvedere.

Siamo convinti che alcuni tratti che stiamo percorrendo non siano un sentiero vero e proprio, data la loro pendenza e la difficoltà con cui li saliamo anche a causa della neve. Di tanto in tanto il sole fa capolino tra gli alberi e illumina il bosco, mentre veniamo sorpresi dal rumore dell’acqua di un piccolo torrente che scorre proprio al nostro fianco e che ha resistito alle temperature rigide. Dopo aver attraversato il torrente, grazie alle indicazioni di Sandra e Stefano, facciamo un’ultimo pezzo in ripida salita e ci troviamo proprio sotto il rifugio.

In una piccola radura alcuni rami disordinati e innevati ci attirano e ne approfittiamo per fare qualche foto.

Raggiunto il rifugio ci scaldiamo un po’ davanti al camino e ci sediamo a tavola in una stanza in cui ci troviamo praticamente soli e dove ci deliziano con musica anni ’80, da classico film di Vanzina. Per chi non mangia carne non è troppo semplice la vita in montagna e così mi ritrovo a mangiare un abbondante piatto di medaglioni di formaggio e spinaci (ottimi), intorno a quattro piatti di carne salada servita per metà cotta e metà cruda. I fagioli accompagnano questo pasteggio, insieme a del vino rosso della casa.

Belli rifocillati siamo pronti per rimetterci sulla neve. Prendiamo l’automobile e continuiamo a salire in direzione della Malga Somator.

Passeggiata fino alla Malga Somator – Mori (TN)

Percorriamo la strada in automobile, con qualche disagio ogni volta che incontriamo qualcuno nella direzione opposta. Arriviamo nei pressi di un albergo/ristorante davanti il quale troviamo un comodo parcheggio. Appena lasciata l’auto ci troviamo davanti a una grande distesa di neve sulla quale tantissime famiglie si divertono a scendere con il bob. Qui c’è molta più neve rispetto al rifugio Belvedere e in cielo le nuvole si muovono veloci lasciando il passo al sole.

Siamo a circa 1300 metri sul livello del mare e ci mettiamo in passeggio verso la malga Somator. Passiamo tra i bambini che scendono veloci sulla neve e veniamo attirati da un bellissimo golden retriver il cui guinzaglio è legato a una staccionata. Il cane ha lo sguardo fisso sui padroni e sui loro figli che corrono avanti e indietro e come ci avviciniamo lo sentiamo piangere perché legato. La padrona ci spiega che ha paura a lasciarlo libero in mezzo a tutta quella gente, ma poi si lascia intenerire e lo slega. Il golden retriver comincia a saltare gioioso tra la neve come se avesse vinto alla lotteria.

Per arrivare alla malga Somator si impiega circa mezz’ora a piedi, ma ci fermiamo subito, perché Stefano e Valentina pur non essendo attrezzati vogliono assolutamente comporre un’enorme scritta sulla neve, riempendosene gli scarponi.

Ripartiti passiamo davanti a un ricovero di cavalli che, fuori dalle stalle, sembrano non percepire il freddo. La strada che percorriamo è aperta alle auto e di tanto in tanto incontriamo qualcuno che procede a passo d’uomo. Noi continuiamo a camminare tra gli alberi e le grandi colline bianche.

Panorama verso Rovereto dalla Malga Somator

Arrivati alla malga Somator, fortunatamente aperta, entriamo e ci sediamo in uno dei tavoli dopo aver ordinato al piccolo banco qualcosa di caldo. Tra vin brulé, birra e bombardino passa il tempo all’interno di questo rifugio sulle montagne di Rovereto, situato nel comune di Mori, in località Somator e poco dopo il passo Bordala. Da davanti l’ingresso della malga si gode di un ottimo panorama sulla vallata e sulle montagne opposte che sembrano quasi non essere state colpite dalla neve.

Prima che si faccia buio dobbiamo tornare alla macchina e così ci rimettiamo in cammino. La luce del giorno comincia a scendere e il cielo, ormai al tramonto, si colora di rosa e di blu. Sulle colline e sulle montagne che attraversiamo comincia a far capolino una luna quasi piena che rende magica l’atmosfera. Questa magia non dura a lungo, perché iniziano a partire le prime palle di neve che si concludono in un tutti contro tutti che salva solo Valentina a causa del suo raffreddore. La peggio ce l’avranno Stefano e Francesco che arriveranno a uno scontro diretto senza esclusioni di colpi.

Il cenone del 31 Dicembre

Tornati in appartamento ci spogliamo e riattiviamo il camino. Beppone, affamato, è lì che ci aspetta. Dopo esserci rilassati un po’ e aver fatto una doccia calda ci mettiamo all’opera. Dobbiamo cucinare il cenone del 31 Dicembre. Prepariamo tutti gli ingredienti acquistati e rinfreschiamo le patate che avevamo già messo a cuocere nella brace del camino. Io mi occupo di impastare e stendere gli strozzapreti, mentre ai fornelli si cuociono funghi e lenticchie. Sul tavolo della sala invece si affetta il pane, si preparano le verdure da cucinare gratinate e il classico dolce natalizio: il mascarpone.

Con una precisione da far invidia a un ristorante cominciamo a cuocere tutte le portate con un risultato che quasi ci sorprende. Terminiamo la cena poco prima della mezzanotte e nessuno se la sente, per il momento, di affrontare il dolce.

Alla mezzanotte si brinda e ci si fa gli auguri, poi usciamo nel grande prato innevato dietro casa per qualche scatto ‘stellare’ che ci ricordi questo momento. Una volta rientrati in casa, i digestivi ci permettono di affondare il cucchiaino nel mascarpone e continuiamo la serata tra chiacchiere e giochi di società.

Si fa piuttosto tardi e così ci dirigiamo a dormire, con la promessa di non puntare la sveglia prima delle 11 del mattino.

Terzo Giorno – Il Rientro tra la Neve

Sono circa le 9 del mattino, e dopo aver dormito pochissimo mi sveglio per un veloce bisogno fisiologico (ormai sono diventato anziano!). Non sono l’unico e infatti il bagno è occupato.. guardandomi intorno mi accorgo che la neve scende copiosa e in grandi fiocchi fuori dalle finestre. Dopo un veloce summit, decidiamo di svegliare tutti e di muoverci il prima possibile per evitare di rimanere bloccati su: l’ultimo tratto di strada sembra non venire spazzato e forse è meglio muoverci.

Prepariamo velocemente le valige, mentre Francesco e Stefano spostano l’automobile più vicina alla strada. Non rinunciamo però alla colazione e nel frattempo inizia a calare la portata della nevicata, così ci rilassiamo e prendiamo le cose con più calma. Quella che doveva essere una colazione diventa un brunch, con tutti gli avanzi del cenone: via quindi a crostini, strozzapreti, verdure, lenticchie e mascarpone accompagnati da succo di frutta (si tratta pur sempre di una colazione, no?).

Visto che fuori non nevica più possiamo aiutare Sandra a risistemare velocemente casa prima di partire e così si fa mezzogiorno. Usciamo per il vialetto completamente innevato, dove sia i rami degli alberi che le staccionate sono completamente immersi nella neve bianca creando una bellissima atmosfera. Muniti di pala liberiamo anche l’automobile di Sandra, che scenderà il giorno successivo al nostro.

Prima di lasciare la casa di Bordala ci facciamo qualche scatto per ricordare questo capodanno sulla neve. Intorno a noi le montagne con le cime innevate si stagliano contro il cielo bianco, ancora carico di neve.

Ci congediamo e partiamo verso casa, scendendo non troviamo nemmeno più la neve nei campi intorno la strada. Sotto a Castellano ci fermiamo a fotografare il bellissimo spettacolo che ci troviamo davanti: le nuvole avvolgono le vette delle montagne sulle quali ci troviamo e così possiamo vedere le montagne vicine, ma non Rovereto o l’intera vallata che è coperta dal una densa foschia.. ci troviamo sopra le nuvole!

Dopo aver fatto qualche scatto partiamo nuovamente verso casa: questa volta la viabilità non ha problemi, a parte qualche rallentamento. Dopo un’unica tappa in autogrill arriviamo a casa e possiamo disfare le valige e riprenderci da questa giornata intensa e dalla precedente nottata per la quale sono decisamente in debito di sonno. Purtroppo le ferie sono quasi finite ed è meglio riposare..

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Capodanno sulla Neve a Bordala - RoveretoIl primo capodanno sulla neve. Tre giorni in appartamento a Bordala, tra escursioni sulla neve e visite a rifugi e malghe. La preparazione del cenone e la conoscenza di Beppone, un ottimo modo per cominciare il nuovo anno!https://www.lorenzotaccioli.it/capodanno-sulla-neve-a-bordala-rovereto/
Lorenzo Taccioli