Castel Coira – Guida al Castello in Val Venosta

Castel Coira tra la vegetazione

Tappa (quasi) d’obbligo per chi visita la Val Venosta è il Castel Coira, uno dei castelli meglio conservati di tutto l’Alto Adige con elementi romanici, gotici e rinascimentali.

Costruito nel XIII secolo appartiene ancora ad una famiglia privata, i conti Trapp, che ne aprono le porte attraverso visite guidate praticamente quotidiane durante la bella stagione.

Dove si trova Castel Coira ^

Castel Coira si trova tra le alture della bellissima Val Venosta e, più precisamente a Sluderno in provincia di Bolzano.

Già percorrendo la strada statale 40, che dalla strada dello Stelvio si divide e procede in direzione nord passando per il lago di Resia e arrivando fino in Austria, lo si può chiaramente osservare al di sopra del centro abitato di Sluderno, con le montagne come sfondo e i grandi campi di melo tutti intorno.

Storia di Castel Coira ^

Castel Coira venne costruito nel XIII secolo quando, dopo aver vinto una faida contro i balivi di Matsch, Enrico IV vescovo di Coira ottenne il diritto di costruire un castello dove più gli sarebbe piaciuto nei territori limitrofi.

Enrico IV scelse per la sede del suo castello un punto sull’ingresso della Val di Marzia, dove i balivi avevano la propria casa. Sono databili 1259 i primi documenti, rilasciati dallo stesso vescovo di Coira, in cui si nomina per la prima volta questo castello. Ancora oggi la parte più antica di Castel Coira risale a questa costruzione. Ne fanno parte il maschio costruito all’interno del castello, parte della cinta muraria che circonda il cortile interno, la parte più antica del palazzo centrale a pianta rettangolare e le basi del torrione esterno alle mura in corrispondenza dell’antico accesso. Questa torre, nota come Pfaffeneck venne distrutta nel 1358 per cui solo le sue fondamenta risalgono all’epoca romanica.

Nel 1297 il castello passò dalla proprietà del vescovo di Coira ai conti Matsch a cui rimase fino al 1504 quando l’ultima erede dei Matsch sposò uno dei conti Trapp. Castel Coira passò quindi nei possedimenti della famiglia Trapp, a cui il castello appartiene ancora oggi.

Il castello mantenne l’aspetto originario fino al XVI secolo, quando cambiò di proprietà e vi si rimise mano dandogli un aspetto gotico. Venne aggiunto un cortile esterno, alcune terrazze nel giardino e i bastioni. In quel momento vennero aggiunti ulteriori edifici tra il palazzo originario e il maschio, con uno scopo abitativo. Di questo periodo è anche la revisione del bel loggiato che si può ancora ammirare durante la visita guidata.

Da lì a pochi anni, a metà del XVI secolo, venne rivisto una seconda volta dandogli un aspetto rinascimentale, ma è nel XVIII secolo che venne fatta un’ultima revisione: il terzo piano del castello fu totalmente rivisto come residenza per gli ospiti, utilizzando ricche tappezzerie con motivi biblici e installando grandi stufe in ceramica per scaldare gli ambienti. Venne infine creata la scalinata che porta fino alla sala Matsch.

All’interno delle varie sale si trovano arredamenti e suppellettili appartenenti ai diversi secoli di storia del castello tra cui, tra i più antichi, una Madonna in legno del 1270.

Visita al Castel Coira di Sluderno ^

L’accesso al Castel Coira è consentito esclusivamente attraverso visita guidata. Quotidianamente, durante i periodi di apertura che si concentrano nella stagione più calda, vengono organizzati più turni.

Le visite si svolgono in diverse lingue, ovviamente l’italiano e il tedesco sono le più gettonate in questo territorio, e ci fanno fare un giro completo del castello, raccontando le sale e la storia di questo luogo così suggestivo. Solo alcune poche sale non sono visitabili, perché ancora utilizzate come abitazione dai conti proprietari del castello.

La guida che ci accompagna nella visita guidata ci spiega anche chiaramente quali sono le parti fotografibili e quelle dove invece non è ammesso scattare foto.

La visita vera e propria a Castel Coira comincia sotto al porticato formato dal piccolo arco che si allunga dal palazzo centrale fino alla cinta muraria. Qui si trova anche il grande stemma dei conti Trapp, un insieme di otarde (antichi volatili), elmi e altri elementi floreali che contengono al loro interno la W (o M rovesciata) che rappresenta il simbolo del castello.

La piccola torre e la terrazza ^

L’accesso attuale a Castel Coira, dopo aver parcheggiato l’automobile nel parcheggio sottostante o arrivandoci attraverso una bella passeggiata tra i monti circostanti, è per mezzo della piccola torre. Posta a sud est del castello rappresentava il primo punto di sorveglianza del castello, dal quale si controllavano le persone che richiedevano l’accesso. Questa torre era riccamente decorata attraverso affreschi che negli anni sono andati sbiadendosi. Dall’interno del castello è possibile vedere anche il corridoio in legno installato subito al di sopra della porta e che permette di accedere ad ulteriori sale del castello non aperte al pubblico. La sommità della piccola torre è decorata con merletti, sui quali si innalza la bandiera con lo stemma dei conti Trapp, che segnala la loro presenza al castello solitamente durante i mesi estivi.

Subito prima della porta che dà accesso al castello, c’è una piccola sala sulla destra nota come terrazza. Si tratta in realtà di una sala chiusa ma dotata di alcune finestre riportanti lo stemma del castello, che consentono di godere del bellissimo panorama sulle vallate circostanti e sui giardini del castello. La terrazza viene attualmente impiegata come sala d’attesa per i visitatori in attesa della propria guida.

Il campanile ^

Subito varcata la porta, davanti a noi, sulla destra, si presenta il campanile. Anche se la sua altezza è tutto sommato limitata, è molto importante dal punto di vista storico. L’aspetto attuale di questa costruzione risale infatti al 1537.

Il campanile è facilmente riconoscibile perché al pian terreno è presente il pozzo, mentre al piano rialzato si trova un tinello rinascimentale e ancora sopra la sala delle campane, dove in realtà si trova un’unica piccola campana il cui diametro non raggiunge i 40 cm. Purtroppo questi spazi non sono visitabili se non esternamente e la struttura è più chiaramente visibile quando ci si affaccia sui giardini esterni del castello.

Sempre sul lato destro della cinta muraria si trovano ulteriori sale, che iniziano proprio in corrispondenza del campanile. Questi spazi rappresentano l’abitazione castellana e vennero aggiunti alle mura agli inizi dell’ottocento. Questa serie di sale, non visitabile, collega il campanile alla vecchia cappella di Castel Coira.

La loggia di Castel Coira ^

Entrando nel cortile interno del palazzo a pianta quadrata, nucleo più antico di Castel Coira, possiamo già vedere i diversi interventi che il castello ha subito. La parte più antica è quella al pian terreno che sale progressivamente nei vari piani fino ad arrivare all’ultimo (il secondo piano) in stile rinascimentale. Le diverse epoche si possono percepire dalle decorazioni, ma anche dalle colonnine che sorreggono gli archi e la struttura, realizzate in marmo di Covelano. Un po’ di vegetazione rampicante decora le pareti chiare. Saliamo al primo piano, dove c’è una delle parti più belle di tutto il castello: la loggia. Questo punto è il cuore del castello, sia dal punto di vista storico, ma anche di quello artistico e familiare. Il perché è presto spiegato alzando gli occhi alla volta rinascimentale: un lunghissimo albero genealogico percorre i quattro lati della loggia e ripercorre la storia dei proprietari, dalla famiglia Matsch a quella dei conti Trapp.

Si tratta di un albero vero e proprio, dove i frutti si intervallano ai membri della famiglia. L’inizio di questo albero è rappresentato sulla parete meridionale della loggia e il tronco nasce da Laurentius, il padre della stirpe. Procedendo sul lato orientale della loggia si può notare una brusca interruzione dell’albero, il tronco si spezza e simboleggia la fine della stirpe dei Matsch e l’inizio di quella dei Trapp. Ciò è dovuto all’ultima erede femmina dei Matsch che prese in sposo il conte Trapp. Da qui si procede poi per i tre rimanenti lati della loggia con tutta la stirpe Trapp.

Come si può vedere i colori di questi affreschi sembrano patinati, non sono carichi. Il motivo è dovuto senz’altro agli anni (questi affreschi cominciarono ad essere dipinti nel 1580), ma soprattutto al fatto che agli inizi del XVIII secolo, per scongiurare la peste che impazzava in questi territori, furono coperti da uno strato di calce. Si pensava infatti che la calce disinfettasse tutto e questa fu la soluzione per non far arrivare la terribile malattia anche all’interno del castello. Gli affreschi di Castel Coira rimasero dormienti sotto la calce bianca per ben 200 anni per essere riscoperti solo nel 1910 e restaurati alla fine dello scorso secolo.

La sala dei Lanzichenecchi ^

Sala dei Lanzichenecchi di Castel Coira

Lungo il giro della loggia abbiamo avuto anche l’occasione di sbirciare all’interno di uno dei salotti privati dei conti Trapp, lasciato aperto durante la nostra visita. Divani e poltrone sono disposte davanti a un camino e sopra a un grande tappeto. Alle pareti mobili in legno e quadri al di sotto delle travi in legno grezzo che formano il soffitto e che pare derivino dalla costruzione originaria del castello.

Questa stanza in realtà, anche se indicata come non visitabile, è un’altra delle sale storiche del castello: la sala dei Lanzichenecchi. In passato infatti non era abitata dai conti, ma veniva utilizzata come residenza per i soldati mercenari, per lo più di provenienza tedesca. Al suo interno trovavano alloggio dai 20 ai 23 uomini che regolarmente prestavano servizio al castello.

La stanza del conte Giacomo e la biblioteca ^

Dalla loggia al primo piano si accede alla stanza del conte Giacomo, purtroppo non fotografabile. L’ingresso è per via di una porta con ricchi intarsi e ci immette nella sala risalente a metà del XVI secolo e, procedendo oltre, alla biblioteca di Castel Coira.

Questa stanza è titotala al conte Giacomo Trapp VII, che lasciò il castello nel 1561 per raggiungere la Terra Santa, un lungo pellegrinaggio fino a Gerusalemme di cui si trovano tracce nelle decorazioni e negli oggetti conservati qui dentro. Anche il ritratto a grandezza naturale di Giacomo, eseguito su legno di cembro, ricorda questo evento: il conte è rappresentato con un mantello da pellegrino in pannofolatto e doppio colletto, anch’esso esposto all’interno di questa sala.

La stanza del conte Giacomo è riccamente decorata, giovani che servono vino e cibo e cuochi rappresentati come putti alle pareti accompagnano i mesi dell’anno. Nel soffitto a cassettoni invece è ritratto Giove al centro con al fianco il sole, la luna e i segni astrologici che danzano. Da non perdere, in fondo alla stanza, anche l’armonium intarsiato risalente al 1559 che, ancora oggi, è uno dei più antichi strumenti musicali ancora funzionanti e tra i pochi organi rinascimentali esistenti in tutte le Alpi. Ancora funzionante, sì, perché ogni anno viene organizzato un concerto privato per i conti Trapp in cui viene rimesso in funzione e suonato.

Sulla stanza del conte Giacomo si apre un’altra porta, che conduce alla biblioteca dei Trapp. Qui sono presenti tantissimi libri antichi e contemporanei, ma anche una grande otarda imbalsamata. In tedesco il suo nome è Trappe, da cui deriva il nome della famiglia Trapp e motivo per cui viene rappresentata sul loro stemma nobiliare. Oggi rimangono pochissimi esemplari di questa specie di uccello, incapace di volare e quindi facile preda.

La sala degli antenati ^

Usciamo dalla stanza del conte Giacomo e percorrendo nuovamente la loggia entriamo nella Sala degli Antenati. Un grande tavolo al centro è circondato sulle quattro pareti da una miriade di dipinti. Questi sono i ritratti dei conti Trapp a partire dal 1600 e fino al 1800.

Tra tutti gli antenati qui rappresentati è presente ancora una volta il dipinto del pellegrino Giacomo VII e, di fronte a lui, il conte Gotthard Trapp, ovvero il nonno dell’attuale conte proprietario di Castel Coira. Gotthard fu un esponente molto importante di questa famiglia, tanto che il suo ruolo era quello di tesoriere presso la corte dell’imperatore Francesco Giuseppe d’Austria. Alcuni dei suoi abiti e la chiave che utilizzava durante il suo lavoro sono esposti in un angolo della sala.

Anche qui, come nelle migliori gallerie, è presente un dipinto i cui occhi sembrano seguire i visitatori in ogni angolo della sala in cui si muovono… a voi scoprire qual è!

Il cammino di ronda ^

Vista dal camminamento di ronda su sale del palazzo e maschio del castello

Usciamo dalla Sala degli Antenati dalla parte opposta rispetto a quella da cui siamo entrati e ci ritroviamo all’interno del cammino di ronda. Questi tratti, costruiti in legno e addossati al palazzo centrale del castello, venivano utilizzati dai soldati per sorvegliare quanto accadeva nei dintorni e per garantire protezione ai conti presenti nel castello.

Com’era anticamente, ancora oggi il cammino di ronda non è collegato al maschio, ovvero la torre che dista appena pochi metri da questi camminamenti.

Il maschio ^

Già dal cammino di ronda è possibile vedere il maschio, ma poi lo si può visitare anche una volta scesi al pian terreno. Nonostante non fosse direttamente collegato al cammino di ronda, a metà altezza si trova comunque una porta. Questa porta veniva utilizzata per gettare i prigionieri all’interno della torre che ospitava le segrete del castello. I prigionieri si ritrovavano così in un luogo dal quale era impossibile fuggire. Il salto, di quasi sette metri, causava danni irreversibili, amplificati dalle pesanti armature che spesso indossavano.

Questo era anche un modo per far morire, in agonia, i propri prigionieri senza compiere materialmente l’atto dell’uccisione e salvando, secondo loro, i conti da un giudizio divino.

Il mastio del castello è alto circa 26 metri e le sue mura si presentano con angoli legati con pietre a bugna. La torre risultava totalmente slegata dalle altre parti del castello fino al XVI secolo quando vennero fatti gli interventi di revisione di tutto il fortino. La parte più alta del mastio è dotata di una piattaforma sporgente coronata da merli a coda di rondine. Purtroppo non è più presente il vecchio tetto a padiglione, eliminato su mandato del conte Gotthard Trapp nel 1892 per evitare il rischio di incendio. Al di sotto di questa piattaforma era presente un altro tratto del camminamento di ronda, come testimoniato da alcuni spezzoni delle antiche travi. Anche questa parte era in legno e con una copertura a falda. Gli spazi interni del maschio sono divisi in quattro piano, di cui il pianterreno di 6,5 metri.

Il maschio di Castel Coira fa parte della struttura romanica originaria e oggi al pian terreno è stato aperto un lato dal quale si può sbirciare all’interno e in cui è stato posizionato uno scheletro su di un pannello bianco illuminato, come installazione.

Procedendo di qualche altro metro si accede a una sala sotterranea in cui viene proiettato un filmato che racconta brevemente la storia del castello e descrive una battaglia sanguinosa che andò in scena al suo interno tra gli stessi membri della famiglia dei conti.

Il maschio di Castel Coira che svetta sulla struttura
Pian terreno del maschio - vecchie segrete del castello

L’armeria ^

Armeria - Sala di Castel Coira con collezione privata di armature ed armi antiche

Procedendo sul cammino di ronda arriviamo all’armeria del castello, di cui parliamo più dettagliatamente alla fine dell’articolo.

L’armeria si trova al piano rialzato del Castel Coira, in una delle tante sale che caraterrizzano il castello. Qui si trovano tantissime armature, spade e altre armi in genere, conservate in maniera impeccabile in uno dei musei più importanti al mondo nel suo genere. Tutti i pezzi qui conservati appartennero alle famiglie Matsch e Trapp.

La vecchia cappella ^

Scendendo al pian terreno la visita procede e si conclude all’interno della vecchia cappella di Castel Coira. Anche questo spazio del castello risale all’epoca romanica e mantenne la funzione di cappella del castello fino al 1563, quando venne sconsacrata e il ruolo passò alla cappella di San Giacomo.

La vecchia cappella di Castel Coira è una piccola sala, seminterrata, divise sue due navate separate da massicce colonne su cui si innestano le volte a chiusura della sala. Oggi sulle sue pareti spoglie sono conservati pochi oggetti, ma alcuni dei quali hanno una notevole importanza, prima tra tutte la scultura in legno della Madonna con il bambino in braccio risalente al 1270. Oltre a ciò sono presenti un piccolo altare dipinto ‘portatile’ e altri oggetti antichi utilizzati durante le funzioni religiose.

Nei muri vicino all’ingresso alla vecchia cappella sono appesi anche due scudi mortuari utilizzati sopra alle tombe dei conti durante la celebrazione dei funerali.

Dopo essere stato sconsacrata, questa cappella mantenne comunque un obiettivo di sacralità per la zona, oltre a cuocersi il pane infatti venne utilizzata come affumicatoio per gli speck, a cui l’intera vallata è devota.

Vecchia cappella di Castel Coira - Reperti antichi
Madonna in legno del 1270 e altare portatile di Castel Coira

La cappella di San Giacomo ^

Ritornati nel cortile esterno del Castel Coira possiamo vedere la cappella di San Giacomo, che prese il posto della più antica cappella dalla quale siamo appena usciti.

In realtà questa cappella non è segnalata in maniera appariscente, ma si trova proprio davanti al campanile visto in precedenza. Aperta la porta non è possibile accedervi, ma la si può vedere da dietro alle inferriate. Quando il conte Giacomo VII tornò dal pellegrinaggio fino a Gerusalemme, nel 1561, richiese la costruzione di questa cappella che ancora oggi rappresenta la cappella di famiglia dei conti Trapp.

Gli interni rinascimentali presentano delle volte affrescate con motivi floreali e con alcuni santi. Gli scranni in legno sono anch’essi antichi e collegano la sacrestia, posta dietro a delle colonne chiare sormontate da un balconcino con balaustra in legno intarsiate, all’altare del 1597. Qui, ai lati del dipinto dalla Madonna con bambino, si trovano i santi Nicola e Giorgio, rappresentati sia internamente che esternamente alla pala d’altare in maniera tale che siano sempre visibili, indipendentemente dalla sua apertura o chiusura. Le rappresentazioni dei santi Nicola e Giorgio risalgono agli inizi del cinquecento, mentre il crocifisso in legno è del XV secolo, mentre le aste porta candele sono di due secoli più tardi. I decori della volta sono invece risalenti al 1904, quando la cappella fu ristrutturata.

Nella sacrestia della cappella di San Giacomo è conservata la rappresentazione della Madonna Nera, meta di pellegrinaggio durante i secoli passati.

I giardini ^

Giardini terrazzati e campanile di Castel Coira

La visita all’interno di Castel Coira è terminata, ma ci si può soffermare ancora a guardare i suoi giardini dalla terrazza posta subito al di fuori della porta del castello.

Questo spazio verde, adiacente alle mura del castello, è diviso in tre terrazze, oggi utilizzate come giardino da parte dei conti. In realtà anticamente svolgevano un ruolo differente: le due terrazze più alte, le più vicine al castello, erano due orti coltivati a barbabietole, mentre quella inferiore, di dimensioni più ampie e dove oggi si trova una piscina, veniva utilizzazta come piazza per i tornei che venivano organizzati al castello.

La torre colombaria ^

Alla fine dei giardini, direttamente collegata alla strada esterna che fa il giro di Castel Coira, si trova una torre con diversi dipinti sulle sue facciate. Questa è la torre colombaria.

Anche questa torre venne voluta da Giacomo VII di ritorno dal suo pellegrinaggio. Non è chiaro quale fosse il suo scopo, ma si pensa che l’ultimo piano fosse rappresentato da un pergolato a cupola nel quale veniva ospitata una colombaia con dentro oltre una ventina di piccioni viaggiatori. Questa torre era quindi a tutti gli effetti la posta di Castel Coira, ai piccioni venivano infatti assegnate le missive da e per il castello.

Il bastione posteriore ^

Ben visibile dall’esterno, il bastione posteriore è quello più in vista rispetto alla rimanente parte delle mura di protezione di Castel Coira. Questa massiccia struttura doveva infatti proteggere il castello dagli eventuali attacchi esterni ed è caratterizzato da numerose fenditure che venivano impiegate per sparare e attaccare i nemici, oltre che per verificare quanto avvenisse nei dintorni del castello.

Ancora oggi il bastione posteriore di Castel Coira collega i due grandi portoni di accesso al castello, che segnano l’inizio e la fine del cortile esterno il quale si snoda intorno al nucleo principale e più antico della costruzione.

Le armature di Castel Coira ^

Alcuni visitatori giungono a Castel Coira anche solo per poter vedere la sua armeria. Conservata tra le sale del castello, l’armeria di Castel Coira è il più importante museo nel suo genere al mondo, essendo l’armeria privata più grande del globo.

Al suo interno sono conservate circa 50 armature complete, proveniente dai diversi secoli di storia del castello e di vita delle famiglie Matsch e Trapp. Si possono vedere quindi armature più o meno pesanti, che garantiscono più o meno mobilità a chi le indossa, e armature appartenute a uomini adulti, a bambini, ma anche a cavalli. Alcune di queste sono state effettivamente utilizzate negli scontri, altre sono rimaste praticamente nuove.
La maggior parte delle armature esposte furono create dalle officine di Milano o di Innsbruck, le più acclamate durante i secoli in cui vennero realizzate.

Derivanti dai diversi secoli sono anche le armi qui esposte. Spade, lance, palle per cannoni, balestre, ascie, fiaschetti, selle e altre armi difensive appartenute alle due famiglie di conti e al loro corpo di guardia che sorvegliava il castello.

Tra i pezzi più rari e importanti di questo museo c’è un’armatura alta ben 2,10 metri risalente al 1450. Appartenuta al conte Ulrich von Matsch pesava circa 45 chilogrammi e venne creata dall’armaiolo milanese Missaglia, per uno degli uomini più alti di quel periodo.

Tra i pezzi più sorprendenti si trovano anche l’armatura con il corpetto di stoffa rossa, che rappresenta la più antica armatura esistente ad oggi di questa fattura, la quale fu costruita per un balivo di Matsch addirittura nel 1365. Non da meno sono la coppia di armature del cavallo e cavaliere, appartenuta a Giacomo VI e risalente quindi a circa due secoli più tardi.

In Val Venosta ci sono tante cose da fare, scoprile nell’itinerario dedicato alla valle.

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Castel Coira - Guida al Castello in Val VenostaCome visitare Castel Coira, la sua storia e cosa vedere: le sale, l'albero genealogico della loggia, la famosa armeria e tanto altro.https://www.lorenzotaccioli.it/castel-coira-guida-castello-val-venosta/
Lorenzo Taccioli