Catania è stata una piacevolissima scoperta. Visitarla significa immergersi in monumenti barocchi che le sono valsi l’inserimento nel patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. Ma non solo, a rendere ancora più interessante la visita della città ci sono importantissimi resti archeologici, come quelli dell’anfiteatro e del teatro romano, ma anche suggestive piazze e sorprendenti monasteri.
Puoi utilizzare questo itinerario per visitare Catania in un giorno, oppure soggiornare in questa città per qualche notte e approfittarne per fare escursioni fuori porta, come sull’Etna, ad Aci Castello e Acireale, Messina, Taormina, Siracusa e Ortigia e, nelle serate continuare a passeggiare e a scoprire le bellissime piazze della città. Leggi anche l’itinerario di 10 giorni alla scoperta della Sicilia orientale.
Insomma questo itinerario può essere percorso in un unico giorno, macinando tanti chilometri, oppure distribuito su varie giornate. Ecco tutti i dettagli.
Dove si trova Catania
Cosa vedere a Catania
Piazza Bellini
Teatro Bellini
Palazzo Platamone
Palazzo Biscari
Chiesa di San Placido
Badia di Sant’Agata
Piazza Duomo
U Liotru – Fontana dell’Elefante
Duomo di Catania – Cattedrale di Sant’Agata
Terme Achilliane
Porta Uzeda
Palazzo degli Elefanti
Fontana dell’Amenano
Palazzo del Seminario dei Chierici
Piazza della Pescheria
Archi della Marina e Giardino Pacini
Piazza Università
Palazzo San Giuliano
Palazzo dell’Università
Via Etnea
Collegiata Santa Maria dell’Elemosina
Chiesa di San Michele Arcangelo ai Minoriti
Villa Cerami
Via dei Crociferi
Monastero di San Benedetto
Piazza San Francesco di Assisi
Chiesa di San Francesco d’Assisi
Piazza Mazzini
Castello Ursino
Casa Museo Verga
Teatro Romano e Odeon di Catania
Chiesa di Santa Chiara
Porta del Fortino Vecchio
Porta Garibaldi
Piazza Machiavelli
Terme di piazza Dante
Chiesa di San Nicolò
Monastero benedettino di San Nicolò l’Arena
Terme romane della Rotonda
Piazza Stesicoro
Anfiteatro romano
Basilica del Carmine
Chiesa di San Gaetano alle Grotte
Giardino Bellini
I Quattro Canti
Mappa dell’itinerario di Catania
Dove dormire a Catania
Catania sorge nell’area orientale della Sicilia, proprio sulla costa ionica, ma ai piedi dell’alta montagna del vulcano Etna, a metà strada tra Messina e Siracusa.
Il centro della città è attraversato dal fiume sotterraneo Amenano, che di tanto in tanto ritorna in superficie.
L’itinerario alla scoperta di Catania ti avvolgerà nella meraviglia di questa città dove l’architettura barocca la fa da padrona, a causa della massiccia ricostruzione resasi necessaria in seguito al terremoto del 1693 che portò distruzione in tutta l’area orientale della Sicilia.
L’itinerario ti farà macinare tantissimi chilometri, per cui indossare delle scarpe comode è il primo consiglio che mi sento di dare. Il secondo è quello di tenere gli occhi ben aperti, perché in ogni angolo della città sarai sommerso dalla meraviglia.
Come potrai vedere, oltre alle numerose piazze, ai resti archeologici e agli scorci suggestivi, sono presenti tantissime chiese. Visitarle tutte sarebbe impossibile, per cui potrai limitarti a visitarne alcune solo da fuori, ma ce ne sono alcune i cui interni sono imperdibili, come ti racconterò a seguire.
Ecco l’itinerario tra le cose da vedere a Catania.
Inizia il tuo itinerario alla scoperta di Catania da piazza Bellini. Questo spazio circolare presenta al centro una fontana e la pavimentazione circostante sottolinea le circolarità della piazza. Alcuni alberi fanno da quinta scenica ai palazzi che si affacciano su piazza Bellini. Molti di questi sono attigui e sembrano un prolungamento gli uni degli altri, come succede per il teatro Bellini.
La fontana, nota come fontana dei Delfini, occupa questa posizione da metà dello scorso secolo, ma la sua costruzione è di inizio settecento, quando trovò posto nel chiostro della chiesa della Badia di Sant’Agata. Due dei quattro delfini posti al centro risalgono alla prima costruzione della fontana.
Il monumento principale di piazza Bellini è il teatro Bellini, intitolato al noto compositore italiano nato proprio a Catania. Non è quindi un caso che durante l’inaugurazione del 1890 venne rappresentanta la Norma di Vincenzo Bellini.
Questo bel teatro ha una facciata molto scenica in stile classico, con un portico d’ingresso riparato, in maniera tale che le carrozze potessero arrivare e far scendere gli spettatori proteggendoli da eventuali intemperie. Gli interni presentano una grande sala con quattro ordini di palchi e la galleria. Gli affreschi interni risalgono all’ottocento. L’antisipario risale al 1883 e rappresenta la vittoria dei catanesi sui libici.
Nel foyer è conservata una statua di Vincenzo Bellini.
Procedi nella visita raggiungendo il palazzo Platamone, oggi noto come palazzo della Cultura. La sua particolarissima architettura, visibile soprattutto nel chiostro interno, è una vividissima testimonianza dell’epoca tardo medievale e rinascimentale della città.
Il nome del palazzo è legato a una delle famiglie più in vista durante il XV secolo che lo fece erigere. Dell’antico edificio rimangono solo alcune parti, sopravvissute al terremoto del 1693, come il loggiato sormontato dal balcone, il tutto conservato all’interno del monastero di San Placidio, che inglobò nella sua struttura l’antico palazzo nobiliare.
Un altro celebre edificio di Catania è il palazzo Biscari alla Marina, conosciuto come il più importante palazzo privato di tutta Catania. La sua costruzione durò svariate decine di anni a partire dagli inizi del XVII secolo. L’edificio occupa parte delle mura cinquecentesche, e ciò fu frutto di un permesso conferito alla nobile famiglia Biscari.
Palazzo Biscari è celebre anche per aver ospitato lo scrittore Johann Wolfgang Goethe durante il suo viaggio in Italia. È inoltre conosciuto per essere stato ripreso nel video musicale della canzone Violet Hill dei Coldplay.
Sulla facciata potrai notare le allegorie di Abbondanza, Prosperità, Fertilità e Saggezza, mentre tra le importanti sale interne raggiungibili attraverso il cortile centrale, ci sono la Sala dei Feudi e quella dei ritratti di famiglia, con rappresentanti gli omonimi temi, il salone delle feste, decorato in stile rococò attraverso specchi, stucchi e affreschi e la galleria degli uccelli.
Praticamente di fronte al palazzo Biscari sorge la chiesa di San Placido. Questa conserva alcuni elementi seicenteschi, come il portone in pietra e l’edicola con rappresentata Sant’Agata. Il resto della facciata risale al 1769 ed è in stile barocco.
Prima della chiesa di San Placido qui era presente un tempio dedicato a Bacco, poi sostituito dal palazzo Platamone, successivamente donato al convento benedettino che inglobò l’edificio.
Gli interni sono a unica navata, decorati con affreschi e dipinti.
Arriverai così a una delle chiese più importanti di Catania, la Badia di Sant’Agata, che rappresenta uno dei simboli del barocco catanese. Venne costruita sui resti della chiesa e del convento di Sant’Agata nel 1620 e ricostruita durante il settecento.
Gli interni sono disposti su di un impianto a croce greca, con ingressi e cappelle disposti lungo i lati di un ottagono regolare. I decori sono essenziali e ottenuti attraverso stucchi bianchi, statue e ricami in marmo sul pavimento.
Al centro della chiesa si sviluppa una grande cupola, sulla quale potrai salire per godere del fantastico panorama sul duomo cittadino e sulla suggestiva piazza Duomo. Ti consiglio di non perderti questo affaccio.
Raggiungi ora la piazza Duomo di Catania, una vera e propria meraviglia della città. Girati intorno e non potrai che rimanere a bocca aperta a 360 gradi. Questo è il punto di incontro dlele tre principali strade cittadine: via Etnea, via Garibaldi e via Vittorio Emanuele II.
Come ovvio su piazza Duomo si affaccia il duomo cittadino, ma anche altri importanti monumenti, come il palazzo degli Elefanti, la fontana dell’Amenano, palazzo dei Chierici e la porta Uzeda.
Al centro della piazza Duomo c’è u Liotru, ovvero la statua in pietra lavica che raffigura un elefante sormontato da un obelisco, simbolo di Catania. Nota anche come fontana dell’Elefante, risale agli anni intorno al 1735. L’elefante è in basalto nero e trova posto su di un piedistallo in marmo all’interno di una vasca il cui basamento riproduce i due fiumi di Catania, ovvero il Simeto e l’Alemano.
L’elefante sostiene sulla schiena un obelisco alto oltre tre metri e mezzo, in granito, decorato con figure in stile egizio. Sulla sommità c’è un globo circondato da una corona di foglie di palma e un ramo di gigli, che rappresentano il martirio e la purezza. Al di sopra c’è una tavola in metallo con un’iscrizione dedicata a Sant’Agata.
Anche il duomo di Catania è dedicato a Sant’Agata, come la vicina Badia. Questa cattedrale è estremamente imponente e conserva in sè numerosi stili architettonici, come il neoclassico, il normanno e il barocco.
Si tratta di una chiesa piuttosto antica, costruita una prima volta sul finire dell’XI secolo, sopra ai resti delle terme achilliane e impiegando resti di templi pagani e monumenti romani. La struttura subì gravi danni nel terremoto del 1169 e nell’incendio del 1194. Nei secoli successivi la chiesa venne ripristinata, per poi essere nuovamente danneggiata durante il terremoto del 1693. In quel contesto rimase in piedi solo l’abside e la facciata. Il ripristino della chiesa durò dal settecento a metà dell’ottocento.
La ricostruzione a seguito del terremoto del 1693 avvenne nell’esatta posizione in cui era già presente il duomo di epoca normanna, risalente all’XI secolo.
Oggi il duomo di Catania si presenta con un’imponente facciata posta al culmine di una breve scalinata in marmo, dietro a una balaustra in marmo con cinque grandi statue in marmo. La facciata è divisa in tre ordini. Il primo è scandito da colonne in granito probabilmente provenienti dal teatro romano. Tutti gli ordini sono poi decorati da statue di Santi. Sul portone sono presenti trentadue formelle scolpite.
Nella costruzione della cattedrale di Sant’Agata venne sfruttato l’originario impianto basilicare a tre navate, riutilizzando ove possibile i resti della precedente chiesa. Non solo, ove possibile vennero reimpiegati anche i resti di altri monumenti catanesi andati persi durante il sisma.
Al suo interno, impostato su di una pianta a croce greca, sono custoditi alcuni simboli di Catania, come la tomba di Vincenzo Bellini e il reliquiario di Sant’Agata, al centro delle celebrazioni che ogni anno vanno in scena il 4 febbraio.
Dal sagrato del duomo di Catania potrai scendere nelle terme Achilliane. Questi spazi risalgono a un periodo tra il III e V secolo e si sviluppano al di sotto del duomo.
Quello che è stato riportato alla luce e che puoi visitare è solo una piccola parte del grande complesso termale che anticamente occupava questo luogo. Si pensa che qui fosse ospitato uno dei frigidari, ovvero il luogo dedicato ai bagni in acqua fredda, e un tepidarium riscaldato attraverso un sistema di canalizzazione dell’aria.
Visitando le terme Achilliane potrai vedere la sala dei pilastri, cioè una camera con un soffitto a crociere sostenuto da quattro pilastri quadrangolari con al centro una vasca originariamente rivestita in marmo. Attorno sono disposte una serie di vasche parallele utilizzate per canalizzare, drenare e filtrare l’acqua.
Questi spazi sono stati riportati alla luce durante il settecento, mentre proseguivano i lavori per la ricostruzione della città.
Ritornati alla luce di piazza Duomo, potrai notare la porta Uzeda, che collega la piazza con via Dusmet. La sua struttura unisce le due ali dell’antico seminario dei chierici oggi occupate dal museo diocesano e dal palazzo dei chierici.
Costruita nel 1695, porta Uzeda si apre direttamente nelle mura cinquecentesche volute da Carlo V. Il nome è legato al viceré spagnolo Giovanni Francesco Paceco, anche noto come duca di Uceda.
La struttura è in stile barocco catanese e vede un’alternanza di pietra lavica e marmo bianco.
Il lato settentrionale di piazza Duomo è occupato dal palazzo degli Elefanti, anche noto come palazzo Senatorio. L’edificio venne costruito a seguito del terremoto del 1693 negli spazi precedentemente occupati da una loggia medievale. Sulla facciata c’è un balcone sorretto da quattro pilastri. Il frontone del balcone è decorato da tanti elefanti, che danno il nome all’edificio.
Palazzo degli Elefanti ha una base quadrangolare, con una facciata su di ogni lato. Al centro c’è un cortile che ospita le Carrozze del Senato, risalenti al settecento e che sfilano ogni anno durante la festa di Sant’Agata.
Oggi all’interno del palazzo degli Elefanti è ospitato il municipio di Catania.
Nel lato meridionale di piazza Duomo c’è invece la fontana dell’Amenano. Questa particolare fontana risale al 1867 ed è costruita in marmo di Carrara.
La sua struttura rappresenta il fiume Amenano come un giovane che sorregge una cornucopia dalla quale esce l’acqua che scende nella vasca sottostante. L’acqua tracima dalla vasca dando vita a un effetto cascata che ricorda un lenzuolo. Per questo motivo tra i catanesi è anche nota come acqua a linzolu.
L’acqua della fontana dell’Amenano ritorna nel fiume sottostante, sul quale ti puoi affacciare, che scorre due metri al di sotto della piazza.
L’ultima attrazione che ti segnalo nella piazza Duomo di Catania è il palazzo del Seminario dei Chierici, al fianco della fontana dell’Amenano e direttatemente collegato al palazzo arcivescovile per via di un passaggio al di sopra di porta Uzeda.
La prima costruzione del palazzo dei Chierici risale all’epoca aragatonese, quando prese il posto del palazzo del vescovo. L’edificio venne totalmente ricostruito in seguito al terremoto del 1693, occupando anche parte delle mura cinqucentesche. La facciata del palazzo del Seminario dei Chierici è scandita da lesene in bugnato di pietra d’Ispica e intonacata con una particolare sabbia vulcanica.
Durante l’unità d’Italia venne impiegato come caserma militare e successivamente fu innalzato di un piano.
Oltre alla fontana dell’Amenano troverai la piazza della Pescheria, ribassata rispetto al piano stradale per mezzo di qualche scalino. Ancora oggi questa piazza ospita il mercato del pesce e qui potrai respirare tutto il folklore della città. Se vuoi assistere al mercato potrai vederlo dal lunedì al sabato dalle 8:00 alle 14:30.
Oltre a piazza della Pescheria ci sono gli Archi della Marina, il nome comunemente usato per descrivere il lungo viadotto ottocentesco della ferrovia Catania – Siracusa, costruito su progetto ferroviario della Società Vittorio Emanuele, con capitale francese.
La ferrovia in questo punto si sviluppa come un semplice binario al di sopra di una serie di archi in muratura. Gli archi sono rivestiti in pietra grigia e avorio.
Davanti agli Archi della Marina si sviluppa anche il giardino Pacini, uno dei due giardini più antichi di Catania. Particolare è sapere che i catanesi lo chiamano anche villa e varagghi, ovvero villa degli sbadigli, perché era tipicamente frequentato da persone anziane che andavano qui per rilassarsi.
Il giardino Pacini risale all’Unità d’Italia, quando venne risistemata tutta l’area adiacente alle mura, precedentemente utilizzata dalle lavandaie per lavare i vestiti.
Raggiungi ora piazza Università di Catania. Per farlo dovrai tornare in piazza Duomo e prendere via Etnea. In pochi passi sarai arrivato.
Questo piazza quadrangolare deve il suo nome agli importanti palazzi universitari che occupano due lati di questo spazio: palazzo San Giuliano e, appunto, il palazzo dell’Università.
Palazzo San Giuliano è riconoscibile per l’insegna dell’università degli studi sulla sua sommità. L’edificio risale al 1738, quando venne costruito per la nobile famiglia di marchesi Sangiuliano. Nei secoli successivi subì diverse modifiche, anche per renderlo più simile al palazzo dell’Università. Rimane però a testimonianza della sua costruzione l’antico ingresso decorato da alcune lapidi che ricordano gli ospiti illustri che soggiornarono qui, tra cui il re Vittorio Emanuele III e la regina Elena.
Varcato l’ingresso trovi una corte quadrangolare con una scalinata a due rampe con portico a colonne.
Agli inizi del novecento palazzo San Giuliano fu sede del teatro Machiavelli, mentre oggi ospita al suo interno gli uffici amministrativi dell’università di Catania.
Di fronte al palazzo Sangiuliano potrai vedere il palazzo dell’Università. L’edificio venne costruito in seguito al terremoto del 1693 e ulteriormente modificato dopo al sisma del 1818.
Anche questo palazzo è dotato di un chiostro interno ed ha una suggestiva aula magna affrescata e dotata di una grande arazzo con lo stemma degli Aragona.
Questo palazzo è la sede principale dell’Università di Catania, che fonda le sue origini nel 1434. Inizialmente ospitata nel palazzo del seminario dei chierici e successivamente nell’ospedale San Marco, occupa questa sede dagli inizi del settecento. Al suo interno c’è il rettorato, gli uffici dell’amministrazione centrale di Ateneo e la biblioteca regionale Giambattista Caruso.
Le prossime mete sono tutte lungo via Etnea, la strada principale del centro di Catania. Questa suggestiva strada passa per un gran numero di monumenti ed è lunga circa 3 chilometri. Si sviluppa in direzione sud-nord, collegando piazza Duomo al Tondo Gioeni.
Via Etnea è relativamente recente, venne infatti tracciata a seguito del terremoto del 1693, quando il duca di Camastra, progettando la ricostruzione della città, decise di tracciare le nuove strade secondo delle direttrici ortogonali che partivano dal duomo.
Il nome di via Etnea è semplicemente legato al fatto che va in direzione del vulcano Etna.
In pochi passi troverai un’altra delle numerose chiese di Catania, la collegiata Santa Maria dell’Elemosina, anche nota semplicemente come basilica della Collegiata. Le sue origini sono piuttosto antiche, tanto che la chiesa occupa il luogo in cui era presente un tempio pagano dedicato a Proserpina.
Durante il regno degli Aragonesi, la chiesa di Santa Maria dell’Elemosina rappresentò addirittura la cappella privata della famiglia reale.
La basilica collegiata che puoi vedere oggi è frutto di una ricostruzione avvenuta dopo il terremoto del 1693. In quell’occasione l’ingresso venne ricostruito all’opposto dell’originario, per affacciarsi sua via Etnea. Lo stile della chiesa è il tardo barocco siciliano e la facciata è caratterizzata dalla pietra bianca. Divisa in due ordini, presenta un andamento concavo – convesso, scandito da colonne e lesene.
Nel secondo ordine sono presenti esternamente le statue di Sant’Agata e Sant’Apollonia, mentre nelle nicchie ci sono i Santi Pietro e Paolo. Gli interni sono a tre navate, disposti su pianta basilicale, con affreschi ottocenteschi che raccontano episodi della Bibbia nella volta e nella cupola.
Proseguendo su via Etnea incontrerai la chiesa di San Michele Arcangelo ai Minoriti, semplicemente nota come chiesa dei Minoriti, dal nome dell’ordine a cui apparteneva.
La chiesa risale alla seconda metà del settecento, insieme al convento a cui è annessa, ed ha una facciata in stile barocco siciliano divisa in due ordini. Anche qui spiccano due statue nel secondo ordine: quella di Bartolomeo Simorili, primo prevosto della chiesa, e quella di San Francesco Caracciolo. Quest’ultima è senza braccia, perché danneggiata durante i bombordamenti della seconda guerra mondiale.
Gli spazi interni sono disposti su di una pianta a croce greca con, all’incrocio dei bracci, una grande cupola.
Gli spazi del convento sono oggi utilizzati come sede della prefettura.
Lascia via Etnea e percorri via Penninello fino ad arrivare all’ingresso di Villa Cerami. Quella che oggi è la sede della facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli studi di Catania, era originariamente la residenza della famiglia Rosso di Cerami.
Nel settecento, quando venne costruita, occupava una posizione privilegiata della città, dalla quale era possibile dominare i cantieri di ricostruzione della città. Al suo interno, nel 1881, ospitò il re Umberto e la regina Margherita.
Attraverso il portale d’ingresso potrai arrivare all’ampio cortile sul quale si affaccia lo scalone monumentale. Nel cortile è anche presente la fontana in bronzo che raffigura la Grande Bagnante.
Dalla villa Cerami prende il via la celebre via dei Crociferi, realizzata nel settecento, che in 400 metri arriva alla piazza San Francesco d’Assisi.
Questa strada è celebre per il suo stile barocco e per la quasi assenza di palazzi abitativi, a favore delle numerose chiese: ben quattro in pochi metri.
Nell’ordine sono:
Direttamente collegato alla chiesa di San Benedetto c’è anche il monastero di San Benedetto. Questo segna un’estremità della via dei Crociferi, attraverso il suo omonimo arco.
L’intero monastero è diviso in due palazzi, conosciuti come la Badia Grande e la Badia Piccola, collegati tra loro attraverso l’arco. Originariamente costruito nel 1355, venne ricostruito dopo il 1693 nello stile tardo barocco che caratterizza l’intera strada.
Ancora oggi il monastero è retto dalle suore benedettine di clausura del Santissimo Sacramento dell’Adorazione Perpetua.
Arriverai così in piazza San Francesco d’Assisi. Questa deve il suo nome all’imponente chiesa di San Francesco d’Assisi, ma sul suo spazio ospita anche altri monumenti e palazzi. Tra questi c’è la statua novecentesca che raffigura il cardinale Giuseppe Benedetto Dusmet in un atto di carità nei confronti del popolo.
Davanti alla chiesa c’è invece il palazzo Gravina Cruyllas, dimora catanese del compositore Vincenzo Bellini, oggi sede del museo civico Belliniano e del museo Emilio Greco.
Il monumento principale della piazza è la chiesa di San Francesco d’Assisi, che occupa gli spazi precedentemente occupati dal tempio pagano dedicato alla dea Demetra. La chiesa venne costruita in epoca aragonese, su volontà della regina Eleonora d’Angiò. Nel 1329 fece infatti costruire la chiesa e il convento come voto di ringraziamento per aver salvato la città dall’eruzione dell’Etna di quell’anno.
Purtroppo però, anche questa chiesa crollò con il terremoto del 1693 e venne ricostruita.
La facciata attuale è del 1854 ed è in pietra calcarea ed è anticipata da una scalinata in pietra lavica che conduce a un cancello in ferro battuto. Qui trovano posto le statue di San Giuseppe da Copertino, Sant’Agata, Santa Chiara d’Assisi e San Bonaventura. Si contano ben 16 colonne e tre simulacri. Sul frontone sono invece scolpite le insegne di San Francesco. La facciata simmetrica è chiusa da due torrette quadrangolari chiuse da cupolini con banderuole in ferro.
Gli interni sono su pianta basilicale a croce latina e sono suddivisi in tre navate per mezzo di massicci pilastri.
In un paio di minuti a piedi raggiungi piazza Mazzini, costruita nel settecento per ospitare il mercato cittadino. Questa piazza ha un grande spazio vuoto centrale, mentre sugli angoli sorgono quattro palazzi gemelli dotati di terrazzi che chiudono spaziosi porticati al pian terreno. Particolare è sapere che le colonne che sorreggono i terrazzi vennero recuperate dalle rovine di epoca romana.
Tre dei quattro palazzi subirono alcune modifiche durante i secoli, mentre il palazzo Scammacca della Bruca, nell’angolo nord orientale della piazza, ha conservato l’aspetto originario.
La prossima tappa, castello Ursino, è un altro dei monumenti simbolo di Catania. Costruito nel 1239 aveva lo scopo di difendere il territorio sulla costa. Venne voluto dall’imperatore Federico II di Savoia, che lo fece erigere in stile gotico medievale.
Lungo la sua struttura si innalzano le imponenti torri circolari che si fondano direttamente nel fossato che gira intorno a buona parte del castello. Particolare sono anche i resti della colata lavica del 1669 che, dividendosi in due, lasciò intatto il castello.
La facciata meridionale del castello Ursino vede aprirsi delle finestre del XVI secolo, che ingentiliscono l’aspetto del forte. Il lato orientale presenta invece numerose aperture, quali feritoie e finestre ogivali con, al di sotto, un pentalfa in pietra lavica.
L’ingresso principale del castello Ursino dà su piazza Federico di Svevia ed era anticipato da un ponte levatoio e da mura difensive, di cui rimangono solo i resti. In alto a destra rispetto all’ingresso ad arco ogivale, c’è una piccola edicola che conserva la statua di un’aquila sveva che stringe tra gli artigli una lepre o un agnello. All’interno del castello è presente un cortile con scala esterna in stile gotico catalano.
Dopo essere stato utilizzato come reggia, fortezza e caserma, passò nelle mani dello Stato nel 1860 ed oggi ospita al suo interno il museo civico della città.
Un altro importante cittadino di Catania fu l’autore Giovanni Verga. La sua casa natale, ospitata al seconda piano di un palazzo ottocentesco, è stata trasformata in una casa museo.
In questa casa Giovanni Verga trascorse l’infanzia e, dopo essere tornato in città in età adulta, il periodo della vecchiaia fino alla morte.
Visitando la casa museo Verga, potrai vedere gli arredi e i libri originali che appartennero al celebre scrittore rappresentante della corrente del verismo. Al primo piano c’è la biblioteca, con importante raccolta pubblica di libri e manoscritti, mentre al secondo piano c’è l’appartamento privato di Verga.
Tra le cose assolutamente da vedere a Catania, ci sono il suo teatro romano e l’Odeon. Nascosti tra le case e le pendici della collina di Montevergine, quest’area raccoglie testimonianze di una vita in epoca preistorica.
Un primo teatro venne costruito in età greca ed era collegato al santuario di Demetra e Kore che insisteva nell’attuale via dei Crociferi. I resti riportati alla luce risalgono invece all’età romana, a partire dal I secolo dopo Cristo. Già nel secolo successivo le sue dimensioni vennero ampliate e lo stile reso più fastoso grazie all’erezione di un ingresso monumentale, di una cavea di maggiori dimensioni e di un edificio scenico riccamente decorato.
Sempre nel II secolo dopo Cristo venne costruito l’attiguo Odeon, raggiungibile da dentro il teatro, che veniva impiegato per gare poetiche e musicali e per provare gli spettacoli che sarebbero poi andati in scena nel teatro sottostante.
Anche i secoli successivi videro alcuni interventi e restauri sul teatro, come modifiche per utilizzarlo in spettacoli acquatici. Dopo al VI secolo sia il teatro che l’Odeon vennero abbandonati e durante i secoli successivi coperti da altri edifici.
Acquistando il biglietto d’ingresso potrai accedere a questi spazi e camminare tra le gradinate del teatro e gli alti archi dell’Odeon.
Dai colori a contrasto, con pietra lavica e pietra chiara, è la chiesa di Santa Chiara. Questa venne utilizzata dalle monache Clarisse già nel cinquecento, ma la struttura attuale è frutto di una ricostruzione completata nel 1760.
La facciata è alta e stretta e si sviluppa su tre ordini. Il terzo è una grande loggia a tre arcate che veniva utilizzata dalla suore per guardare la processione di Sant’Agata.
Gli spazi interni sono decorati da una pavimentazione in marmi policromi e un coro dipinto e dorato. Particolare è anche l’affresco settecentesco sul soffitto della navata che raffigura il trionfo dell’ordine delle Clarisse.
Direttamente collegata alla chiesa c’è il monastero, che oggi ospita una galleria d’arte moderna.
Raggiungi ora la porta del Fortino Vecchio, il cui profilo è decorato da pietra lavica. Questa porta venne infatti aperta aperta nella colata lavica ancora calda del 1669, quando la lava arrivò fino alle precedenti mura cittadine rovinandole.
La porta era anche l’ingresso di un edificio chiamato dalla popolazione “Fortino”, per via dell’aspetto che sembrava un piccolo castello. Porta del Fortino Vecchio controllava l’ingresso in città da sud ovest e tra le persone che la attraversarono ci fu anche il viceré Claudio Lamoral Principe di Ligne. Per questo motivo è anche conosciuta come porta di Ligne.
Di dimensioni più ampie e più valorizzata rispetto alla precedente, è la porta Garibaldi. Inizialmente conosciuta come porta Ferdinandea, fu costruita come arco trionfale nel 1768 per celebrare il centenario dall’eruzione del 1669 che aveva sommerso l’area occidentale di Catania.
Siccome Ferdinando di Borbone e Maria Carolina si sposarono proprio in quell’anno, venne deciso il nome di porta Ferdinandea, salvo poi cambiarlo in porta Garibaldi nel 1860.
Porta Garibaldi fa da quinta scenica a piazza Palestro ed è costruita alternando pietra bianca di Siracusa a blocchi di lava nera. Al centro, sulla sommità, c’era il busto di Ferdinando Borbone, poi sostituito da un orologio contornato da simboli allegorici come l’aquila e l’elefante. Tra gli altri simboli presenti sulla struttura c’è anche una fenice che risorge dalle proprie ceneri.
La porta era collegata ad alcuni palazzi, abbattuti negli anni trenta.
A cinque minuti a piedi da porta Garibaldi c’è la piazza Machiavelli, una piazza insolitamente decorata da grandi alberi nel centro città. A rendere maggiormente movimentato questo spazio c’è anche la pavimentazione a scacchi bianchi e neri che crea un bel colpo d’occhio per chi arriva a visitarla.
Il prossimo punto tra le cose da vedere a Catania sono le terme di piazza Dante. Purtroppo lasciate un po’ all’incuria, sono protette da un’inferriata a livello stradale, dalla quale puoi affacciarti e vedere i resti archeologici.
Attraverso gli scavi si è appurato che questa zona della città in età romana era occupata da case lussuose. Le terme di piazza Dante dovevano però appartenere ad una domus molto ricca, con perisitilio e un balneum, ovvero un impianto termale privato. A questo complesso apparteneva anche una pavimentazione in marmo che dava vita a particolari motivi geometrici. Questa, scoperta nel settecento, venne fatta prelevare dal principe Biscari e venne riposizionata in una sala del suo palazzo, dove si trova tuttora.
La prossima tappa è la chiesa di San Nicolò. La sua prima costruzione risale alla metà del XVI secolo, quando i benedettini si trasferirono in città e la costruirono al fianco del loro monastero. Dopo l’eruzione del 1669 e il terremoto del 1693 fu necessario ricostruire la chiesa. I lavori partirono velocemente, ma si bloccarono più volte, tanto che nel 1797 la costruzione della facciata si fermò e non venne mai più ripresa.
La facciata è anticipata da una scalinata che conduce al ballatoio su cui si innalza la chiesa. I tre ordini della facciata sono divisi da quattro coppie di colonne di dimensioni importanti. Gli ingressi sono tre, con quelli lateriali dotati di un ovale e tutti sormontati da un balcone finestrato.
Gli interni, divisi su tre navate, si collegano al transetto dove prende vita una grandissima cupola. Particolare è la meridiana sul pavimento risalente al 1841 e il grande organo a canne del XVIII secolo. All’interno della chiesa di San Nicolò è inoltre presente il sacrario ai caduti della prima guerra mondiale.
La chiesa di San Nicolò appartiene all’adiacente monastero dei Benedettini. Ti consiglio di non perdere la visita (esclusivamente guidata) che ti porterà a scoprire i suoi suggestivi spazi. Soprattutto in alta stagione ti conviene prenotare il tuo posto per tempo, in maniera d’assicurarti l’orario più comodo per le tue esigenze. Potrai farlo anche online sul sito https://www.monasterodeibenedettini.it/
Il monastero benedettino di San Nicolò l’Arena è uno dei complessi benedettini più grandi d’Europa. La sua costruzione risale al cinquecento, ma durante i secoli ha subito innumerevoli trasformazioni. Anche per questo motivo oggi è annoverato nel patrimonio mondiale dell’UNESCO.
Visitandolo passerai per i resti di due domus romane, suggestivi chiostri e un particolare giardino pensile, il tutto racchiuso da uno stile tardobarocco siciliano. A rendere particolare la struttura, c’è il fatto che abbia resistito a forti calamità naturali, come una grossa colata lavica che è arrivata alle porte del monastero nel 1669 e poi al terremoto del 1693.
Durante la visita guidata potrai scoprire moltissimi spazi del monastero, tra cui:
Un’altra particolare attrazione di Catania sono le terme romane della Rotonda, ben riconoscibili per la presenza della cupola dell’ex chiesa di Santa Maria della Rotonda.
Queste terme vennero costruite tra il I e il II secolo dopo Cristo e durante l’epoca bizantina, sui loro resti, venne innalzata la chiesa di Santa Maria della Rotonda che conserva al suo interno alcuni affreschi medievali e barocchi.
La struttura termale risale a un piano del I o II secolo dopo Cristo, ingrandito poi nel secolo successivo e abbandonato poi sul finire del VI secolo quando venne costruita la chiesa. Nei secoli successivi l’area termale venne impiegata come cimitero e tale rimase fino al cinquecento. Nei resti che puoi vedere oggi, l’area principale era occupata dal frigidarium, affiancata a un calidarium e a un tepidarium.
Raggiungi ora piazza Stesicoro, lungo la via Etnea. Quest’importante piazza sorge nell’area nord occidentale della città. La sua pianta rettangolare è contornata da importanti palazzi e, su di un lato, sorge il grande monumento a Vincenzo Bellini.
Un altro punto da vedere su piazza Stesicoro è l’anfiteatro romano.
Il principale monumento di piazza Stesicoro è l’anfiteatro romano. Meno d’impatto rispetto al teatro e all’Odeon, vale comunque la pena visitarlo. Già dalla piazza potrai affacciarti sui resti, vedendo così una piccola parte di quello che era l’antico monumento costruito durante il II secolo nella zona settentrionale della città antica.
L’anfiteatro aveva una forma ellittica con un’arena dal diametro massimo di 70 metri e minimo di 50 metri. Al suo interno potevano trovare posto fino a 15.000 persone sedute e attraverso l’aggiunta di impalcatura in legno i posti raddoppiavano. Gli spalti erano costruiti in pietra lavica e ricoperti in marmo e disponevano di ben trentadue ordini di posti.
L’anfiteatro romano di Catania era il più grande di tutta la Sicilia e secondo alcune teorie poteva anche essere allagato attraverso l’acquedotto per ospitare le naumachie, ovvero spettacoli di battaglie navali.
Raggiungi ora la basilica del Carmine, anticamente costruita sui resti di una necropoli. La chiesa che puoi vedere oggi è una ricostruzione del 1729 e presenta una facciata divisa in tre parti attraverso due massicce semicolonne che separano i tre portali di accesso. Sulla sommità della facciata c’è una grande nicchia contenente la statua della Madonna del Carmine. Gli interni sono suddivisi su tre navate sulle quali si affacciano undici altari laterali.
Collegato alla basilica del Carmine c’è il convento dei padri Carmelitani, nel cui cortile riposò il corpo del poeta greco Stesicoro.
Di dimensioni più contenute è invece la chiesa di San Gaetano alle Grotte. Questa chiesa nasconde però un’antichissima storia, si pensa infatti che una prima costruzione avvenne già nel 262 dopo Cristo all’interno di una grotta lavica precedentemente usata come cisterna.
Durante il VII secolo le sue dimensioni crebbero e sorse la struttura apogea della chiesa di San Gaetano. Nel secolo successivo, con la conquista musulmana, la chiesa venne abbandonata per poi essere restaurata con l’arrivo dei normanni. La chiesa venne poi distrutta dal terremoto del 1693 e dopo essere stata ricostruita fu danneggiata durante la seconda guerra mondiale.
Se hai la fortuna di trovarla aperta ti consiglio di visitarla e accedere alla grotta sotterranea, attraverso una ripida scalinata. Si pensa che in questa grotta trovò inizialmente riposo il corpo di Sant’Agata. Particolare è anche il pozzo riutilizzato successivamente come fonte battesimale. Ci sono infine i resti di alcuni affreschi cinquecenteschi, purtroppo non ben conservati.
L’itinerario completo alla scoperta di Catania è quasi terminato, ma se vuoi concederti un momento di relax puoi visitare il giardino Bellini, anche noto come Villa Bellini o semplicemente ‘a Villa.
Questo bellissimo giardino è un ricco insieme di aree verdi, scalinate, statue, aiuole fiorite e panchine e occupa nel complesso quasi 71.000 metri quadri. Qui potrai trovare anche 106 specie esotiche che convivono con specie locali. Camminando per i suoi viali alberati potrai raggiungere le due collinette centrali, dalle quali godere di un bel panorama sul resto dei giardini.
Originariamente questo spazio verde apparteneva alla villa di Ignazio Paternò Castello, principe di Biscari, salvo poi passare nelle mani del comune a metà dell’ottocento.
Ritorna infine nel cuore del centro storico di Catania e raggiungi i Quattro Canti, un incrocio tra via Etna con via Antonio di Sangiuliano. Il nome dei Quattro Canti fa riferimento ai quattro palazzi dagli angoli smussati che occupano i lati della piazza, dando vita a uno spazio ottagonale.
I palazzi, nonostante abbiano lo stesso stile architettonico, vennero costruiti a distanza di anni gli uni dagli altri. Sull’angolo sud est si affaccia il palazzo Geraci-Guerrera, dal cui balcone si affacciò Garibaldi nel 1862 pronunciando la frase O Roma o morte!
Ecco la mappa completa di tutte le attrazioni per visitare Catania. Potrai seguire l’intero itinerario a piedi.
Se cerchi una sistemazione in cui soggiornare a Catania non avrai difficoltà a trovarla. Si tratta infatti di una città abituata ai turisti e con un gran numero di strutture, sia hotel che bed and breakfast.
Le zone più belle in cui soggiornare sono quelle del cuore del centro storico e sono l’ideale se sei in visita solo della città.
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Se invece vuoi utilizzare Catania come base d’appoggio anche per visitare altre città ti consiglio una sistemazione un po’ più periferica dove poter arrivare velocemente in auto e dove trovare più facilmente parcheggio. In questo caso puoi cercare ad esempio una sistemazione nei dintorni della stazione centrale di Catania.
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