CityLife è il progetto di riqualificazione urbana del quartiere Portello di Milano. Quest’area era precedentemente occupata dalla Fiera Milano City e per dare nuova vita al quartiere, creando uno spazio che valorizzasse l’intera città, si è ricorso ad architetti internazionali per la progettazione degli spazi.
Ad oggi è un quartiere molto moderno, contraddistinto dalle Tre Torri centrali che danno anche il nome alla piazza su cui si trovano e alla fermata della metropolitana che porta fino a qui.
I nomi che hanno contribuito alla progettazione degli edifici presenti a CityLife sono gli archistar Daniel Libeskind, Arata Isozaki e Zaha Hadid. Ognuno ha progettato anche una delle torri presenti qui, che definiscono un nuovo skyline milanese e che sono occupate da centri direzionali di multinazionali.
Il progetto si è reso necessario in seguito al trasferimento della fiera di Milano nel nuovo polo di Rho-Pero, lasciando libera un’area di ben 255.000 metri quadri. Ciò ha reso CityLife il progetto di riqualificazione urbana più ampio d’Europa.
Nel 2004 è stata istituita una gara internazionale per l’aggiudicazione del progetto, vinta da un pool di aziende riunitasi sotto il nome di CityLife. A seguito dell’assegnazione del progetto si è costituita la società CityLife controllata dal Gruppo Generali e partecipata da Allianz, che ha cominciato i lavori nel 2007.
Inizialmente i lavori si sarebbero dovuti concludere in tempo per Expo 2015, ma a causa di ritardi si è concordata la nuova scadenza del 2018. In realtà altri problemi hanno ulteriormente rallentato i lavori, e nel mese di Febbraio 2019 la torre Libeskind era ancora in costruzione, salvo poi essere completata qualche mese dopo, nell’ottobre 2020.
Oltre al progetto originario ne sono presenti ulteriori collaterali per aumentare gli spazi civili su di questo terreno e per aggiungere nuove torri nelle vicinanze.
Il progetto è estremamente vasto e comprende la creazione di tante infrastrutture dalla destinazione d’uso differente: da un asilo di design a orti, da spazi direzionali ad abitazioni civili fino a un centro commerciale e a parchi aperti al pubblico. Si tratta ovviamente di una zona piuttosto ricca del capoluogo lombardo e quindi frequentata principalmente per motivi business e abitata da cittadini altospendenti. Nonostante ciò il progetto ha dato nuova vita all’intero quartiere e una passeggiata tra le sue piazze e i suoi grattacieli è ovviamente un valore aggiunto per tutti.
CityLife si è posto principalmente tre obiettivi:
Con questo intervento la fiera di Milano è stata totalmente spostata, ad eccezione di FieraMilanoCity, che è rimasta un piccolo spazio nel quale vengono comunque ospitati eventi di piccole dimensioni. Anche lo spazio della fiera che è ancora qui è stato sottoposto a un intervento di riqualificazione, attraverso una copertura con una struttura metallica che avvolge l’edificio come fosse una coperta.
Il progetto completo era stato inizialmente stimato con un costo di circa 520 milioni di euro e prevedeva anche la costruzione di un palazzo per esposizioni di arte contemporanea. Le cifre stanziate per quest’ultimo palazzo, però, sono state destinate ad altri progetti da parte del comune.
Gli spazi residenziali progettati dall’architetta irachena Zaha Hadid all’interno del progetto CityLife sono degli strani palazzi che a tratti ricordano delle grandissime navi da crociera. Il colore utilizzato principalmente è il bianco che si fonde agli altri materiali quali il vetro e il legno. I pannelli esterni, che a una lontana occhiata possono sembrare di metallo, sono realizzati in fibra di cemento.
Le residenze Hadid occupano il lato sud est di CityLife e sono sette edifici di altezze e forme tutte diverse tra loro, ma con uno stile omogeneo. Le costruzioni vanno da un minimo di cinque a un massimo di tredici piani e si affacciano direttamente sul parco.
I lavori per la costruzione delle residenze Hadid sono cominciati nel 2004 e hanno richiesto circa 10 anni per essere conclusi e, al termine delle costruzioni, occupano uno spazio di circa 38 mila metri quadri.
Le residence Libeskind di CityLife hanno uno stile simile a quello delle residenze Hadid, con le quali si integrano perfettamente. I materiali impiegati sono simili, anche se si trova un uso più massiccio di cemento e, all’apparenza, meno vetrate sui lati degli appartamenti. Ritorna comunque un uso importante del legno.
Le residenze Libeskind sono otto edifici con altezza che varia dai cinque ai tredici piani e occupano il lato sud ovest di CityLife su uno spazio di circa 150 mila metri quadri. Al suo interno trovano posto ben 380 appartamenti.
Nel progetto CityLife era inizialmente presente anche un campo da golf, che sarebbe stato soppiantato dalle residenze Isozaki. A causa però di alcuni problemi si è deciso di cambiare il progetto e hanno preso il loro posto ulteriori residenze Libeskind, chiamate “mini Libeskind” per via delle loro dimensioni più contenute. Oggi le mini Libeskind affiancano i fratelli maggiori.
Al centro del progetto si trova CityLife Shopping District, un insieme di spazi a destinazione commerciale che occupa una superficie di ben 32.000 metri quadri. Anche in questo caso ci si è affidati a nomi celebri per la progettazione:
Lo spazio di CityLife Shopping District risponde a diverse esigenze, con oltre 80 negozi, un supermercato, venti tra ristoranti e bar e sette sale cinema. Inutile dire che, vista anche la vocazione a quartiere direzionale, questi spazi sono spesso presi d’assalto durante le giornate lavorative e il centro commerciale serve proprio per portare vita anche durante il weekend, richiamando tante persone.
L’inaugurazione di questi spazi è avvenuta il 29 novembre 2017 e, per l’occasione, è stato creato dall’artista Jim Pallas un suggestivo spettacolo di musica e illuminazione che ha coinvolto direttamente la torre Hadid.
Quello che però più spicca di CityLife, è senz’altro la presenza delle tre torri che hanno dato anche il nome alla fermata della metropolitana che arriva fin qui. Le tre torri vanno a ridefinire lo skyline milanese finora noto, e già rivisto in seguito alla costruzione del quartiere di Porta Nuova.
Le tre torri sono ad opera di tre diversi architetti: la Torre Hadid, nota come “lo storto”, la torre Isozaki, nota come “il dritto” e la torre Libeskind, nota come “il curvo”.
Nonostante l’intero progetto si sarebbe dovuto concludere entro il 2018, la torre PwC è stata ultimata nel 2020.
Vedendole insieme il colpo d’occhio è notevole: tre alte torri una vicina all’altra e con stili differenti, ognuna con la sua particolarità e il suo carattere. In questo caso a colpire è anche la presenza costante del verde, che restituisce agli occhi uno scorcio che sembra essere distante dalle città totalmente cementificate che spesso viaggiano di pari passo con i grattacieli.
La torre Hadid è nota anche come torre Generali, in quanto sede milanese del celebre gruppo assicurativo. Per via della sua forma che si rigira su se stessa è denominata benevolmente come “lo storto” ed è stata recentemente al centro di qualche polemica per via dell’enorme insegna rossa apposta come coronamento alla fine del 2018 che rovinerebbe l’aspetto del grattacielo.
All’interno del progetto di CityLife è la seconda torre più alta e nel 2016 ha vinto il premio per grattacielo più bello dell’anno da parte di Emporis, la società di Amburgo che raccoglie dati sugli edifici più alti del mondo.
Il progetto della Torre Hadid è stato particolarmente seguito, perché è tra i primi a sviluppare una torre in torsione attraverso una struttura interamente in calcestruzzo. La sua altezza di 177 metri ospita al suo interno 44 piani, 39 dei quali adibiti ad uffici. A questi vanno sommati ulteriori 15 metri dell’insegna di Generali. La Torre Hadid si fonde perfettamente con il centro commerciale, al quale è direttamente collegato.
La costruzione dell’intera torre è cominciata nell’agosto del 2014 e si è conclusa nel 2017: il 15 ottobre è stata ufficialmente aperta al pubblico durante una giornata organizzata dal FAI.
La torre Isozaki ha uno sviluppo verticale più standard e per questo è nominata anche “il Dritto” e presenta dei lunghi tiranti alla base che migliorano la stabilità, non previsti nel progetto iniziale.
La torre Isozaki è il secondo edificio più alto d’Italia (dopo la torre Unicredit) e l’edificio che raggiunge la maggiore altitudine in tutta Milano. Questo è il motivo per cui il 22 novembre 2015 è stata aggiunta sulla sua cima una copia della Madonnina: lo statuto della città di Milano prevede infatti che il suo simbolo sia issato sul tetto più alto della città. Prima della torre Isozaki la madonnina fu issata:
L’edificio raggiunge un’altezza di 209 metri suddivisi su 50 piani, 46 dei quali a destinazione uffici. Inizialmente doveva essere occupata dal gruppo Generali, ma poi è stata acquistata dalla società assicurativa Allianz, che le ha dato il nome.
I lavori di costruzione sono cominciati nel marzo 2012 con le fondamenta e a, seguito dell’aggiudicazione dell’appalto nel maggio dello stesso anno, è proceduto via via più svelto fino a raggiungere l’incredibile tasso di costruzione di un piano a settimana nel maggio 2013. I lavori sono continuati poi con la copertura dei piani attraverso pannelli in vetro, che regalano agli interni una splendida vista panoramica sulla città e una bellissima illuminazione naturale.
La torre Isozaki fu ufficialmente ultimata nel febbraio 2015 e inaugurata circa nove mesi più tardi. La sua forma le è valsa il premio di Emporis come terzo grattacielo più bello dell’anno nel 2015.
L’ultima ad essere stata completata è la torre Libeskind, soprannominata “il curvo” per via della sua forma una volta ultimata. La sua è senza dubbio la forma più insolita e, probabilmente, la più bella. I lavori cominciati nell’ottobre 2015 sono stati sospesi per poi riprendere all’inizio del 2017. Nonostante ciò sono proceduti un po’ a rilento fino ad aprile 2018, arrivando a costruire solamente fino al quarto piano, mentre sono partiti in maniera più spedita nella seconda metà dell’anno: a dicembre 2018 si era raggiunto il ventesimo piano. Ad aprile 2020 è stato aggiunto il tetto e ad ottobre dello stesso anno i lavori si sono conclusi.
La sua altezza è di 175 metri per 28 piani e la sua forma curva ha un’area concava che, nella parte più alta, si sviluppa verticalmente oltre alla sua sagoma, dando quasi un’idea di sospensione nel vuoto. La sua altezza la rende, per poco, la più bassa delle tre torri con appena un paio di metri di scarto dalla torre Hadid. La parte più alta della torre è definita Corona e ha un grande spazio vetrato da un lato occupato da un grande openspace, dall’altro ospita i meccanismi di ascensori e montacarichi.
Si narra che Libeskind abbia preso ispirazione da due geni italiani per questo progetto: Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti. Di da Vinci ha ripreso in mano il progetto mai realizzato per il tiburio del duomo di Milano, mentre da Michelangelo le curve ininterrotte della statua della Pietà Rondanini.
Al piano più basso, invece, è stata creata un’area congressi con tre sale da 50 posti l’una. La funzione principale è però quella di ospitare gli uffici della PwC, un’agenzia di consulenza internazionale che opera in 158 paesi del mondo, con una capienza di circa 3000 persone.
Nel 2021 alle tre torri esistenti è stato aggiunto un ulteriore grattacielo: la torre Aurora. Questa sorge a nord ovest rispetto alle tre torri, in una posizione al confine con il parco di CityLife e ad una manciata di passi dalla Fiera Milano City. Non rientra all’interno del progetto di CityLife, ma è inevitabile notarla passeggiando per il grande parco verde.
Torre Aurora fa parte di un complesso di tre edifici residenziali che prevedono due blocchi orizzontali e una torre che prende il posto dell’ex bersaglio militare di zona Portello. Questo grattacielo, totalmente residenziale, ha un’altezza di 70 metri distribuiti su 19 piani in cui sono ricavati 140 appartamenti. Dalle sue vetrate gli inquilini più fortunati potranno affacciarsi su CityLife e sul parco interno di ben 8000 metri quadri.
A rendere particolare torre Aurora c’è senza dubbio l’utilizzo di elementi in griglia color oro, che spiccano sul cemento bianco di tutto l’edificio. Questi elementi sono distribuiti uniformemente sulle facciate. In parte distaccandosi da queste creando dei nuovi volumi verso l’esterno, in parte servendo come parapetto per le alte finestre disposte apparentemente in maniera casuale su tutte le facciate. Elemento caratterizzante di tutto il complesso Aurora sono le forme minimali e squadrate dei suoi palazzi.
Sul lato orientale del nuovo quartiere di CityLife si trova il palazzo delle Scintille, ristrutturato all’interno del progetto di riqualificazione urbana.
Questa costruzione, risalente al 1923, era anche nota come Padiglione 3 e ospitava inizialmente il primo palazzetto dello sport della città di Milano. All’epoca il progetto venne affidato all’architetto Paolo Vietti-Violi che completò la struttura con una grande cupola ellittica in vetro e metallo, a chiusura dei 32 metri di altezza del palazzo.
Negli anni il palazzo delle Scintille ospitò numerose manifestazioni sportive ed esposizioni e, in via del tutto eccezionale, gli spettacoli estivi del teatro alla Scala nel 1946, quando il teatro era in fase di ristrutturazione a causa dei bombardamenti subiti nel 1943.
Gli spazi interni del palazzo delle Scintille sono davvero generosi e piuttosto ariosi, rendendo questo spazio effettivamente polifunzionale. Se inizialmente rappresentava un punto di incontro tra il polo fieristico e il resto della città, oggi rappresenta la congiunzione tra lo stile contemporaneo dei grattacieli e delle architetture di CityLife e il passato della città.
La ristrutturazione degli esterni è stata completamente terminata e le facciate in cemento armato dalle forme regolari e le grandi finestre sono tornate a brillare sotto i timidi raggi di sole milanese. Esternamente, verso piazza VI Febbraio si trova anche una targa commemorativa di Leone Delagrange, che passò di qui durante il primo salone internazionale areonautico. La targa celebra il primo uomo riuscito a volare.
Gli interni del Palazzo delle Scintille sono invece attualmente in ristrutturazione: un grande spazio di 15 mila metri quadri dotato di due piani di ballatoi costruiti in legno. Affacciandosi da una delle grandi porte in vetro che danno sull’esterno si potrà notare il grande spazio attualmente vuoto.
Nel progetto di CityLife il palazzo delle Scintille sarebbe dovuto essere un museo per bambini e un’arena per concerti, ma il parere negativo della soprintendenza ha bloccato il progetto e l’edificio tornerà ad essere uno spazio per eventi di ogni genere, ma temporanei. Durante l’emergenza legata al COVID19 ha ospitato al suo interno uno dei più grandi centri vaccinali della città.
Così come il Palazzo delle Scintille, intorno a CityLife si trovano ancora alcuni palazzi in stile Liberty che contrastano e arricchiscono lo stile futurista di questo nuovo spazio.
Tra questi si trova la grande fontana in piazza Giulio Cesare, nota con il nome di “fontana delle quattro stagioni”, dotata di una lunghissima vasca di oltre 80 metri, per una larghezza di quasi 20 metri. La struttura in calcestruzzo è divisa in tre parti principali, comunicanti tra loro.
La parte centrale rialzata di tre gradini è dotata di una piccola isola di roccia naturale con installati 48 getti d’acqua disposti in forma circolare. A questi si sommano altri 60 getti d’acqua disposti sul perimetro della fontana e, al centro, un unico getto spruzza verso l’alto per oltre 20 metri.
Intorno alla vasca della fontana delle quattro stagioni si trovano delle fioriere, intervallate a forme quali piramidi, sfere e pigne.
La costruzione di questa fontana risale al 1927 e fu progettata con l’intento di abbellire una piazza che versava in condizioni di degrado. Lo stile seguito nella progettazione è quello classico con l’aggiunta di elementi neobarocchi. Le quattro stagioni sono rappresentate dalla statue poste sul perimetro della vasca.
Su questa piazza si trovano delle bellissime palazzine, sempre in stile Liberty. Su alcune di queste la vegetazione è cresciuta su di un lato del palazzo, creando un decoro che abbellisce ulteriormente la struttura.
Un altro esempio di Liberty milanese lo si trova poco distante da piazza Giulio Cesare: percorrendo il lato orientale di CityLife verso nord, si arriva all’angolo con viale Dullio.
Proprio qui, all’ingresso nel nuovo quartiere, si trovano le palazzine degli Orafi che, attualmente, ospitano la sede della fondazione Fiera Milano. Ci troviamo in Largo Domodossola 1 e questi edifici su tre livelli hanno uno stile pulito e con enormi finestre. Portano il nome di “Palazzine degli Orafi” perché fin dall’esposizione del 1923 hanno accolto al suo interno la sezione orafa. Questi edifici sono protetti dalla soprintendenza come patrimonio storico e sono stati ulteriormente valorizzati grazie alla presenza di una piazza con aiuole e viottoli che permette di godere al massimo della facciata storica degli edifici, originariamente messa in comunicazione dalla sezione centrale leggermente curva. Anche questi edifici furono progettati dall’architetto Paolo Vietti-Violi.
Una costante che rende ancora più piacevole la passeggiata per CityLife è Artline: un progetto di arte pubblica a cielo aperto, visitabile gratuitamente giorno e notte muovendosi tra grattacieli e edifici in stile liberty.
Le opere esposte in maniera permanente sono oltre venti, di cui 8 a cura di artisti under 40 e le rimanenti sviluppate da nomi internazionali già affermati.
Tra le 20 opere si trovano:
La mappa completa e l’elenco di tutte le opere artistiche installate a CityLife sono presenti nel sito ufficiale di Artline Milano.
In corrispondenza dell’ingresso occidentale di CityLife, più o meno all’altezza di piazzale Arduino, si trovano gli orti fioriti.
Gli Orti Fioriti di CityLife sono uno spazio verde, di circa 6.000 metri quadri, ai piedi delle tre torri, resi disponibili alla cittadinanza poco prima della Biblioteca degli Alberi, il parco di Milano in porta Garibaldi. Si tratta di orti-giardino, perché oltre all’utilità della coltivazione di piante, si unisce un gusto per il bello e per i fiori che queste piante producono. L’intera area ortiva è divisa in zone, come il giardino delle infinite-mente o quello delle erbe, la pergola delle zucche, il giardino dei profumi creato con piante aromatiche, il viale dei fruttiferi nani e l’orto rialzato.
Questo spazio è aperto al pubblico, che può approfittare per tornare a scoprire i colori e i profumi delle piante degli ortaggi che ogni giorno mette sulle proprie tavole.
Spesso nelle mattine estive, dalle 9.00 alle 13.00 vengono organizzate anche delle passeggiate guidate che svelano ogni dettaglio su questi orti fioriti.
Arrivare a CityLife è estremamente semplice, soprattutto grazie alla fermata Tre Torri della metropolitana lilla (M5). Questa arriva proprio sotto alla piazza centrale di CityLife e, uscendo dalla metropolitana ci si troverà proprio ai piedi delle torri che caratterizzato questo progetto di riqualificazione.
Molto semplice è arrivarci anche in auto, infatti CityLife si trova nella parte nord occidentale del centro storico a poca distanza dalla stadio di San Siro ed è dotata di numerosi parcheggi interrati nei quali è possibile lasciare l’automobile mentre si passeggia tranquillamente qualche piano sopra.