A tutti è capitato di vedere qualche immagine di Civita di Bagnoregio. Il panorama del borgo abbandonato che si innalza sulla Valle dei Calanchi è estremamente suggestivo e iconico.
Era diverso tempo che volevo vedere questo borgo dell’alto Lazio, e l’occasione è arrivata con un viaggio estivo di qualche giorno tra la Tuscia e la Maremma.
La storia di Civita di Bagnoregio parte molte centinaia di anni fa: il borgo nasce infatti con gli Etruschi che circa 2.500 anni fa crearono il loro primo insediamento. Venne costruita in una posizione allora molto strategica: tra il Tevere (navigabile) e il lago di Bolsena.
Ancora oggi l’impianto cittadino riflette le strutture etrusche, nelle quali gli spazi venivano divise tra cardi e decumani. La presenza del popolo etrusco è testimoniata anche dal ritrovamento di una piccola necropoli nella parte più antica della città e anche l’attuale grotta di San Bonaventura è in realtà una tomba etrusca.
I palazzi del centro storico invece riflettono uno stile più ‘recente’, richiamano infatti il periodo medioevale e rinascimentale.
La Valle dei Calanchi è però sempre stata una zona piuttosto critica nella quale costruire e infatti già in epoca etrusca si verificano terremoti e smottamenti. Vennero quindi arginati fiumi e costruiti canali di scolo che permettessero all’acqua di defluire rapidamente e gli stessi lavori furono portati avanti in epoca romana. Dopo i romani però queste manutenzioni vennero dismesse, causando un rapido degrado della città che portò al suo abbandono.
Ad oggi il numero di persone che risiedono all’interno di Civita di Bagnoregio è di appena qualche unità e il rischio di terremoti e frane è quanto mai attuale, a causa della conformazione del terreno di tufo su cui il borgo è costruito. Si stima che l’erosione della roccia su cui si trova il borgo viaggi a una velocità di circa 7 centimetri all’anno.
Per raggiungere il centro storico è necessario percorrere a piedi il ponte che collega il borgo storico alla città nuova. Il primo ponte che venne costruito qui fu creato nel 1923, ma negli anni si danneggiò rapidamente e così, nel 1963, venne costruito quello attuale in cemento armato.
La visita al borgo di Civita di Bagnoregio richiede circa un paio d’ore. Il borgo è piuttosto bello ma anche estremamente piccolo e, dopo aver passeggiato per i suoi vicoli non rimarrà molto altro da fare.
I palazzi sono per lo più di privati, quindi solo in pochi è possibile accedere per vederne gli interni.
Ecco cosa vedere a Civita di Bagnoregio.
Arrivati a Civita di Bagnoregio si passa per la parte nuova della città e si può procedere in automobile fino al parcheggio situato nelle vicinanze del ponte pedonale.
Il parcheggio si trova rialzato rispetto all’imbocco del ponte pedonale e richiede il pagamento di una tariffa oraria di qualche euro. Da qui si prosegue verso il ponte e di tanto in tanto ci si può affacciare sulla Valle dei Calanchi e ammirare il borgo di Civita di Bagnoregio che sembra quasi emergere dalla terra circostante.
La grotta di San Bonaventura si trova prima del famoso ponte che congiunge la nuova città al vecchio borgo. Con una breve scalinata si scende da un punto panoramico sul centro storico fino all’ingresso della grotta, che si trova protetta dietro a delle sbarre.
Si narra che la grotta di San Bonaventura (antica tomba etrusca) venne utilizzata da San Francesco come giaciglio durante una sua visita a Bagnoregio. Qualche tempo dopo la madre del piccolo Giovanni Fidanza (San Bonaventura appunto), trovatasi a dover far fronte alla grave malattia del figlio decise di portarlo proprio in questa grotta e di farlo stendere sul giaciglio che veniva utilizzato da San Francesco. In questa maniera si sarebbe verificata la guarigione miracolosa del piccolo.
Dalla grotta è possibile raggiungere il centro storico di Civita di Bagnoregio pagando un piccolo biglietto che autorizza a passare per il ponte, all’inizio del quale si trova il controllo degli accessi.
L’area su cui si trova Civita di Bagnoregio è sempre stata soggetta a continue frane che hanno portato ad isolare quasi completamente il centro storico. Per questo motivo, nel 1923 venne costruito un grande ponte in muratura dotato di ampie arcateche permetteva agli abitanti del borgo di raggiungere le altre città. A causa di nuove frane il ponte riportò gravi danni e il colpo di grazia arrivò con la ritirata dei soldati tedeschi nel 1944 che lo portarono a condizioni davvero critiche.
Per questo motivo il ponte esistente venne raso al suolo nel 1963 e fu poi sostituito dal nuovo ponte in calcestruzzo inaugurato due anni dopo.
Il ponte per Civita è in rapida salita e può essere un po’ faticoso per anziani e persone in carrozzella o per chi deve condurre un passeggino.
Al termine della salita del ponte per Civita si arriva al cuore del vecchio centro storico. Attraverso Porta Santa Maria si entra infatti in città. Questa porta è il più antico accesso a Civita di Bagnoregio arrivato ai giorni nostri: venne infatti scavata nella pietra di tufo, che caratterizza tutto il borgo, da parte degli Etruschi.
Inizialmente erano presenti cinque porte di ingresso, ma porta Santa Maria è l’unica arrivata fino a noi. Sulla porta sono presenti alcune decorazioni, come i leoni intenti a scacciare alcune figure umane: i leoni simboleggiano gli abitanti di Bagnoregio che scacciano i tiranni.
Nei secoli venne rivista più volte e l’aspetto attuale è dovuto a una revisione fatta in età medievale nella quale si è riadattato l’ingresso cittadino con un arco gotico. Sopra all’arco si trovano tre grandi finestre dalle quali era possibile tenere sotto controllo la zona circostante.
Una volta entrati nel cuore di Civita di Bagnoregio, e dopo esserci lasciati un grazioso locale ampiamente decorato da una vegetazione verde e abbondante, siamo in piazza Colesanti.
Di per se la piazza non ha elementi troppo particolari, se non fosse per le facciate degli edifici che si trovano proprio qui. Uno in particolare attira la mia attenzione: nonostante le grosse dimensioni, che fanno presupporre un volume massiccio degli spazi, vedo il cielo oltre alcune finestre dell’ultimo piano. Sembra quindi che la grande facciata sia più un elemento scenico, che il lato vero e proprio di una casa.
In pochissimi passi arriviamo al cuore vero e proprio del borgo. Siamo in piazza San Donato. Questa piazza si trova in corrispondenza del primo foro del centro storico, è circondata da palazzi storici ed è caratterizzata da un grande spazio, quasi sovradimensionato per un borgo piccolo quanto quello di Civita di Bagnoregio.
Sono diversi i punti di interesse su piazza San Donato. I principali sono:
La chiesa di San Donato si affaccia sull’omonima piazza e le sue origini risalgono addirittura al VII secolo, nonostante l’attuale aspetto derivi da una ristrutturazione cinquecentesca.
La chiesa è divisa in tre navate, come si può già vedere dalla facciata esterna, pulita e dotata di tre ingressi e una grande finestra che dà luce naturale agli interni. A lato della chiesa si trova il campanile dalla forma a torre e dotato di orologio.
Dentro alla chiesa di San Donato sono conservati diverse importanti reliquie:
Il vescovo locale rimase presso la chiesa di San Donato per oltre un millennio: dal 600 alla fine del XVII secolo, quando a seguito di un devastante terremoto, la sede venne spostata al nuovo borgo di Bagnoregio.
Procedendo fino in fondo al borgo, percorrendo tutta via Madonna della Maestà, la strada comincia a scendere e, dopo un tornante continua fino alla Cappella della Madonna del Carcere.
Anche in questo caso è possibile vedere la grotta dall’esterno, chiusa dietro ad alcune sbarre che permettono comunque di vederne gli interni. Le dimensioni della cappella della Madonna del Carcere sono sensibilmente più ampie rispetto alla grotta di San Bonaventura e, originariamente, era una tomba etrusca.
Nei secoli venne utilizzata in maniere molto differenti, prima di diventare la cappella della Madonna del Carcere: come abitazione di pastori del luogo e poi come stalla e ricovero per gli animali.
Continuando a scendere sotto alla cappella della Madonna del Carcere si trova l’ingresso ad un tunnel. Durante la nostra visita il passaggio è interdetto per il pericolo di frane, quindi non riusciamo a raggiungere questo luogo.
Il tunnel che passa al di sotto della città, è stato scavato nel tufo durante gli anni ’30 sul tracciato di un antico acquedotto romano. Il lavoro venne fatto per creare un passaggio per i carri di bestiame, senza dover risalire la città.
Ad un’estremità del tunnel, quella settentrionale, si trovano i resti di un’antica tomba (colombario).
Tornando nel cuore del centro storico di Civita di Bagnoregio ci fermiamo a visitare le Grotte Sotterranee dell’Antica Civitas, un piccolo museo allestito all’interno di una casa del centro storico. Le grotte sono gestite da un custode che non ha definito un orario di apertura o chiusura, ma che a seconda delle sue disponibilità apre l’ingresso di questa casa museo. L’apertura è segnalata attraverso un cartellone posto su via Madonna della Maestà che indica la direzione da seguire.
Una volta dentro ci si ritrova in un grande stanzone riempito con i più svariati strumenti contadini (orci, botti, bilance, aratri, ..) e ci si trova davanti a diverse scalinate che conducono in più stanze.
La più interessante di queste è la sala contenente il grande torchio utilizzato per la produzione dell’olio. Da qui è anche possibile affacciarsi sulla valle dei Calanchi. Ci troviamo infatti in una posizione a strapiombo sul panorama circostante.
All’interno delle Grotte Sotterranee dell’Antica Civitas sono presenti altri ambienti: la stanza da letto, quella di deposito dei salumi e quella per il deposito del vino e dell’olio prodotto direttamente qui.
All’uscita verrà richiesta una donazione volontaria per la visita della grotta.
La visita a Civita di Bagnoregio è praticamente conclusa e cominciamo a tornare verso il parcheggio. Prima però di lasciare la città, da piazza San Donato raggiungiamo la vicina piazza Vescovado.
Si tratta di una piazza raccolta e con molto verde. Qui ci sono i resti del palazzo vescovile crollato a causa di un terremoto nel 1695 e il palazzetto della Giustizia, dotato anche di prigioni.
Il metodo più comodo per arrivare a Civita di Bagnoregio è senz’altro raggiungerla con la propria auto e parcheggiare in uno dei parcheggi cittadini, a poca distanza dal ponte che conduce fino al cuore del centro storico.
Civita di Bagnoregio dista circa 30 chilometri da Viterbo e poco più di 100 da Roma. Provenendo attraverso l’autostrada A1 da nord è necessario uscire al casello di Orvieto e proseguire poi sulla viabilità ordinaria. Se si proviene da sud, invece, l’uscita è quella di Orte. In ogni caso si continua seguendo le indicazioni per Castiglione Teverina e seguendo infine le indicazioni per Bagnoregio.
Se si intende raggiungere Civita di Bagnoregio in Treno è necessario scendere alle stazioni di Orvieto o di Viterbo e continuare poi con i bus gestiti da COTRAL.
Una volta arrivati all’imbocco del ponte è necessario munirsi di biglietto, che ha un costo di € 3,00 durante i giorni feriali e di € 5,00 il sabato, la domenica, i festivi e i prefestivi.