Dopo aver recentemente visitato tante destinazioni sul lago di Como è giunto il momento di tornare a Como e riscoprire cosa c’è da vedere. L’ultima volta che sono stato in città risale ormai a una decina d’anni fa, ma camminando lungo i vicoli del suo centro storico ricordo ancora abbastanza bene le maggiori attrazioni. Nella mia mente è ancora nitida l’immagine del duomo e il tempio voltiano sul lungo lago.
Come Arrivare a Como
Cosa Vedere a Como
– Villa Geno
– Funicolare Como Brunate
– Brunate
– Faro Voltiano
– Piazza Cavour
– Chiesa di San Giacomo
– Duomo – Cattedrale di Santa Maria Assunta
– Palazzo del Broletto
– Teatro Sociale di Como
– Cinema dei Ragazzi
– Porta Torre
– Liceo Classico Volta
– Piazza San Fedele e Basilica di San Fedele
– Piazza Alessandro Volta e Statua di Alessandro Volta
– Vie del Centro Storico
– Tempio Voltiano
– Monumento alla Resistenza Europea
– Lungolago
– Monumento ai Caduti di Como
– Monumento The Life Electric di Libeskind
Como si trova in Lombardia e più precisamente subito sotto al ramo occidentale del lago di Como, noto anche come Lario. Arrivarci è estremamente facile, dista infatti circa un’ora da Milano sia che la si raggiunga in automobile, sia che si prediliga il treno. Per questo motivo è spesso vista come un’ottima destinazione per una gita fuori porta milanese.
Per raggiungerla in automobile è sufficiente prendere l’autostrada A9 in direzione nord e ci si ritroverà vicinissimi all’ingresso della città.
A pochissimi chilometri da Como si trova anche la Svizzera, con Chiasso, la prima città al di là del confine. In questo punto si trova infatti la parte più meridionale dello stato elvetico. Non a caso molti frontalieri decidono di abitare Como per poi fare avanti e indietro tra le due nazioni per raggiungere il posto di lavoro.
Noi questa volta optiamo per raggiungere Como in treno, risparmiandoci anche i classici problemi di parcheggio che spesso affliggono le città lacustri.
Ci sono due linee ferroviarie che conducono al lago di Como, una arriva alla stazione Como Lago, mentre l’altra arriva a Como San Giovanni. Noi arriviamo alla prima, estremamente vicina al lago, e ripartiamo dalla seconda, più vicina al centro cittadino.
Appena scesi dal treno raggiungiamo in pochi passi il lungolago e anziché andare verso il centro procediamo sul lungolago verso nord, proprio in mezzo ai due rami del Lario.
In una decina di minuti durante i quali manteniamo al nostro fianco il costante panorama del lago di Como, arriviamo a Villa Geno. Qui si trova un piccolo parco cittadino riconoscibile dall’alta fontana che spara acqua fino ad un’altezza di 30 metri. Questa fontana è il punto di ritrovo ideale per rinfrescarsi per molti cittadini che, nonostante il divieto di balneazione, si esibiscono in qualche tuffo nelle acque del lago.
Il parco verde intorno alla fontana è un ottimo punto dove stendersi con il telo a prendere un po’ di sole. La vicina villa storica, Villa Geno appunto, è una location famosa per eventi e matrimoni.
La prima costruzione della villa risale al 1790, ma venne rapidamente ricostruita nel 1850 seguendo lo stile neoclassico. La sua presenza fu fondamentale anche per la viabilità cittadina: la strada che la collega al centro di como, viale Geno, venne costruita su richiesta della figlia del marchese proprietario della villa. Questa, trovando scomodo l’accesso a villa Geno, richiese la costruzione di una strada che diventò presto di dominio pubblico.
Viale Geno è oggi una via del lungolago molto apprezzata dai comaschi per passeggiare al fianco delle acque del lago.
Tornando verso il centro storico di Como, percorrendo Viale Geno, ci ritroviamo davanti all’ingresso della funicolare Como Brunate che permette di risalire velocemente il crinale della montagna.
La funicolare è in funzione dal 1894 e collega Como al paese di Brunate, che era anticamente raggiungibile solo attraverso una mulattiera (un sentiero sterrato) e solo dalla metà dell’ottocento anche attraverso un paio di strade piuttosto tortuose.
La costruzione della funicolare avvenne su richiesta popolare e in appena 4 anni (solo uno di questi impiegato per la costruzione vera e propria) divenne operativa. Inizialmente pensata per funzionare con un sistema di gravità che sfruttasse l’acqua, a causa della scarsezza idrica, venne subito riconvertita con un motore a vapore.
I viaggi duravano inizialmente 14 minuti, ma successivamente alla ristrutturazione del 1933 che tra le altre cose ampliò la capienza delle carrozze, riuscì a ridurre a sei minuti e mezzo il tempo di percorrenza. La ristrutturazione si rese necessaria a seguito del vorticoso aumento degli utenti, che iniziarono a utilizzare la funicolare anche a scopi turistici per vedere la bellezza del lago dall’alto. Si erano raggiunti i 600.000 passeggeri annui.
Un ulteriore incremento del pubblico si ebbe durante la seconda guerra mondiale (che portò i viaggiatori annui fino a un milione e mezzo). Questo fu dovuto al fenomeno di sfollamento che colpì la zona in quel periodo.
Ulteriori ristrutturazioni o cambiamenti di carrozze avvennero negli anni 1953, 1989, 2001 e 2011.
Decidiamo di prendere la funicolare e raggiungere Brunate per godere dell’ottimo panorama e per raggiungere il faro voltiano che domina l’intero lago.
Brunate è il comune lombardo che si trova proprio sopra a Como. Questa città o nota anche come il “balcone sulle Alpi“, perché da qui si ha un ottimo panorama sull’arco alpino occidentale e sugli Appennini, oltre che sul lago di Como e sulla pianura padana.
Nel territorio comunale, raggiungibile comodamente attraverso la funicolare, si trovano tantissime ville molto belle in stile liberty e a stretto contatto con i boschi che circondano l’intera Brunate.
Le origini di questo insediamento sono antichissime, infatti a fine ‘800 vennero trovati alcuni resti risalenti a tribù celtiche del VI secolo A.C.
Appena arrivati al piccolo centro storico di Brunate ci si troverà davanti l’imponente facciata della chiesa di Sant’Andrea Apostolo che venne edificata addirittura nel trecento. Anticamente era affiancata da un monastero che fu poi distrutto, mentre la chiesa venne ristrutturata e ampliata nel 1914.
Proseguendo verso il faro Voltiano tagliamo dal sentiero che passa per il bosco e di frequente intravediamo i bellissimi edifici costruiti in stile liberty.
Prima di fare la salita finale verso il faro, prendiamo qualcosa da bere nel chiosco che si trova proprio davanti la piccola chiesa di San Maurizio. Sulla facciata della chiesa si trova un affresco che raffigura proprio san Maurizio: il santo guerriero. Maurizio fu proprio un militare romano che venne poi venerato dalla chiesa cattolica.
Dopo tutta la passeggiata in salita, un po’ provati anche per il cado, speriamo di essere arrivati. Invece ci manca ancora l’ultimo tratto di scalinata, imboccato il quale ci troviamo davanti al faro Voltiano.
Il faro, che durante la notte emette luce bianca, verde e rossa, è una struttura bianca alta poco meno di trenta metri e a base ottagonale. Il suo interno è piuttosto spoglio, infatti ci si trova una scala a chiocciola che sale per tutta la lunghezza del faro e che si apre sulle due balconate che circondano la struttura e dalle quali si può ammirare lo splendido panorama. La prima si trova poco sopra l’ingresso, mentre la seconda è all’esterno della lanterna.
Facendo il biglietto di ingresso all’adiacente biglietteria si potrà notare che in mezzo ai 143 scalini si trova anche una statua che raffigura Alessandro Volta in età avanzata. Il faro è infatti dedicato ad Alessandro Volta e venne costruito in occasione del centenario dalla morte del celebre inventore della pila.
Sotto al faro voltiano si trova invece il parco comunale Marenghi di Brunate, ideale per fermarsi a riposare un po’ dopo la fatica della salita. Il verde rigoglioso del parco darà un po’ di tregua dal caldo delle stagioni estive e qui sono presenti anche i servizi pubblici.
Dopo esserci fermarti qualche minuto riprendiamo la nostra discesa in direzione della funicolare.
Ritornati dentro al territorio comunale di Como ci ritroviamo nella prima piazza del centro cittadino, divisa dal lago solamente per via di una strada. Si tratta di Piazza Cavour. La sua estrema vicinanza al Lario durante gli anni le ha creato qualche problema, essendo il primo fronte cittadino che attutisce il fenomeno delle esondazioni.
La storia di questa piazza è un po’ travagliata: in epoca medievale qui si trovava solo terreno paludoso, ma la crescente economia cittadina richiese un ampliamento del porto. Questo territorio divenne quindi il nuovo porto di Como, ma i continui e catastrofici eventi di inondazione fecero sì che durante l’ottocento la città si vide costretta a colmare l’invaso creato per il porto. Nacque così Piazza Cavour, senza una reale necessità ne una funzione specifica.
La sua forma irregolare, impropria per una piazza, testimonia infatti la nascita quasi casuale di questo spazio. Durante la seconda metà dell’ottocento gli esercizi commerciali iniziarono a fiorire anche in piazza Cavour, che divenne negli stessi anni più colorata grazie ai palazzi costruiti intorno al perimetro. All’inizio del novecento, inoltre, venne rimessa mano alla sezione meridionale della piazza al fine di donarle un po’ di ordine.
L’ultima risistemazione della piazza risale agli anni ’80 del secolo scorso, quando si decise di innalzare il suo terreno per cercare di porre fine al dannoso fenomeno delle esondazioni.
Procedendo in direzione del duomo di Como, immergendoci nei vicoli del centro storico, arriviamo velocemente in piazza Grimoldi. Si tratta di una piazzetta con una fontana e qualche seduta, sulla quale si affaccia la chiesa di San Giacomo.
Oggi sembra essere una piccola chiesa se confrontata con la vicina cattedrale, ma in realtà quello che si può ammirare è il risultato di vari rimaneggiamenti della grande basilica risalente all’XI secolo. Durante i secoli la chiesa di San Giacomo svolse una funzione polivalente: veniva utilizzata per le funzioni religiose, ma anche per le assemblee pubbliche del comune.
La sua facciata, incastrata tra gli altri edifici, è intonacata di un color ocra e decorata da un affresco che simboleggia il “Trionfo della Croce”. Il campanile è piuttosto basso e a forma di vela.
Estremamente più imponente è invece il vicino Duomo di Como, ovvero la Cattedrale di Santa Maria Assunta, la cui facciata occupa praticamente tutto un lato della stretta piazza Duomo.
Il duomo di Como è una struttura estremamente ‘ingombrante’ e se vi state chiedendo cosa vedere a Como questa è assolutamente una delle mete da non perdere. Costruito nel XII secolo, lungo quasi 90 metri e largo fino a 56 metri con un’altezza di 75 metri si tratta di uno dei monumenti più importanti del nord Italia.
La sua struttura è stata costruita sull’area che ospitava la chiesa di Santa Maria Maggiore e la grande e chiara facciata rende facilmente intuibile la struttura interna a tre navate. Lo stile gotico richiama chiaramente quello del duomo di Milano, così come i suoi colori. La facciata è caratterizzata dal grande rosone che illumina gli interni e che si trova stretto tra due alte finestre. In corrispondenza delle due navate laterali, sempre sulla facciata, si trovano altre due porte di ingresso sormontante da altre due finestre.
Internamente le navate sono divise da alte file di pilastri che vanno a descrivere anche la pianta a croce latina. Le grandi altezze della cattedrale di Santa Maria Assunto lasciano un senso di stupore una volta dentro, e le alte pareti decorate da dipinti, nascondo anche due grandi organi. L’abside è invece totalmente occupato dall’altare, sopraelevato dal resto della chiesa attraverso qualche gradino.
Adiacente al duomo di Como, tanto da condividerne una parete, si trova il palazzo del broletto. Questa posizione non è casuale, infatti quando venne costruito nel 1215 l’intento era quello di simboleggiare la vicinanza tra il potere comunale e quello ecclesiastico.
Lo stile gotico del palazzo venne arricchito con elementi rinascimentali durante il quattrocento e nello stesso periodo venne innalzato il livello della piazza a seguito dell’ampliamento della vicina cattedrale. Questa modifica al livello della piazza è visibile nella struttura del broletto, semplicemente camminando all’interno del palazzo.
La sua funzione civica terminò durante il XVIII secolo e successivamente venne impiegato come teatro e poi come archivio. Attualmente invece è utilizzato per congressi o mostre d’arte.
A pochissima distanza dalla cattedrale, praticamente dietro al presbiterio, si trova il teatro sociale di Como. L’edificio risale agli inizi del XIX secolo anche se durante lo stesso secolo subì diversi rimaneggiamenti comprensivi di ampliamento degli spazi e di innalzamento di un piano della sala.
Una particolarità del teatro sociale di Como fu che quando i bombardamenti della seconda guerra mondiale colpirono il teatro alla Scala di Milano, questo si trasferì all’interno di questi spazi per un’intera stagione.
Continuiamo la nostra passeggiata lungo le vie del centro storico di Como. Più ci allontaniamo dal lago più le vie tendono a farsi strette. Anche il sole comincia a scendere sulla città bagnata dal lago e i raggi fanno capolino dall’edificio recentemente ristrutturato del cinema dei ragazzi.
Poco distante dal cinema si trova la torre più conosciuta di tutta la città di Como: Porta Torre. Si tratta di una costruzione edificata sulle antiche mura cittadine. La torre è più recente rispetto alle mura cittadine, infatti queste erano presenti già da anni, quando durante il XII secolo vennero abbattute da parte dei milanesi. A distanza di trent’anni, però, i comaschi alleati di Federico Barbarossa combatterono contro Milano e ottennero il permesso di riedificare le mura cittadine con l’aggiunta di tre torri a protezione della città. Quella più centrale è proprio Porta Torre.
Porta Torre è quindi un ottimo (e raro) esempio di architettura militare romanica e, sebbene verso il lato esterno sia completamente chiusa, nel lato intero presenta quattro piani di arcate a coppie di due archi per piano. Queste rappresentano proprio i piani che componevano la torre e che negli anni sono andati distrutti.
Già da Porta Torre è possibile vedere l’imponente edificio in stile neoclassico che ospita il liceo classico Volta. Si tratta di un edificio costruito agli inizi del XIX secolo con al piano terra gli ingressi, mentre il piano superiore è sorretto da un grande colonnato.
L’edificio storico del liceo classico Volta ha però una storia più antica: la sua funzione originaria era quella di ospitare le monache di clausura agostiniane. L’edificio risale a metà del XIII secolo e rimase invariato per diversi secoli, fino a quando nella metà del XVI secolo venne rivisto per aggiungere la chiesa dedicata a santa Cecilia. Questa chiesa serviva sia per il monastero che per la cittadinanza e per mantenere il voto di clausura era divisa in due parti.
La trasformazione da edificio religioso a scolastico avvenne, non senza difficoltà economiche, ad inizio ottocento ed ospitò al suo interno il ginnasio cittadino. Poco prima del suo trasferimento nella nuova sede (dal 1774 al 1778) il ginnasio venne diretto da Alessandro Volta che era anche professore di fisica e a cui il liceo è attualmente titolato.
Rientrando nella parte più viva del centro di Como ci ritroviamo in piazza San Fedele. Il nome di questa piccola piazza è legato al monumento principale che ospita: la basilica di San Fedele.
La basilica di San Fedele a Como è una delle più antiche di tutta la città. Venne costruita intorno al 1120 come omaggio al martire del III secolo. La sua sede è proprio sulle macerie di una chiesa paleocristiana del VII secolo.
La facciata in pietra è risalente alla ristrutturazione effettuata nel 1914 in stile neoromanico ed è stata fatta a doppio salente: uno per la parte centrale e uno più arretrato per la navata destra della chiesa. Il campanile è stato invece fatto a più riprese: la parte bassa è risalente al XIII secolo, mentre quella più alta fu aggiunta all’inizio del secolo scorso.
Sul resto della piazza si affacciano numerosi edifici storici ottimamente conservati.
A poca distanza da piazza San Fedele si trova un’altra celebre piazza di Como: si tratta di piazza Alessandro Volta. All’interno della piazza è ospitata una bella statua in marmo bianco che raffigura proprio il celebre personaggio.
La creazione della statua di Alessandro Volta risale al 1838 e all’inizio di questo secolo è stata ulteriormente valorizzata grazie all’ultimo rifacimento della piazza nella quale è stata creata anche una particolare illuminazione che parte proprio dalla statua.
Passeggiare per le vie del centro storico di Como è molto piacevole. Gli edifici storici che si affacciano sui vicoli sono tantissimi e tutta la città è molto vissuta da turisti e residenti. Noi, curiosi di vedere cosa Como ha da offrire, continuiamo il nostro struscio anche per il corso principale, dove si trovano tantissimi negozi presi d’assalto.
Il sole basso crea dei giochi di luce e ombre sulle facciate dei palazzi e il clima tranquillo che si respira nell’aria fa si che il tempo si dilati in un’atmosfera rilassante.
Decidiamo così di raggiungere il lungolago.
Prima di arrivare sulla sponda del Lario, è impossibile non vedere il tempio Voltiano. Si tratta di uno dei monumenti più conosciuti di tutta Como e già dal lago lo si nota chiaramente.
Il tempio Voltiano, in stile palladiano, venne terminato nel 1928 assecondando il desiderio di Francesco Somaini, un mecenate comasco, che celebrasse il famoso personaggio di Alessandro Volta, così caro alla città di Como e all’Italia. L’idea era quella di celebrare i cento anni dalla morte con l’apertura di questo museo a lui dedicato, ma si ritardò l’apertura di un anno.
All’interno del Tempio Voltiano, conosciuto anche come il museo di Volta (il museo più visitato di tutta la città), sono custoditi alcuni cimeli dello scienziato strappati e conservati dall’esposizione voltiana di fine ‘800 conclusasi con un rovinoso incendio scaturito dal mozzicone di una sigaretta che, nel giro di un’ora, distrusse buona parte dei padiglioni.
Sempre nei pressi del lungolago si noterà senz’altro il monumento alla resistenza europea. Si tratta di un monumento inserito all’interno di dei piccoli giardini e attualmente non sembra valorizzato quanto meriterebbe. Di tanto in tanto vi si ritrova una cartaccia o qualche sacchetto di un fast food.. è proprio vero che le persone non impareranno mai a valorizzare ciò che hanno!
Il monumento è composto una lunga struttura orizzontale, sulla quale è possibile salire, creata a memoriale di tutti quei caduti a causa di regimi fascisti e nazisti. Le scale che compongono l’opera conducono fino a davanti a grandi lastre che riportano alcune frasi lasciate dagli internati.
Il monumento alla resistenza europea di Como è stato inaugurato nel 1983 ed è in parte stato creato con l’utilizzo di materiale proveniente da campi di sterminio e dalla città di Hiroshima, tristemente famosa per essere stata la prima vittima di una bomba nucleare durante la seconda guerra mondiale.
Arrivati al lungolago ci godiamo il panorama sul lago di Como. Ci troviamo proprio all’inizio di uno dei due bracci del lago, quello di sinistra. Qui si trovano molte persone che dopo una passeggiata rilassante si riposano in una delle tante panchine a guardare il panorama. C’è infatti molto movimento in questa zona della città, in fondo il panorama è fantastico per chi ama i laghi.
Volgendo lo sguardo a destra si può chiaramente vedere la strada che abbiamo percorso all’inizio della giornata per raggiungere villa Geno e, inoltre, a metà via si nota chiaramente il piccolo disboscamento del crinale della montagna proprio dove passa la funivia che collega Como a Brunate.
Sul lungolago si staglia alta anche il monumento ai caduti di Como. Si tratta di una torre di circa 30 metri in cui si aprono due grandi finestre.
Al suo interno si trova un unico blocco di marmo in cui sono stati incisi i nomi dei 650 caduti comaschi durante la prima guerra mondiale, mentre scendendo le scale e raggiungendo il piano inferiore è possibile accedere a un piccolo altare.
Le forme del monumento ai caduti si rifanno a uno schizzo del 1914 dell’architetto futurista Antonio Sant’Elia, morto durante la prima guerra mondiale, e venne ultimato solo nel 1933, dopo una serie di problemi dovuti alla mancanza di disegni tecnici che permettessero di definire una precisa costruzione.
Prima di lasciare Como è d’obbligo una visita al monumento The Life Electric di Libeskind. Ancora una volta, nella città comasca, torna al centro delle opere artistiche Alessandro Volta, a cui questo monumento è ispirato.
Si può raggiungere Life Electric attraverso una passeggiata sul lago, che comincia proprio dal lungolago. Una passerella pavimentata porta fino al monumento visibile già dalla sponda del lago e che si sovrappone al centro storico cittadino e più precisamente a piazza Cavour.
Il monumento, il cui progetto è stato presentato alla popolazione nel 2014, doveva essere inaugurato insieme all’apertura di Expo 2015, ma ritardi nei lavori spostarono l’inaugurazione ufficiale di qualche mese (2 Ottobre 2015). La struttura, con i suoi 14 metri di altezza e un peso di 29 tonnellate, è in acciaio e rivestita in acciaio inossidabile e rappresenta la forma di due sinusoidi (una curva a onda, utilizzata in fisica come rappresentazione della funzione del seno).
La struttura lucida di The Life Electric fa sì che la luce venga riflessa in maniera differente a seconda dell’ora del giorno.
Dopo aver guardato la città di Como anche da questo suggestivo (e discusso) angolo, optiamo per il rientro e ci dirigiamo verso la seconda stazione cittadina, più vicina al centro storico: Como San Giovanni.