Il festival di fotografia di Cortona On The Move rientra ormai tra i miei appuntamenti fissi durante l’estate, anche se ho saltato l’edizione 2017. Entusiasmante i primi anni, un po’ in calo negli ultimi, ma se si passa dalla Toscana una tappa vale sempre la pena farla.
Cortona On The Move – Il Festival di Fotografia
Cortona On The Move 2018 – Le Mostre
I video di Palazzo Venuti
Museo MAEC
Fortezza del Girifalco
Elinor Carucci – Getting Closer, Becoming Mother: about intimacy and family. 1993 – 2012
Simon Roberts – Inizio (lavoro commissionato da Aboca)
Debi Cornwall – Welcome to Camp America: Inside Guantanamo Bay
Allison Stewart – Bug out bag: the commodification of american fear
Carlotta Cardana – The Red Road Project
Palazzo Cinaglia
Loulou D’Aki – Make a wish
Claudio Cerasoli – L’oro di Gondo (premio Canon giovani fotografi)
Ex Magazzino delle Carni
Palazzo Capannelli
Guia Besana – Under Pressure
Ernst Coppejans – Sold
Claudia Gori – The Sentinels: electrosensitivity in Italy
Marylise Vigneau – Article 19
Tanya Habjouqa – Tomorrow there will be apricots
Alena Zhandarova – Puree with a taste of triangles
Poulomi Basu – Blood Speaks : A ritual of exile
Le mostre in esterno di via Nazionale, via Roma e Orto delle Carceri
Sanne de Wilde – The island of the colorblind
Pierfrancesco Celada – #Instagrampier
Cortona On The Move 2018 – Informazioni Utili
Orari di Cortona On The Move
Prezzi e dove acquistare i biglietti per Cortona On The Move
Edizioni Precedenti di Cortona On The Move
Cortona On The Move è il festival di fotografia che va in scena nel centro storico di Cortona, in Toscana a pochissimi passi dal lago Trasimeno. La bellezza di questa manifestazione è data anche dalle location storiche all’interno delle quali vengono esposte le foto: tra le più riproposte si trovano l’ex magazzino delle carni, in pieno centro storico, e la fortezza del Girifalco, che sovrasta l’intera cittadina.
Giunto ormai all’ottava edizione, Cortona On The Move persegue l’obiettivo di dare spazio a visioni e voci che possano aprire le menti dei visitatori, sottoponendoli a nuove storie o più semplicemente a nuovi spunti di riflessione. Rispetto alle edizioni precedenti è stata introdotta la novità di ARENA – Video and Beyond, una sezione dedicata a video sperimentali e installazioni.
Come nelle edizioni precedenti, le fotografie sono spesso accompagnate a sedute del tutto particolari, soprattutto nella fortezza del Girifalco, dove potersi fermare a riposare qualche minuto.
La direzione artistica dell’edizione 2018 è affidata allo studio di Screen di Liza Faktor e di Amber Terranova.
Infine è utile sapere che Cortona On The Move appartiene al circuito Sistema Festival Fotografia: un contenitore dei cinque più noti festival fotografici italiani che consente di organizzare al meglio le mostre e creare sinergie tra i vari festival. A Sistema Festival Fotografia partecipano Fotografia Europea di Reggio Emilia, il SIfest di Savignano sul Rubicone, Photolux di Lucca e e Fotografia Etica di Lodi.
In una giornata si riescono comodamente a vedere tutte le mostre, l’ideale è dedicare al festival fotografico sia la mattina che il pomeriggio, in maniera tale da affrontare con calma le varie tematiche trattate negli scatti dei tanti autori riuniti al festival.
Quello che segue non vuole essere un elenco di tutte le mostre presenti al festival, ma una segnalazione legata a quelle che mi hanno maggiormente colpito, percorrendo comunque tutte le location in cui i progetti sono stati esposti.
Subito dopo aver fatto il biglietto del festival in via Nazionale, ci siamo diretti al punto più ‘lontano’ dagli altri all’interno del centro storico. In realtà la distanza è di appena un paio di minuti a piedi dalla biglietteria, sulla stessa via. Partiamo da Palazzo Venuti: all’interno di questo palazzo storico sono presenti video sperimentali e installazioni.
Le diverse sale sono dedicate a video differenti su temi estremamente eterogenei. Tra quelli che più mi sono rimasti impressi ci sono stati alcuni video che trattano la tematica dello stress degli animali rinchiusi negli zoo, una tematica senz’altro non nuova ma quantomai esplicita nelle immagini riprese e riproposte nell’arena di palazzo Venuti.
Dopo aver ripercorso via Nazionale e attraversato piazza della Repubblica e piazza Signorelli raggiungiamo il museo MAEC. Quest’anno alcune mostre sono presenti anche all’interno delle sale del museo, ma qui arriva una ‘brutta sorpresa’. Nonostante il costo non troppo contenuto del biglietto (18€ l’intero), ci viene richiesto un prezzo ulteriore di 2€ per poter visitare anche queste mostre, nonostante siano all’interno del circuito ufficiale di Cortona On The Move 2018. Sicuramente avrei preferito pagare direttamente il biglietto iniziale 20€, anziché questa gestione separata.
La nota positiva è che, accedendo alle mostre all’interno del museo se ne può approfittare per visitare anche il MAEC, museo dell’accademia etrusca di Cortona. In realtà io avevo già visitato questo spazio durante il workshop seguito nelle precedenti edizioni del festival.
Le mostre all’interno del museo sono raccolte sotto il titolo di “I difensori delle nostre libertà” ed espongono scatti di diversi autori e progetti legati al premio Sacharov. Questo premio è stato istituito nel 1988 dal Parlamento Europeo e incentiva la libertà di pensiero a persone e organizzazioni che abbiano apportato un contributo eccezionale alla lotta per i diritti umani. In occasione del trentesimo anniversario del premio il parlamento europeo si è unito all’agenzia Magnum Photos per creare un nuovo progetto in collaborazione con i suoi fotografi che documentano la vita di attivisti proveniente da tutto il mondo.
I progetti esposti sono:
Fortunatamente la giornata è serena e ventosa, quindi anche il caldo estivo diventa ben sopportabile. Approfittando di questo clima facciamo una passeggiata per il centro storico di Cortona, visitando anche il paese e le sue attrazioni (per lo più chiese). Camminando ci ritroviamo all’inizio della salita che, attraverso una scalinata, conduce alla Fortezza del Girifalco, dove si trova una parte corposa delle mostre di Cortona On The Move 2018. Nelle precedenti edizioni abbiamo raggiunto questa location sempre in automobile, parcheggiandoci al di sotto, ma questa volta preferiamo arrivarci a piedi.
All’interno della fortezza è possibile fare il biglietto di ingresso e successivamente acquistare il combinato per le rimanenti mostre del centro storico. Una volta acquistato il biglietto si può entrare in questa storica fortezza che, al di là di eventi, è praticamente vuota. Dal camminamento intorno al cortile interno è possibile godere di un bellissimo panorama sulla città, ma soprattutto sul vicino lago Trasimeno.
La sala più suggestiva di tutta la fortezza è dedicata ad alcuni progetti della fotografa Elinor Carucci. Questa sala è raggiungibile dal cortile della Fortezza del Girifalco e si sviluppa proprio sotto di questo, attraverso una scalinata che scende sotto terra. Lo spazio è suddiviso in più sale, tutte allestite con le opere di Elinor Carucci.
La parte preponderante degli scatti esposti è successiva al suo parto con cesareo d’urgenza avvenuto nel 2004. Da lì è cominciata una documentazione giornaliera del rapporto con i suoi figli, dove il ruolo di fotografa e di madre si mescolavano continuamente, prendendo alternativamente il sopravvento l’uno sull’altro. Gli scatti sono tutt’altro che fotografie di famiglia, ma restituiscono spesso informazioni su aspetti indesiderati di una gravidanza o del rapporto con i figli. Le fotografie sono molto dirette e a volte strappano un sorriso, ma lasciano trasparire l’enorme carico emotivo dietro a queste immagini, lasciando nello spettatore un interrogativo su quanto una donna rimane tale e quando diventa ‘esclusivamente’ madre dopo aver dato alla luce un figlio.
Nelle sale collegate a quella principale si trovano altri progetti di Elinor Carucci legati alla vita sentimentale con il suo compagno o al forte legame con genitori. In chiusura, in uno spazio separato, viene proiettato un video dove Elinor Carucci viene intervistata sul suo lavoro.
Nel cortile della fortezza del Girifalco, tra un piccolo gruppo di persone francesi e italiane che fanno un pic nic, troviamo le fotografie di Simon Roberts, dal titolo “inizio”. Si tratta di un lavoro commissionato dall’azienda Aboca, sviluppatrice di rimedi naturali nel comune di Montecchio. Questo progetto documenta la tutela della biodiversità all’interno della tenuta Granducale di Aboca, dove vengono coltivate le piante che saranno poi trasformate in prodotti terapeutici.
Simon Roberts ha così proseguito il lavoro già cominciato dalla fotografa tedesca Jessica Backhaus, sempre per l’azienda toscana. Le fotografie di Simon Roberts esposte sono dirette e documentaristiche. Trovo fuoriluogo esporre questo progetto durante il festival di Cortona, facendola sembrare una trovata pubblicitaria per Aboca.
Debi Cornawall è una fotografa documentaristica americana che ha esercitato per oltre dieci anni come avvocato dei diritti civili negli Stati Uniti. Il suo progetto fotografico indaga sulle storie di quasi 800 uomini musulmani che a partire dal gennaio 2002 sono stati imprigionati, torturati e detenuti senza un capo d’accusa, ne tantomeno un processo, all’interno del centro di detenzione americano di Guantanamo Bay, a Cuba.
Solo durante la presidenza di George Bush e di Barack Obama la maggior parte dei prigionieri sono stati liberati o, se ritenuto necessario, trasferiti presso paesi terzi. Il lavoro di Debi Cornwall è unico nel suo genere, perché dopo diverse insistenze e con tecniche di ripresa ben concordate e controllate, è stata accettata dentro a Guantanamo e le è stato concesso di riprendere gli spazi dove i soldati americani passano il loro tempo libero.
Il progetto è poi continuato, seguendo alcuni di questi prigionieri dopo la loro liberazione, una volta tornati alla loro vita precedente.
Uno dei progetti più particolari che ho visto in questa edizione di Cortona On The Move 2018 è senz’altro quello di Allison Stewart. La bug out bag è uno zaino o un kit di facile trasportabilità contenente gli elementi essenziali per rimanere in vita per 72 ore senza dipendere da altri generi. In alcuni casi vengono inseriti in questi kit anche gli elementi per dare inizio ad una nuova civiltà.
Bug out bag indaga sulla mercificazione della paura americana, queste borse hanno infatti subito un picco di vendite dopo gli attentati terroristici del nuovo millennio e ogni proprietario è abituato a personalizzare il proprio kit secondo le caratteristiche e le esigenze che più lo rispecchiano, tracciandone quindi un ritratto molto nitido.
Il costo di ognuno di questi kit varia da circa una cinquantina di dollari fino a diverse centinaia e in alcuni casi anche migliaia di dollari. Negli scatti di Allison Stewart si vedono i kit creati da diversi soggetti: atei, evangelici, cattolici, mormoni, liberali, conservatori…
L’ultimo piano della fortezza del Girifalco è occupato dalla mostra The Red Road Project di Carlotta Cardana. La fotografa italiana, accompagnata da Danielle SeeWalker (membro della tribù indiana Lakota del North Dakota), ha percorso un sentiero alla scoperta della poplazione indigena che vive nel rispetto delle proprie tradizioni, ma senza rifiutare l’avvento della tecnologia e della modernità.
Danielle SeeWalker vive al di fuori della riserva dedicata agli indiani, ma ne è un membro molto attivo. Così, attraverso, gli scatti, si possono conoscere storie molto diverse tra loro: alcuni dei soggetti ripresi hanno accettato le sovvenzioni offerte dagli Stati Uniti come risarcimento per quanto fatto loro, altri non intendono accettarlo e continuano una battaglia ad armi impari.
The Red Road Project prende il nome da un concetto molto sentito da parte dei nativi americani: la strada rossa, che indica il sentiero più giusto da seguire durante la propria vita.
Anche queste foto sono molto intense, soprattutto i ritratti dei giovani indiani.
Approfittiamo del ristorante interno alla fortezza del Girifalco per pranzare. Ci accomodiamo su banchi di scuola utilizzati come tavoli e attendiamo di mangiare qualche specialità tipica Toscana, prima di rimetterci in moto verso il centro storico.
Torniamo tra i vicoli di Cortona scendendo nuovamente a piedi la scalinata che congiunge la fortezza del Girifalco al centro storico e visitiamo qualche altra chiesa e convento lungo il percorso. Torniamo poi alle mostre fotografiche di Cortona On The Move 2018 e riprendiamo la nostra visita da Palazzo Cinaglia.
Loulou D’Aki nel suo progetto “Make a wish” parte dal presupposto che la gioventù dovrebbe essere l’età delle mille possibilità e che quindi permetta ad ogni individuo di sognare ancora cosa diventare da adulto. I suoi scatti, per lo più ritratti, sono ambientati in Medio Oriente, dove le rivoluzioni legate alla Primavera Araba hanno spesso privato i giovani di questi sogni.
Claudio Cerasoli è tra i giovani premiati da Canon per il concorso Giovani Fotografi 2018. Insieme ad altri autori è esposto all’interno di Palazzo Cinaglia con un progetto che tratta di Gondo.
Gondo è un piccolo comune svizzero che ha visto aumentare a dismisura il suo prestigio e la sua ricchezza quando, nel 1600 si cominciò ad estrarre oro dalle sue miniere. Con il susseguirsi di evoluzioni tecnologiche le miniere restituiscono sempre un maggior quantitativo di questo materiale prezioso, fino a quando non vengono abbandonate nel 1897. Nel 2017 arrivano a Gondo i nuovi cercatori d’oro: delle grandi farm di server che si occupano di estrarre criptovalute, attraverso una tecnica che nei nomi è così simile a quella dell’estrazione dell’oro. L’attività fatta dai server è infatti conosciuta con il nome di “mining”.
L’ex magazzino delle carni è una delle location più particolari di Cortona On The Move 2018, nonché una delle più utilizzate durante le varie edizioni del festival fotografico. In pieno centro storico, a due passi da palazzo Cinaglia e da piazza della Repubblica, non svolge più il suo lavoro originario da diversi decenni.
Quest’anno lo spazio è interamente dedicato alla mostra di Sim Chi Yin, titolata “Fallout”. La fotografa, originaria di Singapore, ha documentato i luoghi che testimoniano il rapporto dell’uomo con l’armamento nucleare. Per farlo ha percorso seimila chilometri lungo il confine tra Corea del Nord e Cina, ed ha attraversato sei degli Stati Uniti, creando scatti anche di forte impatto.
Un breve video sul tema viene proiettato nella prima sala dell’ex magazzino delle carni di Cortona.
Una nuova entrata tra le location delle mostre di Cortona On The Move 2018 è quella di palazzo Capannelli, scendendo via Roma si trova nei pressi delle mura storiche che cingono l’intero centro abitato. L’edificio ha mostre disposte su due piani e dalle finestre del piano rialzato si gode di bellissimi scorci sui tetti e i vicoli del centro.
Quella di palazzo Capannelli è la sede con più mostre in assoluto, seguita dalla fortezza del Girifalco.
Gli scatti di Guia Besana ci accolgono al pieno terra del palazzo Capannelli e riflettono in maniera ironica sul ruolo della donna nella nostra contemporaneità. I colori accesi delle foto indagano su come sia cambiato il ruolo delle donna nel passaggio al nuovo secolo, mentre la condizione maschile è rimasta pressoché invariata.
Under Pressure riflette la fragilità delle donne che vivono la condizione di dover dimostrare la capacità di passare dalla cura della famiglia alla creazione di un destino più emancipato.
Uno dei progetti che più mi è piaciuto in questa sede è sicuramente quello di Ernst Coppejans. In “Sold” si alternano una serie di ritratti ‘anonimi’ di persone vittime della tratta degli esseri umani. Sembra una cosa talmente lontana da noi, che non si può che rimanere stupiti se si considera che il rifugio da cui è iniziato il progetto si trova in Olanda, ad Amsterdam.
Coppejans per ottenere la fiducia da parte delle persone che si trovano nel rifugio ha cominciato a frequentarlo settimanalmente, scambiando chiacchiere e passando tempo con loro, ma la svolta c’è stata organizzando un servizio fotografico di moda per far divertire le donne del centro. Da quel momento si sono rese disponibili, insieme ai compagni uomini, a farsi fotografare.
Sotto ad ogni scatto viene riassunta la triste storia della persona ritratta.
Ho appreso un altro tema che non conoscevo nella stanza al fianco della precedente. Un’altra artista italiana, Claudia Gori, indaga su di una patologia frutto delle tecnologie moderne. In “The Sentinels: electrosensitivity in Italy”, vengono ritratte alcune persone che soffrono di elettrosensibilità. Questo disturbo si manifesta su persone esposte massicciamente a campi elettromagnetici ad alta frequenza (come i cellulari, i Wi-Fi, i ripetitori, ..) e coloro che non sono disposti ad isolarsi dal mondo devono modificare radicalmente le proprie abitudini.
Al fianco della persona ritratta vengono mostrati alcuni di questi rimedi. Le persone che soffrono di elettrosensibilità vengono chiamate sentinelle, perché è probabile che siano le prime a provare disturbi che nel giro di qualche anno cominceranno a diffondersi in maniera massiccia.
Nel progetto “Article 19” Marylise Vigneau ritrae diverse persone che vanno contro il modo di pensare, di vivere e di amare della maggioranza delle persone in Pakistan. I ritratti fatti a Lahore tendono a salvaguardare i soggetti, non rendendoli riconoscibili. In Pakistan, infatti, queste persone sono fortemente discriminate e vivono una battaglia giornaliera contro le pressioni esterne per cambiare il loro vero io.
Sempre al primo piano, su di un pannello che simula la carta da parati, si trovano gli scatti di Tanya Habjouqa. Nel progetto “Tomorrow there will be apricots” l’autrice descrive cinque anni di vita in Giordania di donne siriane.
Queste donne vivono la loro quotidianità come recluse, all’interno di uno stato oscurantista e dove il dissenso è mal tollerato, al punto che eventuali oppositori vengono carcerati nelle prigioni del regime.
Le fotografie di Alena Zhandarova a Cortona On The Move 2018 sono insolite. Questa giovane fotografa russa ha fondato il suo progetto proprio sulla stranezza di questi ritratti, nel tentativo di sottolineare l’unicità e la diversità insita in ogni persona.
Da ogni scatto sembra quasi partire una storia bizzarra che coinvolge il soggetto e di cui noi non possiamo conoscere i risvolti.
Tornati al piano terra di palazzo Capannelli scorgiamo delle tende nere che separano il visitatore dalla sala in cui vengono proiettati due video. Questi raccontano un fenomeno preoccupante di violenza sulle donne del Nepal: il chaupadi. Durante la fase mestruale le donne vengono allontanate in esili rudimentali presso rifugi nei quali mal vivrebbero persino gli animali.
Qui passano diversi giorni e subiscono i peggiori trattamenti, tra i quali stupri, omicidi e morsi di serpenti o attacchi da animali.
Alcuni scatti sono disponibili anche liberamente passeggiando per le vie del centro storico. Ovviamente luce e qualità del supporto di stampa dipendono molto dal momento della giornata e delle condizioni metereologiche. Le mostre in spazi esterni sono due.
Queste foto si trovano tra via Nazionale e via Roma, e simulano la visione dei territori della Micronesia senza colori. Questa ricerca parte da una storia molto particolare: il re del Pingepal soffriva di acromatia e quando alla fine del XVIII secolo un tifone si è abbattuto su questo atollo ha fatto tantissime vittime. Tra i sopravvissuti c’era il re, che trasmettendo in via ereditaria il proprio gene, ha dato vita a un popolo che soffre quasi interamente di questa problematica.
Gli scatti del progetto “The island of the colorblind” di Sanne de Wilde, mostrano i territori dell’isola così come sono visti dagli occhi dei propri abitanti.
Il nome del progetto #Instagrampier si riferisce a un molo industriale dell’isola di Hong Kong. Quest’appellativo è salito alla ribalta perché il molo è diventato luogo di incontro di instagrammer che qui si ritrovano per fare scatti particolari attraverso selfie o foto panoramiche.
Nelle foto di Pierfrancesco Celada si possono vedere i momenti di preparativi alle singole foto e i risultati finali pubblicati sul famoso social.
Arrivati a Cortona si può fare il biglietto sia nel centro storico che alla fortezza del Girifalco per poi muoversi tra tutte le mostre. Qualora sia un momento fortemente turistico (Agosto o un weekend), il mio consiglio è quello di andare prima al centro storico: arrivando in mattinata è più probabile riuscire a trovare un parcheggio subito fuori le mura, e poi si può raggiungere la fortezza del Girifalco a piedi o attraverso il servizio di navetta gratuita messa a disposizione dal festival o ancora con la propria auto per poi ripartire per un’altra destinazione.
Nelle prime settimane del festival vengono solitamente organizzati anche numerosi workshop con fotografi che, informandosi per tempo, può valere la pena frequentare. Io stesso ne seguii uno qualche anno fa con Eolo Perfido. Ovviamente la giornata del workshop sarà molto complicato poter vedere anche le mostre fotografiche, quindi in questo caso sarà necessario prevedere più giornate di permanenza.
L’edizione 2018 di Cortona On The Move ha aperto i battenti il 12 luglio e rimarrà aperta fino al 30 settembre. L’apertura di tutte le location è alle 10.00 della mattina, mentre la chiusura è prevista per le 20.00 fino al 2 settembre e per le 19.00 per i giorni rimanenti, ad esclusione del Museo MAEC che chiude sempre alle 19.00.
Nel periodo del festival non è previsto alcun giorno di chiusura settimanale o festivo.
Purtroppo le location delle mostre non sono accessibili a persone con disabilità motorie.
I biglietti per visitare le mostre di Cortona On The Move sono disponibili al COTM Zone, presso via Nazionale 45 in pieno centro storico o presso la fortezza del Girifalco. Il costo per tutte le mostre è di € 18 per l’intero e di € 15 per il ridotto (le convenzioni sono abbastanza limitate). A questo costo è necessario aggiungere ulteriori € 2 da pagare direttamente alla cassa del museo MAEC per visitare le mostre in questo spazio.
Eventualmente è possibile acquistare anche i biglietti per le singole location, secondo i seguenti costi:
Nel prezzo dei biglietti è compreso il servizio di navetta che organizza il trasporto dal centro storico fino alla fortezza del Girifalco. In biglietteria viene lasciato il numero di telefono che è possibile contattare al momento della necessità del trasferimento. La navetta è ovviamente attiva anche nella direzione opposta, ovvero dalla fortezza fino al centro storico.
Non è il primo anno che visito le mostre di Cortona On The Move, e non è il primo anno che ne scrivo sul blog: