Cortona On The Move 2021

Come ogni estate, dal 2011 a questa parte, la splendida cornice di Cortona si trasforma in un borgo animato da turisti e appassionati di fotografia. Anche quest’anno infatti la cittadina vede nelle sue vie i cartelloni del festival di fotografia Cortona On The Move 2021. O, meglio, del festival internazionale di visual narrative, così come descritto dagli stessi organizzatori.

Amo particolarmente questo festival per la qualità dei fotografi esposti, sia di quelli più conosciuti che di quelli che per me risultano essere inediti. E poi, in tutta onestà, diventa la scusa per tornare nel bellissimo borgo di Cortona e in val di Chiana.

Il Festival di Fotografia Cortona On The Move 2021 – We Are Humans ^

Cortona On The Move 2021 è l’edizione di quest’anno di una tappa ormai fissa nelle mie estati. Nato relativamente di recente, il festival giunge quest’anno alla sua undicesima edizione. Ogni anno cambia nei nomi dei fotografi esposti, ma anche nei palazzi storici coinvolti come location per le esposizioni e negli allestimenti.

Il fil rouge di quest’anno è nel titolo dell’edizione: We Are Humans. Ovviamente la pandemia da Covid19 e le misure restrittive degli ultimi mesi sono alla base di questo tema. Tutti noi abbiamo dovuto modificare e ripensare il nostro sitle di vita e la nostra socialità. I rapporti con la famiglia, gli amici e tutte le altre persone sono stati messi in stand by e ripensati, alle volte in chiave virtuale. È il momento giusto per rivoluzionare il sistema sociale ed economico oppure sarà (come personalmente ritengo) l’ennesima occasione sprecata? Con We Are Humans Cortona On The Move 2021 si propone di raccontare storie che testimoniano la ripresa di un contatto con noi stessi. L’essere umano è protagonista nelle varie mostre e raccontato attraverso la sua quotidianità, i suoi valori, le sue battaglie e le sue emozioni.

I temi in mostra a Cortona On The Move 2021 sono piuttosto variegati e sapranno emozionare attraverso la moltitudine di storie narrate.

Cortona - piazza della Repubblica

Le mostre di Cortona On The Move 2021 ^

Le esposizioni di Cortona On The Move 2021 sono, come ogni anno, divise su più location. In questa edizione, però, si concentrano in soli tre luoghi: palazzo Baldelli in pieno centro storico, nei giardini del Parterre e nella suggestiva fortezza del Girifalco che domina il centro.

Di forte richiamo per me è il nome di Alec Soth, fotografo americano che amo particolarmente e che è il nome di punta di questa edizione 2021.

Qui a seguire ho raccolto buona parte delle mostre viste, tralasciando giusto qualche collettiva non perché meno bella di queste, ma per via degli argomenti trattati in maniera più vasta.

Le mostre a palazzo Baldelli ^

Dopo aver raggiunto la biglietteria all’interno del complesso del MAEC e aver passeggiato per le splendide vie di Cortona e per la sue belle piazze della Repubblica e Signorelli, iniziamo la visita delle mostre di Cortona On The Move 2021 da palazzo Baldelli. Quest’anno è stato totalmente riempito di esposizioni, per ben quattro piani. Ci vorrà qualche ora per visitarlo interamente, d’altro canto è la location con più mostre al suo interno.

Giovane Fotografia Italiana #08 – Reconstruction ^

Appena entrati a palazzo Baldelli ci troviamo davanti diversi autori appartenenti a Giovane Fotografia Italiana, arrivata all’ottava edizione e avente il tema Reconstruction. Giovane Fotografia Italiana nasce con l’obiettivo di promuovere la creatività giovanile (under 35) nella fotografia. È sostenuta dai comuni di Cortona e Reggio Emilia e finanziato dall’ANCI e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri attraverso il bando Sinergie.

Con il tema di Reconstruction gli artisti combinano immaginazione e fotografia per dare una nuova comprensione di ciò che ci circonda, scomponendo e ricomponendo le informazioni, ognuno a modo suo. Tra le mostre che ho trovato più interessanti ci sono le seguenti.

Martina Zanin – I Made them Run Away ^

Martina Zanin, friulana classe 1994, con il suo I Made them Run Away, racconta la storia della sua famiglia attraverso immagini e testi scritti da sua madre. Con le immagini ritrovate, alcune delle quali strappate per eliminare il padre dell’artista dai fotogrammi, le fotografie scattate da Martina e i testi di accompagnamento, emerge una storia fatta di aspettative, bisogni di attenzione, rabbia e solitudine. Nei suoi testi la madre scrive a un uomo che non ha, in attesa che questo si palesi. Gli scritti vengono raccolti dalla madre stessa di Martina all’interno di un diario titolato Lettere ad un Uomo Mai Avuto.

Le fotografie esposte sono come pagine di un diario, dove il testo scritto è corredato da vecchie fotografie e nuove immagini che completano la narrazione.

Alisa Martynova – Nowhere Near ^

Alisa Martynova è russa e anch’essa nata nel 1994. Nella sua mostra a Cortona On The Move 2021, il concetto parte dalla narrazione delle stelle fuggitive, ovvero quelle stelle che schizzano via dalla propria galassia quando due buchi neri si incontrano. Queste poi viaggiano libere per l’universo nel resto della loro vita.
La storia narrata è quella di un uomo in viaggio verso un luogo sconosciuto che, una volta raggiunto, si sgretola come un castello e lascia dietro di se solo alcune domande: cosa rimane di un sogno svanito? Dove cercare le risposte e la strada per tornare a casa?

Alisa Martynova ha raccolto una costellazione di voci di giovani africani provenienti da diversi paesi e di sesso ed età differenti. Denominatore comune di esperienze diverse è quello di cercare un luogo migliore dove vivere. Chi vuole raggiungere la Libia, chi mira invece all’Europa. E chi, una volta arrivato nel paese sognato, viene chiuso in prigione o trova una realtà totalmente diversa da quella attesa. Altri invece, purtroppo, hanno visto il loro sogno infranto e non sono riusciti ad arrivare alla destinazione sognata.

Irene Fenara – Three Thousand Tigers ^

Irene Fenara, bolognese classe 1990, si avvicina diversamente al concetto di Reconstruction. Partendo dal concetto che nel mondo esistono più immagini di tigri che tigri stesse, tenta in maniera digitale di salvare una specie in via d’estinzione. Nel suo progetto Three Thousand Tigers, utilizza un algoritmo generativo per creare nuovi immagini di tigri attraverso un database di tremila immagini. Lo scarso numero di immagini input (ne servirebbero milioni), fa sì che le immagini create si allontino dal reale, perché i calcoli non riescono ad essere sufficientemente precisi.

Così come generare e riprodrurre sono l’unico modo digitale per creare nuovi elementi, lo sono anche nel mondo naturale per fare in maniera tale che le tigri non vadano estinguendosi.

Irene Fenara – Three Thousand Tigers

Marco Garofalo – Energy Portraits ^

Il reporter Marco Garofalo è invece in mostra a Cortona On The Move 2021 con Energy Portraits. Il risultato finale è diverso dalle aspettative iniziali, in quanto ha dovuto adattarsi ai restringimenti dovuti al Covid. La mostra si basa sull’obiettivo che si sono date le Nazioni Unite di portare energia economica e affidabile ai paesi in via di sviluppo. Questo è un tema molto discusso, perché da un lato è imprescindibile avere energia elettrica per poter evolvere, dall’altro utilizzare energia proveniente da combustioni fossili è una delle cause dei problemi ambientali che ci circondano.

Attraverso Energy Portraits, Marco Garofalo, propone immagini di luoghi significativi in cui è in corso la sfida per portare energia sostenibile. Passando per Europa, India, Sud America e Africa, Garofalo ritrae le varie dotazioni elettriche che permettono agli utenti finali di lavorare e di vivere.

Sono svariate le scene ritratte. Tra queste:

  • un impianto idroelettrico su di un canale di irrigazione e un impianto fotovoltaico che illuminano aule, biblioteche, dormitori e case. Qui si spiega che il problema per poter istruire ed educare i propri figli non è quello di avere libri, ma quello di avere l’energia elettrica per poterli leggere;
  • un commerciante della stazione di Baleshwar in India. Attraverso le lampade solari può vendere i propri prodotti ai pendolari che rientrano a casa la sera;
  • pannelli solari in Tanzania che vengono spostati per raccogliere più raggi di sole durante il giorno. L’energia servirà per alimentare una festa che si terrà alla sera. Questi vengono acquistati e pagati a rate mensili con addebito con mobile banking. I pannelli vengono controllati da remoto e l’assistenza sui guasti arriva anche nel cuore della savana;
  • un’intera parete in cui si raccontano le dotazioni elettriche di famiglie che vivono a migliaia di chilometri tra loro. Spesso colpisce come la tecnologia e il materiale elettrico sia presente anche in case decisamente spartane, in alcuni casi anche in capanne di fango.

A lato delle fotografie di Marco Garofalo c’è uno schermo che presenta gli Energy Self Portraits. La pandemia ha infatti messo in stand by il lavoro dell’artista, che l’ha riconfigurato richiedendo alle persone che avrebbe voluto ritrarre di inviare un loro autoritratto.

Gabo Caruso – Cora’s Courage ^

Estremamente attuale e toccante è il progetto Cora’s Courage di Gabo Caruso, in cui viene testimoniato in foto e video il processo di transizione di una giovane bambina spagnola dal punto di vista sociale. La condivisione con la madre del suo sentirsi una bambina avviene nel 2014 e all’età di 5 anni comincia la sua transizione. Questa è intesa come transizione sociale, perchè il passaggio da un sesso all’altro comincia con l’affermazione di se in famiglia, con gli amici, a scuola e nel tempo libero. Questi sono abitualmente anche i luoghi principali di esclusione per le persone transessuali.

Cora’s Courage restituisce uno sguardo positivo sulla società, raccontando una storia di inclusione, non senza qualche difficoltà iniziale. Attraverso il progetto di Gabo Caruso ripercorrerai gli anni di Cora e la sua storia che, a distanza di 7 anni, è un esempio positivo di società e famiglia.

Hannah Reyes Morales – Living Lullabies ^

Particolare è l’allestimento di Living Lullabies di Hannah Reyes Morales. Ti troverai all’interno di una stanza del palazzo Baldelli con svariati armadi aperti che contengono delle fotografie retroilluminate. Il sottofondo musicale sono dei canti, a tratti inquietanti, che si ripetono in maniera ciclica.

Living Lullabies racconta per mezzo di questi rituali le questioni critiche che vengono affrontate nelle ninna nanne stesse, riflesso della società, delle speranze e delle paure delle varie culture. E così tra le ninna nanne che possono essere ascoltate e vissute per via delle fotografie, troverai madri che proteggono i bambini dall’aria tossica in Mongolia, famiglie che scappano delle guerre in Siria, bambini alle prese con la crisi climatica nelle Filippine, famiglie duramente colpite dal COVID19 in America.

Lo scopo di Living Lullabies è di mostrare come i fatti emergenziali che ogni giorno ci vengono raccontati dai telegiornarli vengono trasportati in un atto così intimo e antico come quello delle nenie per bambini.

Hannah Reyes Morales – Living Lullabies

Jonathan Torgovnik – Disclosure – Rwandan Children Born of Rape ^

Un bel cazzotto allo stomaco arriva con Jonathan Torgovnik. Nel suo progetto Disclosure – Rwandan Children Born of Rape, mostra una serie di fotografie di madri e figli a distanza di 12 anni di tempo. Cos’hanno di particolare queste famiglie? Sono tutte famiglie con un solo genitore. La madre. I figli sono infatti frutti di violenza e, più in particolare, quella perpetuata contro il popolo ruandese nel 1994. Le donne fanno parte del popolo Tutsi che per 100 giorni è stato vittima delle milizie paramilitari Hutu. La stima è che durante quei tragici eventi siano stati concepiti ben 20000 bambini e che spesso e volentieri le donne si siano ammalate di AIDS.

Le fotografie raccontano anche del momento in cui le donne hanno confessato ai loro figli come sono stati concepiti e le reazioni degli stessi, divenuti giovani adulti, al tragico racconto. Questo è possibile attraverso dei brevi testi che accompagnano le singole foto e a un video che viene proiettato in una sala dedicata.

L’obiettivo di Torgovnik è anche fare luce sullo stupro come arma di guerra e sulle conseguenze che questo ha sia sulla madri, che sui figli, che su di un intero popolo.

Jo Anna Chaus – Conversations with Myself ^

Decisamente più leggere e dalla tecnica sopraffina sono le fotografie di Jo Anna Chaus. In Conversations with Myself, l’artista 67enne si racconta con una serie di autoritratti dai colori saturi e dal forte contrasto. L’obiettivo della Chaus è quello di creare una sorta di diario fotografico in cui narra la sua quotidianità e lo fa con l’obiettivo di capire meglio ciò che la circonda e i suoi stati d’animo.

Lo scopo è anche quello di capire se stessa in relazione alle persone che ha incontrato e che la circondano. Allo stesso tempo è la testimonianza di una persona anziana e saggia con una storia da raccontare.

Alessandra Sanguinetti – An everlasting summer – The adventures of Guille and Belinda ^

Le mostre continuano con An everlasting summer – the adventures of Guille and Belinda, di Alessandra Sanguinetti. L’artista ha vissuto la sua infanzia nelle fattorie di Buenos Aires, luoghi a cui è rimasta estremamente legata, tanto che ancora oggi è usuale frequentarle.

Lo fa specialmente visitando Juana, un’amica di famiglia nonna di due bambine, Belinda e Guillermina, in cui probabilmente Alessandra Sanguinetti rivide e ripercorre la sua infanzia. Le due giovani sono infatti le protagoniste dei suoi scatti e dopo mesi passati ad ingnorarle, diventa loro complice nel 1999. È in quell’anno che dando loro corda diventa la regista delle loro storie, raccontate a Cortona On The Move 2021 attraverso le fotografie esposte.

Quelle esposte sono solo una parte del progetto, infatti le due ragazze, diventante ora donne, sono ancora seguite dall’artista che continua a fare loro fotografie.

Tim Franco – Unperson – Portraits of North Korean Defectors ^

Nel progetto Unperson – Portraits of North Korean Defectors, Tim Franco racconta l’incredibile storia dei nord coreani che scappano dal paese. Non è semplice infatti uscire dalla Corea del Nord per raggiungere la Corea del Sud. Chi lo fa deve spesso passare per altri paesi dove, frequentemente viene incarcerato.

Il regime non tollera disertori e, soprattutto se sei povero, sarà molto complicato riuscire a fuggire. Alcune persone ce l’hanno fatta, nonostante l’area demilitarizzata al confine tra le due Coree e l’attenzione agli altri confini di stato.

Tim Franco ha incontrato diversi disertori e si è fatto raccontare le loro incredibili e difficili storie. Alcune di queste sono più semplici di altre, grazie allo stato sociale delle persone che cercavano di scappare. Altre sono storie di disperazione. Altre ancora, nelle parole, raccontano di un pentimento per aver abbandonato la terra natìa.

Federico Estol – Shine Heroes ^

Shine Heroes è la mostra di Federico Estol che racconta la strana usanza dei lustrascarpe di La Paz. In un allestimento decisamente pop viene narrata la quotidianità di circa 3000 persone che svolgono questo lavoro. Ad accomunare tutti questi professionisti della scarpa in Bolivia c’è un capo d’abbigliamento: il passamontagna.

Segno distintivo di una professione per cui si prova vergogna e attraverso il quale si tenta di limitare la discriminazione per un lavoro umile. Spesso e volentieri nemmeno i parenti dei lustrascarpe sanno che lavoro svolgono i propri famigliari. E proprio il passamontagna li rende riconoscibili ma invisibili allo stesso tempo.

Le fotografie esposte sono frutto di una collaborazione tra Federico Estol e un’associazione di 60 lustrascarpe con cui ogni scatto è stato pianificato e messo in scena.

Catherine Leutenegger – New Artificiality / 3D Bioprinting ^

L’artista svizzera Catherine Leuntenegger con la sua esposizione New Artificiality / 3D Bioprinting, racconta i progressi della scienza. In particolare la narrazione è sulla tecnoglia di stampa 3D applicata alla scienza e alla medicina. Attraverso il bioprinting si sta infatti cercando di creare organi umani funzionanti da utilizzare nei trapianti. È stimato che nel giro di 10 o 20 anni questa potrà essere una tecnologia abitualmente applicata.

Catherine Leutenegger - New Artificiality 3D Bioprinting
New Artificiality a Cortona On The Move 2021 - stampa di organi con stampanti 3D

Laurence Rasti – There are no Homosexuals in Iran ^

Le tematiche LGBTQ+ sono al centro di una seconda mostra a Cortona On The Move 2021. Il titolo autoesplicativo è There are no Homosexuals in Iran, a cura di Laurence Rasti. Il progetto parte dalle dichiarazioni del 2007 dell’ex presidente iraniano Mahmud Ahmadinezad, che aveva affermato “In Iran non ci sono omosessuali come negli Stati Uniti”.

Le fotografie qui esposte raccontano invece il contrario. E raccontano anche di uno stato che punisce l’omosessualità con la pena di morte. Nelle foto vengono ritratti gay e lesbiche provenienti dall’Iran e che hanno cercato rifugio in Turchia in attesa di raggiungere un paese ospitale e dove poter vivere liberamente la loro identità.

Tomaso Clavarino – Padanistan ^

È italiano Tomaso Clavarino che con il suo Padanistan racconta quell’area del Nord Italia che si estende dalle Alpi al mare Adriatico. Nonostante non sia un territorio riconosciuto ufficialmente dal punto di vista geografico, culturale e giuridico, lo è nell’immaginario comune. Viene infatti identificato come una zona dal tessuto sociale compatto e coerente con i suoi ideali, ma allo stesso tempo molto frammentato e contraddittorio.

Tomaso Calvarino racconta dal 2017 questo territorio percorrendo la SS11 e restituendo un senso di spaesamento e ironia.

Stephanie Gengotti – Circus Love – The magical life of Europe’s Family Circuses ^

Tra le mostre che più ho apprezzato a Cortona On The Move 2021 c’è anche Circus Love – The magical life of Europe’s Family Circuses dell’italo-francese Stephanie Gengotti.

Nelle sue fotografie dai colori saturi racconta di circhi di famiglie nomadi in giro per l’Europa. Sono circi non convenzionali, guidati da artisti che hanno reinterpretato il concetto di freak e di circo stesso, dando vita a spettacoli in cui inglobano diverse arte e discipline.

Spesso questi circhi si basano sulle intuizioni stategiche ed empatiche delle donne, dando vita a una sorta di matriarcato illuminato. Queste famiglie rappresentano sia la libertà che la schiavitù. Nonostante non abbiano un padrone devono infatti sottostare a inverni freddi e piovosi che investono le loro roulotte, ma anche ad estati torridi in cui il caldo toglie il respiro. Nella narrazione di queste fotografie si percepisce l’entusiasmo per il proprio lavoro, la voglia di vivere, la fatica, l’attaccamento alla famiglia e la passione con la quale viene svolto il proprio lavoro. Circus Love riesce a rendere nuovamente affascinante e attrativa un’idea di circo che non prevede più lo sfruttamento degli animali, ma che mette in scena le abilità personali e fisiche dei circensi.

Jon Henry – Stranger Fruit ai Giardini del Parterre ^

Terminata la visita al palazzo Baldelli e prima di raggiungere la fortezza del Girifalco, c’è un’altra tappa nel centro di Cortona: i giardini del Parterre. Qui sono liberamente esposte le fotografie di Jon Henry e del suo progetto Stranger Fruit.

Henry ha partorito questo progetto in risposta ai sempre più frequenti omicidi delle persone di colore avvenute negli Stati Uniti negli ultimi anni da parte della polizia. Le riprese da parte di smartphone e le dash cam montate sulle auto della polizia non sembrano essere un deterrente sufficientemente potente per una giusta applicazione della legge.

Tra tutte le parti lese in questa cultura della violenza ci sono prima di tutto le vittime, ma in seconda battuta anche i loro famigliari. In Stranger Fruit le protagoniste sono le madri. Quelle ritratte non hanno perso i loro figli, ma sanno che potrebbe succedergli. In ogni fotografia è ritratta una madre con il proprio figlio in un ambiente a loro famigliare, in cui si vive quotidianamente sopportando queste angherie.

Il titolo del progetto richiama Strange Fruit di Billie Holiday. Non ci sono più corpi neri appesi ai pioppi, come recita la canzone, ma i frutti delle famiglie di colore vengono ancora uccisi per strada.

Le mostre alla Fortezza del Girifalco ^

La fortezza del Girifalco è una costante delle mostre del festival e Cortona On The Move 2021 non fa eccezione. Al suo interno sono presenti svariati allestimenti, alcuni al coperto ed altri nei giardini del fortezza. La visita di queste mostre permette anche di scoprire tutti gli spazi di questo luogo antico dal cui si gode di un bel panorama sulla città, sulla vallata circostante e sul vicino lago Trasimeno.

Ecco le principali mostre qui allestite.

Alec Soth – I know how Furiosly your Heart is Beating ^

Alec Soth è stato il motivo che mi ha portato anche quest’anno a visitare il festival di fotografia. È uno dei fotografi contemporanei che preferisco e, in particolar modo, amo i suoi ritratti.

Con I know how furiosly your heart is beating, Alec Soth torna sulle scene dopo qualche anno di assenza. Le immagini esposte sono a colori e in grande formato, per la maggior parte ritratti. A differenza dei progetti passati non si concentrano su di un luogo preciso o su di una particolare popolazione, ma sono state scattate attraverso un viaggio in Europa, America e Regno Unito. Le fotografie di I know how furiosly your heart is beating raccontano in maniera più personale e intima la visione di Alec Soth, prendendo in parte le distanza dallo stile documentaristico che fin qui l’ha contraddistinto.

Le persone ritratte sono state presentate all’artista durante i suoi viaggi e coinvolgono altri artisti, coreagrafi e scrittori. Soth stesso spiega “Quando sono tornato alla fotografia ho voluto spogliare il mezzo fino a ridurlo ai suoi elementi primari. Piuttosto che cercare di produrre una sorta di narrazione epica sull’America, volevo passare del tempo a guardare altre persone e, si spera, intravedere la loro vita interiore.” e aggiunge “Questo progetto non riguarda la geografia, la nazionalità o altri modi in cui concettualmente cerchiamo di capirci. Si tratta semplicemente di entrare nella camera di un’altra persona e osservare la fragile, emblematica bellezza della vita di qualcun’altro.”.

Deanna Dikeman – Leaving and Waving ^

Esposte sulle mura della fortezza del Girifalco, sono le foto di Leaving and Waving di Deanna Dikeman. Questo progetto è, nella sua semplicità, commovente. L’artista ha fotografato per ventisette anni il saluto tra lei e i suoi genitori dopo essere stata a trovarli nella loro casa in Iowa. Le fotografie erano nate come modo per affrontare la tristezza del distacco e non per essere esposte. Col tempo questo è diventato un rituale che si ripeteva anno dopo anno.

Solo a distanza di tempo Deanna Dikeman ha scoperto che Leaving and Waving era un vero e proprio progetto che documenta il passare del tempo e il dolore nel dirsi addio. Infatti la serie continua nei vari anni e dalla prima foto del 1991 arriva al 2009, quando compare il primo scatto senza il padre che novantunenne venne a mancare. Il progetto continuò con la madre, progressivamente sempre più triste ad ogni partenza, fino al 2017 quando si è trasferita in una residenza assistita e, nello stesso anno, è morta. Al rientro dal funerale Deanna Dikeman ha scattato un’ultima foto del vialetto vuoto, uno scatto autoesplicativo e che lascia un vuoto anche nelle persone che guardano il progetto.

Aleksi Poutanen – Fellow Creatures ^

Con Cortona On The Move 2021 è la prima volta che accedo ai sotterranei della fortezza del Girifalco. In questa edizione sono qui allestite due mostre. La prima è un insieme di fotografie dalle grandi dimensioni. L’artista è Aleksi Poutanen e la mostra è Fellow Creatures.

Per comprendere meglio il progetto è necessario sapere che i finlandesi hanno un rapporto speciale con la natura, a causa della recente e rapida urbanizzazione dello stato. Negli anni sessanta del novecento infatti c’è stata una migrazione eccezionale delle persone dalle zone rurali alle città. Ciò ha fatto sì che in una decina d’anni le città cambiassero totalemnte volto. Ma le abitudini dei finlandesi non cambiarono altrettanto velocemente e così, come in campagna, le persone continuarono a condividere i loro spazi con animali domestici e selvatici.

Nelle fotografie di Aleksi Poutanen c’è un mix di stranezza e ironia, con animali insoliti che interagiscono con le persone all’interno di ambienti familiari.

Francesca Todde – A Sensitive Education ^

Sempre in questo spazio potrai vedere A Sensitive Education di Francesca Todde. Il progetto si propone di raccontare l’empatia possibile tra diverse specie naturali attraverso l’educatore di uccelli Tristan Plot.

Tristan prepara gli uccelli alla partecipazione a spettacoli di danza e di teatro e a documentari cinematografici. Nel suo lavoro mette in atto anche l’ornitoterapia, ovvero una cura attraverso il contatto tra uccelli e persone con disabilità, anziani e detenuti. L’esperienza di Tristan comincia durante la sua infanzia, quando visitando i boschi vicino a casa si rese conto che rimanendo immobile gli animali uscivano pian piano allo scoperto. Ancora oggi mette in campo questa pratica di approccio lento per riuscire nei suoi scopi educativi.

Dopo aver studiato ecologia, biologia ed etologia, ha sviluppato una tecnica educativa che combina imprinting, formazione tradizionale e formazione positiva, ovvero attraverso il gioco e la ricompensa.

Catherine Panebianco – No Memory is Ever Alone ^

La seconda mostra all’aperto all’interno della fortezza del Girifalco è No Memory is Ever Alone, di Catherine Panebianco. Il progetto è descritto come una conversazione tra l’artista e suo padre. Partendo dalla tradizione natalizia di rivedere le diapositive della gioventù di suo padre, Catherine Panebianco ha portato questi vecchi ricordi nei suoi paesaggi del presente. In questo modo ha ottenuto una connessione tra la sua vita e quella di suo padre.

Decisa a non utilizzare Photoshop per mixare la diapositiva con gli sfondi, l’artista ha speso molto tempo alla ricerca dei giusti contesti e paesaggi in cui ambientare le fotografie qui esposte.

Paolo Pellegrin – L’Altro ^

Entrando dal pian terreno della fortezza passerai per l’esposizione dell’archivio publifoto Intesa San Paolo, che testimonia la ricostruzione dell’Italia nel secondo dopo guerra e nel periodo del boom economico. Ai piani superiori, invece, è in esposizione Paolo Pellegrin con L’Altro.

Questo progetto nasce dai recenti lockdown che hanno caratterizzato le nostre vite e ci hanno portato a ripensarle. Tutto è cambiato, anche il modo di interagire fisicamente con gli altri e di comunicare. Il progetto L’Altro nasce da una proposta di Arianna Rinaldo, direttrice artistica del festival, e dalla volontà di Paolo Pellegrin di indagare su questa situazione di incertezza. Pellegrin si è più volte interrogato sul tema della sorveglianza e nelle foto qui esposte, contrastati bianco e nero, lo ha richiamato. Si è posizionato in punti strategici e ha fotografato i soggetti senza che questi se ne accorgessero, annullando di fatto la distanza tra il soggetto ripreso e il suo sguardo, praticamente assente.

Le fotografie di Paolo Pellegrin sono poi completate dalle parole della psicoanalista e saggista Gabriella Ripa di Meana.

Cortona e le edizioni precedenti di Cortona On The Move ^

La visita a Cortona On The Move 2021 è non solo un arricchimento culturale e sociale per le foto esposte e gli argomenti trattati, spesso da un punto di vista inedito. È anche un’ottima occasione per visitare il bellissimo borgo storico. Se sei interessato a scoprire di più sulle cose da vedere in città, ecco la guida su cosa vedere a Cortona in un giorno.

Se invece le mostre qui raccontate ti hanno incuriosito, ti consiglio di segnare a calendario le prossime edizioni del festival che tendenzialmente si svolge ogni estate tra luglio e settembre.

Possono interessarti anche i progetti e le mostre delle precedenti edizioni di Cortona On The Move. Eccone alcune che ho visitato:

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Cortona On The Move 2021Scopri le mostre di Cortona On The Move 2021, il festival internazionale di visual narrative. Fotografia, video e tante storie.https://www.lorenzotaccioli.it/cortona-on-the-move-2021-guida-mostre/
Lorenzo Taccioli