Cosa Vedere a Civitella del Tronto

Piazza Filippi Pepe di Civitella del Tronto

Civitella del Tronto è un sorprendente borgo abruzzese annoverato tra i borghi più belli d’Italia. Il suo centro storico, visitabile con una piacevole passeggiata, è ricco di palazzi storici costruiti in pietra e travertino. Due vie principali scorrono parallele per il centro e lo attraversano completamente.

La vera attrazione della città è però la fortezza borbonica. Questa domina il centro e ha reso celebre nei corsi dei secoli questa cittadina di confine.

Dove si trova Civitella del Tronto ^

Civitella del Tronto è in Abruzzo e, più precisamente, in provincia di Teramo. Non ci troviamo a molta distanza dal confine con le Marche, nei pressi del fiume Tronto.

Il centro storico di Civitella del Tronto venne costruito su di una rupe rocciosa ad un’altitudine di 589 metri sul livello del mare. La posizione era lungo il confine dell’allora Regno delle due Sicilie. Per questo motivo la città venne più volte assediata e si optò per costruire la sua famosa fortezza.

Alle porte del centro storico arriva il parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Affacciandosi sulle vallate circostanti è possibile inoltre vedere il massiccio della Majella e la catena montuosa del Gran Sasso.

Cosa vedere a Civitella del Tronto in un giorno ^

La visita di Civitella del Tronto è stata per me una piacevole sorpresa: un bellissimo borgo e una grandissima fortezza con svariati resti ben riconoscibili.

In poche ore è possibile visitare l’intera cittadina. Approfitta quindi delle ore rimanenti per visitare qualche attrazione dei dintorni, come l’eremo di Sant’Angelo o le cascate del Caccamo.

Porta Napoli ^

Il centro storico di Civitella del Tronto sorge sulla collina, proprio al di sotto della grande fortezza che occupa buona parte del territorio comunale. Lasciando l’auto nel grande parcheggio ai piedi del centro, entrerai in città da est, attraverso la Porta Napoli.

Già dall’esterno noterai la maestosità di questa porta di origine duecentesca direttamente collegata alla chiesa di San Lorenzo. Porta Napoli è l’unica porta cittadina rimasta intatta durante i secoli ed è caratterizzata da una struttura in pietra con un arco a tutto sesto.

Porta Napoli è arricchita dallo stemma della città di Civitella del Tronto, ovvero cinque torri merlate, sulla sommità dell’arco e da una lapide in marmo che celebra la vittoria del paese contro l’invasione delle truppe napoleoniche. L’arco è scandito da blocchi di travertino.

Piazza Filippi Pepe ^

Procedendo nel centro storico arriverai a piazza Filippi Pepe, la principale del centro storico medievale. Questo è un lungo spazio rettangolare un cui lato è un balcone panoramico. Da qui infatti puoi affacciarti sulla vallata sottostante con un panorama che va dal mare Adriatico al Gran Sasso.

L’altro lato lungo di piazza Filippi Pepe è chiuso da palazzi storici e botteghe, mentre sui lati corti trovi due edifici degni di nota: la chiesa di San Lorenzo e il palazzo Portici.

Chiesa di San Lorenzo ^

Facciata della Chiesa di San Lorenzo di Civitella del Tronto

La chiesa di San Lorenzo ha un’alta facciata scandita da sei lesene, due delle quali sovrapposte. Questo è l’unico elemento rinascimentale dell’edificio. Nel 1777 gli interni vennero tutti rivisti in stile barocco, ma non ho potuto apprezzarli a causa dei danni causati dal terremoto che l’hanno resa inagibile.

Gli spazi interni sono organizzati su di un’unica navata a cui furono aggiunte due cappelle laterali che hanno dato vita a un transetto. Proprio qui si innesta il campanile della chiesa di San Lorenzo. Gli interni sono riccamente decorati con nicchie, altari, stucchi del XVIII secolo e arredi in legno tra cui l’organo settecentesco.

Inizialmente la chiesa di San Lorenzo era posta fuori dalle mura di Civitella del Tronto. La costruzione originaria venne però trasformata in bastione per garantire la difesa del borgo durante l’assedio del 1557 e successivamente fu ricostruita nella sua attuale posizione.

Palazzo Portici ^

Palazzo Portici su piazza Filippi Pepe

L’altro lato corto della piazza Filippi Pepe è chiuso da palazzo Portici. Il nome è piuttosto didascalico, l’intero pian terreno è infatti scandito da alti archi che immettono sul porticato interno nel quale prosegue la balaustra della piazza che regala un bel panorama. Sul piano rialzato si aprono invece tre porte finestre e quella centrale è dotata di un piccolo terrazzino.

Municipio di Civitella del Tronto ^

Proseguendo per corso Giuseppe Mazzini la strada si fa stretta e delimitata dai palazzi in pietra. Quello che in lontananza ci sembra una piccola chiesa, scopriamo poi essere il municipio di Civitella del Tronto. In effetti è stato ricavato nel novecento all’interno del convento storicamente annesso alla vicina chiesa di San Francesco.

Ancora oggi le sue forme sono inconfondibili: il grande portone di ingresso ad arco ogivale è affiancato dalla torre civica, un tempo campanile del convento.

Chiesa di San Francesco ^

Procedendo lungo la via principale del centro di Civitella del Tronto giungiamo così alla chiesa di San Francesco. Le sue origini sono piuttosto antiche, risale infatti al XIII/XIV secolo, così come il convento che la affianca.

Nel XVIII secolo le sue forme vennero trasformate in stile barocco, variazione poi smantellata. Nonostante rimase l’unica navata con coro quadrato e le volte a crociera, le modifiche del settecento sopraelevarono i muri perimetrali costruendo un sistema di volte a copertura della navata e lungo le pareti vennero ricavate delle nicchie ospitanti raffinati altari. Il coro più antico fu separato dalla navata attraverso un muro a cui fu addossato l’altare maggiore.

Alla fine degli anni settanta dello scorso secolo una copertura a capriate in cemento armato coprì la navata dopo aver demolito la volta, recentemente ricostruita.

Facciata della chiesa di San Francesco a Civitella del Tronto
Interni della chiesa di San Francesco a Civitella del Tronto

Palazzo Ronchi ^

Tra le tante cose da vedere a Civitella del Tronto non puoi mancare uno sguardo a palazzo Ronchi. Camminando lungo la principale via cittadina ti rimarrà sulla destra e lo riconoscerai per la sua forma decisamente insolita.

Palazzo Ronchi è infatti uno strettissimo palazzo con forma angolare appartenuto a una ricca famiglia cittadina. Costruito nel XVI secolo, la sua struttura è in pietra e laterizio e sembra quasi essere incastrata tra un vicolo in discesa e uno in salita.

La parte più stretta è quella che vedrai per prima, ma proseguendo nella profondità il palazzo si allarga rendendo più vivibili le sali interne, purtroppo non visitabili. Il lato più stretto presenta tre aperture: due finestre e una porta finestra dotata di balconcino.

Lo stretto palazzo Ronchi di Civitella del Tronto
Porta di ingresso a palazzo Ronchi

Palazzo del Capitano del Popolo ^

Procedendo per largo Rosati incontrerai il palazzo del Capitano del Popolo, anche noto come palazzo del Governatore per via della sua funzione iniziale. Il suo compito era quello di ospitare il governatore della città, ma nei secoli svolse anche altre funzioni: sede dell’università e poi della scuola elementare, funzione svolta fino a pochi anni fa.

Venne costruito nel XIV secolo sotto il dominio di Roberto d’Angiò per poi essere ristrutturato nel cinquecento e successivamente a metà seicento dopo svariati anni di abbandono. L’ultima revisione risale infine al ventennio fascista, quando vennero aggiunti elementi razionalisti.

Lungo la sua facciata è possibile vedere l’ingresso originario rialzato, oggi murato, e lo stemma della famiglia Angiò.

Monumento a Matteo Wade ^

Monumento a Matteo Wade a Civitella del Tronto

Al fianco del palazzo del Capitano del Popolo noterai il monumento funebre a Matteo Wade. Posto lungo la via principale del centro, venne costruito in marmo nel 1829. Fu il re delle Due Sicilie Francesco I di Borbone a volerlo, per celebrare l’ufficiale irlandese Matteo Wade che difese la città durante l’assedio del 1806.

Nel 1832 fu posizionato nella prima piazza d’Armi della fortezza, dove rimase fino al 1861 quando l’esercito piemontese lo prelevò per trasferirlo a Torino pensando fosse opera del Canova. In realtà venne creato dagli scultori Bernardo Tacca e Tito Angelini, entrambi influenzati dal Canova. Arrivato ad Ancora ci si accorse che non fosse un Canova e la strada verso Torino si interruppe, rimanendo chiuso in un magazzino per quindici anni e per essere poi restituito a Civitella del Tronto nel 1876 che lo posizionò in largo Rosati.

Il monumento a Matteo Wade è estremamente ricco di elementi: è un grande sarcofago con rappresentate le figure della Fedeltà e del Dolore ai lati del ritratto del generale inscritto in un medaglione. Nei fianchi ci sono due sfingi che vegliano il sarcofago e non manca anche lo stemma borbonico.

Museo NINA ^

Museo NINA di Civitella del Tronto

Quasi nascosto tra le facciate dei palazzi di Civitella del Tronto c’è anche il museo NINA. In questo spazio puoi assistere alla narrazione della storia cittadina attraverso collezioni di oggetti e abiti appartenuti alle famiglie nobili della città. Gli oggetti arrivano da ogni parte d’Europa, perché Civitella è stato un punto di grandi scambi commerciali, per via della sua posizione geografica.

All’interno del museo NINA puoi vedere documenti, abiti di alta moda, oggetti di vita quotidiana, tessuti e un’intera camera da letto.

Chiesa di Santa Maria degli Angeli ^

La chiesa di Santa Maria degli Angeli a Civitella del Tronto

Quasi nascosta tra le vie del centro storico è la chiesa di Santa Maria degli Angeli. La fiancata è su corso Mazzini, mentre la facciata dà su di una stretta via in salita. La chiesa è anche nota come chiesa della Scopa o delle Laudi e le sue origini non sono ben chiare. Sulle sua mura ci sono testimonianze che la datano al trecento, mentre altri analisi la fanno risalire a un periodo tra la fine del quattrocento e gli inizi del cinquecento.

Il portone di ingresso è dotato di cornici lisce in travertino e un architrave sostenuto da una mensola a sfera, mentre gli interni sono organizzati su di un’unica navata, come si può immaginare anche vedendone la forma stretta. La copertura è fatta con un tetto a capriate e in alcuni punti degli interni è possibile vedere i resti della decorazione rinascimentale.

Ruetta – la via più stretta d’Italia ^

Prima di arrivare alla più celebre attrazione di Civitella del Tronto, ovvero la sua fortezza, saliamo nei vicoli più alti del centro e arriviamo alla Ruetta. Celebrata come via più stretta d’Italia, si contende in realtà il primato con altre città e ancora oggi è al centro di verifiche.

Sicuramente posso dire che la Ruetta è la via più stretta di Civitella del Tronto e, come le altre vie che salgono verso la fortezza, è stata costruita di queste dimensioni con un apposito motivo. L’obiettivo era infatti quello di impedire accessi veloci al forte da parte di eventuali assalitori. Dovendosi incanalare uno per uno per salire, i soldati di Civitella avevano l’opportunità di soprenderli alle spalle o comunque di affrontarli da una posizione privilegiata.

Oggi percorrere questa strettissima via, dove a tratti conviene passare di taglio, regala una sensazione strana e quasi di oppressione.

La fortezza di Civitella del Tronto ^

Ciò che rende celebre Civitella del Tronto è la sua fortezza. Non potrai non notarla, visto che occupa tutta la parte superiore del centro cittadino e che le sue dimensioni sono piuttosto generose. Ancora oggi, con i suoi 25.000 mq di estensione e una lunghezza di 500 metri, rappresenta uno dei più grandi esempi di opere europee di ingegneria militare.

Fortezza borbonica di Civitella del Tronto

Costruita a 600 metri sul livello del mare, occupa la posizione che una volta era il confine settentrionale tra il viceregno di Napoli e lo Stato Pontificio. La rocca aragonese venne costruita su di una precedente di origine medievale, e a sua volta fu trasformata dal 1564 su volontà di Filippo II d’Asburgo, re di Spagna. Questi assistette alla resitenza dei civitellesi nei confronti delle truffe francesi e volle donare loro una fortezza più sicura, con le sembianze di quella attuale.

Nel 1734 Civitella del Tronto passò dalla dominazione degli Asburgo a quella dei Borboni, che fecero alcune importanti modifiche alla fortezza affinché resistette all’assedio francese nel 1806 e a quello dei piemontesi nel 1860 e 1861. Dopodiché la fortezza venne abbandonata e in parte saccheggiata dagli abitanti della città. Attraverso un importante lavoro di restauro operato dalla sovrintendenza di L’Aquila tra il 1975 e il 1985, la fortezza è stata riaperta. Oggi è possibile visitarla attraversando le piazze d’Armi, i camminamenti coperti, le cisterne, i resti dell’antico palazzo del Governatore e tanto altro…

Ingresso alla fortezza ^

Ingresso alla fortezza borbonica di Civitella del Tronto

La fortezza di Civitella del Tronto è in una posizione rialzata rispetto alla parte rimanente del centro storico. Questo le permetteva di controllare al meglio il territorio circostante ed è proprio per via della sua altitudine che per entrarvi è necessario percorrere una strada costantemente in salita.

L’ingresso vero e proprio alla fortezza è composto da una lunga e semplice scalinata protetta da alte mura. Al suo termine una porta ad arco permette di raggiungere la biglietteria, dove inizia la visita vera e propria.

Prima piazza d’Armi ^

Dopo una breve salita giungerai alla prima piazza d’Armi. Questo grande spazio permetteva di controllare l’area orientale della fortezza e, inoltre, era impiegata per addestrare le truppe.

Questa era conosciuta anche come piazza del Cavaliere, perché fino al 1861 era posizionata qui una statua di Matteo Wade, il militare irlandese al servizio del regno di Napoli, che comandò le truppe della fortezza durante l’assedio francese del 1806.

Dalla Prima piazza d’Armi è possibile accedere alla cisterna della fortezza, affacciarsi su di una vista panoramica o proseguire verso i piani superiori della fortezza.

La cisterna ^

La cisterna della Fortezza

All’interno della fortezza di Civitella del Tronto puoi trovare ben cinque cisterne, utilizzate per rendere l’intero complesso indipendente dal punto di vista idrico in caso di attacchi o assedi. Queste garantivano acqua potabile a tutti i soldati attraverso un sistema di filtraggio e purificazione dell’acqua piovana per via di strati di ghiaia e carbone. L’acqua così filtrata era poi conservata all’interno delle cisterne.

Di queste cinque cisterne una è visitabile: dalla prima piazza d’Armi entrerai in una porta che, attraverso un breve corridoio scavato nella roccia, conduce fino alla grande vasca della cisterna.

La cappelletta ^

La cappelletta della Fortezza di Civitella del Tronto

Lasciata la Prima piazza d’Armi e continuando a salire, sulla destra si incontra la cappelletta della fortezza. Questo è il primo luogo religioso della struttura e sebbene oggi non sia nulla di più che un arco dalla profondità ridotta, qui dentro i soldati si fermavano per le loro veloci preghiere.

Bastione San Giovanni e Campana ai Caduti ^

Il bastione San Giovanni della fortezza di Civitella del Tronto era un punto cruciale della struttura. Qui era posto un grande cannone in bronzo (oggi conservato a Torino), noto come colubrina. Da questa postazione i soldati monitoravano la città e le vallati circostanti ed erano in grado di difendersi da eventuali attacchi nemici.

Oggi sul bastione San Giovanni c’è invece la Campana ai Caduti, simbolo di pace che suona per ricordare i caduti di tutte le guerre. Questo punto della fortezza segna anche l’ingresso della Falsabraga, ovvero un punto di collegamento tra il bastione e la polveriera, ma che svolgeva anche diverse altre funzioni. La Falsabraga è caratterizzata da numerosi archi con altrettante porte di ingresso e un corridoio che giunge fino alla vicina chiesa di San Giacomo.

Seconda piazza d’Armi ^

Seconda piazza d'armi della fortezza di Civitella del Tronto

A pochi passi dal bastione troverai la Seconda piazza d’Armi. Un altro grande spazio aperto, originariamente utilizzato sia per organizzare la difesa della fortezza, che per l’alzabandiera mattutino. Questo era l’evento che segnava l’inizio della vita militare ogni mattina.

Dalla seconda piazza d’Armi ci si può affacciare sulla Prima piazza d’Armi. La fortezza è infatti costruita su più livelli di altezza nel colle di Civitella del Tronto.

Dalla parte opposta alla Prima piazza d’Armi scorgerai invece la Falsabraga e, a un livello superiore, la chiesa di San Giacomo e l’antico palazzo del Governatore.

Terza piazza d’Armi ^

Terza piazza d'armi della fortezza di Civitella del Tronto con la chiesa di San Giacomo e il palazzo del Governatore

Salendo ulteriormente giungiamo a un altro livello della fortezza, raggiungendo quello più alto dell’intero complesso ad oltre 600 metri di altitudine. Al fianco del palazzo del Governatore, della chiesa di San Giacomo e sopra ai magazzini sotterranei c’è la terza piazza d’Armi, conosciuta anche come Gran Piazza per via della sua estensione. Su questo grande spazio c’è la seconda cisterna del forte, ma anche il Bastione di San Giacomo e l’ingresso ai magazzini sotterranei.

Chiesa di San Giacomo ^

Qui troviamo la chiesa di San Giacomo. Questa chiesa è oggi completamente restaurata e ospita eventi e convegni all’interno della sua unica navata.

La chiesa era dedicata a San Giacomo della Marca e venne costruita tra il 1585 e il 1604. L’aspetto attuale è simile a quello antico, ma non identico. Nel tempo infatti l’aula liturgica è stata accorciata e sono stati rimossi gli intonaci che ricoprivano la volta. All’altare maggiore erano affiancati anche gli altari dedicati al Rosario, a Santa Barbara e a San Giuseppe.

Questo luogo era anche il punto in cui venivano seppelliti i castellani.

Palazzo del Governatore ^

Al fianco della chiesa di San Giacomo ci sono i resti del palazzo del Governatore, inaugurato nel 1574, per ospitare il governatore e la sua famiglia. Ciò affianca il simbolo del potere politico a quello del potere religioso. Originariamente il palazzo era a due piani e dotato di sottotetto, mentre oggi è possibile vederne solo i resti in cui tuttavia puoi trovare alcuni elementi originali. Tra questi il forno, le volte che sorreggevano il soffito, un cortile dotato di cisterna e i camini.

Il palazzo del Governatore, costruito nel cinquecento, ospitò al suo interno l’alfiere Carlo Pisacane del quinto reggimento fanteria di linea “Borbone” appartenente al Real Esercito, tra il 1841 e il 1843.

Magazzini sotterranei ^

I magazzini sotterranei sono una serie di stanze comunicanti le une con le altre dove i soldati riponevano ciò che poteva servire durante la vita del forte. Oggi questi spazi sono totalmente sgomberi e visitabili. Ne potrai trovare diversi: alcuni effettivamente ancora sotterranei, altri invece incastrati tra la terza e la seconda piazza d’Armi che risultano essere a cielo aperto, ma di cui è ancora possibile vedere la suddivisione.

Alloggio dei soldati ^

Giungerai così a una nuova sezione della fortezza di Civitella del Tronto. Qui gli edifici sono più fitti e di dimensioni più contenute. Un lungo insieme di casupole, per buona parte diroccate, erano gli alloggi dei soldati. Alcune di queste sono state ricostruite per mostrare le loro sembianze originarie e l’arredamento dell’epoca.

Siamo nell’area occidentale della fortezza e qui si svolgeva buona parte della vita extramilitare dei soldati. Ciò è testimoniato anche dalla presenza di svariati edifici che svolgevano particolari funzioni, come i bagni e i forni.

Museo delle Armi ^

All’interno della fortezza di Civitella del Tronto è stato ricavato il museo delle Armi, aperto nel 1988. I suoi spazi sono suddivisi su due piani. Il pian terreno era anticamente il magazzino dell’artiglieria e oggi ospita due Falconetti da Marina del seicento e un obice del settecento accompagnati da due cannoni da campagna e palle di cannone trovate sul posto.

Il primo piano è invece diviso in quattro sale con oggetti vari: dai ritratti e documenti di Cavour, Garibaldi e dei Savoia, fino a un elmo e una divisa dello stato pontificio, da baionette, fucili, sciabole, pistole degli eserciti borbonici e sardo-piemontesi a una stampa che descrive l’assedio di Civitella del Tronto del 1577. Da vedere anche la parte con i pezzi più antichi, ovvero schioppi a miccia del quattrocento e pistole a pietra focaia del settecento.

Colonna di confine ^
Colonna di confine tra il regno delle due sicilie e stato pontificio

All’interno delle sale del museo delle Armi potrai vedere anche la colonna numero 609, una colonna di confine. Lungo il suo fusto il numero è ancora chiaramente leggibile, così come il simbolo del giglio. Quest’ultimo rappresentava il regno delle due sicilie. Girando intorno alla colonna troverai, sulla parte opposta, il simbolo delle chiavi di San Pietro, che rapperesenta invece lo stato pontificio.

Questa colonna, insieme tante altre, segnalava il confine tra il regno delle due sicilie e quello dello stato pontificio nei luoghi in cui non erano presenti corsi d’acqua a separare i due stati.

La stalla della fortezza ^

Stalla della fortezza borbonica di Civitella del Tronto

Dopo essere usciti dal museo e aver raggiunto l’estremità della fortezza, ovvero la Batteria del Carmine (dove era presente la polveriera e una cappella dedicata alla Madonna del Carmine) con la sua passeggiata panoramica, torniamo sui nostri passi.

Lungo la strada, prima di arrivare nuovamente al palazzo del Governatore troviamo le varie strutture utilizzate per la vita nella fortezza. La prima è la stalla: un grande edificio coperto con su di un lato gli anelli per legare i cavalli e dove dare loro da mangiare e da bere. Il pavimento è in pendenza e confluisce in una vasca in cui far defluire i liquami prodotti dagli animali.

I bagni della fortezza ^

Bagni della fortezza borbonica

A pochi passi dalla stalla ci sono invece i bagni della fortezza. Com’è possibile vedere dalla ricostruzione i bagni non erano altro che delle sedute bucate sopra le quali i soldati potevano sedersi per fare i loro bisogni corporei.

I forni della fortezza ^

Forni nella fortezza borbonica di Civitella del Tronto

All’interno dell’area riservata ai soldati non mancano nemmeno i forni. In uno spazio all’aperto, ma chiuso da mura perimetrali, i soldati disponevano di grandi forni a legna in cui cuocere il cibo. Al di sotto del forno vero e proprio, con la sua camera calda e la canna fumaria, c’è il grande arco all’interno del quale veniva conservata la legna per alimentare i forni.

Fontana degli Amanti ^

Fontana degli amanti di Civitella del Tronto

Prima di lasciare il centro storico di Civitella del Tronto fai un’ultima tappa al di fuori delle mura. Raggiungi la fontana degli Amanti, costruita nel 1863 e caratterizzata da un grande arco. L’acqua che sgorga dalla fontana deriva direttamente dalle viscere della fortezza.

Mappa dell’itinerario di Civitella del Tronto ^

Ecco la mappa con segnalate le cose da vedere nell’itinerario di Civitella del Tronto. Il tragitto può essere compiuto facilmente a piedi.

I dintorni di Civitella del Tronto ^

In appena qualche ora riuscirai a visitare tutta Civitella del Tronto e la sua fortezza, ma se hai intenzione di rimanere un altro po’ in questa zona puoi approfittarne per vedere qualche cosa nei dintorni della città.

Ci troviamo infatti in un’area ricca di storia e natura, ci sono quindi cose da vedere per tutti i gusti! Ecco alcuni esempi.

Santuario di Santa Maria dei Lumi ^

Il santuario di Santa Maria dei Lumi dista appena una manciata di minuti in auto dal centro storico di Civitella del Tronto. È molto probabile che arrivando in città tu ci sia praticamente passato davanti.

Questo santuario mariano è piuttosto celebre ed è composto dalla chiesa, da un bel chiostro e dal convento. Le sue forme furono erette sui resti di edifici romanici e gli attuali edifici vennero costruiti a partire dal 1466. Lungo i secoli fu spesso utilizzato come contraltare della vicina fortezza borbonica di Civitella, divenendo sede dei comandi nemici o bersaglio di bombardamenti.

Anche le grandi guerre non risparmiarono il santuario di Santa Maria dei Lumi: nella prima venne impiegata come ricovero per i profughi di guerra, mentre nella seconda fu impiegata come campo di concentramento.

Navata interna del santuario di Santa Maria dei Lumi

Il nome è legato a una leggenda secondo la quale a metà del seicento sarebbero state avvistate schiere di angeli che sembravano essere fiammelle danzanti intorno all’area del santuario.

La parte più sorprendente del santuario di Santa Maria dei Lumi è senza dubbio la sua chiesa, la cui facciata è quasi nascosta dietro a sei archi a tutto sesto che danno vita a un piccolo portico sovrastato da un ordine di finestre. Gli interni sono divisi su due navate decorate in stile rinascimentale. La più piccola occupa lo stesso spazio della chiesa benedettina, mentre la maggiore termina nell’abisde dotato di altare maggiore in legno, risalente allo scorso secolo e che conserva la statua della Madonna dei Lumi del 1489.

Eremo e grotta Sant’Angelo ^

La grotta Sant’Angelo la si raggiunge in circa quindici minuti d’auto dal centro di Civitella del Tronto e camminando per altri 20 minuti dopo aver parcheggiato. Questa grotta è una delle numerose cavità nella roccia della montagna che vennero adibite al culto di San Michele Arcangelo.

Il culto dell’angelo ha rappresentato una mutazione di quello legato ad alcune divinità pagane ereditandone diversi elementi. Alcune teorie sostengono che San Michele abbia sostituito il culto di Mercurio e ciò è testimoniato dalla presenza di santuari in luoghi impervi come avveniva precedentemente per Mercurio. Fu nel medioevo che scoppiò il culto dell’Angelo e nell’Italia meridionale gli vennero dedicate numerose grotte.

Le grotte erano considerate appartenenti a un potere celeste che debellava le forze che in epoca cristiana si pensava fossero mosse dalle entità diaboliche, per le quali la grotta rappresentava il passaggio tra la vita terrena e l’inferno.

L’eremo e grotta Sant’Angelo di Civitella del Tronto risale all’epoca medievale, così come il grande muro che vi si ritrova di fronte. Le dimensioni della grotta sono di circa 30 metri di profondità per 10 di larghezza e un’altezza che arriva fino ai 30 metri. Venne riscoperta nel novecento e fu oggetto di svariati studi che testimoniarono la presenza di una serie stratificata di reperti che vanno dal Neolitico antico alla fine dell’Età del Bronzo, per poi riprendere nel medioevo quando venne utilizzata come romitorio e chiesa. Tra i vari ritrovamenti ci furono anche molti corpi, soprattutto di bambini e adolescenti, risalenti al Neolitico.

Potrai visitare l’eremo di Sant’Angelo durante il giorno e rimarrai sorpreso nel vedere come la cavità naturale della grotta sia stata adeguata a luogo di culto, con un altare e immagini votive. Sul lato destro della grotta una stretta scalinata porta a un punto panoramico sulla vallata, attraverso un’apertura nella roccia della montagna.

Gole del Salinello e cascata del Caccamo ^

Proseguendo lungo il percorso che ti ha portato fino alla grotta Sant’Angelo, puoi raggiungere le gole del Salinello, uno stretto passaggio scavato dal fiume Salinello all’interno del massiccio dei monti Gemelli, ovvero il Foltrone e il Girella. Le pareti raggiungono anche i duecento metri di altezza.

Per arrivare alle gole del Salinello vedrai anche una cascata: la cascata del Caccamo, che deve il nome alla sua forma che ricorda quella di un pentolone (lu caccheme). Raggiunge un’altezza di 35 metri e le sue acque vanno ad alimentare il fiume Salinello che procede poi verso valle. Oltre alla cascata principale ce n’è una secondaria che dà vita a un largo bacino dove, nei giorni più caldi, è possibile fare il bagno per rinfrescarsi dopo la bella passeggiata.

La cascata del Caccamo si trova nella località Ripe, all’interno del parco nazionale dei monti della Laga. Per arrivarci, obbligatoriamente a piedi, è possibile parcheggiare la propria auto nel parcheggio all’inizio del sentiero (qui).

Se ti è piaciuta Civitella del Tronto ti consiglio anche questo itinerario di 9 giorni alla scoperta dell’Abruzzo.

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Cosa Vedere a Civitella del TrontoScopri l'itinerario di Civitella del Tronto. Cosa vedere nel borgo tra i più belli d'Italia e nella sua fortezza borbonica che domina la vallehttps://www.lorenzotaccioli.it/cosa-vedere-a-civitella-del-tronto/
Lorenzo Taccioli