Il nostro itinerario in Umbria continua con la visita di Foligno, una città spesso sottovalutata dal punto di vista turistico, probabilmente anche a causa della bellezza strabiliante di Spoleto, distante appena venticinque minuti in auto, che tende a surclassarla.
Foligno sa invece farsi apprezzare, con le sue vie pianeggianti e i palazzi storici. Purtroppo i danni riportati a causa del terremoto che ha colpito questa parte d’Italia tra il 2016 e il 2017 sono ancora ben visibili e alcuni dei monumenti principali chiusi al pubblico.
Nonostante ciò ho veramente apprezzato il suo centro storico e ritengo valga la pena fermarsi qui, magari mezza giornata, per poterne godere appieno.
Dove si Trova Foligno
Cosa Vedere a Foligno
Porta romana
Via del Gonfalone
Chiesa conventuale di San Francesco
Oratorio della Madonna del Gonfalone
Teatro Piermarini
Piazza della Repubblica
Palazzo Comunale
Palazzo Trinci
Palazzo del Podestà
Palazzo Orfini
Palazzo dei Canonici
Duomo di Foligno – Cattedrale di San Feliciano
Oratorio della Nunziatella
Chiesa del Suffragio
Piazza del Grano e Biblioteca Centrale
Casa Medievale del I Secolo
Via Brunetti
Oratorio del Crocifisso
Chiesa di San Domenico
Basilica di Santa Maria Infraportis
Auditorium di Santa Caterina
Parco dei Canapè
Chiesa Sant’Apollinare e Fontana in Memoria dei Caduti
Chiesa di San Giacomo
Piazza Garibaldi
Chiesa di San Salvatore
Palazzo Frenfanelli-Cibo-Sorbi
Chiesa Conventuale di Sant’Agostino
Ex Chiesa della Santissima Trinità in Annunziata
Monastero di Sant’Anna
Porta San Felicianetto
Palazzo delle Logge
CIAC
Mappa Itinerario di Foligno in Un Giorno
Foligno è in Umbria, sotto alla grande provincia di Perugia dalla quale dista circa 35 minuti in automobile. La città si trova nella parte centrale di questa regione, cuore verde d’Italia, leggermente spostata verso est.
La città di Foligno si trova all’interno della valle Umbra ed è attraversata dal fiume Topino. La sua posizione pianeggiante la rende uno snodo fondamentale della vallata, e ciò l’ha anche portata ad essere il centro commerciale e industriale più ricco del circondario, nonché la terza città dell’Umbria per numero di abitanti.
In realtà il territorio comunale di Foligno si estende per diversi chilometri e occupa prevalentemente zone montane, solo il centro storico è posizionato a fondo valle, dove il fiume Topino si congiunge con il Menotre.
Il centro storico di Foligno è quello di una cittadina media italiana, stretti vicoli si alternano a vie più ariose sulle quale si affacciano i negozi. Di tanto in tanto si aprono delle piazzette sulle quali troviamo vecchi edifici storici piuttosto belli e maestosi, che raccontano del passato della città.
La storia di Foligno è piuttosto antica, la città venne infatti fondata nel X secolo avanti Cristo circa, in epoca preromana. Il vecchio centro abitato si trovava in una zona precollinare, dove attualmente è posizionato il cimitero principale della città. Il nuovo centro abitato, ovvero l’attuale centro storico, sorge probabilmente su di un vecchio accampamento militare. Le strade della città riflettono le strutture cittadine di quel periodo, dove veniva creato una sorta di reticolato nel quale le strade si incrociavano a novanta gradi e correvano perpendicolarmente le une alle altre.
Per visitare Foligno il mio consiglio, come sempre, è quello di vivere la città camminando e spostandosi a piedi, così da vivere l’atmosfera di Foligno anche tra un monumento e l’altro e farsi un’idea precisa della città.
Sicuramente, se si proviene dalla visita della città di Spoleto, non si potrà fare a meno di notare qualche differenza rispetto a come la città viene mantenuta e al decoro urbano, ma è comunque piacevole camminare per le sue vie e ritengo che Foligno sia una meta da inserire nel proprio itinerario una volta che si è da queste parti.
Ecco cosa vedere in un giorno (o mezza giornata) a Foligno.
La nostra visita di Foligno comincia da Porta Romana, attraverso la quale arriviamo in centro storico. Abbiamo parcheggiato l’automobile in uno dei posteggi lungo la strada nei pressi di questo ingresso.
In realtà di Porta Romana rimane ben poco. La grande struttura della fine del XIII secolo venne demolita nel 1871. Porta Romana ha comunque dato il nome al piazzale che si trova subito fuori le mura del centro storiche e sul quale si affacciano alcune strutture pubbliche. Durante il secolo scorso, nel 1932, sono stati creati due propilei molto grandi, costruiti su di un’area occupata dal giardino pubblico. Si tratta sostanzialmente di due porte collegate da un’esedra semicircolare.
Da qui noi imbocchiamo corso Cavour, il cui ingresso è scandito da due piccole colonne. Attraverso questa via arriviamo fino alla vicina area pedonale, varco vero e proprio del centro storico di Foligno.
Procediamo lungo corso Cavour per circa duecento metri e ci troviamo già immersi tra palazzi storici, porticati e negozi. Sulla sinistra imbocchiamo via del Gonfalone, una stradina che procede via via restringendosi su palazzi antichi in pietra dalle porte e finestre ad arco.
La via si conclude sulla parete dell’oratorio della Madonna del Gonfalone, affiancato alla chiesa conventuale di San Francesco, che raggiungiamo in pochi passi.
Lasciata via del Gonfalone la prima chiesa che raggiungiamo, o meglio cerchiamo di raggiungere, è la chiesa conventuale di San Francesco. Purtroppo questo edificio è tra quelli che hanno riportato seri danni a causa del terremoto e al momento della nostra visita a Foligno è nascosta dietro grandi impalcature che ne nascondono la facciata.
Siamo in piazza San Francesco e la struttura originaria della chiesa risale al XIII secolo, quando inglobò la chiesa di San Matteo di due secoli più giovane. Quella che si può vedere oggi è però un rifacimento in stile rinascimentale operato durante l’ottocento, lungo svariate decine di anni.
L’attuale facciata della chiesa conventuale di San Francesco è suddivisa da cinque lesene con capitelli, i quali sostengono la trabeazione sopra cui è posto il timpano. Tra le colonne si aprono tre portali di accesso alla chiesa che traggono in inganno sull’organizzazione degli spazi interni.
Anche gli interni della chiesa conventuale di San Francesco sono in stile rinascimentale, composti da un’unica navata alla quale si affiancano quattro cappelle laterali. La chiusura della chiesa è a volte a botte che si trasformano in una grande cupola nel punto in cui si incrociano i bracci della chiesa. Nelle cappelle si trovano anche diverse reliquie, dal corpo della Beata Angela da Montegiove (vissuta tra il trecento e il quattrocento) e ricordata nella targa in marmo apposta sulla facciata esterna della chiesa, ai resti dei beati francescani Filippo e Giacomo uccisi nel 1377. All’interno della sagrestia e della cappella di San Matteo si trovano ancora frammenti degli affreschi di origine trecentesca.
Alla chiesa è collegato il chiostro risalente al XVII secolo dal quale si possono vedere alcuni elementi della chiesa di epoca medievale. Il campanile della chiesa è infine l’elemento più moderno di tutta la struttura, risale infatti agli inizi dello scorso secolo.
Alla sinistra della chiesa conventuale di San Francesco si trova l’Oratorio della Madonna del Gonfalone. Questo è tuttora accessibile anche all’interno. Gli esterni sono estremamente semplici. La facciata, molto lineare, è in pietra ed è dotata di un portone ad arco sopra al quale si apre una finestra che illumina gli interni.
L’edificio originario dell’oratorio della Madonna del Gonfalone è di epoca cinquecentesca ed era una cappella dedicata alla Madonna. Nel seicento venne modificata sostanzialmente e fu infine riprogettata circa un secolo più tardi. La parte più interessante è senz’altro quella degli interni, dove si trovano ricchi stucchi a decorazione dell’altare che originariamente raccoglieva diverse opere d’arte, oggi andate disperse per altre sedi museali. Rimangono però all’interno della chiesa le statue di Ester, Ruth, Giuditta e Zigora, eroine tratte dalla Bibbia poste a sorvegliare il luogo sacro.
Il Teatro Piermarini si trova su Corso Cavour e lo intravediamo tornando indietro da piazza San Francesco. Il suo nome originale è Teatro Apollo e venne costruito agli inizi dell’ottocento su un progetto dell’architetto Pietro Ghinelli che riconvertì il precedente palazzo Gregori in teatro. Dell’edificio originale rimane solo la parte superiore, nella quale si alternano tre belle finestre decorate con mostre in marmo e iscrizioni. Il teatro aveva una capacità di circa 478 posti, tra platea, i quattro ordini di palchi e il loggione.
Il teatro Apollo venne inaugurato nel 1827 e passò tra le proprietà comunali nel 1869. Proprio il comune nel 1891 in occasione della permanenza in città del re Umberto I, rinnovò l’edificio e decise di cambiargli il nome in Teatro Piermarini, omaggiando l’architetto folignese che progettò il teatro alla Scala di Milano. Purtroppo, durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale, il teatro riportò seri danni e si salvarono solo la facciata ed il foyer. L’edificio venne ristrutturato e attualmente viene utilizzato come sala per mostre e, al piano terra, è presente un piccolo bar.
La vera grande sorpresa nella nostra visita a Foligno ce l’abbiamo arrivando nella piazza della Repubblica. Qui ci troviamo davanti a una serie di palazzi storici davvero sorprendenti. Alla nostra sinistra non possiamo non notare la facciata del palazzo comunale, mentre alla nostra destra si trova l’edificio massiccio del duomo.
Piazza della Repubblica è la piazza principale di tutta Foligno e veniva chiamata piazza grande durante l’epoca comunale. Le sue dimensioni generose hanno una pianta rettangolare che si sviluppò a partire dal XIII secolo, quando vennero costruiti i palazzi storici che si affacciano qui, così vicini al duomo.
Tra questi i più importanti sono senza dubbio il palazzo dei Priori e il palazzo del capitano del Popolo che nel cinquecento vennero fusi nel palazzo Comunale e il palazzo del Podestà.
Un secolo più tardi venne costruito anche il palazzo Trinci, per una delle famiglie più importanti di tutta la città. Questo era collegato attraverso un cavalcavia ai palazzi precedentemente edificati su piazza della Repubblica.
In piazza della Repubblica ebbe luogo anche l’episodio della rinuncia dei beni da parte di San Francesco, ricordato ancora oggi con un apposito monumento.
Il palazzo comunale occupa una posizione predominante su piazza della Repubblica e si affaccia proprio sul duomo cittadino.
Le origini di questo edificio si fondano nel XIII secolo, anche se i lavori continuarono per diversi secoli e, a più riprese, venne interamente ricostruito. Una prima ricostruzione avvenne tra il cinquecento e il seicento, quando venne allargato tanto da comprendere anche i precedenti palazzi dei Priori e del Capitano. Il palazzo fu più volte vittima dei terremoti, tanto che nell’ottocento si rese necessario ricostruire l’intera facciata a seguito di un crollo. Nel terremoto del 1997 crollò la lanterna, ovvero la torre che sormonta il palazzo comunale, durante un intervento dei vigili del fuoco per stabilizzarla. La stessa venne ripristinata a dieci anni di distanza.
A saltare subito agli occhi del palazzo comunale è senz’altro il colonnato imponente costruito sulla facciata dai colori caldi, in stile neoclassico. Le colonne sormontano una serie di archi e sostengono la base sulla quale si innalza poi la lanterna, chiamata anche torrino.
Negli interni del palazzo comunale le parti più importanti sono la sala del consiglio, dotata di un camino in pietra del 1547 e la loggia dipinta, costruita agli inizi del XV secolo e decorata con affreschi sulle virtù teologali.
Su piazza della Repubblica si trova anche l’accesso a palazzo Trinci, un grande palazzo in stile tardogotico costruito per l’importante famiglia folignese dei Trinci.
Al suo interno sono conservati alcuni affreschi del XV secolo e ciò ha rappresentato un buon spunto per l’amministrazione comunale, che dopo averlo ottenuto vi ha allestito all’interno la pinacoteca della città, oltre che un’altra serie di musei, tra cui quello delle giostre e dei giochi e quello archeologico.
Nel XIV secolo i Trinci erano già proprietari di un palazzo che si affacciava su piazza della Repubblica, ma decisero di acquistare anche altri palazzi confinanti e le torri, per crearne un unico grande complesso ristrutturando tutte queste costruzioni e ne fecero un unico grande palazzo nel quale ospitarono grandissime personalità dell’epoca. Palazzo Trinci rimase nelle proprietà della famiglia fino al 1439, quando questa venne cacciata e il palazzo utilizzato dal governo della chiesa. La facciata dell’edificio venne rifatta durante l’ottocento, dopo aver riportato gravi danni a causa del terremoto, mentre il cortile interno venne in parte ricostruito a metà del secolo scorso dopo essere stato bombardato durante la seconda guerra mondiale.
Da piazza della Repubblica si può vedere il palazzo Trinci che chiude un lato della piazza. L’edificio è caratterizzato da alcune colonne neoclassiche che si rifanno allo stile del palazzo comunale. Attraverso un cavalcavia è collegato al duomo cittadino. Questo veniva utilizzato per accedere alle abitazioni costruite anticamente sulla navata laterale della chiesa. Il cavalcavia è dotato di una bifora e di una copertura in cotto risalenti al quattrocento.
Attraverso il portone di palazzo Trinci accediamo al cortile interno, caratterizzato da porticati sui tre lati sorretti da pilastri massicci. Il quarto lato del cortile è invece dotato di una grossa scalinata del secolo scorso che si rifà allo stile neogotico e che caratterizza questa parte del palazzo. Attraverso la scala si accede al primo piano del palazzo, immettendosi nella sala di Sisto IV, così chiamata in onore del Papa che intervenne sull’edificio.
Gli edifici storici che si affacciano su piazza della Repubblica non sono ancora terminati. Tra questi si trova ad esempio anche il palazzo del Podestà, che ha sede proprio davanti alla facciata più antica del duomo. Nonostante le svariate modifiche che ha subito negli anni, il palazzo presenta ancora buona parte della struttura originale.
Nel XIII secolo all’interno delle sue sale era ospitata la funzione comunale.
Palazzo del Podestà, dando le spalle al duomo, è il primo sulla destra ed è caratterizzato da una loggia all’ultimo piano dotata di cinque archi tra i quali sono dipinti affreschi che ritraggono la Prudenza, la Giustizia, la Temperanza e la Fortezza. Questi soggetti rappresentano proprio le virtù che un buon podestà dovrebbe avere per governare al meglio la città. A sinistra delle loggette si trova anche un altro elemento fortemente caratterizzante: il grande arco ogivale ben scandito sulla facciata, che continua all’interno dell’edificio in una grande volta. Questo grande spazio veniva utilizzato nel duecento per ospitare le adunate del popolo.
Accedendo al palazzo si potrebbe arrivare anche al cortile interno, ricco di sculture. Davanti al palazzo del Podestà, invece, è presente un vetro sotto al quale si può ancora vedere il pozzo dei miracoli, risalente all’epoca medievale.
Anticamente anche il palazzo del Podestà era unito attraverso un arco sospeso al palazzo Trinci, dall’altra parte dello stretto vicolo (via Gramsci) che li separa.
Tra il palazzo del Podestà e il palazzo comunale si trova infine il palazzo Orfini. La sua struttura è ben riconoscibile, per via del suo colore grigio che stacco rispetto a quella del palazzo del Podestà.
Le finestre su tre piani, dotate di colonne in marmo e archi all’ultimo piano, illuminano gli spazi interni. Il portale d’ingresso di palazzo Orfini risale al 1515 e anche qui le decorazioni in marmo richiamano quelle delle finestre. Sulla destra della facciata si vede una piccola torre mozza di origine medievale che unisce e separa palazzo Orfini dal palazzo del Podestà.
Sempre su piazza della Repubblica si trova anche il palazzo dei Canonici, praticamente incastrato all’interno del duomo, tra la facciata più antica e quella principale. Questo palazzo occupa con più precisione lo spazio ricavato tra la navata e il transetto e deve il suo nome al fatto che svolgeva la funzione di residenza dei canonici.
La sua costruzione risale all’XI secolo, ma l’aspetto fu modificato a più riprese tra il XVI e il XVIII secolo e, infine negli anni venti del novecento, quando vennero riportati alla luce elementi originari come le bifore ai piani superiori e ricostruiti i merletti che chiudono il palazzo.
All’interno del palazzo dei Canonici è ora ospitato il museo capitolare diocesano di Foligno, con opere che vanno dal XV al XVIII secolo, per lo più dipinti, che si accompagnano ad una sezione archeologica a tema cristiano.
Degno di nota è senza dubbio anche il duomo di Foligno: la cattedrale di San Feliciano. Purtroppo anche questa chiusa al pubblico per via dei danni dei sisma del 2016 e 2017.. e avrebbe tanto da far vedere ai visitatori!
Il duomo si sviluppa su largo Carducci e piazza della Repubblica, ed è dotato di una doppia facciata.
Il duomo di Foligno, dedicato al patrono cittadino, venne costruito su di un precedente edificio sacro risalente al IX secolo dove venne sepolto San Feliciano. A partire dal XII secolo vennero attutati una serie di lavori che portarono all’attuale edificio. Si cominciò con la ricostruzione della prima volta, per poi continuare agli inizi del duecento con la creazione del transetto sinistro a tre navate. Nel quattrocento vennero invece allargati il coro e l’abside. Nel cinquecento avvenne una vera e propria rivoluzione della chiesa: vennero demolite le navate laterali e la pianta dell’edificio fu trasformata a croce latina. La navata unica ottenuta era chiusa da volte a crociera e da una cupola all’incrocio dei bracci della chiesa. Tra il settecento e l’ottocento la cattedrale di San Feliciano venne adeguata ai canoni stilistici neoclassici, ma ad inizio del secolo scorso vennero rilavorate le facciate esterne, riportandole al loro aspetto romanico iniziale.
La facciata esterna della cattedrale di San Feliciano è tripartita e si presenta con una forma a capanna, nella quale il portone di ingresso è sormontato da una loggetta cieca con monofore separate da una serie di colonnine. Esternamente si trovano anche due bifore. Al livello superiore un grosso rosone romanico è chiuso agli angoli dalla rappresentazione dei quattro evangelisti. Infine, nella parte più alta della facciata, c’è un mosaico di inizio novecento che rappresenta Cristo in trono tra i santi Feliciano e Messalina. A sinistra della facciata si trova un piccolo lapidario in omaggio ai caduti delle due guerre mondiali.
La facciata laterale della cattedrale di San Feliciano è altrettanto affascinante e si trova su piazza della Repubblica. Questa chiude il transetto sinistro che è organizzato come fosse una chiesa a parte. Una breve scalinata conduce fino al portone, circondato da fasce in pietra bianca e rosa nella quale anticamente si trovavano tre porte. Quella centrale è riccamente decorata attraverso un disco solare nella lunetta, che riporta anche la data di completamento di questa facciata: 1201, che la rende la più antica delle due. Sopra al portone si trova una loggetta con una serie di monofore, chiuse tra due rosoni. I grifoni ‘umiliati’ ai lati della loggetta vennero aggiunti nel XIII secolo, per ricordare la vittoria della città su Perugia in una delle battaglie che hanno segnato la loro storia. Al livello superiore si trovano invece tre bifore, risalenti al quattrocento quando le navate laterali vennero sopraelevate, mentre nel secolo successivo fu aperto il grande rosone centrale e completato il timpano.
Potendo entrare nella cattedrale di San Feliciano non si potrà non ammirare il crocifisso del XV secolo sopra l’altare del transetto destro e l’imponente baldacchino in stile barocco costruito all’interno dell’abside principale. Queste opere sono circondate da affreschi e dipinti che spaziano dal settecento all’ottocento. Dagli interni del duomo si può accedere anche alla cripta della chiesa, risalente alla prima metà dell’XI secolo.
Poco distante dal duomo di Foligno troviamo l’oratorio della Nunziatella. Esternamente si presenta quasi in maniera anonima, una struttura in pietra policroma con alti archi rinascimentali che definiscono le sue facciate. Questo edificio venne titolato alla Vergine Annunziata, considerata il patrono donna della città per via di un fatto miracoloso.
Si dice infatti che un ritratto della Madonna era stata dipinto sulla facciata del palazzo comunale a metà del XV secolo. Dal 1489 questa raffigurazione cominciò a fare miracoli, richiamando a se centinaia e centinaia di pellegrini che portavano tantissime offerte con loro. In quel periodo il dipinto della Madonna cominciò anche a lacrimare e così il comune decise di rendergli omaggio erigendo il santuario della Nunziatella con la convinzione di ricevere in cambio protezione per la città.
Gli interni dell’oratorio della Nunziatella sono a pianta rettangolare, dotati di più altari. Le pareti sono riccamente decorate con affreschi di diverse epoche, tra cui quello del Battesimo di Gesù, risalente al 1497 e dipinto dal Perugino. Purtroppo accedervi non è semplicissimo, perché i giorni di apertura durante l’anno sono pochi e variano in questa maniera:
Ancora pochi passi e raggiungiamo la chiesa del Suffragio, facilmente riconoscibile per il suo stile neoclassico e i suoi colori caldi. La facciata della chiesa è caratterizzata da quattro colonne che sorreggono il timpano, sotto al quale si apre un primo portone. Ai lati delle colonne altri due portoni permettono di accedere alla chiesa. L’intera struttura è infine sormontata da una cupola a base ottagonale.
La chiesa del Suffragio si trova vicina alla piazza del Suffragio e venne costruita nella prima metà del settecento, nonostante la facciata risalga al secolo successivo. Gli interni hanno una pianta a croce greca e sono arricchiti da quattro piccole cappelle tra i bracci della croce.
Negli ultimi anni, alcuni lavori di consolidamento e ristrutturazione hanno riportato alla luce l’affresco di epoca tardogotica raffigurante la Madonna con il Bambino, posizionato nella cappella a destra dell’altare principale. Le indagini circa la sua storia sono ancora in corso, ma pare essere stato applicato qui attraverso la tecnica dello stacco a massello, che consiste nello spostare un affresco asportando anche la muratura sottostante e applicandola nella nuova destinazione.
Continuiamo la nostra visita tra le cose da vedere a Foligno arrivando in piazza del Grano, la piazza nuova della città, in contrapposizione con quella vecchia, ovvero piazza della Repubblica.
Su piazza del Grano viene allestito il mercato cittadino e un suo lato è chiuso dall’edificio ospitante la grande biblioteca centrale. Questa biblioteca è stata titolata a Dante Alighieri nel corso del 2009 durante le celebrazioni dantesche che celebravano la prima stampa della Divina Commedia, avvenuta proprio a Foligno nel XV secolo. Lungo il corso del fiume Menotre sorgono infatti le cartiere più antiche di tutta Italia e di conseguenza a Foligno vennero allestiti i torchi di un’antichissima tipografia: la Numeister-Orfini.
La biblioteca comunale originariamente occupava l’ex convento di San Niccolò, ma durante gli anni venne trasferita più volte: prima nelle scuole comunali (1879) e poi nel convento di Sant’Anna (1890) fino ad arrivare a Palazzo Trinci divenuto di proprietà pubblica. Solo nel 1998, a causa dei numerosissimi utenti che vi accedevano, è stato necessario modificarne nuovamente la sede, costruendo un nuovo edificio tra Palazzo Trinci e Palazzo Deli proprio qui su piazza del Grano.
A testimoniare le antiche origini della città di Foligno ci sono diversi palazzi storici, che in alcuni vicoli creano uno stile uniforme e suggestivo. Tra queste, lungo via Gramsci, non possiamo non notare la vecchia, ma ben conservata, casa medievale al civico 71.
Questa abitazione risale al I secolo ed è caratterizzata da una struttura in pietra sulla quale si aprono tre accessi riconoscibili dagli archi ogivali che sormontano le porte, e le saracinesche che con il tempo hanno sostituito due dei grandi portoni in legno.
Sulla casa medievale, durante i secoli, sono stati costruiti ulteriori piani, ben riconoscibili per il netto stacco di stile delle pareti intonacate di colore grigio.
Da non perdere, mentre si raggiunge la chiesa di San Domenico, è anche via Brunetti che deve il suo nome al palazzo Brunetti Candiotti costruito su di essa. Questa bella via è riconoscibile per via del muro in pietra che si contrappone a quello del palazzo. Entrambi i lati di via Brunetti sono scanditi da bandiere rosse che decorano il passaggio.
Il palazzo Brunetti Candiotti venne costruito nel settecento e attualmente è occupato dall’Ente Giostra della Quintana, dopo essere passato nel 1918 nelle proprietà del comune. Questo edificio venne costruito sui resti di un palazzo seicentesco, del quale rimangono le fondamenta e alcuni locali sotterranei.
Incontriamo l’oratorio del crocifisso quasi per sbaglio, mentre da piazza del Grano ci dirigiamo verso piazza San Domenico. Un timido ingresso nasconde lo spazio conosciuto come “la cappella Sistina di Foligno”.
L’oratorio del Crocifisso è una piccola chiesetta nel centro storico della città, ancora consacrata, nonostante sia di proprietà del comune dal 2002. I suoi spazi sono racchiusi tra palazzo Candiotti e l’abside della ben più grande chiesa di San Domenico.
Gli spazi interni sono ad aula unica e vennero costruiti a partire dal XVII secolo. Entrandovi si noteranno tre sezioni ben distinte, appartenenti a tre periodi costruttivi differenti. La prima venne terminata alla fine del XVI secolo ed è dotata di una copertura in cassettoni di legno, la seconda è invece chiusa dalla cupola della chiesa, costruita nel 1643 in un intervento di ampliamento della struttura. La parte più recente è invece degli inizi del XVIII secolo ed è la parte finale che sormonta l’altare, chiusa da una volta a botte.
La nomea di Cappella Sistina di Foligno lo si deve ai numerosissimi affreschi che decorano l’intera struttura interna, che si somma alle svariate statue.
Nella nostra passeggiata per Foligno stiamo arrivando ai limiti del centro storico. Lungo la nostra strada ci troviamo davanti alla chiesa di San Domenico, oggi non più utilizzata come luogo di culto ma come Auditorium.
La chiesa di San Domenico risale alla prima metà del XIV secolo e venne costruita direttamente collegata al convento dei domenicani che arrivarono in città il secolo precedente. Per svariati secoli la chiesa di San Domenico ospitò i frati domenicani ad intermittenza, fino al 1848 quando la chiesa venne soppressa e la sua struttura impiegata come dormitorio per le truppe che transitavano da Foligno. Da quel momento la struttura adempì a differenti impieghi, come stalla per cavalli, palestra, legnaia e infine fucina per il comune.
Viste le condizioni critiche in cui versava e considerata la rilevanza storica dell’edificio, nella seconda metà del secolo scorso sono stati messi in atto diversi interventi di recupero che hanno portato all’apertura di un suggestivo auditorium nel 1996 in grado di ospitare un totale di quasi 800 persone. Gli interventi, mirati, sono andati a modificare solo l’allestimento interno, mantenendo intatti gli aspetti esterni.
All’interno della chiesa di San Domenico sono ancora presenti affreschi antichi, anche se parte di questi furono rimossi intorno al 1864 e trasferiti all’interno delle sale comunali. Rimane invariata invece la copertura a capanna, dotata in tempi moderni di volte a capriate. L’esterno è invece arricchito dal campanile in pietra del XIV secolo, mentre la facciata principale è caratterizzata da un grosso portale d’ingresso con arco ogivale.
Il convento collegato alla chiesa di San Domenico fu utilizzato come caserma e poi come collegio comunale. Al suo interno è racchiuso un bel chiostro dotato di porticato su cui si alza un loggiato superiore. Quest’ultimo spazio venne realizzato agli inizi del XVII secolo.
La facciata principale della chiesa si trova su piazza San Domenico.
Arrivati in piazza San Domenico ci troviamo davanti anche alla Basilica di Santa Maria Infraportis, una delle più antiche di tutta Foligno. Le sue origini si fondano infatti nell’XI secolo ed ha una forma piuttosto semplice: la facciata è in pietra bianca e rosa su cui si apre un piccolo portico dotato di quattro colonne con capitelli aggiunte nel secolo successivo. Sopra al portico si apre invece una bifora. L’intera facciata è stata rivista nel XVIII secolo, ma è stata però conservata l’edicola alla destra del portico con un piccolo affresco del XV secolo.
Sul fianco destro della facciata, arretrato, si trova il campanile di origine romanica. La vera sorpresa della Basilica di Santa Maria Infraportis sono però i suoi interni, suddivisi su tre navate delineate da linee di pilastri. Dell’epoca più antica è la navata centrale, chiusa da volte a botte, mentre le laterali con volte a crociera vennero aggiunte durante il XV secolo.
Sulle colonne e sui muri sono ancora visibili numerosissimi affreschi. Tra questi anche degli affreschi quattrocenteschi nelle nicchie della navata di destra che rappresentano la Crocifissionie.
Nella navata di sinistra, appena entrati all’interno, è presente la cappella dell’Assunta del XII secolo, sulle cui mura si aprono due bifore nelle quali è ospitato l’affresco del XIII secolo l’Arcangelo Gabriele e il ladrone buono Disma. Tra gli altri tesori della Basilica di Santa Maria Infraportis c’è anche la statua in legno della Madonna col Bambino del XII secolo, dalla quale venne rubata la raffigurazione di Gesù.
Un altro importante luogo di culto di Foligno trasformato in auditorium è quello della chiesa di Santa Caterina.
La struttura originale è stata consolidata e rivista totalmente negli anni novanta dello scorso secolo e un successivo intervento si è reso necessario dopo il terremoto del 1997. Ciò che rimaneva della vecchia chiesa di Santa Caterina versava in condizioni piuttosto critiche e fu quindi necessario una sostanziale opera di revisione, con la riapertura del grande rosone che contraddistingue l’intera facciata e che si apre sul portale in legno, decorato da bassorilievi in marmo che gli donano la caratteristica forma ogivale.
Attualmente all’interno dell’Auditorium di Santa Caterina possono trovare posto un centinaio di persone, ma nei piani c’è uno sviluppo che può innalzare a duecento la capacità di questo spazio.
L’edificio originario nasce nel XIII secolo ed era collegato al monastero delle Clarisse, oggi andato perduto. La struttura è tuttora ad aula unica con una copertura a capanna.
La passeggiata tra le cose da vedere a Foligno è tanto interessante quanto stancante, così decidiamo di fare una piccola pausa raggiungendo il vicino parco dei Canapè, il giardino più grande di Foligno nei pressi del centro storico, a ridosso delle mura.
La presenza del parco dei Canapè è testimoniata già nel XIII secolo, ma a quel tempo si trovava allo stesso livello del piano stradale, mentre oggi risulta essere sopraelevato. Il motivo è spiegato dal fatto che tra il XVI e il XVII secolo questo parco venne utilizzato come deposito di macerie da parte dei cittadini di Foligno. Nel XVIII secolo lo spazio venne ripristinato come giardino pubblico, da parte di alcune famiglie benestanti che decisero di restaurare le mura cittadine che stavano andando in malore.
Nell’occasione vennero creati ottanta sedili in laterizio lungo tutte le mura, sui quali veniva riportato il nome del proprietario. Queste sedute sono tuttora disponibili e utilizzabili da chi cerca un po’ di ristoro all’ombra dei numerosi alberi che contribuiscono a dare un bel tocco di verde alla città.
La chiesa di Sant’Apollinare è anche conosciuta con il nome di chiesa della Morte, perché ospitò proprio la confraternita della Morte. La sua origine risale al XII secolo, ma la struttura attuale, con pianta a croce greca, deriva da una ristrutturazione del XVIII secolo. Purtroppo ad oggi è possibile vedere solo la facciata della chiesa, in pietra dai colori caldi, ma non è possibile accedervi. L’alta facciata non è simmetrica e riporta ancora i segni di palazzi che erano una volta collegati all’edificio. Sopra al portone, chiuso, è presente una finestra rettangolare che ne illumina gli interni.
Davanti alla chiesa di Sant’Apollinare è presente la fontana in memoria dei caduti di Ivan Theimer. Conosciuta anche come “fontana delle tartarughe“, per via delle grandi sculture in bronzo che vi si trovano intorno, venne posizionata al posto del palazzo Rodati, crollato nei bombardamenti della seconda guerra mondiale. La fontana è un’opera di arte contemporanea formata da una grande clessidra in travertino che si unisce alla pietra del Guatemala. L’incisione posta alla base della fontana in memoria dei caduti recita “ognuno costruisce la vittoria della pace”, e venne aggiunta dopo un concorso orientato alle scuole cittadine ed è interpretabile come incitazione da parte dell’artista nei confronti del pubblico.
Il nome originale di questa fontana è Ricordo del Dolore Umano e le tartarughe rappresentano il simbolo dell’eternità. Al centro della clessidra è presente un fregio in bronzo che ricorda episodi storici della città di Foligno, come l’uccisione di alcuni folignesi da parte di fascisti e nazisti o il terremoto del 1997.
Un’altra antica chiesa cittadina di Foligno è la chiesa di San Giacomo, presente in piazza San Giacomo dagli inizi del XIII secolo. La sua facciata particolare è caratterizzata da più stili: una parte è a fasce in pietra bianca e rosa, nella quale si apre il portone con arco ogivale. Questa risale agli inizi del quattrocento, quando le dimensioni della chiesa vennero ampliate.
La parte superiore è invece in pietra ed è dotata di una semplice finestra.
Entrandovi si possono scoprire le tre navate che conducono fino alla cupola a base ottagonale creata nel XV secolo. Come nelle altre chiese cittadine anche qui sono conservati dei piccoli tesori, come la tela di San Rocco, della seconda metà del XV secolo o l’affresco dell’Assunzione della Vergine che decora la cupola della chiesa e risale al settecento. Anche il coro dell’altare è completamente affrescato e dotato di due ordini di sedute di origine settecentesca, sfortunatamente non visibili dalla navata centrale della chiesa.
Accanto alla sacrestia della chiesa di San Giacomo si trova invece il chiostro costruito tra il quattrocento e il seicento e dotato di ben quaranta arcate che danno vita a otto gallerie. Il primo ordine di queste è dotato di lunette decorate con episodi della vita di San Filippo Benizi, eseguite nella seconda metà del seicento.
La nostra passeggiata tra le cose da vedere a Foligno procede ritornando nel cuore del centro storico e dirigendoci verso piazza Garibaldi, un’altra importante piazza cittadina dalla forma un po’ anomala. Sulla statua centrale di Giuseppe Garibaldi (risalente al 1890) si affacciano infatti diversi palazzi ed edifici storici su più livelli.
Tra questi due chiese: la chiesa di San Salvatore e la chiesa di Sant’Agostino. Un altro lato di piazza Garibaldi è invece chiusa dal palazzo Frenfanelli-Cibo-Sorbi.
La prima chiesa che vediamo, solo esternamente, è la chiesa di San Salvatore. Questa è caratterizzata da una facciata particolare: un grande rettangolo costruito in pietra, a righe bianche e rosa, con tre portali in legno ad arco ogivale sui quali si aprono altrettanti piccoli rosoni. Dietro alla facciata si innalza il campanile dotato di cuspide e anch’esso costruito intervallando i due colori bianco e rosa. La cella campanaria si apre all’esterno attraverso quattro bifore e conserva una campana del XIV secolo. La facciata della chiesa di San Salvatore risale al XIII secolo, mentre i suoi rosoni vennero aperti solamente alla fine dell’ottocento. La chiesa invece è più antica di un secolo.
L’aspetto interno attuale della chiesa di San Salvatore risale invece al settecento e al suo interno nasconde anche la pietra sepolcrale di Corradino di Rinalduccio Trinci, priore della collegiata durante il trecento. Altre decorazioni sono fatte mediante affreschi, i più antichi dei quali risalgono al duecento.
Su piazza della Repubblica si affaccia anche il Palazzo Frenfanelli-Cibo-Sorbi, un palazzo signorile costruito tra il XVIII e il XIX secolo. La sua facciata ingombrante non è ottimamente conservata, ma rende comunque l’idea dell’importanza del committente dell’edificio.
Sviluppato su tre piani il Palazzo Frenfanelli-Cibo-Sorbi è dotato di quattro colonne che sorreggono un piccolo terrazzo che sormonta l’ingresso. Le finestre del primo e secondo piano sono dotate di un motivo decorativo lineare ma elegante, mentre l’intera facciata è chiusa da una cornice con motivi geometrici che sostiene la parte finale del tetto. La sua facciata si incrocia con quella della chiesa conventuale di Sant’Agostino.
Troviamo invece aperta la chiesa conventuale di Sant’Agostino, risalente al XIII secolo ma rivista nel settecento. Alla chiesa è collegato direttamente il convento che ospita l’ordine agostiniano, arrivato qui agli inizi dell’ottocento.
La facciata esterna richiama ancora lo stile gotico che si fonde al neoclassico, attraverso gli alti colonnati tra i quali sono posizionate due statue in apposite nicchie. Sul portone, delineato anche questo attraverso due colonne, si apre invece una grande finestra rettangolare.
Il campanile della chiesa Conventuale di Sant’Agostino, invece, quasi sparisce dietro la facciata della chiesa. Questo è in pietra bianca e rosa e sulla cella campanaria si aprono delle bifore con arco ad ogiva.
L’interno è a navata unica ed è caratterizzato dall’altare dotato di un coro in legno sormontato da una grande struttura lignea dorata costruita che racchiude una piccola nicchia a tempietto nel quale è conservato il simulacro della Madonna del Pianto. Nell’altare di una cappellina si trova invece un’urna seicentesca contenente i resti di Tommasuccio, predicatore francescano.
La visita tra le cose da vedere a Foligno sta ormai giungendo al termine, ma prima di procedere con le altre tappe alla scoperta dell’Umbria raggiungiamo uno dei punti più orientali del centro storico, poco distante da porta Ancona.
Arriviamo all’Ex Chiesa della Santissima Trinità in Annunziata, un edificio in stile neoclassico, costruito intorno al 1765. In realtà il progetto iniziale prevedeva una chiesa estremamente più decorata, con tanto di stucchi esterni e un portale imponente. La mancanza di fondi costrinse però i lavori a subire un fermo. La facciata testimonia proprio questo fatto e ancora oggi risulta estremamente essenziale.
Nella seconda metà dell’ottocento la chiesa della Santissima Trinità in Annunziata venne soppressa, e non ospitò più al suo interno funzioni religiose. Questi spazi vennero usati nelle maniere più disparate: da caserma a magazzino, facendole riportare ingenti danni.
Nel 2011 l’ex Chiesa della Santissima Trinità in Annunziata fu al centro di un grosso recupero da parte della regione Umbria e della Cassa di Risparmio di Foligno, che richiese la ricreazione ex novo di tutti gli interni. Lo nuovo spazio così ottenuto venne impiegato come sala espositiva e ospita la mostra permanente dell’opera Calamita Cosmica di Gino de Dominicis: un enorme scheletro di ventiquattro metri che sorregge sul dito una lunga asta dorata.
Decidiamo ora di raggiungere il CIAC (Centro Italiano di Arte Contemporanea), per vedere le opere che ospita. Per farlo ci imbattiamo però in una serie di edifici che vale la pena sbirciare. Il primo di questi è il monastero di Sant’Anna, di cui possiamo vedere solamente l’ingresso.
Il monastero di Sant’Anna venne fondato sul finire del XIV secolo da Paoluccio Trinci, il quale diede vita al movimento riformistico francescano dell’Osservanza, a cui aderì presto Angelina dei Conti di Montegiove e di Marsciano. Quest’ultima si unì insieme ad altre nobili in un movimento laico in cui si viveva in fraternità ma senza aver preso i voti. Il movimento costituito era detto delle Beghine. Il monastero di Sant’Anna divenne presto un punto di riferimento per molti altri monasteri del centro Italia e venne più volte ingrandito e decorato con affreschi che sono stati recentemente restaurati. Non a caso sopra il grosso portone d’ingresso di legno si trova uno dei tanti affreschi, protetto dalla profondità del terrazzo che si sviluppa al piano superiore. Questo raffigura la Madonna con Bambino, due sante e gli angeli.
Dalla seconda metà del cinquecento fino quasi tutto il settecento il monastero di Sant’Anna ha ospitato al suo interno la Madonna di Foligno di Raffaello, dipinto nel 1512. Successivamente il quadro è stato spostato al Louvre di Parigi per poi tornare in Italia ed essere inserito nella Pinacoteca Vaticana.
Un’altra delle porte cittadine di Foligno, questa volta ben conservata, è porta San Felicianetto, anticamente conosciuta come porta della Croce. Questa è l’unica ad essere ancora in piedi tra le cinque che si aprivano nelle mura urbiche.
Il suo nome attuale deriva dalla credenza che per questa porta passò, nel 251, San Feliciano, patrono della città, in catene mentre si dirigeva verso Roma. Il Santo venne poi dipinto all’interno della porta quando, nel settecento, venne chiusa e trasformata in piccola edicola sacra.
Porta San Felicianetto venne riaperta nei primi anni del secolo scorso, quando si operò un’opera di revisione delle mura, abbattendone buona parte. Attualmente la sua struttura si trova nel bel mezzo di una rotatoria aperta al traffico delle auto.
Nel 2014 la porta ha subito gravi danni a causa di un incendio appiccato al presepe che era stato allestito sotto al suo arco, da parte di alcuni vandali. Dopo un paio d’anni è stata restituita alla cittadinanza.
Prima di arrivare al CIAC passiamo davanti al palazzo delle Logge. Il suo lato più conosciuto è senza dubbio quello su corso Cavour, ma anche quello su via Piermarini è degno di nota.
Il palazzo delle Logge venne costruito agli inizi del cinquecento in stile rinascimentale, occupando delle aree già edificate. Nel suo interno è stato ospitato l’ospedale cittadino fino al 1860, periodo durante il quale era stata allestita anche una piccola chiesa per i malati che ora è andata persa.
Dopo che l’ospedale venne spostato in un’altra sede, il palazzo delle Logge venne sottoposto a una sostanziale ristrutturazione, che non toccò però le parti esterne. Al suo interno vennero successivamente ospitate diverse funzioni: da quella di scuola a un cinema, da un ufficio postale a uffici comunali e piccoli negozi. Una parte dell’edificio venne poi abbattuto per fare spazio al nuovo palazzo delle poste e telegrafi.
A rendere celebre il palazzo delle Logge è senza dubbio il suo portico dotato di undici arcate che si affacciano su corso Cavour, ma degno di nota è anche lo sviluppo laterale, nel quale i colori caldi e rossastri si sposano con le decorazioni in marmo chiaro e con le forme ad arco di portoni di accesso e finestre.
La nostra visita di Foligno si conclude ufficialmente con il CIAC, il Centro Italiano di Arte Contemporanea di Foligno aperto nel 2009. Il suo edificio, fortemente riconoscibile, venne costruito sulle macerie di un vecchio palazzo che ospitò prima una centrale del latte e poi le poste.
La struttura del CIAC è un grandissimo parallelepipedo rivestito di acciaio corten che gli dona il caratteristico color ruggine. Tutti i muri sono totalmente privi di finestre e l’illuminazione naturale è presente grazie a un grande lucernario centrale posizionato su dei pilastri. Gli spazi sono suddivisi su tre piani e nel piano interrato si trova la collezione permanente, mentre al pian terreno vengono ospitate mostre temporanee. Al piano rialzato è infine presente una terrazza impiegata per opere site specific.
La collezione permanente è di proprietà della Cassa di Risparmio di Foligno, che ha contribuito attivamente alla creazione di questo luogo e comprende trentasei opere, in parte ereditate dalle mostre temporanee che sono state ospitate al suo interno.
Il CIAC di Foligno è direttamente collegato alla chiesa della Santissima Trinità in Annunziata, che ospita al suo interno il gigante scheletro Calamita Cosmica. Non a caso il biglietto di ingresso consente la visita ad entrambi gli spazi.
Durante la nostra permanenza la mostra temporanea ospitata al CIAC è Il Corpo del Silenzio di Omar Galliani, una raccolta di giganteschi dipinti scuri che occupano interi muri e che richiamano per buona parte lo scheletro umano o componenti del corpo. In anteprima è stato esposto anche il trittico L’anello di Berenice, realizzato nel 2019. Quest’opera è composta da tre tavole che illustrano temi cari a Galliani attraverso la figura dell’anello, visto come simbolo di perfezione, ma anche come riferimento al moto circolare e ancora come simbolo di congiunzione.
Ecco la mappa dell’itinerario di Foligno in un giorno. Può essere seguito tranquillamente a piedi e può occupare dalla mezza giornata all’intera giornata, a seconda anche di quanti luoghi vorrete visitare internamente e quanti vi limiterete a guardare dall’esterno. Purtroppo il sisma ha causato la chiusura di alcuni di questi, tra cui l’interessantissimo duomo.
Foligno è stata una delle tappe del viaggio di tre giorni in Umbria (leggi qui cosa vedere).