Cosa vedere a Grinzane Cavour

Borgo di Grinzane Cavour

Grinzane Cavour è un piccolissimo borgo delle Langhe, celebre per il suo maestoso castello visitabile e per i panorami suggestivi di cui si gode dalla sua sommità. La visita di questo borgo è l’ideale all’interno di un weekend alla scoperta delle Langhe, durante il quale riuscirai a visitare tanti altri borghi e, perché no, a fare qualche degustazione di vino.

Il castello di Grinzane Cavour è stato aggiunto nella lista del patrimonio dell’umanità dell’UNESCO nel 2014.

Borgo di Grinzane Cavour

Dove si trova Grinzane Cavour ^

Grinzane Cavour si trova nelle Langhe, un’area suggestiva del Piemonte in provincia di Cuneo. Il borgo sorge su di una collina a 195 metri di altitudine sul livello del mare, immerso tra i pendii coltivati con vigneti e noccioli.

Perché si chiama Grinzane Cavour? ^

Il nome di Grinzane Cavour è legato a quello dello statista risorgimentale Camillo Benso conte di Cavour, che fu il sindaco di questa città per ben 17 anni a partire dal 1832 all’età di 22 anni. Per questo motivo, nel 1916, al nome di Grinzane fu aggiunto Cavour.

Potrai riscoprire questa storia visitando il castello, dove viene reso ulteriore omaggio alla sua figura.

Itinerario di Grinzane Cavour ^

Itinerario di Grinzane Cavour

Il borgo di Grinzane Cavour ha dimensioni davvero minuscole. Nella sua visita vedrai infatti la chiesa che ti accoglie all’ingresso e il castello cittadino con la sua vigna. Per questo motivo ti consiglio di raggiungere la città durante gli orari di apertura del castello, altrimenti ci sarebbe ben poco da visitare.

Ecco tutti i dettagli sull’itinerario.

Chiesa della Maria Vergine del Carmine ^

La chiesa della Maria Vergine del Carmine risale al cinquecento, ma l’attuale edificio è frutto di una ricostruzione di inizio seicento ed è stata poi ampliata sul finire dell’ottocento. Questa chiesa è proprio all’inizio del percorso che ti condurrà fino al castello.

Gli esterni hanno una facciata neoclassica in laterizio, divisa su tre ordini e scandita da quattro lesene con capitelli corinzi. Sopra al portone c’è una lunetta che anticipa il timpano triangolare. Sul lato destro svetta il campanile in cotto.

Gli interni sono decorati con l’utilizzo del marmo e sono disposti su di un’unica navata che si chiude in una volta a botte che conduce fino alla cupola della chiesa. Dietro l’altare è presente il coro ligneo.

La cupola è decorata con un dipinto di Paolo Gaidano che rappresenta l’apparizione della Vergine a San Simone Stock. La pala d’altare è decorata invece con la rappresentazione della Madonna del Carmine, San Giuseppe, San Rocco, San Francesco e le anime del fuoco del purgatorio e San Tommaso. A completare l’apparato decorativo ci sono due pale d’altare ottocentesche sui rispettivi altari laterali.

Castello di Grinzane Cavour ^

Il vero protagonista del borgo di Grinzane Cavour è il suo castello, che domina la collina e lo si può già vedere in lontananza. Avvicinandoti potrai notare la sua struttura compatta e maestosa che si erge in mezzo a un giardino. Lungo la sua struttura si aprono numerose finestre, che sembrano quasi sparse in maniera incontrollata lungo le sue facciate.

Ci sono numerose torri che si ergono dal corpo del castello. Due sono aggettanti e cilindriche, mentre dal centro si nota la torre a basa quadrata che sormonta tutte le altre. La costruzione del castello risale all’anno mille, ma durante i secoli è stato rivisto numerose volte.

Il castello appartiene alla città di Alba e di Grinzane dal 1932, quando l’ultima erede dei Cavour, la marchesa Adele Alfieri di Sostegno, lo donò alla città di Alba, che all’epoca comprendeva anche Grinzane, tornato poi ad essere comune autonomo nel 1948. All’interno del castello è ospitata la sede dell’Enoteca Regionale Piemontese Cavour, ma anche un piccolo shop di prodotti tipici locali e le sale di un interessante museo da visitare in autonomia.

Ecco le sale che potrai visitare.

Sala del territorio ^

Grande torchio dentro la sala del territorio

La sala del territorio è la prima sala che incontrerai, al piano terra, negli spazi anticamente utilizzati come cantine e scuderie. In questa sala di passaggio potrai vedere il grande torchio di Monasterolo che riporta inciso l’anno di costruzione: 1704.

Per diverso tempo è stato l’unico torchio in uso a Monasterolo, utilizzato dall’intero paese. È un torchio di tipo latino, in cui la pressione è esercitata dall’abbassamento della leva costituita da una grande trave tirata a terra per mezzo di una lunga vite in legno. La possente trave principale è lunga 9 metri, mentre la vite costruita in legno di melo, è alta 3 metri.

Sala delle maschere ^

Imboccando le scale ti troverai sulla sinistra la sala delle maschere, tra gli spazi più prestigiosi del castello. Qui Camillo Benso presiedeva le sedute consiliari. La particolarità della sala, oltre al suo bel camino, risiede nel soffitto ligneo fatto realizzare dall’allora proprietario Pietrino Belli per celebrare le nozze con Giulia Damiani nel 1567.

Lungo tutto il soffitto sono presenti delle formelle dipinte con temi araldici e allegorici. Ci sono gli stemmi delle famiglie degli sposi e dei parenti, ma anche i ritratti di personaggi illustri, simboli d’amore, della fecondità, dell’abbondanza e allegorie di animali. Non potrai fare a meno di fissare il soffitto per scoprirle tutte.

Sala del tartufo ^

Proseguendo nella visita del castello giungerai alla sala del tartufo, uno dei prodotti tipici di questa terra, ricercato in queste terre fin dai tempi antichi. All’interno di questa sala è presente un’installazione che ripercorre l’utilizzo di questo prodotto, noto come pepite di Langa.

Sala del vino ^

Sala del vino del castello di Grinzane Cavour

La sala successiva celebra un altro dei prodotti tipici delle Langhe, il vino. Affacciandoti nella sala potrai vedere una cantinetta con bottiglie disposte in maniera semicircolare. Qui si celebrano, tra gli altri, i vini che hanno rese celebre questa terra: Barolo, Barbaresco, Dolcetto, Nebbiolo e Barbera.

Sala Luciano de Giacomi ^

La stanza successiva contiene un allestimento con oggetti che raccontano le tradizioni del luogo. Questa sala è titolata a Luciano de Giacomi, gran maestro dell’ordine dei cavalieri del tartufo e dei vini d’Alba. Farmacista e cultore delle tradizioni enogastronimiche, propose questo castello come sede dell’enoteca regionale.

Sala di Cavour ^

Arriverai così nella sala di Cavour, uno degli spazi abitati da Camillo Benso. Questa sala è conosciuta anche come Saletta degli Stemmi, per via della serie di otto stemmi disposti a fregio sulla parte più alta delle pareti. Qui, oltre a un grande camino, sono conservati gli arredi come il letto del celebre conte. Il letto, il cassettone e le sedie sono gli unici arredi rimasti della camera di Cavour.

Sala delle Contadinerie ^

Continuando la visita nel castello di Grinzane Cavour arriverai alla sala delle Contadinerie, un grandissimo spazio dove troverai centinaia di oggetti esposti. Questi ricostruiscono le botteghe che anticamente supportavano il lavoro in vigna:

  • la bottega del bottaio, che produceva le botti in legno di rovere o castagno;
  • la distilleria. Attraverso gli scarti della vinificazione, le vinacce, si sprigiona un vapore che si depura dall’acqua e scendendo attraverso i tubi di rame dell’alambicco si condensa in piccole gocce di distillato;
  • la bottega del maniscalco, ovvero colui il quale si occupava di ferrare gli zoccoli di cavalli e buoi, utilizzati nei campi prima delle macchine motorizzate, per i lavori di fatica.

Sala degli affreschi ^

Sala degli affreschi con volte affrescate

Concludi la visita al castello con la sala degli affreschi. Il nome è legato alle decorazioni visibili nelle volte a crociera, risalenti al seicento e settecento. Queste opere sono trasposizioni di pitture cinquecentesche riconducibili allo stile di Giulio Romano, pittore attivo a Palazzo Te.

Nella sala troverai un allestimento dedicato alla Verità sul Vino, con informazioni (un po’ faziose) tratte da lavori di ricerca dell’osservatorio nazionale sul consumo consapevole del vino.

Orari del castello ^

Il castello di Grinzane Cavour è aperto tutti i giorni ad esclusione del martedì. Gli orari di apertura sono dalle 10:00 alle 18:00 con ultimo ingresso alle 17:00.

Prezzi del castello ^

Il costo del biglietto del castello di Grinzane Cavour è di € 8 per l’intero, di € 6 per il ridotto studenti e over 65 e di € 3 per i bambini da 6 a 14 anni. L’ingresso è gratuito per i possessori di Abbonamento Musei Piemonte.

La visita avviene in autonomia.

Vigna del Castello ^

Intorno al castello di Grinzane Cavour si snoda la vigna in uso all’istituto superiore di Stato Umberto I di Alba, che la impiega come vigna didattica. La vigna nelle strette vicinanze del castello, all’interno della quale potrai passeggiare, è anche nota come Vigna Castello o Vigna del Conte, in onore di Camillo Benso conte di Cavour.

Visitando questa vigna ti imbatterai in numerosi pannelli che descrivono il progetto In Vigna. Questo è una sorta di museo a cielo aperto, dove i visitatori possono scoprire il vigneto e la produzione dell’uva da vino. Visitandolo potrai scoprire il ciclo di vita del vigneto e il lavoro del vignaiolo.

Mappa dell’itinerario di Grinzane Cavour ^

Ecco la mappa con le tappe dell’itinerario per visitare il piccolissimo borgo di Grinzane Cavour.

Dove mangiare a Grinzane Cavour ^

Durante la visita di Grinzane Cavour puoi fermarti a pranzo direttamente all’interno del castello cittadino. Ci sono due opzioni: il ristorante Al Castello di Grinzane di Alessandro Mecca, dove potrai gustare due menù degustazioni con specialità del territorio, a partire dal tartufo, oppure una sorta di osteria del castello, che trova spazio direttamente nel cortile interno durante i mesi più caldi o all’interno di una piccola sala in quelli più freddi. Questa opzione è l’ideale per un pasto più veloce e meno impegnativo.

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Cosa vedere a Grinzane CavourScopri la guida completa al borgo di Grinzane Cavour e tutti i dettagli sulla visita del castello abitato da Camillo Benso conte di Cavour.https://www.lorenzotaccioli.it/cosa-vedere-a-grinzane-cavour/
Lorenzo Taccioli