Cosa vedere a Ortigia in Un Giorno

Alla scoperta di Ortigia

Ortigia è una delle perle della Sicilia. Quest’isola, direttamente collegata a Siracusa, è un piccolo gioiello. Non ti fare ingannare dalle sue dimensioni compatte, perché nasconde tantissime attrazioni da vedere che ti impegneranno facilmente una giornata.

La sua bellezza e particolarità è tale, che il centro storico è annoverato nel patrimonio dell’umanità dell’UNESCO.

Se la visiterai durante l’estate, potrai anche scendere fino al mare per fare un bagno rinfrescante grazie alle sue spiaggette.

Ecco la guida completa a cosa vedere ad Ortigia.

Dove si trova Ortigia ^

Ortigia è una piccola isola adiacente a Siracusa, con cui forma un grande golfo che dà vita al porto Grande di Siracusa. Geologicamente fa parte dei monti Iblei ed ha la particolarità che sotto la sua roccia calcarea scorre acqua dolce, alimentata da una falda freatica.

L’isola di Ortigia si trova sulla costa orientale della Sicilia, verso l’estremità più meridionale dell’isola.

Come raggiungere l’isola di Ortigia ^

Raggiungere l’isola di Ortigia è semplicissimo e anche piuttosto veloce. Nonostante sia in tutto e per tutta un’isola, è collegata al resto dell’isola siciliana per mezzo di ponti che puoi percorrere sia in auto che a piedi (senza pagare alcun pedaggio).

Considerati gli spazi dell’isola e la carenza di posti auto, il modo migliore per raggiungere l’isola di Ortigia è a piedi, dopo aver parcheggiato a Siracusa. Un’altra valida opzione è quella di prendere un bus per arrivare fino a qui da Siracusa.

Cosa vedere ad Ortigia ^

L’itinerario alla scoperta di Ortigia è un bellissimo percorso tra architetture barocche che caratterizzano tutta l’area orientale della Sicilia. Nonostante le dimensioni raccolte, ti accorgerai che c’è tanto da vedere, dalle piazze nel cuore del centro, fino alle vie che corrono lungo il perimetro dell’isola. La punta che si allunga verso il mare è poi occupata da un antico castello.

Insomma prenditi una giornata per scoprire quest’isola a piedi.

Ecco l’itinerario tra le cose da vedere in un giorno ad Ortigia.

Tempio di Apollo ^

Praticamente all’ingresso dell’isola di Ortigia ti troverai davanti ai maestosi resti del tempio di Apollo. Questo rappresenta il tempio dorico occidentale più antico tra i templi grechi.

Risalente al VI secolo avanti Cristo era dotato di peristasi in pietra con sei file di diciassette colonne monolitiche. Il fatto che le colonne fossero in pietra anziché in legno era una grande novità per l’epoca. Durante i secoli ha subito numerose trasformazioni: da chiesa bizantina a moschea araba, fino a diventare una basilica normanna. Dopo essere stata inglobata in una caserma durante la dominazione spagnola fu poi la base per la costruzione della chiesa di Santa Maria delle Grazie, costruita nel seicento e poi distrutta durante l’ottocento e smantellata nel secolo successivo. Intorno al tempio di Apollo ci sono anche i resti di un edificio precedente e di una torre bizantina.

Piazza Archimede ^

Piazza Archimede e fontana di Diana

Procedi poi fino a piazza Archimede, la cui costruzione è relativamente recente. Infatti fu aperta solo tra il 1872 e il 1878.

Su questa bella piazza sorge la celebre fontana di Diana, ma vale la pena dare un occhio anche ai palazzi che occupano l’intero perimetro di questo spazio: il palazzo del Banco di Sicilia, il palazzo Pupillo, il palazzo dell’ex Cassa Centrale di Risparmio, il palazzo Interlandi-Pizzuti, palazzo Gargallo, palazzo Lanza-Bucceri e palazzo della Banca d’Italia. Guardandoli potrai ripercorrere una storia che va dal Medioevo al XX secolo.

Fontana di Diana ^

Vera protagonista di piazza Archimede è la fontana di Diana, che occupa una posizione centrale in questo spazio. Nonostante sia relativamente recente, risale infatti al 1907, è presto diventata un’icona della città.

La volontà di inserire qui una fontana, arrivò dal comune di Ortigia, che la commissionò dopo aver creato questa piazza e nello scegliere lo scultore si affidarono a Giulio Moschetti che aveva già realizzato la fontana di Proserpina a Catania.

In questa fontana la vera protagonista è la figura di Diana, dotata di arco e cane, classici attributi della dea della caccia. La scelta di Diana non è casuale, infatti lei era la protettrice di Ortigia durante l’epoca greca. Ai piedi della dea, c’è Aretusa, che si allunga mentre è in essere la trasformazione in fonte.

Dentro la vasca ci sono quattro tritoni che cavalcano due cavalli marini e due pistrici. Un richiamo allo stile classico è ottenuto attraverso i mascheroni che decorano la vasca, intervallati a stemmi.

Palazzo dell’Orologio ^

Palazzo dell'Orologio in piazza Archimede

A far da sfondo alla fontana di Diana c’è il palazzo dell’Orologio, ovvero il palazzo che in passato ospitò la banca d’Italia. Il suo nome è legato all’orologio meccanico posto sulla sommità dell’edificio e che si innalza sul resto del palazzo dal 1882.

Il palazzo dell’Orologio venne costruito in stile catalano rinascimentale durante il quattrocento, per poi essere rivisto in maniera massiccia durante gli anni cinquanta dello scorso secolo, a causa dei danni riportati durante un bombardamento della seconda guerra mondiale.

Un grande ingresso ad arco a tutto sesto è sormontato da un balcone in pietra su cui si apre una triplice bifora. Al suo interno il palazzo dell’Orologio nasconde un piccolo cortile con statue araldiche.

Palazzo Lanza Bucceri ^

Palazzo Lanza Bucceri in piazza Archimede

Su piazza Archimede si affaccia anche il palazzo Platamone, anche noto come palazzo Lanza Bucceri. Questo edificio risale al quattrocento, quando venne costruito come una tipica casa catalana con le sembianze da fortino, grazie alla sua originaria unica apertura al centro, con un arco a tutto sesto cordonato. Le altre porte al piano terreno furono aggiunte successivamente quando i cosiddetti bassi, inizialmente rivolti solo verso l’interno, furono trasformati in attività commerciali.

Nella facciata, sul lato destro, c’è anche una bifora tamponata di origine duecentesca, così come l’aquilotto incastonato nella muratura. Questi facevano parte di un edificio precedente.

Particolare è sapere che i marmi originali delle bifore provengono dalla Catalogna.

Chiesa del Collegio dei Gesuiti ^

Facciata della chiesa del collegio dei Gesuiti
Chiesa del collegio dei Gesuiti

Procedendo verso il cuore del centro di Ortigia ti imbatterai nella chiesa del collegio dei Gesuiti, anche nota come chiesa di San Giuseppe di Sant’Ignazio di Loyola. Costruita tra il 1635 e il 1687 sui resti di una precedente chiesa dedicata a San Giuseppe, venne rivista dopo pochi anni a causa del devastante terremoto del 1693.

La facciata barocca è anticipata da un piccolo sagrato circoscritto da un’inferriata monumentale. I due ordini della facciata sono divisi da una cornice marcapiano. Quello inferiore è il più articolato ed è dotato di sei paraste con capitelli corinzi. Al centro un grande portale inquadrato da un doppio timpano anticipa il portale in legno, dove un bassorilievo raffigura il volto di un putto alato. Il secondo ordine ha invece modeste decorazioni, con conci bugnati.

Gli interni sono disposti su di una pianta a croce latina, divisa in tre navate attraverso pilastri affiancati da dodici colonne. Le navate minori sono dotate di tre cappelle per lato, e ulteriori due sono presenti in ogni lato del transetto.

Oggi, e da circa vent’anni, gli interni non sono visitabili perché in fase di restauro. È invece visitabile la cripta, raggiungibile da via del Collegio e oggi utilizzata per ospitare mostre di arte contemporanea.

Palazzo Chiaramonte ^

Palazzo Chiaramonte - Facciata

Raggiungi ora palazzo Chiaramonte, questo è uno dei palazzi più antichi di tutta Ortigia e Siracusa. Il nome è legato alla famiglia Chiaramonte, che lo fece costruire durante il trecento.

Guardando la facciata potrai riconoscere uno stile barocco e gotico, con un portale ad arco cuspidato, affiancato a una finestra laterale bifora. Il piano superiore presenta invece quattro balconi barocchi. L’intera struttura è realizzata in pietra a conci calcarei. Inizialmente non erano presenti le aperture al pian terreno, per questioni difensive, mentre il piano superiore era quello abitativo.

Oggi all’interno del palazzo Chiaramonte c’è una sede dell’università di Catania e più precisamente della facoltà dei Beni Culturali.

Piazza Duomo di Ortigia ^

Tra le piazze più belle di Ortigia non si può non annoverare la piazza Duomo. Questa lunga piazza dalla forma semiellittica deve il nome alla chiesa più importante della città che proprio qui si affaccia. Questo spazio occupa anche il punto più alto dell’intera isola ed è un tripudio di edifici barocchi, come il palazzo Vermexio, sede del municipio della città, il palazzo arcivescovile, la chiesa di Santa Lucia alla Badia, il palazzo Borgia del Casale, il palazzo Arezza della Targia e tanti altri.

Duomo di Ortigia – Cattedrale metropolitana della Natività di Maria Santissima ^

Il duomo di Ortigia è la cattedrale metropolitana della Natività di Maria Santissima e rientra tra i beni patrimonio dell’umanità dell’UNESCO.

Le sue dimensioni sono maestose e oltre all’alta facciata, è di forte impatto anche il fianco sinistro che si estende in profondità, mentre l’altro lato della chiesa è direttamente collegato ad alcuni palazzi. Quando venne costruito nel VII secolo, il duomo di Ortigia, incorporò al suo interno il tempio sacro dedicato ad Atena. Divenne così la prima chiesa cristiana dell’occidente. Durante la dominazione araba, i musulmani convertirono il duomo in moschea facendo alcune modifiche alla struttura. Ulteriori modifiche vennero poi operate dai normanni, che ripristinarono il culto cristiano.

Il terremoto del 1693 danneggiò la cattedrale, ma nonostante il crollo della facciata, gli interni subirono danni inferiori. La facciata venne quindi ricostruita in stile barocco. Qui ci sono due ordini separati da una trabeazione merlata. Il piano inferiore è scandito da sei colonne di ordine corinzio che sorreggono un timpano spezzato con sopra una statua della Madonna. Le colonne laterali sorreggono le statue dei due martiri siracusani San Marciano e Santa Lucia. L’ordine superiore è dotato di quattro colonne che sostengono un timpano spezzato.

L’edificio mantiene in sé più stili. Gli esterni sono barocchi e rococò, mentre all’interno ci sono elementi originari del tempio greco e altre parti risalenti all’epoca medievale.

La pianta interna si sviluppa su tre navate con cappelle laterali in stile barocco. Guardando l’ingresso potrai notare le due massicce colonne del tempio dorico. Il soffitto ligneo delle navata centrale risale al 1528 e, nel 1645 vennero aggiunti gli stemmi delle nobili famiglie cittadine.

L’ingresso alla cattedrale è a pagamento, con un biglietto il cui costo intero è di 2€, ma durante diversi momenti del giorno l’ingresso risulta essere libero per la mancanza della biglietteria.

Palazzo del Vermexio – Municipio di Ortigia ^

Oltre al simbolo del potere religioso, su piazza Duomo c’è anche il simbolo del potere politico, ovvero palazzo del Vermexio, il municipio di Ortigia.

L’edificio risale agli inizi del seicento, quando il governo commissionò all’architetto Giovanni Vermexio la costruzione di un nuovo palazzo che sostituisse la camera regionale di Siracusa. Venne quindi appositamente costruito come sede del senato e del governo della città e, ancora oggi, al suo interno ci sono gli uffici del municipio e del sindaco.

L’architetto Vermexio era celebre per il rigore geometrico con il quale progettava i palazzi. Lo stesso rigore lo si può rivedere qui. Originariamente era stato costruito come un cubo perfetto, con un lungo balcone che divideva in due ordini la facciata. Purtroppo nei secoli successivi vennero operate alcune modifiche che andarono a modificarne l’aspetto e gli equilibri. Nell’ottocento venne aggiunto un attico, mentre negli anni sessanta fu accorpato un nuovo edificio per aumentare gli spazi degli uffici comunali.

Si è conservata però la firma del Vermexio sull’edificio, ovvero un piccolo geco scolpito nell’angolo in alto a sinistra del palazzo.

Raggiungi anche il lato destro del palazzo. Qui troverai degli antichi graffiti che riproducono la facciata di una chiesa. Sembrerebbe che questi siano stati realizzati dai soldati che facevano da guardia al palazzo con la punta delle loro baionette e che la chiesa rappresentata sia proprio il duomo cittadino.

Palazzo Beneventano del Bosco ^

Tra gli importanti palazzi presenti su piazza Duomo, c’è anche il bel palazzo Beneventano del Bosco. Fatto costruire nel quattrocento dalla nobile famiglia Arezzo, ospitò in seguito uffici amministrativi e giuridici. Successivamente passò nelle mani della famiglia Beneventano del Bosco.

Purtroppo il terremoto del 1693 distrusse l’edificio, che venne poi ricostruito su volontà del barone Guglielmo Beneventano nel 1778.

La facciata del palazzo è divisa in tre ordini, con i lati delimitati da pilastri a gradoni. Il portale è ad arco arcuato con, al di sopra, un balcone molto decorato. Al centro della facciata c’è una lapide che commemora il soggiorno del re Ferdinando di Borbone. Sono poi presenti sei aperture laterali, con timpani semicircolari. Particolari sono anche le formelle poligonali che decorano i balconi al terzo piano, con figure floreali in bassorilievo.

All’interno c’è un bel cortile con elementi in stile barocco. Le stanze del palazzo Beneventano del Bosco sono riccamente decorate con affreschi e stucchi. In queste sale sono esposte le collezioni di stampe antiche dei Beneventano.

Palazzo Arezzo della Targia ^

Palazzo Arezzo della Targia - Piazza Duomo di Ortigia

Al fianco del palazzo Beneventano del Bosco sorge il palazzo Arezzo della Targia, fatto erigere nel 1850 dalla nobile famiglia Arezzo. Particolare è la sua forma curva, che segue l’andamento ellittico della piazza. Questo palazzo è il risultato dell’unione di altri edifici precedentemente presenti, tra cui anche delle vecchie carceri dismesse nel 1835.

Lo stile della facciata è molto semplice e poco elaborato. Qui si aprono quattro portali, separati tra loro da finestre. Il piano rialzato è caratterizzato da nove balconi chiusi da inferriate. Tra le decorazioni ci sono delle travi lavorate con pietra iblea.

Palazzo Bonanno Toscano ^

Palazzo Bonanno Toscano - Ortigia

Il palazzo Bonanno Toscano è un bel palazzo settecentesco che conserva uno stile barocco. Venne fatto erigere dalla famiglia Bonanno, esponente dell’aristocrazia locale.

Purtroppo durante la seconda guerra mondiale i bombardamenti distrussero il palazzo, che venne successivamente ripristinato. Nella facciata si apre un portale ad arco, con sopra un balcone dotato di inferriata in ferro battuto con, al di sopra, un timpano spezzato con lo stemma della famiglia Bonanno.

Al suo interno sono oggi ospitati gli uffici turistici della provincia di Siracusa.

Palazzo Vescovile ^

Un lato del duomo è affiancato al palazzo Arcivescovile, sede della curia arcivescovile e del seminario. Lo stile a metà tra il tardobarocco e il classico è il risultato di alcuni lavori settecenteschi che trasformarono l’edificio duecentesco di cui rimane traccia solo in un’antica cappella conservata nel cortile. La cappella è ora la sede del tesoro del Duomo, dove puoi vedere gioielli e opere d’arte sacra.

All’interno del palazzo Arcivescovile è ospitata anche l’antica biblioteca Alagoniana, aperta alle visite.

Chiesa di Santa Lucia alla Badia ^

Facciata della chiesa di Santa Lucia alla Badia

Sul finire di piazza Duomo c’è un’altra chiesa, di dimensioni modeste. Si tratta della chiesa di Santa Lucia alla Badia, dedicata alla patrona della città. Le origini di questo edificio risalgono al quattrocento, quando faceva parte di un monastero. Il terremoto del 1693 la rase completamente al suolo, ma venne prontamente ricostruita.

Oggi la chiesa di Santa Lucia alla Badia si presenta con una facciata alta e stretta, divisa in due ordini separati da un balcone con ringhiera in ferro battuto. La parte inferiore conserva il portale barocco stretto tra colonne tortili che sorreggono il frontone che, nelle decorazioni, ricorda il martirio di Santa Lucia. L’ordine superiore è invece d’ispirazione rococò, con lesene corinzie.

Raggiungi il lato che dà su via Picherali. Qui recenti studi hanno rinvenuto resti di incisioni murarie attribuite a pescatori, che disegnarono navi e altri simboli. Tra questi anche un vascletto settecentesco.

Gli interni della chiesa di Santa Lucia alla Badia sono organizzati su di un’unica navata con altari barocchi risalenti al 1705. Qui sono conservati anche degli affreschi settecenteschi che rappresentano il Trionfo di Santa Lucia. Molto importante è anche la tela del Caravaggio risalente al 1608 e che rappresenta il Seppellimento di Santa Lucia, rimasta qui fino al 2020 e poi riportata nella chiesa di Santa Lucia al Sepolcro.

Palazzo Borgia del Casale ^

Palazzo Borgia del Casale

Al fianco della chiesa di Santa Lucia alla Badia, sorge il palazzo Borgia del Casale. Il nome è legato al discendente della famiglia Borgia e Impellizzeri che fece erigere il palazzo nel 1760.

La facciata che puoi vedere oggi è il risultato di una ricostruzione novecentesca ed è caratterizzata da una parete a gradoni nell’ordine inferiore, con un portale principale di forma arcuata e alcuni portoncini rettangolari. L’ordine superiore, di colore rosso, ha alcuni balconi con ringhiere in ferro battuto bombato, chiusi da timpani semicircolari con bassorilievi geometrici.

Gli interni, dotati di un cortile con elementi barocchi, presentano ancora stanze d’epoca con affreschi e stucchi ottocenteschi. Il piano nobile è dotato di diversi saloni, che prendono il nome dagli affreschi contenuti, come la stanza dello Stemma o il Salotto dei Viaggiatori.

Siracusa Ipogea ^

Ingresso a Siracusa Ipogea in piazza Duomo

Purtroppo con orari di ingresso estremamente limitati, ma di sicuro interesse, c’è Siracusa Ipogea, il cui ingresso è proprio in piazza Duomo. Attraverso un breve percorso potrai passare per i cunicoli che collegano la piazza alle mura della Marina.

Dalla galleria principale si diramano alcune gallerie secondarie, tra cui una che raggiunge la grande cisterna del palazzo Arcivescovile. Passeggiando per Siracusa Ipogea potrai notare resti di pozzi e cisterne, parti dei quali sono andati distrutti durante i lavori di scavo.

Durante la seconda guerra mondiale questi cunicoli sono stati impiegati dalla popolazione come punti di raccolta in caso di attacco, aggiungendo ulteriori spazi a quelli già esistenti. Tra questi ci fu una stanza dove venivano conservati il tesoro e il simulacro di Santa Lucia.

Piazza Minerva ^

Piazza Minerva di Ortigia

Al fianco del duomo di Ortigia c’è un’altra bella piazza, che accompagna tutto il fianco della cattedrale della Natività di Maria Santissima. Si tratta di piazza Minerva, su cui si affaccia il tempio di Atena, una delle testimonianze della città greca. Questo risale infatti al VI secolo avanti Cristo, quando nacque come tempio dedicato alla dea della saggezza, per poi essere convertita al culto cristiano durante l’epoca romana e poi ancora in una moschea.

Oggi il tempio di Atena è inglobato all’interno della cattedrale di Siracusa e lo si può riconoscere nelle massicce colonne doriche. La dea Atena era conosciuta con il nome di Minerva durante l’epoca romana, e da qui viene il nome della piazza.

Su piazza Minerva si affacciano anche altri palazzi nobiliari, la cui pietra calda brilla durante le ore del tramonto.

Foro Vittorio Emanuele II ^

È arrivato il momento di rilassarsi un po’ durante questa visita di Ortigia. Perché non farlo scendendo al foro Vittorio Emanuele II. Questa suggestiva passeggiata si snoda al fianco del mare, in un lungomare decorato da alberi e panchine.

Il foro Vittorio Emanuele II venne realizzato per celebrare l’Unità d’Italia e percorrendolo passeggerai al fianco del porto Grande, fino ad arrivare alla porta Marina.

Fontana degli Schiavi ^

Fontana degli schiavi sul foro Vittorio Emanuele II

Lungo il foro Vittorio Emanuele II incontrerai la fontana degli Schiavi, costruita direttamente nelle mura che sorreggono il centro cittadino. Questa rappresentava un piccolo abbeveratoio realizzato nel cinquecento. Il nome potrebbe essere legato al fatto che veniva utilizzato dagli schiavi per bere e lavarsi.

Lungo la superficie della fontana ci sono alcuni stemmi araldici collegati a diverse famiglie nobili siracusane. Vi è inoltre la riproduzione dello stemma borbonico di Siracusa.

Giardino Aretusa ^

Giardino Aretusa di Ortigia

Continuando la passeggiata arriverai fino ad un piccolo giardino lungo il foro Vittorio Emanuele II. A rendere speciale questo spazio verde sono i maestosi ficus secolari, che creano una suggestiva area ombreggiata a due passi dal mare.

A completare l’arredo urbano c’è un gruppo di statue che richiamano figure mitologiche

Castello Maniace ^

Una tappa imperdibile durante la visita di Ortigia è senza dubbio il castello Maniace, che occupa la lingua di terra dell’isola che si allunga sul mare. La sua posizione allungata rispetto al resto della costa, permetteva un facile controllo del porto e della città di Siracusa.

Le sue origini sono piuttosto antiche, venne infatti costruito tra il 1232 e il 1240 su volontà del re Federico II e osserva rigide regole geometriche, simmetriche e di razionalità. Gli spazi del castello Maniace sono distribuiti su di una pianta quadrata, nei cui angoli sorgono quattro torri cilindriche.

Ti consiglio di acquistare il biglietto e di visitarne anche gli interni. Le sale sono piuttosto spoglie, ma potrai camminare al di sotto dei loro grandi archi ogivali che caratterizzano gli spazi. Vale anche la pena visitare entrambi i piani del cortile interno, proprio quello che si allunga verso il mare. Dal piano superiore vedrai i grandi archi a tutto sesto che potrai poi visitare scendendo al piano sottostante.

Il nome del castello Maniace è legato a quello del generale bizantino Giorgio Maniace che, nel 1038, diede un contributo fondamentale per riconquistare la città occupata dagli arabi.

Affaccio Enzo Maiorca ^

Arriverai così all’affaccio Enzo Maiorca, ovvero il belvedere sul lungomare di Levante. Dotato di quattro panchine per rilassarsi ammirando l’increspeatura dell’acqua, questo affaccio è dedicato all’uomo che nel luglio 1988 conquistò il primato mondiale scendendo in apnea in assetto variabile fino alla profondità di 101 metri.

Fonte Aretusa ^

Continua l’itinerario alla scoperta di Ortigia con un altro dei suoi simboli, ovvero la fonte Aretusa. Questa bellissimo specchio d’acqua a semicerchio è anche noto come “a funtana re papiri, ovvero la fontana dei papiri, a causa della pianta che sorge al suo interno.

La sua particolarità è di essere un piccolo laghetto di acqua dolce a pochissimi passi dal mare, in cui sgorga acqua dalla falda sotterranea.

La nascita di questa fonte è avvolta dalla leggenda, secondo la quale Aretusa, ninfa di Diana, durante una battuta di caccia si allantonò dal gruppo e arrivò sulla sponda del fiume Alfeo. Si spogliò nuda e si immerse nell’acqua, mostrando la sua bellezza. L’acqua iniziò ad agitarsi e le apparve Alfeo, lo spirito del fiume, colmo di desideri nei confronti di Aretusa. Lei scappò impaurita, completamente nuda, invocando l’aiuto di Diana. La Dea la avvolse in una nube e poi la trasformò nella fonte di acqua dolce che ancora oggi sgorga qui. Alfeo provava ancora un tal desiderio che Giove ne ebbe pietà e lo trasformò in un corso d’acqua sotterraneo che, ancora oggi, alimenta la fonte Aretusa.

Potrai ammirare questo specchio d’acqua dall’alto, oppure potrai percorrere il suo perimetro, acquistando un biglietto che dà diritto anche ad un’audio guida che racconta la storia della leggenda che avvolge questo luogo.

Ex chiesa di Santa Teresa ^

Facciata della ex chiesa di Santa Teresa

A pochi passi dalla fonte Aretusa sorge maestosa la facciata dell’ex chiesa di Santa Teresa. Questa serviva l’attiguo monastero di Santa Teresa, fondato nella metà del seicento. La struttura del monastero, ormai decadente, venne abbandonata a fine settecento e occupata dal demanio, che la trasformò in ospedale. Nel 1861 divenne poi un deposito di armi.

Oggi, passeggiando lungo la via che la costeggia, potrai notare l’ingresso murato, così come successo ad alcune finestre per impedirne l’accesso.

Chiesa di San Martino ^

Interni della chiesa di San Martino

Raggiungi ora una delle chiesa più antiche di tutta Ortigia, la chiesa di San Martino, la cui costruzione risale all’epoca normanna sulla struttura di una preesistente chiesa del VI secolo dopo Cristo.

Lo stile normanno caratterizza l’intera struttura, come ben si evince dagli elementi della piccola facciata: un portale aragonese ad arco strombato, con fasci di colonnine e capitelli con motivi floreali. Al di sopra il rosone ricostruito agli inizi del novecento sulla base di quello originario, andato perso durante il terremoto del 1693.

Gli interni sono divisi su tre navate, scandite da grandi archi. Qui si conservava un polittico quattrocentesco con al centro le figure della Madonna e di Gesù bambino con a sinistra un martire locale e a destra Santa Lucia. Non è chiaro se il martire raffigurato sia San Marciano, San Zosimo oppure San Martino.

Al di sotto dell’altare riposa invece San Vincenzo martire.

Palazzo Bellomo ^

Palazzo Bellomo - Museo di Siracusa
Edicola votiva nel palazzo Bellomo

Continua la visita di Ortigia raggiungendo palazzo Bellomo. Questo è un palazzo costruito tra il duecento e il trecento, durante l’epoca catalana. Guardandolo è possibile riconoscere due fasi costruttive, una in età sveva visibile nel pianterreno e nel portale in stile gotico, e una appartenente al secolo successivo, riscontrabile nel piano superiore. Ciò è dovuto al fatto che nel 1365 il palazzo passò nelle mani della famiglia romana dei Bellomo, che decise di sopraelevare il palazzo.

Durante il settecento palazzo Bellomo servì come magazzino e dormitorio dell’attiguo monastero di San Benedetto e continuò ad essere impiegato in questo modo fino all’espropriazione del 1866.

Dal 1948 al suo interno è ospitato un museo con opere e resti archeologici che provengono da Siracusa e dintorni. Tra i pezzi più celebri ci sono due sarcofagi dei Governatori della Camera Reginale.

Spiaggia Cala Rossa ^

Nonostante Ortigia sia un’isola, la sua conformazione a strapiombo sul mare, fa sì che ci siano pochissime spiagge. Una di queste è spiaggia Cala Rossa, il cui nome è legato al colore della sabbia.

Attraverso una ripida scala puoi raggiungere questa spiaggetta e godere del panorama sul mare e sugli scogli che affiorano dall’acqua. Qui il mare è piuttosto limpido e potrai perciò notare il fondale che degrada verso il largo e, magari, durante il periodo estivo rinfrescarti con un piacevole bagno. Dopo potrai anche sciacquarti, grazie alle docce con acqua dolce. E se non vuoi prendere troppo sole, sappi che durante le ore pomeridiane la spiaggia è in ombra.

Chiesa dello Spirito Santo ^

Facciata della chiesa dello Spirito Santo - Ortigia

Ripercorsa la scaletta e tornato sull’isola, potrai vedere la facciata della chiesa dello Spirito Santo, direttamente sul lungomare cittadino. Le sue dimensioni sono importanti, infatti rappresentava una delle quattro basiliche della città durante il IV secolo.

Le sue forme non sono però così antiche, la chiesa è infatti stata totalmente ricostruita nel 1727, dopo il terremoto. La facciata è a contrasto con il resto della struttura, ed è dotata di tre ordini raccordati da volute e scandita da lesene. Interamente costruita in pietra calcarea chiara, è costellata di elementi decorativi e nicchie oggi vuote.

La chiesa dello Spirito Santo di Ortigia è inoltre dotata di una grande cupola. Purtroppo però non versa in ottime condizioni, a causa dell’incuria degli ultimi anni.

Chiesa di Santa Maria Aracoeli ^

Facciata della chiesa di Santa Maria Aracoeli

Un’altra grande chiesa di Ortigia è la chiesa di Santa Maria Aracoeli, collegata all’omonimo monastero. Questo nacque durante il cinquecento, ma subì grossi danni durante il terremoto del 1693. Siccome la chiesa era facilmente ripristinabile, questa venne sistemata in poco tempo, mentre il monastero fu abbandonato dall’ordine religioso e trasformato prima in asilo, poi in scuola femminile e successivamente in comando militare.

Nel 1881 i militari lasciarono la struttura che venne nuovamente trasformata in scuola elementare. Dopo essere tornato un asilo, oggi ospita la sede dell’istituto nautico. Rimane invece invariata la chiesa di Santa Maria Aracoeli, con la sua facciata maestosa in pietra chiara, anticipata da una scalinata che si allunga verso il sagrato. Nel primo ordine ci sono una serie di nicchie vuote, che continuano in parte nel secondo ordine dove si alternano con grandi finestre ad arco.

Chiesa di San Domenico ^

Facciata della chiesa di San Domenico

Praticamente adiacente alla chiesa di Santa Maria Aracoeli, c’è la chiesa di San Domenico, le cui condizioni sono piuttosto critiche. Risalente al duecento, era originariamente una delle chiese più ricche della città, dotata di ben nove altari.

Voluta dalla famiglia Arezzo, ospitava nei pressi di uno degli altari un mausoleo in marmo con l’effige del fondatore della chiesa. L’altare principale era invece consacrato a San Domenico, all’epoca rappresentato in un grande dipinto, ora rimosso. Al di sopra del portale d’ingresso, sostenuto da colonne tortili in pietra bianca, c’era invece il coro.

La chiesa di San Domenico era talmente importante, da avere ospitato i funerali del Governatore della Camera Reginale Giovanne de Carderas nel 1496.

La facciata appare divisa in due ordini attraverso una cornice marcapiano nella quale si congiungono le lesene del primo e del secondo ordine, presenta condizioni critiche con la vegetazione che si sta appropriando della struttura.

Museo Aretuso dei Pupi ^

Ingresso al museo aretuso dei Pupi - Palazzo Midiri-Cardona

A poca distanza dalla chiesa di San Domenico vedrai una targa al pian terreno del palazzo Midiri-Cardona. Questa indica il museo aretuso dei Pupi. Ortigia e Siracusa hanno infatti un’antica tradizione dei Pupi e visitando il museo potrai scoprirla attraverso aneddoti ed un’esposizione di marionette, pupi e oggetti di scena.

Potrai anche ripercorrere la storia dei fratelli Vaccaro, due celebri pupari locali abilissimi nell’animare queste figure di legno e cartapesta.

Teatro comunale di Ortigia ^

Teatro Comunale di Ortigia

Il teatro comunale di Ortigia è spesso il luogo in cui vanno in scena gli spettacoli dei Pupi. Ma non solo.

Anche conosciuto come teatro Massimo, aprì i battenti nel 1897. La sua facciata è imponente, caratterizzata da un porticato al pian terreno che veniva originariamente impiegato per la sosta delle carrozze che portavano qui gli spettatori.

Oggi al suo interno può ospitare circa 500 persone, ma prima dei lavori di manutenzione questo numero arrivava a 700 persone, su tre ordini di palchi e un ampio loggione. A decorare gli interni ci sono alcuni dipinti di Gustavo Mancinelli, tra cui quello della volta centrale che ritrae Dafne in un bosco popolato di ninfe.

Rimase attivo ininterrottamente fino al 1962, quando le sue condizionio ne imposero la chiusura per lavori di manutenzione. I lavori si prolungarono a lungo, tanto che venne restituito alla cittadinanza esclusivamente nel 2016.

Via della Giudecca ^

Sarai così giunto nel quartiere ebraico di Ortigia, come testimonia anche la presenza di via della Giudecca. Questo quartiere conserva ancora oggi l’antico assetto greco della città, mantenuto invariato durante l’epoca medievale.

Purtroppo, salvo qualche sporadico caso, i palazzi dei giorni nostri non sono una grande testimonianza della presenza ebraica in città. Infatti gli ebrei riutilizzarono per lo più edifici già esistenti e li adattarono a sinagoga, ospedale, bagni per la purificazione delle donne, beccheria e botteghe. Inoltre, a causa del terremoto del 1693, i palazzi vennero ricostruiti in uno stile uniforme al resto del centro storico.

Chiesa di San Giovannello ^

Facciata della chiesa di San Giovannello

Continuando la tua visita alla scoperta di Ortigia, sempre nel quartiere Giudecca, ti imbatterai nella facciata della chiesa di San Giovannello, anche nota come chiesa di San Giovanni Battista.

Le sue origini sono piuttosto antiche, nacque infatti nel IV secolo come basilica paleocristiana. In un secondo momento divenne la sinagoga ebraica, tanto che nei piani interrati erano presenti i bagni di purificazione. Solo successivamente al 1492 tornò ad essere una chiesa cristiana e tale rimase fino al 1915.
Successivamente venne impiegata come teatro e auditorium, salvo essere riaperta al culto nel 2015.

Come puoi vedere, la facciata è piuttosto antica. Si è infatti salvata dal terremoto del 1693 e risale al 1380. Caratterizzata da un grande portale quattrocentesco ad arco ogivale, sormontato da un rosone, sul lato sinistro presenta un campanile a vela. Dietro la facciata non è presente il tetto della struttura, tanto che tutte le funzioni si celebrano all’aperto.

Palazzo del Bagno Ebraico ^

Ingresso al palazzo del Bagno Ebraico

Tra ciò che rimane del quartiere ebraico di Ortigia, c’è il palazzo del bagno ebraico. Questo luogo era al centro delle celebrazioni spirituali e oggi attira numerosi turisti. Noto anche come miqweh, è uno spazio ricavato nei sotterranei (a 18 metri di profondità rispetto al livello stradale) di un palazzo patrizio che oggi è sede di un hotel.

Il bagno ebraico è alimentato direttamente da acqua sorgiva e conserva ancora oggi conserva lo stesso aspetto di quando i fedeli erano soliti immergersi completamente per cancellare i loro peccati.

Il bagno ebraico di Ortigia è uno dei più antichi di tutta Europa e potrai visitarlo in determinati orari di apertura. Per raggiungerlo dovrai camminare per un cunicolo scavato nella roccia che scende fino a una piccola stanza rettangolare con tre vasche. Qui troverai inoltre dei vestiboli ricavati in archi scavati nella roccia ed ulteriori vasche ricavate anche dall’antico acquedotto greco.

Forte Vigliena ^

Raggiungi ora nuovamente il lungomare, ovvero quella strada rialzata che segue il profilo della costa a strapiombo sull’acqua. Noterai un fortino che si allunga tra le onde. Questo è il forte Vigliena, oggi impiegato come solarium e come accesso al mare dal centro storico.

Questo forte a picco sul mare è un massiccio bastione in pietra che veniva utilizzato dai siracusani per proteggere loro stessi e la città dalle incursioni dei pirati. Costruito durante la dominazione spagnola, venne in parte abbattuto nel 1893 e successivamente bombardato prima dello sbarco degli alleati durante la seconda guerra mondiale.

Dalle sue scalette puoi raggiungere il mare e anche alcuni scogli, su cui fermarti a riposare o a prendere un po’ di sole nei mesi più caldi.

Chiesa di San Filippo Apostolo ^

Facciata della chiesa di San Filippo Apostolo

La prossima tappa nella scoperta di Ortigia è la chiesa di San Filippo Apostolo. Questa piccola chiesa è un’importante testimonianza dell’evoluzione della città. Lo spazio occupato dalla chiesa era infatti anticamente utilizzato come cava, poi trasformata in ipogeo paleocristiano. Quando gli ebrei arrivarono in città trasformarono nuovamente questo spazio nei bagni di purificazione per le donne, avendovi sopra costruito la sinagoga. Tale rimase fino al 1492, quando il re Ferdinando emanò l’editto di espulsione degli ebrei.

Solo successivamente la confraternita di San Filippo costruì la prima chiesa, andata però persa durante il terremoto del 1693. Prima di iniziare la ricostruzione, la cripta sotterranea venne adeguata per ospitare l’ossario in cui seppellire le famiglie più importanti della confraternita. A metà del settecento la nuova chiesa di San Filippo Apostolo era già pronta.

La facciata è divisa in due ordini, con il sottostante scandito da paraste e quello superiore con uno sviluppo piramidale, e si affaccia su di una bella piazzetta circolare. Gli interni sono invece disposti su di una pianta a croce greca con una cupola centrale.

Chiesa di San Francesco all’Immacolata ^

Facciata della chiesa di San Francesco all'Immacolata - Ortigia

In pochi passi sarai al cospetto della chiesa di San Francesco all’Immacolata. Nonostante l’aspetto attuale, le sue origini sono antiche e si fondano nel XIV secolo.

La facciata barocca fa parte della ricostruzione settecentesca ed ha una forma leggermente concava. Gli interni presentano affreschi sulla volta che raffigurano l’Immacolata Concezione e i Santi Francesco e Antonio. Gli spazi sono organizzati su di una navata unica con portali quattrocenteschi.

Il campanile, rivisto durante l’ottocento, presenta l’orologio della chiesa di Sant’Andrea, oggi demolita.

Resti delle mura greche ^

Resti delle mura greche ad Ortigia

Passeggiando per Ortigia avrai la possibilità di vedere parte dei resti delle mura greche. Sei a poca distanza dai resti del tempio di Apollo, visitati all’inizio di questo itinerario di Ortigia.

Questi frammenti di mura sono stati riportati alla luce alla fine degli anni settanta dello scorso secolo, mentre si stava costruendo un nuovo ramo delle fognature cittadine. Qui erano presenti due torri quadrangolari di 8,35 metri di lato. Tra le torri si apriva il varco di una porta.

I resti di queste mura risalgono al periodo tra il V e il IV secolo avanti Cristo e rappresentano oggi l’unica testimonianza visibile delle antiche mura di fortificazione di Ortigia. Queste vennero volute dal tiranno Dionigi, per compiere la sua strategia di difesa nei confronti dei Cartaginesi.

Porta Marina ^

Porta Marina di Ortigia - Ingresso dal mare

L’itinerario alla scoperta di Ortigia è ormai concluso, ma prima di lasciare quest’isola dirigiti verso porta Marina. Questa rappresentava un ingresso secondario alla città durante l’epoca della dominazione spagnola, ovvero il quattrocento. Aperta direttamente nelle mura, porta Marina ne conserva ancora oggi una bella porzione.

Attraverso porta Marina era possibile raggiungere il cuore cittadino dal porto Grande.

Sulla sommità, al centro, puoi ancora vedere la postazione che veniva utilizzata dalle guardie per sorvegliare l’ingresso. Tra l’arco e la postazione di guardia c’è invece un’edicola in stile catalano, con una modanatura a cornice che rappresenta motivi geometrici e vegetali.

Ponte Umbertino ^

Ponte Umbertino che collega Ortigia a Siracusa

Anche se a malincuore, è giunta l’ora di lasciare Ortigia, anche se sono certo che deciderai di tornare a visitarla. Per farlo puoi percorrere il ponte Umbertino, che collega l’isola a Siracusa.

Intitolato a re Umberto I, il ponte Umbertino risale alla fine dell’ottocento, quando venne costruito in sostituzione di un precedente ponte in legno. La sua struttura in pietra è caratterizzata da bassi archi che quasi sfiorano il livello dell’acqua. Il piano stradale è invece stretto tra balaustre neoclassiche, sempre in pietra, dalle quali emergono lampioni in ferro battuto.

L’intera struttura poggia su di un isolotto artificiale.

Mappa di Ortigia ^

Ecco la mappa che puoi seguire per la tua visita di Ortigia. Potrai percorrerla interamente a piedi e, nonostante le dimensioni tutto sommate ridotte di questa isola, alla fine dell’itinerario ti accorgerai di aver percorso diversi chilometri.

Hotel ad Ortigia ^

Se stai visitando Ortigia non avrai difficoltà a trovare una camera. Questa è infatti una delle destinazioni più note e gettonate di tutta la Sicilia. Per questo motivo i prezzi possono anche essere elevati, soprattutto in alta stagione.

A questo link trovi numerosi hotel e bed and breakfast disponibili ad Ortigia (consulta la mappa per vedere la posizione).

Tuttavia dormire sull’isola di Ortigia ti permetterà di godere a pieno dell’isola. Se viaggi in auto dovrai però far fronte alla scomodità di non avere libero accesso al centro per poter parcheggiare. Per questo motivo una valida alternativa ad Ortigia, a pochissima distanza, è il centro di Siracusa.

Siracusa, piuttosto trafficata, ha un centro più recente e molte strutture in cui puoi soggiornare. Il fatto di essere leggermente più distanti dall’isola di Ortigia significa anche poter trovare alloggi a prezzi più abbordabili.

Clicca qui per vedere le strutture disponibili a Siracusa.

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Cosa vedere a Ortigia in Un GiornoOrtigia è la celebre isola di Siracusa. Scopri in questa guida tutte attrazioni del suo centro storico annoverato nel patrimonio UNESCO.https://www.lorenzotaccioli.it/cosa-vedere-a-ortigia-in-un-giorno/
Lorenzo Taccioli