Cosa Vedere a Ortona in Un Giorno

Interni del Castello Aragonese di Ortona

Ortona è celebre per l’omonima battaglia che qui si disputò nel 1943 durante la seconda guerra mondiale. Purtroppo ciò portò distruzione in città ed oggi buona parte del centro storico è stato ricostruito ed è quindi di epoca novecentesca.

Ortona non può quindi puntare su uno smisurato patrimonio storico, ma merita comunque una visita per il contesto paesaggistico in cui si trova e per alcuni suoi antichi monumenti che si sono salvati. Primo tra tutti il castello aragonese.

Ti consiglio di dedicare una mezza giornata alla cittadina, lasciando poi il tempo rimanente per scoprire qualcosa nei dintorni, come Pescara, Lanciano o la costa dei Trabocchi.

Dove si trova Ortona ^

Il centro storico di Ortona è in provincia di Chieti, da cui dista circa 30 chilometri in direzione sud est. Siamo quindi in Abruzzo e più in particolare sulla costa Adriatica, dove prende il via la celebre costa dei Trabocchi.

Ortona è poco oltre la metà della regione Abruzzo, spostata verso la parte meridionale. Il suo centro storico sorge sopra a una falesia naturale, ad un’altitudine di circa 72 metri sul livello del mare. Proprio il mare è un importante fattore per la città, grazie al suo porto.

Cosa vedere ad Ortona ^

Il centro storico di Ortona sorge in posizione rialzata sul mare. Dal lungomare potrai vedere il suo celebre castello Aragonese. Io ti consiglio di iniziare la visita dal porto e vedere la città dal basso, per poi raggiungere il centro storico e muoverti a piedi per le sue vie. Di tanto in tanto ti troverai ad apprezzare il panorama, come sulla Camminata Orientale.

Potrai visitare il centro di Ortona tranquillamente in mezza giornata e dedicare il resto della giornata alla costa dei Trabocchi o a un po’ di mare.

Eccoci pronti a scoprire la città di Ortona.

Monumento a San Tommaso ^

Comincia la tua visita tra le cose da vedere ad Ortona dal porto. Recati all’interno dell’area portuale e potrai scorgere, a pochi metri dalle banchine, il monumento a San Tommaso.

La statua in bronzo di San Tommaso si erge su di una piattaforma in mattoni a scala isoscele. La statua ritrae il patrono della città nell’atto di benedire verso il mare aperto. San Tommaso è infatti protettore anche dei viaggi in mare aperto e, unito al fatto che le reliquie del santo arrivarono ad Ortona nel 1258 attraverso il porto, rappresentano un omaggio a questa figura religiosa.

Alzando lo sguardo, dietro al monumento di San Tommaso vedrai la collina con il centro storico di Ortona. Da qui puoi identificare la passeggiata orientale e la struttura del castello aragonese.

Chiesa della Santissima Trinità ^

Raggiungi ora il centro storico. Se sei in auto ti consiglio di parcheggiare nei pressi del cimitero cittadino: la posizione non è delle più allegre, ma è qui che inizia l’itinerario alla scoperta del centro storico. Qui troverai anche svariati posteggi gratuiti in cui lasciare l’automobile.

La chiesa della Santissima Trinità è proprio adiacente al cimitero e si presenta con una facciata un po’ datata. Proprio sulla facciata trovi riportata la data del 1626, anno a cui risale la costruzione della chiesa, voluta dai frati minori francescani che qui edificarono il loro monastero. Quest’ultimo sorge alla sinistra della chiesa ed oggi è inglobato nel cimitero.

Le linee della chiesa della Santissima Trinità sono essenziali. La facciata è anticipata da un portico a quattro arcate dalle dimensioni asimmetriche tra loro e, dietro, la struttura ha una forma a capanna. Il campanile a vela è invece sul fianco destro dell’edificio, seminascosto dagli alti cipressi.

Gli interni della chiesa della Santissima Trinità sono organizzati su di un’unica navata in stile barocco, a cui sono affiancate tre cappelle sull lato sinistro. Al termine della navata c’è l’altare maggiore, in legno, risalente al 1745 e dotato di un tabernacolo intarsiato.

Passando per il cimitero potrai raggiungere anche il chiostro interno del vecchio monastero. Questo presenta forme piuttosto regolari e un pozzo centrale. Sui lati corrono i porticati in differenti stili e, su di un lato, sono presenti due file di archi a tutto sesto.

Resti delle Mura Caldoriane ^

Resti delle mura Caldoriane con statua della Madonna Acefala

Dirigiti ora in direzione del castello. Intorno al centro storico è ancora possibile vedere alcuni resti delle mura Caldoriane, così chiamate perché attribuite al condottiero Giacomo Caldora. Costui, infatti, le fece erigere durante la prima metà del XV secolo. Queste mura chiudevano i quartieri di Terravecchia e di Terranova ed erano dotate di cinque porte.

Le mura Caldoriane furono abbattute dopo il 1850, ma sono giunti fino a noi due tratti ancora in piedi.

In un tratto delle mura Caldoriane trovi anche l’icona trecentesca di una Madonna acefala con Bambino, anch’esso acefalo. Dovrai cercare bene tra le pietre per identificare la piccola statue di colore chiaro, qui applicata come valore apotropaico. Il motivo per il quale entrambe le figure risultino decapitate non è mai stato chiarito.

Castello Aragonese ^

Il castello aragonese è uno sei simboli della città di Ortona. L’attuale costruzione risale agli anni tra il 1450 e il 1470, ma in questa posizione panoramica era già precedentemente presente un fortino di origine medioevale.

La struttura precedente venne voluta dal condottiero Giacomo Caldora, che fortificò la città con delle imponenti mura che oggi portano il suo nome. Il fortino e le mura servivano a proteggere Ortona dall’invasione degli aragonesi, che riuscirono però ad entrare in città nel 1452. A quel punto decisero di modificare il castello dandogli una forma quadrandolare in stile rinascimentale. La sua posizione è direttamente a strapiombo sul mare, così da proteggere il porto cittadino. Da qui potrai vedere anche la costa dei Trabocchi che parte proprio da Ortona e si allunga verso sud fino a Vasto.

Ortona ha sempre avuto bisogno di essere protetta, perché rappresenta fin dai tempi antichi un importante scalo commerciale. Originariamente il castello era dotato di cinque torrioni disposti lungo le mura circondate da un fossato. All’interno del castello era presente una torre che serviva per eventuali ritirate.
Oggi sono rimasti in piedi solamente quattro torrioni, ovvero i bastioni angolari, di forma rotonda e altamente scarpati, come era usuale nello schema aragonese. La tecnica della scarpatura si ritrova anche nella base della mura e serviva a garantire maggior protezione al forte. Le torri del castello aragonese hanno la stessa altezza delle mura e ciò era stato pensato per rendere più agevole il camminamento di ronda.

Nella seconda metà XVI secolo il castello venne rivisto dagli architetti spagnoli che, nel frattempo, controllavano il territorio. In quel contesto fu eliminata la torre centrale e aggiunta una quadrangolare più piccola lungo le mura occidentali.

Nei secoli successivi passò più volte di mano tra i privati e il comune e svolse diverse funzioni, come deposito di polvere da sparo, abitazione privata e giardino all’inglese. Oggi è di nuovo nelle proprietà del comune di Ortona che dopo un consolidamento e una profonda ristrutturazione dovuta ai danni riportati durante la seconda guerra mondiale, l’ha restituito alla cittadinanza. Delle quattro torri angolari, ne sono sopravvissute solo tre. Inoltre del palazzo residenziale addossato al lato occidentale, rimane solo un muro perimetrale dotato di decorazioni sulla cornice.

Biblioteca Diocesana San Domenico ^

Facciata della biblioteca diocesana di San Domenico nella chiesa di San Domenico

Imbocca corso Matteotti, che ti condurrà fino al cuore di Ortona. In pochi passi ti troverai al cospetto della biblioteca diocesana San Domenico su via Leone Acciaiuoli.

La biblioteca è ospitata all’interno della vecchia chiesa di San Domenico, ricostruita in seguito alla distruzione della battaglia di Ortona del 1943 e oggi sconsacrata.

I suoi interni non hanno conservato molto di storico, e vi potrai trovare quasi 28000 testi, con una specializzazione in filosofia religiosa, ma anche altre discipline come letteratura, storia e arte. Inoltre c’è l’archivio storico della parrocchia di San Tommaso, con pergamene e composizioni di musica sacra del XVIII e XIX secolo.

La chiesa di San Domenico faceva parte del convento agostiniano, fondato nel XIV secolo e soppresso a inizio ottocento. Il monastero fu impiegato per scopi civili fino a divenire oggi una palestra, mentre la chiesa rimase attiva fino al 1941, quando fu trasformata nella biblioteca diocesana San Domenico. Ancora oggi puoi però vedere il portale in pietra arenaria del quattrocento/cinquecento.

Museo Musicale d’Abruzzo ^

Procedi fino al museo musicale d’Abruzzo, aperto nel 1994 e reso possibile grazie alla donazione del Fondo Tosti. Questo ha messo a disposizione materiali come cimeli, foto, corrispondenza, manoscritti che hanno permesso di ricostruire la vita di Francesco Paolo Tosti, il musicista nato ad Ortona nel 1846.

Al fondo Tosti si sono poi aggiungi il fondo Albanese e il fondo De Luca, che hanno permesso di incrementare le opere e le testimonianze di proprietà del museo musicale d’Abruzzo.

Ingresso di Palazzo Corvo a Ortona
Palazzo Corvo e ingresso al museo musicale d'Abruzzo

Al suo interno trovi tre sezioni: la prima dedicata ai musicisti da cui provengono i fondi messi in mostra, la seconda mette in mostra strumenti musicali classici, mentre la terza è legata all’iconografia. Qui trovi esposti i lavori dei partecipanti al concorso internazionale di ex musicis.

Il museo musicale d’Abruzzo è all’interno del palazzo Corvo, nato come convento degli agostiniani e trasferito poi ai baroni Corvo che lo utilizzarono come residenza.

Cattedrale di San Tommaso ^

Giungi così alla chiesa più importante di tutta Ortona: la cattedrale di San Tommaso. Purtroppo la piazza San Tommaso su cui si affaccia non è chiusa al traffico e le numerose automobili rovinano un po’ il contesto.

Cupola della cattedrale di San Tommaso - Ortona

Le origini di questa chiesa non sono chiare, ma ci sono prove che occupi i luogo in cui prima erano presenti chiese pagane. Durante i secoli venne più volte ricostruita, come nel 1125 a causa di un terremoto e nel 1127 a causa della furia distruttiva di Goffredo il Normanno. Anche in epoca cinquecentesca fu ricostruita, dopo l’invasione turca nel 1566. Altre ricostruzioni avvennero nel seicento e nel settecento, mentre l’ultima si rese necessaria tra il 1946 e il 1949 quando la città fu vittima dei bombardamenti della seconda guerra mondiale nel 1943.

La cattedrale è titolata a San Tommaso, di cui conserva le reliquie dal 1258, quando le sue spoglie vennero trasferite qui dall’isola di Scio.

La grande facciata è in cotto e il suo portale monumentale è quello originario del 1311, riassemblato dopo i danni dei bombardamenti. Anche l’ingresso laterale è quello storico, recuperato dopo la guerra.

Gli interni della chiesa sono organizzati su di una larga navata su cui si affacciano le cappelle laterali. Il presbiterio è rialzato e coperto da una cupola ben visibile anche dalla piazza antistante la chiesa.

Sotto la cattedrale di San Tommaso c’è una cripta, in cui sono conservati i resti del santo. La copertura di questo spazio è realizzata attraverso un sistema di travi a raggiera, risalente al 1969. Qui c’è anche la pietra tombale risalente al III/V secolo su cui è ripostata l’espressione O OSIOS THOMAS, ovvero San Tommaso. Questa è completata anche dal bassorilievo rappresentante un uomo con la barba in posa benedicente. Nella parte bassa della pietra ci sono due fori che nei primi secoli del cristianesimo erano utilizzati per introdurre nelle tombe balsami e profumi come aloe, mirra e incenso. Inoltre attraverso questi fori si producevano le reliquie da contatto, ovvero oggetti che venivano tenuti a contatto con le spoglie del santo.

A completare la cattedrale di San Tommaso c’è il museo diocesano, che conserva svariate opere, come paramenti sacri, ceramiche, argenterie e antichi reperti medioevali. Questo è ospitato in tre sale che scandiscano il fianco sinistro della chiesa, dove anticamente c’erano le cappelle del Rosario, del Battistero e di Sant’Onofrio.

Palazzo Farnese ^

Passeggiando per le vie di Ortona raggiungi il palazzo Farnese. Questo edificio è importante perché costruito su decisione di Margherita d’Austria, figlia di Carlo V. Presenta uno stile tardorinascimentale ed ha una forma a base rettangolare. Sui lati lunghi puoi vedere una serie di finestre con timpani alternati e un bugnato rustico agli angoli dell’edificio.

La sua origine risale al 1584, quando già allora con i suoi quasi 50 metri per lato rappresentava un importantissimo edificio. Al suo interno trovava sede il sovraintendente ai beni farnesiani d’Abruzzo. Successivamente, nel 1795, passò in mano alla famiglia Berardi, dopo che 13 anni prima ne crollò una grande parte (quella orientale).

Oggi palazzo Farnese è di proprietà del comune di Ortona che nel 1975 operò un grande restauro.

Piazza della Repubblica ^

Piazza della Repubblica è una delle piazze principali di Ortona. Da qui si origina la via dello struscio, ovvero corso Vittorio Emanuele.

Su piazza della Repubblica si affacciano edifici storici e non. Tra questi c’è anche il municipio cittadino, dalla facciata gialla e semplice. Un terrazzo al primo piano incornicia le due portefinestre centrali, mentre al culmine della facciata c’è un orologio ingolbato all’interno della struttura.

Su di un lato di piazza della Repubblica c’è invece la chiesa del Purgatorio, risalente al XIX secolo. La facciata è estremamente semplice e dotata di un portone di ingresso con arco a tutto sesto. Più particolare è invece il campanile che la affianca, in mattoni e dalla forma a torre. La parte sommitale è dotata di una loggia con archetti a tutto sesto e due campane nella cella campanaria. Gli interni sono moderni e distribuiti su di un’unica navata a pianta quadrata.

Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria ^

Di dimensioni ben più ampie è invece la chiesa di Santa Caterina d’Alessandria. Nata insieme al monastero benedettino di Sant’Anna è collegata all’oratorio del Crocifisso miracoloso. Di origine duecentesca è infatti formata da due strutture: quella secondaria immette nell’attuale cappella musicale San Tommaso, ovvero l’oratorio del Crocifisso miracoloso. Questa è la parte più antica di tutto il complesso e il suo nome è legato al crocifisso che qui era ospitato e che nel 1566 si legò al miracolo secondo cui l’affresco del Cristo crocifisso prese a sanguinare dal costato. Il sangue venne poi raccolto in ampolle e si pensa che a questo fatto sia legata la mancata distruzione della chiesa da parte dei turchi che invasero la città.

Fianco della chiesa di Santa Caterina d'Alessandria e oratorio del Crocifisso miracoloso
Facciata della chiesa di Santa Caterina d'Alessandria - Ortona

La chiesa di Santa Caterina d’Alessandria è invece la parte più recente, risalente al 1327 e in stile barocco. La sua facciata dà verso corso Garibaldi ed è composta da un portico a tre archi a tutto sesto, sormontati da un piccolo rosone. Sotto al portico c’è un portale tardo romanico incorniciato con fregi. Questa chiese venne poi ristrutturata e modificata nel settecento e dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale.

Gli interni della chiesa sono organizzati su di un’unica navata e necessitano di un profondo restauro. Qui troverai dei decori in stucco tardo barocchi e una serie di cappelle laterali.

Museo della battaglia di Ortona ^

All’interno dell’ex convento di Sant’Anna è stato allestito il museo della battaglia di Ortona, dopo che gli stessi spazi vennero impiegati come Casa del Fascio nel ventennio.

La battaglia di Ortona si tenne tra il 20 e il 28 dicembre del 1943, durante la seconda guerra mondiale, sulla linea nota come linea Gustav. Lo scontro fu tra gli alleati canadesi e i nazisti tedeschi. In quello scontro Hitler comandò che la fortezza di Ortona doveva essere difesa fino all’ultimo uomo. Gli scontri furono piuttosto violenti ed erano strategici per gli alleati al fine di aprirsi un varco verso Roma sul lato adriatico. Sulla città piovvero circa un milione e duecentomila proiettili, che la trasformarono in un cumulo di macerie, e i tedeschi con l’intento di eliminare punti di riferimento fecero saltare il campanile della città. L’arrivo dei rinforzi canadesi via mare fece sì che i tedeschi batterono in ritirata. Il bilancio fu drammatico: 800 morti tedeschi, 1400 morti canadesi e 1300 civili morti che non vollero abbandonare le loro case durante gli scontri.

Museo della battaglia di Ortona

Il museo della battaglia di Ortona ha aperto le porte nel 2002 e mette in mostra un percorso dettagliato sulle vicende che videro Ortona protagonista durante la seconda guerra mondiale. Al suo interno sono esposti i materiali usati dai soldati e dai generali che andarono in battaglia e che, reduci dalla guerra, donarono alla città le loro attrezzature.

A questi pezzi si affiancano le armature, le armi e il materiale bellico ritrovato nei dintorni. Il percorso espositivo si articola in tre sezioni:

  • la prima è dedicata alla popolazione coinvolta nella guerra. Qui foto, disegni e schemi raccontano il clima del periodo e sono affiancati ai primi cimeli di guerra, come cannocchiali, elmetti e scatolette tedesche e americane;
  • la seconda parla dei due schieramenti che ad Ortona si sono confrontati: i nazisti e gli alleati. Attraverso dei cartelli a muro viene spiegata la vicenda nel dettaglio. A ciò si sommano le ricostruzioni della vita in trincea per i soldati e nelle grotte per gli sfollati. Un plastico centrale mostra la distruzione di Ortona dopo la battaglia del 1943;
  • la terza mostra le strategie militari attraverso disegni e mappe utilizzati nelle pianificazioni delle battaglie.

Belvedere Tosti ^

Belvedere Tosti - Ortona

Torna ora nei pressi di palazzo Farnese. Lasciandotelo alle spalle e guardando verso il mare potrai scegliere di andare a sinistra e prendere la passeggiata Orientale oppure andare verso destra e imboccare il Belvedere Tosti.

Entrambe sono due piacevoli passeggiate panoramiche. Il Belvedere Tosti continua per circa 200 metri tra ristorantini e bar e, al di là di un parapetto in ferro, una folta vegetazione. Sotto c’è la via Marina, aperta al traffico di auto.

Si tratta di una piacevole e rilassante passeggiata panoramica, titolata a Francesco Paolo Tosti, musicista ortonese vissuto tra il 1846 e il 1916.

Passeggiata Orientale ^

Ripercorri tutto il belvedere Tosti e raggiungi nuovamente il palazzo Farnese. Da qui procedi dritto imboccando la Passeggiata Orientale. Come lascia già intendere il nome è posta sul perimetro orientale del centro storico ed è la stessa che hai potuto notare dal porto.

La Passeggiata Orientale di Ortona si snoda al fianco dei palazzi del centro storico ed è protetta da una balaustra in marmo dal quale puoi vedere il mare e il porto sottostante. Da qui potrai notare anche la celebre Costa dei Trabocchi, che comincia ad Ortona e continua verso sud fino a Vasto.

Questa passeggiata è sorretta dalle opere di contenimento create per conferire stabilità al centro cittadino e, percorrendola internamente, arriverai nuovamente al castello aragonese. La sua lunghezza è di circa 400 metri e si origina in corrispondenza del palazzo Farnese.

Piazza degli Eroi Canadesi già piazza del Plebiscito ^

Piazza degli eroi canadesi - già piazza del Plebiscito e cupola della Cattedrale di San Tommaso

Prima di lasciare il centro storico di Ortona raggiungi piazza degli Eroi Canadesi, già nota come piazza del Plebiscito. Questa piazza è stata rinnovata nel 2021 e celebra la gratitudine degli ortonesi verso i canadesi che liberarono la città del dominio nazista.

Il simbolo del Canada, oltre che tra le bandiere che sventolano all’ombra della cupola della Cattedrale di San Tommaso, si ritrova anche a terra. L’arredo urbano è infatti studiato per disegnare una foglia d’acero, il cui perimetro è contornato da un’aiuola verde.

Su piazza degli Eroi Canadesi già dal 1999 è ospitato il monumento “Il Prezzo della Pace“, a cui è stata aggiunta la “Fontana dell’Amicizia“, che simboleggia l’oceano che unisce i continenti europeo e americano.

I trabocchi di Ortona ^

Trabocco Vento di Scirocco e trabocco San Giacomo a Ortona

Prima di lasciare Ortona non puoi non fare un salto a vedere i suoi trabocchi. Queste enormi macchine per la pesca caratterizzano il litorale cittadino. Qui arriva anche la Via Verde, ovvero la ciclabile che scende verso sud per tutta la costa dei Trabocchi.

Sono diversi i trabocchi che puoi vedere ad Ortona e dove ti puoi fermare per un pranzo o una cena a base di pesce. Tra questi il Mucchiola, il punta Fornace e i due adiacenti Vento di Scirocco e San Giacomo. Se però vuoi rimanere stupito da queste strutture ti consiglio di scendere più verso sud e ammirare quelli più belli che si allungano verso il mare attraverso dei lunghi trampolini in legno. Ti sarà sufficiente raggiungere la vicina San Vito Chietino per vederne di bellissimi.

Mappa dell’itinerario di Ortona ^

Ecco la mappa dell’itinerario alla scoperta di Ortona.

Leggi anche l’itinerario di nove giorni alla scoperta dell’Abruzzo.

Com’è il mare ad Ortona? ^

Il mare ad Ortona è molto piacevole. Da questa cittadina, affacciata sul mare Adriatico, parte la costa dei Trabocchi che scende verso sud fino alla cittadina di Vasto. Questo tratto di litorale è caratterizzato da una grande varietà: spiagge sabbiose e basse si alternano ad altre con ciottoli e scogliere rocciose a strapiombo sull’acqua.

Inoltre passeggiando per il lungomare potrai notare i celebri trabocchi, le antiche macchine da pesca che danno il nome alla costa. Se vuoi rilassarti in spiaggia puoi scendere fino alle spiagge più vicine alla città, ma se vuoi immergerti in un contesto naturale unico, ti consiglio di raggiungere la spiaggia dei Ripari di Giobbe, distante poco meno di 4 chilometri. Questa è immersa in un contesto naturale protetto e sorge tra due alti promontori rocciosi.

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Lorenzo Taccioli