Cosa vedere a Santa Sofia in qualche ora

Santa Sofia e il suo ponte negli Appennini

Santa Sofia è una bella cittadina negli Appenini forlivesi. Il suo centro storico è compatto e sorge sulle sponde del fiume Bidente. La visita della città è piuttosto veloce e spesso viene utilizzata come tappa verso le destinazioni nelle vicine Foreste Casentinesi: in paese si trova un forno, praticamente sulla strada, che produce dell’ottima focaccia anche la domenica e i romagnoli che vanno in montagna si riforniscono spesso proprio a Santa Sofia.

Dove si trova Santa Sofia ^

Il piccolo comune di Santa Sofia si trova in Emilia Romagna, ad una trentina di chilometri dal confine con la Toscana. Più particolare ci troviamo in provincia di Forlì-Cesena, sulle montagne sopra Forlì all’interno degli Appenini romagnoli.

Santa Sofia è anche immersa nel parco nazionale della Foreste Casentinesi, riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO dal 2017.

Cosa vedere a Santa Sofia ^

La visita di Santa Sofia richiede poche ore. Essendo una piccola cittadina di montagna, somiglia nelle dimensioni più ad un borgo. La sua via principale si sviluppa al fianco del fiume Bidente e qui si affacciano gli edifici più belli.

In appena una ventina di minuti si sarà attraversato tutto il centro storico di Santa Sofia e, infatti, la consiglio come destinazione insieme alla visita di altre destinazioni nel circondario, come per esempio la diga di Ridracoli, un trekking sul monte Falterona o una sciata in Campigna. Ovviamente sarà necessario un po’ di tempo in più per vedere meglio il borgo, ma non richiederà più di un paio d’ore.

Ecco cosa vedere nella visita di Santa Sofia.

Ponte di Santa Sofia ^

Chi arriva a Santa Sofia è impossibile che non noti già ad una prima occhiata il suo ponte sul fiume Bidente. Questo conduce infatti fino al centro storico, mentre chi è di passaggio se lo lascia alle spalle per continuare a salire sugli Appennini.

Non è ben chiaro da quanto tempo sia esistente un ponte in muratura in questo punto, ma le testimonianze rivelano che già a metà cinquecento era stato costruito un attraversamento che risultava essere malmesso e che venne ristrutturato tra il 1563 e l’anno successivo. Alcuni ipotesi parlano di un disegno dell’architetto fiorentino Bartolomeo Ammannati. Questo però non è stato l’ultimo intervento al ponte di Santa Sofia. Fu infatti vittima di un terremoto nel 1768 e fu ricostruito nuovamente nel 1835 quando venne inaugurata la strada che collegava la Romagna a Firenze, su volontà del granduca Leopoldo II. Questa strada era nota come La Traversa di Romagna.

Anche questo ponte venne distrutto, in questo caso dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale. L’attuale struttura risale al 1948, quando fu ricostruito a quattro archi, aggiungendone uno ulteriore rispetto alle versioni precedenti.

Piazza Matteotti ^

L’accesso a Santa Sofia è per mezzo di piazza Matteotti, praticamente affacciata sulla strada principale, conserva al suo interno alcuni degli edifici principali della città.

Questa lunga piazza nacque con il nome di piazza Vittorio Emanuele II e oltre ad edifici per la vita politica, come quello comunale e la torre civica, ospita anche uno degli edifici religiosi più importanti della città: la chiesetta del santissimo Crocifisso.

Nell’angolo della piazza con il fiume Bidente si trova invece un edificio isolato dagli altri: la Mereria che per diversi anni, dal 1811, ospitò il potere civico di Santa Sofia dopo che si distaccò dal comune di Galeata su volontà dei francesi che all’epoca controllavano il territorio.

Torre Civica ^

Torre Civica di Santa Sofia

Il primo monumento di Santa Sofia che si nota oltre il fiume Bidente è la torre civica. Questa svetta sui tetti dei palazzi e presenta diverse aperture lungo tutta la sua lunghezza: delle bifore sovrastate da alcuni merletti e delle trifore a coronamento.

La torre civica non nasce come opera civile, ma nel XVI secolo rispondeva alla funzione di campanile per la chiesa di Santa Maria, poi demolita. Conservò questo ruolo religioso per diversi secoli, fino a quando nell’ottocento non divenne effettivamente la torre civica. In quel momento vennero riviste anche le sue sembianze, dandogli una connotazione medievale e richiamando, nello stile, il Palazzo Vecchio di Firenze. Bisogna infatti considerare che fino al 1923 Santa Sofia appartenne alla provincia fiorentina.

La torre civica di Santa Sofia, così come l’adiacente palazzo Crisolini Malatesta, ha un aspetto antico, ma in realtà venne ricostruita in stile neogotico dopo il disastroso terremoto del 1918.

Palazzo Comunale Crisolini Malatesta ^

Al fianco della torre civica sorge un altro importante edificio cittadino, il palazzo Crisolini Malatesta, che svolge la funzione di municipio di Santa Sofia.

Tra tutti gli edifici che si trovano su piazza Matteotti, questo è senza dubbio il più massiccio. Anche originariamente era dotato di una facciata sobria con sei finestre al piano nobile e un grande portale di ingresso sormontato da un balcone. Come la vicina torre venne ricostruito in stile neogotico dopo il terremoto del 1918, ma già prima ospitava il comune cittadino.

Inizialmente il palazzo comunale era rappresentato dalla Mereria, ma a metà dell’ottocento venne adibito a questa funzione proprio il palazzo Crisolini Malatesta, su volontà del gonfaloniere, il conte Nicolò Gentili.

Fino agli anni sessanta dello scorso secolo, l’edificio era sormontato da un grande torrione dotato di loggiato, che risultava però essere ormai decadente e pericolante, per cui si decise di abbatterlo. Al torrione erano stati aggiunti strati di calcestruzzo dopo la prima guerra mondiale e la sua struttura poggiava su di una torre più antica costruita con ciottoli e laterizio che non riuscivano più a reggere il peso.

Oggi palazzo Crisolini Malatesta è un bel palazzo, ottimamente conservato, con un merletto a coda di rondine come coronamento. Sulla sua facciata, al piano nobile, quattro finestre laterali sono divise da una bifora centrale. Tutte sono dotate di balconcino e vengono richiamate al pian terreno e al secondo piano da altrettante aperture (porte e finestre) tutte caratterizzate da una forma ad arco acuto.

Palazzo Giorgi ^

Un altro degli importanti palazzi che incrociamo nella nostra passeggiata per Santa Sofia è palazzo Giorgi, anche noto come palazzo Mortani per via della famiglia che lo fece costruire a fine seicento.

Oggi palazzo Giorgi ospita una banca e la sua facciata in stile tardo barocco è ben conservata. Le finestre sono decorate con bassorilievi differenti per ogni piano, con stili che vanno dal classico al barocco fino al rinascimentale. Il portale d’ingresso è sormontato da un balcone con una balaustra in arenaria appoggiato su due mensole.

I piani interni del palazzo Giorgi sono collegati tra loro attraverso un’unica scala, coperta da volte a botte e volte emisferiche. Gli interni sono decorati da affreschi risalenti per lo più all’ottocento, quando l’edificio venne ristrutturato.

Palazzo Giorgi ha una doppia facciata, quella sul lato del fiume in cui si possono scorgere le insegne della banca, e quella sul parco della Resistenza anticamente di proprietà del palazzo. Questa è la parte più antica a cui è annessa quella che anticamente era una grande filanda. Fino agli anni settanta la tessitura della seta rappresentò un grande business per Santa Sofia e questa era una delle filande più produttive, nonchè la seconda più antica di tutta la città.

Parco della Resistenza ^

Quasi nascosto dagli edifici che si innalzano davanti al fiume Bidente, c’è il parco della Resistenza, anche noto come parco Giorgi. Venne realizzato nel XVIII secolo come parco privato per la famiglia Mortani Giorgi ed era diviso in due parti: quella più alta era piantumata a bosco, mentre quella più bassa adiacente al palazzo sottostante era un giardino con aiuole fiorite e, al centro, una grande magnolia grandiflora circondata da alberi.

Ancora oggi, visitando il parco della Resistenza, si può salire e scendere per i suoi sentieri originali e notare il muro di cinta a secco originale dell’ottocento. Venne costruito per limitare l’area della filanda, che oggi è utilizzata come biblioteca comunale.

Agli inizi del novecento furono addossati al parco della Resistenza diversi edifici, oltre a quello dell’ospedale Nefetti.

All’interno del parco della Resistenza è presente anche la grande opera d’arte “Santa Sofia ’93” di Mauro Staccioli. Quest’opera venne realizzata per il concorso artistico i cui risultati si possono vedere tutt’ora lungo la sponda del fiume. Santa Sofia ’93 è composto da tre grandi ruote in cemento e ferro che stanno in equilibio sul parco, coniungando pesantezza e leggerezza, equilibrio e intabilità, dando un aspetto metafisico al paesaggio.

Chiesa del Santissimo Crocifisso ^

Tra gli altri palazzi storici che si affacciano su piazza Matteotti non si può dimenticare anche la chiesa del Santissimo Crocifisso, anche nota come oratorio del Gonfalone. Si tratta di uno degli edifici più antichi di tutta Santa Sofia, sopratutto tra quelli religiosi.

La chiesa del Santissimo Crocifisso venne infatti eretta nel cinquecento, per poi essere ricostruita dopo il terremoto del 1918. La sua stretta facciata sembra quasi incompiuta per la sua semplicità e per la totale assenza di capitelli e lesene sulla parte terminale.

Ciò che rende celebre la chiesa del Santissimo Crocifisso di Santa Sofia è la presenza, al suo interno, di un crocifisso in legno del XV secolo che la tradizione narra essere stato trasportato galleggiando sulle acque del fiume Bidente durante una piena. Il crocifisso arrivò qui e in quell’esatto punto venne poi eretto l’oratorio. Oggi viene conservato proprio sopra all’altare dietro ad una teca.

Sulla parete destra della chiesa è presente anche la Pietà del pittore fiorentinio Giuseppe Bezzuoli, vissuto a cavallo tra il settecento e l’ottocento e che fu un grande esponente della pittura romanica toscana.

Parco Fluviale Giorgio Zanniboni ^

Il lungofiume Bidente di Santa Sofia è stato progressivamente trasformato in un parco artistico. Noto come parco fluviale Giorgio Zanniboni, dal nome del suo ideatore negli anni ottanta, venne realizzato da Romagna Acque, di cui Zanniboni era presidente, tra il 2005 e il 2012.

Il parco fluviale Giorgio Zanniboni è una piacevole passeggiata sulla sponda del fiume che dal centro storico di Santa Sofia si allunga fino alla zona di Capaccio, nei pressi del centro operativo e dell’impianto di potabilizzazione di Romagna Acque. La passeggiata è arricchita da numerosissime opere d’arte, studiate per rimanere all’esterno e resistere anche alle rigide temperature invernali di un paesino degli Appennini come Santa Sofia.

Qui l’arte contemporanea dialoga con la storia del paese e con la natura circostante e rappresenta un museo a cielo aperto in continua evoluzione, che si arricchisce di opere di anno in anno.

Chiesa di Santa Lucia ^

L’altra importante chiesa di Santa Sofia è quella di Santa Lucia. Si tratta anche dell’edificio religioso più importante di tutto il centro storico per dimensioni e possibilità di accoglienza dei fedeli.

Inizialmente la chiesa di Santa Lucia venne costruita prima del ponte sul fiume Bidente, demolita nel 1835 per fare spazio alle logge che oggi affiancano il municipio cittadino. Venne quindi ricostruita nella sua attuale posizione con il campanile che si innalza nel retro del fianco sinistro. Il campanile è dotato di diverse aperture, da monofore ai piani inferiori, fino a bifore al piano sottostante la cella campanaria. L’intera facciata e il fianco della chiesa sono decorati da motivi con archetti che si ritrovano a più livelli.

Internamente la chiesa di Santa Lucia è abbastanza spoglia. La struttura ad aula unica è decorata da alcune lesene che conducono fino al grande arco in cui si trova l’altare. Tra le poche opere d’arte qui conservate c’è una tela ad olio risalente al seicento con raffigurata la Madonna sopra le nuvole accompagnata da Santa Lucia e Santa Sofia. Qui è rappresentato anche il paese di Santa Sofia, nel punto in cui anticamente sorgeva questa chiesa.

Palazzo Nefetti ^

Dalla parte opposta della strada rispeto alla chiesa di Santa Lucia fa bella mostra di se il palazzo Nefetti. Chiuso dietro a un’alta cancellata e seminascoste dalle fronde degli alberi, spunta la sua facciata con la bandiera italiana e quella europea.

Palazzo Nefetti non è un edificio particolarmente antico, venne infatti costruito alla fine dell’ottocento come ospedale, mentre oggi è la sede del centro visite del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, oltre che dell’ufficio per le informazioni turistiche dei comuni di Galeata e Santa Sofia. Fu il primo ospedale pubblico cittadino e sostituì quelli religiosi del santissimo Crocifisso e di Santa Maria Nuova. Fu Porzia Fucci, vedova Nefetti che nel 1875 decise di lasciare a testamento questo grande palazzo perchè venisse adibito ad ospedale. Ancora oggi l’ospedale cittadino, spostato poco fuori dal centro storico, è titolato a Porzia Nefetti.

All’interno di palazzo Nefetti si svolgono anche alcuni eventi, come serate con proiezioni, mostre o conferenze su temi per lo più naturalistici.

Facciata del palazzo Nefetti di Santa Sofia

La sua lunga facciata è scandita da fasce orizzontali al pian terreno, in cui la pietra grigia disegna dei motivi geometrici e si collega direttamente alle finestre. Al centro un grande portale sormontato da un piccolo balcone accoglie i visitatori.

Borgo Gentili ^

Lasciandoci piazza Matteotti alle spalle e attraversando il ponte, giungiamo al borgo Gentili, il cuore più antico di Santa Sofia. Questa zona rappresenta infatti la parte abitata inizialmente della cittadina, che si costruì progressivamente intorno al castello.

Borgo Gentili era un quartiere protetto a monte dal possente castello, mentre a valle dalla riva del fiume che venne fortificata. La maggior parte delle abitazioni dave le spalle al fiume e si affacciava sulla via principale, nota come via Nicolò Gentili. Questa via crea poi una piazza che porta lo stesso nome, ottenuta abbattendo alcuni palazzi che crollarono durante il terremoto del 1918 che coinvolse anche il castello cittadino di cui non rimangono molte tracce.

La passeggiata qui si fa ancor più tranquilla che nel centro storico e sulla via si affacciano numerose e basse casette. Salendo il panorama si fa via via più interessante, con un bel colpo d’occhio sul fiume e sulle torri della città.

Porta Montanara ^

Porta Montanara di Santa Sofia

Proprio dove via Nicolò Gentili si apre nella piazzetta Nord Gentili si trova la Porta Montanara. Questa dà accesso a una stretta via in salita che sale tra le case.

Porta Montanara si trova inglobata nella facciata di una casa e rappresenta una delle più antiche porte cittadine. Nonostante esternamente risulti intonacata e quasi scavata nella casa, dall’interno si può chiaramente vedere la sua età, testimoniata dalla struttura in pietra e dal fatto che venne dedicata al cardinale Agostino Pregio, vissuto tra il 1577 e il 1635.

Per via della porta Montanara si lascia il Rione Borgo e ci si introduce nel Rione Castello.

Area Fluviale di Santa Sofia ^

Prima di concludere la visita di Santa Sofia, consiglio di scendere dal borgo Gentili fino al lungo fiume. Qui non si trova un’area vasta come nel centro storico del paese, ma è presente una stradina che si allunga al fianco di un canale tra case le case e la boscaglia, con diversi ponticcioli che permettono di attraversarlo.

Durante il periodo autunnale i colori si accendono di tonalità calde e le foglie cadono lungo il canale, che deriva da una centrale di controllo acque, e scorrono lentamente sull’acqua.

Questa passeggiata ci immerge tra natura e tranquillità, prima di prendere l’automobile e lasciare la città.

Mappa dell’itinerario di Santa Sofia ^

Ecco la mappa dell’itinerario tra le cose da vedere nella visita di Santa Sofia.

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Lorenzo Taccioli