
Stia è una piccola frazione immersa nel Casentino, celebre per essere stata la location in cui sono state girate diverse scene del film Il Ciclone.
Circondata dalle montagne, questa cittadina nasconde un piccolo centro storico ricco di palazzi antichi e scorci suggestivi. Importante centro economico e produttivo in epoca medievale, conserva ancora la testimonianza di quello che è stato il motore produttivo della città: la lavorazione della lana.
Dove si trova Stia
Altitudine di Stia
Itinerario di Stia – Guida completa
Chiesa di Santa Cristina a Papiano
Palagio Fiorentino
Piazza Mazzini
Ponte sul torrente Staggia
Piazza Tanucci
Pieve di Santa Maria Assunta
Fontana monumentale
Museo dello sci
Museo del bosco e della montagna
Ponte sull’Arno
Palazzo della Podesteria
Museo dell’arte della lana
Chiesa della Madonna del Ponte
Mappa dell’itinerario di Stia
Dove dormire per visitare Stia
Ecco tutto quello che devi vedere visitando Stia.
Stia è in realtà una frazione del più ampio comune (sparso) di Pratovecchio Stia, mentre è stato comune indipendente fino alla fine del 2013. È in provincia di Arezzo, quindi in Toscana, e più precisamente alla confluenza del torrente Staggia con il fiume Arno.
Stia è nel cuore del Casentino, un territorio al confine tra Toscana e Romagna, ai piedi del monte Falterona.
Stia è a un’altitudine di 441 metri sul livello del mare.


L’itinerario alla scoperta di Stia inizia con un paio di attrazioni fuori dal centro cittadino: la chiesa di Santa Cristina a Papiano e il Palagio Fiorentino. Poi si sposta nel cuore della città e ti porterà fino al borgo vecchio, un piccolo agglomerato di case e palazzi che rappresenta il nucleo originario del paese.
Questo insediamento venne creato in epoca romana sulla via che collegava l’Etruria alla Padania. Un primo sviluppo di Stia arrivò in epoca medievale e ulteriore impulso arrivò nel XV secolo, quando la cittadina passò dal dominio dei Conti Guidi a quello della Repubblica di Firenze.
Ecco tutte le attrazioni che potrai vedere durante questo itinerario alla scoperta di Stia.
Prima di raggiungere il centro storico fai una tappa nella località di Papiano, a 3 chilometri da Stia. Qui c’è l’antica chiesa di Santa Cristina, risalente al duecento. All’epoca era di dimensioni più piccole, ma sempre ad unica navata con alcune bozzette in pietra tutt’ora conservate nelle pareti settentrionale e meridionale.
La facciata della chiesa di Santa Cristina è anticipata da una breve scalinata che permette anche di compensare la superficie in discesa del sagrato. L’intero edificio è realizzato in pietra e presenta tre aperture sulla facciata: il portale squadrato, incorniciato in pietra e anticipato da un paio di scalini, una piccola finestra ad arco sopra al portone e una grande monofora circolare.
Sul fianco sinistro sorge il campanile a torre realizzato nel 1938. Questo sostituì il precedente campnaile a vela posizionato sulla parete occidentale della chiesa.
Oggi la chiesa di Santa Cristina è dotata di tre altari: oltre a quello maggiore gli altri due sono posizionati lungo le pareti laterali, a metà navata. Questi sono dedicati al Sacro Cuore di Gesù e alla Madonna del Carmine. Quest’ultimo è accompagnato da una statua realizzata nel 1735. Al termine della chiesa, sulla parete di destra, c’è la fonte battesimale realizzata in pietra e risalente al settecento. In controfacciata c’è invece l’affresco quattrocentresco della Madonna con Bambino. Alla sua destra c’è inoltre un tabernacolo quattrocentesco lavorato con basso rilievo dallo scultore locale Mino da Papiano.
Prima di raggiungere il centro storico di Stia, fai una tappa al Palagio Fiorientino. Questo è un vero e proprio castello appartenuto ai Conti Guidi e costruito a partire dal 1230. Purtroppo però la struttura attuale è molto più recente, perché il castello venne distrutto negli scontri tra Firenze e Milano, nel 1440. In quell’anno il castello fu bruciato da parte dei milanesi.
L’attuale Palagio Fiorentino è frutto di una costruzione di inizio novecento, voluta da Carlo Beni, sindaco di Stia per ben trent’anni a cavallo tra l’ottocento e il novecento e celebre anche per una guida sul territorio del Casentino. Fu proprio durante i lavori di ricostruzione novecentesca che emersero diversi reperti medievali, tra cui anche monete e un sigillo con lo stemma dei Conti Guidi.
Il Palagio Fiorentino rispetta l’impianto architettonico della prima costruzione ed è in stile neo-gotico. La struttura si presenta con una torre dotata di merlatura e due ordini di facciata con una scala esterna che collega i vari piani dell’edificio. Particolare è anche il fatto che la facciata sia decorata da piante rampicanti.
Intorno al palazzo c’è un verdissimo giardino che ospita anche una piccola cappella dotata di scalinata a doppia rampa.
L’edificio è oggi di proprietà del comune di Stia e ospita al suo interno la raccolta d’arte contemporanea, oltre che essere sede di convegni e mostre temporanee.


Inizia la scoperta del centro storico di Stia dalla piazza Mazzini. Questa venne costruita nell’area che un tempo era antistante all’oratorio di San Rocco, una chiesa postmedievale demolita agli inizi dell’ottocento.
A metà ottocento la piazza risultava selciata e divenne uno spazio utilizzato per il gioco del pallone col bracciale, uno sport derivato dalla pallacorda e che ha preceduto quello del tennis. Per questo motivo, ancora oggi, piazza Mazzini è identificata dai suo abitanti come “Il Gioco“.
Solo dopo la costruzione del lanificio, con il crescere della città, piazza Mazzini fu modificata diventando il fulcro urbanistico di Stia e ospitando sulla sue superficie il teatro comunale (che occupò gli spazi di un magazzino di stoffe), le case operaie della Società di Mutuo Soccorso e un villino in stile Liberty. Nel 1935 la parte centrale di piazza Mazzini divenne un giardino pubblico.
Oggi su piazza Mazzini, ogni anno dispari, va in scena il Campionato Europeo di Forgiatura, dove 12 forge vengono accese nella prima settimana di settembre per consentire a decine di fabbri provenienti da tutto il mondo di sfidarsi.
Al centro della piazza c’è inoltre l’Usatsaes, la dea della gravità, ovvero una scultura in ferro battuto che emerge dalla fontana regalata alla città dallo stilista Pierre Cardin, molto affezionato alla città di Stia.
Continuando in direzione del cuore del centro cittadino passerai sul ponte sul torrente Staggia, risalente nella sua forma attuale al 1775 circa. Proprio a una manciata di passi dal ponte, il torrente Staggia dà vita a una piccola e larga cascata, al fianco delle facciate delle case che si affacciano su questo letto d’acqua.
Il legame della città con il torrente Staggia è molto forte. Infatti il nome di Stia deriva da quello del torrente e, inoltre, lo stesso torrente ha dato l’opportunità alla città di prosperare, creando energia attraverso l’utilizzo di mulini.


Piazza Tanucci è la prossima tappa. Questa nacque in epoca antica. Infatti venne creata nell’XI secolo quando lo spazio antistante la pieve di Santa Maria Assunta acquisì la funzione di mercato cittadino. A quel tempo però, e fino al XIII secolo, lo spazio era un grande terreno agricolo delimitato dai fiumi Arno e Staggia. Solo successivamente venne lastricata.
Questa piazza ha una forma allungata e una superificie in discesa lungo la quale si affacciano numerose case storiche dalle facciata colorate in toni caldi e per lo più accompagnate da alti portici al pian terreno.
Qualche bar e negozietto è ospitato sotto ai portici, ma a rendere celebre piazza Tanucci è un’altra cosa. Questa piazza è stata infatti al centro delle riprese del film Il Ciclone di Leonardo Pieraccioni nel 1996.




Nel cuore del centro storico di Stia, su di un’estremità di piazza Tanucci, sorge la pieve di Santa Maria Assunta. Questa occupa il punto più settentrionale dell’antica via medievale Maio o delle Pievi battesimali.
Già esistente a metà dell’XI secolo, la chiesa fu ingrandita il secolo successivo su volontà dei conti Guidi di Porciano per trasformarla nel sepolcreto di famiglia. Fu in quel contesto che assunse le dimensioni attuali. Della struttura originaria esterna rimangono solo i muri lateriali, mentre la facciata fu ricostruita nella seconda metà del settecento per adeguarla ai canoni tardo barocchi e per dare più spazio alla piazza antistante. Qui potrai vedere una facciata simmetrica con portale centrale incorniciato e sormontato da un timpano spezzato e da una monofora. Sono inoltre presenti due portali laterali.
Gli interni sono divisi su tre navate separate da colonne monolitiche che richiamano l’architettura romanica tipica del Casentino. Le colonne sono chiuse da capitelli istoriati con motivi floreali, figure umane e animali.
Tra le opere più importanti qui custodite ci sono due tavole conservate nell’altare sinistro e nell’abside e il crocifisso in legno risalente al trecento.
Sulla parte più alta di piazza Tanucci trova posto la fontana monumentale, considerata uno dei simboli di Stia. La sua nascita è legata alla realizzazione dell’acquedotto di Stia, negli anni quaranta del XIX secolo.
La fontana monumentale servì proprio per celebrare la realizzazione dell’acquedotto. La sua struttura è a pianta quadrangolare e poggia su di una scalinata in pietra che serve a compensare la pendenza della piazza. L’intera fontana è realizzata in pietra e decorata in ferro con quattro serpenti che escono dalla bocca di quattro teste di leone. Queste decorazioni ospitano le cannelle da cui esce l’acqua. Sopra la fontana c’è infine una palla con puntale.
Raggiungi ora il museo dello sci, nel vicolo Berignoli. Questo testimonia il legame tra la città di Stia e questo sport invernale, molto praticato sul vicino monte Falterona. Ma quello che oggi è uno sport invernale, anticamente era più una necessità. Gli abitanti di Stia dovevano imparare a sciare per potersi muovere nei dintorni durante i periodi invernali, quando la neve scendeva copiosa e non esistevano gli spazzaneve.
All’interno del museo dello sci è allestita una mostra voluta dall’associazione Sci Club Stia, in cui puoi trovare sci molto antichi e grezzi usati per lavoro, ma anche sci estremamente moderni e utilizzati da importanti nomi dello sport.
Il museo dello sci è aperto solo la domenica e i giorni festivi dalle 10:00 alle 12:30 e dalle 16:00 alle 19:00. Dall’inizio di luglio al 15 settembre è aperto anche i sabati pomeriggio dalle 16:00 alle 19:00.
C’è un secondo museo, il museo del bosco e della montagna, nell’edificio affiancato al museo dello sci. Questo ha l’obiettivo di promuovere la conoscenza e il rispetto per la montagna, per le sue caratteristiche e anche dei suoi valori storico-antropologici-ambientali per poterli conservare e sviluppare.
All’interno del museo del bosco e della montagna potrai vedere oggetti che raccontano la vita dei boschi: dagli strumenti dei boscaioli a quelli del mugnaio, da quelli del fabbrio a quelli della vita di tutti i giorni.
Gli orari di apertura sono purtroppo ridotti: solo di domenica dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 16:00 alle 19:00 tra giugno e settembre, e dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 15:30 alle 18:30 da ottobre a maggio. È inoltre chiuso il giorno di Pasqua, di Natale, di Capodanno e di Ferragosto se questi dovessero cadere di domenica.
Sono possibile aperture ad hoc, su prenotazione.
In pochi passi potrai raggiungere il ponte sull’Arno, l’altro fiume che cinge il centro storico di Stia e la cui sorgente si trova a poca distanza da qui, raggiungibile attraverso il suggestivo trekking di Capo d’Arno e lago degli Idoli.
Il ponte è dotato di una grande e unica arcata ed è costruito in pietra. Al di sotto, la sponda ricca di vegetazione si allunga verso l’acqua e potrai frequentemente trovare pescatori che si appostano qui per qualche ora.
Il palazzo della Podesteria ha una storia antica. Risale infatti al XV secolo.
L’edificio è anticipato dal cosiddetto Scalone ed è conosciuto dagli abitanti della città come la casa più vecchia di tutta Stia. Questo palazzo divenne la nuova Podesteria nel quattrocento, in seguito alla distruzione da parte delle truppe arrivate da Milano del Palagio, l’allora sede del potere locale.
Lo Scalone è la caratteristica principale del palazzo della Podesteria, occupa infatti un’intera facciata ed è costruito in pietra. All’interno dell’edificio veniva amministrata la vita quotidiana, sia civile che giudiziaria, di Stia attraverso un distaccamento proveniente da Firenze da cui la città dipendeva.




Il museo dell’arte della lana è ospitato in un grande edificio nato per ospitare la prima grande industria di tutto il Casentino: il lanificio di Stia. Fin dall’epoca medievale a Stia venne coltivata l’arte di trasformare la lana in pregiati tessuti che, inizialmente, venivano venduti direttamente nel mercato cittadino.
Inizialmente la lavorazione della lana veniva fatta in maniera artigianale da diverse persone che abitavano qui, ma alla fine del settecento la famiglia Ricci decise di mettere insieme queste professionalità ed aprire una piccola fabbrica. Già dai primi dell’ottocento iniziò la rapida ascesa del lanificio che continuò fino agli anni quaranta dello stesso secolo, per poi iniziare una repentina recessione che portò alla chiusura nel 1848. L’attività riprese a distanza di quattro anni con la costituzione della Società del Lanificio di Stia e arrivò ad occupare ben 500 dipendenti.
Passato nelle mani di un gruppo di creditori, il lanificio di Stia continuò a produrre fino alla fine della seconda guerra mondiale, quando iniziò ad accusare cali di lavorazione che portano alla chiusura nel 1979. Due dei cinque stabilimenti del lanificio sono stati restaurati agli inizi del duemila e sui primi due piani di uno di questi è stato aperto il museo dedicato all’arte della lana, mentre al piano superiore c’è una grande sala espositiva.
Davanti al museo sono ancora presenti le grandi turbine che funzionavano con l’acqua prelevata dal torrente Staggia.
La piccola chiesa della Madonna del Ponte, posizionata praticamente davanti al grande ponte cittadino, venne completamente ricostruita nel 1775. Prima era nota come chiesa della Presentazione e conteneva al suo interno una tavola di scuola giottesca che rappresentava la Madonna col Bambino. Nel 1756 un’alluvione travolse la chiesa e gli abitanti di Stia salvarono la tavola, esponendola poi in questa nuova chiesetta, costruita poco più lontano dalla riva del fiume.
La chiesa della Madonna del Ponte ha una pianta rettangolare e gli spazi organizzati su di un’unica navata. Il soffitto è a cassettoni e termina con il presbiterio chiuso da una piccola cupola che poggia su quattro archi.
Tra le opere conservate all’interno della chiesa della Madonna del Ponte c’è una terracotta cinquecentesca con la Vergine col Bambino e ai lati San Rocco e San Sebastiano. Sull’altare minore c’è invece la tela della Sacra Famiglia, risalente al seicento. La tavola di scuola giottesca che diede vita alla costruzione della chiesa andò invece persa durante l’ottocento.
Ecco la mappa che puoi seguire per visitare la cittadina di Stia.
Le sistemazioni in cui soggiornare a Stia non sono numerosissime, ma effettivamente il turismo non è poi così sviluppato e dovresti riuscire a trovare facilmente una sistemazione.
Stia è una buona base di appoggio anche per visitare le attrazioni vicine e, magari, per percorrere il trekking che ti porta fino alla sorgente dell’Arno.
A questo link puoi vedere le strutture disponibili a Stia. Se vuoi abbinare alla visita di Stia anche un po’ di relax, puoi optare per questo hotel dotato anche di terme, ma che non ammette bambini. Se invece preferisci spendere un po’ meno o hai intenzione di viaggiare con bambini, puoi optare per questo hotel in pieno centro storico.