Cosa vedere ad Albano Laziale in un giorno

Piazza Pia di Albano Laziale - Castelli Romani

Albano Laziale è, a mio avviso, uno dei più bei borghi dei Castelli Romani. Le dimensioni del suo centro storico sono tra le più grandi tra tutte queste cittadine, tanto che il lago sottostante porta il nome di lago di Albano.

Il territorio di Albano Laziale ha una storia piuttosto antica. È nato come Castra Albana, per ospitare i legionari della Seconda Legione Partica che qui venivano accampati. Progressivamente l’accampamento è diventato un piccolo borgo che si è sviluppato fino ad arrivare ai giorni nostri.
Ciò ha anche fatto sì che quest’area fosse ricca di reperti archeologici di grande valore.

Passeggiando per le vie di Albano Laziale potrai vedere ancora parti di queste antichissime costruzioni, sia civili che religiose.

Dove si trova Albano Laziale ^

Albano Laziale è una piccola cittadina del Lazio, in provincia di Roma. Dista 25 chilometri in direzione sud est dalla capitale e dà il nome al lago di Albano, che si trova ai suoi piedi.

Siamo all’interno del parco regionale dei Castelli Romani, di cui rappresenta uno dei centri commercialmente più attivi.

Altitudine di Albano Laziale ^

Il comune di Albano Laziale si trova a 400 metri di altitudine sul livello del mare.

Cosa vedere ad Albano Laziale ^

Affresco di Papa Francesco ad Albano Laziale

Albano Laziale ha dimensioni più grandi rispetto a numerosi altri Castelli Romani. Nell’itinerario alla scoperta delle cose da vedere in città camminerai qualche chilometro. Le cose da vedere sono infatti tante e variano da parchi a piazze, fino a musei e resti archeologici.

Purtroppo il turismo non è ancora così sviluppato da garantire degli orari di apertura delle attrazioni stabili e ben definiti, ciò significa che potresti trovare alcune attrazioni chiuse o doverti organizzare con qualche giorno di anticipo per poterle visitare tutte insieme.

Ecco cosa vedere ad Albano Laziale.

Parco comunale di Villa Doria – Pamphili ^

Appena arrivato ad Albano Laziale puoi iniziare la visita della città dal parco comunale di Villa Doria – Pamphili. Questo parco pubblico sorge praticamente in pieno centro storico e deriva da un’antica villa nobiliare costruita dal cardinale Fabrizio Paolucci nel settecento. Successivamente passò nelle mani della famiglia Doria che fece costruire una villa direttamente sulla via Appia. Fu in questo periodo che il parco subì una trasformazione, diventando così estremamente curato.

Purtroppo di villa Doria non rimane nulla, a causa dei danni causati da un bombardamento della seconda guerra mondiale. Ciò che resta è però la grande e curatissima area di verde divenuta un parco pubblico dagli anni cinquanta.

In mezzo al parco comunale di Villa Doria – Pamphili ci sono alcuni resti di strutture romane, tra cui quelli attribuiti ad una casa di Pompeo Magno. Se vuoi rilassarti un po’ ricavati il tempo per passeggiare tra i suoi alberi e cespugli. Questo parco urbano è uno dei più vasti di tutti i Colli Albani!

Parco comunale di Villa Doria - Pamphili

Sepolcro di Pompeo Magno ^

Sepolcro di Pompeo Magno ad Albano Laziale

Sempre legata a Pompeo Magno è la prossima destinazione tra le cose da vedere ad Albano Laziale: un grande sepolcro.

Per raggiungere il sepolcro di Pompeo Magno dovrai praticamente rischiare la vita, camminando sul lato di una via molto trafficata. Purtroppo non ci sono marciapiedi o aree pedonali che vi ci conducano.

Il grande sepolcro di Pompeo Magno è un mausoleo dalla forma di torre che incombe sulla strada sottostante e praticamente integrato nel giardino di una casa. Purtroppo la struttura originaria nella sua interezza è andata in parte persa durante i secoli. Doveva infatti essere composto da ben quattro cubi sovrapposti tra loro ed essere visibile già a distanza a chi si avvicinava alla città di Albano Laziale.

A dargli un duro colpo fu la seconda guerra mondiale, quando le bombe ne buttarono giù una parte. Prima di allora la sua altezza era pressoché la stessa del vicino palazzo a cinque piani. Nonostante questo monumento sia databile all’età imperiale, si è diffusa la leggenda che il sepolcro contenesse le ceneri del condottiero Pompeo Magno, “seppellito nel mausoleo di famiglia presso la sua villa sui colli Albani” dopo essere stato ucciso in Egitto, come citato da un passo di Plutarco.

All’interno il sepolcro di Pompeo Magno si presenta scavato direttamente nella roccia, con un lungo corridoio di oltre 17 metri con volte a botte. Questo porta in una cella monumentale di 5 metri di altezza divisa in due ambienti rettangolari che, uniti al corridoio, segna la forma di una croce latina.

Piazza Pia ^

Piazza Pia di Albano Laziale - Castelli Romani

Ritorna ora in direzione del centro storico di Albano Laziale e raggiungi piazza Pia. Questa è una delle piazze principali della città, nonché una delle più antiche. L’intero fianco orientale della cattedrale di San Pancrazio Marite ne chiude un lato, mentre sugli altri ci sono il palazzo Serlupi, il convento delle monache clarisse e i palazzi residenziali dietro ad alcuni alberi.

Piazza Pia risale al seicento, quando la città fu oggetto di una riprogettazione urbanistica. Le sue vaste dimensioni, circa 55 metri per 75 metri, erano inizialmente un grande prato.

La piazza deve il suo nome alla visita di papa Pio IX nel 1846. Dal 1897 fu ufficialmente titolata a Luigi Antonio Sabatini, un compositore e musicista originario di qui, salvo poi tornare piazza Pia dal 2006.

Cattedrale di San Pancrazio Martire ^

Facciata e campanile della Cattedrale di San Pancrazio Martire

Procedi la passeggiata tra le cose da vedere ad Albano Laziale raggiungendo la cattedrale di San Pancrazio Martire. Questa chiea sorge sopra le ceneri della chiesa di San Giovanni Battista, voluta a suo tempo dall’imperatore Costantino e completamente arsa a causa di un incendio.

Nonostante ciò al suo interno ci sono ancora resti dell’impianto primitivo e di successive modifiche, come, ad esempio, delle colonne in marmo con capitelli ionici o parte della cripta che si trova al di sotto del presbiterio. Durante i secoli subì molte modifiche, come quelle settecentesche che hanno portato all’aggiunta di altri spazi, come la sagrestia e il cimitero. Nel 1722 venne anche terminato anche il rifacimento della facciata. Ulteriori ristrutturazioni vennero completate nel 1913, anno a cui risale l’aspetto attuale della chiesa.

La facciata della cattedrale di San Pancrazio Martire è in stile barocco e completamente realizzata in pietra peperino. È divisa verticalmente da coppie di lesene sormontate da capitelli in travertino. Tra queste puoi vedere tre porte di ingresso. La principale, quella centrale, è dotata di una grande finestra cieca a sua volta sormontata da un rilievo che simboleggia la palma del martirio. Il timpano triangolare che chiude la facciata è sormontato da una grande croce e dotato dello stemma del vescovo Fabrizio Paolucci.

Internamente la cattedrale è divisa in tre navate, con quella centrale coperta da volte a botte. Le navate sono divise da file di pilastri, oltre i quali puoi notare anche le sei cappelle laterali. Nella prima a sinistra puoi notare alcune iscrizioni marmoree che originariamente completavano la facciata esterna. I decori sono in stile neoclassico e la pianta della chiesa è basicale.

Piazza e Porta San Paolo ^

Procedi salendo verso la parte più alta della cittadina di Albano Laziale. A coronarla ci sono la chiesa e il convento di San Paolo con, attiguo, il collegio del preziosissimo Sangue.

Ti troverai in piazza San Paolo, un’altra delle piazze più antiche della città, ricavata nella posizione in cui si estendeva un piccolo borgo tra il seicento e il settecento.

Proprio di fronte alla chiesa, in posizione ribassata per via della pendenza naturale della piazza, ci sono due alti palazzi che sembrano quasi raccontare di un tempo che fu. Nonostante le condizioni non siano delle migliori, rimangono i decori dei fasti del passato e si percepisce il loro aspetto nobile.

Purtroppo piazza San Paolo è utilizzata come grande parcheggio e questo ne fa perdere di fascino, che ricorderebbe quello di un piccolo borgo. Guardando la piazza dalla chiesa è possibile notare il punto di convergenza del Tridente seicentesco, ovvero delle tre strade che scendono verso il nuovo centro storico, create nella riorganizzazione urbana seicentesca.

Sul fianco sinistro della facciata della chiesa c’è un grande arco a tutto sesto. È la porta San Paolo che esce dal centro e si congiunge alla via dell’Anfiteatro che, come suggerisce il nome, procede in direzione dell’antico anfiteatro cittadino.

Chiesa e convento di San Paolo ^

Il complesso di San Paolo risale al 1282, quando l’allora vescovo Giacomo Savelli (poi papa Onorio IV) decise di farlo costruire sopra ad una chiesa precedente. L’intento era di rendere omaggio al passaggio di San Paolo Apostolo in città. Dopo circa cinque secoli le condizioni della chiesa non erano delle migliori e così venne totalmente ristrutturata, eliminando il grande portico di accesso e sostituendolo con una scalinata. Dal 1821 entrarono in possesso del convento i padri missionari del Preziosissimo Sangue.

La chiesa di San Paolo ha una facciata neoclaccisa con una coppia di lesene per lato che si innalzano dietro alla balaustra che cinge l’ingresso. A completarla in altezza c’è il grande timpano triangolare sovrastato dalla croce.

All’interno della chiesa ci sono diverse opere, soprattutto dipinti che spaziano dal seicento al settecento e che come tema ricorrente hanno la vita di San Paolo. Nella prima cappella a destra c’è invece il corpo di San Gaspare del Bufalo, fondatore dei padri missionari, al centro di molti pellegrinaggi.

Nel lato destro della scalinata che sale fino alla chiesa di San Paolo puoi notare dei grossi blocchi squadrati. Questi sono i resti delle mura di Castra Albana, inglobati poi nel convento di San Paolo.

Collegio del Preziosissimo Sangue ^

Il collegio del Preziosissimo Sangue, costruito adiacente alla chiesa di San Paolo, sfrutta gli spazi del convento di San Paolo per le sue sale. Vi si accede per mezzo del grande arco ricavato da un muro collegato alla facciata della chiesa.

Attraversandolo giungerai nel cortile interno del collegio, dove oltre ad alcune automobili parcheggiate, fa bella mostra di se una grande statua in marmo che ritrae San Gaspare del Bufalo mentre istruisce un bambino alla fede.

Gli spazi del collegio del Preziosissimo Sangue non sono accessibili ai visitatori, ma una volta all’interno del cortile puoi percorrere gli spazi all’aperto, come la bella galleria verde ottenuta con le piante di vite.

Anfiteatro romano di Albano Laziale ^

Quasi sconosciuto, anche per via della vicina e grossa concorrenza del colosseo, è l’anfiteatro romano di Albano Laziale. Posizionato a nort est di Castra Albana, risale al III secolo. Nella sua costruzione fu sfruttata la pendenza naturale del terreno che dal Colle dei Cappuccini arriva fino alla città. Per questo motivo una parte dell’anfiteatro romano è scavato nella roccia, mentre un’altra parte è realizzata in muratura su di una terrazza artificiale.

Al suo interno l’anfiteatro romano di Albano Laziale poteva ospitare fino a 14.800 spettatori e le sue dimensioni sono molto importanti: l’asse maggiore è di ben 113 metri. Gli spalti erano dotati di un doppio ordine di arcate, ma solo il primo è arrivato ai giorni nostri. Si poteva accedere alla struttura attraverso cinque ingressi: due trionfali e tre secondari. Era presente anche il pulvinar, ovvero il posto d’onore riservato all’imperatore, sulla fornice XIII.

La sua struttura, a pochi passi dal centro storico, è protetta da una grande cancellata. La vegetazione se ne è reimpossessata durante i secoli, ma è stato riportato alla luce dalla fine dell’ottocento e lo puoi chiaramente vedere anche dall’esterno. Purtroppo durante la seconda guerra mondiale subì un bombardamento, perché in questa zona si erano insediate le truppe tedesche. Poco rimane della cavea e della suddivisione in settori, anche a causa del fatto che l’anfiteatro venne spesso considerato una cava in cui recuperare materiali da costruzione per le strutture cittadine.

Durante i secoli l’anfiteatro romano di Albano Laziale svolse diverse altre funzioni. Ad esempio durante il medioevo fu impiegato come luogo di sepoltura e una fornice impiegata come cappella cristiana.

I Cisternoni ^

Interessante nella visita di Albano Laziale sono anche i suoi aspetti sotterranei. Famosi sono i cisternoni, ovvero delle grandi strutture impiegato per conservare l’acqua. I principali erano all’interno dell’accampamento della Seconda Legione Partica.

La struttura dei cisternoni era a pianta trapezoidale con i lati più lunghi di 48 e 45,5 metri e quelli più corti di 29 e 32 metri. 36 pilastri si occupavano di sorreggere le 5 navate.

Come per l’anfiteatro anche i cisternoni sono in parte scavati nella roccia tufacea di peperino e in parte costruiti in muratura. Inizialmente servivano a rifornire d’acqua la villa imperiale, ma nel III secolo furono integrati all’accampamento della Seconda Legione Partica.

I cisternoni potevano contenere al loro interno fino a 10000 metri cubi d’acqua, necessari per rifornire le 5000 famiglie di legionari che furono alloggiati qui e che diedero vita all’antica Castra Albana.

I cisternoni di Albano Laziale sono visitabili in orari specifici. Se ti interessa vederne gli interni informati prima di programmare il tuo viaggio.

Ingresso ai Cisternoni di Albano Laziale

Chiesa di Santa Maria della Rotonda ^

Tra le chiese più antiche di tutta Albano Laziale c’è quella di Santa Maria della Rotonda. Quasi nascosta tra gli edifici, chiude un lato di una piazzetta a base quadrata. Le sue origini si fondano nel I secolo, epoca a cui risale la sala della chiesa. Originariamente questa era un settore periferico della villa imperiale di Domiziano.

Chiesa di Santa Maria della Rotonda

Mentre gli esterni della chiesa di Santa Maria della Rotonda appaiono a base quadrata, internamente gli spazi hanno una forma circolare di 16 metri di diametro. Su di questa vedrai quattro nicchie e altrettante aperture, tre delle quali oggi sono murate. Il tetto è a cupola ed ha un foro centrale.

In realtà non è chiaro lo scopo originario della chiesa di Santa Maria della Rotonda. Tra le ipotesi, vista la vicinanza alle strada, c’è quella che fosse uno degli ingressi monumentali alla villa di Domiziano. Questo spiegherebbe anche i giochi d’acqua ritrovati al suo interno e testimoniati dalla presenza di condutture e vasche inserite nelle nicchie. Nel III secolo fu poi trasformata in un impianto termale, come testimoniato da alcuni mosaici sui pavimenti e da pitture con scene di palestra.

Secondo la tradizione l’edificio divenne una chiesa nell’VIII secolo. Questo grazie ad alcune monarche greche che portarono qui un’immagine della Vergine. In realtà gli studi hanno dimostrato che il suo impiego come chiesa arrivò tra il IX e il XI secolo, diventando un luogo di culto cristiano.

Durante alcuni lavori tra il 1935 e il 1938, fu riportato alla luce il pavimento al livello originario. In questo ambito vennero ritrovati diversi reperti di epoca romana. Tra questi una stele funeraria, alcune tegole bollate e frammenti di sarcofagi.

Porta Pretoria ^

Praticamente in pieno centro cittadino troverai la porta Pretoria. Puoi vederla da due livelli, infatti una parte del centro è rialzato rispetto alla porta, mentre l’altra, dalla parte delle vicina via Appia, è alla sua base.

I resti della Porta Pretoria di Albano Laziale
Fornice centrale di Porta Pretoria

Porta Pretoria è stata portata alla luce in seguito al ripristino del centro storico resosi necessario dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale, quando venne distrutto un edificio moderno che la sovrastava. Le sue dimensioni sono maestose, si sviluppa infatti su di una base quadrata di 36 metri e raggiunge un’altezza di 14 metri. Questo era l’ingresso principale all’accampamento romano della seconda legione partica.

La facciata principale è quella in direzione della via Appia, dove erano presenti anche alcune statue, ancora in parte visibili. La sua struttura era composta da tre fornici protette da due torri rettangolari ai lati. Dall’ingresso centrale passavano i carri, la cavalleria e i soldati in assetto da guerra, mentre quelli laterali erano riservati ai pedoni.

Chiesa di San Pietro ^

Altro luogo di culto molto antico all’interno della città di Albano Laziale è la chiesa di San Pietro, posta sulla strada principale della città. Fu il papa Ormisda a volerla e così fu realizzata tra il 514 e il 527. Siamo nel quartiere Cellomaio e per erigere la chiesa fu riutilizzata un’aula delle terme romane edificate dall’imperatore Caracalla proprio in questa zona.

Il lungo fianco posto sull’omonima piazza è dotato di un ingresso i cui stipiti in marmo sono decorati da una trabeazione proveniente direttamente dalla villa di Domiziano. Sul lato opposto c’è un altro ingresso sul cui fianco puoi chiaramente vedere una traccia di un protiro romanico oggi chiuso, ma che testimonia le possenti arcate presenti nelle terme romane.

Gli interni della chiesa di San Pietro ad Albano Laziale sono a navata unica chiusa da capriate a vista. Ci sono poi molti elementi artistici e storici. Tra questi il capitello corinzio di epoca romanica che sorregge la fonte battesimale, il sarcofago con geni alati sugli spigoli e due grandi cornici in marmo provenienti anch’esse dalla villa di Domiziano e impiegate nell’altare maggiore. Sulla parete destra c’è anche un grande affresco del XIII secolo che rappresenta due scene: Sant’Onofrio e Santa Margherita al di sopra e una scena della flagellazione di Cristo al di sotto.

Di forte impatto è anche il massiccio campanile a base quadrata che occupa l’estremità orientale della chiesa. Di epoca romanica, risale al XII secolo ed è dotato di quattro piani superiori con aperture separte da cornici in laterizio e mensole di marmo. Sui lati ci sono delle decorazioni comatesche e al secondo piano c’è un’edicola in cui anticamente c’era l’immagine della Madonna col Bambino.

Museo Civico Villa Ferrajoli ^

Raggiungi poi il museo civico di Albano Laziale, ospitato nella villa Ferrajoli. Questo bel palazzo risale al 1834, quando fu costruito per volontà di Domenico Benucci. Appena 11 anni dopo passò di proprietà al marchese Giuseppe Ferrajoli e dopo altri 3 anni al comune.

Al suo interno furono ospitati uffici comunali, una scuolta e, dal 1983 il museo civico cittadino.

Villa Ferrajoli è in stile neoclassico e la facciata principale, rivolta verso la strada, è dotata di un grande pronao tetrastilo sopraelevato. Sulla sommità c’è un grande timpano triangolare con un altorilievo in terracotta che rappresenta la Dea Cere mentre mostra un mazzo di spighe a Trittolemo istruendolo sull’aratura. Ai lati ci sono, sdraiati, il Dio Pan e la personificazione del fiume Cefiso.

All’interno del museo civico sono ancora in parte conservati gli affreschi alle pareti, alle volte e sui soffitti. Di grande impatto sono i decori nella Sala Grande al piano nobile, utilizzata come sala conferenze. Nella sala della Direzione è conservato anche il pavimento originale, in mattonelle di maiolica bianca e azzurra, oltre che un caminetto in marmo bianco con motivi vegetali.

Sul retro della villa Ferrajoli c’è un piazzale dotato di una fontana centrale. Intorno ci sono alcuni cippi e sarcofagi provenienti dalla necropoli dei legionari della Seconde Legione Partica.

Museo della Seconda Legione Partica ^

Museo della Seconda Legione Partica nelle terme romane

Alla Seconda Legione Partica è dedicato anche un museo. Questo trova posto negli ambienti delle Grandi Terme che l’imperatore Caracalla fece costruire per i legionari.

Questa legione fu voluta tra il 196 e il 197 dopo Cristo dall’imperatore Settimio Severo per combattere la spedizione contro i Parti. I legionari trovarono sistemazione in questa zona, che diventerà poi l’accampamento di Castra Albana. Questi soldati erano talmente valorosi e apprezzati dall’imperatore che divennero poi la Guardia del Corpo dell’imperatore stesso.

Attraverso il museo della Seconda Legione Partica potrai approfondire la vita di questi combattenti. Qui trovi diversi reperti archeologici rinvenuti nell’area dell’accampamento. Da ceramiche per cucinare a monete, da anfore a punte di freccia, e tanti altri oggetti. Ci sono poi elementi legati alla necropoli e alle sepolture dei soldati. Altri oggetti in mostra sono invece delle ricostruzioni, come le armature.

Terme di Cellomaio ^

Il museo della Seconda Legione Partica è nell’antico quartiere del Cellomaio e, come detto, occupa in parte gli spazi delle antiche terme.

Le terme di Cellomaio furono realizzate proprio per i legionari. Sembra che la loro edificazione, di cui oggi puoi vedere alcuni sorprendenti resti, sia legata a un’insurrezione dei soldati. Questa sarebbe arrivata quando si sparse la voce della morte di Geta, assassinato nel 211 dal fratello Caracalla. L’imperatore Caracalla stesso dovette venire all’accampamento per riportare la quiete. Per farlo promise una serie di benefici ai soldati, tra i quali la costruzione di un grande impianto termale.

Le terme vennero costruite dagli stessi uomini che costruirono le terme di Caracalla a Roma. Le dimensioni della struttura erano considerevoli: ben 78,5 metri di larghezza per 51 di profondità. La stessa chiesa di San Pietro era una parte del lato di ingresso. Sulle sue mura sono ancora presenti le grandi arcate che la caratterizzavano all’epoca. Nei secoli successivi le terme di Cellomaio furono ulteriormente sviluppate. La presenza in doppio degli ambienti (due caldarie, due tepidarie e due frigidarie) suggerisce l’apertura anche ai civili e alle donne.

Le terme erano così grandi che il nome del quartiere Cellomaio sembra essere legato alla loro grandezza, dal latino Cella Maior.

Durante i secoli le terme andarono scomparendo e il quartiere divenne abitativo, ma le tracce di questi antichi edifici sono ancora visibili nei palazzi costruiti successivamente.

Sepolcro degli Orazi e Curiazi ^

Andando in direzione di Ariccia puoi lasciare il centro storico di Albano Laziale. Prima però di lasciare del tutto la città fermati al Sepolocro degli Orazi e Curiazi. Questo è in corrispondenza del XV miglio della via Appia.

Il sepolcro degli Orazi e Curiazi è un grande monumento funerario costruito tra il I secolo avanti Cristo e il I secolo dopo Cristo. La struttura interna è in cemento, rivestito da blocchi di peperino. Una grande base quadrata di 15 metri per lato sorregge cinque coni. Quattro agli angoli e uno, più grande, al centro. Questo ha un diametro di 8,5 metri e un’altezza di 14,5 metri.

Non è ancora stato chiarito a chi sia da attribuire questo monumento, ma rappresenta un sepolcro atipico, per via del richiamo esplicito al mondo etrusco. Nella forma ricorda la tomba di Porsenna e alcune urne funerarie tipiche di Volterra.

Chiesa di Santa Maria della Stella ^

Al fianco del sepolcro degli Orazi e Curiazi sorge la chiesa di Santa Maria della Stella, in parte nascosta dagli alberi del piccolo parco che vi sorge dinnanzi. Sotto a questa chiesa erano presenti le catacombe di San Senatore e una piccola chiesa titolata a questo santo.

Il nome di Santa Maria della Stella è legato a una rappresentazione della Madonna in cui compare una stella sull’abito della Vergine. Questo quadro è conservato sull’altare maggiore.

La chiesa di Santa Maria della Stella subì alcune modifiche durante i secoli, come un ingrandimento nel 1663. Appena 13 anni dopo crollò quasi totalmente. Solo la cappella che conteneva l’immagine della Madonna si salvò. La chiesa fu prontamente ricostruita nelle forme che possiamo vedere oggi.

Facciata della chiesa di Santa Maria della Stella tra gli alberi
Facciata della chiesa di Santa Maria della Stella

La facciata è divisa su due livelli chiusi da un timpano triangolare. Verticalmente è suddivisa da lesene dotate di capitelli ionici e ai lati del portale ci sono due nicchie, oggi vuote. Al di sopra del portale d’ingresso c’è la raffigurazione della Madonna con conficcato un sasso che la tradizione vuole essere stato lanciato da un carrettiere di passaggio.

Gli interni della chiesa sono ad unica navata con quattro altari laterali. La navata si chiude con il monumentale altare maggiore in stile barocco e risalente alla ricostruzione seicentesca. Sopra all’altare c’è il quadro del XIV secolo con l’immagine della Madonna col Bambino.

Cimitero della Peste ^

Su di un fianco della chiesa di Santa Maria della Stella c’è il cimitero della Peste. Le sue condizioni non sono delle migliori, ma avvicinandoti potrai scorgerne gli interni.

Il cimitero della Peste risale al 1883 e fu finanziato con soldi pubblici. Questo è riportato anche nella grande targa in marmo posizionata dove c’era l’ingresso principale. All’interno del cimitero riposano i corpi dei cittadini morti nell’epidemia di colera del 1867. Tra questi c’è anche Teresa d’Austria e il figlio Giammario, ricordati da una lapide.

Mappa dell’itinerario di Albano Laziale ^

Ecco la mappa dettagliata con tutti i luoghi da vedere nella visita di Albano Laziale.

Scopri cosa vedere anche negli altri borghi, con la guida alla visita dei Castelli Romani.

Il lago di Albano ^

Se hai tempo a disposizione ti consiglio di fare una visita anche al lago di Albano, distante appena quattro chilometri dal centro cittadino. Questo lago è a pochissima distanza dal lago di Nemi e con questo condivide l’origine vulcanica.

Vedere il lago di Albano ti permetterà di notare la sua forma quasi circolare e le alte rive boschive che salgono ripidamente di quota. Proprio il monte Cavo, con i suoi 949 metri, divide il lago di Albano da quello di Nemi.

Lago di Albano visto da occhialone lungo la via Sacra - Rocca di Papa

Il lago di Albano e le sue sponde sono state a lungo quasi abbandonate. Solo a partire dagli anni sessanta del novecento hanno avuto una notorietà crescente. Questo grazie alle olimpiadi di Roma, per le quali il lago servì nelle gare di canottaggio. Questo diede una spinta al territorio, che si sommò a quella garantita dal passaggio della linea ferroviaria costruita nello stesso secolo.

Oggi nel lago, le cui rive sono ancora per buona parte abbastanza selvagge, ci sono alcuni stabilimenti balneari attivi durante l’estate, oltre che associazioni di canottaggio.

Il lago di Albano ha una superficie di circa 6 chilometri quadrati, distribuita su 3,5 chilometri di lunghezza per 2,3 di larghezza e una profondità massima di circa 168 metri.

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Cosa vedere ad Albano Laziale in un giornoItinerario completo alla scoperta di Albano Laziale, tra le città più belle dei Castelli Romani. Resti archeologici, chiese e tanto altro...https://www.lorenzotaccioli.it/cosa-vedere-ad-albano-laziale-in-un-giorno-castelli-romani/
Lorenzo Taccioli