Augusta è una città piccolina e fuori dai principali percorsi turistici della Sicilia. Io l’ho scoperta cercando una tappa nei pressi di Siracusa, prima di tornare in aeroporto a Catania per rientrare dal viaggio di 10 giorni in Sicilia orientale.
Il centro storico ha dimensioni compatte e in circa un’ora riuscirai a visitarlo interamente.
La città di Augusta fa parte del consorzio dei comuni di Siracusa ed è sulla costa orientale della Sicilia, più o meno al centro dell’isola.
Affacciata sul mar Ionio ha la particolarità che il centro storico sia ospitato su di un’isola, ricavata dal taglio di un istmo durante il cinquecento. Per via della conformazione della costa in questa zona, Augusta è naturalmente divenuta una zona portuale, tanto che qui sono presenti due porti: Megarese e Xifonio.
Augusta fu una città molto importante nel passato, tanto che durante la dominazione spagnola venne interamente fortificata. La maggior parte dei monumenti storici che potrai visitare in questo itinerario risalgono a quel periodo, come la principale porta d’ingresso alla città, il ponte e i fortini.
Ecco le principali cose da vedere durante la visita di Augusta.
Icona della città di Augusta e suo accesso principale, la porta di Santo Stefano è più conosciuta come porta Spagnola. Il motivo si cela nel fatto che venne costruita durante il predominio spagnolo che durò circa trecento anni tra il XV e il XVIII secolo.
Più in particolare la porta Spagnola risale al 1681, quando il conte Francesco di Benavides fece costruire un nuovo sistema di fortificazione della città e del porto per difendere tutto il territorio. La nuova fortificazione si basava su quelle precedentemente esistenti e al suo completamento prevedeva due accessi: porta Rivellino o Quintana, di cui rimangono solo pochi resti e questa porta rimasta praticamente intatta. Ancora oggi, sulla sua sommità, è visibile lo stemma della corona del re di Spagna Carlo II, sorretta alla base da un grifone e un leone rampante.
Lungo la struttura sono presenti altri simboli e stemmi nobiliari, che rappresentano il potere dell’epoca.
Porta Spagnola era l’ingresso principale alla città e la si poteva raggiungere attraverso due ponti levatoi, poi sostituiti da ponti in muratura durante l’ottocento.
Un altro dei simboli di Augusta, che ti accoglie arrivando in città, è il castello Svevo risalente al duecento. La struttura venne eretta su di una precedente torre di avvisamento risalente all’epoca normanna. Fu il re Federico II di Savoia a richiederne la costruzione occupando una porzione di penisola nota come Terra vecchia.
L’obiettivo era quello di conferire ad Augusta un forte sistema di protezione per impedire possibili attacchi via mare che avrebbero permesso l’accesso al regno di Sicilia. Successivamente venne occupato dagli angioini e poi dagli aragonesi.
Ulteriori elementi vennero aggiungi al castello Svevo durante il seicento, come i suoi bastioni. Ciò che puoi vedere oggi è però il risultato di ulteriori modifiche legate a lavori di riadattamento per utilizzarlo per scopi militari e penitenziari, come ad esempio i piani delle celle sopra al portico. Ancora oggi parte del castello è occupato dal commissariato della polizia di Stato.
Purtroppo il castello Svevo di Augusta non è aperto alle visite turistiche, perché buona parte della struttura è soggetta a rischio crolli. Non potrai quindi accedere al castello, ma potrai camminare sulla struttura muraria che si allunga sul mare.
Il cuore del castello Svevo è rappresentato da un quadrato murario di 62 metri per lato, con otto torri le cui mura sono spesse circa 2,6 metri. Gli spazi interni sono invece caratterizzati da enormi arcate ogivali e da volte a crociera.
Il ponte Spagnolo è anche conosciuto come rivellino Quintana e tra i ponti più antichi è l’unico ad essere arrivato ai giorni nostri. Gli altri, come il rivellino Sant’Anna e il rivellino Santo Stefano vennero demoliti nel 1935 durante i lavori di costruzione di un ponte più ampio.
Questi tre ponti vennero costruiti nella seconda metà del seicento come architettura militare che garantisse l’accesso alla città, ma allo stesso tempo la sua protezione, tant’è che vennero fortificati. Mentre i rivellini Sant’Anna e Santo Stefano vennero demoliti durante il novecento, il ponte Spagnolo venne privato della sovrastruttura per consentire uno scorrimento migliore del traffico.
All’interno del porto, verso nord, sono presenti due isolette, impiegate per costruire i forti Garsia e Vittoria. Questi sono opera degli spagnoli durante l’opera di fortificazione della città.
Il motivo va cercato nell’incarico affidato dal re Filippo II al viceré don Garcia de Toledo di impiedire nuove incursioni della città, dopo essere riuscito a sconfiggere i nemici musulmani. In quel contesto il viceré fece erigere i due baluardi.
Durante le epidemie cittadine (di peste nel 1700 e di colera nel 1836) i forti vennero utilizzati come ricoveri per gli ammalati, che furono messi in queste strutture insieme agli ergastolani già presenti. L’impiego come carcere terminò nel 1848 e a distanza di due anni il forte Vittoria venne impiegato come ospedale, ruolò che ricoprì fino alla fondazione del Regno d’Italia. Entrambi divennero poi dei magazzini e polveriere.
I forti Garsia e Vittoria vennero totalmente abbandonati nel 1950, ma nonostante ciò non registrarono grossi danni. Purtroppo ancora oggi non sono valorizzati, ma lasciati all’incuria.
I nomi dei due forti sono legati a quelli del viceré e della moglie Vittoria.
Raggiungi ora piazza Duomo. Su questa piazza si concentrano alcuni degli edifici più importanti della città, tra cui il palazzo di Città, occupato dal municipio di Augusta.
Questo palazzo risale alla fine del XVII secolo, quando venne costruito in stile barocco a seguito del terremoto del 1693 che portò distruzione in tutta la Sicilia orientale. Questo edificio prese il posto delle antiche prigioni cittadine e inizialmente prevedeva un unico piano destinato agli uffici governatici della città.
Solo nel 1715 venne aggiunto un ulteriore piano, ma l’aspetto attuale è legato all’epoca fascista, quando la struttura del palazzo di Città venne ulteriormente ampliata anche accorpando il palazzo Tumscitz. Nel 1938 l’edificio divenne la sede della casa del fascio.
Dopo alcuni recenti lavori di restauro, al piano terreno è stato allestito il museo della Piazzaforte, con testimonianze della storia di Augusta attraverso reperti militari, cimeli delle due guerre e una raccolta di armi e divise. È inoltre presente la biblioteca comunale.
La facciata presenta un cornicione con, nell’arco centrale, l’aquila sveva che simboleggia la regalità della città di Augusta, fondata dall’imperatore Federico II di Svevia. L’aquila è raffigurata mentre con i suoi artigli afferra delle monete dal mare, a simboleggiare che dal mare Augusta trae la sua ricchezza.
Praticamente al fianco del palazzo di Città, su piazza Duomo, puoi vedere la chiesa madre di Santa Maria Assunta, la principale chiesa di tutta Augusta. Questa venne costruita una prima volta nel 1680 sulle rovine della chiesa di Santa Maria dei Miracoli, risalente al XIV secolo.
Originariamente aveva dimensioni più contenute rispetto all’attuale, ma venne ricostruita a seguito dei terremoti del 1693 e del 1848.
La chiesa Madre di Santa Maria Assunta si presenta con un prospetto diviso su due ordini raccordati da volute laterali. Tra portali permettono l’accesso alla chiesa. Quello centrale, di dimensioni maggiori, è sormontato da un finestrone squadrato e, a sua volta, da tre monofore ad arco che ospitano le campane.
Gli interni sono disposti su di una pianta a croce latina, con tre navate divise tra loro per mezzo di pilasti a doppia lesena che sostengono i soffitti a volte.
Nella passeggiata tra le cose da vedere ad Augusta ti imbatterai anche nella chiesa delle Anime Sante del Purgatorio, anche conosciuta come chiesa di San Nicolò.
Distrutta dal terremoto del 1693, fu ricostruita durante il XVIII secolo e presenta uno spiccato stile barocco. Tra le ipotesi c’è anche quella che sia stato Filippo Javara a progettarla. La piccola facciata, ricca di volute, è sormontata da un tozzo campanile a torre aggiunto durante l’ottocento.
Gli interni sono semplici, ma spicca la pala d’altare che raffigura San Nicolò con le anime del Purgatorio.
L’ultima tappa tra le cose da vedere ad Augusta è il monumento al Milite Ignoto, ospitato nei giardini pubblici di piazza Castello. Quest’opera è dedicata ai caduti di tutte le guerre, ma soprattutto a quelli che non sono stati riconosciuti e pertanto non hanno avuto una degna sepoltura.
Realizzato nel 1924, il monumento è stato spostato qui nel 1962. La fontana longitudinale in marmo collegata al monumento risale e pochi anni dopo.
Il monumento al milite ignoto è formato da una grossa base in marmo. Sulla facciata è stata posta una lastra in bronzo che raffigura una dea greca rappresentante l’Italia e affiancata da due giovani di cui uno alato che rappresenta la Vittoria. Sulla sommità spicca un soldato della prima guerra mondiale in uniforme.
Ecco la mappa con l’itinerario delle attrazioni da vedere ad Augusta.