Crespi d’Adda – il Villaggio Operaio Patrimonio dell’UNESCO

ingresso opificio fabbrica e ciminiera Crespi d'Adda

Crespi d’Adda – storia del villaggio operaio

Crespi d’Adda è una piccola frazione del comune di Capriate San Gervasio nella provincia bergamasca. Si trova estremamente vicino al Fiume Adda ed infatti da qui è possibile prendere una bellissima passeggiata lungo la riva del fiume.

Se visiti Crespi d’Adda la domenica, non puoi entrare nel suo centro storico, ma devi lasciare l’automobile prima della discesa in paese: la sua particolarità che lo rende patrimonio dell’UNESCO dal 1995 è che si tratta di uno dei villaggi operai italiani meglio conservati.

Il villaggio venne fondato da Cristoforo Benigno Crespi nel 1877 su di una terra non utilizzata, ma ideale per tre motivi: la vicinanza con l’acqua che permetteva di avere energia a buon mercato, un vasto territorio libero dove poter edificare senza alcun tipo di vincoli e la forte presenza di manodopera inoccupata che poteva lavorare nella nuova industria che si andava a creare.

Venne costruito quindi il cotonificio e subito dopo vennero edificate le case con giardino per gli operai. Si trattava di case bifamiliari che permettevano agli operai un buon livello di vita. Vennero costruite anche le case per i dirigenti, in questo caso si trattava di villette singole con un grande giardino, e progressivamente si dotò il neonato villaggio di tutti i servizi utili a far funzionare la comunità: dallo spaccio alimentare, alla scuola, da alcuni alberghi, alla chiesa. Si costruì addirittura la casa per il parroco e quella per il medico e non si tralasciò nemmeno il cimitero cittadino.

Ovviamente tutto questo sviluppo avvenne in maniera progressiva, ma piuttosto rapida: se nel 1878 il cotonificio era già attivo con circa 5.000 fusi ed erano presenti un paio di “palazzotti” per i primi operai, già nel 1886 vennero costruite le prime case operaie.

Il signor Crespi era ben visto e ben voluto dai suoi dipendenti, grazie alla sua lungimiranza ed alla qualità della vita che riusciva a garantire a chiunque lavorasse per lui e così anche il figlio Silvio che dal 1889 divenne direttore del cotonificio e continuò nello sviluppo del villaggio operaio di Crespi d’Adda.

La vita del villaggio è estremamente legata alle sorti del cotonificio e dopo qualche decina d’anni di alti e bassi, l’azienda non riuscì a sopravvivere alla dura crisi economica mondiale del 1929.
Si susseguirono altri proprietari che non riuscirono a far riemergere il cotonificio dalla crisi.

Attualmente ci vivono ancora diverse persone, per lo più discendenti dai lavoratori del cotonificio, e le case vengono vendute pubblicizzando la qualità di vita in mezzo ad un verde patrimonio dell’UNESCO.

Il villaggio visto dall’alto

Si arriva a Crespi d’Adda dal comune di Capriate San Gervasio che si trova ad un’altitudine maggiore rispetto al villaggio, perciò si ha già una vista dall’alto del borgo, ma una vista ancora migliore la si può avere raggiungendo attraverso una galleria di foglie e rami il punto d’osservazione costruito ad hoc: su per una scalinata arriviamo ad una struttura in metallo da cui è possibile ammirare tutto il panorama e sul quale una targa illustrata ci aiuta ad identificare tutte le diverse tipologie di costruzioni che ci si parano davanti agli occhi.

Da qui si notano subito diverse strutture che si stagliano verso il cielo, la più vicina delle quali è la grande chiesa del paese ed, a seguire le ciminiere del cotonificio e della centrale elettrica. Si vedono chiaramente anche la casa del parroco e quella del medico che si trovano anch’esse in una posizione rialzata rispetto a tutta l’area produttiva ed anche il dopolavoro ed il lavatoio pubblico di Crespi d’Adda.

Le case operaie e lo spaccio alimentare

Scendendo dal punto di osservazione e cominciando la visita della cittadina si può cominciare dalla via delle case operaie: la struttura delle abitazioni è sempre uguale, anche se la sua colorazione è sempre differente, ma si tratta di case bifamiliari (spesso rese uni-familiari nelle recenti ristrutturazioni), con un giardino tutto intorno e l’ingresso condiviso. Queste case si ripetono da entrambi lati della strada. Lo spazio occupato oggi da un giardino era stato inizialmente pensato come orto, in maniera tale che gli abitanti potessero provvedere almeno in parte ad un sostentamento autonomo della famiglia ed inoltre, secondo la visione del Crespi, un’occupazione oltre al lavoro avrebbe reso meno frequenti episodi sgraditi all’interno della comunità, alle volte frutto dalla noia.

Verso metà della strada, in una piccola traversa, era presente lo spaccio alimentare, dove i cittadini potevano andare a rifornirsi. Attualmente c’è stato il tentativo di aprire un supermercato che non è riuscito a sopravvivere a causa della scarsa clientela. Nella stessa via, guardando in direzione opposta allo spaccio, è possibile vedere l’ingresso dell’opificio.

Le case per i dirigenti

Proseguendo invece diritto si nota un infittirsi della vegetazione ed una progressiva distanza sempre maggiore tra le case: stiamo entrando nella zona riservata alle abitazioni dei dirigenti del villaggio di Crespi d’Adda. Si tratta per lo più di ville singole con un grandissimo giardino curato da alcuni giardinieri. Le strutture sono simili tra loro, ma tutte diverse e colonne e torrette fanno bella mostra di se in case che ancora oggi fanno venire voglia di abitarle.

L’opificio

L’opificio ha il suo ingresso lungo il viale principale del paese ed è fortemente riconoscibile oltre che per la sua alta ciminiera anche per i caratteristici cancelli rossi che ogni mattina si aprivano per iniziare a produrre. Da qui partono una serie di moduli uguali l’uno all’altro che compongono l’intera fabbrica.

Si possono identificare quattro corpi principali, che corrispondono alle diverse fasi produttive che si compivano all’interno dell’azienda: la filatura, la tessitura, la tintura ed un reparto per le attività complementari alla produzione. Purtroppo non è possibile accedere all’interno della struttura per poter visitarne gli interni, anche perché nel 2003 l’opificio è stato acquistato da Antonio Percassi per trasformarlo nel quartiere generale delle sue aziende.

La centrale termoelettrica, l’ospedale, la scuola, la chiesa ed i palazzotti

Lungo la stessa via in cui si trova l’ingresso all’opificio sono presenti anche tutte le altre strutture rilevanti per la vita cittadina di Crespi d’Adda. La prima è la centrale termoelettrica, la cui costruzione ha una strana forma, ma su cui non è possibile indagare per via dell’accesso vietato.

L’ospedale, costruito intorno al 1904 a causa della rapida crescita degli abitanti del paese che metteva in difficoltà l’attività del medico. Infatti lo stesso medico non riusciva più a rispondere a tutti i casi che gli si presentavano, tra i quali anche incidenti avvenuti all’interno della fabbrica. L’ingresso dell’ospedale è estremamente vicino alla fabbrica stessa, per dare un’assistenza tempestiva ad eventuali infortuni. L’assistenza sanitaria di tutto il paese era totalmente a carico della famiglia Crespi, che nei casi più gravi si avvaleva anche del contributo di medici specialisti provenienti da Milano, i quali potevano utilizzare le più moderne tecnologie presenti in ospedale, tra le quali un reparto di radiologia.

Vista la presenza sempre maggiore di bambini a Crespi d’Adda si è rivelato presto necessario costruire una scuola. Venne infatti edificata nel 1890 e solamente due anni dopo fu messo in opera il progetto d’ampliamento per poter accogliere un numero ancora più alto di bambini.

Nell’Italia di fine ‘800 non poteva ovviamente mancare anche una chiesa: titolata al santissimo nome di Maria venne costruita tra il 1891 ed il 1893 e si tratta di una copia esatta del santuario di Santa Maria di Piazza di Busto Arsizio, città natale del signor Crespi.

I palazzotti, infine, sono state le prime residenze degli operai e vennero costruiti insieme all’opificio. Da lì a poco gli operai vennero poi trasferiti nelle vicine villette bifamiliari.

La casa padronale: Villa Crespi

Nel 1893 e nel 1894 venne costruita anche la casa padronale, conosciuta come villa Crespi, nella quale i signori del villaggio operaio risiedevano durante le loro visite al paese. Si tratta ovviamente dell’edificio più sfarzoso di tutto il villaggio e venne progettato in stile tardo romanico con inserti tipici delle costruzioni medievali, come le torrette ed i merletti a decoro. Per quest’ultimo motivo è nota anche come “il castello” di Crespi d’Adda.
Una torre veniva utilizzata per ammirare il panorama e tutto ciò che la famiglia era riuscita a creare, l’altra invece era la torre idrica del paese. Dall’ingresso della villa parte anche la bellissima passeggiata per il parco d’Adda Nord, bellissimo da fare sia in bicicletta che a piedi e che conduce fino alla città di Milano.

La particolarità dell’edificio non è nuova idea per il signor Crespi, che aveva già fatto costruire la splendida Villa Crespi sul lago d’Orta..

Il cimitero

Come in tutti il mondo, anche a Crespi d’Adda, dopo un’intera vita le persone muoiono. Il signor Crespi aveva ovviamente pensato anche a questo: dalla parte opposta della villa, in fondo alla via principale del villaggio si trova il cimitero. Un lungo viale alberato ci conduce in quest’area leggermente discostata dal centro abitato e dall’opificio. Già avvicinandoci notiamo il grande mausoleo Crespi che regna su tutte le tombe.

Il cimitero venne costruito a partire dal 1905 e per questo progetto Silvio Benigno Crespi fece indire un concorso all’accademia delle belle arti di Brera per la sua progettazione. Tale concorso venne vinto dall’architetto Gaetano Moretti.

Sotto al grande mausoleo in cemento sono presenti le croci che indicano il luogo di sepoltura dei vari operai, i quali però potevano a proprie spese richiedere un posto lungo la recinzione con una lapide più significativa. Il cimitero è attualmente ancora in funzione, ed vi si trovano anche tombe più moderne, facilmente riconoscibili rispetto a quanto precedentemente lasciato.

Il villaggio operaio di Crespi d’Adda merita sicuramente una visita, per via della sua storia e dell’ottimo stato di conservazione e manutenzione che rende estremamente piacevole passeggiare per le sue vie. Se vi dovesse venire fame è presente anche un piccolo bar che prepara poche cose, ma sufficienti per placare la fame.

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Crespi d'Adda - il Villaggio Operaio Patrimonio dell'UNESCOFoto, storia e palazzi di Crespi d'Adda: il villaggio operaio di fine '800 patrimonio dell'UNESCO. Tutto il bellissimo villaggio è nato intorno all'opificiohttps://www.lorenzotaccioli.it/crespi-d-adda-villaggio-operaio-unesco/
Lorenzo Taccioli