Curon Venosta e il suo Campanile Sommerso

Curon Venosta - Campanile dentro al lago di Resia

Tra le destinazioni più conosciute di tutta la Val Vensota c’è senza dubbio Curon Venosta. Il suo suggestivo campanile che emerge dalle acque del lago di Resia, testimone della triste storia della cittadina, richiama ogni anno migliaia di visitatori. La recente serie Netflix di Curon ha reso questo luogo ancora più celebre, tant’è che registra un crescente afflusso turistico.

Scopriamo insieme Curon Venosta.

Curon Venosta - Campanile dentro al lago di Resia

Dove si trova Curon Venosta ^

Curon Venosta fa parte della sconfinata provincia di Bolzano e, più in particolare, occupa la sua estremità nordoccidentale in Val Venosta. Curon Venosta è anche ai limiti dei confini italiani, tanto che a nord confina con l’Austria, a cui si arriva attraverso il Passo Resia, e ad ovest con la Svizzera, mentre a sud si trova il grande territorio della città di Malles Venosta.

Il centro abitato di Curon Venosta si trova su di un colle che guarda dall’alto il lago di Resia, che fa anch’esso parte del territorio comunale.

Altitudine di Curon Venosta ^

Il paese di Curon Venosta sorge a un’altitudine di 1520 metri sul livello del mare, che salgono velocemente se ci si avventura lungo le strade che dal lago (a 1498 metri sul livello del mare) salgono verso i vicinissimi monti.

Breve storia di Curon Venosta ^

La storia di questi luoghi è molto antica. Alcuni reperti dimostrano che già in epoca preistorica questi luoghi fossero già abitati. Nell’anno 15 avanti Cristo il territorio cadde sotto al dominio romano, il cui potere vide delle potenzialità e costruì la grande via di comunicazione, commerciale e militare, che attraverso il Passo Resia giungeva fino all’attuale territorio austriaco: ecco la via Claudia Augusta. Questa via permise anche alle popolazioni tedesche di giungere in questi territori, che dominarono nel giro di qualche secolo.

Il nome di Curon si trovò per la prima volta in documenti del 1147 e ciò dimostrò l’esistenza di questo centro abitato. I secoli successivi furono tutto sommato tranquilli se non per qualche invasiane spagnola o lo straripamento del Rio Carlino che portò distruzione in città.

Dopo la prima guerra mondiale anche Curon Venosta, come i territori circostanti, divvene di proprietà italiana, trasformando il Passo Resia in confine di stato. Per sottolineare questo fatto il nome del paese diviene Corona alla Muta, anche se già nel 1923 ritorna ad essere Curon, poi trasformato in Curon Venosta cinque anni più tardi, quando gli si accorparono i comuni di Resia, San Valentino alla Muta e Vallelunga.

Allagamento del vecchio centro storico di Curon Venosta

Arriviamo così al 1950, quando dopo aver superato un bombardamento di cinque anni prima, le idee del partito fascista hanno la meglio sulla vita del paese. In questa zona deve sorgere una diga (ancora esistente) che permetta di sfruttare l’energia idroelettrica. La conformazione della valle prevede tre piccoli laghi separati (lago di Resia, lago di Curon e lago di San Valentino alla Muta) ed è l’ideale per la creazione di un unico grande lago e poco importa se il centro storico di Curon Venosta dovrà scomparire. Anzi, dopo aver dato indenizzi ridicoli alla popolazione, l’intero centro storico viene minato per essere demolito e gli edifici abbattuti. In quello stesso anno la costruzione della diga causa l’allegamento del vecchio centro storico che, nel frattempo, era stato in parte ricostruito sul crinale della montagna a pochi metri di distanza. La distruzione di questo paese, unitamente con parte di quello di Resia e di altri paesini minori, ha dato vita grazie allo sbarramento del fiume Adige e del Rio Carlino a un unico lago artificiale di circa 677 ettari, che ha permesso attraverso la creazione della diga di creare energia elettrica.

Il primo progetto di sbarramento di questi territori è del 1920 e prevedeva uno sbarramento di 5 metri. Nel 1938 il regime fascista ha ripreso in mano il progetto ed ha portato a 22 metri lo sbarramento, senza informare la popolazione e senza fare alcun esame dal punto di vista legale ed ecologico. In quell’anno viene dato mandato alla società Montecatini di Milano di costruire il lago artificiale. Gli abitanti furono costretti ad espropriare le proprie abitazioni, riconoscendo loro un risarcimento risibile, in nome dell’interesse nazionale per il rafforzamento del settore industriale. Molti dei cittadini emigrarono, mentre altri si trasferirono  nelle nuove abitazioni costruite pochi metri più in alto.

L’avvento della seconda guerra mondiale mise in stand by il progetto e le difficoltà di finanziamento al termine della guerra portarono il progetto ad essere sostenuto da fondi svizzeri che, in cambio di 30 milioni di franchi, richiesero che l’energia prodotta per 15 anni venisse portata in Svizzera come rimborso del capitale prestato. I cittadini erano impotenti e nell’estate del 1950 buona parte degli edifici fu minata e fatta saltare in aria, mentre gli abitanti furono trasferiti per un paio d’anni in una baraccopoli. Nello stesso anno il lago artificiale di Resia di riempie fino alla quota di 1497 metri sul livello del mare, cancellando quasi definitivamente la storia di Curon.

Leggenda di Curon Venosta ^

La leggenda che circola su Curon Venosta è inevitabilmente legata al suo suggestivo campanile. Su questo viene fatta un’accurata manutenzione per tenerlo in piedi nonostante l’acqua che lo circonda e, in parte, sommerge. Nel 1950 nel corso dell’allagamento del vecchio paese venne scelto di rimuovere le campane che per secoli avevano scandito la vita dell’antico paesino sommerso. Nonostante ciò sembra che, in alcune gelide notti invernali, gli abitanti del paese sentano ancora i rintocchi del campanile echeggiare per la vallata.
Questo strano avvenimento potrebbe essere legato in qualche modo all’incidente del 1951, quando un autobus con 23 persone a bordo finisce accidentalmente dentro al lago e si salva un’unica persona?

Nessuno può dirlo, quello che è certo è che proprio questa leggenda ha dato vita alla serie Netflix, dove uno dei protagonisti rivela agli amici la leggenda che vuole che chi senta le campane suonare non riuscirà a scampare alla morte che da lì a pochi giorni lo coglierà.

Cosa vedere a Curon Venosta ^

Nuova Chiesa di Santa Caterina e nuovo centro abitato di Curon Venosta

Il paese di Curon Venosta è veramente piccolo e sorge sulle prime alture sopra il lago. Si può lasciare l’automobile in uno dei parcheggi sul lungolago e poi fare una piacevole passeggiata sui vicoli in salita che conducono alla chiesa di Santa Caterina e, passando per la chiesa di Sant’Anna, scendono fino al celebre campanile.

Il paese è talmente piccolo che in poco tempo lo si sarà visitato tutto. Si può scegliere quindi di fare una bella passeggiata sul lungolago o di raggiungere le altre frazioni di Curon Venosta, come Resia o Melago per vedere quanto hanno da offrire.

Iniziamo con l’itinerario tra le cose da vedere a Curon Venosta.

Chiesa di Santa Caterina ^

Nel centro abitato di Curon Venosta si trova la chiesa di Santa Caterina. Quando gli abitanti del luogo dovettero ricostruire le loro case e gli edifici comunitari sui monti sopra al nuovo bacino del lago, decidettero di dedicare la nuova chiesa sempre a Santa Caterina, come quella che ora giace in fondo al lago.

Non si limitarono a darle lo stesso nome, ma anzi cercarono di costruirla con una forma molto somigliante all’originale, nonostante le dimensioni ridotte. E così l’abside è chiaramente semicircolare e il suo perimetro è ben disegnato anche nella struttura esterna. Il lato della chiesa è decorato da finestre ad arco, come nella costruzione originaria.

La facciata a capanna della chiesa di Santa Caterina dà direttamente sulla strada e l’ingresso è protetto da una tettoia con tegole, sopra alla quale si apre il rosone circolare e, sulla sommità si trovano tre monofore rettangolari. Internamente, invece, è presente un’unica grande navata e si può percepire chiaramente la sua fattura moderna. Tra le poco decorazioni alle pareti è presente un ciclo di bassorilievi che rappresentano le stazioni della Via Crucis.
Un grande arco separa gli scranni per i fedeli dall’abside, di dimensione più stretta, che è chiuso da un soffitto a cassettoni sotto al quale è stato realizzato un grandissimo affresco. La luce naturale abbonda grazie alle numerose finestre che danno in direzione del lago e della valle.

Museo dell’Alta Val Venosta ^

Museo dell Alta Val Venosta a Curon Venosta

Proprio uscendo dalla chiesa di Santa Caterina ci si trova davanti il museo dell’Alta Val Venosta, ospitato in un bel palazzo dai colori chiari e dalle cornici bianche alle finestre. Attraverso la porta in legno si può accedere al museo, dove viene ben raccontata la storia recente di Curon Venosta e di Resia, del perché è stato necessario e di come si sono ricostruiti velocemente questi paesi. Il tutto viene fatto avvalendosi di un dettagliato repertorio fotografico.

Alla storia di questi paesi dell’Alta Val Venosta viene sommata una collezione di oggetti sacri e altri strumenti legati alla vita contandina che per secoli ha contraddistinto questi territori.

Il museo dell’Alta Val Venosta viene aperto ai turisti solamente durante i mesi estivi e, settimanalmente, viene organizzata una visita guidata al suo interno.

Chiesetta di Sant’Anna ^

Procediamo tra i vicoli di Curon Venosta e ci troviamo a scendere lungo la strada che poi risale in direzione della chiesetta di Sant’Anna. Questa chiesa è ben visibile dai pressi del campanile sommerso del lago di Resia e, a differenza della chiesa parrocchiale ricostruita intorno alla metà del secolo scorso, questa ha una sua storia ben più lunga.

La chiesetta di Sant’Anna venne costruita intorno al 1521 in stile tardo gotico. Recenti scavi hanno però dimostrato che intorno alla chiesa si trovavano altre antiche costruzioni come testimoniato dai reperti emersi databili secoli prima di questo edificio.

L’originale campanile della chiesa venne sostituito nel 1850 con una piccola torretta in mattoni, dall’aspetto quasi più simile a un camino che a una torre campanaria, chiuso da un cupola tonda. A sua volta il campanile venne rimodificato nel 1893 giungendo al suo aspetto attuale. A distanza di pochi anni, dal 1897 al 1903 la chiesetta di Sant’Anna fu anch’essa ristrutturata dandole un aspetto rinascimentale.

Anche se durante la nostra visita è in ristrutturazione, è possibile vedere sulla parete esterna un affresco seicentesco di San Giorgio Martire.
Gli spazi interni, estremamente raccolti, conservano un altare rinascimentale datato 1596 dove viene rappresentata la sacra famiglia, l’annunciazione, San Giacomo, San Giovanni Battista e Sant’Agnese. Sempre sull’altare si trova la raffigurazione di Santa Margherita e San Giorgio con il drago e ciò è legato alla leggenda che descrive la nascita di questa chiesetta.
Si narra infatti che anticamente queste zone erano battute da un drago che settimanalmente si nutriva di una persona e che, nel caso in cui fosse stato ostacolato, si sarebbe mangiato tutto l’abitato. I cittadini si organizzavano così per scegliere tra loro chi avrebbero dovuto offrire in sacrificio per non fare arrabbiare il drago, fino a quando non fu il turno della nobile famiglia Kuen Belasi. Il conte non voleva offrire nessuno della sua stirpe, e così fece il voto che se la sua famiglia fosse stata risparmiata avrebbe costruito una chiesetta proprio qui. Incredibilmente da lì a pochi giorni uno sconosciuto riuscì ad uccidere il drago e così il conte fece costruire la chiesetta di Sant’Anna e da allora sull’altare si trova anche la raffigurazione della sua famiglia.

Vale la pena arrivare fino a questa chiesetta anche per il panorama che si può godere da questa altura. Da qui è infatti possibile guardare il lago di Resia dall’alto e il suo campanile che svetta poco distante dalla strada. Ai piedi della chiesetta di Sant’Anna si trova anche il nuovo cimitero cittadino che, come le altre strutture del vecchio paese è stato ricostruito in una posizione più rialzata.

Campanile sommerso di Resia ^

Il campanile sommerso del lago di Resia è la vera attrazione di Curon Venosta. La sua storia si sposa ovviamente con quella del vecchio centro storico cittadino i cui resti, ancora oggi, riposano sotto le acque del lago.

Il vecchio centro aveva come punto di riferimento la chiesa di Santa Caterina d’Alessandria e, quando l’intero paese venne demolito con le mine per essere poi inondato, il campanile resistette e non venne abbattuto. Tuttavia si decise di proseguire comunque con la creazione della diga e dell’attuale lago di Resia e, ancora oggi, è possibile vedere il campanile della chiesa di Santa Caterina d’Alessandria che svetta sulle acque calme del lago.

La storia della chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, di cui oggi rimane visibile solo parte del campanile, è molto antica. Anticamente infatti a Curon non era presente alcuna chiesa e i fedeli dovevano fare molti chilometri per raggiungere quella più vicina e, durante l’inverno, la cosa non era affatto facile. Così nel 1357 venne eretta questa chiesa, subito consacrata a Santa Caterina martire. I decenni passarono e la chiesa assunse progressivamente più importanza, tanto che nel 1488 venne riconsacrata successivamente ad un ampliamento.

Nel 1636, alla conclusione della guerra dei trent’anni, fu vittima di saccheggi di truppe mercenarie che da sud salivano in direzione di Resia e che portarono via alcuni degli oggetti più preziosi qui conservati. Il crescente numero di fedeli locali richiese più volte un ampliamento della chiesa di Santa Caterina, che avvenne a metà del settecento e intorno al 1838, trasformandola nella chiesa più grande della Val Venosta. Nonostante i vari lavori mantenne sempre il campanile originario, quasi come se si sapesse che da lì a qualche decennio di distanza sarebbe rimasto come ultima testimonianza dell’edificio.

La vecchia chiesa di Santa Caterina d’Alessandria di Curon Venosta ospitò l’ultima funzione il 9 giugno del 1950 e le sue campane risuonarono un’ultima volta il 16 luglio dello stesso anno, per poi essere rimosse e portate nella nuova chiesa cittadina. Il 23 luglio l’edificio sarebbe dovuto saltare in aria a causa di 150 cariche esplosive di dinamite piazzate per fare spazio al nuovo lago artificiale, ma i suoi possenti muri resistettero e richiesero di essere abbattuti a pezzi per ben quattro giorni. Unica testimonianza della chiesa e del paese è rimasto il campanile che ancora oggi affiora dal lago di Resia e richiama turisti da ogni dove.

Lungolago di Curon Venosta sul lago di Resia ^

Lungolago di Curon Venosta

Una volta giunti fin davanti al celebre campanile sommerso ci troviamo sul lungolago del lago di Resia. A questo punto vale la pena fare una bella passeggiata lungo il perimetro del lago, dove vialetti e sentieri si alternano, soprattutto verso sud. A seconda del tempo a disposizione la passeggiata può essere più o meno lunga, ma consiglio comunque di arrivare almeno nella zona in cui si radunano i surfisti per veleggiare sulle acque del lago. Non ci vorrano più di venti minuti dal campanile.

Se vi va potete procedere verso sud fino anche alla diga dalla quale si può vedere il vicino lago della Muta, di dimensioni molto più contenute.

Frazione di Resia ^

Centro abitato e chiesa di Resia

Terminata la visita di Curon Venosta raggiungiamo in automobile la vicina frazione di Resia, procedendo verso nord sul lungolago. Resia fa parte sempre del comune di Curon Venosta ed ha dimensioni ancora più raccolte. Sono poche le cose da vedere qui, a meno che non vogliate intraprendere il suggestivo trekking che porta ad un punto panoramico sul lago, passando per la sorgente dell’Adige.

L’unico monumento della cittadina è infatti la grande chiesa di San Sebastiano.

Chiesa di San Sebastiano a Resia ^

La sua storia è simile a quella della chiesa di Santa Caterina d’Alessandria di Curon Venosta e inizia nel XV secolo: è il 1472 quando si parla infatti per la prima volta di una cappella dedicata a San Sebastiano e a San Fabiano. Dopo un secolo e mezzo viene aperto anche il cimitero che si trova adiacente alla chiesa, mentre nel 1662 la cappella viene ampliata dando vita a una grande chiesa.

La chiesa di Resia non è mai stata una delle chiese principali della zona, tanto che nel XVIII secolo erano note le sue condizioni di degrado. Anche in documenti ufficiali si descriveva come una delle chiese più povere del circondario, con grossi problemi di umidità. Era quindi necessaria una ricostruzione, ma i cittadini di Resia non riuscivano a sostenere la spesa. Venne fatta quindi una colletta raccogliendo fondi da tutta l’Austria, che portarono i lavori a iniziare nel 1856. Completati nel 1864, la chiesa fu inaugurata nel 1873 e il suo nuovo assetto era dotato di ben tre altari: il maggiore dedicato a San Sebastiano, quello destro dedicato alla Madonna e quello sinistro a sant’Elisabetta. Anche l’organo al suo interno era di questo periodo, venne infatti aggiunto nel 1870. Resia ebbe però in comune con Curon Venosta lo stesso triste destino: era il 19 agosto del 1951 quando durante la celebrazione della messa l’acqua che saliva dal lago cominciò ad entrare in chiesa e, dopo dieci anni, venne demolita. Nel frattempo venne costruita l’attutale chiesa di San Sebastiano e, il grande progetto iniziale, venne ridimensionato per via dei fondi disponibili.

Anche questa chiesa è dotata di tre altari: al centro viene rappresentato in un grandissimo affresco San Sebastiano, mentre ai lati sono ospitati i due vecchi altari della chiesa di Curon Venosta e ai muri sono stati applicati gli affreschi della Madonna e di Sant’Elisabetta della vecchia chiesa di Resia. Tutta la chiesa è chiusa da un suggestivo gioco di volte in legno che contrastano con le pareti chiare.

Vallelunga ^

Se si fa ora di pranzo o di cena e siete ancora a Curon Venosta, potete valutare di salire sulle prime montagne per raggiungere il ristorante Gletscherblick. Cucina tipica e porzioni abbondanti daranno vita a un ottimo pasto. Per arrivarci bisogna percorrere la Vallelunga, una vallata estremamente verde e circondata dalle montagne, dalle quali di tanto in tanto scende una cascastella. Tra le più suggestive c’è quella vicina al ristorante, poco prima del paese di Melago che segna l’inizio della valle.

La Vallelunga, se avete qualche giorno a disposizione, è anche un suggestivo luogo dove fare piacevoli trekking tra fitti boschi e natura rigogliosa.

Chiesa di Santa Maddalena a Melago ^

Appena parcheggiato davanti al ristorante non si può fare a meno di notare la chiesa di Santa Maddalena, che spicca bianca tra il verde della vallata. Conosciuta anche come chiesa di San Nikolaus, ha un’età non ben definita, anche se si narra che già nel 1440 sia stata ristrutturata una prima volta. La sua posizione è davvero suggestiva e, inoltre, siamo a un’altitudine di circa 1873 metri, che la rende una delle chiese più alte di tutta la provincia di Bolzano.

Originariamente costruita in stile gotico, venne poi modificata in stile barocco e, nel 1890, per ospitare tutti i fedeli venne anche ampliata. L’altare principale è titolato ai santi Nikolaus e Maddalena, ma è anche presente un altare secondario, a destra, dedicato a sant’Aloisio. Gli spazi interni sono raccolti e gli arredi in legno chiaro sono armonici con l’intonacatura bianca arricchita da affreschi che fanno da cornice agli elementi strutturali e che rappresentano alcuni santi. Purtroppo al suo interno non si trovano molti elementi storici, perché come successo ad altre chiese del circondario, anche questa venne saccheggiata dai soldati negli anni trenta dell’ottocento.

Su tutta la struttura veglia il grande campanile, ricoperto da una cupola spiovente, così com’è spioventa la copertura della chiesa con la facciata a capanna: le frequenti nevicate impongono che i tetti degli edifici si liberino in fretta della neve. La facciata chiara è decorata solamente da due piccole monofore: una circolare e una a forma di croce e da una tettoia che protegge i fedeli che entrano in chiesa. Intorno alla chiesa di Santa Maddalena è presente una costruzione in pietra che le conferisce una base di appoggio piana. Da qui parte anche una scalinata che porta fino al sottostante cimitero cittadino, ampliato tra il 2003 e il 2004 dall’amministrazione di Curon Venosta.

Mappa dell’itinerario di Curon Venosta ^

Ecco la mappa con l’itinerario tra le cose da vedere a Curon Venosta.

Cosa fare nei dintorni di Curon Venosta ^

Sono tante le cose che si possono fare nei dintorni di Curon Venosta. Ricordiamoci infatti che ci troviamo in Val Venosta, una zona ricca di storia e di natura sorprendente che vale la pena visitare.

A seconda del tempo che avete a disposizione e dei vostri interessi potete pensare a diverse altre cose da vedere. Tra le più belle segnalo:

  • la passeggiata da Resia fino alla vicina sorgente dell’Adige e, eventualmente, il trekking completo che arriva fino alla piana dei morti, dove si gode di un suggestivo scorcio su tutto il lago;
  • la visita all’abbazia di Monte Maria, l’abbazia benedettina più alta d’Europa;
  • una passeggiata per Glorenza, la città più piccola della Val Venosta, con una bellissima cinta muraria fortificata;
  • la visita di Castel Coira, il suggestivo castello sopra a Sluderno;
  • il trekking di un sentiero delle rogge, se ne trovano tanti sparsi per la Val Venosta;
  • una passeggiata per il centro storico di Malles Venosta e la scoperta dell’antica chiesa di San Benedetto con i suoi affreschi interni;
  • un po’ di sport acquatico all’interno del lago di Resia o la lunga passeggiata che gira intorno al lago;
  • una biciclettata sulla suggestiva (e poco faticosa) ciclabile della Val Venosta che dal lago di Resia ha un leggero pendio in discesa per tutta la vallata.

Insomma, quali che siano le vostre passioni, troverete sicuramente come trascorrere una giornata, un weekend o una settimana in questi bellissimi luoghi.

Se stai organizzando un viaggio in Val Venosta, leggi la guida alla visita in 4 giorni.

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Curon Venosta e il suo Campanile SommersoScopri la storia di Curon Venosta e del campanile del lago di Resia. Leggi cosa vedere durante la visita e consulta la mappa dell'itinerario.https://www.lorenzotaccioli.it/curon-venosta-e-campanile-sommerso-cosa-vedere/
Lorenzo Taccioli