Daniel Steegmann Mangrané ad Hangar Bicocca

Orange Oranges di Daniel Steegmann Mangrané ad Hangar Bicocca - Stanza Arancione

Ad Hangar Bicocca è allestita la mostra su Daniel Steegmann Mangrané, dove forme geometriche incontrano la natura, viva e morta, e dove le opere dell’artista si fondano su un numero variegato di media, da installazioni, a dipinti, da disegni a nuove tecnologie fino ad elementi in tutto e per tutto naturali.

Sono numerose le opere esposte alla mostra A Leaf-Shaped Animal Draws The Hand e vale le pena prendersi tutto il tempo necessario per visitarla lentamente e lasciarsi stupire.

La teca con insetti e alberi di Daniel Steegmann Mangrané - Mostra A Leaf-Shaped Animal Draws The Hand

Chi è Daniel Steegmann Mangrané ^

Daniel Steegmann Managrané è un’artista spagnolo, nato nel 1977 a Barcellona. Si appassiona presto all’arte, grazie anche ai genitori fondatori dell’EINA, la scuola d’arte sperimentale, e prosegue poi studiando fotografia alla GrisArt. Durante questi anni si avvicina alla poetica di alcuni artisti brasiliani che lo influenzano nel modo di pensare l’arte. Secondo le loro idee, l’opera d’arte è un processo partecipativo che si pone in stretto contatto con il corpo dello spettatore e ne attiva i sensi, creando un coinvolgimento col singolo che democratizza l’arte stessa.

Parallelamente Daniel Steegmann Managrané si appassiona alla natura e alla foresta tropicale, tanto che nel 2004 decide di trasferirsi a Rio de Janeiro, dove risiede tuttora. Qui entra in contatto con alcune teorie antropologiche che elaborano il prospettivismo amerindio, secondo il quale l’aspetto che accomuna tutti gli esseri viventi è l’umanità, paragonando quindi ogni essere vivente ad un umano. Per il pensiero occidentale l’elemento accomunante è invece la natura, all’interno della quale ogni essere vivente si differenzia. Secondo la teoria amerindia, dunque, è il punto di visita individuale a creare il soggetto e un oggetto potrebbe essere l’incarnazione di una divinità, di un oggetto sacro o semplicemente potrebbe essere l’oggetto stesso. Allo stesso modo anche ogni singola persona varia a seconda di chi la osserva.

Già dai suoi primi lavori emerge l’interesse dell’artista per il mondo naturale e vi inserisce elementi organici che possono essere protagonisti unici delle sue opere, o parti di esse. Contemporaneamente però impiega anche strutture modulari e installazioni nelle quali il visitatore e la sua esperienza all’interno dell’opera diventano centrali.
Questi temi accompagnano tuttora l’opera di Daniel Steegmann Managrané, e si arricchiscono a seconda delle scoperte e degli interessi dell’artista. Ad esempio orienta le sue opere verso la Mata Atlantica, una delle foreste più ricche di biodiversità sulla costa atlantica del Brasile che scende fino al Paraguay. Qui viene colpito da vari aspetti, come ad esempio la capacità di alcuni essere viventi di sapersi nascondere o mimetizzare e non a caso tra le opere in mostra sono presenti anche alcuni insetti che vivono mimetizzandosi.

Anche i film su pellicola realizzati da Daniel Steegmann Managrané non sono solo film, ma uno studio sulle tecniche di ripresa e proiezione, che mette in atto all’interno di uno dei luoghi che più ama: la foresta pluviale.

Nelle sue opere, infine, si trova anche un riferimento alla poesia: spesso i titoli dei suoi pezzi derivano da versi che sono in grado di fondere il regno animale con quello umano, annullandone di fatto le distanze e la distinzione tra materia e forma. Tra queste l’artista trova particolarmente azzeccate le parole di Stela do Patrocìnio, autrice brasiliana internata in un ospedale psichiatrico e riconosciuta solo dopo la sua morte.

La mostra A Leaf-Shaped Animal Draws The Hand ad Hangar Bicocca ^

La mostra A Leaf-Shaped Animal Draws The Hand, come tutte le altre esposizioni dell’artista, permette di riflettere sulla figura del visitatore, sul suo incontro con le opere e sull’esperienza all’interno dello spazio espositivo. Per Daniel Steegmann Managrané la mostra deve essere un’occasione e uno spazio di sperimentazione e non un semplice “accumulo di oggetti artistici isolati e protetti dal mondo esterno”. Partecipare a una sua esposizione significa riconfigurare la relazione tra gli oggetti e la realtà che quotidianamente viviamo.

La mostra A Leaf-Shaped Animal Draws The Hand è la prima mostra italiana di Daniel Steegmann Managrané e la più grande a lui dedicata.  Il percorso all’interno dell’esposizione non è lineare, ma prevede di muoversi avanti e indietro tra le circa 20 opere presenti, che toccano diversi media e che prevedono di entrarci in contatto, in molti casi vivendole in maniera interattiva.

Per isolare, almeno parzialmente, le opere esposte le une di fianco alle altre, si ricorre all’uso di pareti semitrasparenti, alle volte utilizzate anche per proiettare alcune opere, o veri e propri muri all’interno dei quali si creano stanze totalmente buie per le proiezioni di film.

Fatto insolito per le mostre allestite dentro all’Hangar Bicocca è la grande luce naturale che illumina l’intera mostra, grazie alle ampie vetrate su due lati contrapposti.

Insetto foglia mimetizzato - Opera di Daniel Steegmann Mangrané

Opere di Daniel Steegmann Mangrané ^

Sono ben 22 i pezzi di Daniel Steegmann Managrané esposte in A Leaf-Shaped Animal Draws The Hand. Le opere sono affiancate le une alle altre e seguendo l’ordine di visita proposto inevitabilmente si ripercorreranno più e più volte gli stessi pezzi.

Tra questi ci sono elementi complessi e formati da molti pezzi ed altri invece all’apparenza molto più semplici ma non meno poetici.
Tra tutte le opere presenti in mostra, queste sono quelle principali.

Lichtzwang ^

Il nome della prima opera che vediamo, Lichtzwang deriva dalla raccolta di poesie di Paul Celan e significa circa “Luce coatta”. In questo caso il nome mette in evidenza due aspetti dell’opera: l’imposizione di una regola, ma anche la modulazione della luce attraverso la scomposizione del colore.

Lichtzwang è una sorta di studio fatto da Daniel Steegmann Mangrané sulle svariate possibilità date da un foglio di carta quadrettato delle dimensioni di 21 cm per 15 cm. Nello stesso formato di carta l’artista, dal 1998 ad oggi, ha creato una lunga serie di acquerelli tutti differenti tra loro, che investigano su aspetti fisici come la variazione del colore o la modulazione di una struttura. Gli acquerelli sono suddivisi in gruppi omogenei per tipologia di ricerca e sono stati appesi lungo le pareti semitrasparenti che cingono questo spazio. Da qui si possono intravedere le altre opere che ci circondano e che, almeno in parte, sono nate da una declinazione di questo progetto riportato su medium differenti.

Table with Objects ^

Usciti da Lichtzwang facciamo il prossimo passo verso Table with Objects, un piccolo tavolo sul quale si trovano ordinati tantissimi oggetti differenti. Anche in questo caso si tratta di suggestioni che sono serviti come bozze di lavori mai nati o di altri che sono poi sfociati in oggetti più complessi, realizzati dallo stesso Daniel Steegmann Mangrané in altre opere.

Table with Objects - Gli oggetti che ispirano Daniel Steegmann Mangrané

Table with Objects è una sorta di diario di appunti dell’artista, esposto per la prima volta a Barcellona come evoluzione delle proprie ricerche. Sul tavolo si trovano oggetti poi utilizzati in altre opere e una sorta di tavolozza di possibilità per i lavori futuri. La decisione di esporli sottolinea ancora una volta quanto per l’artista sia importante il processo di creazione di un pezzo e l’esperienza che vi gravita intorno, piuttosto che il pezzo in se.

Orange Oranges ^

Eccoci alla prima delle opere interattive presenti alla mostra A Leaf-Shaped Animal Draws The Hand. Orange Oranges, del 2001, appartiene a un insieme di lavori con cui Daniel Steegmann Mangrané indaga i confine della percezione. L’opera è una piccola stanza dalle pareti trasparenti ottenute con un filtro fotografico color arancione, all’interno della quale si può entrare e trovare un tavolo con delle arance e uno spremiagrumi e una panchina. Noi visitatori siamo chiamati ad interagire con l’opera stessa, tagliando le arance e producendoci da soli una dissetante spremuta.

La spremuta non è altro che una scusa per far rimanere più tempo possibile all’interno della stanza il visitatore. La luce arancione che arriva all’interno viene metabolizzata dalla vista e progressivamente annullata, così che uscendo dalla stanza e venendo a mancare questa dominante cromatica, si viva una sensazione straniante, dovuta alla riduzione dello spettro cromatico applicata automaticamente come bilanciamento da parte del nostro cervello. Uscendo la prima sensazione è inoltre che tutto lo spazio abbia assunto una tinta blu.

16mm ^

Arriviamo così al primo video in mostra, prodotto tra il 2007 e il 2011. Attraverso 16mm entriamo in una delle più grandi passioni di Daniel Steegmann Mangrané, ovvero la foresta pluviale. Per farlo ci immergiamo, attraverso una struttura curva ad imbuto, all’interno di una sala totalmente buia che raggiungiamo aiutandoci con le mani per capire verso dove stiamo andando.

In fondo alla sala viene proiettato un video tipico del cinema strutturalista, nel quale viene annullata la funzione estetica e seduttoria del cinema, a favore di realizzazioni che riflettono sulla specificità della pellicola e dei suoi meccanismi in fase di ripresa e proiezione. In 16mm la telecamera si muove lungo un cavo sospeso, la cui lunghezza corrisponde a quella di un nastro standard per queste telecamere. Anche la velocità con cui la telecamera si muove, in maniera costante, è la stessa con la quale la pellicola gira all’interno della bobina. Per questo motivo ogni metro percorso nella foresta corrisponde esattamente a un metro di bobina, le due realtà (quella filmata e quella vissuta) si intrecciano quindi attraverso il moto meccanico.

Il risultato è un film di una telecamera immersa nel verde, che si fa spazio tra la fitta vegetazione e il suono del fogliame e degli insetti che incontra lungo la sua strada.

Stanza buia di 16mm - Daniel Steegmann Mangrané

Elegancia y Renuncia ^

Una delle opere più romantiche nella mostra A Leaf-Shaped Animal Draws the Hand è senza dubbio Elegancia y Renuncia, dove la protagonista è sorretta da un supporto metallico in mezzo a tutte le altre opere. Si tratta di una foglia secca, che richiama ancora il mondo naturale della foresta.

La foglia intagliata di Elegancia y Renuncia - Daniel Steegmann Mangrané

La foglia è esposta verticalmente al pubblico e, a qualche metro di distanza, è presente un proiettore che le dona una forte luce che mette in evidenza la superficie stessa della foglia, intagliata dall’artista con motivi geometrici circolari. Lasciata a contatto con il pubblico, Elegancia y Renuncia è costantemente sorvegliata dalla sicurezza che invita a non avvicinarvisici troppo per non rovinare l’opera.

A Transparent Leaf Instead of the Mouth ^

Un altro fortissimo richiamo alla foresta lo ritroviamo in A Transparent Leaf Instead of the Mouth, una grande struttura in vetro, dai bordi curvi e ondulati, che ospita al suo interno un piccolo bosco in miniatura ricreato da Daniel Steegmann Mangrané con arbusti e piccoli alberi, trasportato fino a qui. Un occhio attento, mentre gira intorno all’installazione, oltre alla flora nota anche la fauna: all’interno della teca sono ospitati anche una serie di insetti, come l’insetto stecco, le mantidi e l’insetto foglia che tendono a mimetizzarsi con l’ambiente in cui si trovano.
L’inserimento di elementi viventi nell’opera apre a un’ulteriore riflessione sull’arte che in questo caso varia e deperisce con l’andare del tempo e non restituisce un pezzo unico sempre uguale a se stesso.

A Transparent Leaf Instead of the Mouth ha insito in se anche un doppio movimento, quello degli animali che si mimetizzano all’interno della teca a seconda dei rami su cui si posano, ma anche quello di noi visitatori esterni che una volta identificato uno di quegli strani insetti continuiamo a girare intorno all’opera per vederne quanti più possibili.

Mano con Hojas e Morfogenesis-Cripsis ^

Dietro alla grande teca riportante un piccolo bosco in mostra, si trova l’opera Mano con Hojas, un ologramma appeso al muro nel quale da una mano crescono alcune foglie, che danno vita a un essere ibrido tra umano e vegetale. Questa, tra tutte le opere in mostra in A Leaf-Shaped Animal Draws The Hand, è l’unica in cui è presente in maniera esplicita la figura umana. L’obiettivo di quest’opera è quello di pensare a un confine più labile tra essere umani ed essere vegetali, vedendoli tutti parte di un’unica cultura e un’unica natura che dà vita a un sistema in cui queste esistenze si intrecciano e si completano.

Mano con Hojas e le linee di Morfogenesis-Cripsis - Daniel Steegmann Mangrané

La Mano con Hojas si trova applicata all’interno di un’altra opera: Morfogenesis-Cripsis del 2019. Si tratta di un disegno colorato applicato direttamente sulla parete, che richiama una griglia concettuale basata sulla forma dei rami.
Il nome stesso di quest’opera, Morfogenesis richiama il processo che porta allo sviluppo di una determinata forma, la stessa procedura che in natura sta alla base all’evoluzione di un organismo. L’altre parte del nome, Cripsis, fa invece riferimento alla capacità mimetica di molti animali. Da qui emerge un altro riferimento dell’artista, l’antropologo Roger Caillois che si chiedeva se: “non sono forse la forma, il movimento e il linguaggio il nostro modo di dissolverci nel mondo?”.

Table with Two Objects ^

Nonostante le dimensioni di questo tavolo siano estremamente più generose di quelle di Table with Objects, in Table with Two Objects sono appoggiati solamente due oggetti, agli estremi opposti del tavolo.

Da una parte un oggetto creato dalla natura, mentre dall’altra un oggetto plasmato dall’uomo. La distinzione non è però così netta, anzi il confine tra ciò che è stato partorito dalla natura e ciò che è stato creato dall’abilità manuale umana è piuttosto labile e pone ancora una volta un interrogativo su quanto gli essere umani e la natura siano in realtà due elementi di un’unica grande entità.

Phantom (Kingdom of all the animals and all the beasts is my name) ^

Phantom (Kingdom of all the animals and all the beasts is my name) è tra tutte le opere qui esposte di Daniel Steegmann Mangrané la più interattiva e multimediale.

Questo pezzo, del 2015, è formato da un unico elemento, un visore, che scende all’interno di uno spazio definito da un telo semitrasparente. Molto probabilmente vi capiterà di fare qualche minuto di fila per poterlo utilizzare, in quanto è disponibile una sola postazione per volta.

Il visore di realtà aumentata di Daniel Steegmann Mangrané ad Hangar Bicocca - Phantom (Kingdom of all the animals and all the beasts is my name)

Indossando il visore è possibile rivivere una ricostruzione virtuale e immersiva della Mata Atlantica. Le immagini sono in bianco e nero, ma tridimensionali e riproducono ogni singolo dettaglio dell’area forestale. Allo stesso tempo il visitatore vive un’esperienza che sovverte la percezione dello spazio: guardando verso il basso non vedrà le sue scarpe, ma continuerà a vedere parti di vegetazione. Contemporaneamente il fruitore in prima persona dell’opera è guardato dalle altre persone in fila in attesa di prendere il suo posto, vivendo quindi un momento di dislocazione fisica.

Kiti Ka’aeté (Lines) ^

Muovendoci verso un altro dei video in mostra incappiamo in Kiti Ka’aeté (Lines). Ce ne accorgiamo quasi per sbaglio, quando sulla parete semitrasparente alla nostra sinistra vediamo ventisette figure luminose che vengono proiettate in successione per qualche secondo.

Le figure geometriche proiettate sono ispirate ai motivi decorativi tradizionali dei popoli nativi del Brasile, che Daniel Steegmann Mangrané ha ottenuto ritagliando immagini fotografiche e riassemblandole dando forma a un intreccio di rami e piante rampicanti riviste in chiave geometrica. Il collage ottenuto è stato poi impiegato anche in altre opere.

Il nome Kiti Ka’aeté è ottenuto accostando due termini tupiguaranì, un lingua parlata nell’America meridionale. Kiti indica il taglio eseguito con uno strumento affilato da parte dell’uomo, mentre Ka’aeté simboleggia la foresta inesplorata e lontana dai territori antropizzati, un luogo dove secondo la tradizione vivono spiriti e divinità.

Phasmides ^

Sulla parete davanti a noi viene invece proiettato Phasmides, un film in 16mm trasferito in formato digitale realizzato nel 2012. Il soggetto è una famiglia di insetti stecco che danno quasi vita a una coreografia di apparizioni e sparizioni nel contesto in cui si muovono.

Lo scenografia in cui gli insetti stecco si muovono varia con il passare del tempo, parte da un ambiente totalmente naturale e si modifica via via inserendo nello sfondo elementi geometrici in contesti più astratti e artificiali. La parte finale del video presenta esclusivamente elementi geometrici resi attraverso fogli di carta ripiegati. Nonostante ciò è presente un elemento di continuità: anche gli elementi naturali sono infatti caratterizzati da queste forme.

Il montaggio e la modalità di ripresa di tutto il video guidano gli occhi dello spettatore attraverso i movimenti dell’insetto stecco. A tratti gli insetti sembrano quasi assenti sulla scena, mettendo in luce l’instabilità delle riprese. Il film si conclude con una scena in cui un riflesso sul vetro mostra anche la presenza dell’artista stesso nella stanza.

Filmato Phasmides di Daniel Steegmann Mangrané

Geometric Nature/Biology ^

Concludiamo la nostra visita alla mostra A Leaf-Shaped Animal Draws The Hand di Daniel Steegmann Mangrané con l’opera Geometric Nature/Biology del 2011, posizionata proprio davanti all’ingresso.

Geometric Nature/Biology - Il rametto sospeso di Daniel Steegmann Mangrané

Questo pezzo ha in se elementi che si ritrovano in tutte le altre opere, richiamando elementi animati e inanimati, come i rami e gli insetti stecco. Qui un rametto sezionato longitudinalmente è installato dentro a fili metallici che da terra arrivano fino al soffitto, che rendono ancora una volta l’idea ricorrente dell’incontro tra natura ed elementi artificiali.

Il ramo oscilla continuamente in risposta all’ambiente e ai movimenti che lo circondano, ritornando ai movimenti originali che lo caratterizzavano in natura al soffiare del vento.

Orari e dettagli della mostra A Leaf-Shaped Animal Draws The Hand ^

La mostra A Leaf-Shaped Animal Draws The Hand di Daniel Steegmann Managrané è aperta ad Hangar Bicocca di Milano dal 12 settembre 2019 al 19 gennaio 2020 e segue gli orari del centro: dal giovedì alla domenica dalle 10.00 alle 22.00.

Nei weekend l’affluenza è abbastanza alta e, soprattutto durante le ore pomeridiane, è possibile che venga richiesto di mettersi in fila per accedere alla mostra.

L’ingresso è sempre gratuito.

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Daniel Steegmann Mangrané ad Hangar BicoccaLe opere di Daniel Steegmann Mangrané in mostra ad Hangar Bicocca, un viaggio nella natura. Tutti i dettagli sull'artista, la sua poetica e le opere.https://www.lorenzotaccioli.it/daniel-steegmann-mangrane-ad-hangar-bicocca/
Lorenzo Taccioli