David LaChapelle – I Believe in Miracles

Mostra personale di David LaChapelle al MUDEC di Milano

David LaChapelle è uno dei più famosi fotografi americani. Noto soprattutto per le numerosissime incursioni di celebrità all’interno delle sue fotografie, usa questo mezzo per esprimere critiche verso la società e lo sfruttamento dell’ambiente.

Immagini luminose, colori saturi e corpi nudi sono solo alcune delle costanti del suo lavoro e, nella mostra I Believe in Miracles ospitata al MUDEC di Milano, si ritrovano tutte.

Chi è David LaChapelle – Biografia ^

David LaChapelle è un celebre fotografo americano. Classe 1963 è famoso per i suoi scatti nel campo pubblicitario e della moda, ma con uno stile che di frequente gli spalanca anche le porte dell’arte.

La sua formazione è nel campo artistico. Ha infatti frequentato la North Carolina School of the Arts e successivamente la School of the Arts di New York. Dopo essersi spostato a Londra ritorna a New York e inizia la sua carriera di fotografo.

A sostenerlo in questa scelta fu anche Andy Warhol, che gli offrì un primo incarico come fotografo per la rivista Interview Magazine di cui fece una copertina. Da lì furono piuttosto numerosi i servizi fotografici per celebri riviste, tra cui GQ, Vogue, Rolling Stone e il New York Times Magazine.

Ai lavori su commissione David LaChapelle affianca progetti personali che diventano i suoi scatti più conosciuti. Tutto è studiato al millimetro, dalla scenografia alle luci, dalla posizione delle persone ritratte ai significati che ogni fotografia vuole sottointendere. Lavorare per le riviste gli ha dato modo di entrare in contatto con celebrità che, sempre più frequentemente, entrano poi come personaggi principali nelle sue fotografie e in cui, spesso e volentieri, compaiono completamente nudi.

Il suo stile irriverente l’ha portato più volte ad essere criticato. Sia per una presenza continua di nudi, sia per l’affrontare in maniera profana alcuni temi legati alla religione.

Alla carriera di fotografo associa anche quella di regista con la produzione di alcune clip. Tra queste ci sono anche videoclip musicali, le promo delle prime stagioni di Desperate Housewives e di Lost e numerose campagne pubblicitarie.

Oggi David LaChapelle è ancora molto attivo e vive in una fattoria biologica alle Hawaii fondata da lui, completamente alimentata ad energia solare ed idrica e con l’obiettivo di dedicarsi interamente all’arte, prendendo una pausa dalla frenesia del mondo che lo circonda.

I personaggi celebri che hanno posato per David LaChapelle ^

È molto complesso fare un elenco esauriente dei personaggi che hanno posato per David LaChapelle. Durante la sua carriera è infatti entrato in contatto con numerosissime celebrità conosciute a livello mondiale e ancora oggi continua le sue collaborazioni.

Tra i personaggi più noti ad essere stati ritratti ci sono Courtney Love, Pamela Anderson, Madonna, Marilyn Manson, Leonardo di Caprio, Uma Thurman, Angelina Jolie, Lindsay Lohan, Sarah Jessica Parker, Eminem, Lady Gaga, Rihanna, David Beckham, Hillary Clinton, Whitney Houston…

Lo stile di David LaChapelle ^

Lo stile utilizzato da David LaChapelle nei suoi lavori è estremamente riconoscibile. Immagini dai colori saturi e luminosi, ritratti di persone (spesso personaggi celebri) in pose inconsuete o in situazioni bizzarre sono la sua cifra stilistica.

Nelle sue fotografie puoi ritrovare una certa ironia, con la quale l’autore guarda al mondo contemporaneo componendo immagini dense e piene di elementi, in cui ogni singolo dettaglio è studiato minuziosamente. Tra le tematiche affrontate più di frequente c’è una critica verso il sogno americano, la sua contemporaneità e la sostenibilità ambientale.

Spesso nelle sue produzioni ci sono influenze barocche e richiami all’arte del passato. Non a caso David LaChapelle cita tra le sue fonti di ispirazione Caravaggio e Andrea Pozzo, ma anche artisti contemporanei quali Jeff Koons e Cindy Sherman.

La mostra I Believe in Miracles al MUDEC di Milano ^

La mostra I Believe in Miracles è andata in scena dal 22 aprile all’11 settembre 2022 al MUDEC, il Museo delle Culture di Milano. In questa mostra sono presenti circa 90 opere fotografiche di David LaChapelle, provenienti da tutta la sua produzione.

I Believe in Miracles è una selezione inedita dei lavori, che racconta il percorso fatto dall’artista con un occhio particolare ai lavori che indagano sull’animo umano e sulle sue sfaccettature. Dolori, gioie, passioni, solitudini, ideali, rapporti con la società e con l’ambiente sono al centro della mostra. I curatori che si sono occupati della mostra sono Denis Curti e Reiner Opoku.

Quasi alla conclusione della mostra è presente un video da cui sono tratti alcuni degli scatti in esposizione.

Le opere di David LaChapelle ^

Le opere esposte all’interno della mostra I Believe in Miracles sono uno spaccato dell’intera produzione di David LaChapelle. Qui sono infatti raccolti lavori eseguiti durante tutta la sua carriera artistica.

Nelle 90 opere esposte rientrano un po’ tutti i temi cari all’artista e i soggetti sono piuttosto vari: si va dalle celebri fotografie a personaggi di fama internazionale a scene legate alla religione, dagli ambienti allagati alle nature morte, dai temi sociali e ambientali ai modellini.

C’è una costante però in tutta questa produzione, lo stile altamente riconoscibile dell’autore che, unito all’enorme capacità tecnica sull’illuminazione e a quella di rendere pop ogni suo scatto, lo ha consacrato come uno dei fotografi viventi più celebri.

La fotografia come esigenza ^

L’approccio alla fotografia di David LaChapelle ha un inizio drammatico. A 19 anni, nel 1982, iniziò una convivenza con il suo primo ragazzo a New York. A distanza di due anni questo è morto improvvisamente a causa dell’AIDS che, in quegli anni, era una malattia misteriosa. Nel giro di poco numerosi suoi amici cominciarono a morirne.

Lo stesso David LaChapelle confessa di essere stato convinto che non sarebbe vissuto oltre i 24 anni. Da lì nacque quasi un’ossessione di rispondere alla domanda “dove va a finire l’anima?. Con questa necessità in mente lavorava in camera oscura dipingendo su negativi di immagini che raffiguravano elementi sacri, quali angeli, martiri, santi e miracoli. Le persone ritratte facevano parte della cerchia di amici e amanti dell’artista.

Nonostante alcuni di questi lavori possano essere considerati profani, David LaChapelle dichiara che la fede sia stata assolutamente necessaria per proseguire il suo lavoro e la sua vita.

Self-Portrait as House ^

Tra gli scatti esposti c’è Self-Portrait as House, del 2013. Si tratta di una ricca combinazione di scene all’interno di una casa che pare essere la classica casa delle bambole. Al suo interno, però, le situazioni che sono ritratte sono tutt’altro che rivolte ai bambini. Qui i personaggi sono travolti dai propri vizi e dal piacere, quasi a volere rimarcare una società attuale in disfacimento, della quale però raccoglie tutti i vizi. Il significato è molteplice, se da una parte può sottintendere che “chi è senza peccato scagli la prima pietra”, dall’altro potrebbe significare, ironicamente, che ciò che per molti è considerata una deriva, per alcuni è semplicemente libertà.

Self-Portrait as House di David LaChapelle
Dettaglio di Self-Portrait as House - Donna anziana nuda

La fotografia è poi accompagnata da un testo redatto direttamente dall’artista che descrive le singole scene:

  • La passione romantica era destinata
    A essere solo parte di me
    insufficiente a trascorrere la giornata
    Ma nell’isolamento ho trovato un modo
  • L’uccello con ampie ali
    Rappresenta una pace
    Quando si posa, la bellezza sfiorita danza sotto il ramo
    La madre viene a farmi visita tra passeri e colombe
    E attraversa danzando la mia vita
    Con Gioia e Amore
  • Nella Fede
    Trovo pace
    Non posso negare impulsi ancestrali
    Ma perché in me cresce quella collera?
    Sono molti uomini e combatto per molte parti
    Continuano a combattere finché non moriranno tutti
  • Madre Terra
    Mi porti nel tuo grembo
    Mi nutri e poiché io sono te
    Attraverso la tua musica trovo il coraggio di respirare
    E mi appoggio a Renda nei momenti di grave bisogno
  • Celebro la figura umana nella sua pienezza
    Ma ne evito per scelta il fascino grottesco
    E benché “magro e affamato” fosse un tempo il mio ideale
    Osservo questi mondi con distaccato ghigno
  • Pronti a partire
    Quando siete liberi, siamo tutti liberi

Deluge ^

Con il trasferimento da Los Angeles alle Hawaii, David LaChapelle inizia un percorso di profonda riflessione che lo porta alla produzione di diverse opere in grande formato. Alla base dei suoi pensieri c’è l’idea che la vita stia volgendo al termine, ma in mezzo al caos ci si può aiutare vicendevolmente.

David LaChapelle - Deluge - 2006

Tra le opere prodotte c’è Deluge, del 2006. Il diluvio è vissuto come metafora della perdita di tutto ciò che è materiale, ma anche della salute e del proprio corpo. È come trovarsi sul letto di morte con un’ultima possibilità di illuminazione.

Legati a questa tematica ci sono altri scatti, come After the Deluge: Cathedral, After the Deluge: Museum e After the Deluge: Statue, tutti del 2007. A distanza di diversi anni, David LaChapelle ha inoltre terminato Staircase to Paradise, nel 2020. In questa opera è presente una scala che gira a spirale intorno a una figura ispirata alla Madonna e rappresenta il percorso verso il paradiso. Qui l’autore vuole mostrare la bellezza dei misteri della fede.

L’influenza dell’arte classica ^

Nelle opere di David LaChapelle ci sono molti richiami all’arte classica e ai dipinti. Un esempio è l’influenza di Venere e Marte di Botticelli, quadro visto dal fotografo nel 2009. La scena dipinta è successiva a un rapporto sessuale dove Marte, dio della guerra, dorme sdraiato sulla sua corazza, mentre Venere, dea dell’amore, ha un’espressione insoddisfatta.

Rape of Africa - 2009
Rebirth of Venus - 2009

David LaChapelle ha pensato che le cose non sono cambiate poi tanto: avidità e guerra sono ancora più vive che mai e in contrasto all’amore e alla bellezza.

Il fotografo ha deciso di rimettere in scena in un suo scatto questo dipinto e, dopo aver assistito a un documentario sul commercio dell’oro, ha deciso di rappresentare la Venere come ragazza africana, siccome il continente di provenienza è continuamente saccheggiato e violentato per via delle sue risorse naturali.

Revelantions ^

Da poco prima della pandemia mondiale David LaChapelle ha cominciato il suo lavoro su Revelations, un progetto fotografico e video commissionatogli dall’artista Daphne Guinness. È infatti del 2019 lo scatto in cui due anziani si abbracciano e baciano in mezzo a una via abbandonata e con negozi dalle porte sbarrate. La scena è ispirata a una profezia biblica che parla della fine del mondo.

Lo scatto successivo è For Men Will Be Lovers of Self e risale a due anni dopo. Anche questo è ispirato a una profezia biblica che parla dell’amore per se stessi. “Devi anche sapere che negli ultimi tempi verranno momenti difficili. Gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanitosi, orgogliosi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, senza religione, senza amore, sleali, maldicenti, intemperanti, intrattabili, nemici del bene, traditori, sfrontati, accecati dall’orgoglio, attaccati ai piaceri più che a Dio, con la parvenza della pietà, mentre ne hanno rinnegata la forza interiore. Guardati bene da costoro!”.

A muovere David LaChapelle è la convinzione che nei due anni di pandemia si sia sviluppato un grande dolore, unito a una maggiore dipendenza dagli strumenti tecnologici. Le persone sono sempre più concentrare su loro stesse e su un imperante individualismo.

Spree ^

Spree - 2019 - 2020 Fotografia del modellino di una nave da crociera

David LaChapelle dichiara di essere sempre stato attratto dall’escapismo e considera le crociere una sua forma. Nel 2019 inizia a realizzare un modellino di 35 centimetri di una mega-nave, ispirato dai resoconti della spedizione transantartica di Shackleton. L’obiettivo è quello di giocare con l’idea del rapporto tra uomo e natura, mettendo in scena una moderna nave del divertimento.

La grande nave di Spree è ritratta all’interno di un vasto paesaggio ghiacciato. Questo richiama alle visioni di David LaChapelle dove la natura si riprende i suoi spazi, un po’ come nella serie Gas del 2014 in cui ritrae stazione di servizio bonificate.

Durante il 2019 l’economia legato al turismo sulle navi da crociera era in forte espansione e si prevedeva che nel 2020 avrebbe fatto girare circa 35 miliardi di dollari, muovendo 32 milioni di passeggeri. A causa della pandemia arrivata in quell’anno, il progetto Spree ha iniziato ad assumere nuovi significati: lo scatto venne completato il 9 marzo 2020 ed esattamente dieci giorni dopo Los Angeles entrò in quarantena. A distanza di un mese venne poi emanato un ordine di divieto di navigazione nelle acque americane per le crociere.

Le nature morte ^

Un soggetto inconsueto nella produzione di David LaChapelle è quello delle nature morte. L’ultima sala della mostra I Believe in Miracles al MUDEC di Milano è interamente dedicata a questi lavori.

Qui sono esposte delle fotografie in cui l’autore si è ispirato a Georgia O’Keeffe, pittrice che tra gli anni 1939 e 1940 ha vissuto a Maui, nelle Hawaii e per sei mesi dipinse degli scorci dell’isola e degli elementi vegetali e naturali. La Chapelle amava quei quadri fin da piccolo e quando capì che i soggetti ritratti venivano dai luoghi in cui anche lui amava trascorrere il tempo, decise di fare queste fotografie per rendere omaggio alla pittrice statunitense.

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David LaChapelle - I Believe in MiraclesLa mostra I Believe in Miracles è una buona occasione per conoscere meglio la storia di David LaChapelle e delle sue opere. Scopri di piùhttps://www.lorenzotaccioli.it/david-lachapelle-biografia-opere-i-believe-in-miracles-mudec/
Lorenzo Taccioli