Finalborgo in Un Giorno – Cosa Vedere

Facciata della Porta Reale di Finalborgo - Porta principale di ingresso al paese

Finalborgo è un paesino magico in provincia di Savona, a pochi chilometri dal confine francese. Annoverato tra i borghi più belli d’Italia, permette ai suoi visitatori di unire storia, natura, mare e montagna in un’unica cittadina. A poca distanza dalla spiaggia, è sormontato da piccole alture, di cui andremo alla scoperta per vedere le sue fortezze.

La visita di Finalborgo non richiede più di una giornata, in realtà sarebbero sufficienti poche ore, ma è bello prendersi anche il tempo per raggiungere il mare e rilassarsi un po’ in spiaggia dopo aver percorso l’intero itinerario alla scoperta del borgo.

Dove si trova Finalborgo ^

Finalborgo si trova in Liguria e, più precisamente, in provincia di Savona. Insieme a Finale Pia e Finale Marina forma il comune di Finale Ligure, di cui è il nucelo più antico.

Provenendo da sud, Finalborgo si trova oltre la città di Imperia, più o meno a 70 chilometri da Genova, percorribili in circa un’ora di auto.

Come arrivare a Finalborgo ^

Per arrivare a Finalborgo sono due le opzioni principali: la si raggiunge in automobile, percorrendo l’autostrada A10 ed uscendo a Finale Ligure. Da qui si procede poi con le indicazioni per Finalborgo.

L’altra possibilità che conduce sempre a Finale Ligure, è quella di raggiungere la cittadina in treno. La stazione si trova in piazza Vittorio Veneto a 15 minuti a piedi dal centro di Finalborgo. La stazione dei treni di Finale Ligure è collegata inoltre direttamente anche con la Francia, con treni giornialieri che portano oltre confine.

Dove parcheggiare a Finalborgo ^

Se si sceglie di arrivare a Finalborgo in automobile, il consiglio è quello di non tentare il parcheggio all’interno del centro storico, ma di parcheggiare a Finale Ligure e fare poi una breve passeggiata per arrivare fino al borgo. Lungo le strade che collegano i due centri abitati si trovano diversi parcheggini e posteggi lungo la strada. Ad esempio la SP27 che diventa poi via Domenico Brunenghi è ricca di aree di sosta libere e davvero in pochi minuti a piedi sarete a destinazione.

Cosa vedere a Finalborgo ^

Finalborgo nacque alla fine del XII secolo come cittadina che controllava lo sbocco sul mare nelle vie di transito tra Liguria e Piemonte e per molti secoli svolse questa funzione decisamente strategica, che le permise di prosperare.

Oggi Finalborgo è un piccolo borgo sormontato da un grande castello, il castel San Giovanni che incombe sulla cittadina e dal quale, una volta raggiunto, si gode di una bellissima vista sui tetti fino al mare.

Per visitare Finalborgo sono sufficienti poche ore, ecco dunque cosa vedere in questo bel borgo, annoverato tra i borghi più belli d’Italia.

Chiesa di San Giuseppe Calasanzio ^

Prima di accedere a Finalborgo, se anche voi parcheggerete fuori dalle mura, vi troverete probabilmente a passare per la chiesa di San Giuseppe Calansazio, di Finale Ligure.

Questa dista appena pochi minuti a piedi dalle mura del borgo ed è anche conosciuta come Chiesa degli Scolopi perché nel 1831 vi si insediò quest’ordine religioso il cui fondatore fu proprio Giuseppe Calansazio.

La chiesa è particolarmente apprezzata perché la missione dell’ordine religioso è quello di garantire un’istruzione anche alle classi sociali più povere che si stringono quindi intorno alla chiesa. Anche durante la nostra visita c’era un discreto via vai nei suoi dintorni, come nel sagrato antistante e nel suo giardino. La facciata della chiesa di San Giuseppe Calansazio si presenta slanciata e con forme neoclassiche. Le lesene incontrano nicchie con statue e una bifora che in maniera geometrica sormonta il portone di ingresso. Sulla sommità si trova invece un frontone stondato che si innalza al cielo. Gli interni sono a navata unica chiusa da una volta a botte. Le decorazioni interne sono per lo più ricavate nelle colonne che separano l’abside del resto della chiesa, ma sono tutto sommato limitate.

Porta Reale ^

Procediamo per qualche altro minuto di passeggiata a piedi e facciamo l’ingresso al centro storico di Finalborgo attraverso la porta Reale, che è da sempre stata la porta d’ingresso principale della città per chi veniva dal mare.  Nei secoli porta Reale è cambiata, ad esempio si trovava spostata di qualche metro più a monte, subito dopo alla torre ancora oggi presente. Fu solo nel 1702 che prese il nome di porta Reale, quando vi passò il re di Spagna Filippo V e, per l’occasione, venne ampliata e trasformata in quella che ancora oggi possiamo vedere, salvo per le sue decorazioni risalenti allo scorso secolo.

Al di sotto di porta Reale passarono tantissime personalità, oltre ai soldati furono diversi i re e i principi che la attraversarono. Anticamente, inoltre, le mura cittadine erano circondate da un fossato che bisognava attraversare per arrivare fino al centro ed era qui che si trovava posizionata la porta. Ancora oggi, davanti alla porta, si trova infatti un piccolo ponte noto come Ponte dei Pesci.

Porta Reale venne costruita insieme alle mura cittadine nel XV secolo su volontà di Giovanni I Del Carretto dopo la distruzione cittadina causata dai genovesi intorno al 1450. Le intere mura cittadine sono caratterizzate da un percorso di ronda, in parte tamponato in epoca più moderna. Nelle mura interne, al fianco della porta, si trova anche un bassorilievo risalente al 1452 noto come Trionfo del Carretto. Questo simbolo era inizialmente posizionato proprio su porta Reale e rappresenta lo stemma dei Del Carretto sopra a un carro trainato da due leoni. Ciò è la rappresentazione dell’unione tra Giovanni I Del Carretto e Viscontina Adorno, che si sposarono nel 1451.

Chiesa di San Biagio ^

Varcata la porta Reale ci ritroviamo in piazza San Biagio, dove la grande chiesa di San Biagio domina letteralmente un intero lato. Questa piazza rappresenta la sala d’ingresso alla cittadina e lo fa in maniera piuttosto elegante, grazie alle sue architetture e i bar con i tavolini all’aperto.

Sulla piazza si può chiaramente vedere anche la torre, ovvero il campanile ottagonale della chiesa di San Biagio che spicca oltre le mura. Venne costruito nel 1463 ed ha la particolarità di essere leggermente pendente. Nei secoli ciò ha causato un lieve rischio di crollo e per scongiurarlo si è intervenuti chiudendo alcune finestre e ridistribuendo così il peso. Il campanile venne creato dal maestro muratore milanese Bartolomeo Mutano, ricompensato con un terreno vicino alle mura del borgo.

La chiesa di San Biagio venne costruita a fine del XIV secolo in questa posizione, spostando la precedente omonima all’interno delle mura cittadine. La chiesa medievale aveva una pianta con tre navate e una chiusura con tetto in legno, mentre le cappelle dell’abisde e quelle laterali erano chiuse da volte e vennero aggiunte solo un secolo dopo.

A partire dal 1634 la chiesa di San Biagio venne ricostruita raddoppiandone le dimensioni e decorandola lungo i secoli. I lavori durarono fino al 1690 quando venne consacrata. Tuttavia si rivelarono molto costosi e richiesero un sacrificio economico a tutti i finalesi e ciò portò ad avere una facciata mai conclusa, come possiamo vedere ancora oggi, ben lontana dai canoni barocchi. Gli interni sono suddivisi su tre navate divise da grossi pilastri in cui, quella centrale, è chiusa da una volta a botte, mentre quelle laterali da volte a vela. Contrariamente agli esterni, qui le decorazioni sono molto appariscenti e vennero sviluppate tra il XVI e il XIX secolo. Il presbiterio è piuttosto profondo e sui lati delle navate di aprono numerose cappelle laterali. Il transetto infine è chiuso da una grande cupola che poggia su di un tamburo a forma ottagonale ben riconsocibile anche dall’esterno.

Piazza Garibaldi ^

Piazza Garibaldi è la più grande di tutto il centro di Finalborgo. Anticamente nota come piazza delle Erbe rappresentava il centro dei commerci e della vita sociale del borgo insieme alla contingua piazza Aycardi.

Il mercato era ben strutturato. Ogni posizione era dedicata a commerci specifici: al centro della piazza era una volta presente un altro porticato noto come Truìna di San Rocco, dove si vendevano merci disparate.

Oggi la piazza si presenta sgombera ma affollata di turisti e residenti e, lungo il perimetro, sono numerose le case antiche con abbondanti e ricche decorazioni con affreschi e stucchi.

Palazzo Chiazzari ^

Facciata di palazzo Chiazzari

Sono svariati i bei palazzi che si affacciano su piazza Garibaldi. Tra questi va nominato palazzo Chiazzari, ottimamente conservato e riconoscibile per le sue tinte rossastre. L’intera facciata è decorata da dipinti minimali, sia intorno alle finestre, arricchite da una cornice e coppie di draghi alati, sia al pian terreno con un motivo che richiama i mattoni, sia negli spigoli dell’edificio con la rapprestanzione di un bugnato.

L’ultimo piano di palazzo Chiazzari è invece dotato di uno spazioso terrazzo preceduto da una loggia che regala a chi vi ci si affaccia una bellissima vista sulla piazza. Sul fianco dell’edificio è presente anche un arco che conduce in via Benenati che porta dritti in piazza del Tribunale.

Palazzo Celesia ^

Palazzo Celesia su via San Rocco

Sul lato meridionale della piazza, tra via Nicotera e via San Rocco, si trova invece il palazzo Celesia, che si presenta con linee austere e decisamente minimali, soprattutto nel lato rivolto verso la piazza.

La sua facciata chiara è arricchitta da persiane color ocra incastonate in cornici che al primo piano presentano anche dei bei timpani. I lati che danno sulle vie interne presentano invece una facciata più lunga e nella quale le decorazioni lineari si possono apprezzare maggiormente.
In queste vie il pian terreno viene adibito a negozi, le cui vetrine si aprono dietro a dei grandi archi.

Palazzo Cavasola ^

Dipinti settecenteschi sulla facciata di palazzo Cavasola a Finalborgo
Palazzo Cavasola con dipinti settecenteschi

A poca distanza c’è anche il palazzo Cavasola, dotato di un doppio affaccio: su via San Rocco e su via Gallesio. Proprio quella su via Gallesio è la parte più suggestiva, grazie ai ricchi dipinti settecenteschi che la rendono una delle case nobiliari più ricche di tutta Finalborgo.

Palazzo Cavasola appartenne all’omonima famiglia a partire dalla fine del XVI secolo ed è ben riconoscibile per i colori caldi con cui è colorata e per la rappresentazione di finte architetture, cornici e motivi tardo manieristi databili al settecento. Lo stemma della famiglia, in marmo bianco, è posto al di sopra del portone cinquecentesco in pietra nera. Al suo fianco un ingresso secondario, di dimensioni più piccole, è dotato di piccole croci ansate.

Prima di diventare proprietà della famgilia Cavasola, l’edificio appartenne ad Alfonso della Castellana, ma gli venne requisito a fine cinquecento da Alessandro Del Carretto per essere donato ad Erasmo Cavasola per ringraziarlo dei suoi servigi.

Via San Rocco ^

Via San Rocco - strada medievale a Finalborgo
Facciata della locanda Ca' di Ni

Da piazza Garibaldi imbocchiamo anche una delle vie più suggestive di tutta Finalborgo. Si tratta di via San Rocco che corre in direzione sud e che con i suoi palazzi storici e i ciottoli a terra riporta noi turisti a un’epoca antica.

Sembra infatti di tornare indietro nel tempo: camminando a pochi passi dalla piazza principale ci troviamo immersi in facciate malandate che si alternano a osterie e negozietti con fiori alle finestre. I lampioni, ancora spenti, sono storici anch’essi e contribuiscono a creare un’atmosfera piacevole e rilassante.

Al termine di via San Rocco, girando lo sguardo a sinistra, si può scorgere l’alta facciata della locanda Ca’ di Ni. Questa è una dimora antica, a due passi dal mare e chiusa dalle mura medievali. Da diversi anni è stata trasformata in casa vacanze e può essere prenotata per pernottarci o utilizzata per eventi. La facciata che ci si presenta davanti dà su di una via chiusa e mi colpisce per le grandi finestre che si susseguono lungo i piani. Le tre finestre al secondo piano prendono una forma a sesto acuto, mentre al piano superiore l’illuminazione è garantita da una grande bifora separata da una sottile colonna.

Porta Testa ^

In questa parte del centro storico è presente un’altra delle porte storiche di Finalborgo: porta Testa, costruita insieme alle mura cittadine. Questo ingresso è rivolto verso ovest e presenta delle forme tardogotiche.

Porta Testa di Finalborgo

Ancora oggi su porta Testa si può vedere la bertesca medievale sospesa su due beccatelli sui quali venivano appese le teste mozzate dei giustiziati condannati a morte. Porta Testa rappresenta anche la porta meglio conservata di Finalborgo. Vederla dall’esterno è uno spettacolo: stemmi e decorazioni colorano la sua facciata e si trovano proprio al di sopra dell’ingresso con arco a sesto acuto ricavato in una struttura in pietra.

La torretta che emerge da Porta Testa è completata dal quadrante di un orologio e da una piccola campanella.

Palazzo Gallesio ^

Palazzo Gallesio e targa con livello acqua alluvione del 1900

Ritornati all’interno delle mura del centro storico di Finalborgo riattraversiamo via San Rocco e raggiungiamo quella parallela: via Gallesio. Si tratta di un’altra bella via del centro anche se un po’ meno vissuta della precedente.

Anche su via Gallesio si affacciano numerosi palazzi storici e, tra i tanti, c’è anche l’omonimo palazzo Gallesio. Questo è un lungo edificio dall’aspetto un po’ decadente, con affaccio su più vie. La sua particolarità è quella di ricordare in qualche modo l’inondazione che il 23 settembre del 1900 colpì questo paese. Una targa affissa al muro testimonia il livello raggiunto dall’acqua in quell’occasione e impressiona vedere che superava l’altezza media di un uomo.

L’alluvione del 1900 coinvolse in realtà un territorio piuttosto esteso della provincia di Savona, ma Finalborgo risultò essere la località più colpita. Pare che un fenomeno così violento fu dovuto al fatto che dopo un’estate particolarmente calda la temperatura del mare era superiore alla media e accumulò parecchia energia che innescò fuoriosi nubifragi.

Varco dell’Annunziata ^

Varco della Annunziata a Finalborgo

Dall’incontro tra via Gallesio e via Lancellotto si origina la via dell’Annunziata, nell’angolo sud orientale di Finalborgo. Questa stradina conduce fino alle mura cittadine e, come testimonia i nome, dà vita al varco dell’Annunziata.

In questo punto le mura storiche della città si interrompono bruscamente e, anzi, sono state disfatte per lasciare spazio a questa apertura carrabile. Due basse colonne segnano l’inizio e la fine di questa apertura per poi dare nuovamente vita alle mura che si collegano alla porta Reale.

Complesso Monumentale di Santa Caterina ^

Chiesa di Santa Caterina a Finalborgo - facciata

Ritorniamo sui nostri passi e raggiungiamo il complesso monumentale di Santa Caterina. Si tratta di un’ampia costruzione che comprende al suo interno più edifici. I principali sono:

  • l’oratorio dei disciplinati, utilizzato per mostre e come auditorium;
  • la chiesa di Santa Caterina;
  • il convento di Santa Caterina, caratterizzato da due chiostri suggestivi e i cui spazi sono stati impiegati per servizi pubblici, come un piccolo bar e il museo archeologico del Finale. Questi sono stati creati tra il 1500 e il 1530.

Il convento di Santa Caterina venne fondato nel 1359 dai Marchesi del Carretto, che in questo luogo conservavano le spoglie di molti esponenti della famiglia. A partire dal 1381 sia la chiesa che il convento vennero affidati ai frati domenicani che li conservarono per molti secoli.

Il convento di Santa Caterina è direttamente unito alla chiesa di Santa Caterina e all’oratorio dei disciplinati ed è costituito da un insieme di chiostri e di spazi, alcuni pubblici, tra cui trova sede anche il museo archeologico del Finale, con importanti reperti risalenti alla preistoria e alle ere successive. Le sue sale sono ai piani superiori dei chiostri, negli spazi che un tempo ospitavano le celle per i monaci.

In epoca napoleonica, con la soppressione degli ordini, questi spazi furono usati come caserma e come ospedale militare, per poi essere trasformati in un penitenziario fino al 1965. Solo negli anni novanta dello scorso secolo vennero restaturati e da allora ospitano mostre temporanee nell’oratorio dei Disciplinati, oltre che altri spazi come un auditorium e una sala congressi.

La prima chiesa di Santa Caterina, risalente al XV secolo, era dotata di tre navate suddivise da colonne in pietra locale, e di tre absidi. Durante l’ottocento subì però profonde trasformazioni per adeguare questi spazi ad un carcere, trasformazioni che le hanno dato l’aspetto che possiamo vedere attualmente. Il fianco della chiesa che dà in direzione di piazza santa Caterina è dotato di campanile e di portali gotici murati noti come “delle Donne” e “degli Uomini” che riportano gli stemmi della famiglia dei Del Carretto e dell’Agnus Dei. Internamente alla chiesa di Santa Caterina sono conservati alcuni affreschi nella cappella di Santa Maria degli Oliveri, che rappresentano uno dei più importanti esempi di pittura medievale in Liguria.

Tra le cose più interessanti del complesso di Santa Caterina vanno ricordati anche gli affreschi della Cappella Oliveri con gli “Episodi della vita della Vergine e del Cristo”, realizzati nel trecento da artisti toscani, due portali tardogotici con gli stemmi nobiliari della famiglia Del Carretto e due chiostri del rinascimento con colonne in pietra di Finale e capitelli con varie decorazioni.

Palazzo Ricci ^

Facciata di Palazzo Ricci a Finalborgo

Palazzo Ricci è un edificio suggestivo che condivide via Lancellotto con la facciata della chiesa di Santa Caterina. Guardandolo bene si può notare come sia un esempio pregevole di abitazione privata rinascimentale. Appartenne infatti originariamente al cardinale Cardo Domenico Del Carretto e successivamente venne trasformato in sede del municipio del Borgo dal 1863 al 1927.

La facciata che guarda su piazza Santa Caterina presenta remote tracce del fregio con putti e fasci con pesci, che dipinte a fresco costituivano le decorazioni cinquecentesche. A caratterizzare la facciata è anche una scala che porta a un terrazzino di ingresso con volte ottocentesche dove sono state riposizionate le due colonne in marmo del 1538 a sorreggere il porticato. Sulla facciata sono ancora presenti alcune tracce della decorazione cinquecentesca. Particolari sono poi le finestre bifore, sormontate da fori circolari che riportano al tardomedioevo e riportano alla totale ricostruzione del palazzo avvenuta nel 1528.

Su via del municipio si apre invece il grande portale in pietra nera con raffigurata la Vergine tra gli angeli, stretta tra lesene impostate su rappresentazioni di porcopsini. Oggi all’interno del Palazzo Ricci ha sede l’archivio storico del Finale e la sezione antiquaria della biblioteca-mediateca comunale.

Palazzo Arnaldi ^

La strada che collega il complesso di Santa Caterina alla piazza del Tribunale è affiancata, nel suo ultimo tratto, da palazzo Arnaldi.

Palazzo Arnaldi è un lungo edificio con una facciata, un po’ malandata, in stile rococò, di cui è un ottimo esempio del tardo settecento, realizzato come unità abitativa per persone abbienti. La costruzione di palazzo Arnaldi avvenne gradualmente e la sua lunghezza è dovuta al fatto che inglobò progressivamente più case a schiera medievali precedentemente esistenti qui.

Facciata del palazzo Arnaldi - Cosa vedere a Finalborgo

Appartenne ai conti Arnaldi, di cui porta il nome ed è caratterizzata da due ordini di grandi finestre con ricche cornici a stucco sormontate a loro volta da una file di leggiarde ovali che si aprono nel sottotetto. Sul portone principale si trova lo stemma della famiglia Arnaldi realizzato in marmo bianco.

Palazzo del Tribunale ^

La prossima tappa tra le cose da vedere a Finalborgo è il palazzo del Tribunale, dove già nel 1311 si amministrava la giustizia cittadina e dove lo si è continuato a fare fino al 2013.

Palazzo del Tribunale, o palazzo marchionale, ha però origini più antiche, sembra infatti sia stato costruito durante il XIII secolo e gli archetti pensili visibili sulla sua facciata sono originari di quel periodo. Una prima ristrutturazione venne fatta nel 1462, anno a cui appartiene ad esempio la lunetta in pietra di Finale con le quattro virtù cardinali e l’immagine del giudice con la toga posta al di sotto.

Questo massiccio edificio aveva un grande loggiato al pianterreno, com’è possibile intravedere guardando attentamente la sua facciata, e delle finestre con architrave e colonnine centrali. Particolari sono anche le decorazioni eseguite tra il XV e il XVI secolo che prevedevano una facciata riccamente dipinta e un finto bugnato variopinto a piramide tronca nei colori del verde e del rosso.

Durante i secoli palazzo del Tribunale ospitò anche i governatori cittadini: dal 1625 quelli spagnoli e dal 1713 quelli della repubblica di Genova che nel 1789 operarono una nuova e massiccia ristrutturazione dell’edificio. Fu in questo contesto che venne eliminata la loggia medievale al pian terreno e aperto un nuovo ingresso centrale decorato da un architrave con motivi militari a cui, in periodo napoloenico, fu aggiunto un motivo allegorico.

Oggi palazzo del Tribunale è ancora uno dei palazzi più belli di tutto Finalborgo e vale la pena farvi una sosta anche solo per vederne la facciata variopinta che racconta la sua travagliata storia. Al suo interno è ospitato un museo che fa ripercorrere la vita quotidiana dell’ex marchesato del Finale e ha sede anche un’associazione che sviluppa progetti sociali e culturali.

Piazza Aycardi ^

Praticamente adiacente a piazza Garibaldi, il nostro itinerario ci porta a piazza Aycardi che come la vicina ospitava il mercato cittadino. Il lato merdionale di questa piazza dalla forma triangolare è chiuso dalla loggia di Ramondo, sotto alla casa Brunengo caratterizzata da un grande dipinto rappresentate un simbolo araldico. All’interno di questa loggia venivano conservati i pesi e le misure con cui avvenivano gli scambi commerciali.

Gli altri due lati di piazza Aycardi sono chiusi dall’ex istituto delle Scuole Pie, trasformato in uffici e poi in albergo, e dall’oratorio del collegio, trasformato oggi nel teatro Aycardi.

Teatro Aycardi ^

Ingresso di Teatro Aycardi

Su piazza Aycardi il monumento principale è il teatro Aycardi, anche se leggermente nascosto. Questo fu ultimato nel 1804 e rapprentava la prima sala per spettacoli in Liguria costruita durante il dominio di Napoleone. La sua forma era piuttosto d’avanguardia per il tempo e al suo interno poteva ospitare ben 250 persone tra platea e palchi distribuiti su due ordini.

Teatro Aycardi rappresenta anche il più antico teatro ottocentesco della Liguria conservato fino ai giorni nostri.

Chi visita la piazza si trova spaesato quando va alla ricerca del teatro Aycardi, perché in realtà il suo ingresso non è suntuoso e appariscente, ma è una piccola porta che si apre lungo i palazzi che definiscino il perimetro della piazza stessa.

Piazzetta Meloria ^

Seguendo la linea curva dettata dalla facciata del teatro Aycardi giungiamo nella piazzetta Meloria. Ci aspettavamo di trovarci di fronte a una grande facciata del teatro, che in realtà non è esistente.

Piazzetta Meloria di Finalborgo

Piazzetta Meloria è uno spazio intimo, raccolto e allungato, circoscritto dalle facciate dei palazzi a tre piani su cui è dipinto un omogeneo motivo a mattoni. Sul finale della piazza un arco conduce fino a un affaccio esterno alle mura cittadine che dà sul torrente Aquila.

Castel San Giovanni ^

Tra le cosa da vedere assolutamente durante la visita di Finalborgo rientra senza ombra di dubbio il Castel San Giovanni, vero simbolo della città. Questo risale agli inizi del seicento, quando l’occupazione spagnola determinò la costruzione di moderne fortificazioni che avrebbero dovuto proteggere tutto il borgo.

Sulla collina del Becchignolo venne quindi eretto il castel San Giovanni che, dalla sua posizione privilegiata, poteva controllare l’abitato e la strade che lo collegavano alle valli vicine. All’interno degli edifici del castello venne inglobata la torre medievale che qui raccordava le mura e che oggi è possibile vedere nel corpo centrale a pianta ottagonale.

La forma irregolare di castel San Giovanni è dovuto a un lavoro di adattamento dell’edificio alla forma della collina e il suo perimetro, che si allunga sulla città quasi fosse sospeso, è scandito dai bastioni. Due grandi baluardi caratterizzano il fronte posto verso il paese e da qui era possibile appostarsi per controllare il territorio.

Per accedere al castel San Giovanni, ancora oggi, è necessario passare per il ponte levatoio che attraversa uno stretto fossato e che conduce direttamente al corpo di fabbrica. Della struttura originaria però non tutto è arrivato ai giorni nostri, infatti nel 1713 la repubblica di Genova decise di rivedere la forma del castello, eliminandone la parte settentrionale.

Utilizzato dal 1822 come carcere, venne in seguito abbandonato per poi essere recuperato negli anni ottanta dello scorso secolo e aperto alla cittadinanza. Vale la pena raggiungerlo a piedi dal centro di Finalborgo facendo una piacevola camminata in salita che permette di godere progressivamente di un sempre migliore paesaggio ai propri piedi.

Castel Gavone ^

Se avete ancora energia nelle gambe, prima di terminare la visita di Finalborgo tornando nel cuore del suo centro storico, potete decidere di raggiungere Castel Gavone. Da questo punto della città è raggiungibile esclusivamente a piedi, in circa venti minuti, percorrendo la via della Regina. Diversamente ci si può arrivare anche in automobile, in circa dieci minuti, ma uscendo dal paese.

Oggi Castel Gavone è un ammasso di macerie storiche visibili sulla collina, ma anticamente aveva un suo splendore. Castrum Govonis venne infatti eretto dai Del Carretto alla fine del XII secolo, anche se le prime testimonianze effettive risalgono al 1380. Durante la sua vita Castel Gavone venne più volte distrutto e ricostruito, per poi essere smantellato un’ultima volta dai genovesi nel 1713. 

Chi visitasse oggi il rudere di Castel Gavone può comunque vedere parti derivanti da più periodi, come la torre Diamante, di origine quattrocentesca, con una pianta triangolare e un bugnato che si conclude in una forma a punta di diamante. Questa torre è il reperto più significativo del castello, che lo avvicina ad alcune tecniche costruittive adottate nelle architetture militari di epoca rinascimentale ed è simile alle torri rotonde del Castello Sforzesco di Milano.

Castel Gavone sorge a strapiombo su di un grande bastione del monte Becchignolo e, grazie alla sua illuminazione notturna, sembra quasi essere sospeso nel cielo.

Porta della Mezzaluna ^

Tornati indietro lungo il nostro percorso, su via della Regina attraversiamo nuovamente porta della Mezzaluna, incontrata già durante la salita a Castel San Giovanni.

Porta Mezzaluna di Finalborgo

Porta della Mezzaluna si trova quindi lungo il pendio che sormonta il centro storico, proprio lungo la strada di collegamento con il castello che dal 1666 viene conosciuta come strada Beretta, così come riportato nell’incisione sulla sua struttura.

Questa porta punta in direzione nord ovest rispetto al centro di Finalborgo e, insieme alla successiva (nell’itinerario) porta Romana è quella meno decorata tra tutte. La sua forma ad arco quasi si fonde con le mura cittadine e un piccolo tetto in tegole la sormonta. Questo ingresso, come è evidente, tra i quatto che si aprivano nelle mura non era uno di quelli principali o di rappresentanza.

Porta Romana ^

Porta Romana è l’ingresso orientale a Finalborgo e immette chi entra da qui al quartiere delle fabbriche, così chiamato perché nel XVIII secolo la famiglia Arnaldi vi creò una fabbrica di cristalli. Inoltre qui si trovavano un mulino per il grano, uno per l’olio, una conceria e una filanda, insomma questa era l’area produttiva del paese.

La porta Romana, come suggerisce il nome, è di origine medievale ed ha al suo fianco una torre circolare. Durante i secoli il suo aspetto venne rivisto e della prima costruzione rimangono solo gli stipiti interni, dove si trovano i fori destinati alle sbarre di chiusura scavati in blocchi di pietra.

Accanto alla porta c’è anche il lavatoio pubblico che, anticamente, veniva alimentato attraverso una deviazione del torrente Aquila, che permetteva anche di far funzionare alcune delle fabbriche qui presenti.

Da porta Romana si origina anche la via Romana che, ancora oggi, conduce nella valle di Feglino e ad Orco.

Mappa dell’itinerario di Finalborgo ^

Ecco la mappa da poter seguire per l’itinerario di Finalborgo descritto. Il tragitto è da percorrere interamente a piedi, perché si snoda all’interno di un piacevole centro storico.

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Finalborgo in Un Giorno - Cosa VedereScopri cosa vedere a Finalborgo, annoverato tra i borghi più belli d'Italia. Consulta la mappa dell'itinerario e i dettagli di ogni attrazionehttps://www.lorenzotaccioli.it/finalborgo-in-un-giorno-cosa-vedere/
Lorenzo Taccioli