Forte Belvedere Gschwent di Lavarone

Forte Belvedere Gschwent - Ingresso al Blocco Casematte

Il Forte Belvedere Gschwent, in provincia di Trento, è una vivida testimonianza della prima guerra mondiale e dalla linea del fronte che nei dintorni di Trento vide contrapposte le truppe austro ungariche a quelle italiane.

Lo scopo del Forte Belvedere Gschwent era quello di difendere Trento dagli attacchi italiani e venne costruito direttamente nella roccia per resistere anche ad eventuali bombardamenti, che non tardarono ad arrivare da parte delle truppe italiane presenti sull’altro versante del Valdastico, e che causarono danni prontamente ripristinati.
Ciò ha fatto sì che il Forte Belvedere Gschwent arrivasse fino ai giorni nostri in buone condizioni, tanto che i suoi interni sono totalmente visitabili sia per quanto riguardo l’edificio principale che per quel che riguarda i blocchi avanzati che si diramano da questo.

Guida Completa al Forte Belvedere Gschwent

Dove si trova ^

Il Forte Belvedere si trova in provincia di Trento e, più precisamente, sopra le sue montagne all’interno dell’altipiano del Lavarone a poca distanza, circa cinque chilometri e mezzo, dal lago di Lavarone.

L’indirizzo preciso del Forte Belvedere Gschwent è via Tiroler Kaiserjager 1 nel comune di Lavarone. Non è però possibile arrivare in automobile fino all’ingresso, ma bisogna parcheggiare all’inizio della stradina che vi conduce, più o meno all’altezza del Camping Belvedere.
Si procede poi per circa 900 metri a piedi lungo una stradina in leggera salita che segue il profilo della montagna.

Ci troviamo a 1177 metri di altitudine sul livello del mare a sud della contrada Oseli su di una roccia che si sporge sopra la Valdastico e sopra la valle del Rio Torto.

Breve Storia del Forte Belvedere Gschwent ^

Il forte Belvedere Gschwent venne realizzato dal Genio militare austroungarico negli anni tra il 1908 e il 1912 quando i toni a livello internazionale cominciavano a scaldarsi. I lavori vennero diretti dal tenente Rudolf Schneider che con questo nuovo fortino doveva proteggere il territorio di Trento, estremamente sensibile agli attacchi da parte delle truppe italiane.

La struttura, per poter resistere ai bombardamenti, venne costruita scavando nella roccia e corazzando la parte esterna con acciaio e calcestruzzo. Gli ambienti presenti sono vari: dall’edificio principale, il blocco Casematte, si diramano una serie di gallerie scavate nella roccia che portano ad altri fortini, punti di avvistamento o stoccaggio delle armi.

All’interno del fortino si trovava una guarnigione di 200 soldati posti sotto la guida di un tenente, che svolse durante la prima guerra mondiale la funzione difensiva e di supporto alle azioni militari offensive degli austriaci.
Le artigliere italiane colpirono duramente il forte Belvedere Gschwent e anche gli altri forti dello stesso circuito posti sulle vicine montagne. Nonostante ciò, ad ogni danno corrispondeva una pronta azione per la sua riparazione da parte dei soldati ospitati qui dentro.

Il forte Belvedere Gschwent è costituito da:

  • corpo principale, noto come Casematte con gli alloggi per la guarnigione, i servizi, i depositi di viveri e delle munizioni;
  • il blocco batteria, in posizione avanzata rispetto alle Casematte e collegato a queste per via di due gallerie. Qui si trovano tre fortini e le cupole attraverso le quale si sparava;
  • il terzo blocco, costituito da tre differenti postazioni per mitragliatrici raggiungibili per via di lunghi e umidi corridoi sotterranei scavati nella roccia.

Le comunicazioni con l’esterno avvenivano per via di collegamenti con il centralino telefonico del Comando gruppo artigliere di Monterovere e con la stazione telefonica della località Chiesa.

Nella sua costruzione e rifornimento iniziale si era prevista anche l’eventualità di un assedio e per questo motivo lo si era reso ipoteticamente totalmente indipendente e autonomo per un periodo fino a cento giorni, anche nell’eventualità in cui si trovasse sotto bombardamento e nessuno avesse potuto portare rifornimenti. Per l’approvvigionamento idrico era stato costruito un collegamento a una sorgente posta poco lontana e l’energia elettrica era garantita da un generatore a motore e batterie.

Il Forte Belvedere Gschwent rimase in funzione fino al maggio del 1916, quando la linea del fronte si spostò verso l’altipiano di Asiago, concludendo le azioni militari in questa zona per tutto il periodo rimanente della prima guerra mondiale.

Mentre gli altri fortini durante gli anni trenta vennero smantellati per recuperarne il ferro presente nelle strutture, il forte Belvedere Gschwent venne risparmiato perché protetto dal re Vittorio Emanuele III. Nel 1966 la proprietà passò dal demanio ad un privato che fortunatamente ne mantenne la struttura originaria, creandone un museo, e conservandolo fino al 1996 quando fu acquistato dal Comune di Lavarone attraverso un contributo provinciale.
Nel giro di pochi anni la struttura è stata interamente ristrutturata e messa in sicurezza, mantenendola però molto simile a come si presentava durante la Grande Guerra. Al suo interno è stato poi allestito un percorso di visita e un museo sulla prima guerra mondiale.

Visita al Forte Belvedere – Werk Gschwent ^

La visita al Forte Belvedere Gschwent è possibile attraverso l’acquisto di un biglietto di ingresso che permette di accedere ai suoi interni, mentre la passeggiata all’esterno è libera. Le dimensioni del forte sono di circa 200 metri di lunghezza per 100 metri di larghezza, ed è il forte austriaco più grande di tutto il Trentino. Le sue sale sono quasi totalmente svuotate dei contenuti originari, ma delle piccole ricostruzioni e dei grandi pannelli informativi descrivono dettagliatamente il loro utilizzo originario e la vita dei soldati che si trovavano al suo interno. Inoltre c’è una precisa descrizione anche del conflitto che ha tenuto banco in questi territori negli anni della prima guerra mondiale.

Il museo del Forte Belvedere Gschwent è quindi un museo che, in parte, descrive l’edificio stesso in cui è stato allestito. L’intero percorso si sviluppa sui tre piani dell’edificio principale, il Blocco Casamatta. Terminata questa parte è possibile completare la visita attraverso delle umide (e fredde) gallerie che conducono fino ai Blocchi Avanzati. Qui si vedono gli spazi, spesso angusti, che venivano utilizzati per sorvegliare i territori circostanti, per sparare o semplicemente impiegati come depositi per munizioni o beni di consumo.

Piano Terra del Blocco Casamatta ^

Il piano terra del percorso museale è dedicato alla spiegazione delle origini e delle particolarità del sistema di fortezze degli altipiani con un focus sul Forte Belvedere e sul suo rapporto con la comunità circostante.

L’ingresso della nostra visita corrisponde alla sala dedicata al posto di guardia e procedendo ci ritroviamo sul lato destro della struttura. Giungiamo fino a un lungo corridoio dove a destra si trovano i Colombari, ovvero le camere mortuarie dove venivano posizionati temporaneamente i soldati deceduti, mentre a sinistra prende il via il lungo corridoio che giunge fino alla parte opposta delle Casamatta. Lo imbocchiamo e ci fermiamo nella vecchia stanza adibita a locale accumulatori, dove viene proiettato un breve video che spiega la storia di questo luogo. Continuiamo poi tra le altre stanze, numerate, ognuna adibita a uno scopo differente: passiamo per il deposito di benzina e per la sala della centrale elettrica in diretta comunicazione con l’officina. Al pian terreno si trova anche la vecchia stanza degli ufficiali adiacente a quella della centralina telefonica, dalla quale partivano e arrivavano le comunicazioni più importanti. Al suo fianco, direttamente in comunicazione, si trovava l’ufficio del comando, in cui spesso venivano prese decisioni sulla base delle informazioni appena giunte al forte. Quella successiva e l’ultima su di questo piano, è invece la cucina, della quale rimane ben poco.

Arrivati in fondo al corridoio è presente un ulteriore corridoio sulla destra che conduce fino ai blocchi avanzati oppure si può procedere dritto e, attraverso una nuova scala, raggiungere il primo piano dell’edificio.

Primo Piano del Blocco Casamatta ^

Il primo piano prevede invece un dettagliato focus degli eventi e delle operazioni militari che si svolsero sull’altopiano del Lavarone e sugli altipiani vicini. Qui è presente anche un plastico che attraverso una proiezione descrive dettagliatamente la struttura del Forte Belvedere.

Le stanze presenti nel primo e nel secondo piano sono in numero inferiore rispetto a quelle del piano terra, ma sono più ampie. Qui andava in scena la parte più tranquilla della vita del fronte, non era in questi piani che venivano prese le decisioni infatti, ma qui si riposava e ci si curava.
La visita al primo piano del Blocco Casamatta comincia con la stanza del medico, dove sono ancora conservate alcune medicine originali di quel periodo. Nella stanza successiva, la sala dell’infermeria, sono presenti anche due strutture letto, particolarmente rifinite per gli standard degli inizi dello scorso secolo.
Sul lato opposto del corridoio la piccola stanza da bagno, dove è ancora presente una vasca in legno.

Il grande e spazioso salone di fronte rappresentava invece la camerata della truppa, dove i soldati andavano a riposare. Oggi al suo interno si trovano diversi reperti, alcuni originali, altri riprodotti in seguito a un furto di qualche anno fa. In particolare qui vanno in scena gli abiti che i soldati indossavano per muoversi dalla neve: questi sono allo stesso tempo molto caldi e molto chiari, per mimetizzarsi meglio con l’ambiente circostante.

La stanza successiva era un piccolo deposito per le munizioni leggere e, prima di giungere al secondo piano, passiamo per un’altra camerata della truppa. Attualmente la sala è totalmente buia e ospita un plastico che attraverso delle proiezioni spiega l’evoluzione del forte.

Secondo Piano del Blocco Casamatta ^

Giunti al secondo e ultimo piano del Blocco Casamatta del Forte Belvedere Gschwent troviamo le esposizioni dedicate ai temi più caratterizzanti della prima guerra mondiale, dalla vita in trincea a quella dei soldati, dalla propaganda al concetto di memoria che si è instaurato successivamente al conflitto. Qui sono esposti la maggior parte dei reperti ritrovati, dagli abiti originali ad alcuni oggetti come bottiglie o posate. Vi è anche una ricostruzione della trincea, attraverso filo spinato, scale a pioli e pietre. 

Appena entrati in questo piano ci ritroviamo nella stazione di segnalazione ottica, ovvero il luogo da cui partivano i messaggi visivi, attraverso la luce, che mettevano in contatto questo forte con quelli nelle vicinanze. La prima sala sulla destra erano invece le latrine, di cui rimane poco. Imboccando il lungo corridoio passiamo per il magazzino dei viveri e per la sala del deposito materiali del genio, oggi occupata dalla rappresentazione della trincea.

La grande sala di fronte rappresenta invece un’altra camerata della truppa, esattamente posizionata sopra a quella del primo piano. Al suo interno continua la mostra sulla trincea e sulle armi impiegate in battaglia.

L’ultima sala, anch’essa dalle dimensioni generose, era invece il deposito di materiali d’artiglieria e al suo interno è stata allestita la mostra sulla vita quotidiana dei soldati e sulla memoria. Qui dentro, sotto teca, si trova un grande numero di oggetti utilizzati dai soldati durante la vita di tutti i giorni: le posate, ma anche scatolette metalliche di prodotti alimentari e non, stivali, copricapi, lanterne e tanto altro.

Blocchi Avanzati ^

Dopo essere tornati al piano terreno, prendiamo uno dei due lunghi e umidi corridoi che ci congiungono ai blocchi avanzati del Forte Belvedere Gschwent. Più nel dettaglio si tratta di altri quattro fortini, spesso scavati direttamente nella roccia e quindi inglobati nel terreno, che permettevano di monitorare tutti e quattro i punti cardinali dai quali potevano arrivare gli attacchi. Ognuna di queste postazioni aveva una funzione sia di guardia, che di attacco, con grandi buchi attraverso i quali si poteva sparare su eventuali soldati italiani in avvicinamento.

Lungo il corridoio che si sviluppa parallelo a quello del Blocco Casematte si trovano anche diverse stanze per obici da 10 centimetri, capaci di sparare fino a 6 chilometri di distanza, raggiungibili attraverso delle brevi scalinate. Questi erano delle minuscole stanzette ricoperte da una cupola in acciaio girevole all’interno della quale veniva posizionata la canna dell’obice per sparare. Le cupole sono uno dei pochi elementi che vennero smantellati e oggi sono stati sostituiti da delle cupole in cemento, ben visibili soprattutto dalla passeggiata nel parco che si trova proprio al di sopra di queste stanze e di questi corridoi.

Orari del Forte Belvedere Gschwent ^

Gli orari di apertura del Forte Belvedere Gschwent variano in base ai periodi dell’anno:

  • da aprile a giugno e nel mese di settembre: dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 18.00;
  • da luglio ad agosto: tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.30;
  • a ottobre: solo il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 18.00;
  • da novembre a marzo: solo alcuni giorni che variano in base al mese e all’anno e per i quali bisogna consultare il sito ufficiale del forte.

Il costo di ingresso è di € 7 per il biglietto intero e di € 5 per il biglietto ridotto. I bambini sotto i 7 anni entrano gratuitamente, mentre è presente un biglietto cumulativo per le famiglie (due genitori e un bambino) al costo di € 16.

Al fianco del Forte Belvedere Gschwent sono presenti anche i servizi igienici e un piccolo bar con qualche tavolo all’interno, in cui è possibile fermarsi e ristorarsi. Il bar offre anche qualche piatto caldo (surgelato).

Immagini del Forte Belvedere Gschwent ^

Ecco alcune suggestive immagini del Forte Belvedere Gschwent, scavato letteralmente nelle rocce della montagna.

Video sul Forte Belvedere Gschwent ^

All’ingresso nel blocco Casamatta, quindi ad inizio della visita all’interno del Forte Belvedere Gschwent viene proiettato un video che ne illustra la storia in maniera dettagliata e completa, anche con immagini d’epoca. Quel video è disponibile anche online ed è quello a seguire.

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Forte Belvedere Gschwent di LavaroneTante fotografie e informazioni complete sul Forte Belvedere Gschwent di Lavarone. Ripercorri la sua storia, le sale delle Casematte e i Blocchi Avanzati.https://www.lorenzotaccioli.it/forte-belvedere-gschwent-di-lavarone-guida/
Lorenzo Taccioli