Fuori Salone 2016

Sou Fujumoto COS - Luci Fuori Salone 2016

Breve Storia del Salone del Mobile

Il salone del mobile affonda le sue radici nel lontano 1961 quando, grazie all’intuizione di un piccolo gruppo di mobilieri, viene organizzata all’interno della fiera campionaria di Milano la prima edizione. Lo scopo del salone è chiaro fin da subito e cioè quello di mettere in mostra le eccellenze italiane del mondo del mobile e dei complementi d’arredo, creando quindi una sorta di vetrina internazionale in grado di far conoscere il made in italy al panorama internazionale. Ben presto il salone diventa un potentissimo strumento di marketing per le migliaia di piccole eccellenze sparse in tutta Italia e dai 328 espositori del 1961 si raggiunsero ben presto gli oltre 2500 delle edizioni più recenti con oltre 300mila visitatori su 230mila mq di esposizione.

Il Fuori Salone viene invece ufficialmente istituito all’inizio degli anni ‘90 grazie alla rivista Interni che edita una guida sulla quale erano elencati 50 eventi e feste accompagnati da una mappa della città che indicava la zona di ciascun evento. Dai primi anni ad oggi è diventato un vero e proprio fenomeno che ogni anno vede un numero sempre maggiore di eventi, incontri, mostre e presentazioni di nuove collezioni all’interno di location originali e innovative collocate per la città al di fuori del prestigioso e consueto spazio espositivo fieristico.

Fuori Salone 2016

Il Fuori Salone 2016 si espande su tre zone di Milano: Tortona, Brera e Lambrate anche se la nostra visita si concentra principalmente sull’ultima di queste perché vi si trovano gli elementi più sperimentali, innovativi e per certi versi divertenti in quanto i giovani artisti osano di più e si prendono meno sul serio.

La visita parte dal Bolle Frosted: un lampadario disegnato e progettato dal team anglo italiano di Giopato&Coombes che si ispira alla leggerezza delle bolle di sapone per conferire alla propria creazione una sorta di evanescenza, passando poi per Money, Meat and plastic surgery in cui tre designer utilizzano la propria arte per reagire alle problematiche sociali creando così un’esposizione a dir poco provocatoria nella quale si mescolano panchine fatte di monete, cuori plastificati di fashion victims e oggetti in ceramica sezionati e intrappolati in cubi di cemento.

La ricerca del prossimo pezzo di design attraversa poi quadri tridimensionali e multisfaccettati in legno, archi di luce, l’evocativa similitudine tra una ragazza con mani e piedi legati ed un pollo pronto per lo spiedo, creazioni con pelle umana ottenuta in laboratorio, fino a raggiungere l’ennesimo piano di un edificio in cima al quale vorresti solamente un attimo di tregua dopo aver salito centinaia di scalini ma, ahimè, l’unica sedia (di ghiaccio) sembra un po’ troppo freddina per potervisi sedere.

Scendendo le scale e passando per un grande loft dove si trovano enormi pupazzi creati con l’uncinetto, arriviamo ad una mostra di particolarissimi orologi a cucù, come quello di Claudio Colucci (Voyages extraordinaries), dove un sofisticato meccanismo crea continuamente nuove scene sul quadrante dell’orologio.

Continuando a curiosare per il fuori salone 2016 ci troviamo nei pressi di un laboratorio di un artigiano, dove va in scena la mostra sulla Memoria dell’acqua: alcune gocce di acqua continuano lentamente a scendere su vasi di colore e lasciano tracce di se tutto intorno a loro.

Ma se come me non tollerate bene la vita da ufficio avreste sicuramente trovato il modo per scaricarvi un po’ con la Boring Collection di Lensvelt: una stanza piena di fogli accartocciati (e da accartocciare) in cui vi si trovano complementi d’arredo per ufficio dalle linee pulite ed essenziali. Sicuramente d’impatto, questa installazione interattiva mi lascia diverse perplessità riguardo al suo impatto ambientale.

Iniziamo ad avere fame, perché tra una visita e l’altra non abbiamo ancora trovato il momento giusto per pranzare, così ad ogni chioschetto il nostro interesse è alle stelle! Tra balle di paglia all’esterno di una mostra su materiali per gli interni, ci illudiamo di trovare un po’ di cibo. In realtà oltre che qualcosa da bere troviamo solo dei poveri animali messi in bella mostra. Proseguiamo perciò fino all’East Market: un ammasso di oggetti vari, datati e non, che nasconde un grande parco pieno di camioncini di street food: noi scegliamo un piatto coreano e l’accompagniamo con patatine ed involtini primavera. Sono le 17.30 e più che un pranzo diventa un aperitivo.

Abbandoniamo quindi Lambrate e ci dirigiamo verso il centro dove visitiamo casa Samsung con tutti i suoi aggeggi supertecnologici con i quali, se salta la corrente elettrica, non puoi più farti nemmeno una doccia, perché azionata dallo smartphone.

Per questa prima giornata la visita del Fuori Salone 2016 può terminare così, lasciandoci finalmente ad una cena vera e propria.

Il giorno successivo raggiungiamo con calma l’università statale di Milano, dove si trovano diverse installazioni: le più appariscenti sono Invisible Border dello studio MAD Architects che crea uno spettacolare effetto di onde all’interno del cortile dell’università degli studi. Poco distante si trovano le stanze dove la carta da parati si mischia alla pavimentazione che si mischia a sua volta con i complimenti d’arredo grazie ad un disegno dinamico e ipnotico. Dall’interno del cortile dell’università si vede anche una parte della decadente Torre Velasca di Milano.

L’ultimo evento che visitiamo di questo Fuori Salone 2016 è quello di Sou Fujimoto per COS: Forest of Light. Una selva architettonica dove la luce la fa da padrona e spiega quanto sia determinante l’illuminazione nelle opere dell’uomo: dei semplici fasci di luce che, mischiati ad una sottile cortina di fumo, creano uno spettacolo coinvolgente anche grazie alla musica di sottofondo.

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Fuori Salone 2016Visita al Fuori Salone 2016: idee innovative e provocatorie a Lambrate, giochi di luce in Forest of Light ed installazioni all'Università Statale di Milanohttps://www.lorenzotaccioli.it/fuori-salone-2016/
Lorenzo Taccioli