Ganglegg – il Sito Archeologico di Sluderno

Gangi di Ganglegg - Recinzione per animali archeologica

Se amate la natura, la storia e l’archeologia allora non potete perdervi il sito archeologico di Ganglegg. Per visitarlo potete unire alla vostra passione per le civiltà antiche e i loro insediamenti quella per la montagna: percorrendo un bel trekking, il sentiero delle rogge di Sluderno, arriverete sulla collina che ospita uno dei siti archeologici più importanti di tutto l’Alto Adige, considerato il centro preistorico di tutta la valle!

Resti archeologici di Ganglegg - Sito preistorico della Val Venosta

Cos’è il sito archeologico di Ganglegg ^

Ganglegg è il più famoso sito archeologico risalente all’età del bronzo e del ferro dell’arco alpino e si è sviluppato come insediamento fortificato collinare. Ci troviamo sulla collina di Tarces e dopo alle epoche del bronzo e del ferro si sono susseguiti nuovi insediamenti di cui si possono vedere le tracce, come quelle di epoca romanica. Addirittura si pensa che la collina di Tarces sia stato il centro preistorico dell’intera vallata, con un centro abitato di oltre un ettaro. Sono molti i ritrovamenti che suggeriscono questa interpretazione: monete di epoca romana, asce di ferro, un corno di cervo con iscrizioni retiche di ben 2500 anni fa, resti di una casa retica le cui origini si stimano nel IV o III secolo avanti Cristo, una scure di pietra e lame di selce risalenti all’età del rame (3200 avanti Cristo). I reperti più piccoli sono stati prelevati e conservati dentro al museo della Val Venosta a Sluderno, mentre le tracce delle abitazioni sono ancora visibili in loco.

Il sito di Ganglegg è noto come area archeologica già dagli inizi del novecento, ma è solo tra il 1997 e il 2001 che sono stati fatti gli scavi più importanti che hanno permesso di arrivare al museo a cielo aperto che oggi è possibile vedere.

Dove si trova il sito di Ganglegg ^

Visita al sito archeologico di Ganglegg in Val Venosta - Sluderno

La collina di Tarces con l’insediamento di Ganglegg si trova in Val Venosta, in Alto Adige. Più in particolare siamo sul monte Sole, alle spalle della cittadina di Sluderno, in provincia di Bolzano. Questo luogo così ricco di magia, di storia e di importanza archeologica è raggiungibile esclusivamente a piedi e, nel nostro caso, lo visitiamo durante un trekking lungo il sentiero delle rogge e, più in particolare, a pochi passi dal sentiero della roggia Leitenwaal.

Storia dell’insediamento sul Ganglegg ^

Oltre ai ritrovamenti risalenti all’età del rame (3200 avanti Cristo), sono molte altre le testimonianze che hanno raccontato la presenza dell’uomo durante i secoli in questa zona. Nell’antica età del bronzo e nel bronzo medio (1500 – 1250 avanti Cristo) il Ganglegg venne colonizzato e nell’ultima fase fu eretto il primo muro di fortificazione. In quel periodo la vicina collina Hahnehutterbodele veniva utilizzata come luogo di sacrifici e ciò diede all’insediamento una grandissima importanza. Alla fine della tarda età del bronzo in tutto il Trentino Alto Adige giunse il gruppo culturale Luco-Meluno. Il periodo è tra il 1250 e il 1000 avanti Cristo e il loro avvento diede una fine a questo insendiamento.

Nel V secolo avanti Cristo nacque la cultura Fritzens-Sanzeno a cui apparteneva anche il gruppo dei Venostes che dal IV al II secolo trovò il suo centro sulla collina di Tarces, che abbandonò durante le guerre con i cimbri germanici. Le persone sopravvissute si ritirarono sul Ganglegg per fondare un nuovo centro tribale. A quel periodo si fa risalire la costruzione di un muro di fortificazione a partire dal quale l’intera area è stata terrazzata ed edificata con abitazioni. La conquista romana di quest’area alpina segna la fine dell’insediamento dell’età del ferro. Una nuova colonizzazione di quest’area venne registrata durante le invasioni germaniche nella seconda metà del III secolo dopo Cristo.

Cosa vedere nel sito di Ganglegg ^

La passeggiata sulla collina di Tarces si conclude in circa un’oretta. In realtà il tragitto è ben più corto e in appena un quarto d’ora si compie interamente, a cui va sommato il tempo necessario per arrivarci. Un’ora è però necessaria per vedere nel dettaglio tutti i resti archeologici che si trovano in così poco spazio: mura di protezione, recinti per animali, case dell’età del bronzo, del ferro e di epoca romanica, terrazzamenti con case seminterrate e tanto altro.

Se poi volete approfondire i ritrovamenti qui effettuati potete visitare il museo della Val Venosta a Sluderno. Intanto ecco cosa è possibile vedere nel sito di Ganglegg.

Casa dell’età del bronzo ^

Quando arriviamo nei pressi di Ganglegg ci troviamo davanti la ricostruzione di un edificio dell’età del bronzo. Questa è stata realizzata sfruttando le informazioni trovate nei reperti di questa zona e utilizzando una parte dell’edificio originale. Non si sono ritrovate informazioni circa la forma del tetto e i materiali di porte e finestre che si sono quindi realizzate ipotizzando come potessero essere.

La casa dell’età del bronzo è costruita utilizzando materiali presenti nella foresta, come canne e argilla. La struttura sviluppata su di una base di 8 metri per 4 metri è sorretta da alcuni pilastri in legno di larice e tutto intorno l’argilla è posta su bacchette o assi di legno. Non si hanno informazioni sull’arredamento ne sulla disposizione dei locali. Di certo si conosce solo la posizione di una stufa al centro della casa. Come le altre abitazioni, anche questa poteva durare una o due generazioni (dai 30 ai 60 anni), dopodiché le costruzioni successive venivano fatte sulle ceneri di quella esistente.

Ganglegg - Ricostruzione di una casa della eta del bronzo

Il Gangi di Ganglegg ^

Gangi di Ganglegg - Recinzione per animali archeologica

Sembra un gioco di parole, ma il Gangi di Ganglegg è il primo reperto che ci troviamo davanti dopo aver lasciato la ricostruzione della casa dell’età del bronzo e aver percorso la strada lungo la collina. Il Gangi è una recinzione in muratura che veniva fatta per accogliere il bestiame e, in parte, proteggerlo attraverso una tettoia. Qui trovavano riparo soprattutto i capi più giovani del bestiame che durante le notti della primavera e dell’autunno non venivano riportati nelle stalle. Si pensa che il Gangi che qui si può vedere abbia origine in epoca medioevale.

Il luogo dell’olocausto ^

Al fianco della collina di Tarces si trova una seconda collina, divisa dal Ganglegg per via di una profonda valle. Questa veniva denominata come Hahnehutterbodele e già nell’età del bronzo ospitava un santuario.
L’attività principale che qui veniva svolta era quella dei sacrifici, prevalentemente di animali come testimoniato dalle numerose ossa qui ritrovate. Nell’olocausto venivano però offerti anche grano, cibo e bevande.

Gli animali che venivano sacrificati in questo luogo sacro erano quelli della tribù, quindi capre, maiali, pecore, bovini e pecore, di cui si bruciavano testa e zampe. Vennero fatti talmente tanti sacrifici nell’arco di circa 450 anni che si ritrovò una collina di circa 10 metri di diametro e un’altezza di 1,4 metri composta completamente di ossa. Nel punto più alto di questa collina sono stati ritrovati anche alcuni pali, ma non è mai stata chiarita la loro funzione.
Tra i resti trovati sono emersi anche sporadici casi di sacrifici umani, si pensa di persone provenienti dall’area settentrionale delle Alpi. Questi reperti sono arrivati ai giorni nostri grazie al fatto che abbandonando il centro abitato venne sgomberato anche il luogo in cui venivano eseguiti i sacrifici e la collinetta di ossa fu chiusa con uno strato di sassi coperto a sua volta da uno strato di sabbia e argilla.

A poca distanza dalla collina di Hahnehutterbodele era presente un edificio di 13 metri per quasi 8 metri, al cui interno era presente una buca per il fuoco. Qui furono ritrovati utensili in ceramica e ossa di animali non bruciate, che fa pensare che in questo luogo venissero consumati i pasti. Probabilmente qui si ritrovavano i pellegrini che giungevano al più importante santuario dell’epoca nell’alta valle dell’Adige.

La casa seminterrata ^

Durante il I secolo avanti Cristo all’interno della comunità Fritzens-Sanzeno nacque un nuovo stile architettonico, quello della casa seminterrata. Particolarmente adatto era il terreno argilloso del Ganglegg che veniva spianato verticalmente e terrazzato con piani lunghi dai 20 ai 30 metri e larghi circa 6 metri. Ancora oggi questi terrazzamenti sono ben visibili e sfruttano il lato della collina che presenta una pendenza di ben il 40%. Questa tipologia di costruzione formava un terrazzo di ben 4 metri sul versante orientale della collina.

Tutta la superficie dei terrazzamenti era utilizzata per la costruzione di case a un piano, larghe circa 4 metri e dotate di stanze di 5 metri di larghezza ognuna. La parte direttamente a contatto con la montagna era ricoperta con muri a secco e argilla, mentre la costruzione delle pareti verso la valle e quelle tra le stanze veniva fatta utilizzando materiale organico. Ognuna delle stanze era poi dotata di un focolaio, che la rendeva abitabile in ogni stagione dell’anno, anche in quelle più fredde.

Le case seminterrate di Ganglegg sul versante orientale della collina

La maggior parte delle case seminterrate o terrazzate qui costruite è andata persa con degli incendi che hanno creato uno strato di materiale che ha conservato tantissimi reperti sotto di se. Oltre ad utensili sono stati ritrovati bracciali in vetro che testimoniano il rapporto di queste comunità con i celti dell’altopiano ai piedi del versante settentrionale delle Alpi.

Le mura di rinforzo di Ganglegg ^

In epoca risalente al bronzo medio il margine settentrionale del sito di Ganglegg venne rinforzato con un lungo muro di circa 120 metri. Si trattava di una struttura decisamente impegnativa e complicata da costruire per l’epoca e, ancora più particolare è il fatto che fu costruita non tanto per proteggere il centro abitato, ma per rappresentare un ceto sociale più elevato.

L’impianto di rinforzo di Ganglegg consta di due muri distanti 5 metri tra loro. Internamente si trovata uno strato di terra e sassi che formava a tutti gli effetti un bastione. I blocchi rocciosi utilizzati erano difficilmente reperibili nei dintorni di Ganglegg e ciò dimostra anche le capacità di trasportare materiali e di interfacciarsi con altre società da parte di questo insediamento.

A distanza di 200 anni dalla prima, venne costruita una seconda fortificazione nello stesso luogo e sfruttando parte dell’impianto precedente. La nuova fortificazione è formata da un muro largo 2,2 metri e composto di grandi blocchi rocciosi di forma squadrata. Internamente vennero posti dei pezzi di legno e l’intero muro era attraversabile per via di una porta costruita anch’essa in legno. Purtroppo anche questa fortificazione non è arrivata ai giorni nostri, a causa di un incendio verificatosi intorno all’anno 1000 avanti Cristo.

L’edificio romano ^

Tra i ritrovamenti ci sono anche delle costruzioni di epoca romana, che si differenziano da quelle dell’età del bronzo e del ferro perché al posto della muratura a secco veniva impiegata la malta. Di questi edifici rimangono solo i muri di fondazione che avevano una dimensione di ben 15 metri per lato e un’altezza di circa 5 metri. I ritrovamenti fatti al suo interno ipotizzano che questo edificio sia stato realizzato all’incirca nel III secolo dopo Cristo e si suppone fosse un insediamento occasionale, a causa dell’esiguo numero di reperti ritrovati.
Si pensa che l’edificio romano sia stato costruito dagli abitanti del fondovalle che, per sfuggire dalle invasioni della tribù germanica degli Iutunghi cercarono qui riparo.

Sulla stessa collina di Tarces venne iniziata anche la costruzione di un bunker per la seconda guerra mondiale, ma che in realtà non venne mai completato.

La casa retica ^

Tra le altre case presenti nel sito di Ganglegg si trova anche una casa retica con ingresso ad angolo, tipica del periodo tra il II secolo e il I secolo avanti Cristo. Questi edifici si trovavano nella valle dell’Inn in Tirolo, in val Venosta e in val d’Isarco.

Il piano terreno di queste case era tipicamente interrato nel suolo ed alto 2,20 metri con un rivestimento in legno che poggiava su di uno zoccolo. Nella casa retica ritrovata il pavimento era per un quarto composto da lastre in pietra, mentre il rimanente era di legno. L’ingresso era per via di un lungo corridoio ad angolo che in questa casa venne trovato coperto con grandi lastre di pietra.

Il piano superiore della casa retica di Ganglegg era per la maggior parte in legno e occupava tutto lo spazio del pian terreno. Sembra che questo spazio fosse diviso su più sale dotate tutte di focolaio. Secondo i resti trovati la casa venne utilizzata per poco tempo durante la prima metà del I secolo avanti Cristo, per poi essere abbandonata portando via tutte le scorte, i suppellettili e le strutture interne di legno. Sul pavimento vennero poi posizionate cinque ossa intagliate e decorate con iscrizioni e tutto il piano terra venne riempito con materiali organici.

La casa dei nobili ^

Al di sotto della collina di Ganglegg, lontana dalle altre costruzioni, è stato ritrovato un edificio di circa 5 metri per 7 metri. I muri sono costituiti da uno zoccolo basso nel quale vennero inseriti dei pali in legno a distanza regolare. Tra i vari pali sorgevano le pareti che erano composte da bacchette o da tavole di legno, mentre a monte della casa era presente un terrazzamento che proteggeva la costruzione.

Il pavimento della casa nobiliare era formato da uno strato argilloso e il ricco arredamento ritrovato all’interno testimoniava l’appartenza a una classe sociale elavate dei suoi inquilini. Al suo interno sono stati ritrovati recipienti in ceramica e vasi caratteristici dell’area nord delle Alpi, oltre che una chiocciola del Mediterraneo che testimonia i rapporti degli abitanti con altre tribù distanziate geograficamente.

Si pensa che la casa venisse utilizzata da un fabbro, come testimoniato dalla presenza di tre forme da fonderia che permettevano la produzione di alcuni oggetti in serie. Proprio la forma di questi oggetti, definita esotica, testimonia il passaggio per Ganglegg di alcuni fabbri stranieri. Inoltre all’interno di questa casa venivano conservate anche alcune provviste, come miglio, orzo, farro, piselli e fagioli.

Andata distrutta in un incendio venne ricostruita due volte sopra l’impianto originario del XIV secolo avanti Cristo. Nella ricostruzione più recente, del XIII secolo avanti Cristo, sono stati trovati diversi oggetti di provenienza straniera, alcuni dei quali arrivati dalla Baviera. Questo testimonia ancora una volta che alcuni abitanti di Ganglegg, di un ceto elevato, riuscivano a intessere rapporti con popoli stranieri.

La casa dell’età del ferro ^

Ricostruzione di una casa dell'età del ferro a Ganglegg - Sito archologico a Sluderno

Prima di lasciare il sito di Ganglegg e continuare il nostro trekking sul sentiero delle rogge di Sluderno notiamo un’ultima ricostruzione, quella di una casa dell’età del ferro. L’edificio riprodotto sul versante orientale della collina è in scala 1:1 rispetto ai vecchi edifici ed è dotato di due piani.

I muri di questa casa sono l’unico elemento originario, mentre le parti in legno si basano sulle conoscenze derivanti dai ritrovamenti effettuati e da supposizioni degli archeologi.

Non si è riuscito a stabilire, ad esempio, il materiale con il quale erano composte le pareti, se questo era con assi di legno spaccate o squadrate o altro, ma anche il materiale delle finestre e delle porte o quello impiegato per il tetto, che poteva essere di paglia, di canne o di lastre in pietra.

Gli arredi interni della casa dell’età del ferro dovevano essere in legno ed erano più che altro sedie, giacigli e supporti in cui appoggiare i vasi.

Si può accedere ai due piani della casa qui rappresentata, ma ovviamente gli interni sono totalmente spogli.

Leggi anche la guida di 4 giorni in Val Venosta.

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Ganglegg - il Sito Archeologico di SludernoTutte le info su Ganglegg, il sito archeologico più importante della Val Venosta. Reperti e case provenienti dall'età del bronzo e del ferro.https://www.lorenzotaccioli.it/ganglegg-sito-archeologico-sluderno/
Lorenzo Taccioli