Le Grotte del Caglieron sono una serie di cavità in parte naturali e in parte create dall’attività dell’uomo che si trovano in Veneto. Da qualche mese sentivo parlare di questa località, candidata anche ai luoghi del cuore ed arrivata terza nell’edizione del 2016, e così è diventata la tappa di una gita in giornata.
Le Grotte del Caglieron si trovano in provincia di Treviso e più precisamente in località Breda (comune di Fregona). Ci troviamo alle pendici del monte Cansiglio, che svetta tra le province di Treviso, Belluno e Pordenone e che supera i 1.000 metri di altitudine. Arrivarci non è complicato: si prende l’uscita autostradale di Vittorio Veneto e si segue per il comune di Fregona, dal quale la segnaletica indica chiaramente la strada da percorrere. Le grotte nascono proprio sulla via Grotte del Caglieron, quindi non è possibile sbagliare. Non è consentito lasciare l’automobile lungo la strada, ma sono presenti due parcheggi, non troppo vasti, ma comunque con un buon ricambio perché la visita richiede circa un’ora, massimo due di tempo, infatti il percorso all’interno del parco del Caglieron è lungo circa un chilometro.
In alternativa è possibile parcheggiare nelle vicinanze del cimitero presso piazza Maronese e in circa 45 minuti di percorso a piedi lungo il sentiero 1037B si raggiunge l’ingresso alle grotte.
La parte naturale delle grotte ha origini piuttosto antiche, è infatti risalente a diversi milioni di anni fa (da 16 a 10 milioni) ed è dovuta al torrente Caglieron che negli anni ha scavato una forra negli strati alternati di conglomerato calcareo, di arenarie e di marne dell’epoca del Miocene medio. Questa attività ha dato vita a diverse cascate e cascatelle, alcune di diversi metri, e in fondo le quali spesso è presente una pietra calcarea su cui l’acqua scivola veloce.
Nel frattempo anche l’attività estrattiva dell’uomo ha contribuito alla creazione delle cavità che si trovano lungo il percorso in mezzo alla natura. Si tratta infatti di una pratica che fonda le sue radici nei secoli scorsi: già nel 1500 veniva estratta la pietra arenaria, conosciuta localmente come “pietra dolza” per via della sua ‘tenerezza’, e veniva impiegata nella costruzione delle case di Vittorio Veneto e dei dintorni, principalmente nelle architravi o stipiti.
Onde evitare che le pareti di pietra arenaria dalle quali si praticavano le estrazioni crollassero, vista la naturale inclinazione oltre i 45 gradi degli strati della pietra, gli interventi avvenivano per blocchi attraverso l’utilizzo di grossi scalpelli, ma con l’accortezza di lasciare di tanto in tanto grandi colonne inclinate che sostenessero l’intera grotta che andava creandosi. Queste grandi colonne sono presenti in diversi punti del percorso naturale.
La nostra visita alle grotte del Caglieron inizia subito dopo aver lasciato l’automobile nel vicino parcheggio. Siamo in compagnia anche di Grover, un cane di taglia media a cui è consentito l’accesso con il guinzaglio. Non è invece possibile percorrere il percorso con passeggini a causa degli scalini e di alcuni passaggi un po’ stretti. Subito sopra al parcheggio si trova la Grotta della Madonna: una piccola caverna nella roccia che, al contrario di tutte le altre, ha un’inferriata all’ingresso che permette alla proloco di chiuderla durante la notte. Al suo interno un piccolo altare e qualche scranno in pietra arenaria rivestita di legno permettono di fermarsi in devozione alla statua della Madonna presente all’interno. Noi in poco tempo usciamo e proprio prima del ponte sulla provinciale 151 scendiamo lungo il sentiero pedonale che attraverso il fiume Caglieron. Siamo proprio sotto al grande ponte di Fregona il cui arco è praticamente invaso dalla natura che cresce sulla sponda del fiume.
Alla nostra destra incontriamo una grande e profonda grotta (grotta dei Breda) in cui la visibilità diminuisce ad ogni passo, fino ad una penombra oltre la quale è quasi impossibile vedere. Di lato un piccolo laghetto si è formato all’interno della grotta che è piuttosto fresca rispetto all’esterno.
Uscendo dalla grotta dei Breda ci ritroviamo su di una prima passerella di legno che conduce fino ad una piccola grotta: la grotta di San Lucio del caseificio Agricansiglio che la utilizza per stagionare i formaggi. La particolarità di questa grotta è che sembra una piccola casetta scavata nella roccia e immersa nella natura. Sicuramente i formaggi contenuti all’interno devono essere ottimi! Girandosi di 180 gradi per tornare indietro ci si ritrova davanti la grotta dei Breda e le tantissime piante fiorite che invadono la passerella pedonale.
Da qui si apre un altro splendido affaccio: un’area di sosta sulle passerella di legno (o belvedere) dà sul torrente Caglieron e la sua cascata, mentre sulla sinistra un’altra grande grotta sventrata durante l’attività di estrazione fa bella mostra di se. Sotto di noi continua il percorso all’interno dell’Orrido del Caglieron.
Ci sono diverse persone sul percorso e di tanto in tanto sbucano in uno squarcio tra le pietre o tra liane di piante rampicanti; nonostante ciò si riesce comunque bene a muoversi e quello che noto piacevolmente in ogni escursione è che le persone in mezzo alla natura sono tendenzialmente più calme, rilassate e ben disposte di quanto non lo siano normalmente.
La passeggiata è molto piacevole e facilmente percorribile nonostante il dislivello e le aree leggermente scivolose che introducono in mezzo alle rocce ricche di vegetazione e dove spesso è possibile vedere la formazione di stalagtiti e stalagmiti dovuti all’acqua piuttosto calcarea del torrente.
Verso la fine dell’itinerario arriviamo al Bar Ristorante nell’Antico Mulino, nel quale la grande ruota in legno del mulino gira ancora sullo scorrere dell’acqua del torrente e dove è possibile fermarsi per rifocillarsi un po’ in mezzo anche a qualche animale che scorrazza nei dintorni.
Non si tratta però dell’unico mulino, infatti poco avanti, scendendo a sinistra alla fine delle passerelle in legno ci si affaccia sul Mulinetto del Caglieron, ad oggi non aperto al pubblico ma ottimamente conservato.
Da qui si può tornare al parcheggio percorrendo la ripida salita che riporta sulla strada e che passa anche per la grotta di Santa Barbara: una ex fungaia che verrà presto utilizzata come laboratorio didattico. A poca distanza dal parcheggio è presente un altro piccolo punto di ristoro (segnalato da diversi cartelli) che vende prodotti tipici come salumi, formaggi e vini e nel quale si può mangiare qualche semplice piatto, soprattutto panini. Nel caso si scelga di rifocillarsi qui è bene muoversi d’anticipo per evitare il grande affollamento e il termine delle scorte della giornata, come successo a noi.. in alternativa si può scegliere dove mangiare alle grotte del Caglieron tornando al bar ristorante dell’antico mulino, meno preso d’assalto.
Più informazioni relative agli orari di apertura dell’info point e alla possibilità di organizzare visite guidate sono disponibili sul sito della proloco e nella sezione turismo del sito del comune di Fregona, tenendo presente che è possibile visitare le grotte del Caglieron anche d’inverno, periodo durante il quale la neve può rendere la visita piuttosto diversa ma non meno bella.