Laghetto nella Cascata della sorgente di Labante

Dopo essere stati alla Rocchetta Mattei, sulle colline di Bologna siamo alla ricerca di un’altra destinazione da queste parti prima di tornare a casa. Scopro così le grotte di Labante, una formazione tra le più grandi in Italia nel suo genere.

Come arrivare alle Grotte di Labante ^

Partire da casa (in Romagna) per raggiungere le grotte di Labante non è proprio comodo.. distano infatti quasi due ore di automobile, ma se come noi siete in visita alla Rocchetta Mattei allora le cose cambiano. Da qui è sufficiente percorrere circa 20 km in auto, in una mezz’oretta.

Le grotte di Labante si trovano nel comune di Castel d’Aiano all’interno della borgata di San Cristoforo Labante. Si impiega circa un’ora di automobile da Bologna per raggiungerle e può essere una buona occasione solo se si prevede di fare anche un percorso di trekking nelle vicinanze, altrimenti non ne vale la pena.

Lasciata l’autostrada a Casalecchio di Reno si procede per Sasso Marconi e poi per Marzabotto. Continuando a risalire il fiume Reno, al bivio del Vergano si prende per Castelnuovo per poi proseguire fino a Labante. Per capire dove si trova la grotta, non visibile dalla strada, è sufficiente prendere come riferimento la chiesa del paese, davanti la quale è presente anche un ampio parcheggio sterrato in cui lasciare l’automobile.

Una volta parcheggiata è sufficiente seguire il sentiero visibile dalla strada che scendendo conduce in pochi metri fino alle grotte.

La Sorgente e la Cascata di San Cristoforo ^

Le Grotte di Labante si sono formate grazie al fiume proveniente dalla sorgente di San Cristoforo, che qui forma una piccola cascata. La sorgente ha una portata media estiva che si aggira intorno agli 11 litri al secondo e viene utilizzata come rifornimento idrico e potabile. La sorgente di San Cristoforo venne scoperta alla fine del XIX secolo e dal 1986 viene utilizzata anche per alimentare l’acquedotto che rifornisce i comuni di Castel d’Aiano e di Vergato.

La sorgente del torrente si trova a circa 622 metri sul livello del mare e subito dopo al punto dove sgorga è stato creato un breve cunicolo all’interno della roccia nel quale si susseguono diverse vasche. La maggior parte dell’acqua viene portata al serbatoio principale dell’acquedotto, che si trova nei pressi del parcheggio adiacente la chiesa e, da qui, attraverso la forza di gravità viene distribuita al comune di Vergato. Un’altra parte viene invece pompata in serbatoi più alti che permettono di servire anche Castel d’Aiano.

Il “troppo pieno”, ovvero il volume d’acqua eccedente la capacità massima delle prime vasche di captazione, viene rilasciato e va a sgorgare lungo la roccia dando vita alla cascata di San Cristoforo, proprio sotto la chiesa. Qui l’acqua scende su due speroni di roccia che formano un profilo assai particolare che negli anni continua ad evolversi. L’acqua calcarea che scendendo dalla roccia si deposita al di sotto, ha segnato un progressivo allungamento della montagna che è andata pian piano ad occupare la strada del sentiero CAI 166, richiedendo una piccola modifica del percorso.

Le Grotte di Travertino di Labante ^

Le grotte di Travertino di Labante sono tra le più grandi in Italia di questo materiale. Sono lunghe 54 metri e presentano un dislivello di circa 15 metri. Al suo interno la roccia è totalmente cava, dando vita a un fenomeno carsico unico nel suo genere.

L’accesso a queste grotte è visibile da entrambi i lati della montagna, ma dalla parte del piccolo laghetto formatosi al di sotto della roccia non è possibile entrare. Qui un ponte in legno, in parte bagnato dall’acqua che scende dall’alta, si va a scontrare con la cancellata dello stesso materiale che sbarra l’ingresso.

Proseguendo però oltre il profilo della roccia, si arriva al secondo lato della montagna. Da qui è possibile vedere i buchi porosi della montagna e accedere alle Grotte di Labante messe parzialmente in sicurezza da alcune corde che funzionano da parapetto.

Noi accediamo, nonostante nelle vicinanze non ci sia nessuno a darci informazioni. Rimaniamo impressionati da quanto e soprattutto da come l’acqua sia riuscita a creare queste forme all’interno di questa montagna. La roccia è spesso arrotondata e con frequenti buchi.. sembra quasi che sia stata trasformata in un materiale morbido e duttile, facilmente modellabile.
Da questa parte il percorso non è troppo agibile e spesso dobbiamo arrampicarci per continuare il sentiero che si infila dentro la montagna. Alcune volte il passaggio si fa più stretto, altre volte si allarga progressivamente, fino a sfociare in piccole ‘piazzette’ buie. Se avessimo avuto la guida di qualcuno del posto avremmo probabilmente continuato lungo questo percorso, ma l’ennesima strettoia ci fa pensare che forse è il caso di fermarci e tornare indietro. Credo che se avessimo continuato all’interno di questo labirinto di cunicoli saremmo potuti arrivare al lato opposto della montagna, proprio dove abbiamo visto l’ingresso sbarrato.

Intorno alle grotte di Labante furono sviluppate delle cave, dismesse da circa vent’anni, per l’estrazione del travertino che è stato impiegato per la costruzione di numerose abitazioni del circondario, per la chiesa di San Cristoforo posta proprio sopra le grotte e anche per molte tombe etrusche attualmente visibili all’interno dei giardini Margherita di Bologna.

I Travertini ^

Il travertino è una formazione rocciosa calcarea, che si forma con la caduta di acqua ricca di carbonato di calcio. Questo materiale è inevitabilmente molto resistente ai fenomeni atmosferici e per questo motivo viene spesso estratto ed impiegato nella costruzione di rivestimenti esterni.

La sorgente di San Cristoforo, che ha dato vita alle Grotte di Labante, è estremamente ricca di sali di calcio e questo ha permesso che si creasse una tale formazione di travertini da renderla una delle più grandi d’Italia. Per questo motivo la sorgente di San Cristoforo è anche conosciuta come “sorgente pietrificante“. L’acqua che scorre sotterranea, quando sgorga fa precipitare i sali di carbonato di calcio che si depositano come incrostazione di calcare su qualsiasi superficie incontrino. Questi depositi quindi inglobano la roccia, ma anche la vegetazione presente, i frammenti vegetali, i resti animali (come piccoli gusci d’uovo) e per questo motivo il materiale che si crea diventa estremamente poroso e vacuolare. Infatti i resti inglobati nella roccia vanno via via decomponendosi lasciando quindi uno spazio vuoto. Nonostante questo il travertino è una roccia estremamente dura e resistente.

I vuoti lasciati all’interno delle grotte di Labante mostrano un travertino estremamente poroso, tanto da far somigliare la roccia a una spugna, valendogli il soprannome locale di “sponga”.

Le Pisoliti delle Grotte di Labante ^

Circa nel 2005 è stato notato che il pavimento che collega i due ingressi contrapposti delle grotte era formato da accumuli di diversi centimetri di spessore che formavano dei ciottoli arrotondati. Il nome di queste formazioni è “pisoliti” e si tratta di concrezioni libere, ovvero non saldate alla roccia, che sono conosciute anche come “perle di grotta” in quanto il loro sviluppo è identico a quello delle perle all’interno delle ostriche. Queste formazioni hanno solitamente dimensioni minuscole, ma le più grandi possono raggiungere anche i 2 o 3 centimetri di diametro.

Nelle grotte di Labante è particolare il fatto che sui pisoliti è andata formandosi una serie di bande molto sottili e ravvicinate sulle quali si sono depositate 2 lamine di spessore più alto. Il motivo di questi depositi è dovuto al fatto che durante gli anni ’90 è stata prosciugata la sorgente, sospendendo l’apporto di acqua alle cascate in maniera prolungata.

Il Presepe nella Grotta ^

Presepe nella grotta di San Cristoforo Labante

Al fianco del laghetto presente davanti uno dei due ingressi alle Grotte di Labante è presente un’altra parte di grotta che nasconde al suo interno un piccolo spettacolo. Avvicinandoci all’imbocco della grotta si può infatti vedere una grossa cancellata con un pulsante all’esterno. Premendolo si azionerà l’illuminazione che permette, in tutte le stagioni, di ammirare il presepe di San Cristoforo Labante.

Non sono troppi gli elementi del presepe, oltre la grotta dove va in scena la natività, ma l’ambientazione nella roccia naturale, con la luce artificiale che crea dei bellissimi spettacoli di luci e ombre, rende questa vista un piccolo quadretto.

I sentieri di trekking delle Grotte di Labante ^

Se si ha un’intera giornata a disposizione, o almeno mezza, è possibile impiegarla in qualche percorso di trekking. La visita alle grotte, infatti, ha una durata di mezz’ora o poco più. Sono numerosi i sentieri per una bella camminata nei dintorni: siamo infatti in un’area collinare e molto verde che ben si presta a giornate all’aria aperta.

Tra i percorsi più conosciuti c’è il sentiero delle tane. Si tratta di un trekking ad anello di circa 11 km che parte e termina nel sagrato della chiesa di Labante, passando proprio davanti alle grotte di Labante. Ha un dislivello che porta da un’altitudine minima di 426 metri sul livello del mare ad una massima di 759 metri.

Dalle grotte si imbocca in discesa il sentiero CAI 166 e si prosegue per la discesa di circa 200 metri. A questo punto si segue per il torrente Aneva, che è possibile attraversare all’altezza del Mulino di Santo Stefano. Proseguendo si deve prendere il sentiero 152/A che ci congiunge al percorso delle Tane. A questo punto si incrociano le formazioni che danno il nome al percorso: due grosse cavità nel terreno, conosciute come “Tane del Paroletto” che venivano utilizzate dagli abitanti per sfuggire ai bombardamenti della seconda guerra mondiale.

Proseguendo sul sentiero si incroceranno altre formazioni: delle monoliti calcaree che si sviluppano in verticale. Siamo all’altezza dei Serretti e imboccando il sentiero 152 si arriverà a Riola di Labante, dove è presente un grosso complesso architettonico. Proseguendo sulla stessa via si torna infine al punto di partenza di San Cristoforo di Labante.

Dove dormire alle Grotte di Labante ^

Se anziché una gita di una giornata decidi di dedicare alle grotte di Labante un weekend o qualche giorno, dovrai scegliere dove dormire. Purtroppo la scelta non è poi così vasta da queste parti e, anzi, dovrai riuscire a trovare disponibilità nelle poche strutture presenti. Se ti fermi a vedere la Rocchetta Mattei, il borgo La Scola e vuoi fare anche un trekking intorno alle grotte, un paio di giorni saranno praticamente imprescindibili.

Le località principali in cui trovare una sistemazione sono Riola (a questo link gli hotel disponibili) e, poco più vicino e più grande, Grizzana Morandi (a questo link gli hotel disponibi).

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Grotte di LabanteLe grotte di Labante crescono di anno in anno e sono famose come preziosa riserva di travertino che si alimenta grazie alla cascata di San Cristoforo. Ecco come arrivarci e cosa vedere nel sentiero all'interno della montagna.https://www.lorenzotaccioli.it/grotte-di-labante/
Lorenzo Taccioli