Grotte di Onferno – Paradiso dei Pipistrelli

Alla Scoperta delle Grotte di Onferno

Le grotte di Onferno non sono troppo conosciute nemmeno nei territori limitrofi alla loro posizione. Non mi è ben chiaro se ciò sia dovuto ad una mancata opera di comunicazione o all’impossibilità di ospitare troppi visitatori a causa della loro delicata natura. Queste grotte sono infatti grotte di gesso, un minerale poroso e duttile, quindi in continua trasformazione. La sua fragilità fa si che le grotte siano continuamente monitorate, ma che inevitabilmente cambino la loro struttura.

Le grotte di Onferno sono tra le più grandi e importanti d’Italia tra quelle di origine carsica. Hanno una lunghezza di circa 400 metri su di un dislivello di 64 metri.

Una volta documentatisi si scoprirà che la caratteristica più particolare delle Grotte di Onferno sono le grandi colonie di pipistrelli che ne abitano gli interni e che le hanno elette come casa. Qui dentro infatti i pipistrelli vanno in letargo e si riproducono, partorendo i loro piccoli in un’apposita sala naturale.

Dove si trovano le Grotte di Onferno ^

Le grotte di Onferno si trovano in un piccolo paesino, Onferno appunto, nell’entroterra riminese. Siamo quindi nella zona meridionale della Romagna, praticamente al confine con le Marche e a pochi passi dalla Repubblica di San Marino (scopri cosa visitare nell’antica Repubblica di San Marino). Nonostante appartengano alla stessa provincia, raggiungere Onferno da Rimini richiede quasi un’ora. Il piccolo borgo è lontano appena 30 km dal capoluogo, ma per arrivarci è necessario percorrere delle strade abbastanza tortuose che si arrampicano su per la montagna.

La Pieve di Santa Colomba ^

Quando la strada provinciale 132 arriva nei pressi delle grotte di Onferno ce ne si accorgerà perché passa proprio in mezzo al paese: da una parte la roccia sulla quale è abbarbicato il borgo, dall’altra la Pieve di Santa Colomba con affiancato l’ingresso al centro visite. Sotto il borgo si trova invece il parcheggio per le auto.

La pieve di Santa Colomba  è anche il punto d’inizio della visita guidata ed è il luogo più antico di tutta Onferno. La pieve è una delle chiese più antiche di tutto il territorio riminese e i primi documenti sulla sua costruzione risalgono ad alcune bolle papali del XII secolo. Purtroppo la pieve di Santa Colomba venne totalmente distrutta nel 1944 e ad oggi rimangono solo il campanile e la canonica del XIX secolo.

La presenza delle pieve di Santa Colomba permise di salvare le grotte di Onferno, che non poterono essere totalmente scavate altrimenti sarebbe andata distrutta la chiesa, che si trova proprio sopra a un tratto delle grotte.

Visita alle Grotte di Onferno e ai suoi Pipistrelli ^

La visita alle grotte di Onferno comincia sempre dal centro visite. Nei giorni precedenti si può telefonare per prenotare la visita (senza impegno) e verrà dato appuntamento qui. Il centro sarà per la maggior parte del tempo chiuso, e aprirà giusto nei 10/20 minuti di tempo tra un percorso guidato e l’altro. Arrivare con troppo anticipo, soprattutto nei mesi invernali, vorrebbe dire attendere al freddo.

La visita alle grotte è piuttosto interessante e se avete la fortuna di essere guidati da una persona come Emilia, la visita sarà ancora più bella. L’entusiasmo e la passione con la quale questa signora racconta la storia delle grotte e dei “suoi pipistrelli” è portentosa. La frase che più mi è rimasta impressa, mentre introduceva la visita a dei bambini nel nostro gruppo, è stata che “la cosa più bella che vedremo oggi saranno degli animali LIBERI”.. penso che questo sia un ottimo insegnamento da chi e per chi ama la natura. Emilia con questa frase si riferisce ai pipistrelli che sono liberi di entrare e uscire dalle grotte quando vogliono e di anno in anno scelgono di rimanere qui.

Museo del pipistrello nel Centro Visite ^

Quando il turno precedente al nostro termina il percorso, si aprono le porte del centro visite ricavato nella pieve di Santa Colomba. Qui si fa il biglietto e ci viene dato in dotazione l’elmetto giallo che ci accompagnerà nella nostra visita di un’ora abbondante. Mentre finiscono di radunarsi tutte le persone del turno è possibile fare una passeggiata all’interno del museo. Le sale sono organizzate su due piani:

  • al piano terra è presente un approfondimento geologico sulle grotte carsiche e sulle tipologie di gesso presenti in natura
  • al primo piano invece viene presentata la fauna locale anche attraverso animali imbalsamati. C’è un particolare approfondimento sui pipistrelli, l’animale in assoluto più presente in quest’area, tanto da avergli dedicato un’intera sala.

Passeggiata fino all’ingresso delle Grotte ^

Il gruppo si è radunato e dotato di elmetti è pronto a partire. L’introduzione viene fatta davanti alla Pieve, sotto la quale si trovano già le grotte. L’ingresso si trova infatti nel boschetto che comincia al fianco della pieve e, passando sotto quest’ultima, sbuca proprio sotto il borgo di Onferno. La presenza delle grotte è nota fin dall’antichità, perché il fiume che le ha scavate entrava da una parte della roccia e usciva dalla parte opposta.

Il bosco qui presente è stato piantato negli ultimi anni, per creare un ambiente utile ai pipistrelli durante le loro battute di caccia notturne, durante le quali vanno alla ricerca di insetti. Per nutrirsi, ognuno di loro deve mangiare diverse decine di insetti ogni sera e la caccia è un’attività piuttosto faticosa. Per questo motivo la presenza di alberi offre loro un valido appoggio per una sosta tra un volo e l’altro. Questo bosco rappresenta quindi un habitat naturale per i pipistrelli.

La passeggiata ci fa percorrere 70 metri di dislivello in 400 metri di camminata. Purtroppo sia questo tratto che la visita all’interno delle grotte non è adatto alle carrozzine, quindi l’ingresso non è possibile ai bambini molto piccoli o alle persone non deabulanti. Emilia ci dice anche che non è consigliato entrare ai cardiopatici gravi.

Man mano che scendiamo lungo il percorso notiamo specie di flora differenti e all’imbocco delle grotte si trovano alcune piante tipiche di zone ad altitudine maggiori come delle selci o il buca neve, che riescono a crescere qui grazie al clima fresco e umido che esce dalla grotta.

Percorso Guidato all’interno delle Grotte di Gesso ^

Arrivati alla bocca della grotta di Onferno la guida ci comunica di accendere le luci del caschetto. All’interno non è presente alcun tipo di illuminazione e tutto ciò che si potrà vedere è solo grazie alle nostre luci e ad una torcia che utilizza Emilia per spiegarci quanto stiamo vedendo.

Queste grotte nel gesso furono scavate dal fiume che ancora oggi è visibile attraverso un timido rigagnolo che scorre sotto i nostri piedi in alcune parti del percorso. L’altezza delle grotte varia dai 12 ai 16 metri e in quasi tutto il percorso presenta un tetto piatto.

Il percorso all’interno delle grotte è molto bello e le spiegazioni di Emilia lo rendono ancora più interessante e affascinante. Di tanto in tanto è possibile vedere qualche isolato pipistrello già nella parte iniziale della visita, anche se, soprattutto di inverno, si concentrano maggiormente nelle sale più alte dove il calore è maggiore. Viene stimato che all’interno delle grotte di Onferno siano presenti delle colonie di circa 8.000 pipistrelli e di 6 speci differenti che, grazie all’habitat naturale ricreato esternamente, crescono di anno in anno.

Percorso tra le rocce strette di gesso

I soffitti delle sale che attraversiamo sono davvero affascinanti. A seconda di come li illuminiamo attraverso le luci dei nostri caschetti cambiano sfumatura e colore. Al contrario di quello che siamo abituati a pensare, infatti, il gesso è un minerale tendenzialmente trasparente e che brilla al contatto con la luce. Per trasformarlo in quello che utilizziamo sulle lavagne è sufficiente prenderne qualche pezzetto e metterlo a bollire in pentolino d’acqua. Dopo qualche minuto di bollore si sentirà uno scoppiettio che significa che il gesso è pronto: una volta raffreddato avrà la forma che conosciamo tutti.

Intanto noi ci godiamo la splendida formazione che sembra quasi un cielo stellato sopra di noi.

Depositi Calcarei ^

Le grotte di Onferno, essendo in gesso, sono di un materiale molto friabile. Nella scala della durezza, solo il talco è più friabile del gesso. Questo è il motivo per il quale all’interno delle grotte sono presenti molte strutture di contenimento e attrezzi che servono per un monitoraggio in tempo reale della movimentazione delle pareti. Attraverso queste dotazioni le grotte sono messe in sicurezza e rese visitabili dai turisti esclusivamente attraverso visite guidate.

Questa tipologia di supporti è necessaria solo nelle grotte carsiche, perché per loro natura sono meno resistenti rispetto le altre tipologie. Si stima che le grotte di gesso siano solo il 20% del numero totale di grotte in giro per il mondo, diventando quindi una tipologia relativamente rara. Durante la visita Emilia ci invita a toccare le pareti, perché essendo in continua mutazione non è comunque possibile tentare una loro conservazione. Una cosa di questo genere non sarebbe affatto consentita in grotte calcaree dove le stalattiti e stalagmiti ci mettono centinaia di anni a crescere.

Il gesso oltre a essere friabile ha un’altra particolarità, ovvero è un materiale poroso, umido e permeabile. Quest’ultima caratteristica consente all’acqua di filtrare e in alcune parti delle grotte dà origini ad elementi calcarei tipici di altre tipologie di formazioni. Questi elementi, piuttosto massicci, sono molto suggestivi e impiegano tantissimi anni per formarsi, attraverso depositi di gocce su gocce che entrano dai soffitti delle grotte.

Nonostante ciò sono praticamente assenti formazioni di stalattiti (formazioni calcaree che scendono dall’alto) o stalagmiti (formazioni calcaree che salgono dal basso).

Cascata nella Grotta di Onferno ^

Cascatella interna alle grotte porose di gesso

A un certo punto della visita, Emilia ci fa notare un rumore tipo un lontano sciabordio. Attraverso una cavità nelle formazioni di gesso possiamo vedere una piccola pozza di acqua totalmente contornata da elementi calcarei dove cadono continue gocce dall’alto, dando vita a un’esile e piccola cascata interna alle grotte. Questa presenza non fa altro che confermare la teoria che il gesso sia un materiale permeabile.

Batteri Argentati e Dorati ^

Durante la visita sono frequenti i momenti in cui rimaniamo a bocca aperta. Tra questi c’è senz’altro il momento nel quale la nostra guida Emilia prende in mano e alza verso di noi un piccolo deposito di polvere. Sembrano quasi palline tutte scure e ci dice che questo materiale è sintomo della presenza in questa posizione di numerosi pipistrelli. Dopo pochi secondi ci svela che si tratta di guano, cioè escrementi di pipistrelli. Rimaniamo colpiti dalla maniera in cui lo maneggia senza alcun guanto, ma ci assicura essere sicuro e avere una carica fertilizzante che pochi altri animali riescono a produrre. In antichità infatti i contadini entravano all’interno delle grotte per portare via il guano e concimare i loro terreni.

Oltre a questi depositi, durante la visita, ne notiamo altri molto più belli e particolari. In alcune grotte infatti si trovano sulla roccia dei materiali argentati e dorati che brillano incredibilmente non appena illuminati.

Emilia è subito puntale nello spiegarci di cosa si tratta.. ancora una volta è cacca! Queste formazioni sono piuttosto recenti, si sono presentate infatti da pochissimi anni e non sono altro che gli escrementi di alcuni batteri che si nutrono di gesso. Sembra che la loro presenza derivi da una contaminazione: essendo precedentemente assenti infatti si presume che la loro introduzione sia dovuta ad alcuni speleologi che dopo aver visitato altre grotte di origine gessosa, si sono portati dietro i batteri che hanno trovato pane per i loro denti. Questi batteri erano presenti sull’abbigliamento e le attrezzature degli speleologi.

Sala Quarina o dei Mammelloni ^

Siamo ormai arrivati al termine della visita, anzi per molte persone la visita termina proprio prima del punto in cui ci troviamo ora. Dopo aver conosciuto l’esistenza di queste grotte in estate, ho atteso fino a gennaio per venirci perché questo è l’unico mese in cui è possibile visitare anche la Sala Quarina (o sala dei Mammelloni) facendo il percorso completo. A gennaio infatti si entra da un’estremità della grotta e si esce da quella opposta, mentre durante tutti gli altri mesi arrivati alle porte dalla sala Quarina è necessario ripercorrere all’indietro tutto il percorso e uscire da dove si è entrati.

Il motivo è presto detto: la sala Quarina è quella più alta e più calda e viene impiegata dai pipistrelli come sala nursery per far nascere i piccoli. Gennaio è l’unico mese dell’anno nel quale non si disturbano durante questo evento così delicato. Immaginatevi infatti il parto di un pipistrello come un miracolo della natura. I pipistrelli sono mammiferi e perciò non depongono uova. Al momento del parto, le femmine rimangono comunque appese a testa in giù nella classica posizione in cui siamo tutti abituati a vederli. Quando il piccolo esce dal corpo della mamma, questa allarga le sue zampe per creare una sorta di culla sul quale farlo cadere, evitando che precipiti a terra.

La sala dei mammelloni deve questo nome alla particolare conformazione del suo tetto che, a differenza di tutte le altre grotte, non è piatto ma con molte protuberanze che scendono dal soffitto e che ricordano delle grandi mammelle. Probabilmente la presenza di questi numerosi anfratti fa sì che quest’area faccia sentire più sicuri i pipistrelli che vengono qui a partorire.

Il nome di sala Quarina, deriva invece dal cognome dello speleologo bolognese che nel 1916 si introdusse per primo all’interno di questa sala, che risulta essere tra le più grandi d’Europa nel suo genere.

Sala Quarina o dei Mammelloni - Nursery dei pipistrelli
Il trono in roccia dentro alle friabili grotte di Onferno

Per tutta la visita è possibile vedere i pipistrelli che dormono durante il loro letargo e, alcune volte, trovarseli veramente tanto vicini alla testa. Non è consentito fotografare i pipistrelli per non disturbarli durante il loro sonno e, anzi, è preferibile camminare velocemente per non infastidirli nemmeno attraverso il tepore del respiro. Nonostante all’interno delle grotte di Onferno ce ne siano circa 8.000 quelli visibili ai turisti sono molti meno e si concentrano in piccoli gruppetti soprattutto verso l’area nursery della sala Quarina. Durante le stagioni più calde sarà invece molto maggiore il numero di pipistrelli sparsi anche per le rimanenti sale delle grotte, perché fuori dal periodo di letargo.

Subito prima dell’uscita si trova una formazione di gesso nota come “il trono” per via della sua forma a scranno. Subito dopo comincia una piccola salita dove il primo fogliame e diversi ragni fanno la loro comparsa e fanno intuire che siamo vicini all’uscita delle grotte.

Area di Lavorazione del Gesso ^

Siamo usciti dalla parte opposta della grotta e girandoci indietro e alzando lo sguardo verso il cielo vediamo la grande roccia sulla quale si trova il borgo di Onferno. Alla nostra sinistra, invece, una piccola staccionata conduce fino all’imbocco di un’altra piccola grotta, dove sono ancora presenti degli strumenti di lavoro. Questa è l’area nella quale veniva lavorato il gesso appena estratto dalle miniere.

Il gesso veniva estratto e lavorato direttamente in loco, in una filiera cortissima. La miniera si sarebbe potuta sfruttare molto di più, ma fortunatamente la presenza dell’antica pieve di Santa Colomba e del borgo hanno imposto il termine delle estrazioni per il rischio che tutto sarebbe potuto crollare e andare perso.

Fuori dalle grotte, ai lati del sentiero che ci riporta al centro visite, si trovano alcuni pezzetti di gesso, che Emilia consiglia ai bambini di raccogliere per poi provare a bollirlo e creare il classico gesso per scrivere sulle lavagne.


Borgo di Onferno ^

La visita è praticamente conclusa e risalendo vediamo alcuni buchi nel terreno dai quali durante le giornate più fredde si alzano delle intense fumate. Queste sono dovute alla differenza di temperatura tra l’interno delle grotte e l’esterno. Questi fumi, in antichità, facevano credere che al di sotto del terreno ci fosse l’ingresso degli inferi.. c’è una teoria secondo la quale il nome “Onferno” derivi da “Inferno” e sia legato proprio a questo fenomeno. Negli anni un vescovo locale ritenne che chiamare una località “inferno” fosse sconveniente e gli cambiò quindi il nome con quello attuale, sostituendone la vocale iniziale.

Da qui si ha un bellissimo panorama su tutta la vallata, i calanchi e i monti vicini, come il monte Titano, su cui sorge San Marino e il monte Gesso. Facciamo una veloce visita al borgo, ma non è niente di più che un piccolo mucchietto di case in pietra e una piccola locanda attualmente chiusa. Per un periodo, nel tentativo di rianimare questa località, le case qui presenti furono utilizzate come case popolari.

Borgo di Onferno

Come Organizzare la Visita ^

Le visite alle grotte di Onferno si svolgono durante tutto l’anno e, alcune volte, anche con aperture straordinarie in festività o in notturna. La visita dura all’incirca 60/90 minuti e durante l’inverno non richiede abbigliamento particolare. Nei mesi estivi è invece consigliata una felpa e/o una giacchetta impermeabile (la temperatura interna si aggira sui 12/15 gradi centigradi). Ai piedi sarebbe opportuno indossare un paio di scarpe da trekking, che consentono di ripararsi dal piccolo flusso d’acqua all’interno e di muoversi tranquillamente anche nel bosco esterno.

Ovviamente non è consentito l’accesso ai cani a causa della presenza dei pipistrelli che potrebbero attirarli, oltre che per il buio all’interno delle grotte.

Nonostante sia preferibile prenotare la visita, è possibile anche presentarsi direttamente al centro circa un quarto d’ora prima dell’orario di visita desiderato. Il costo del biglietto per le Grotte di Onferno, comprensivo della visita e dell’accesso al museo, è di 10€ per gli adulti e di 8€ per i bambini e gli anziani.

Tutte le informazioni sui turni di visita e gli orari attualmente in vigore sono disponibile alla pagina facebook ufficiale.

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Grotte di Onferno - Paradiso dei PipistrelliVisita alle Grotte di Onferno, l'habitat naturale perfetto per gli 8000 pipistrelli ospitati al suo interno. Ecco cosa vedere e le foto delle grotte, durante l'interessanti visitai guidata. Leggi come organizzarla.https://www.lorenzotaccioli.it/grotte-onferno-paradiso-pipistrelli/
Lorenzo Taccioli