Guida a Torcello – Cosa Vedere

Torcello - Canale Maggiore

Se si ha qualche giorno a disposizione per vistare Venezia, vale la pena prendere i vaporetti e arrivare anche fino alle vicine isole. Tra quelle più conosciute, oltre Murano e Burano, c’è anche Torcello

Nonostante Torcello sia molto più piccola delle precedenti due e la si possa girare in davvero poche decine di minuti, pare che sia tra le isole della laguna quella in cui gli insediamenti umani siano arrivati prima. Viene infatti riconosciuta come il più antico centro della laguna. Prendetevi tempo per fare una tappa qui e passeggiare lungo l’unica via dell’isola per scoprire alcune attrazioni davvero suggestive.

Cosa vedere a Torcello - passeggiata sul canale Maggiore

Dove si trova Torcello ^

Torcello si trova all’interno della laguna veneta e, più precisamente, a nord est della città di Venezia. Molto più vicina all’aeroporto internazionale della città è scarsamente popolata di turisti per via delle sue dimensioni estremamente contenute. 

Torcello si trova all’interno di un fitto arcipelago di isole e isolette minori ed è molto vicino a Burano, tanto che anche nelle giornate nebbiose, si possono scorgere chiaramente le sue coste da quelle di Torcello. In vaporetto la distanza tra le due isole è di poco più di dieci minuti.

Come arrivare a Torcello – Vaporetto ^

Per arrivare a Torcello è necessario muoversi obbligatoriamente via mare. Si tratta infatti di un’isola non collegata alla terra ferma su nessun lato. Molto probabilmente se state cercando informazioni per arrivare a Torcello vi troverete a Venezia e da qui potete prendere o qualche servizio di trasporto privato o, molto più economicamente, un vaporetto. 

Da Venezia i vaporetti che vanno in direzione delle isole passano tutti per la fermata di Fondamente Nove, nel sestiere Cannaregio. La linea più veloce da qui per arrivare a Torcello è la 12, che impiega circa quaranta minuti e che ferma solo a Murano Faro e a Mazzorbo prima di arrivare a destinazione. Come è evidente, questa stessa linea, può essere presa anche da Murano, all’imbarcadero Murano Faro, qualora stiate partendo da qui. In questo caso la percorrenza è ridotta a meno di mezzora.

Torcello - Canale Maggiore

Breve storia di Torcello ^

Le origini degli uomini sull’isola di Torcello sono piuttosto antiche e a stabilirlo sono state delle ricerche archeologiche risalenti agli anni sessanta del novecento. 

Queste ricerche hanno permesso di stabilire che la vita sull’isola fosse presente in concomitanza con il popolamento della vicina città di Altino, ovvero nei primi secoli dell’impero romano. La rotta della Cucca, ovvero uno straordinario straripamento del fiume Adige avvenuto nell’ottobre del 589, modificò il panorama fluviale veneto e impose uno stop alla crescita della città, che riprese poi a popolarsi nel VII secolo grazie ad alcune opere di bonifica e messa in sicurezza. A questo periodo risalgono alcuni resti di frutteti e di una prima vetreria. 

La presenza umana di questo periodo è testimoniata anche da una scritta sulla cattedrale di Torcello, che risale al 639 dopo Cristo. Lo sviluppo di Torcello è da inquadrarsi nella volontà dei bizantini di rafforzare la presenza su quei lembi di terra italiani che si trovavano al confine con i Longobardi. L’importanza di Torcello crebbe nei secoli, anche perché la sua posizione a  nord della città di Venezia rappresentava, insieme alle isole vicine, un trampolino per il commercio veneziano verso il mare Adriatico. Dal punto di vista dei prodotti, Torcello fu il più importante polo veneziano per la lavorazione della lana fino al XIV secolo circa, raggiungendo circa cinquantamila abitanti.

Fu dal secolo successivo che Torcello ebbe un crescente declino, dovuto all’impaludimento di questi territori e alla peste che scoppiò nel trecento e, successivamente nel cinquecento tanto che si presentarono anche continui furti di materiale marmoreo nelle chiese della città da parte dei cittadini veneziani, che non fecero altro che ammalorare i palazzi qui esistenti. I secoli successivi non furono migliori, tanto che nell’ottocento si contavano appena 80 abitanti, per lo più dediti alla produzione di vino, e, ad oggi, ne risultano appena una ventina.

Cosa vedere a Torcello in un Giorno ^

In realtà la visita di Torcello richiede molto meno di un giorno, in appena una mezzoretta si sarà percorsa la via principale (nonché l’unica praticamente) e si sarà tornati indietro. Su di questa via si trovano tutte le attrazioni della città, che richiederanno circa tre ore per essere viste nella loro interezza.

Nonostante il numero limitatissimo di abitanti, ci troviamo comunque in una zona estremamente turistica e sono quindi presenti locande e un bar attrezzato dove potersi fermare a mangiare qualcosa. Anzi, alcuni veneziani raggiungono Torcello durante il weekend per approfittare delle sue grandi aree verdi per una mangiata fuoriporta. Se siete in piena estate, però, non crediate di trovare refrigerio su quest’isola, anzi tutt’altro.

Torcello fu molto amata anche da alcune personalità, tra cui Hemingway che durante la sua residenza alla locanda Cipriani scrisse “Di là dal fiume e tra gli alberi“.

Ecco cosa vedere nella visita di Torcello.

Ponte del diavolo di Torcello ^

Arrivati all’imbarcadero di Torcello si procede lungo l’unica strada davanti a noi, ovvero la strada della Rosina che accompagna il canale Maggiore che divide questa cittadina in svariati isolotti. Come nel caso di Murano, anche Torcello è infatti composta da diverse isole collegate tra loro attraverso dei ponti.

Ponte del diavolo di Torcello

Tra questi ponti, più o meno a metà strada tra il pontile e il centro storico, a cinque minuti di distanza (circa quattrocento metri) si trova il ponte del Diavolo. Facilmente riconoscibile per la sua forma ad arco e la mancanza di parapetti come negli antichi ponti veneziani, la sua storia è avvolta nella leggenda, anche se c’è chi si limita a sostenere che il nome sia dovuto al cognome Diavoli, una storica famiglia locale.

Il ponte del Diavolo di Torcello venne costruito nel XV secolo, anche se fu edificato sfruttando alcune fondamenta di due secoli prima che sostenevano un ponte piatto e più stretto dell’attuale di circa un metro.

La leggenda del Ponte del Diavolo di Torcello ^

La leggenda del ponte del Diavolo di Torcello sostiene che durante l’invasione austriaca una ragazza di Venezia si innamorò perdutamente di un ufficiale austriaco. La famiglia di lei non vedeva di buon occhio questa relazione e la allontanò da Venezia. Tuttavia lei riuscì a ricevere l’informazione che il suo amato era morto assassinato e la ragazza, disperata, smise di mangiare e si stava lasciando morire, quando un amico di famiglia le consigliò di raggiungere una strega di sua conoscenza per risolvere le sue pene d’amore.

La strega, per aiutarla, stipulò un patto con il diavolo secondo il quale gli avrebbero consegnato l’anima di sette bambini cristiani in cambio della vita del soldato austriaco. L’accordo era quella di incontrarsi al ponte di Torcello, dove la ragazza arrivò in barca e scese sul lato destro del ponte. Da qui, con una candela accesa e una moneta d’oro, fece per attraversare il ponte e la strega invocò il diavolo, il quale comparì, prese la moneta e tirò la chiave dello spazio e del tempo in acqua, facendo comparire il soldato dall’altra parte del ponte.

La ragazza corse incontro al soldato e spense la candela incamminandosi verso la strada della felicità. Il patto non era ancora concluso e la strega si accordò con il diavolo per portargli l’anima dei sette bambini nel giorno della vigilia di Natale. Un giovane, che aveva assistito a tutta la scena, però voleva salvare i bambini e decise così di uccidere la strega che non riuscì quindi a presentarsi all’appuntamento. Il diavolo si presentò comunque, ma non riuscì a riscuotere nulla. Si dice che ogni 24 dicembre continui a ripresentarsi qui sotto forma di un gatto nero, ancora in attesa che la strega si presenti a saldare il suo debito.

Piazza del centro di Torcello ^

Attraversato anche il secondo ponte sul canale Maggiore arriviamo alla piazzetta nuova del centro di Torcello. Imbocchiamo la Fondamenta dei Borgognoni e fa strano chiamare questo luogo piazza, perché non è nulla di più che uno spazio aperto al di là del ponte, dove si trova una piccola fontanella e l’attracco per qualche barca privata. Qui infatti il canale prosegue tra le isole di Torcello e si trova un’osteria dove potersi fermare per pranzo. 

Piazza del centro di Torcello - Fondamenta dei Borgognoni - Ponte sul canale Maggiore

Il ponte che conduce qui è senza dubbio più moderno del ponte del Diavolo, essendo dotato di balaustre. La sua forma ad arco, dà comunque un’idea del basso traffico presente in questo canale, per via della sua altezza piuttosto limitata.

Trono di Attila ^

Proseguendo lungo la strada ci ritroviamo in pochissimo tempo in quella che era l’antica piazza di Torcello. Una delle zone più ricche di reperti e vecchi monumenti di tutte le isole qui presenti.

Trono di Attila a Torcello

Tra questi spicca anche il cosiddetto Trono di Attila, appartenuto al celebre re degli Unni. Si tratta di una seduta dalle modeste dimensioni in pietra bianca. La leggenda narra che gli abitanti di Altino, durante le invasioni degli Unni del V secolo, si erano rifugiati qui per cercare di fuggire alla loro furia per poi essere raggiunti qui dal feroce esercito.

In realtà la leggenda è infondata, perché gli Unni si fermarono ad Aquileia e non avrebbero mai attraversato il mare, essendo un popolo della steppa. Nonostante ciò è stato provato che il trono in pietra risalga comunque al V secolo, quando venne fondata la prima comunità sull’isola di Torcello. La seduta in questione veniva utilizzata dal governatore dell’isola, noto come Magister Militum, durante le riunioni del consiglio.

Chiesa di Santa Fosca ^

Ci troviamo nell’area con la più alta concentrazione di monumenti di Torcello. Su due lati, dietro al trono di Attila, si trova il museo di Torcello, mentre dalla parte opposta c’è la facciata della chiesa di Santa Fosca.

La chiesa di Santa Fosca è collegata alla basilica di Santa Maria Assunta,  che si può già vedere sullo sfondo. Le sue origini sono molto antiche: già nel IX secolo esisteva infatti esisteva una chiesa con questo nome sull’isola e agli inizi dell’XI secolo venne ricostruita all’interno di un’opera di riqualificazione edilizia, anche se l’aspetto attuale è dovuto a degli interventi del XII secolo, quando venne ricostruita per accogliere le reliquie dei martiri Fosca (di cui porta il nome) e Maura.

Pare che lo scopo della chiesa di Santa Fosca fosse quello di rappresentare una chiesa battistero, come si usava in epoca bizantina, e infatti al suo interno si trovava il reliquiario del complesso religioso dell’isola.

Costruita in stile veneto-bizantino, si può intuire la sua forma a croce greca già seguendone il perimetro esterno e guardando la cupola che si vede dietro la facciata. Caratterizzata da un portico ottagonale che ne segue buona parte degli esterni, la chiesa di Santa Fosca si preannuncia attraverso delle colonne a piede rialzato chiuse da capitelli in stile bizantino, così come è lo stile dei decori interni.

Gli spazi interni sono organizzati a croce greca su di una pianta circolare, con tre navate dotate di abside e il suo richiamo allo stile ravennate la corona come monumento veneto più antico che si rifà a questa corrente.

Basilica di Santa Maria Assunta ^

Facciata della Basilica di Santa Maria Assunta con Nartece e resti del battistero

In pochi passi arriviamo davanti alla basilica di Santa Maria Assunta, la chiesa principale di tutta Torcello. Nonostante oggi la sua posizione sembri ai lati dell’isola, sorge in realtà dove si trovava la piazza principale di Torcello, a pochi passi dalla chiesa di Santa Fosca e dai resti, ormai scomparsi, del battistero di San Giovanni, con i quali costituiva un unico grande complesso.

Anche la basilica di Santa Maria Assunta è decisamene antica, venne infatti costruita nella prima metà del seicento, come sede distaccata della curia rispetto alla città di Altino, in seguito al trasferimento sull’isola di parte della popolazione durante l’invasione longobarda. La ricchezza di Torcello crebbe nei secoli e già nell’826 fu necessario ampliare la basilica, per poi essere ricostruita da zero agli inizi dell’XI secolo. Questa fu l’ultima ricostruzione, che ha consegnato ai giorni nostri la basilica di Santa Maria Assunta, dopo un ultimo restauro nel 1894.

La basilica di Santa Maria Assunta si presenta con la tipica forma paleocristiana, dove alla basilica si aggiungeva un nartece, ovvero un breve atrio davanti alla facciata, con il battistero (oggi non più presente), e su di un lato il martyrion, ovvero una chiesa costruita sulla tomba di un martire, in questo caso la chiesa di Santa Fosca.

L’accesso alla basilica di Santa Maria Assunta è permesso solo in alcuni orari, quindi se siete interessati a vederla internamente è necessario informarsi prima di arrivare sull’isola. L’ingresso è dal nartece, ampliato nel XIII secolo, per via di una grande porta in marmo con stipiti originali dell’XI secolo. Gli spazi interni sono distribuiti su tre navate, suddivise per via di 18 colonne in marmo greco. Internamente si trovano ricchissimi mosaici, come quello che occupata tutta la controfacciata, in stile veneto-bizantino, che rappresenta il Giudizio Universale. Importante anche il mosaico pavimentale del IX secolo. Tra l’XI e il XII secolo la basilica di Santa Maria Assunta fu la chiesa più importante dell’attuale territorio italiano per i mosaici che ospitava. Molti di questi sono però andati persi e gli altri sono mantenuti con estrema accuratezza.


L’altare principale è stato ricostruito utilizzando i pezzi originari nel 1923 e nasconde al suo interno il corpo di sant’Eliodoro, ovvero il primo vescovo della città di Altino. Alla sua sinistra si trova una pietra con un’iscrizione che risale alla data di fondazione della chiesa.

La basilica di Santa Maria Assunta si collega direttamente alla chiesa di Santa Fosca per via del lungo portico.

Museo di Torcello ^

Davanti alle due chiese e alle spalle del trono di Attila si snoda il museo di Torcello. Ospitato all’interno del palazzo dell’Archivio e quello del Consiglio, descrive la storia dell’isola e non solo.

Il museo di Torcello venne istituito nel 1870 con lo scopo di limitare la dispersione del patrimonio artistico di Torcello e di raccogliere, in un unico luogo, i reperti trovati su quest’isola e in quelle nelle immediate vicinanze. Nel 1887, quando la gestione passò sotto a Cesare Augusto Levi, venne aggiunto al palazzo del Consiglio anche quello dell’Archivio, per ospitare parte della sua collezione archeologica. Questa collezione affianca quella medievale e quella moderna, contenute all’interno del palazzo del Consiglio.

Visitando il museo di Torcello si può rivivere la storia dell’isola, che racconta di importanti scambi commerciali che avvenivano già a partire dal II millennio avanti Cristo, passando poi per l’epoca preromana, romana, bizantina, altomedievale e della repubblica della Serenissima, fino al XIX secolo.

Palazzo dell’Archivio ^

Palazzo dell'Archivio di Torcello - Museo di Torcello

Il palazzo dell’Archivio è caratterizzato da una loggia al pian terreno con una trifora posta al di sopra. Anche se appare più recente per via dei restauri fatti, l’edificio risale al XII secolo. Internamente gli spazi furono totalmente rivisti a fine dell’ottocento, quando vennero aggiunte anche due colonne a sostegno del soppalco, che furono fatte arrivare direttamente da Venezia.

Palazzo del Consiglio ^

Palazzo del Consiglio di Torcello - Museo di Torcello

Il palazzo del Consiglio invece risale al trecento e fu costruito in stile gotico. Al suo interno si riunivano i 20/40 membri del consiglio maggiore di Torcello, che appartenevano alla nobiltà isolana. Rimane poco della struttura originaria, per lo più la scala esterna, alcuni tratti di mura, la torre con la campana e le bifore che illuminano gli interni. La presenza della campana non aveva scopi religiosi, ma serviva per raccogliere nella piazza gli isolani quando venivano fatte comunicazioni ufficiali.

Casa Museo di Andrich ^

Prima di lasciare Torcello, l’ultima delle cose da vedere sull’isola, è la casa museo di Andrich. Si tratta di una casa immersa nella natura, che si affaccia sul territorio paludoso della palude della Rosa. Questo è un luogo unico, caratterizzato da uno scorcio suggestivo nel quale nella bella stagione si possono ammirare anche i fenicotteri.

Questa casa museo fu la residenza e il laboratorio di Clementina e Lucio Andrich, e al suo interno è possibile fare una visita guidata con il nipote di Lucio, Paolo Andrich, che espone a rotazione arazzi, sete, sculture, dipinti, vetri, mosaici e mobili creati dagli zii. Tutto intorno è presente un orto/giardino dalle importanti dimensioni: ben 11000 metri quadri.

Prima di lasciare Torcello, l’ultima delle cose da vedere sull’isola, è la casa museo di Andrich. Si tratta di una casa immersa nella natura, che si affaccia sul territorio paludoso della palude della Rosa. Questo è un luogo unico, caratterizzato da uno scorcio suggestivo nel quale nella bella stagione si possono ammirare anche i fenicotteri.

Casa Museo di Andrich sull'isola di Torcello a Venezia

Questa casa museo fu la residenza e il laboratorio di Clementina e Lucio Andrich, e al suo interno è possibile fare una visita guidata con il nipote di Lucio, Paolo Andrich, che espone a rotazione arazzi, sete, sculture, dipinti, vetri, mosaici e mobili creati dagli zii. Tutto intorno è presente un orto/giardino dalle importanti dimensioni: ben 11000 metri quadri.

Lucio Andrich ha vissuto in questa casa fino al 2003, anno della sua morte. Vi si trasferì con la moglie per dedicarsi interamente all’arte. Lucio fu docente di mosaico alla vicina Accademia delle Belle Arti, ma soprattutto fu un’artista. Faceva sculture, incisioni, dipinti, creazioni in vetro, mentre la moglie ricamava sulla seta le opere del marito. 

Mappa dell’itinerario di Torcello ^

Questa la mappa delle attrazioni da vedere a Torcello. Ovviamente sono tutte raggiungibili muovendosi a piedi tra una e l’altra e in poche decine di minuti si sarà percorso tutto l’itinerario. A questo tempo va aggiunto quello della visita delle singole attrazioni.

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Lorenzo Taccioli