Guida all’Abbazia di Novacella

Abbazia di Novacella in mezzo ai vigneti

L’abbazia di Novacella è stata una piacevole scoperta. Inserita tra le cose da vedere lungo la strada che congiunge Vipiteno a Bolzano ci giungiamo a pomeriggio inoltrato. Dopo aver lasciato la strada principale, a poca distanza da Bressanone, ci troviamo davanti il grande complesso che ci fa rendere conto della sua importanza.

Entrandovi scopriamo un vasto insieme di palazzi differenti, che formano quasi una piccola cittadina avvolta da mura e al cui interno vengono accolti religiosi e civili. Qui al sacro si unisce il profano, con la vendita di vini prodotti nei vigneti circostanti e che, negli anni, hanno maturato anche una certa fama. Oltre al vino scopriamo però spazi curati e suggestivi e una grande e ricca basilica attorno alla quale si muove la vita dell’abbazia di Novacella.

Abbazia di Novacella in mezzo ai vigneti

Dove si trova l’Abbazia di Novacella ^

L’abbazia di Novacella è anche conosciuta con il nome tedesco di Augustiner-Chorherrenstift Neustift e ciò dà già qualche informazione sul dove si trovi.

Siamo infatti in Trentino Alto Adige o, meglio, in Alto Adige, all’interno della grande provincia di Bolzano. Come suggerisce il nome l’abbazia si trova a Novacella, frazione del comune di Varna che dista appena cinque minuti in direzione nord da Bressanone e ad appena quaranta minuti dal confine austriaco.

Breve storia dell’Abbazia di Novacella ^

Oltre alla grande bellezza dell’abbazia di Novacella, ciò che la rende famosa è anche la sua storicità: venne infatti fondata nel 1142. Fu il vescovo Hartmann, appartenente alla diocesi di Bressanone, a volere la costruzione di questa struttura e ad appena un anno dalla sua fondazione riuscì a far riconoscere il convento e i suoi possedimenti dal papa Innocenzo II.

A pochi anni di distanza, nel 1190, l’abbazia fu vittima di un incendio che la distrusse completamente. In pochi anni venne rimessa in sesto e ricostruita, per poi essere nuovamente consacrata nel 1198. In quest’anno venne consacrata anche la cappella di San Michele o Castello dell’Angelo.
Successivamente la sua importanza crebbe a dismisura, e tra i secoli più floridi si possono annoverare il quattrocento e il cinquecento, quando la chiesa dell’abbazia venne dotata di ricchissimi decori e opere d’arte. In questo periodo furono creati anche diversi manoscritti dotati di belle miniature, che ancora oggi stupiscono i visitatori.
Il cinquecento però è anche il secolo che segnò un grosso stop allo sviluppo dell’abbazia di Novacella, anche a causa dell’occupazione e del saccheggiamento da parte dei contadini dei dintorni. E così da ben 30 canonici del 1510 si scese ad appena 6 nel giro di cinquant’anni.

Abbazia di Novacella - fondata nel 1142

Negli anni l’abbazia di Novacella venne ampliata e alcuni suoi edifici furono più volte ricostruiti fino al settecento, quando si arrivò a una conclusione dei lavori dopo aver fatto grossi lavori che portarono a un ulteriore ampliamento degli spazi, una trasforazione in stile barocco dell’agglomerato e l’aggiunta della nuova ala della biblioteca. Il secolo successivo a causa della soppressione degli ordini religiosi voluta da Napoleone, anche questa abbazia venne soppressa e i beni più preziosi venduti all’asta. Ciò accadde nel 1807, ma già nel 1816 venne ripristinata attraverso l’editto dell’imperatore Francesco I.

Le modeste condizioni economiche dell’ottocento proseguirono per diversi decenni, fino all’arrivo della seconda guerra mondiale quando l’abbazia venne utilizzata come magazzino militare e stamperia da parte dei tedeschi e fu colpita da bombardamenti che danneggiariono parte della chiesa, della sagrestia, della torre e della cappella delle grazie.

Appartenente alla congregazione lateranense austriaca dei canonici regolari di Sant’Agostino, i suoi monaci svolgono da circa mille anni l’attività di educazione dei ragazzi. Ancora oggi al suo interno sono presenti una scuola media e un collegio che accoglie per lo più studenti provenienti da Bressanone e dalle altre città vicine. Dal 1970 l’istruzione viene poi rivolta anche agli adulti, grazie all’apertura di un centro convegni sempre all’interno dell’abbazia.

L’abbazia di Novacella è sempre stata strategica per via della sua posizione: i pellegrini provenienti dal nord Europa che volevano giungere fino a Roma erano spesso costretti a fermarsi qui, dopo il duro attraversamente dei valichi alpini.

Cosa vedere nell’Abbazia di Novacella ^

La visita dell’abbazia di Novacella comincia già al suo esterno. Sorprende il contesto naturale in cui si trova, ai piedi della montagna e immersa nella natura. Intorno lunghi filari di vite contrastano con il loro verde gli edifici chiari che compangono tutto il complesso.

La visita all’interno si snoda poi tra numerosi e differenti edifici che danno vita quasi a una cittadella chiusa da mura e palazzi che delineano il perimetro. Ognuno di questi edifici è adibito a un particolare scopo e durante la visita tra le cose da vedere all’abbazia di Novacella si possono visitare quasi tutti.

I vari palazzi si alternano su corti, chiostri interni e giardini che regalano un clima di serenità e pace. In ultimo si giunge poi alla basilica e, proseguendo, al cimitero interno all’abbazia su cui si affaccia un’ulteriore e piccola chiesetta.

Ecco nel dettaglio cosa vedere durante la visita all’abbazia di Novacella.

La cappella di San Michele o Castello dell’Angelo ^

Subito agli inizi della visita dell’abbazia di Novacella non si può non notare la cappella di San Michele, nota anche come castello dell’Angelo. Questo è un edificio circolare su più livelli, che si espone verso l’esterno e che raggiungiamo dopo aver percorso il breve viale che ci porta fino all’interno di questo complesso.

La cappella di San Michele è anche uno degli edifici più antichi di tutta l’abbazia di Novacella e si presenta come una rotonda di epoca romanica, che nei secoli è stata solo in parte rimaneggiata aggiungendone il coronamento che ancora oggi è possibile vedere. Questo tipo di strutture erano molto frequenti lungo i percorsi dedicati ai pellegrini, perché si rifacevano sia ai grandi edifici romani, sia alla rotonda del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Nel suo genere rappresenta anche il più importante edificio di tutto il Tirolo.

Come cappella di San Michele venne consacrata nel 1198 dopo che la sua costruzione prese il via in seguito all’incendio del 1190. La sua posizione era vicina all’ospizio e già dagli inizi assunse la forma circolare e una struttura a due piani con la cappella del Salvatore al piano superiore. Solo nel 1326 venne titolata a San Michele, come è tutt’ora.

Il nome di castello dell’Angelo è dovuto alle sue sembianze che ricordano quelle di un castello anche grazie al successivo inserimento dell’edificio all’interno delle mura del complesso.

Dal cortile interno è possibile vedere l’ingresso alla cappella di San michele, grazie a una porta aperta su di una torretta nella quale si trova anche una statua e un paio di affreschi orami sbiaditi. Su tutto il perimietro si aprono poi una serie di bifore che illuminano gli spazi interni, mentre dal centro si solleva una torretta che funge anche da campanile della cappella.

La cantina dell’Abbazia ^

Sempre sul cortile interno su cui si affaccia la cappella di San Michele ci sono diversi altri edifici. Tra questi c’è la cantina dell’abbazia di Novacella.

L’edificio in cui è ospitata è aperto al pubblico e i tavolini all’aperto sono il chiaro segno che ci si può fermare qui per degustare un vino in loco, oltre che da asporto. Anticamente questa costruzione ospitava un mulino e il granaio dell’abbazia, ma è stato riconvertito per poter accogliere i turisti e i pellegrini che giungono fino a qui e si vogliono ristorare.

Cantina dell'Abbazia di Novacella

In realtà il nome di cantina è riduttivo, nonostante sia riportato sulla facciata all’ingresso dell’edificio. Al suo interno si possono infatti acquistare svariati prodotti che qui vengono creati. I vini sono senza dubbio i più famosi, ma si trovano anche grappa, succo di mela, succo di fiori di sambuco e la tisana di Neustift. Per chi volesse mangiare qualcosa vengono serviti altri piatti tipici tirolesi, come speck, salsicce affumicate, innumerevoli tipi di formaggio e pane tipico altoatesino.

Già dall’esterno della cantina dell’abbazia si può chiaramente vedere che questo spazio è stato ricavato sfruttando diversi edifici uniti tra loro e che oggi adempiono tutti allo stesso scopo ricettivo. La cantina è aperta tutti i giorni ad esclusione della domenica, dalle 10.00 alle 18.00.

Il chiostro e il Pozzo delle Meraviglie ^

Procedendo verso il cuore dell’abbazia di Novacella arriviamo al primo chiostro. Sui quattro lati è circondato da palazzi dalle diverse altezze e differenti usi, mentre al centro un giardino molto curato e qualche albero regalano un po’ di verde.

La particolarità di questo chiostro è però il suo pozzo delle Meraviglie: una struttura ottagonale costruita su di un bacino di marmo del 1508, che riporta ancora oggi delle incisioni sui fianchi. Dal bacino in marmo prende vita la struttura che risale al 1669. Lo stile è quello barocco e sulle lunette che girano tutto intorno alla struttura sono rappresentate le sette meraviglie del mondo e, nell’ottava, il monastero. Da qui deriva il nome di Pozzo delle Meraviglie.

La biblioteca dell’Abbazia di Novacella ^

Su questo chiostro si affaccia anche la biblioteca dell’Abbazia di Novacella. L’edificio è facilmente riconoscibile per via della folta vegetazione che vi crece al di sopra e che decora tutta la facciata orientata verso il chiostro. L’altro lato dell’edificio si trova invece in direzione della cantina del’abbazia.

Internamente la biblioteca è un ampio spazio sgombero decorato con stucchi eleganti e rappresenta ancora oggi una delle più belle sale secolari del XVIII secolo dell’Alto Adige. Qui si può vedere anche il passaggio dal rococò al classicismo e fin dalla sua creazione ha rappresentato una delle sale bibliotecarie più imponenti di tutto il Tirolo e la biblioteca monastica tirolese più rifornita.

All’interno della biblioteca dell’abbazia di Novacella, aperta alla visita del pubblico, si trovano ben ventimila volumi nella sala principale, disposti su 42 librerie in saggio sapientemente intagliato. Alla sala centrale della biblioteca sono affiancate due stanze laterali in cui si trovano ulteriori settantacinquemila volumi. Tra i libri più preziosi qui conservati ci sono svariati manoscritti medievali che trattano materie differenti. La maggior parte di questi risalgono al quattrocento, quando vennero scritti a mano dimostrando la cultura che già in quel secolo si respirava all’interno dell’abbazia.

La Basilica di Santa Maria Assunta ^

La basilica di Santa Maria Assunta dell’abbazia di Novacella risale alla ricostruzione del 1190 di questo complesso. Già allora la chiesa prevedeva una pianta a tre navate ed era dotata di un grande campanile ben visibile anche in lontananza che venne completato nel 1218. Al primo piano della torre campanaria è presente una cappella dedicata ai santi Tomaso di Canterbury e Agostino.

Durante la revisione dell’aspetto della basilica di Santa Maria Assunta, avvenuto tra il 1735 e il 1744, la chiesa prende la forma attuale, in stile barocco. I colori delle decorazioni sono svariati e allegri e la chiesa è inondata da luce naturale. I ricchi stucchi sono accompagnati da numerosi affreschi che rappresentano la venerazione verso la Madonna, ma anche la vita e le opere compiute da Sant’Agostino (il padre dell’ordine dell’abbazia), e scene di vita di altri canonici. Il filo comune di queste decorazioni rimane comunque l’allegria, la sensazione di positività e serenità che si può cogliere da ogni dettaglio e la grande abbondanza di elementi e colori.

Di particolare interesse è la cappella delle Grazie (Gnadenkapelle). Questa fu aggiunta nel XV secolo alla navata settentrionale e venne realizzata in stile gotico e la sacrestia con soffitto ornato da medaglioni rappresentanti i 4 padri fondatori della chiesa e i 4 evangelisti. Alla fine del seicento venne completamente ridisegnata da Johann e Simon Delai, durante la revisione del complesso in stile barocco. Nonostante i gravi danni riportati durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale e grazie al restauro degli anni cinquanta, è possibile vedere ancora oggi i ricchi decori in stucco e gli affreschi di Kaspar Waldmann e Aegid Schor.

Di particolare impatto è la torre campanaria della basilica di Santa Maria Assunta, nel quale si trova anche l’ingresso principale alla chiesa. Sulla sua sommità coppie di bifore illuminano la cella campanaria e, al di sotto, un grande orologio con una doppia fila di numeri romani e un affresco rappresentante la Madonna.

Davanti alla basilica è presente il convitto. Al suo interno trovavano posto ben 90 ragazzi che nei secoli venivano istruiti dai monaci. Da quando nel 1971 le attività scolastiche dell’abbazia terminarono a causa della mancanza di insegnanti, qui venne insediata una filiale della scuola secondaria statale che ancora oggi è in funzione.

La chiesa di Santa Margherita ^

Oltre alla basilica di Santa Maria Assunta si trova il piccolo cimitero della basilica e un’altra chiesetta che vi si affaccia sopra. Si tratta della chiesa di Santa Margherita, menzionata una prima volta già nel 1293 e utilizzata come chiesa parrocchiale da metà del XV secolo. Fu proprio nel 1455 che questa chiesa venne consacrata dal vescovo di Bressanone Nikolaus Cusanus.

Chiesa di Santa Margherita e cimitero - Abbazia di Novacella

Nei secoli questa chiesa venne rivista e, ad esempio, il campanile che ancora oggi si può vedere alla sua sinistra venne eretto nel 1687 durante un ampliamento della chiesa stessa.

Il crescente numero di abitanti della frazione di Novacella ha fatto sì che la chiesa di Santa Margherita divenisse nuovamente la chiesa parrocchiale della cittadina a partire dalla metà del secolo scorso.

Nel cimitero, proprio davanti alla chiesa vengono sepolti i canonici che qui hanno prestato servizio, mentre una parte più ampia funge da cimitero per la cittadinanza.

Il chiostro interno ^

Porticati del chiostro dell'Abbazia di Novacella con affreschi e bassorilievi

Tornando sui nostri passi raggiungiamo il chiostro interno dell’abbazia di Novacella. Al contrario del primo chiostro questo ha dimensioni decisamente più contenute e i suoi quattro lati sono scanditi da suggestivi porticati con volte e bassorilievi alle pareti e alcuni affreschi di cui si notano ancora le tracce.

Il chiostro interno dell’abbazia di Novacella è uno dei chiostri medievali più importanti di tutto il Tirolo e conta un totale di 19 arcate. Le figure rappresentate sotto i suoi archi ritraggono santi, alcune scene delle loro vite e motivi biblici. Sotto al terzo porticato (al centro del lato occidentale) è presente l’affresco più famoso in cui è rappresentata la parabola del ricco Prasser.

Come nel chiostro adiacente, anche questo è decorato da un bel verde curato. Al centro infatti si trova un piccolo giardino con una fontana dalla quale si innalza la statua bronzea che ritrae il vescovo Hartmann, fondatore dell’abbazia di Novacella.

Il museo ^

Vicino al chiostro interno sono presenti anche le sale del museo dell’abbazia. Al suo interno si trovano i tesori del monastero, come numerosi dipinti su tavola, altari risalenti al tardo medioevo (quattrocento e cinquecento) e manoscritti riccamente decorati con miniature, creati proprio nelle sale dell’abbazia.

Il giardino storico ^

Un intero lato dell’abbazia di Novacella è chiuso dal giardino storico, che si sviluppa all’interno delle mura che racchiudono questo grande spazio verde e lo collegano alle altre strutture. Il suo scopo era sia quello di fornire furtta, verdura, erbe medicinali e fiori agli abati, sia quello di rappresentare un luogo d’incontro e ristoro spirituale.

Nonostante durante i secoli le sue condizioni divennero un po’ malandate, il giardino storico è stato recentemente restaurato seguendo il modello storico, e riaperto ai visitatori. Al suo interno ci sono anche alcune vecchie piante, come un albero di sequoia  o gli alberi di ginkgo biloba di età secolare. Tra questi trova posto il giardino barocco, ampiamente decorato per mezzo di fontane e aiuole fiorite.

Come in ogni monastero, all’interno dei giardino storico, è presente anche il giardino delle erbe dove è possibile vedere oltre 75 differenti varietà di piante, come l’iperico (anticamente impiegata contro la depressione), la citronella, la salvia, il timo, il tabacco e tante altre.

Nel giardino storico dell’abbazia di Novacella era presente anche uno specchio d’acqua in cui venivano allevati i pesci che sarebbero poi stati consumati dai canonici. Era presente addirittura un piccolo padiglione adibito a pescheria dove furono rappresentate alcune scene della vita di Sant’Agostino.

I vigneti ^

L’abbazia di Novacella fin dalla sua fondazione è stata dotata di svariati terreni e fattorie. In parte questi avvolgono ancora oggi l’abbazia e sono tuttora utilizzati come vigneti per produrre il vino.

Molto suggestivo è prendere la stradina che parte dal parcheggio del monastero e sale il pendio della montagna, dove i vigneti arrivano a un’altitudine di circa 900 metri. Questi sono coltivati e permettono di produrre sette differenti vini bianchi: il Sylvaner, il Muller-Thurgau, il Kerner, il Gruner Veltliner, il Pinot Grigio, il Riesling e il Gewurztraminer.
Ognuno di questi vini è caratterizzato da note fruttate e una vivace acidità.

Immagini dell’Abbazia di Novacella ^

Ecco alcune suggestive immagini dell’abbazia di Novacella e del contesto naturale in cui è immersa.

Castello dell'Angelo dell'Abbazia di Novacella

I vini dell’Abbazia di Novacella ^

La storia dell’abbazia di Novacella si fonde con quella dei suoi vini. Si dice infatti che la sua cantina sia tra le più antiche del mondo ad essere ancora in attività. Già agli inizi della sua costruzione era dotata di diversi vitigni e, durante i secoli, aumentò i suoi possedimenti fino ad arrivare ai giorni nostri. Come si può facilmente osservare alcuni di questi si trovano proprio intorno all’abbazia, ad un’altitudine che varia dai 600 ai 900 metri sul livello del mare.

Nonostante agli inizi dell’ottocento il monastero perse una parte dei suoi vitigni, i contadini della zona sono ancora usuali consegnargli l’uva per la produzione del vino che nei decenni ha maturato qualità eccellenti.

I vini prodotti si contraddistiungono per l’alta qualità, che viene preferita alla quantità. Ciò permette loro di conservare bene le caratteristiche nel tempo, dando celebrità alla cantina. Sono due le linee che vengono prodotte, una classica contraddistinta da vini freschi e fruttati e la linea Praepositus caratterizzata da un’ulteriore maggiore qualità che gli permette di invecchiare oltre i dieci anni. Questi vengono prodotti selezionando aree particolarmente vocate, con una particolare escursione termica e selezionando le viti di una particolare età.

Alcuni dei vini prodotti all’abbazia di Novacella sono il Muller Thurgau, il Sylvaner, il Gruner Veltliner, il Kerner, il Pinot Grigio, lo Sauvignon, il Gewurztraminer, il Riesling, il Pinot Nero, il Lagrein Riserva, il Moscato Rosa e il Kerner Passito. Tutti sono acquistabili alla cantina dell’abbazia.

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Guida all'Abbazia di NovacellaAlla scoperta dell'Abbazia di Novacella. Tutte le informazioni sulla sua storia, su cosa vedere e sui vini prodotti nel monastero agostinianohttps://www.lorenzotaccioli.it/guida-abbazia-di-novacella/
Lorenzo Taccioli