Guida alla Giudecca di Venezia

Chiesa delle Zitelle vista da Dorsoduro - Cosa vedere alla Giudecca

Sebbene non sia collegato via terra agli altri sestieri di Venezia, la città non si può dire completa se non si considera anche la Giudecca

Raggiungibile solo via mare e non particolarmente ricca di attrazioni iconiche, questa è una delle zone meno invase dai turisti e può quindi essere visitata con calma. Qui vivono molti veneziani che fuggono dai turisti e si possono trovare alberghi a costi più contenuti. Ciò permette anche di respirare un’aria più autentica della vera Venezia.

Originariamente la Giudecca era nota come “Spinalonga”, per via della sua forma allungata ed era ricchissima di orti e giardini.
Vale la pena dedicargli una mezza giornata se avete tempo a sufficienza e volete godervi in tranquillità una zona di Venezia meno conosciuta e meno frenetica. Imperdibile è anche la sua isola più orientale, che ospita la chiesa di San Giorgio Maggiore, ben visibile anche da piazza San Marco.

Isola della Giudecca a Venezia

Dove si trova la Giudecca di Venezia ^

La Giudecca è l’isola dalla forma allungata che sorge a sud di tutto il centro storico e che si sviluppa davanti al sestiere di Dorsoduro, di cui fa parte amministrativamente parlando. Il canale che la divide dal centro prende proprio il nome di canale della Giudecca.

Isola di San Giorgio Maggiore al Tramonto - Giudecca

La Giudecca è ben visibile da vari punti della città, ma uno scorcio davvero suggestivo è quello che si può ammirare da piazza San Marco. Al tramonto lo sciabordio delle onde che fa sussultare le gondole attraccate ai moli ha come sfondo l’isoletta su cui sorge San Giorgio Maggiore.

Come arrivare alla Giudecca ^

Per arrivare alla Giudecca è necessario per forza di cose muoversi via mare. Se si utilizza il trasporto pubblico è possibile prendere la linea 2 o la linea 5.1 del vaporetto. A titolo esemplificativo queste richiederanno circa una mezzora di percorrenza se si parte dalla stazione di Santa Lucia o circa 5 minuti se si parte dai pressi di piazza San Marco.

Ovviamente, oltre questa possibilità, si aggiungono i numerosi servizi di trasporto privato all’interno della laguna.

Cosa vedere alla Giudecca di Venezia ^

La Giudecca di Venezia ha alcune grandi attrazioni abbastanza conosciute, prima tra tutte la basilica di San Giorgio Maggiore che occupa un’intera isoletta. La visita alla Giudecca è però consigliata anche per evadere una mezza giornata dall’intenso traffico di turisti che affollano solitamente il centro storico di Venezia. Il dover prendere i mezzi per raggiungere questa zona dove le attrazioni sono meno concentrate scoraggia molti turisti.

Durante la passeggiata sulla lunga isola della Giudecca mi è capitato di imbattermi in diverse scene di vita quotidiana, tra cui alcuni pescatori intenti a riparare le loro reti sotto il sole della mattina. Le calli qui non sono conservate bene quanto nel centro storico, ma danno un’altra visuale di questa bellissima città che, se si ha tempo, vale la pena esplorare.

Se siete poi appassionati di fotografia non ci si può perdere una visita alla Casa dei Tre Oci e alle sue interessanti mostre fotografiche.

Ecco cosa vedere nell’itinerario alla scoperta della Giudecca di Venezia.

Basilica di San Giorgio Maggiore ^

Chi è stato a Venezia e più precisamente in piazza San Marco è impossibile non abbia notato la Basilica di San Giorgio Maggiore. Nonostante la sua visuale migliore la si abbia da un altro sestiere o dal bacino di San Marco, la basilica di San Giorgio Maggiore appartiene alla Giudecca di Venezia e, più precisamente, si trova su di un piccolo isolotto separato dal resto della Giudecca e si affaccia proprio sul bacino che divide la Giudecca da piazza San Marco. L’isolotto su cui si trova ha preso il nome di isola di San Giorgio Maggiore.

Isola di San Giorgio Maggiore e Basilica di San Giorgio Maggiore

Questa grande basilica rappresenta la chiesa del monastero di San Giorgio Maggiore, a cui è integrata e venne progettata da Andrea Palladio. Nonostante qui fosse già presente una chiesa già nell’VIII secolo, fu nel 982 che venne fondato il monastero di San Giorgio Maggiore da parte di un monaco benedettino che ricevette in dono l’isola da parte del doge.

Le opere di costruzione della chiesa cominciarono nel 1566 per poi concludersi nel 1610, successivamente alla morte del Palladio che si occupò del progetto dell’intera basilica. Più recente è invece il campanile, sul quale è possibile salire per avere una bella visuale su piazza San Marco e su tutta Venezia grazie ai suoi 75 metri di altezza. Questo venne costruito nel 1791 e sostituì quello quattrocentesco crollato qualche anno prima.

In realtà il primo intervento del Palladio su questo sito fu del 1560 e riguardò il refettorio del monastero, quando in tre anni portò a termine in un edificio rimasto incompiuto. A distanza di poco progettò la chiesa, in continuità con il refettorio e, potendo accedere a fondi sostanziosi, riuscì a progettare la maestosa basilica che ancora oggi possiamo vedere.

La facciata, terminata nel 1610 da Vincenzo Scamozzi, si distacca dal progetto originario del Palladio ed è caratterizzata da un grande portale di accesso stretto tra quattro alte colonne che reggono un grande timpano triangolare. Nella facciata si trovano anche le statue di San Giorgio e Santo Stefano. Internamente la chiesa ha una pianta a croce che per l’epoca si distaccava dal classicismo della pianta centrale, a cui si aggiungono le navate laterali e un ampio coro. Al centro della chiesa si trova la grande cupola. La ricchezza della basilica di San Giorgio Maggiore è testimoniata infine dalle opere d’arte conservate al suo interno, come alcuni grandi dipinti del Tintoretto o il grande organo a canne della metà del settecento.

Chi volesse visitare la basilica di San Giorgio Maggiore deve sapere che è possibile raggiungerla esclusivamente via mare, con barche private oppure con il servizio di vaporetti che la collega alla vicina piazza San Marco e al resto della Giudecca.

Chiesa delle Zitelle ^

Chiesa delle Zitelle vista da Dorsoduro - Cosa vedere alla Giudecca

Alla Giudecca si trova anche la chiesa di Santa Maria della Presentazione, nota più semplicemente come Chiesa delle Zitelle. Il suo ingresso è direttamente affacciato sul canale e dietro di se nasconde un imponente cupola che si può vedere solo dall’altra sponda del canale o dai vaporetti. Il nome di Chiesa delle Zitelle va ricondotto alle sue origini, quando inglobò un vecchio ospizio che ospitava giovani donne senza alcuna dote.

Alla Giudecca si trova anche la chiesa di Santa Maria della Presentazione, nota più semplicemente come Chiesa delle Zitelle. Il suo ingresso è direttamente affacciato sul canale e dietro di se nasconde un imponente cupola che si può vedere solo dall’altra sponda del canale o dai vaporetti. Il nome di Chiesa delle Zitelle va ricondotto alle sue origini, quando inglobò un vecchio ospizio che ospitava giovani donne senza alcuna dote.

La chiesa delle Zitelle nacque proprio con la missione di assistere le ragazze povere che, nonostante fossero in età di matrimonio, non avendo alcuna dote finivano spesso con il prostituirsi. Qui invece venivano svolti laboratori e lezioni in cui queste potevano imparare l’arte del cucito e del merletto.

La chiesa di Santa Maria della Presentazione risale alla seconda metà del cinquecento e nel 1588 venne consacrata. Questo getta qualche dubbio sul fatto che il progetto sia riconducibile al Palladio (morto nel 1580), come alcuni sostengono. La struttura ha una pianta a forma di ferro di cavallo e gli spazi destinati all’ospizio avvolgono la chiesa e conservano un cortile dietro al suo abside. La chiesa delle Zitelle risulta quindi incastonata nell’ospizio ed è caratterizzata da un progetto a due ordini. Al piano più basso si trova il portone incorniciato da due lesene e un piccolo timpano. Ai lati due alte monofore illuminano parte degli interni.

Facciata della Chiesa delle Zitelle alla Giudecca

A conferire la maggiore parte della luce è però senza dubbio il grande termale posto al piano superiore: una trifora a forma di mezzaluna posta al di sotto del grande timpano che chiude la facciata. Lateralmente si innalzano simmetriche due piccole torri campanarie chiuse da lanterne, che richiamano la grande lanterna posta al di sopra della cupola.
Gli spazi interni sono ad aula unica con un grande spazio centrale posto al di sotto della cupola. Qui si trovano anche quattro piccoli cori a cui si accede direttamente attraverso l’ospizio, a rimarcare la stretta correlazione tra la chiesa e lo spazio circostante. Tra i vari dipinti che si possono ammirare dentro la chiesa delle Zitelle si trovano le opere di Jacopo Palma il Giovane, di Antonio Vassillachi e di Francesco Bassano con il dipinto Presentazione della Vergine al Tempio.

Casa dei Tre Oci ^

Tra le facciate dei palazzi più particolari che si possono vedere sul canale della Giudecca, non si può non nominare la Casa dei Tre Oci, conosciuta anche come casa di Maria. Più o meno situata davanti alla fondamenta delle Zitelle, dove si può arrivare in vaporetto, è un edificio del XX secolo che ha visto tra i suoi ospiti importanti personalità.

La Casa dei Tre Oci deve il suo nome alle tre grandi finestre poste al primo piano, che il pittore Mario de Maria volle far inserire nella facciata del palazzo, quando lo concepì come sua dimora tra il 1912 e il 1913.
Guardando attentamente la facciata della Casa dei Tre Oci si potrà notare che sopra ai tre finestroni principali si trova un’ulteriore piccola bifora. Il significato che Mario de Maria volle dare a queste aperture è tragico: mentre le tre finestre principali simboleggiano l’artista stesso, la moglie e il figlio Astolfo, la bifora più piccola è il ricordo di Silvia, la figlia defunta pochi anni prima.

Lo stile della Casa dei Tre Oci è il neogotico di inizio novecento, con un richiamo alle case-fondaco veneziane. Come si evince anche dall’esterno, il primo piano è quello principale, dove si concentrano gli spazi più ampi di tutto l’edificio.

Nella Casa dei Tre Oci si è sempre respirato arte, infatti dopo al pittore furono diverse le personalità dell’arte che vi soggiornarono, tra cui anche l’architetto Renzo Piano. Oggi invece è uno spazio destinato ad eventi e mostre legate all’arte del secolo scorso, principalmente in ambito fotografico, e per la maggior parte attualmente curate da Denis Curti. Al suo interno si trovano infatti il Fondo Fotografico De Maria e il Fondo Italo Zannier (primo docente italiano di Storia delle Fotografia, che detiene oltre 1700 scatti realizzati a partire dalla nascita della fotografia nell’ottocento).

Casa dei Tre Oci a Venezia

Villa Heriot ^

Posta sull’altra sponda della stretta isola della Giudecca visitiamo infine Villa Heriot, conosciuta anche come Villa Herriot. Da qui si possono vedere le isole degli Armeni, San Servolo, Le Grazie e anche il Lido di Venezia. Questa bella villa risale al secolo scorso, periodo nel quale molti ricchi stranieri rimangono estasiati dalla bellezza della città lagunare e decidono di comprarci una seconda casa. Ovviamente buona parte del territorio di Venezia è già edificato e, spesso, per fare spazio alle proprie ville è necessario distruggere quanto vi ci si trovava prima.

Nel caso di Villa Heriot, appartenuta al francese Hériot, si rese necessario abbattere una ex saponeria. La particolarità di questo edificio, di cui è visitabile solo il giardino di ben duemila metri quadri, è dato dalle strutture della villa ampiamente decorate con formelle, patere e colonnine oltre che con decori che richiamano l’epoca bizantina. Sul parco si trovano la villa padronale, la foresteria, la cavana (un ricovero coperto per le imbarcazioni) e l’abitazione della servitù. Il corpo principale è dotato di un portico che si sviluppa sui quattro lati.

Per un periodo Villa Heriot divenne una scuola pubblica, come deciso dalla vedova di Hériot nel 1947. Qui si insediò la scuola elementare Carlo Goldoni che, nei decenni, lasciò spazio alla sede della Società Europea della Cultura dell’Università Internazionale dell’Arte, che condivide lo spazio con la Casa della Memoria del Novecento Veneziano.

Chiesa del Redentore ^

Tra le cose da vedere alla Giudecca di Venezia c’è un’altra importante chiesa. Si tratta della chiesa votiva del Santissimo Redentore, nota semplicemente come chiesa del Redentore. Anche questa venne progettata da Andrea Palladio nella seconda metà del cinquecento, successivamente al progetto della basilica di San Giorgio Maggiore, ma mentre i lavori di costruzione erano ancora in corso.

La costruzione della chiesa del Redentore è dovuta alla peste che scoppiò in città nel 1575 e che provocò numerosissimi morti (circa un terzo della popolazione veneziana). Non sapendo come intervenire per risolvere la situazione, il governo cittadino si rivolge alla religione e come voto inizia la costruzione di questa chiesa nel 1577. A distanza di circa tre mesi la peste venne sconfitta e per festeggiare venne creato un ponte di barche che da Venezia portava fino all’isola della Giudecca, evento che viene riproposto ogni anno, la terza domenica di luglio, nella celebrazione nota come festa del Redentore.

La facciata della chiesa del Redentore si presenta in marmo bianco con uno stile classico che si ritrova nei quattro timpani triangolari sormontati da un attico che crea un piacevole gioco di geometrie. Le profondità sono rese attraverso un sapiente gioco di lesene e lunette dotate di statue. Anche il portale di ingresso è sormontato da un timpano sostenuto da due colonne che si affiancano a un’altra doppia coppia di colonne laterali. Tra queste ultime trovano posto due nicchie che ospitano le statue di San Marco e di San Francesco d’Assisi.

Gli spazi chiari degli interni della chiesa del Redentore sono organizzati su di un’unica navata sulla quale si affacciano grandi cappelle laterali. Molto suggestiva è la luce naturale che illumina questi spazi a cui viene lasciato il compito di sottolineare le decorazioni e i grandi volumi della chiesa. Gli spazi sono poi ‘arredati’ con grandi opere d’arte, tra cui dipinti di Jacopo Tintoretto, Paolo Veronese, Francesco Bassano ed altri grandi nomi.

Chiesa di Sant’Eufemia ^

Procedendo verso ovest sempre sulla sponda che si affaccia verso Dorsoduro, raggiungiamo un’altra chiesa, la chiesa di Sant’Eufemia. Questa è una delle chiese più antiche della Giudecca, risale infatti al IX secolo e venne eretta in stile veneto-bizantino. 

Verso il mare si trova una fiancata della chiesa, mentre la facciata dà su di un canale interno. Quest’ultima venne rifatta nel settecento, così come gli interni in cui sono stati applicati stucchi come decorazioni. La fiancata invece è composta di un portico con colonne doriche recuperate sul finire del cinquecento da una vicina chiesa. Al suo interno sono presenti alcune opere antiche, come l’immagine di Santo Vescovo e la lunetta con la Crocifissione e donatori del XIV secolo.

Internamente gli spazi sono divisi su tre navate scandite da colonne con capitelli che portano lo sguardo al soffitto dove, tra le altre decorazioni, si trovano anche alcuni affreschi che narrano la vita di Sant’Eufemia. Dentro la chiesa di Sant’Eufemia si trova la cappella di Sant’Anna con custodito il corpo della beata Giuliana di Collalto, la badessa del monastero dei Santi Biagio e Cataldo durante il XIII secolo.

Molino Stucky ^

Un’altra delle cose da non perdere alla Giudecca di Venezia è il grande complesso del Molino Stucky, posto all’estremità occidentale visitabile di tutta l’isola che si snoda lungo il canale della Giudecca.

Il Molino Stucky è facilmente riconoscibile a distanza, per via delle sue imponenti e insolite dimensioni e dei suoi mattoni che gli conferiscono un aspetto decisamente particolare. Il complesso porta il nome di Giovanni Stucky, l’imprenditore svizzero che ne volle la ricostruzione a fine dell’ottocento. Il Molino Stucky nacque però verso metà ottocento con l’intento di sfruttare la corrente del canale della Giudecca per trasportare fino a qui il grano che sarebbe poi stato utilizzato sull’isola stessa per trasformarlo in farina. Una volta entrato a regime il mulino era in grado di lavorare duemila e cinquecento chili di farina al giorno e impiegare ben millecinquecento operai.

A curare il progetto che portò all’attuale edificio in stile neogotico insolitamente applicato ad un complesso industriale venne chiamato l’architetto Ernst Wullekopf. Nel 1895 l’intero edificio venne rivisto, con un ampliamento della zona dedicata al mulino e la suddivisione dell’intera industria in due parti: una a sviluppo verticale che ospitava sia il mulino, che i magazzini, che i silos e gli uffici, mentre l’altra metà si sviluppa in orizzontale e ospitava il pastificio.

Inizialmente gli affari andavano a gonfie vele, ma intorno al 1910 iniziò un lento declino che portò alla chiusura del molino Stucky nel 1955. Dopo diversi decenni di abbandono e incuria, venne recuperato nel 1994 da una società del gruppo immobiliare Acqua Marcia. In accordo con la sovraintendenza delle belle arti venne attuato una delle più grandi ristrutturazioni conservative di tutto il continente su di un edificio industriale e agli inizi del nostro secolo la società strinse un accordo con gli alberghi Hilton, che vollero farci all’interno un residence, un albergo e un centro congressi ancora funzionanti.

Chi volesse visitare il molino Stucky può camminare liberamente tra i suoi cortili interni o scegliere di fare un aperitivo sulla sua terrazza con una bellissima vista sulla città di Venezia.

Ex Convento dei Santi Cosma e Damiano ^

Pescatori che tessono le reti alla Giudecca

Riprendiamo la nostra visita della Giudecca percorrendo questa stretta isola verso est. Attraversiamo i ponti che collegano tra loro le varie sezioni di questa lingua di terra e passando per quartieri più residenziali, dove troviamo dei pescatori intenti a cucire le loro reti, arriviamo fino all’ex convento dei Santi Cosma e Damiano.

Collegato alla chiesa, si tratta di un ex convento benedettino fondato nel 1481. La sua erezione cominciò proprio dal convento, ovvero la parte più antica, mentre la chiesa venne aggiunta nella seconda metà del secolo successivo. In questo terreno si trovava prima una grande casa con un orto e un pozzo, che vennero donati alla prima badessa da parte di una vedova che avrebbe ricevuto in visione dal Signore questa missione.

All’interno dell’ex convento dei Santi Cosma e Damiano si trovavano all’incirca 75 monache, che vivevano in stretta osservanza delle regole benedettine. Al convento accedevano per lo più nobili donne veneziane, che portavano ingenti ricchezze come doti al convento. Tutta questa ricchezza permise alla struttura di ampliarsi e di acquisire anche importanti opere d’arte, che purtroppo andarono per lo più disperse con la caduta della Repubblica della Serenissima. In quel momento anche il convento venne praticamente abbandonato e andò incontro a un destino di disfacimento.
Il comune di Venezia ne divenne proprietario e durante l’ottocento lo utilizzò come caserma, come testimoniato da una scritta apposta ancora oggi sopra il civico 623/A.

Cortile Ex Convento dei Santi Cosma e Damiano - Giudecca di Venezia

Solo a metà degli anni novanta del novecento il comune di Venezia rivide la destinazione d’uso dell’ex convento dei Santi Cosma e Damiano. Oggi qui si trovano ben 24 appartamenti di residenza pubblica, 12 laboratori per artisti e artigiani e le sedi di spazi culturali, come il Centro Teatrale di Ricerca, la fondazione Archivio Luigi Nono e gli studi di 8 artisti borsisti della Fondazione Bevilacqua La Masa.

Chi vuole può visitare il chiostro di questo ex convento, anche per ammirare gli artigiani all’opera o per acquistare qualche pezzo da portarsi a casa come ricordo. I laboratori si trovano lungo tutto il perimetro del chiostro, affacciati direttamente sui porticati definiti dagli archi regolari con le colonnine in marmo bianco. Al centro del cortile si trova ancora oggi l’antico pozzo, risalente alla prima casa che qui si trovava prima del convento.

Mappa dell’itinerario alla scoperta della Giudecca di Venezia ^

Ecco la mappa con segnalato l’itinerario lungo la Giudecca. Una bella passeggiata che si snoda da uno dei pontili in cui si arriva con il vaporetto e che percorre tutta l’isola. Se si vuole visitare anche San Giorgio Maggiore è necessario prendere due volte il vaporetto, perché l’isola non è collegata con ponti al resto della Giudecca.

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Guida alla Giudecca di VeneziaAlla scoperta della Giudecca di Venezia. Leggi l'itinerario con la mappa, fotografie e descrizioni delle attrazioni da vedere.https://www.lorenzotaccioli.it/guida-alla-giudecca-venezia-cosa-vedere/
Lorenzo Taccioli