Il sestiere Castello di Venezia è il più grande e deve il suo nome al castello che venne qui costruito durante il periodo romano. La posizione in cui venne eretto era strategica, perché rappresenta la parte più orientale della città posta verso la laguna. Ciò permetteva di proteggere il castello dagli attacchi via terra e di monitorare la situazione via mare.
A testimonianza del passato della città rimane il grande complesso dell’Arsenale, un enorme cantiere navale che durante le mostre della biennale viene in parte aperto al pubblico. Il resto del quartiere raccoglie case e una vita più tranquilla per gli abitanti, isolati dal turismo di massa.
Dove si trova il sestiere Castello
Come arrivare al sestiere Castello
Cosa vedere nel sestiere Castello di Venezia
Chiesa di Santa Maria Formosa
Libreria Acqua Alta
Chiesa di San Zaccaria
Arsenale di Venezia
Giardino delle Vergini
Giardini di Garibaldi
Canale di San Pietro
Basilica di San Pietro di Castello
Mappa di cosa vedere nel sestiere Castello
Il sestiere castello è quello più orientale della città collegato alla terra ferma. Davanti si trovano diverse isole, come La Certosa e Le Vignole. Questa parte di Venezia è anche una delle più verdi, grazie ai grandi giardini della Biennale e altri sparsi lungo tutto il quartiere.
Essendo ai margini del centro più turistico della città, si tratta di una zona abbastanza abitata dai veneziani, così come Cannaregio e la Giudecca e per questo è frequente, visitandola, imbattersi in scorci di vita quotidiana o in panni stesi al sole ad asciugare nei campi (piazze) che si fanno via via più grandi.
Arrivare al sestiere Castello è molto facile, basta procedere da San Marco verso est. Il quartiere infatti avvolge quasi totalmente il sestiere San Marco, occupando tutto il confine ad est e buona parte di quello settentrionale.
Se si desidera giungere a piedi al sestiere Castello dalla stazione dei treni è necessario camminare almeno mezzoretta, che diventano tre quarti d’ora se si vuole giungere l’arsenale.
Con il vaporetto, invece, è possibile prendere le linee 1, 5.1 e 5.2, che richiederanno più o meno lo stesso tempo ma in combinazione con una passeggiata di un quarto d’ora o venti minuti, a seconda di dove si vuole arrivare.
Come detto, la bellezza del sestiere Castello, non è solo nei suoi monumenti, alcuni dei quali rappresentano Venezia nell’immaginario comune (come il suo Arsenale). Molto piacevole è infatti passeggiare per un sestiere in cui il numero di turisti si dirada sensibilmente e in cui gli spazi si fanno via via più ampi. Questo lo si percepisce sia nelle calli che nei campi (con i panni stesi al sole), che hanno dimensioni veramente smisurate se confrontate con quelle del vicino quartiere di San Marco.
Se siete in città per la Biennale di Venezia sicuramente raggiungerete questo sestiere, perché la maggior parte degli eventi ha sede qui, nell’arsenale e nei giardini limitrofi. Se invece non è attiva la Biennale alcuni spazi non saranno visitabili, ma vale comunque la pena prendersi qualche ora per visitare i suoi scorci.
Ecco cosa vedere nel sestiere Castello.
Partendo dal sestiere San Marco il primo monumento che incontriamo è la chiesa di Santa Maria Formosa o chiesa della Purificazione di Maria. Questa storica chiesa si affaccia sul campo Santa Maria Formosa, che è uno dei più grandi contenuti all’interno del centro storico e, a tutti gli effetti, è una piccola isoletta di terra racchiusa tra diversi rii.
Le origini della chiesa di Santa Maria Formosa sono piuttosto antiche. Venne infatti costruita nel 639 sulla base di un’apparizione della Madonna che indicò in questo luogo quello ideale in cui costruire la chiesa. Il nome di Santa Maria Formosa lo si deve al fatto che la struttura della chiesa ricorderebbe lontanamente la forma della Madonna che apparve a San Magno di Oderzo.
Negli anni la chiesa venne rivista più volte, una prima nell’864 e una seconda volta nel 1106. Dopo pochi secoli cadde però in disuso e fu necessario ricostruirla nel 1492 sul progetto di Mauro Codussi. La ricostruzione terminò svariati decenni dopo e la chiesa venne dotata di due facciate: quella sul campo in stile barocco, terminata nel 1604 e quella classica, sul rio, terminata nel 1542. Un grosso terremoto nel seicento danneggiò la struttura, prontamente ripristinata con i fondi del mercante Turin Tonon, che in cambio richiese la costruzione di due grandi monumenti funebri al suo interno, che rimasero qui fino all’ottocento. L’assetto attuale della chiesa di Santa Maria Formosa di Venezia è però dovuto a un’ultima ristrutturazione, operata in seguito al bombardamento che la colpì nella prima guerra mondiale.
Internamente gli spazi sono suddivisi su una pianta a croce greca, con tre navate e il presbiterio affiancato a due cappelle minori su ogni lato e due maggiori sui fianchi delle navate laterali.
Il campanile barocco che accompagna la chiesa venne terminato nel 1688. Sulla sommità è presente la cella campanaria dotata di finestre con balaustre e, al di sopra, è presente un ulteriore tamburo a pianta ottagonale. Sulla sommità si trovano infine le statue di alcuni cherubini che sostengono la croce.
Da non perdere all’interno del sestiere Castello di Venezia è una visita alla libreria Acqua Alta. Diventata molto celebre nel corso degli anni, è possibile che vi sia un po’ di fila all’ingresso. Gli spazi interni sono molto stretti e si sviluppano lungo due corridoi principali definiti da pile di libri disposti su gondole e arredi particolari.
Libreria Acqua Alta è stata aperta nel 2004 da Luigi Frizzo, che ha ben pensato di difendere i libri, beni che soffrono estremamente l’acqua alta di Venezia e le sue inondazioni, con una tecnica particolare: la gondola dentro al negozio, le barchette e una vasca da bagno, permettono ai libri di galleggiare quando l’acqua tende ad alzarsi, portandoli così in salvo.
Uno degli angoli più famosi della libreria Acqua Alta è senza ombra di dubbio il cortile posto alla fine del palazzo. Qui una catasta di libri, originariamente destinata al macero, è stata sistemata come una scaletta dalla quale ci si può affacciare e godere di un suggestivo panorama sui canali veneziani e sul vicino palazzo in cui vennero ambientate le storie di Corto Maltese.
All’interno della libreria si trova un’infinità di volumi, per lo più usati, e alcuni di essi anche abbastanza rari. Molti sono anche i volumi su Venezia e a questi si affiancano gadget e illustrazioni che spesso vengono “firmate” dai polpastrelli dei gatti che sono ormai diventati mascotte della libreria.
Un’altra tra le chiese più particolari di tutta Venezia si trova nel sestiere Castello, ovvero la chiesa di San Zaccaria, in campo San Zaccaria.
La chiesa di San Zaccaria è anche una delle chiese più antiche della città, la sua costruzione nacque infatti insieme a Venezia nel IX secolo. Allora la città era ancora poco sviluppata e la chiesa si trovava alle porte del cuore del centro storico. Venne costruita con l’obiettivo di ospitare al suo interno il corpo di San Giovanni Battista, donato alla città dall’imperatore bizantino Leone V d’Armeno. Al suo fianco venne anche costruito un monastero di suore Benedettine che, insieme alla chiesa, andò a fuoco agli inizi del XII secolo uccidendo circa cento monache.
Prima di questo terribile fatto, nell’855, il monastero diede riparo al papa Benedetto III in fuga dall’antipapa Anastasio che, come ricompensa, donò alle monache svariate reliquie.
L’attuale aspetto della chiesa di San Zaccaria risale al XV secolo e, più in particolare, a un revisione di Mauro Codussi. La facciata è suddivisa in tre sezioni verticali attraverso delle alte colonne che dividono le tantissime finestre che donano luce agli interni. Il numero di finestre è inversamente proporzionale alla luce che ricevono e così più ci si muove verso l’alto della facciata e più diminuiscono. Al culmine si trova un grande timpano ad arco sul quale è posta la statua di San Zaccaria.
Internamente la chiesa di San Zaccaria è suddivisa in tre navate chiuse da volte a crociera. L’ingresso è libero e si possono vedere numerosissime opere d’arte risalenti anche al XVI secolo, come la pala d’altare del Bellini.
A destra dell’altare è posizionata la cappella di San Tarasio, alla quale si accede pagando un piccolo importo. Questo era l’abside della prima chiesa ed è decorato da una serie di affreschi risalenti alla prima metà del quattrocento. Da qui è anche possibile scendere una breve scalinata che porta fino alla cripta, probabilmente la parte più famosa di tutta la chiesa di San Zaccaria. La sua particolarità è data dal fatto che è perrennemente allagata, creando uno spettacolo suggestivo che guida l’occhio dei visitatori tra le tre basse navate con volte a crociera che furono realizzate tra il X e l’XI secolo. Proprio nella cripta, costruita su imitazione di quella di San Marco, si trovano i corpi dei Dogi qui sepolti.
Questa chiesa è sempre stata al centro degli interessi cittadini, tanto che diversi dogi vennero seppelliti al suo interno.
Con una bella passeggiata di circa venti minuti raggiungiamo l’ingresso all’Arsenale di Venezia. Per farlo passiamo per i suggestivi vicoli del sestiere Castello di Venezia, dove gli spazi si fanno più ampi, le calli più larghe e di tanto in tanto ci imbattiamo in un campo con i panni stesi ad asciugare al sole.
Qui la quotidianità è un po’ meno turistica e la presenza di abitazioni dei veneziani è maggiore. La passeggiata è più tranquilla e non richiede più di fare lo slalom tra i turisti fermi a scattare foto ricordo.
L’arrivo all’ingresso dell’Arsenale di Venezia è ben segnalato da due torrette che affiancano la Porta di Terra. Questa zona è un grandissimo e antico cantiere navale corredato di officine che costruiscono e riparano navi già dal XII secolo, quando la Repubblica Veneziana era in uno dei periodi di massima espansione. Alcuni sostengono che proprio all’Arsenale di Venezia sia nato un primitivo concetto di catena di montaggio, dove le singole maestranze eseguivano l’assemblaggio di un manufatto utilizzando alcuni componenti standard e producendo in serie le navi utilizzati per conquistare le rotte del Mediterraneo.
Per via delle sue dimensioni generose, circa 48 ettari, è anche il più grande esempio preindustriale di complesso produttivo, impiegando giornalmente anche duemila persone, ovvero il 5% della popolazione veneziana di allora.
Attualmente la proprietà dell’Arsenale di Venezia è diviso tra la Marina Militare Italiana e, per la maggior parte, il comune di Venezia, che lo impiega per ospitare la famosissima Biennale di Venezia, l’importante mostra d’arte contemporanea, allestendo mostre in tutta l’area. Purtroppo al di fuori di questo o di altri eventi, buona parte dell’Arsenale non è aperto al pubblico, ma vale comunque la pena passeggiare fino a qui esplorando il sestiere Castello.
Un altro spazio verde nel sestiere Castello, questa volta aperto tutto l’anno, sono i giardini di Garibaldi, sul viale Giuseppe Garibaldi. Anche questo spazio verde è molto importante nella storia della città, venne infatti richiesto da Napoleone Bonaparte nel 1807 durante la visita della città.
Napoleone richieste che in questa parte di Venezia venisse costruita una passeggiata pubblica con viali e giardino, assegnando i fondi che nel 1809 permisero di terminare i lavori.
Poco dopo gli ampi cancelli in ferro che segnano l’ingresso ai giardini si scorge la statua di Giuseppe Garibaldi che sorveglia l’ingresso dall’alto di una collina in pietra. Ai suoi piedi si trova la statua di Giuseppe Zolli, un garibaldino al centro di una leggenda veneziana. Si narra che qualche anno prima del 1921 un passante venne fortemente colpito su di un braccio da parte di un’”ombra rossa”. A breve distanza ciò accadde anche ad altri abitanti in zona e tutti vedevano questa ombra rossa prima di essere colpiti. Questi strani fatti continuarono fino a che un anziano riconobbe in quest’ombra rossa il fantasma di Giuseppe Zolli, un garibaldino ucciso durante la spedizione del mille che si narra avesse promesso a Garibaldi di vegliarlo anche dopo la sua morte.
Si decise quindi di fare una statua a Zolli e di posizionarla alla base della collinetta e, da quel momento, cessarono questi strani eventi.
Probabilmente lo spazio verde più famoso del sestiere Castello è il giardino delle Vergini, all’interno degli spazi dell’Arsenale sud. Questa bellissima area verde segue le aperture dell’Arsenale, quindi non è visitabile al di fuori degli eventi che qui hanno sede.
Il Giardino delle Vergini di Venezia è una bella area verde completamente circondata dalle mura dell’Arsenale. La sua posizione è sopra al terreno che dagli inizi del quattrocento e fino alla fine dell’ottocento ospitava il monastero di Santa Maria Vergine, poi demolito, e da cui deriva il nome di questo giardino.
Il Giardino delle Vergini lo si raggiunge per mezzo del Ponte dei Pensieri, il quale sbarrerà l’accesso nei periodi di chiusura. Quest’area era una piccola isoletta a sud di Porta Nuova, nota anche come Porta del Mar, collegata alla città attraverso l’interramento del Rio della Guerra.
Dal Giardino delle Vergini in pochi passi ci ritroviamo sulla sponda del largo canale di San Pietro. Questo canale è tra i più orientali della città e gira intorno all’isola di San Pietro. Qui si trovava anche uno dei più antichi insediamenti di tutta Venezia, noto come Olivolo o Castel Olivolo. Anticamente questa zona della città era piuttosto prestigiosa e sull’isola di San Pietro si trovava la sede del patriarca di Venezia, che rimase qui fino al 1807.
Il canale di San Pietro è piuttosto largo e qui si trovano anche imbarcazioni di dimensioni maggiori rispetto a quelle che si muovono nel centro storico cittadino. Lungo il canale si affacciano numerosissime case e di tanto in tanto si allunga un pontile.
Il canale di San Pietro è attraversato da due ponti, il ponte di San Pietro e il più recente ponte di Quintavalle.
All’estremità del sestiere Castello di Venezia si trova un piccolo isolotto su cui sorge la basilica di San Pietro di Castello. Quest’isolotto è collegato alla terra ferma da un paio di lunghi ponti e durante la nostra passeggiata è stato uno degli angoli più desolati di tutta Venezia, decisamente fuori dagli itinerari turistici nonostante sia dotato anche di una fermata del vaporetto.
Si nota la basilica di San Pietro di Castello già dagli spazi dell’Arsenale, anche per via del suo campanile decisamente pendente. La sua costruzione è piuttosto antica, venne infatti edificata nella seconda metà dell’VIII secolo divenendo subito sede vescovile e rimanendo tale fino al XV secolo. Successivamente fu la sede patriarcale fino agli inizi dell’ottocento, quando il titolo passò alla basilica di San Marco. Sul terreno dove oggi si trova la basilica era già presente una prima chiesa del VII secolo, titolata ai santi bizantini Sergio e Bacco.
L’aspetto attuale della basilica di San Pietro di Castello si deve a una massiccia revisione avvenuta tra il XVI e il XVII secolo, quando anche la facciata venne rivista su di un precedente progetto del Palladio. Il campanile è invece più antico, venne infatti costruito da Mauro Codussi alla fine del XV secolo, circa vent’anni dopo al campanile del 1463 che venne danneggiato seriamente da un fulmine.
Internamente gli spazi sono suddivisi su tre navate e chiusi da una grandissima cupola. Le decorazioni risalgono per lo più al XVIII secolo, quando vennero rifatte in seguito a un grande incendio che distrusse buona parte degli interni. Fortunatamente si salvò il corpo di San Lorenzo Giustiniani, primo patriarca di Venezia, conservato all’interno dell’altare maggiore. Si è salvata anche una piccola parte del mosaico della prima costruzione della basilica di San Pietro di Castello, visibile nella cappella Lando.
Ecco la mappa con le migliori attrazioni da vedere nel sestiere Castello di Venezia.