Guida al Sestiere Dorsoduro di Venezia

Campo e Canali del Sestiere Dorsoduro di Venezia

Il sestiere Dorsoduro di Venezia è ricchissimo di calli e campi davvero suggestivi, che vale la pena visitare durante una bella passeggiata. Tra le cose positive di questo angolo di Venezia c’è il fatto che ci siano molti meno turisti rispetto al vicino sestiere San Marco e quindi ci si può muovere più comodamente senza folla.
Dorsoduro è il quartiere meridionale della città e i suoi confini sono definiti dalle acque del canal Grande e del canale della Giudecca.

Il nome di Dorsoduro lo si deve al fatto che anticamente questa parte di Venezia era quella con il terreno più saldo e meno paludoso rispetto al resto del territorio. 

Campo e Canali del Sestiere Dorsoduro di Venezia

Dove si trova il sestiere Dorsoduro ^

Il sestiere Dorsoduro si sviluppo a sud della città, ed è collegato ad essa attraverso i quartieri San Polo e Santa Croce. Si distacca invece da San Marco per via del Canal Grande che attraverso il centro storico. 

Buona parte del territorio del quartiere è definito dalle acque della laguna: a nord est si trova il canal Grande che lo distacca dal sestiere San Marco, mentre a sud si trova il canale della Giudecca che lo separa dall’omonima isola.

Canali e calli verso lo Squero di San Trovaso

Attraverso il ponte dell’Accademia si collega ai sestieri più settentrionali della città. Il nome di questo ponte lascia già intuire l’anima di questo sestiere, che ha una vocazione universitaria. Qui infatti si trovano la maggior parte delle università cittadine, oltre che la celebre Collezione Peggy Guggenheim.

Come arrivare al sestiere Dorsoduro ^

Si può arrivare nel sestiere Dorsoduro sia via mare che via terra, grazie al fitto insieme di ponti che caratterizzano la città di Venezia:

  • via terra è raggiungibile praticamente da tutti i sestieri della città. Molto probabilmente arriverete qui dalla stazione dei treni, e in questo caso è sufficiente attraversare il ponte della Costituzione e, passando per il sestiere Santa Croce arriverete velocemente a Dorsoduro. Se vi trovate invece nel sestiere San Marco (o Castello o Cannaregio) e vorrete arrivare qui a piedi dovrete raggiungere il celebre ponte dell’Accademia e sarete arrivati;
  • via mare è possibile prendere le linee di vaporetto 1 o 2 che in circa venti minuti vi porteranno dalla stazione a Dorsoduro oppure la linea 1 che in soli dieci minuti collega la piazza San Marco a quest’angolo di Venezia.

Cosa vedere nel sestiere Dorsoduro di Venezia ^

Il sestiere Dorsoduro è piuttosto suggestivo, anche grazie alla sua conformazione geografica. Sorge su di un’area più rialzata rispetto al resto del centro storico e meno soggetta ad allagamenti e si allunga fin verso San Marco attraverso una lingua di terra conosciuta come Punta della Dogana. Qui si trova anche la maestosa basilica seicentesca di Santa Maria della Salute che attraverso la sua cupola definisce in parte lo skyline della città di Venezia.

A Dorsoduro però ci sono anche importanti musei e zone universitarie, oltre che uno degli ultimi squeri rimasti in città…

Ecco dunque cosa vedere nel sestiere Dorsoduro.

Museo Peggy Guggenheim ^

Se siete amanti dell’arte la visita nel sestiere Dorsoduro deve per forza di cose comininciare dalla collezione Peggy Guggenheim. La storia del museo è affascinante tanto quanto le opere esposte al suo interno.

La collezionista Peggy Guggenheim si innamora infatti della città dopo essere stati invitata ad esporre le sue opere alla biennale di Venezia nel 1948 e acquista villa Venier dei Leoni per farne la sua residenza definitiva. Qui lascia grande spazio anche alle opere della sua collezione, che apre gratuitamente per qualche pomeriggio alla settimana a tutti coloro che sono interessati. Grande amica degli artisti e amante dei cani, Peggy viene seppellita nel giardino della villa dopo la sua morte, proprio al fianco dei suoi numerosi amici a quattro zampe.

Le opere che si possono vedere visitando la collezione Peggy Guggenheim sono pezzi dei più famosi artisti del secolo scorso, per lo più europei e americani. Al suo interno non mancano opere di Chagall, Picasso, Duchamp, Kandinsky, Magritte, Pollock, Mirò, Calder, Marini ed anche di altri artisti italiani. Durante la giornata vengono spesso organizzate sessioni informative gratuite sulla vita della Guggenheim e sulle opere esposte.

Leggi la guida completa alla storia di Peggy Guggenheim, della villa Venier dei Leoni e delle opere della collazione Peggy Guggenheim.

Ex chiesa di San Gregorio ^

Ex chiesa di San Gregorio - Sestiere Dorsoduro

Terminata la visita al museo Peggy Guggenheim è imprescindibile continuare a passeggiare per il sestiere Dorsoduro alla scoperta delle meraviglie di questo quartiere di Venezia. Tra queste c’è anche la ex chiesa di San Gregorio in campo San Gregorio. Non è la chiesa più famosa di questo angolo di Venezia, ma è molto suggestiva: la facciata a capanna in mattoni è molto semplice. Divisa verticalmente in tre per mezzo di lesene è dotata di un portale centrale con una cornice a rosette e, al di sopra, un grande rosone illumina gli interni. Sulle sezioni laterali della facciata si trovano invece due grandi bifore sovrapposte per ogni lato. Girandovi intorno si possono scorgere chiaramente, dall’esterno, i tre absidi.

Internamente lo spazio è organizzato su di un’unica navata con il resto di qualche affresco ed è caratterizzata da un soffito a capriate nella zona absidale.

La ex chiesa di San Gregorio si trova in questa posizione già dal IX secolo. Negli anni ospitò i frati benedettini che occuparono il vicino monastero. La chiesa nei secoli successivi perse d’importanza e le sue condizioni si facevano sempre più critiche, tanto che nella seconda metà del settecento venne soppresso il monastero, per poi essere chiusa anche come chiesa nel 1808. Il monastero venne riconvertito e utilizzato come abitazioni civili, mentre la chiesa venne utilizzata come sede distaccata della Zecca veneziana per raffinare l’oro. Solo alla fine degli anni cinquanta dello scorso secolo venne recuperata e restaurata, diventando un laboratorio di restauro della Soprintendenza per i beni storici e artistici di Venezia.

Ad oggi però, l’ex chiesa di San Gregorio, risulta essere chiusa e, purtroppo, non visitabile.

Chiesa di Santa Maria della Salute ^

Praticamente dietro all’ex chiesa di San Gregorio si trova la chiesa di Santa Maria della Salute. A tutti gli effetti rientra tra le chiese più famose di tutta Venezia, perché la sua posizione è ben in vista. Si trova infatti nell’estremità orientale del sestiere Dorsoduro e le sue alte cupole sono ben visibili sia da piazza San Marco che dall’isola della Giudecca, inserendosi a tutti gli effetti nello skyline urbano.

La chiesa di Santa Maria della Salute è un’ottima rappresentazione dell’architettura barocca veneziana, sviluppata rifacendosi ai modelli del Palladio. La basilica venne costruita nel seicento come ex voto cittadino nei confronti della Madonna, per ringraziarla del salvataggio dalla peste bubbonica che tra il 1630 e il 1631 colpì duramente la città dimezzandone la popolazione e uccidendo, tra gli altri, il doge e il patriarca. In quell’occasione si riuscì a risalire all’untore, ovvero un ambasciatore del duca di Mantova Carlo I Gonzaga Nevers che, nonostante fosse internato nel Lazaretto Vecchio, riuscì comunque a infettare la città dopo essere entrato a contatto con un falegname veneziano. Venne dunque promessa la costruzione della chiesa titolata alla Madonna se questa avesse liberato la città dall’epidemia. Alla fine, dopo aver portato alla morte ben 80 mila veneziani e 600 mila abitanti nei dintorni, la peste terminò nel 1631.
Subito vennero iniziati i lavori per la costruzione della chiesa, radendo al suolo la chiesa della Santissima Trinità insieme al convento e alla scuola a cui era abbinata. Visto il grande progetto della chiesa fu necessario inoltre bonificare una parte del territorio e piantare ulteriori pali per sorreggere una tale costruzione. I lavori cominciarono molto velocemente, tanto che alla fine dell’anno ci furono i primi pellegrinaggi. Fu solo nel 1687 che venne terminata nella sua forma che ricorda quella di una corona, come da progetto di Baldassare Longhena.

Interni della basilica di Santa Maria della Salute - Venezia

Questa chiesa è la più importante del sestiere Dorsoduro ed è formata da una base ottagonale su cui si trova una grande cupola circondata da altre sei cupole minori. Sulla cupola centrale si innalza poi una lanterna sormontata dalla statua della Madonna. La struttura si prolunga attraverso il presbiterio anch’esso dotato di una cupola e affiancato da due alti campanili. Dall’altro lato si trova la facciata principale dotata di un grande arco di ingresso decorato dalle statue dei quattro evangelisti.

Internamente gli spazi sono riccamente illuminati dalle finestre presenti nelle sei cupole minori e da quelle della cupola principale. C’è un imponente gruppo scultoreo sull’altare principale che rappresenta la Madonna con Gesù, ovvero la salvatrice di Venezia dalla peste, davanti a una figura inginocchiata che rappresenta la città in crisi e affiancata dalla Peste, resa come apparizione eretica. Qui si trova anche la Madonna della Salute, una statua bizantina proveniente dall’isola di Creta e arrivata in città nel 1670.

L’importanza della basilica è tanta per tutti i veneziani, che ogni anno il 21 novembre issano in laguna un ponte su dei pali che collegano la chiesa a piazza San Marco.

Punta della Dogana ^

Un’altra delle cose da non perdere passeggiando per il sestiere Dorsoduro è la camminata fino a punta della Dogana, nota anche come punta della Salute. Il nome richiama perfettamente la forma di questo ‘spigolo’ di Venezia. Si tratta infatti di una punta triangolare che prolunga il quartiere e divide il Canal Grande e il Canale della Giudecca, a poca distanza da piazza San Marco.

Statua della Palla d'Oro sulla Dogana da Mar - Sestiere Dorsoduro

La parte terminale di questo lembo di terra è coperto dalla Dogana da Mar, a cui si può camminare al fianco per raggiungere la punta terminale del sestiere. Questo grande e basso edificio è del XVII secolo e la sua forma triangolare copre quella del terreno sottostante. I piani di cui è composto sono solo due e la parte finale, nella punta, è sovrastata dalla scultura della Palla d’Oro, una grande sfera in bronzo che simboleggia il mondo, sostenuta da due atlanti e su cui sopra si trova una felice statua conosciuta con il nome di “Occasio”, che rappresenta la Fortuna. Questa ruota a seconda del vento, rappresentando la mutevolezza della fortuna.

La posizione strategica della Dogana da Mar fece sì che lo spazio venisse utilizzato come sede doganale per le merci e i beni che transitavano a Venezia via acqua. Negli ultimi decenni venne completamente abbandonato e vennero fatti molti ragionamenti su come valorizzarlo nuovamente. Dopo una grossa ristrutturazione, dal 2009 ha aperto al suo interno un museo di arte contemporanea collegato a quello di palazzo Grassi. Chi visita il museo potrà apprezzare non solo le opere d’arte contemporanea, ma anche la struttura nuda, dove si è cercato di mantere quanti più elementi originari possibili. L’architetto giapponese Tadao Andō, che ha curato l’intervento di ristrutturazione, ha rifatto completamente il tetto aggiungendo timpani in legno e aprendo lucernai, i pavimenti sono stati fatti in cemento levigato e linoleum simboleggiando un collegamento tra presente e passato.

Magazzini del Sale di Venezia ^

Proseguendo dalla parte opposta rispetto a quella da cui siamo arrivati, ovvero il lato che dà verso la Giudecca, lasciamo il vertice di punta della Dogana. Uno dei primi edifici che ci troviamo sulla nostra destra è quello dei Magazzini del Sale.

I Magazzini del Sale, noti anche come Saloni o Emporio dei Sali o Sale Docks sono un vecchio e importante edificio della città, ora completamente ristrutturato. Per via della sua posizione con accesso diretto dall’acqua, venne costruito già agli inizi del XIV secolo. Qui si attraccavano le barche dei commercianti che giungevano in città per gli scambi commerciali e perciò si ritenne di dover costruire un intero palazzo che ospitasse le riserve di sale, prodotto fondamentale per l’economia di tutta la laguna. 

I Magazzini del Sale mantennero la loro funzione a lungo, tanto che nel 1830 vennero restaurati e continuarono ad adempiere a questo compito. Solo nel novecento vennero dismessi e il palazzo fu abbandonato diventando decadente. Composto di nove magazzini, sono stati tutti recuperati e suddivisi tra diverse associazioni che ospitano per lo più mostre d’arte. L’edificio, a un unico piano, è scandito da nove grandi portoni che permettevano l’ingresso e che sono sormontati da finestre a mezzaluna. Al centro è possibile ancora oggi leggere la dicitura “Emporio dei Sali”. 

Dai magazzini e dalla Fondamenta delle Zattere ai Saloni si gode anche di una vista privilegiata sulla vicina isola della Giudecca.

Squero di San Trovaso – l’officina delle gondole ^

Passeggiando lungo le calli del sestiere Dorsoduro potreste imbattervi nello Squero di San Trovaso. Questo particolare edificio è formato da basse costruzioni e un piccolo spazio all’aperto direttamente affacciato sui canali. Lo Squero altro non è che un’officina per la sistemazione delle gondole. Il termine “squero” significa “cantiere” e deriva dalla parola “squara”, ovvero l’attrezzo utilizzato nella costruzione di queste imbarcazioni.

Lo Squero di San Trovaso è tra tutti quelli rimasti a Venezia uno dei più famosi e dei più caratteristici, nonché uno dei più antichi, risalente al seicento. Al suo interno si sistemano, oltre alle gondole, tutte le imbarcazioni di dimensioni contenute che circolano per i canali cittadini. Questo particolare Squero è composto da diversi edifici in legno che ricordano quasi una baita di montagna. Il motivo lo si ritrova nell’estro degli operai che, abituati a lavorare il legno, sono stati in grado di costruire questo insieme di edifici e nel fatto che molto del materiale utilizzato è legname proveniente dal Cadore. Inoltre la presenza di tettoie e ripari, tipici delle baite, consente agli operai di lavorare riparati dalle giornate più assolate o da quelle di pioggia.

Qui le gondole vengono lavorate interamente a mano e anche la loro movimentazione viene fatta esclusivamente grazie alla forza delle braccia.

Gallerie dell’Accademia di Venezia ^

Ormai terminata la passeggiata per Dorsoduro torniamo verso il grande ponte dell’Accademia. A pochissimi passi dal ponte si trovano le Gallerie dell’Accademia, un suggestivo spazio pubblico in cui si trovano in mostra dipinti veneti e veneziani dal XIV al XVIII secolo. Non mancano i quadri dei più famosi esponenti veneti, come Tiziano, Canaletto, Tintoretto, Bellini e tanti altri. A questi si aggiungono altri pezzi come sculture e disegni, tra cui l’uomo vitruviano di Leonardo da Vinci che viene esposto solo in selezionate occasioni, e gli schizzi di Francesco Hayez.

Al fianco delle Gallerie dell’Accademia è possibile vedere la facciata di una chiesa. Qui, dal XII secolo e fino agli inizi dell’ottocento aveva sede la chiesa di Santa Maria della Carità e adiacente c’erano il convento dei Canonici Lateranensi e la Scuola Grande di Santa Maria della Carità. Proprio quest’ultima è stata trasformata nella galleria d’arte, aperta nel 1817.

Gallerie dell'Accademia di Venezia

Le Gallerie dell’Accademia vennero aperte dopo che Napoleone sciolse gran parte degli ordini religiosi e accolse, per fini didattici e di restauro, buona parte dei dipinti che non vennero portati in Francia. La chiesa venne trasformata in accademia d’arte al piano inferiore e in museo nella parte superiore. La struttura del convento venne ampliata nel 1834 e appena quattro anni prima venne modificato l’ingresso della scuola, dividendo poi la scuola dal museo nel 1870. Nel frattempo la collezione delle gallerie si era arricchita grazie alla sconfitta della Francia e al passaggio delle Gallerie allo Stato dopo l’unificazione d’Italia.

Ponte dell’Accademia ^

Infine tra le cose da vedere nel sestiere Dorsoduro c’è il ponte dell’Accademia. Questo è il quarto ed ultimo ponte ad attraversare il canal Grande, ed è anche quello posto più a sud, vicino allo sbocco del bacino di San Marco. Attraverso questo passaggio si collegano i sestieri San Marco e Dorsoduro.

Il ponte dell’Accademia venne aggiunto sul canal Grande affiancando il più antico ponte di Rialto durante la dominazione austriaca dell’ottocento, all’interno di un piano di innovazione urbanistica di tutta la città. Un primo ponte, noto come ponte della Carità per via della vicinanza all’omonimo complesso divenuto poi la sede dell’Accademia delle Belle Arti, venne aperto nel 1854 e chiunque vi passasse doveva pagare un piccolo pedaggio. Il ponte della carità aveva un marcato stile industriale e la sua altezza di appena quattro metri causava problemi alla circolazione su acqua.

Oltre a non essere apprezzato dai veneziani, cominciò presto a dare segni di instabilità che si fece molto marcata in epoca fascista. Venne quindi indetto un concorso per la costruzione di un ponte in pietra, che meglio si armonizzasse con il contesto cittadino. Nel frattempo però il ponte della Carità fu sostituito da un grande ponte in legno provvisorio, realizzato in appena 37 giorni tra il 1932 e il 1933. Si trattava del più grande ponte ad arco in legno di tutta Europa e i veneziani lo apprezzarono a tal punto che da provvisorio divenne definitivo e ancora oggi è al suo posto e conosciuto come ponte dell’Accademia. A Venezia c’è anche un modo di dire, che recita “provvisorio come il Ponte dell’Accademia”, per indicare qualcosa che è invece piuttosto stabile.

Il materiale in legno del ponte rende necessaria una continua e costosa manutenzione, tanto che nel 1986 vennero sostituiti interamente tutti gli elementi in legno e, alcuni di questi, vennero soppiantati da archi metallici che garantiscono una maggiore stabilità alla struttura. Ancora oggi si discute però sull’opportunità della sua sostituzione per via degli alti costi di mantenimento e sono stati fatti anche dei bandi per sostituirne le parti in legno con altri materiali.

Mappa di cosa vedere a Dorsoduro ^

Ecco la mappa con le attrazioni da non perdere nel sestiere Dorsoduro di Venezia.

https://www.lorenzotaccioli.it/wp-content/uploads/2020/10/Campo-e-Canali-del-Sestiere-Dorsoduro-di-Venezia-600x400.jpg
px600
px400
Guida al Sestiere Dorsoduro di VeneziaScopri le attrazioni da non perdere a Dorsoduro di Venezia. Mappa dell'itinerario, foto e descrizioni per organizzare la visita.https://www.lorenzotaccioli.it/guida-sestiere-dorsoduro-venezia-cosa-vedere/
Lorenzo Taccioli