Guida al Sestiere San Marco di Venezia

Facciata basilica di San Marco di Venezia al tramonto

Per chi visita Venezia è impensabile di non trascorrere qualche ora nel sestiere San Marco. Qui si trovano infatti le attrazioni in assoluto più conosciute della città, come l’omonima piazza, il Ponte dei Sospiri e la scala Contarini del Bovolo. Da piazza San Marco si gode anche di un’ottima vista sulla vicina isola della Giudecca e sulla grande basilica di San Giorgio Maggiore.

Venezia - Sestiere San Marco

Dove si trova il Sestiere San Marco ^

Il sestiere San Marco è nel cuore della città di Venezia. L’ultima parte del canal Grande ne definisce un lato e poi lascia spazio al mare davanti al bacino di San Marco, che chiude la famosa piazza. Ad est di questo quartiere si trova il sestiere Castello, mentre a nord c’è il sestiere Cannaregio

Come arrivare al Sestiere San Marco ^

Arrivare al sestiere San Marco è piuttosto semplice. Essendo qui le attrazioni più famose della città troverete delle insegne, già dalla stazione, che ne indicano la direzione. Essendo collegato alla terra ferma, come tutti i sestieri cittadini ad esclusione dell’isola della Giudecca, è possibile arrivarvi in due modi:

  • via terra, camminando dalla stazione attraverso i sestieri Santa Croce e San Polo e attraversando il ponte di Rialto, oppure passeggiando attraverso il sestiere Cannaregio. Se vi doveste trovare dalle parti di Dorsoduro è invece sufficiente percorrere il ponte dell’Accademia che attraversa il canal Grande. In ogni caso, a piedi, non ci vorrà più di una mezz’oretta dalla stazione;
  • via mare, attraverso le gondole o le barche private oppure con i vaporetti pubblici. Prendendo le linee 1 o 2 e camminando una decina di minuti ci vorrà all’incirca una ventina di minuti per giungere a questo sestiere.

Cosa vedere nel sestiere San Marco di Venezia ^

Soprattutto se avete poco tempo da dedicare a Venezia sarà inevitabile visitare per primo il sestiere di San Marco, che prende il nome dal patrono cittadino. Questo è uno dei quartieri più piccoli di tutta la città di Venezia, ma raccoglie la maggior parte delle attrazioni più famose.
Per questo motivo, se ne avete la possibilità, è meglio visitarlo nelle prime ore del mattino o a tardo pomeriggio, verso la sera. In questi orari infatti la città si svuota dei turisti giornalieri e diventa più vivibile.

Nel sestiere San Marco si trova la grande piazza San Marco, che oltre alla basilica e al palazzo ducale, accoglie una lunga serie di monumenti ed edifici storici. Ovviamente non si può dimenticare anche il ponte dei sospiri, vera icona della città e collegato in qualche modo alla piazza.

Ecco dunque cosa vedere nel sestiere San Marco a Venezia.

Piazza San Marco ^

Piazza San Marco è l’unica piazza di tutta Venezia, infatti gli altri spazi che hanno questa funzione vengono chiamati campi. Si tratta di uno spazio piuttosto generoso, lungo ben 170 metri e largo 72 nel suo corpo principale, al quale si aggiungono diverse altre aree. Piazza San Marco è anche patrimonio dell’umanità come sito UNESCO.

La struttura di piazza San Marco è composta in realtà da tre spazi:

  • piazza San Marco vera e propria, che è la parte più grande e quella che guarda dritta verso la celebre basilica;
  • piazzetta San Marco, è la parte che collega la basilica al mare attraverso palazzo ducale;
  • piazzetta dei Leoncini, a sinistra della basilica.

Piazza San Marco è esistente fin dal IX secolo, ma le sue dimensioni erano originariamente molto più contenute e veniva in parte utilizzata come orto e magazzino. Qui infatti scorrevano il rio Batario, il rio della Zecca e il rio del Cavaletto. Solo nel 1156 con l’interramento del rio Batario e del bacino che creava davanti al palazzo ducale la forma della piazza andava definendosi.

Negli anni successivi la piazza venne ulteriormente ampliata e nel 1172 furono aggiunte le due grandi colonne in granito, ancora visibili, che fronteggiano il molo e che provengono da Costantinopoli. Su di una colonna si trova il leone alato di San Marco, mentre sull’altra la statua del primo patrono di Venezia, ovvero san Teodoro.

Gli ultimi orti e magazzini vennero eliminati a cavallo tra il XV e il XVI secolo, in un’opera di espansione e trasformazione di piazza San Marco.

Basilica di San Marco ^

Il monumento più famoso di tutta la piazza è senza ombra di dubbio la basilica di San Marco. Questa è una chiesa estremamente e riccamente decorata, sia esternamente che internamente, tanto che già nell’XI secolo veniva anche chiamata “Chiesa d’Oro”, anche per i suoi suggestivi mosaici interni. Tanta opulenza era espressione della potenza della Repubblica della Serenissima che, nei secoli, acquisì sempre più potere.

In questo luogo si sono susseguite più chiese, la prima delle quali venne costruita nell’828 proprio con lo scopo di ospitare le reliquie di San Marco trafugata ad Alessandria d’Egitto. Già prima era però presente una cappella dedicata a Teodoro in corrispondenza dell’attuale piazza dei Leoncini. Appena quattro anni più tardi la chiesa venne ricostruita da zero e poi ancora una volta nel 978 dopo che durante una rivolta venne incendiata.
L’attuale basilica di San Marco è infine frutto di una lunga ricostruzione cominciata nel 1063 e terminata nel 1094, ricalcando l’impianto preesistente. Nell’anno dell’inaugurazione si narra che venne ritrovato il corpo di San Marco all’interno di uno dei pilastri della chiesa, qui nascosto diversi anni prima e poi dimenticato. Un nuovo incendio divampò nel 1231 anche in questa costruzione ma, fortunatamente, facendogli riportare danni lievi, prontamente restaurati.

Internamente non è possibile scattare fotografie, ma si rimarrà colpiti dalla ricchezza dei mosaici del XII secolo. Nei decenni successivi la struttura ha continuato ad arricchirsi di colonne, marmi, fregi e tante altre decorazioni realizzate anche con gli ori portati in città dalle navi dei mercanti che provenivano da oriente, come quelli recuperati durante la quarta crociata del 1204 a Costantinopoli.

L’aspetto attuale della basilica di San Marco si costituisce definitivamente circa nel XV secolo, quando vengono decorate le parti più alte delle facciate della chiesa. Dall’esterno si può notare una suddivisione verticale in tre parti: il piano inferiore, la terrazza e le cupole. La sua forma è allungata, per via del fatto che il terreno sabbioso su cui è costruita non permette di creare edifici troppo alti. La facciata in marmo risale al XIII secolo, è lunga oltre 76 metri e alta circa 43, ed è dotata di diversi mosaici, bassorilievi e materiali di spoglio che gli danno una cromia molto variegata. Al pian terreno si trovano cinque grandi portali che portano all’interno della chiesa, mentre al piano della terrazza si trovano cinque arcate, di cui quattro cieche e quella centrale dotata di una loggia in cui è ospitata la quadriga. Quella visibile esternamente è una copia dell’originale, unico esemplare al mondo in bronzo conservato all’interno del museo di San Marco e proveniente anch’esso dalle razzie fatte a Costantinopoli.

Internamente la basilica di San Marco è a croce greca con cinque cupole, ben visibili dal campanile, che si raccordano per mezzo di grandi arconi. Ogni braccio è dotato di tre navate suddivise da alti colonnati. Qui si sprecano i ricchi decori della chiesa, composti di grandi lastre di marmo e numerosissimi mosaici, accompagnati da tante statue.

Campanile della Basilica di San Marco ^

Il primo campanile in piazza San Marco accompagnava la prima basilica e svolgeva anche la funzione di faro e di torre di avvistamento. Negli anni richiese tantissima manutenzione e diverse ricostruzioni, perché veniva spesso colpito da fulmini o indebolito dai terremoti. Aveva una grande fama già nei secoli scorsi, da qui, nel 1606 Galileo Galilei dimostrò le potenzialità del suo cannocchiale. Nel frattempo le strutture in ferro che servivano a dargli stabilità contribuirono ad attirare fulmini che danneggiavano la struttura, finché non venne aggiunto un parafulmine.
Purtroppo, il 14 luglio del 1902, a causa di alcuni lavori volti alla creazione di un ascensore interno, la struttura si indebolì a tal punto che crollò. Fortunatamente i danni ai monumenti vicini furono limitati e le macerie non toccarono la basilica. Ricostruito nel 1912, raggiunge un’altezza di 98,6 metri, uno dei campanili più alti di tutta Italia. Con un biglietto è possibile accedervi e, attraverso l’ascensore, arrivare sulla sua sommità e godere di una bellissima vista. A pianta quadrata è costruito in mattoni e nel lato rivolto verso la basilica è impreziosito dalla loggetta del Sansovino, attraverso la quale si accede alla struttura.
Ancora oggi la domenica precedente al giovedì grasso si può assistere al “volo della colombina”, che richiama l’usanza nella quale una colomba di legno veniva fatta volare dal campanile alla loggia del palazzo ducale in segno di omaggio al doge che proclama l’inizio del Carnevale.

Il momento migliore per entrare nel campanile della basilica di San Marco è il tramonto, quando la luce esterna si abbassa e diventa calda. La visuale dall’alto su tutto il centro storico è molto suggestiva e dei pratici tabelloni riepilogano i monumenti che si stagliano lungo il panorama, così da potersi facilmente orientare.

Torre dell’Orologio ^

A sinistra della basilica di San Marco notiamo un accesso alla piazza per via di un altro monumento storico: la torre dell’orologio, nota anche come torre dei Mori. Questo edificio alto e stretto tra altri palazzi, rappresenta uno dei più significativi palazzi rinascimentali di Venezia. La sua facciata è decorata da un orologio meccanico che riporta le fasi lunari, solari e quelle delle zodiaco, mentre in una nicchia si trovano la statua di una Madonna, quella del leone marciano e, sopra, la campana dei Mori risalente al 1497. Il nome dei “Mori” è da attribuire al fatto che sulla sua sommità si trovano due statue in bronzo scuro che raffigurano due pastori che battono le ore con una mazza sulla campana. Questi devono a loro volta il nome al loro colore. Tra i due soggetti c’è una piccola differenza: uno è dotato di barba mentre l’altro ne è sprovvisto e, così, sono noti anche come “il vecchio” e “il giovane”. Questi nomi si legano anche a una particolarità: il vecchio batte le ore due minuti prima che arrivino, segnando il passato, mentre il giovane le batte due minuti dopo l’ora esatta, segnando il futuro che verrà.

La torre dell’orologio venne costruita tra il 1496 e il 1506 quando vennero aggiunte anche le ali laterali del suo palazzo, poi ampliate nel 1755. Ancora oggi la torre scandisce il passare delle ore e suona le sue campane. La sua posizione separa i palazzi che rappresentavano il potere politico, da quelli del potere religioso.

Porta della Carta ^

Riprendendo la visita di piazza San Marco non si può non notare il maestoso palazzo Ducale. Questo è direttamente attaccato alla basilica di San Marco per via della Porta della Carta

La porta della Carta rappresenta uno dei due ingressi al palazzo ducale e venne costruita tra il 1439 e il 1442. Questo ingresso è celebre per la ricca opera di intagli nel marmo che al centro vedono raffigurato il leone di San Marco con davanti a lui il doge Foscari in ginocchio. Sono diversi i marmi utilizzati in questa particolare porta: il marmo d’Istria e quello di Carrara, utilizzato sia in diverse versioni bianche (stutaurio, venato e bardiglio), sia nella versione rossa per i cordoli e le colonnine, che verde per le patere.

Il nome di porta della Carta va ricercato nella presenza, a poca distanza da qui, di un banco e di uno scrivano che era a disposizione degli analfabeti che avevano necessità di scrivere un documento, fosse questo una lettera, un messaggio o un contratto poco importa. Un altro motivo legato a questo nome pare essere il fatto che qui venivano affisse le leggi e i decreti appena promulgati.

Al di sopra dell’ingresso si trovano raffigurate, tramite statue, diversi personaggi: la Giustizia, la Fortezza, la Prudenza, la Speranza e la Carità, che rappresentano le doti che un buon governatore dovrebbe possedere. Anche buona parte della rimanente iconografia della porta della Carta è ispirata al tema della giustizia, perché attraverso questo ingresso entravano le persone che dovevano essere giudicate per i reati commessi.

Porta della Carta e Palazzo Ducale di Venezia

Palazzo Ducale ^

Si può dire che il palazzo Ducale di piazza San Marco sia famoso quasi quando la grande basilica. Unito a questa, si allunga verso il mare e segna un lato della piazzetta San Marco.

Palazzo Ducale di Venezia venne costruito la prima volta nel IX secolo, ma col tempo venne ricostruito e rivisto più volte, ad esempio nel XII secolo, nel XIV e nel XV, a causa di frequenti incendi. Il suo aspetto attuale lo si deve principalmente alla revisione del 1340, quando ospitava le funzioni governative della città.

A metà dell’edificio si può scorgere il bel balcone centrale, risalente agli inizi del XV secolo e progettato da Pier Paolo delle Masegne. Per circa ottocento anni ha rappresentato la sede del doge (tanto da essere conosciuto come palazzo Dogale) e del governo della Repubblica della Serenissima, definendo le sorti della civiltà cittadina, ma anche della sua cultura, storia e arte. Oggi è un museo visitato giornalmente da centinaia di persone, interessate al palazzo e alla ricca pinacoteca ospitata al suo interno.

Lo stile gotico del palazzo ducale ha influenze bizantine e orientali che ben testimoniano gli stretti rapporti commerciali tra la repubblica e questi territori. Si compone di tre ali che si sviluppano intorno ad un ampio cortile porticato, mentre il quarto lato è rappresentato dalla basilica. L’intero edificio, apparentemente sorretto da esili colonne del porticato al pian terreno, ha le sue fondamenta su un grande zatterone di tronchi di larice su cui è posizionato un basamento in pietra d’Istria. Le facciate principali sono quelle posizionate verso la piazzetta San Marco e il molo di San Marco e sono dotate di ricchi marmi intarsiati che sovrastano il lungo colonnato. Qui si aprono anche delle grandi finestre ad ogiva e due balconi monumentali al centro. La parte più antica è quella rivolta verso il molo e qui si possono vedere alcuni capitelli trecenteschi riccamente decorati con sculture. L’ingresso principale era anticamente quello posizionato tra il palazzo e la basilica, noto come Porta della Carta. Qui le decorazioni si fanno davvero ricche tra intagli e bassorilievi.
Il terzo lato del palazzo Ducale di Venezia si affaccia invece sul rio di Palazzo ed è caratterizzato dalla presenza del Ponte dei Sospiri, che univa l’edificio a quello delle prigioni nuove.

Dal cortile interno si possono vedere due scale monumentali: la scala dei Giganti, costruita a fine del XV secolo deve il suo nome e alle grandi statue in marmo che raffiguravano Marte e Nettuno. Questa scala collega il cortile alla loggia interna del primo piano, dove veniva incoronato il duca. Da qui si accede al piano delle Logge, che gira intorno al palazzo e si nota anche esternamente. L’altro scalone monumentale è la Scala d’Oro, che prosegue la scala dei Giganti. Questo deve il suo nome alle decorazioni della volta in marmo bianco e foglia d’oro zecchino. La scala d’Oro separava gli spazi pubblici dall’abitazione privata del Doge.

Libreria Sansoviniana ^

Un altro degli edifici storici di piazza San Marco e quindi del sestiere San Marco di Venezia è la libreria Sansoviniana. Questo edificio è di fronte al palazzo ducale e comincia nei pressi del campanile della basilica.

Il nome di Libreria Sansoviniana è legato all’architetto Jacopo Sansovino che progettò e costruì il palazzo tra il 1537 e il 1554 su richiesta dei procuratori di San Marco. Lo scopo di questo edificio era quello di raccogliere al suo interno tutti i codici greci e latini arrivati qui su donazione del cardinale Bessarione e divenire la biblioteca pubblica dello stato veneto. La sua funzione originaria è stata in parte mantenuta, ospitando oggi al suo interno una parte della biblioteca nazionale marciana.
Prima della libreria Sansoviniana questa parte di piazza San Marco era occupata da locande e banchi del mercato che vennero rasi al suolo, donando all’intera piazza un’omogeneità di stili ed eleganza. Al pian terreno si sviluppa un lungo porticato con arcate doriche, mentre al di sopra si trova un loggiato con archi di ordine ionico sormontato da fregi e statue di putti e festoni di fiori e frutti. Sulla sommità si trova infine una lunga balaustra con tre obelischi agli angoli e una lunga serie di statue di divinità classiche. Originariamente questo spazio era però una grande volta che chiudeva l’edificio. Nel 1545, durante i lavori, questa crollò, costando a Sansovini la prigione e il pagamento di propria tasca delle spese di ricostruzione. In via tutelativa decise quindi di creare un’ampia terrazza anziché ripristinare la copertura originale.

Per chi lo desiderasse è possibile visitare le sue sale monumentali, attraverso il biglietto combinato de “i musei di piazza San Marco”, che prevedono l’ingresso dal museo Correr.

Edificio della Zecca ^

Arrivati sul molo marciano e prendendo a destra si incontra, dopo la libreria Sansoviniana, il palazzo della Zecca. Anch’esso progettato da Jacopo Sansovino venne costruito in pietra d’Istria tra il 1536 e il 1545, all’interno di un grande progetto di ristrutturazione urbanistica di tutta piazza San Marco e dei suoi primi dintorni.

Come suggerito dal nome, all’interno dell’edificio della Zecca, veniva coniata la moneta della Repubblica della Serenissima, attività continuata fino al 1870, con l’annessione al Regno d’Italia. Precedentemente al 1277 la funzione della zecca si trovava a Rialto, ma venne spostata in questa piazza per poter essere controllata più facilmente dagli organi governativi. Il palazzo lavorava a ritmi sostenuti, coniando ogni anno ducati d’oro e d’argento, arrivando a produrre fino a due milioni di monete.
Proprio la tipologia di lavoro e le produzioni ingenti sviluppavano forti fonti di calore, tanto che Sansovino decise di non utilizzare il legno nella costruzione, ma solo la pietra d’Istria. Le attività di conio avvenivano principalmente sotto i portici e le quaranta arcate del cortile interno.

Inizialmente l’edificio della Zecca di Venezia era stato pensato a due piani, con un lungo porticato al piano terreno e un colonnato con finestre corrispondenti agli archi del piano terra dotate di un doppio architrave. Il secondo piano venne aggiunto solo successivamente, su progetto dello stesso Sansovino.

Oggi l’edifico è diventato un’appendice della biblioteca Sansoviniana, e ospita al suo interno le sale di lettura.

Edificio della Zecca di Venezia

Giardini Reali di Venezia ^

Proseguendo sulla Riva degli Schiavoni e oltrepassando il ponte della Zecca che scavalca una parte del Canal Grande, giungiamo ai Giardini Reali di Venezia, aperti liberamente al pubblico durante il giorno.

Questi sono i giardini più grandi di tutto il sestiere San Marco, e vennero realizzati nel 1807 contestualmente alla decisione napoleonica di collocare il palazzo della Corona nel vicino edificio della Procurazie Nuova. Questo spazio era occupato dai Granai di Terra Nova dal 1340, un palazzo gotico che veniva utilizzato come riserve e mercato del grano e spazio per piccole botteghe, che venne raso al suolo. Con il ritorno degli austriaci a Venezia i giardini vennero rivisti e fu costruita una serra nei pressi del ponte della Zecca, mentre dalla parte opposta fu creare la Kaffeehaus, in stile neoclassico.

Quando nel 1920 la monarchia cedette i propri beni al demanio dello Stato, anche questi giardini passarono al pubblico ed entrarono a far parte dei beni del comune di Venezia.

Recentemente restaurati i giardini reali sono tornati a disposizione della cittadinanza e dei turisti dal 2019. Qui, al contrario che su tutto il resto di piazza San Marco, è possibile sedersi e consumare cibi e bibite. In un angolo  dei giardini reali si trova anche un bellissimo bar, dove potersi sedere per uno spuntino. Questi giardini sono anche il luogo ideale dove fermarsi qualche minuto all’ombra a riposare, soprattutto se visitate Venezia in una giornata assolata.

Kaffeehaus ^

La Kaffeehaus è direttamente collegata ai giardini reali, ed è una piccola palazzina neoclassica, progettata da Lorenzo Santi. In epoca napoleonica rappresentava l’elemento architettonico di spicco di tutto il progetto dei giardini.

Il suo nome è legato però al periodo austriaco, quando l’intera area venne rivista secondo i canoni dell’epoca. Oggi al suo interno si trova un bar e l’ufficio dell’azienda per la promozione turistica, in una posizione strategica proprio in corrispondenza di una fermata del vaporetto che solca il Canal Grande e il Canale della Giudecca.

Kaffehaus - Venezia

Procuratie Vecchie ^

Torniamo poi nel cuore di piazza San Marco, cuore pulsante del sestiere San Marco di Venezia, dopo averci girato intorno. Davanti a noi abbiamo ancora una volta la bellissima basilica e alla nostra sinistra si trova il palazzo delle Procuratie Vecchie, a destra quello delle Procuratie Nuove e alle nostre spalle l’Ala Napoleonica.

Il palazzo delle Procuratie Vecchie è un lunghissimo edificio che arriva fino alla Torre dell’Orologio e risale al XII secolo. In realtà quello visibile oggi è frutto di una ricostruzione avvenuta tra il 1500 e il 1532, a causa di un incendio che all’inizio del XVI secolo distrusse parte del palazzo. Lo scopo di questo spazio era quello di ospitare l’abitazione dei Procuratori di San Marco, e, considerando anche le sue dimensioni, venne costruito con un’altezza ridotta per non pesare troppo sul terreno sabbioso di Venezia. Anche in questo caso, tra i numerosi architetti che intervennero nel progetto, ci fu anche Sansovino. Il palazzo è lungo ben 152 metri e dotato di 50 arcate e cento finestre ai piani superiori. Queste sono corredate di arco a tutto sesto che ricordano nello stile, veneto-bizantino, l’edificio originario del XII secolo.

All’interno della Procuratie Vecchie si trovano oggi principalmente uffici, mentre il porticato al pian terreno è ricco di negozietti, bar e ristorantini pronti ad accogliere i turisti in una delle piazze più belle del mondo.

Facciata delle Procuratie Vecchie - abitazione procuratori di San Marco

Procuratie Nuove ^

Dalla parte opposta della piazza si trova invece il palazzo delle Procuratie Nuove. Così come l’edificio gemello serviva per ospitare i Procuratori di San Marco e delle magistrature cittadine. Questo palazzo, racchiuso tra l’ala napoleonica e la libreria Sansoviniana, è più recente delle Procuratie Vecchie. Venne infatti costruito tra la metà del XVI secolo e la metà del secolo successivo.

Il palazzo delle Procuratie Nuove prese il posto dell’Ospizio Orsello e di altri edifici ben più alti che raggiungevano anche l’altezza del vicino campanile. Nella sua costruzione si decise invece di adeguare l’altezza a quella della confinante libreria, di cui conserva anche i moduli architettonici.

Dopo la caduta della Repubblica della Serenissima venne impiegato come reggia napoleonica, poi asburgica e infine sabauda. Al suo interno, dal 1922, si trova infine il museo Correr e il museo Archeologico Nazionale, entrambi visitabili con il biglietto integrato de “I Musei di Piazza San Marco”, così come la maggior parte degli edifici che qui si affacciano.

Al suo pian terreno si trova anche lo storico Caffè Florian, fondato nel settecento e ancora oggi in funzione e dotato di tavolini all’aperto che si allungano verso il centro della piazza.

Procuratie Nuove - sede procuratori e magistratura di San Marco

Ala Napoleonica ^

L’ultimo lato di piazza San Marco è infine chiuso dall’Ala Napoleonica, esattamente all’opposto della basilica di San Marco. Questo palazzo fu costruito tra il 1807 e il 1830, durante la dominazione francese e doveva ospitare la sede di rappresentanza dei sovrani. Al suo posto si trovava la chiesa di San Geminiano, ristrutturata dal Sansovino e originariamente costruita nel VI secolo. Jacopo Sansovino era così orgoglioso del lavoro che portò a termine da scegliere di essere sepolto in questa chiesa insieme ai figli.

L’Ala Napoleonica ha uno stile estremamente vicino a quello del palazzo delle Procuratie Nuove, tanto che è anche noto come Procuratie Nuovissime, ma si differenzia per il piano dell’attico dotato di 14 statue di imperatori romani.

All’interno dell’Ala Napoleonica si trova la sede principale del Museo Correr, del Museo Archeologico Nazionale e le sale monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana. A tutti questi spazi si accede per via dello scalone d’onore.

Piazzetta dei Leoncini ^

Sempre dal centro di piazza San Marco guardando in direzione della basilica si nota la piazzetta dei Leoncini, posta alla sua sinistra. Il nome di questo spazio è legato alle statue di due leoni in marmo rosso di Cottanello che ne decorano l’ingresso e che, purtroppo, vengono ogni giorno scalate da bambini e genitori poco rispettosi della cultura e dei beni pubblici.

Piazzetta dei Leoncini - Sestiere San Marco di Venezia

I due leoncini risalgono al 1722 e questa piazza ha un aspetto raccolto, ma rigoroso. Sul fondo si trova il Palazzo Patriarcale, in stile neoclassico, costruito tra il 1836 e il 1850. A destra c’è l’ingresso alla basilica di San Marco per le funzioni religiose attraverso la Porta dei Fiori, mentre a sinistra è presente la facciata della chiesa di San Basso, risalente al 1676.

La parte centrale della piazzetta dei Leoncini è rialzata e raggiungibile per via di pochi scalini. Al centro è presente l’unico pozzo pubblico dell’intera area, decorato da una balaustra in marmo.

Piazzetta dei Leoncini di Venezia è stata dedicata a papa Giovanni XXIII nel 1966, su voto unanime del consiglio comunale.

Ponte dei Sospiri ^

Sempre all’interno del sestiere di San Marco si trova un altro dei monumenti più conosciuti di tutta Venezia e tra le icone italiane all’estero: il ponte dei Sospiri. La sua costruzione, avvenuta nel XVII secolo per collegare il palazzo Ducale alle Prigioni Nuove di Venezia, fu frutto di “figli d’arte”. Il progetto venne infatti curato dall’architetto Antonio Contin, nipote di Antonio Da Ponte, costruttore del vicino Ponte di Rialto.

Il Ponte dei Sospiri sormonta il rio di Palazzo ed è dotato di un doppio passaggio interno nei quali i detenuti si muovevano tra le Prigioni e gli uffici dei magistrati per essere giudicati o alle Sale dell’Avogaria e al Parlatorio. Il suo nome, attribuitogli già durante il settecento, è legato alla tradizione secondo la quale i prigionieri, percorrendolo, erano soliti sospirare guardando per l’ultima volta all’esterno, attraverso le sue fessure.

Il ponte venne costruito in stile barocco utilizzando la pietra d’Istria ed è osservabile esclusivamente da due altri ponti, entrambi sul rio Palazzo: il ponte della Paglia (sulla riva degli Schiavoni) e il ponte della Canonica. Non è difficile intuire quali siano questi ponti, sono infatti quasi sempre pieni di turisti che si accalcano per scattare una foto ricordo del ponte. La sua struttura è completamente chiusa, con l’obiettivo di impedire ogni tentativo di fuga. Sul ponte si trova anche il bassorilievo che raffigura la giustizia.

In pochi riuscirono a scappare dalle prigioni nuove, raggiungibili attraverso il ponte. Tra questi ci fu il celebre Giacomo Casanova, noto dongiovanni veneziano, incarcerato per massoneria e propaganda antireligiosa ed evaso dopo quindici mesi.

Una legenda poco conosciuta in Italia ma famosa all’estero, recita che due persone che si amano avranno la felicità eterna se si baceranno durante il tramonto su di una gondola che passa sotto al ponte.

Scala Contarini del Bovolo ^

Un’altra attrazione da non perdere nel sestiere di San Marco a Venezia è la Scala Contarini del Bovolo. Scegliete voi se entrarvi o se limitarvi ad ammirarla dall’esterno, ma percorrete i vicoli intricati che vi porteranno fino al suo cospetto. Inoltre approfittate del panorama che si gode dall’alto del campanile di San Marco per vederla chiaramente nella sua interezza.

La Scala Contarini del Bovolo fa parte dell’omonimo palazzo e si trova a poca distanza dal campo Manin e dal rio di San Luca. Lo stile di quest’edificio è tardo gotico e venne costruito tra il XIV e il XV secolo per la famiglia Contarini. Solo alla fine del XV secolo venne aggiunta al palazzo la celebre scala a chiocciola, che valse il soprannome “dal Bovolo” alla famiglia. Questa è caratterizzata da una serie di logge e di archi, in parte ribassati e in parte a tutto sesto, in stile rinascimentale.

Quando al palazzo Contarini venne aggiunta la scala del bovolo, si trattava di una struttura abbastanza usuale per i canoni dell’epoca, ma che non era mai stata costruita in tali dimensioni. La scala è stata ricavata all’interno di una struttura a torre e, ad ognuno dei cinque piani di cui si compone, permette di accedere a una loggia che ne richiama lo stile. All’ultimo piano si trova infine un belvedere a cupola che regala un bel panorama sulla città (ma che potete evitare se siete già saliti sul campanile di San Marco).

Davanti alla scala dei Contarini del Bovolo si trova un piccolo campo in cui è ospitata una collezione di vere da pozzo, ovvero balaustre che solitamente proteggono l’accesso ai pozzi pubblici.

Con il biglietto d’ingresso alla scala dei Contarini del Bovolo sarà possibile percorrere la scala a chiocciola e accedere alla galleria, ospitata al secondo piano, che contiene alcune sculture e dipinti della collezione IRE, tra cui il bozzetto del Paradiso di Jacopo Tintoretto.

Teatro La Fenice ^

Il teatro più importante della città è il teatro La Fenice, anch’esso nel sestiere San Marco. Prestigioso teatro lirico, conosciuto in tutto il mondo, subì due gravi distruzioni che ne richiesero la ricostruzione

Il teatro La Fenice venne eretto una prima volta alla fine del settecento, quando in città erano già presenti altri sette antichi teatri. La costruzione fu voluta dalla società dei palchettisti che per via di alcune vicende giudiziarie si trovò ad essere senza alcun teatro. Il nuovo teatro si sarebbe dovuto chiamare “Gran Teatro La Fenice”, in rappresentanza della rinascita della società dei palchettisti. I lavori di costruzione cominciarono nel 1790 con la demolizione di alcuni edifici preesistenti e si conclusero nel 1792.

Durante la successiva dominazione francese, il teatro La Fenice ricoprì il ruolo di teatro di Stato e per meglio accogliere Napoleone una sua sala venne decorata in stile Impero. Questo fu solo l’inizio di una grande revisione dei decori che terminò entro il 1808. A distanza di pochi anni, però, si rese necessario un ulteriore intervento a causa anche del degrado dovuto ai fumi delle lumiere ad olio. I lavori procedettero spediti e il teatro fu riaperto nel 1828.

Nonostante specifiche clausole nel bando per la costruzione iniziale del teatro che chiedevano un occhio di riguardo nell’utilizzo di legno per la struttura, nel 1836 scoppiò un grande incendio a causa del malfunzionamento di una stufa. Questo fece crollare il teatro La Fenice, risparmiando solo pochi spazi. L’edificio venne prontamente ricostruito e solamente un anno dopo fu pronto a riaprire. Nei decenni successivi vennero fatti numerosi interventi di restauro e revisione dei palchi. Tutto andò liscio fino al 1996, quando un incendio doloso distrusse nuovamente il teatro La Fenice, che ancora una volta rinacque dalle sue ceneri secondo il motto “com’era, dov’era”, ovvero ricostruendolo nelle sue forme originarie e nello stesso luogo. La ricostruzione conservativa del teatro La Fenice terminò nel 2003, quando a dicembre venne nuovamente riaperto il pubblico.
Questa volta si riuscirono a identificare i colpevoli, ovvero due elettricisti che stavano lavorando alla manutenzione del teatro e che per scampare alle penali dovute ai ritardi nei lavori pensarono bene di dare fuoco al teatro.

All’interno del teatro La Fenice si sono esibite importantissime personalità, come Rossini, Bellini, Verdi, Donizetti, Stravinskij, Prokofiev, Maderna, Guarnieri e tanti altri.

Bacino Orseolo ^

Tornando nei pressi di piazza San Marco si può scoprire infine un luogo magico alle sue spalle, ovvero il bacino Orseolo. Posto più precisamente dietro alle Procuratie Vecchie e stretto tra alberghi, negozi e ristoranti, si tratta di uno specchio d’acqua aperto nel 1863 per creare un luogo di approdo delle gondole a pochi passi dal cuore del centro storico.

Per creare il bacino Orseolo, titolato a un doge veneziano, si rese necessario abbattere diversi edifici, tra cui l’albergo Cavalletto, ricreato poi su di una sponda di questo bacino. Oggi passeggiando fino a qui si possono trovare decine e decine di gondole ferme che durante il giorno imbarcano turisti per fare un giro di Venezia. Lo spettacolo è ancora più suggestivo la sera, quando vengono ricoverate qui le tante gondole che durante il giorno si trovano in giro per i canali del sestiere San Marco.

Bacino Orseolo di Venezia - Deposito di Gondole

Campo San Bartolomeo ^

Per terminare la visita del sestiere San Marco ci si può recare al campo San Bartolomeo o campo San Bartolomio, una zona di passaggio che vi capiterà di percorrere più volte durante la visita di Venezia, soprattutto dopo aver attraversato il ponte di Rialto. Questa è una delle piazze più grandi del sestiere San Marco se si esclude piazza San Marco ed è spesso molto trafficata di persone.
A pochi passi dalla via principale di Venezia, ovvero la Strada Nova, campo San Bartolomeo è considerato il cuore sociale e commerciale della città, anche per la presenza di diverse banche e sedi di importanti attività cittadine. Deve il suo nome alla facciata della chiesa di San Bartolomeo, risalente al XII secolo e quasi mimetizzata tra gli altri palazzi. Al centro del campo si erge imponente una statua in bronzo su di un alto piedistallo in marmo. Si tratta della statua di Carlo Goldoni, noto commediografo settecentesco veneziano.

Campo San Bartolomeo e statua di Carlo Goldoni

Mappa di cosa vedere nel sestiere San Marco di Venezia ^

Ecco la mappa delle attrazioni da vedere nel piccolo sestiere San Marco di Venezia.

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Guida al Sestiere San Marco di VeneziaScopri tutte le attrazioni da vedere nel sestiere San Marco di Venezia. Mappa, fotografie e descrizioni per organizzare la visita.https://www.lorenzotaccioli.it/guida-sestiere-san-marco-venezia-cosa-vedere/
Lorenzo Taccioli