L’Area Geotermica di Gunnuhver, il Faro di Reykjanesviti e Valahnukur

Fumo di Gunnuhver e lago azzurrissimo

Come raggiungere l’area geotermica di Gunnuhver

Lasciatoci alle spalle l’emozionante area di  Krysuvik Seltun, raggiungiamo un’area altrettanto incantevole e ricca di contraddizioni tipiche della natura islandese. Siamo ormai giunti a Gunnuhver, come ci aveva consigliato il proprietario della nostra camera a Grindavìk.

Dopo circa 45 minuti di auto sulle strade 427 e 425 del sud ovest dell’Islanda troviamo una stretta strada sterrata che conduce fino alla nostra destinazione. L’imbocchiamo procedendo lentamente fino ad arrivare in un largo spiazzo dove oltre a noi è presente una sola altra macchina. Gunnuhver è un luogo sperduto e sono ormai le 23 di sera, nonostante fuori ci sia ancora il sole ad illuminare la nostra ultima serata in terra islandese.

Reykjanesviti Faro Piu Antico di Islanda

Non appena ci avviciniamo al piccolo sentiero che conduce all’interno dell’area geotermica rimaniamo incantati: il sole basso illumina un faro in lontananza costruito su di un piccolo colle che domina un’alta scogliera a strapiombo sul mare, il tutto contornato dal costante fumo che esce dalla potente caldara di Gunnuhver. Vogliamo visitare meglio tutti e tre i luoghi a così breve distanza l’uno dall’altro.

Gunnuhver: la potenza del sottosuolo

Gunnuhver si trova nell’estremo sud ovest della penisola di Reykjanes ed è tra le aree geotermiche più attive di tutta l’Islanda, con grandi fumarole le cui acque (e vapori) arrivano fino a 300° C. Appena si arriva si è accolti da un grande cratere contenente fango che con i suoi 20 metri di diametro è tra i più grandi di tutta l’isola. Non è possibile distinguere chiaramente le sue forme, tanto è il vapore che viene sprigionato dal sottosuolo. Una volta c’era anche una piccola passerella di legno che permetteva di avvicinarsi, forse troppo, alla bocca del cratere.. oggi è ancora possibile vederla, ma sembra quasi essere stata inghiottita dalla solfatara. L’odore intorno è piuttosto forte e acre, ma la curiosità di avvicinarsi alla bocca del cratere è tanta da riuscire facilmente a sopportarlo.

Tutti intorno alla bocca ribollente di Gunnuhver la terra si colora con sfumature di giallo e di rosso, fino addirittura al bianco a causa dei minerali nel sottosuolo. Solo avvicinarsi attraverso il sentiero predisposto, ci espone a una forte umidità, quasi da sembrare di essere in una sauna. La potenza del sottosuolo ribollente è stata sfruttata da una vicina centrale geotermica di modeste dimensioni.

La terrificante leggenda di Gunna

Il nome Gunnuhver deriva da un’antica leggenda islandese: proprio nei dintorni di quest’area si aggirava una donna fantasma, conosciuta con il nome di Gunna (Gudrunu Onundardottur), iscritta anche al censimento della popolazione del 1703. Gunna era ospitata nella casa di un avvocato ma improvvisamente smise di pagare l’affitto, così l’avvocato le portò via la sua unica proprietà: una pentola per cucinare. Questo mandò su tutte le furie Gunna che impazzendo rifiutò cibo e acqua fino a che non morì. Durante il funerale l’uomo che trasportava la salma nella bara per il cimitero si accorse improvvisamente che questa era diventata estremamente leggera e mentre veniva scavata la fossa nella terra le persone iniziarono a udire una donna che esclamava “non c’è bisogno di scavare tanto in profondità, non prevedo di starci a lungo!”. Era la voce di Gunna che si era trasformata in uno spettro. La notte successiva venne rinvenuto il corpo del locatore in mezzo alla brughiera, blu e con le ossa rotte: la vendetta di Gunna era stata compiuta!
Nel giro di poco l’intera penisola di Reykjanes era stata infestata e fu trovata morta la moglie del locatore, altre persone diventarono pazze e altre ancora morirono dopo aver visto il fantasma di Gunna! La popolazione terrorizzata chiamò un famoso esorcista dell’epoca che trovò la soluzione: diede loro un gomitolo di lana e disse di usarla contro Gunna! Tutto funzionò come da lui spiegato: Gunna incuriosita afferrò una delle estremità, mentre il gomitolo venne lanciato dentro alla grande caldara. Lei seguì il gomitolo e precipitò all’interno della terra ribollente, dando ufficialmente il nome a Gunnuhver. Alcune persone vedono ancora Gunna girare intorno al bordo del cratere e urlare ripetutamente come quando vi precipitò all’interno.

Il lago turchese

A pochissima distanza dalla caldara c’è un piccolo laghetto incredibilmente azzurro, a causa del minerale di silicio che si trova all’interno delle sue acque. Il sentiero per raggiungerlo non è segnato, quindi è necessario camminare in mezzo al terreno, spesso mezzo sciolto per via delle temperature sottostanti.. è quindi anche un po’ pericoloso ed è consigliabile prestare la massima attenzione e, potendo, verificare come muoversi anche con l’aiuto di un bastone. Saliti sul ciglio del lago però, ci si sente veramente fuori dal mondo, spettatori di un panorama incredibile quanto misterioso. A sinistra si trova un piccolo laghetto turchese racchiuso in rocce nere di origine lavica e a destra una grossa colonna di fumo costante si alza dal terreno e circonda tutto il panorama. Questa terra non smette mai di stupirmi!

Il faro Reykjanesviti: il più antico di Islanda

Le meraviglie però non sono finite, ricordate quel faro che si vedeva poco distante? Un sentiero, questa volta ben tracciato ed eventualmente percorribile in macchina (solo arrivando dalla parte opposta al laghetto) conduce fin sotto alla struttura. Si tratta di Reykjanesviti: il faro più antico di tutta l’Islanda! Sorge su di una piccola collina che aiuta a far emergere ancora di più la bianca torre alta circa 31 metri. La sua costruzione avvenne nel 1878, ma appena 8 anni dopo si verificò un terremoto che la distrusse. Nel 1907 venne ricostruito in cemento, ma dandogli un aspetto comunque tradizionale. Da quell’anno illumina l’orizzonte a un’altezza di 73 metri sul livello del mare. Al suo interno è addirittura presente un’abitazione a due piani riservata al custode che ci vive ancora.

Sterna codalunga attaccano Stefano

Per raggiungere a piedi il faro di Reykjanesviti è necessario passare per un tratto di strada dove diverse sterne codalunga (uccelli tipici islandesi) sono pronti ad attaccare (fisicamente e ‘verbalmente’) chiunque transiti. Io stesso a un certo punto ho cominciato a correre, dopo essermi tirato su il cappuccio, per sfuggire ai loro attacchi. In realtà sembrerebbe che non si avvicinino tanto da toccare le persone, ma sicuramente arrivano entro la distanza di un metro, per poi tornare a volare alti e ripresentarsi subito dopo. Le sterne codalunga sono infatti estremamente territoriali e tendono a proteggere molto i loro spazi.

Le scogliere di Valahnukur

Al di là del faro si trova infine Valahnukur: un’alta montagna che si affaccia sull’oceano Atlantico davanti alla Groenlandia! Si tratta di un monte di origine lavica (neanche a dirlo!) che scende a strapiombo sul mare. Un sentiero conduce fino a metà del monte, poi è necessario procedere (a proprio rischio) sul ripido crinale di sassi e bassa vegetazione. Ovviamente procediamo fino ad arrivare al bordo che si affaccia sulle scogliere adiacenti, durante un tramonto perenne del sole di mezzanotte (luce del nord). Davanti a noi solo uno scoglio, qualche macchina accampata nella distesa che forma una spiaggetta poco più avanti e un faraglione in mezzo al mare chiamato Karl. Le sensazioni che si provano in posti del genere sono davvero indescrivibili, rese ancora più magiche dall’orario (circa la mezza di notte). Intorno a noi tantissimi gabbiani volano alla ricerca di cibo, per poi appoggiarsi nelle rocce aspre delle scogliere.

Bisogna prestare attenzione e non confondere il nome di queste rocce frastagliate con la zona montuosa posta sempre nel sud dell’Islanda, ma al centro. In Islanda, infatti, mi è capitato più volte di trovare luoghi distanti tra loro ma che portano lo stesso nome.

Scogliera di Valahnukur - tramonto sul mare - Islanda

Rimaniamo ad ammirare il paesaggio e io vorrei che il tempo si dilatasse e mi consentisse di rimanere qui ad ascoltare in silenzio l’acqua che si infrange sotto di noi in uno degli angoli più sperduti che abbia mai visitato.

Il vulcano Skalafell e Haleyjabunga

Vulcano Skalafell - Haleyjabunga

Quando decidiamo di riprendere il viaggio, che teoricamente dovrebbe volgere verso l’hotel (DOVREBBE, ma non sarà così!), ripassiamo attraverso il pericoloso tratto dove le sterna codalunga attaccano i turisti e scorgiamo poco distante da noi il profilo del vulcano Skalafell, in mezzo a un campo di origine lavica sembrerebbe dormire pacifico.. ma visto il movimento del sottosuolo circostante non è da dare per scontato che sia effettivamente così!
A poca distanza anche Haleyjabunga: un basso e largo (20 / 25 metri) cratere formatosi almeno 9.000 anni fa durante una potentissima eruzione di lava. Al suo interno è presente uno spesso manto che contiene un minerale verde conosciuto con il nome di olivine.

Scopri tutto il tour di 8 giorni in Islanda:

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L'Area Geotermica di Gunnuhver, il Faro di Reykjanesviti e ValahnukurGunnuhver: colonne di vapore contrastano con laghi turchesi e con il faro più antico di Islanda: Reykjanesviti. Sullo sfondo Valahnukur: scogliere magiche!https://www.lorenzotaccioli.it/gunnuhver-faro-reykjanesviti-valahnukur/
Lorenzo Taccioli