Jelling – i Resti Vichinghi Patrimonio UNESCO

Dettaglio sui blocchi in cemento che ricalcano la antica forma della guida vichinga

L’ultima tappa di questa giornata in Danimarca è Jelling, un luogo davvero sorprendente al centro dell’isola di Jutland, strettamente legato alla storia dei vichinghi.

Ritengo che, anche se leggermente fuori mano (dista una ventina di minuti in auto da Vejle su di una strada che sale su basse colline), sia una delle tappe imperdibili di tutta la Danimarca, considerata da molti La Mecca dei danesi.

Cos’è Jelling ^

Jelling è un piccolo paesino tranquillo che nasconde però dei reperti di incredibile importanza. Sembra che proprio qui sia nata la cristianità che poi si è sviluppata in tutta la Danimarca, così come la monarchia pare aver avuto le sue origini qui.

Durante la dominazione vichinga fu proprio Jelling la sede della corte del re Gorm il Vecchio, il capostipite di una stirpe reale che ancora oggi, dopo un migliaio di anni, esiste. Ovviamente quest’area è stata presa d’assalto dagli archeologi, con l’intento di riportare in superficie i resti del castello di Gorm che purtroppo non è ancora stato trovato.

Tuttavia sono molti i reperti riemersi, come i grandi tumuli ai lati della chiesetta in cui si suppone venissero seppelliti i vichinghi e due pietre runiche di inestimabile valore.

Dal 1994 Jelling è inserito tra i siti Patrimonio dell’UNESCO e l’intera zona è stata valorizzata attraverso un’installazione artistica che richiama chiaramente la forma di una grande nave vichinga e che ingloba tutte le attrazioni legate all’epoca vichinga.

Panorama sul cimitero - la chiesa e le pietre runiche di Jelling

Cosa Vedere a Jelling ^

La visita di Jelling è davvero interessante e non potrà che lasciarvi affascinati. Le sue attrazioni sono per la maggior parte all’aperto, quindi sarà possibile visitarle a qualunque ora della giornata. Inoltre tutti gli ingressi sono gratuiti.

Arrivati a Jelling parcheggiamo l’automobile in uno dei tanti parcheggi lungo la strada. Nonostante le lunghe giornate estive della Danimarca il tramonto si sta avvicinando e in giro ci sono poche persone. Il vento fresco e una leggera pioggerella fanno il resto e abbiamo praticamente tutto il sito a noi riservato.

I Tumuli Sepolcrali di Jelling ^

Quello che notiamo come prima cosa sono le due alte collinette a destra e a sinistra della chiesa: questi sono i famosi tumuli sepolcrali di Jelling. Creati circa un migliaio di anni fa dai re vichinghi Gorm e Aroldo Dente Azzurro.

Si pensa che i tumuli fossero le aree in cui venivano seppelliti i vichinghi una volta passati a miglior vita.

Il tumulo posto a sud è quello più grande dei due ed è anche il più grande in assoluto di tutta l’epoca vichinga e raggiunge un’altezza di circa dieci metri e  un diametro di circa settanta. Si stima che per crearlo siano stati necessari ben due milioni di tappeti erbosi. Scavandolo, però, non è mai stata trovata alcuna tomba al suo interno e ciò non fa che infittire il mistero circa l’utilizzo di questa collinetta. Nel 1820, invece, venne scoperta una tomba dentro al tumulo nord con al suo interno svariati oggetti preziosi, tra cui una famosa coppetta decorata, nota come la coppetta di Jelling. Questi ritrovamenti sono esposti nella “casa dei Vichinghi”, ovvero il museo attiguo al sito. All’interno del tumulo non è però stato trovato il corpo del re Gorm come invece ci si aspettava: è possibile che fosse stato spostato all’interno della tomba sotto la chiesa al centro dell’attuale cimitero.

Jelling - Tumuli Sepolcrali Vichinghi

La Palizzata e la Nave Vichinga ^

Nel 960 il re Aroldo Dente Azzurro fece creare una grande palizzata intorno ai tumuli, lunga ben 1,4 chilometri, a protezione di tutto il sito. Oggi lo stesso perimetro è stato ricreato attraverso una passerella in cemento dalla quale si innalzano dei pilastri appuntiti che ricordano la costruzione originale.

Durante l’epoca vichinga questa palizzata serviva come protezione e chiunque arrivasse a Jelling si fermava davanti a questo sbarramento creato da pali di quercia alti dai tre ai quattro metri, ritrovati e datati da parte degli archeologi.

Accanto alla palizzata vennero costruite tre lunghe case, ora ricoperte in superficie con del calcestruzzo. Si pensa che originariamente questi edifici venissero impiegati come caserma a protezione degli uomini del re, oltre che a proteggere gli ambienti circondati dai pali da eventuali frecce nemiche scoccate da archi.

Sembra che l’ingresso a tutta questa struttura fosse possibile solo attraverso una porta posizionata a nord. Questa era abbastanza stretta e consentiva l’ingresso esclusivamente a due cavalieri affiancati o a un piccolo carro. Si suppone quindi che ci fosse un secondo ingresso più largo altrove, ma non è mai stato trovato, nonostante gli accurati studi archeologici.

Dentro al perimetro sono stati ritrovati anche i resti di alcuni grandi monoliti disposti a guisa di scafo di una nave vichinga. Pare che questi siano riconducibili ad un precedente sito vichingo e che indicassero il luogo di sepoltura dei morti. Secondo la tradizione nordica i morti potevano navigare su questa nave verso gli dei di Valhalla. Questa aveva una lunghezza di 350 metri ed è stata ricreata attraverso delle piastrelle in cemento bianco che seguono il perimetro e si alzano e si inclinano a seconda della loro posizione. Il risultato visto dall’alto è piuttosto sorprendente: i punti migliori per apprezzarlo al meglio sono senz’altro le sommità dei due tumuli. Sembra anche che sotto le piastrelle all’estremità nord siano state trovate alcune pietre originali vichinghe.

Le Pietre Runiche di Jelling  ^

Le pietre runiche sono posizionate all’interno del cimitero che circonda la chiesetta. Troviamo i cancelletti d’accesso chiusi, ma è sufficiente abbassare la maniglia per aprirli.

Le due pietre runiche sono conservate all’interno di spesse teche di vetro e bronzo proprio di fianco alla chiesetta bianca, tra le tombe. La protezione è stata necessaria dopo oltre mille anni di esposizione agli eventi atmosferici, che stavano creando dei seri danni a questi reperti. Prima di essere protette, nel 2011, un quindicenne ebbe la brillante idee di spruzzare con una bomboletta spray la pietra più grande. La vernice, non totalmente indurita, venne rimossa con un’abile opera di restauro. Le due pietre in gneiss, originarie di epoca vichinga, sono riconducibili ai due re: Gorm e il figlio Aroldo Dente Azzurro. Tutte e due furono ritrovate nella cittadina di Jelling.

Entrambe le pietre runiche sono state fondamentali per quel che riguarda la documentazione e la narrazione della storia danese.

Pietra Runica di Gorm ^

Pietra Runica di Gorm - Jelling Danimarca

Sulla pietra del re Gorm, la più piccola, è stato ritrovato per la prima volta il nome “Danimarca” come appellativo di questa nazione. Il testo scritto sulla pietra è in danese antico e rappresenta anche il più antico testo scritto da un sovrano danese mai ritrovato. La pietra risale al X secolo e venne fatta creare dal re in onore della moglie Thyra. La pietra di Gorm era già conosciuta nel 1586 e venne rinvenuta di fronte all’ingresso della chiesa di Jelling, dove veniva utilizzata come panca. Questa pietra è alta circa 1,85 metri, larga 1,07 ed ha una profondità di circa 50 centimetri.

Pietra Runica di Aroldo Dente Azzurro ^

Sulla pietra più grande, risalente al 965, quella di Aroldo Dente Azzurro, invece si trova la testimonianza che lo stesso Aroldo ha convertito i danesi al cristianesimo. Proprio qui infatti è ritratta un’antica effige nordica utilizzata per rappresentare Cristo, oltre a un testo scritto che significa circa “il re Aroldo ordinò che questa pietra fosse consacrata a Gorm, quell’Aroldo conquistò la Danimarca e la Norvegia e convertì i danesi al cristianesimo.”. La pietra di Aroldo è la più recente tra le due e venne commissionata da questo re per commemorare i genitori: re Gorm e Thyra. Questa raggiunge un’altezza di ben 2,43 metri ed è suddivisa in tre parti: la prima larga circa 2,90 metri ha solo incisioni runiche, la seconda larga 1,62 metri riporta l’illustrazione di un serpente che avvolge un leone e la terza, larga 1,58 metri, è decorata con l’immagine di Cristo posizionato come in croce e impigliato in dei rami. Questa è anche la più antica raffigurazione di Cristo presente in tutta la Danimarca e sembra avere dei parallelismi con la scena dell’impiccagione del dio pagano Odino che si dice essere stato appeso ad un ramo e trafitto da una lancia.
La pietra runica di Aroldo Dente Azzurro venne ritrovata interrata nei dintorni della città di Jelling e, come la precedente, è nota già dal 1586. Si stima che il lavoro accurato svolto sulla roccia abbia richiesto circa un anno di lavoro di un abile artigiano. Il testo qui scritto fu redatto in danese antico che, a differenza del runico, veniva scritto in orizzontale anziché in verticale.

Pietra Runica di Aroldo Dente Azzurro - Conversione al Cristianesimo - Jelling

La Chiesa di Jelling: La Mecca dei Danesi ^

Il re Araldo Dente Azzurro aveva deciso di creare qui il suo regno e il regno non poteva essere completo senza una chiesa. Proprio qui venne edificata una delle prime chiese in pietra di tutta la Danimarca, intorno all’anno 1000, proprio in mezzo ai due grandi tumuli sepolcrali. Negli anni settanta dello scorso secolo furono fatti degli scavi archeologici che portarono alla luce i resti di un uomo che riposava proprio sotto la chiesa. Si pensa che questo sia il corpo del re Gorm: sulla pavimentazione è ancora presente una piccola striscia color argento che segna la posizione della tomba. Questo ritrovamento fa pensare che l’edificio sia stato costruito proprio come chiesa funeraria e la disposizione scomposta delle ossa e la mancanza di alcune ossa del corpo fa propendere per l’idea che la sepoltura originaria fosse stata fatta in altro luogo, probabilmente nel tumulo settentrionale, e il corpo fosse poi stato trasferito qui. I gioielli trovati all’interno della tomba, così come alcuni anelli d’oro che potevano appartenere alle vesti del defunto, fanno ben sperare sul fatto che il corpo potesse effettivamente essere del re Gorm. Il corpo ritrovato è stato esposto per 23 anni nel museo nazionale danese di Copenaghen e, nel 2000, è stato riportato qui e riseppellito sotto la chiesa come segnalato dalle strisce argentate.

Facciata della chiesa di Jelling

L’attuale chiesa pare risalire ai primi anni del XII secolo e si presenta come una piccola chiesetta dalle pareti imbiancate a calce e sostituisce la precedente costruita in legno e pietra che a sua volta sostituisce le due precedenti che furono vittime di incendi. Al suo interno sono presenti alcuni affreschi del XII secolo, ottimamente restaurati e che rappresentano gli affreschi più antichi di tutta la Danimarca.

Si pensa che questa chiesa, purtroppo chiusa durante la nostra visita, sia considerata talmente importante per il regno di Danimarca che tutti i danesi vogliono visitarla almeno una volta nella vita prima di morire: La Mecca della Danimarca.

Il Museo – la Casa dei Vichinghi ^

Adiacente al sito UNESCO di Jelling è stato costruito un museo il cui ingresso è gratuito, nominato appunto “Casa dei Vichinghi”. Al suo interno è possibile avere maggiori informazioni circa i ritrovamenti avvenuti qui, ma anche in generale sulla vita in epoca vichinga. Alcuni approfondimenti riguardano la storia di Gorm e di Aroldo Dente Azzurro e vengono proposti attraverso una visita multimediale ricca di suoni, luci ed effetti speciali.

Aroldo Dente Azzurro e Bluetooth ^

Forse non è così automatico pensare che Bluetooth significhi proprio Dente Azzurro. Questa non è una casualità, infatti la tecnologia che oggi viene impiegata per lo scambio di dati a breve distanza, deve il suo nome proprio al personaggio di Aroldo. Questo re passò alla storia per avere unificato i territori della Danimarca e della Norvegia che ai tempi erano occupati da tribù in perenne lotta tra loro. Il termine Bluetooth è stato quindi scelto da Ericsson (azienda scandinava) per identificare un sistema che permette a due tecnologie diverse ma vicine di mettersi in contatto tra loro. Anche il simbolo del Bluetooth è legato alla storia di Aroldo Dente Azzurro: è infatti la combinazione dei simboli runici che fanno riferimento alle lettere H e B (Harald Blåtand o Aroldo Dente Azzurro).

In tutta la Danimarca ci sono altri luoghi vichinghi storici. Scoprili nell’itinerario completo alla scoperta della Danimarca.

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Jelling - i Resti Vichinghi Patrimonio UNESCOScopri l'affascinante visita al sito di Jelling, dove due antiche pietre runiche sono accolte tra tumuli vichinghi e una "grande nave" del X secolo.https://www.lorenzotaccioli.it/jelling-i-resti-vichinghi-patrimonio-unesco/
Lorenzo Taccioli