Keith Haring – Radiant Vision – Mostra alla Reggia di Monza

Radiant Vision - Opere di Keith Haring in mostra alla Villa Reale di Monza

Le opere di Keith Haring sono celebri e apprezzate per la loro immediatezza. Tra i maggiori street artist di sempre, decise che l’arte doveva uscire dai circuiti nei quali era sempre stata relegata e iniziare a circolare tra le persone. Per questo motivo ancora oggi puoi vedere diverse sue opere per i muri delle città (una anche a Pisa).

Nonostante ciò sono numerose le esposizioni organizzate sulle opere dell’artista all’interno dei musei. La mostra Radiant Vision, organizzata alla Reggia di Monza, presenta più di 130 opere, con alcune di queste mai esposte prima in Italia.

Chi è Keith Haring ^

Keith Haring è uno dei più celebri artisti del novecento. La sua pop art è divenuta un’icona conosciuta in tutto il mondo. Le sue opere fanno ricorso a uno stile immediato e festoso e rappresentano una moltitudine di personaggi stilizzati e bidimensionali estremamente riconoscibili.

Bambini, cani, computer, angeli, piramidi, cartoni e televisori sono solo alcuni dei soggetti attraverso i quali Keith Haring lanciava messaggi chiari e su temi controversi nei suoi anni. Capitalismo, razzismo, omofobia, riarmo nucleare, droga e AIDS sono solo alcuni degli argomenti che puoi ritrovare nelle sue opere, affiancati ad altri più gioiosi come il sesso, l’amore e la felicità.

Lo scopo di Keith Haring era produrre un’arte che fosse per tutti. Per questo motivo non esitò a utilizzare ogni supporto gli capitasse per mano, dai muri alla carta, dalla carrozzeria delle automobili a capi di abbigliamento, da teloni in vinile alle tele. L’obiettivo era quello di portare l’arte al di fuori di musei e gallerie, facendola fruire a quante più persone possibili e ignorando gli interessi del fiorente mercato artistico.

Nonostante i temi sociali affrontati in maniera esplicita nelle sue opere, Keith Haring decise di non fornire mai alcuna spiegazione, lasciandole inoltre quasi tutte senza nome. L’artista sosteneva che esplicitare una definizione delle opere metteva il fruitore nella condizione di avere un ruolo prettamente passivo. L’obiettivo di Keith Haring era quello di far partecipare lo stesso fruitore al processo creativo, sviluppando una propria interpretazione dell’opera.

Breve biografia di Keith Haring ^

Nato il 4 maggio del 1958 in Pennsylvania, mostrò una fortissima passione per il disegno già da bambino, passione che lo stesso padre incoraggiò fin da subito. Ammaliato dai personaggi per bambini, come quelli di Walt Disney e dei fumetti, questi lo influenzarono da piccolo e lo accompagnarono per tutta la sua carriera artistica.

Keith Haring ricevette un’educazione religiosa, che l’accompagnò per tutta la vita nell’elaborazione delle sue opere. Già in fase adolescenziale entrò però in contatto con droghe ed alcool, ma ciò non gli impedì di sviluppare la sua arte.

Tra i momenti fondamentali della sua vita artistica ci fu la visita a un museo in cui trovò esposte le opere grafiche di Andy Warhol. Nel 1976 Keith Haring decise di iscriversi all’Ivy School of Professional Art di Pittsburgh dove frequentò le lezioni di grafica pubblicitaria. Presto si accorse però che questa non era la sua strada e dopo due semetri abbandonò gli studi e cominciò una serie di lavoretti per mantenersi. Tra questi ci fu anche quello di cuoco in una caffetteria, dove espose per la prima volta i suoi disegni.

Nello stesso tempo cominciò a divorare libri su grandi artisti, quali Jackson Pollock e Paul Klee, fino a incontrare nel 1977 l’artista Pierre Alechinsky, che diede nuova linfa alla sua fame di arte. L’anno successivo, anche grazie alle conoscenza maturate, Keith Haring organizzò la sua prima mostra personale, la quale ebbe un enorme successo. Nel 1979, ormai dentro al giro degli artisti, conobbe anche Jean-Michel Basquiat, con il quale strinse una duratura amicizia e il quale lo presentò ad Andy Warhol.

Trasferitosi a New York iniziò a frequentare i corsi della School of Visual Art e apprese i rudimenti del disegno, della pittura e della scultura. Continuò così la sua produzione artistica, unita a una sfrenata vita sociale. Anche questa volta decise di lasciare i corsi scolastici, perché li trovava troppo stretti per la sua necessità di esprimersi per le strade cittadine.

Nel 1980 partecipò al Times Square Show, la prima mostra dedicata all’arte underground statunitense. Qui scoprì il fascino dei graffiti, tema poi riaffrontato in mostre successive. Cominciò presto a utilizzare spazi pubblicitari vuoti della metropolitana di New York per esprimere il suo estro, in una sorta di laboratorio pubblico. Fu qui che nacquero importanti figure dell’immaginario di Keith Haring, tra cui il bambino raggiante.

La fama di Keith Haring era in continua ascesa e nel 1982 ci fu la sua prima mostra personale. Fino a quel momento aveva rifiutato le proposte di esporre la sua arte all’interno dei musei, preferendo la strada e le banchine della metropolitana. La mostra del 1982 fu organizzata alla Tony Shafrazi Gallery e fu un enorme successo di pubblico, tanto che si dice vennero vendute opere per circa 250.000 dollari nel giro di pochi giorni.

Alle sue mostre iniziarono a partecipare noti artisti dell’epoca, quale Roy Lichtenstein, Richard Serra e Robert Rauschenberg. Presto il suo nome cominciò a circolare anche in Europa. Nel 1983 arrivò anche in Italia, alla galleria Lucio Amelio di Napoli e nel 1984 espose alla Biennale di Venezia. Si susseguirono rapidamente numerose mostre per il Vecchio Continente e altrettanto numerose furono le commissioni.

Nel 1986 aprì il Pop Shop a SoHo, dove vendeva magliette e gadget con le sue opere, entrando così dalla porta principale nell’olimpo della Pop Art.

Gli anni ottanta furono il periodo che conobbe l’esplosione dell’AIDS e Keith Haring divenne molto sensibile al tema, vedendo morire molti suoi amici. In diverse opere affrontò la tematica, quasi con un’obiettivo di deterrenza. Celebre è il dipinto AIDS del 1985. Tuttavia anche lui contrasse la malattia nel 1988. Nel giro di pochi mesi le sue condizioni di salute si aggravarono, tanto da rendergli impossibile anche dipingere. La sua ultima opera fu Tuttomondo del 1989, eseguita sulla parete esterna del convento di Sant’Antonio a Pisa. Questa rappresenta un inno alla vita e lo stesso artista l’ha definito uno dei progetti più importanti che abbia mai fatto.

Prima di morire Keith Haring fondò la Keith Haring Foundation. Questa aveva l’obiettivo di portare avanti le sue iniziative a favore dei bambini e della lotta contro l’AIDS. Lasciò infine questo mondo a 31 anni, il 16 febbraio 1990, a causa di complicanze legate alla malattia.

La mostra Radiant Vision di Keith Haring alla Reggia di Monza ^

La mostra Radiant Vision con le opere di Keith Haring approda alla Reggia di Monza dopo quattro tappe in America, nel Missouri, a New York, in Florida e infine in Pennsylvania.

In mostra potrai trovare decine di opere, buona parte delle quali provengono da una collezione privata. Qui potrai vedere serigrafie, disegni su carta, manifesti e litografie che ripercorrono la breve ma intensa carriera di Keith Haring.

Ci sono tutti i temi cari all’artista nelle opere esposte, dal disarmo nucleare alla lotta all’AIDS, dai diritti civili al benessere dei bambini.

Ecco alcune delle opere che potrai vedere in mostra a Radiant Vision.

White Icons ^

White Icons di Keith Haring - Stampe in rilievo su carta del 1990

Keith Haring è divenuto celebre per il suo stile grafico distintivo, applicato a un’infinità di progetti, di medium e di materiali. Questo stile è ben distinguibile a distanza, grazie all’utilizzo di colori accesi e a contrasto tra loro.

Nelle cinque stampe che puoi vedere in White Icons c’è però qualcosa di differente. Devi avvicinarti per scorgere l’opera. Qui percepisci il risultato del desiderio di Keith Haring di sperimentare tecniche di stampa insolite. Queste opere sono state realizzate imprimendo sul foglio bianco una piastra metallica con il disegno in rilievo.

Le White Icons riprendono infatti i semplici simboli con linee nette che caratterizzano la produzione dell’artista. L’assenza del colore serve a semplificare ulteriormente le immagini e a concedere un tono più sottile alle opere.

Radiant Baby ^

Poster del Radiant Baby - Keith Haring

In mostra a Radiant Vision c’è anche una delle produzioni più celebri di Keith Haring: il Radiant Baby. Tante sono state le interpretazioni attribuite a questa icona, tra cui il coinvolgimento dell’artista nel Jesus Movement negli anni settanta.

I raggi infatti partono dal bambino e si emanano verso l’esterno, come per enfatizzare il bambino come figura sacra nella stessa maniera in cui veniva fatto con Gesù.

Keith Haring descrisse il Radiant Baby come il simbolo dell’esperienza più pura e positiva dell’esistenza umana e utilizzò questa figura come simbolo di speranza per il futuro. Spesso utilizzò quest’icona disegnandola su pezzi di giornale che, firmati, regalava ai suoi fan.

La sua nascita è nel 1980, quando apparve nei suoi Subway Drawings anche se, originariamente, somigliava più ad un adulto a quattro zampe. Venne poi definito Baby quando Keith Haring prese a disegnarlo con la testa più grande e il corpo più compatto. L’artista amava l’ambiguità che si era creata a riguardo e, come era usuale fare, incentivava le diverse interpretazioni da parte dei fruitori.

La più grande rappresentazione del Radiant Baby è datata 1982, quando questo soggetto fu utilizzato su di un pannello luminoso di 75 metri quadrati a Times Square.

Icons ^

Nella serie Icons puoi vedere i cinque simboli utilizzati con maggiore frequenza dall’artista nelle sue opere. In queste serigrafie del 1990 non manca il mostro con tre occhi, usato spesso come simbolo dell’avidità. Attraverso l’utilizzo di un linguaggio visivo tipico dei cartoni animati, Keith Haring esprime una dura critica al capitalismo imperante nella New York degli anni ottanta.

Il mostro è accompagnato dal celebre cane, il radiant baby, batman e l’angelo, icone utilizzate innumerevoli volte nei suoi lavori.

Medusa ^

Medusa - Opera celebre di Keith Haring - Acquatinta su carta - 1986

Tra le opere più celebri che puoi vedere in mostra a Radiant Vision c’è Medusa. La reinterpretazione di Keith Haring rimuove il viso dell’iconico personaggio e trasforma il suo intricato insieme di capelli in una serie di figure umane. Queste sembrano danzare, come sottolineato dalle linee di movimento tipiche dell’artista.

Questa è la stampa più grande mai realizzata dall’artista e occupa uno spazio di più di due metri per un metro e mezzo di altezza. Questa è il frutto dell’incontro di Keith Haring con il danese Borch Jenesn. Di professione tipografo invitò l’artista a sperimentare la sua nuova macchina da stampa appena installata.

Medusa rappresenta il caos della vita frenetica a New York negli anni ottanta, ma non solo. Nel 1986, anno di produzione, l’artista aveva già visto morire diversi suoi amici a causa degli effetti dell’AIDS. Il mitologico mostro di Medusa simboleggia anche la terribile malattia che in un batter d’occhio portava via ragazzi giovani e sani.

Growing ^

Growing 3 - Serigrafia di Keith Haring - 1988

Growing rappresenta il desiderio dell’artista di emergere dal sistema di valori promosso dalla società su diversi aspetti della vita umana. Razza, genere, classe e sessualità sono solo alcune di queste tematiche.

In Growing c’è una figura nera che si divide in tante altre, collegate dallo stesso contorno. Keith Haring esplora così i vari aspetti sociali che sono all’interno di ogni individuo e che ci differenziano gli uni dagli altri.

Free South Africa ^

Free South Africa - Opere di Keith Haring del 1985 su Apartheid

L’impegno di Keith Haring per la giustizia sociale andava oltre confine. Nel 1984 realizzò la prima delle tre opere qui presenti. Questa raffigura una sagoma nera che si batte per liberarsi dal cappio dell’oppressore bianco.

Con la serie di tre opere di Free South Africa, Keith Haring sostiene il movimento anti apartheid promuovendo la fine della segregazione razziale e la privazione del diritto di voto per i cittadini neri del Sud Africa.

Nella sua rappresentazione le linee di movimento esprimono la rabbia della figura nera e la preoccupazione della figura bianca che sta per essere schiacciata. Proprio questa scena concede al fruitore una speranza per il futuro, dove la popolazione nera riacquisisce potere.

L’artista decise di riprodurre queste immagini riadattandole alla stampa su spille, magliette, poster e stampe da diffondere durante concerti e manifestazioni per aumentare la consapevolezza e promuovere il cambiamento. Ne venne creato anche un manifesto, venduto al prezzo simbolico di un dollaro all’interno del Pop Shop.

Subway Drawings ^

Con le opere esposte in Subway Drawings tornerai agli albori della carriera di Keith Haring, quando agli inizi degli anni ottanta l’artista iniziò ad utilizzare gli spazi pubblicitari vuoti della metropolitana di New York per disegnare le proprie opere con un gessetto bianco.

Queste sono su sfondo nero, perché proprio una carta nera o opaca era utilizzata per coprire gli spazi pubblicitari una volta scaduti. Per cinque anni Keith Haring continuò a disegnare su questi spazi, muovendosi in metropolitana alla ricerca di cartelloni liberi e arrivandone a disegnare anche trenta o quaranta al giorno.

Attraverso la ripetizione e la semplificazione delle immagini, utile per non farsi scoprire, Keith Haring stava gettando le basi per la sua arte. Ogni disegno era inoltre temporaneo, sia nel senso che la creazione di per sè rappresentava un’opera artistica per chi aveva la fortuna di assistervi, sia perché la loro permanenza era legata alla velocità con cui il vecchio cartellone veniva rimpiazzato da uno nuovo. Ciò poteva significare una durata di poche ore come di settimane.

Questa iconografia suscitò molto interesse, tanto che nel 1982 l’artista fu intervistato dalla CBS Evening News. Keith Haring continuò poi questa produzione fino al 1985, quando la sua dilagante fama gli rese impossibile fare queste performance.

Smiling Face with Toungue Out ^

Smiling Face with Toungue Out e altre opere di Keith Haring

La Smiling Face with Toungue Out è uno dei soggetti più frequenti nella produzione di Keith Haring. La sua nascita fu quasi casuale e risale a una mostra collettiva all’Annina Nosei Gallery nella quale gli venne proposto di dipingere direttamente una sua opera su di un muro della galleria, anziché presentarla già fatta.

Rifacendosi ai personaggi della sua infanzia, l’artista decise di disegnare Topolino seguendo le istruzioni di un manuale di quando era bambino. Realizzò una grande bocca sorridente e gli occhi ovali del personaggio. Come d’abitudine iniziò tracciando prima i contorni e poi colorando gli interni della composizione.

Si rese però conto che la composizione non era centrata e gli occhi erano fuori asse rispetto alla bocca. Il risultato non era quindi aderente alla classica immagine di Topolino e decise pertanto di modificarla aggiungendogli un ulteriore occhio.

Nacque così la Smiling Face, una delle sue immagini più celebri, riprodotta poi su copertine di libri, mursales e oggetti vari, anche con una serie di varianti.

Bad Boys ^

Serie completa di Bad Boys - Serigrafia del 1986

La serie Bad Boys testimonia il contributo di Keith Haring nella difesa dei diritti LGBT. Il contesto è quello dell’epidemia di AIDS degli anni ottanta, periodo in cui la malattia circolava specialmente negli ambienti omosessuali.

Nell’ultima fase della carriera dell’artista i temi del sesso e dell’HIV hanno dominato la sua produzione, così come hanno dominato la sua vita personale dopo la diagnosi di positivà all’HIV nel 1988.

Nelle opere presenti in Bad Boys troverai soggetti sessualmente espliciti e inequivocabili forme falliche. Non a caso queste sono le poche opere in cui viene esplicitato il sesso dei soggetti rappresentanti in ogni stampa.

Crack Down ^

Crack Down - Opera di Keith Haring contro il consumo di Crack - 1986

Nel 1986 è andato in scena negli Stati Uniti il concerto Crack Down On Crack. Questo serviva per sensibilizzare e raccogliere fondi per un programma contro la droga. Negli anni ottanta, infatti, il crack prese sempre più piede per il suo prezzo economico e la facilità di distrubuzione. Divenne presto una vera e propria piaga sociale.

Keith Haring era molto sensibile al tema, tanto che partecipò all’organizzazione dell’evento creando poster, programma e biglietto. Il manifesto disegnato dall’artista contiene un grosso piede che schiaccia una pipa da crack sorretta da due figure, ognuna delle quali segnata dalla X che rappresenta la morte.

Oltre alla locandina di Crack Down, trovi esposto a Radiant Vision anche il programma e il biglietto dell’evento.

Non era la prima volta che l’artista si schierava contro la droga, infatti la creazione di questi materiali avvenne a pochi mesi di distanza da quando Keith Haring dipinse il murales Crack is Wack.

Buste Postali ^

Nel 1969 i membri della comunità LGBT si unirono in una manifestazione per lottare contro i maltrattamenti che subivano regolarmente da parte della polizia mentre socializzavano nei locali di Manhattan. Questo segnò il punto di inizio per lotte dei diritti degli omosessuali.

Nel 1989 il servizio postale degli Stati Uniti ha utilizzato l’opera che puoi vedere qui fotografata come timbro commemorativo di quella manifestazione. Il timbro raffigura due coppie di ballerini la cui omosessualità è segnalata dalla forma inconsueta delle loro teste.

Keith Haring è sempre stato attivista per i diritti gay e fieramente omosessuale e il disegno di questo logo risale al 1986, quando lo concepì come logo per l’organizzazione no-profit Heritage of Pride.

Litografie in edizione limitata ^

Litografia in edizione limitata per accompagnare emissione del francobocco delle Nazioni Unite - anno internazionale della gioventù - 1984

La mostra Radiant Vision procede con due litografie in edizione limitata, prodotte in mille esemplari. Queste furono commissionate dalle Nazioni Unite per essere vendute insieme a francobolli in edizione speciale.

Nel 1951 le Nazioni Unite avevano fondato la loro amministrazione postale per poter generare delle entrare e far conoscere il loro lavoro umanitario. In quest’ottica ingaggiò diversi celebri artisti per disegnare francobolli e interpretare i temi e gli obiettivi generali e annuali dell’organizzazione.

Keith Haring collaborò numerose volte con le Nazioni Unite.

La prima occasione, nel 1985, è l’anno nazionale della gioventù e Keith Haring crea una figura stilizzata di un colore blu brillante che balla sotto a un sole rosa su di uno sfondo giallo brillante e un paesaggio rosso. L’intenzione è trasmettere forza e perseveranza.

La seconda occasione, nel 1988, è la giornata internazionale del volontariato. Qui l’artista utilizza dei geroglifici e una colorazione satura e brillante a celebrare cooperazione e umanità.

Keith Haring era perfetto per l’obiettivo delle Nazioni Unite. Da un lato il suo stile colorato e lineare si adattava bene alla piccola dimensione dei francobolli, dall’altra il suo spiccato attivisismo si sposava con la missione altruistica delle Nazioni Unite. L’utilizzo poi delle sue opere nei francobolli rispondeva anche alla volontà dell’artista di celebrare l’arte al di fuori delle mura di musei e gallerie.

Successivamente l’artista realizzò una scultura presso la sede centrale dell’ONU a New York nel 1986, progettò due manifesti nel 1988 e nel 1989 per l’UNICEF e disegnò un ulteriore francobollo per promuovere la consapevolezza sull’AIDS, che venne pubblicato a distanza di un mese dalla sua morte.

Il ritratto di Keith Haring ^

Nel 1986 la celebre fotografia Annie Leibovitz viene incaricata da una rivista di fotografare Keith Haring. Il set della foto è stato ricreato per somigliare ad un salotto, poi dipinto di bianco. Non manca il tocco dell’artista che lo ha poi decorato con linee nere che proseguono anche lungo tutto il suo corpo nudo.

La fotografa ha immortalato la passione dell’artista per la sua arte immergendolo all’interno di essa. Il servizio fotografico si concluse poi nella vicina Times Square.

La rivista committente chiuse i battenti prima di poter pubblicare lo scatto, ma questo è divenuto comunque una delle fotografie più iconiche dell’artista. Keith Haring è qui in parte opera e in parte uomo, grazie all’intervento diretto su se stesso.

Al fianco della fotografia trovi esposti i provini che documentano l’attività di Keith Haring mentre disegna l’intera stanza.

Il Pop Shop ^

Poster del Pop Shop - 1986 - Stampa offset

Keith Haring ebbe l’abilità di interpretare il gioco della domanda e dell’offerta all’interno del mercato dell’arte. Solitamente gli artisti erano invitati a produrre pochi oggetti in maniera meticolosa, in modo che il loro prezzo si impennasse. Lui decise invece di capovolgere questo paridigma e inondò il mercato di opere d’arte alla portata di tutti.

Già nel 1983 iniziò a stampare i suoi disegni su magliette da vendere in negozi di abbigliamento. Nel 1986 decise poi di ampliare la gamma di prodotti e aprì un negozio in Lafayette Street. Nacque così il Pop Shop di Keith Haring. Pareti e pavimenti erano tutti dipinti di bianco e ricoperti da linee nere che rimandavano alla sua iconografia.

Qui i clienti potevano trovare a basso prezzo magneti, borsette, magliette, spille, manifesti e una lunghissima serie di altri oggetti. Un anno più tardi l’artista aprì un secondo Pop Shop a Tokyo, ma questo ebbe scarso successo e chiuse a distanza di circa un anno. Quello di Manhattan ebbe invece un destino molto più fortunato, tanto che sopravvisse all’artista chiudendo solo nel 2005.

Nella mostra Radiant Vision sono esposti una moltitudine di gadget e prodotti che potevi trovare in vendita, oltre che la pubblicità fatta su di un giornale, completa di listino prezzi.

Gli incarichi commerciali ^

L’apertura del Pop Shop diede a Keith Haring ulteriore notorietà. Ma già a partire dal 1984 l’artista venne sommerso da richieste di incarichi da parte di aziende che volevano vivere di riflesso il suo prestigio.

Fu così che nacquero una lunga serie di oggetti a tiratura più o meno limitata. Tra questi Keith Haring dipinse automobili da corsa, promosse scarpe di Adidas, disegnò orologi di Swatch, lavorò alla pubblicità della vodka Absolut e progettò addirittura delle giostre.

Non solo, si trovò a lavorare anche al fianco di amici e colleghi, realizzando set e costumi per il coreografo Bill T. Jones e la musicista Yoko Ono, fornì dipinti per gli scatti di Richard Avedon, disegnò tessuti per Vivienne Westwood.

Tali progetti speciali diventano estremamente importanti per l’artista, che nel suo diario li descrive come una parte fondamentale della sua crescita e della sua vita nel mondo dell’arte.

Nella mostra Radiant Vision puoi vedere diversi prodotti a cui l’artista ha lavorato durante gli anni.

Mother and Child ^

Disegno di Mother and Child applicato al disco A Very Special Christmas - 1987

La serigrafia Mother and Child fu prodotta da Keith Haring per promuovere l’album di raccolta fondi del 1987 A Very Special Christmas. L’obiettivo era raccogliere fondi per gli Special Olympics, una organizzazione no profit realizzata per celebrare le doti atletiche dei bambini con disabilità fisiche e intellettive.

Il primo album pubblicato ha visto la partecipazione di importantissimi artisti che cantavano canzoni natalizie riuniti dal produttore musicale Jimmy Iovone. Tra questi Madonna, Sting, U2 e Bruce Springsteen.

Keith Haring ha creato l’iconica opera d’arte Mother and Child, utilizzata in ogni album della serie. L’ispirazione fu la classica immagine della Madonna con il Bambino. Anche qui puoi vedere la madre che guarda il bambino, mentre lo coccola tra le braccia.

Blue Print ^

Le Blue Print 3, 10 e 14 sono tre della serie di 17 serigrafie prodotte dall’artista basandosi sui suoi disegni originariamenti realizzati tra l’estate del 1980 e il 1981. In quel periodo Keith Haring lasciò la scuola d’arte e cominciò a creare freneticamente delle opere. Queste descrivevano i suoi primi giorni a New York, in una città estremamente frenetica.

Questi disegni erano nati come opere uniche su carta realizzate con inchiostro sumi. La serie era stata esposta nella sua prima mostra a Manhattan nel 1981, ma non ne venne venduto alcun pezzo. I collezionisti erano invece attratti dalle versioni in cianografia.

Nel 1990, a un mese dalla sua morte, Keith Haring ha rivisitato i disegni, creando un portfolio di 17 serigrafie di queste stesse immagini. Questo fatto testimonia sia la volontà dell’artista di sperimentare diverse tecniche di stampa, sia la duratura chiarezza della sua visione artistica.

New York is Book Country ^

Farmer Couple - Kutztown - Man with lovebird - Kutztown - New York is Book Country e altri Poster

Keith Haring realizzò oltre 100 progetti pubblicitari, la maggior parte dei quali realizzati per sensibilizzare l’opinione pubblica o per beneficienza. A partire dal 1982 iniziò la sua produzione pubblicitaria, che tocchò anche picchi di venti manifesti all’anno.

Quello che puoi vedere esposto è stato realizzato per la New York is Book Country e risale al 1985. Questa enorme fiera del libro si svolgeva a Manhattan. Nell’opera c’è una vera e propria festa dei libri in cui romanzi e libri di testo si riuniscono per scorrazzare nelle strade della città. Tra i libri disegnati c’è anche una guida alla breakdance, altra passione di Keith Haring.

Per la fiera veniva solitamente scelto ogni anno un differente artista di libri per l’infanzia, che si occupava di creare la locandina del festival, la cui vendita andava poi a finanziare i programmi di alfabetizzazione giovanile della New York Public Library. Il fatto che Keith Haring sia stato scelto per l’edizione del 1985 testimonia l’impressionante lavoro dell’artista svolto a favore dei più piccoli.

Best Buddies Sculpture ^

Best Buddies è apparso per la prima volta tra i simboli iconici di Keith Haring nel 1987. È una forma volutamente semplice, con figure senza razza, genere o orientamento sessuale specificati. Il motivo è che in questa maniera il fruitore collabora attivamente nell’interpretazione dell’opera.

I soggetti di Best Buddies appaiono come emblemi anonimi di accettazione e amore universale. Keith Haring si è offerto di disegnare questo soggetto per Best Buddies, un ente di beneficienza aperto nel 1987 da Anthony Shriver (nipote di John F. Kennedy) che assiste le persone con disabilità intellettive o dello sviluppo, promuovendo amicizie e sponsorizzando eventi con studenti all’interno della loro comunità.

Ancora oggi Best Buddies utilizza quest’opera di Keith Haring nel suo logo. La scena rappresenta due figure al centro che emanano raggi dal loro abbraccio condiviso e con le braccia avvolte le une intorno alle altre. Questo rappresenta l’interazione tra gli essere umani attraverso valori di cura e amicizia.

La scultura che puoi vedere qui è stata commissionata nel 1989 per una raccolta fondi. Una stampa con lo stesso soggetto venne commissionata poco prima della morte dell’artista e permise di raccogliere 500 mila dollari a favore dell’associazione.

The Story of Red and Blue ^

The story of Red and Blue - Litografie del 1989 di Keith Haring

Originariamente studiate per essere rilegate in un libro di fiabe per bambini per i figli del suo mercante tedesco Hans Mayer, la serie di The Story of Red and Blue è un insieme di venti litografie semplificate che ricordano i personaggi di fantasia dei bambini.

In ogni stampa Keith Haring utilizza pittogrammi generici per produrre l’effetto di un libro per bambini, ma senza una storia sensata. La scena sembra invece concentrarsi astrattamente sui colori rosso e blu, gli unici colori utilizzati in queste opere insieme al colore nero. Lungo le storie si alternano tavole rosse a quelle blu, per poi unirsi nella tavola conclusiva in cui i due colori sembrano inghiottirsi a vicenda formando un perfetto uovo viola.

Nelle immagini realizzate sembra che l’artista partisse da una forma colorata astratta per poi costruirvi intorno un personaggio o un’intera scena. Questo dà dimostrazione della sua immaginazione sconfinata e del suo dinamismo come disegnatore, nonché della continua voglia di giocare anche con i mezzi più semplici.

Kalish Suite ^

Durante tutta la sua carriera Keith Haring dimostrò un’assoluta dedizione nei confronti dei giovani. Si battè per i loro diritti e per incentivarne la creatività, ammirando tutte quelle qualità che col tempo le persone tendono a perdere. Era colpito dall’onestà, dall’espressività e dall’immaginazione dei bambini, qualità che cercava di manifestare continuamente nelle sue opere.

Questa ammirazione si trasformava spesso in progetti congiunti e collaborazioni. Amava talmente tanto confrontarsi con loro che, spesso, mentre dipingeva muri ascoltava musica dance per incoraggiare i bambini a fermarsi e fargli domande. Tra i progetti portati a compimento c’è uno striscione alto oltre 27 metri che raffigura la Statua della Libertà, realizzato con circa 1000 bambini di New York nel 1986. Oppure un murales di 160 metri creato nel 1989 con l’aiuto di 300 bambini in un parco di Chicago.

Keith Haring sosteneva che comunicare con una persona di dieci anni che sta crescendo è importante quanto cercare di produrre un effetto sul mondo intero.

Un altro esempio di queste collaborazioni è la serie Kalish Suite qui esposta.

La raccolta di undici incisioni che puoi vedere in mostra a Radiant Vision è il risultato dello sforzo congiunto di Keith Haring e Sean Kalish, un bambino delle scuole elementari che frequentava il Pop Shop e che dimostrava un talento speciale nel creare immagini simili a quelle prodotte dall’artista.

I due, diventati amici, hanno dato vita a queste undici immagini, selvagge e surrealiste. Si passarono l’un l’altro ogni opera aggiungendo dettagli e particolari, fino a quando non la considerarono completa. Keith Haring apprezzava l’immediatezza e la libertà dei disegni dei bambini, tanto da prendere estremamente sul serio le collaborazioni con loro.

La collezione d’arte di Keith Haring ^

Keith Haring sosteneva che il mercato dell’arte è una delle organizzazioni più pericolose, parassitarie e corrotte del mondo. Queste parole suonano particolarmente strane se si pensa che sono state pronunciate da un’artista il cui successo ha generato un aumento delle quotazioni delle sue opere repentino e stratosferico.

Come altri suoi amici artisti, Andy Warhol per primo, Keith Haring ha però sfruttato la sua posizione per supportare altri artisti più giovani e meno conosciuti, nella convinzione che l’arte sia un bene comune e non una merce da comprare e vendere.

Durante la sua vita Keith Haring ha perciò alimentato un suo personale mercato dell’arte sostenendo amici artisti attraverso regali, scambio di opere o l’acquisto delle loro produzioni. In questo modo, alla sua morte, aveva raccolto un enorme quantità di opere di amici, colleghi e ammiratori.

Nella mostra Radiant Vision trovi esposti alcuni di questi.

L’amicizia con Kermit Oswald ^

Opera di Kermit Oswald appartenuta a Keith Haring - Inchiostro su carta del 1984

Keith Haring e Kermit Oswald si sono conosciuti da bambini nella loro città natale. Entrambi scoprirono il loro talento artistico fin da giovani e rimasero sempre in contatto dopo essersi conosciuti alla Sunday School di Kuztown.

Dopo la laurea Oswald aprì un negozio di cornici e lo stesso Keith Haring fu spesso suo cliente per incorniciare le sue opere, installare mostre e allestire magazzini e spazi di lavoro.

La forte amicizia tra i due fece sì che durante la vita si scambiarono tra loro numerose opere e Keith Haring prese l’abitudine di inviargli un proprio disegno ogni anno come regalo di compleanno. Oswald continuava nel frattempo la sua produzione artistica e le sue opere erano esposte ovunque in casa di Haring.

Anche Kermit Oswald utilizzava l’inchiostro per disegnare ed era attratto dall’arte asiatica per via delle forte presenza di linee calligrafiche a inchiostro. Nelle sue opere dava vita a disegni intensi e contrastrati, come quello esposto in mostra che raffigura le conseguenze di un incidente aereo.

Red Dog for Landois ^

Acrilico su tela di Klaus Richter - 1989

Red Dog for Landois è l’opera che Keith Haring creò nel 1986 a Munster. L’artista Klaus Richter venne chiamato a supportare Keith Haring nella progettazione e realizzazione dell’opera, diventandone così amico e intimo collaboratore.

L’opera dedicata al professore Hermann Landois e al suo zoo ha rappresentato un momento importante nella produzione dell’artista, gettando le basi per i successivi progetti europei. Klaus Richter rimase il collaboratore di Keith Haring per oltre trenta progetti in giro per tutta Europa.

Alcuni anni più tardi Keith Haring visitò una mostra personale di Klaus Richter a Chicago e qui acquistò il piccolo dipinto astratto dell’artista tedesco oggi in mostra. Questo ricorda l’audace semplicità dello stile artistico di Keith Haring stesso.

Keith Haring – Orari della mostra a Monza ^

La mostra Radiant Vision di Keith Haring va in scena dal 30 settembre 2022 al 29 gennaio 2023 all’interno degli spazi dell’Orangerie della Villa Reale di Monza.

Gli orari di apertura sono dal martedì alla domenica dalle 10:00 alle 19:00, con ultimo ingresso alle 18:00.

Biglietti per la mostra di Keith Haring a Monza ^

Puoi acquistare i biglietti per la mostra Radiant Vision di Keith Haring direttamente dal sito ufficiale. Oppure puoi acquistarli direttamente in biglietteria, salvo disponibilità.

Il loro costo, non comprensivo di diritti di prevendita (1,5€ per ognuno), è di:

  • 14€ per l’intero;
  • 12€ per il ridotto under 26 e over 65;
  • 10€ per il ridotto possessori di biglietto per la Villa Reale o carta abbonamenti musei;
  • 6€ per gli studenti fino alle scuole superiori;
  • 40€ per l’ingresso famiglia (2 adulti e 2 ragazzi fino a 18 anni).
https://www.lorenzotaccioli.it/wp-content/uploads/2022/12/Radiant-Vision-Opere-di-Keith-Haring-in-mostra-alla-Villa-Reale-di-Monza-600x400.jpg
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Keith Haring - Radiant Vision - Mostra alla Reggia di MonzaGuida alla mostra Radiant Vision alla Reggia di Monza. Scopri vita e opere di Keith Haring, tra i più celebri street artist del novecento.https://www.lorenzotaccioli.it/keith-haring-radiant-vision-mostra-alla-reggia-di-monza/
Lorenzo Taccioli