La Scarzuola – Guida alla visita della Città Ideale

La Scarzuola - Città ideale di Tomaso Buzzi

La Scarzuola è un luogo particolarissimo da visitare, immerso tra le campagne dell’Umbria. La visita è un’esperienza nell’esperienza, infatti la Scarzuola non è sorprendente solo per la sua particolarissima architettura, ricca di significati stratificati, ma lo è anche per la realtà parallela in cui il suo proprietario è in grado di immergerti attraverso i suoi racconti.

Era il 1957 quando Buzzi, celebre architetto del ‘900 milanese, cominciò a costruire la sua “inedita follia, e continuò a farlo fino alla sua morte avvenuta nel 1981. Quello che oggi possiamo vedere è il frutto degli studi sulla città ideale” secondo l’architetto. La cittadella qui ricreata, anche nota come Città Buzziana, è una macchina teatrale lasciata volutamente incompiuta. Visitandola scoprirai sette teatri, all’aperto e al chiuso, con scenografie naturali ed artificiali, spesso sovrapposte tra loro creando innumerevoli prospettive e punti di vista.

I numerosi simboli, riferimenti e citazioni che troverai alla Scarzuola mettono in comunicazione la città sacra, rappresentata dall’antico convento, con la città profana, rappresentata dalle fabbriche teatrali.

Dove si trova La Scarzuola ^

La Scarzuola è in Umbria, nell’omonima località all’interno della frazione di Montegiove appartenente al comune di Montegabbione. Siamo tra le colline della provincia di Terni, nella parte occidentale della regione, a poca distanza dal confine con la Toscana e la Val d’Orcia e più o meno a metà strada tra il lago Trasimeno e il lago di Bolsena.

Come arrivare alla Scarzuola ^

Puoi raggiungere la Scarzuola esclusivamente in auto, non ci sono mezzi pubblici che conducono fino a qui. È inoltre immersa nella boscaglia e per arrivarci dovrai percorrere una strada bianca un po’ dissestata.

Da Montegabbione dovrai procedere per Montegiove e prendere poi la strada Vocabolo Caporlese. Dopo un chilometro di strada incontrerai il bivio La Scarzuola, dove dovrai procedere per un paio di chilometri su strada bianca.

Puoi impostare nel navigatore questo punto.

Proprietario della Scarzuola ^

La Scarzuola è di proprietà di Marco Solari, nipote di Tomaso Buzzi, che ha deciso di trasferisi qui agli inzi degli anni ottanta succedendo allo zio. Marco Solari non è un semplice custode di questo luogo, ma ha costruito e portato avanti alcuni progetti architetturali del Buzzi.

Marco Solari, classe 1949, ti accompagnerà nella visita della Scarzuola, raccontandoti di questi luoghi, ma spesso e volentieri divagando e, con il suo modo schietto e diretto, richiamandoti all’attenzione alle volte in maniera colorita. È un vero e proprio personaggio, che descrive se stesso dicendo “il personaggio è uno stronzo, vi manda affanculo, è maleducato, vi dà dei cretini e vi ruba 10 Euro“.

Cosa vedere alla Scarzuola ^

La visita della Scarzuola è possibile esclusivamente accompagnati dal suo proprietario che racconta simboli e suggestioni dei luoghi che si visiteranno. Purtroppo la visita si concentra esclusivamente sugli ambienti esterni e non è possibile visitarne gli interni, anche perché le loro dimensioni non permetterebbero a tutti i gruppi di accedervi. Non sono previste visite individuali.

Ecco le tappe principali durante la visita della Scarzuola.

Antica chiesa ^

La visita inizia dal cortile antistante la chiesa di un antico convento risalente al 1218 che sorse dove si narra abbia soggiornato San Francesco. Il Santo avrebbe costruito una capanna di paglia intrecciata, chiamata “scarza” e da cui deriva il nome della Scarzuola, proprio nei pressi di una sorgente ancora oggi oggetto di devozione. La scarza è proprio il nome della pianta palustre che cresceva rigogliosa in questo luogo.

Il convento, noto come convento della Santissima Annunziata della Scarzuola dei Minori Osservanti Riformati, era di proprietà dell’ordine francescano e tale rimase fino a quando, nel 1957, l’ordine lo vendette all’architetto Tomaso Buzzi. Ancora oggi puoi vedere la chiesa caratterizzata da un atrio con porticato e da una vasta piazza antistante, circondata da un muro in pietra nel quale trovano posto edicole in terracotta per la via Crucis. All’interno dell’abside, purtroppo non accessibile e in parte nascosto da un coro ligneo, c’è un affresco raffigurante San Francesco in levitazione e pare essere la più antica rappresentazione del Santo.

Theatrum Mundi, Teatro delle Api e Acropoli ^

Da qui la visita procede in direzione del Theatrum Mundi, intorno al quale si organizza l’intero complesso. La vista rialzata conduce lo sguardo verso la cavea semiellittica con gradinata dotata di due palchi cilindrici intorno ai quali sorgono le scale che conducono alla platea. Di fronte c’è la scena, una base sovrastata da un elemento cilindrico in cui emerge un enorme occhio che guarda la platea, rovesciando di fatto la prospettiva: gli spettatoti diventano attori. All’interno dell’occhio è presente uno specchio, dietro il quale Buzzi creò il suo studio in una posizione da cui poteva vedere l’esterno senza che da fuori lo si potesse vedere.

Opposto all’occhio c’è una grande bocca con un volto cornuto, proprio al di sotto dei simulacri del Sole e della Luna. Questo personaggio rappresenta lo spettatore.

La platea sottostante ha la forma di un labirinto, al centro del quale è collocata una colonna in pietra.

Ai lati della scena ci sono due elementi caratterizzanti della Scarzuola:

  • a sinistra il Teatro delle Api. Questo è l’unico teatro coperto del complesso, con un doppio ordine di balconate in legno tra colonne in cemento armato. Lo puoi riconoscere per via delle decorazioni delle pareti esterne, con api, stelle e celle esagonali di un alveare.
  • a destra l’Acropoli, accessibile attraverso la Porta del Cielo. Questo spazio è un concentrato di miniature architettoniche che richiamano le più celebri del mondo classico, dal Partenone al Colosseo, dal Pantheon al Tempio di Vesta, dall’arco di trionfo a delle torri. L’Acropoli raggiunge la parte più alta della collina e i suoi monumenti sono suddivisi in base alla posizione: la parte più alta contiene gli edifici contenitori delle virtù, mentre la parte intermedia è occupata dai palazzi per nobili e artigiani.

Qui trascorrerai buona parte della visita, scoprendo un mondo surreale dove ogni elemento gioca una parte fondamentale ed è in comunicazione con quelli circostanti. È qui che Marco Solari ti introdurrà al simbolismo che permea l’intera struttura.

Torre dell’Angelo Custode e del Tempo ^

La visita procede poi passando per la Torre dell’Angelo Custode e del Tempo, elementi richiamati sulla facciata di questa torretta bassa e tozza. L’angelo custode è ripreso sulla porta rossa, mentre un grande orologio con un quadrante a spirale si trova proprio al di sotto dei pinnacoli e della cupola posta sulla sommità della torre, dove ancora una volta si ritrova la figura dell’angelo custode.

Tempio della Gigantessa e della Madre Terra ^

Tempio della Gigantessa e della Madre Terra - La Scarzuola

Passando per la casa capitello, si arriva a uno dei punti più celebri della Scarzuola, il tempio della Gigantessa e della Madre Terra. Questa massiccia struttura che riproduce un prosperoso corpo femminile è dotata di grandi seni ma è priva di gambe e testa. Dal collo si innalzano dei fili metallici che simboleggiano il magma, ovvero la sostanza vulcanica delle viscere della Terra. Attraverso il tempo della Gigantessa e della Madre Terra si giunge al tempio di Eros. La struttura è inoltre affiancata da due porte, quella della Scienza e della Tecnica e quella dell’Arte e della Fantasia.

L’interno del tempio della Gigantessa e della Medre Terra nasconde tre stanze, suddivise su più piani, in cui si può rivivere l’esperienza del concepimento e dell’arrivo al mondo. Tra le stanze ci sono infatti quella del cuore e quella della vagina.

Procedendo potrai sbirciare il Teatro del Corpo Umano, all’interno del quale sorge un piccolo albero e si trova una piattaforma con cinque lobi, decorata da un doppio pentacolo sulla sua superficie.

Casa Cubo ^

Casa Cubo della Scarzuola - Forno Alchemico

A poca distanza, separata dalle altre strutture, sorge la casa cubo, la cui forma ricorda quella di un Athanor, ovvero il forno alchemico. La facciata squadrata è interrotta solamente da una porta sormontata da un timpano triangolare e da una finestra, anch’essa squadrata. Sulla sommità una piccola torretta di innalza tra le chiome degli alberi.

Balena di Giona, Torre della Solitudine e della Meditazione, Scala della Vita e Porta dell’Amore ^

Arriverai così al giardino sul fianco opposto del Theatrum Mundi. Qui il lato esterno è anticipato dalla Balena di Giona, contornata da massi in tufo che simulano flutti e onde. Passandovi attraverso arriverai fino alla torre delle Solidutine e della Meditazione, una torre mozza senza il soffitto, sulla quale si aprono numerose finestre. Qui parte un colonnato in salita, noto come Scala della Vita, che conduce fino alla porta dell’Amore sulla quale è posto un cartiglio dorato che recita Amor vincit omnia.

Teatro Verde ^

Da qui avrai uno sguardo privilegiato sul grande teatro verde, uno spazio sul declivio della collina, cinto da una parte dal colonnato che si snoda dalla porta dell’Amore fino alla Balena di Giona e dall’altra dal retro del Theatrum Mundi, al di sotto del quale un porticato dà su di un piccolo stagno dal quale prendono il via anche due scalinate che conducono fino a davanti all’ingresso del teatro delle Api. Questo spazio è conosciuto anche come Teatro acquatico e comprende il ninfeo di Diana e Atteone o ninfeo delle Ore, nome legato alla presenza di 24 colonne.

Sul teatro verde trova posto anche un piccolo tempietto ottagonale con una grande cupola. Questo è noto come il tempietto di Flora e Pomona, ovvero la Dea della Primavera e la Dea degli orti e dei giardini.

Tempio di Apollo ^

La visita si conclude poi nel Tempio di Apollo, uno spazio circolare con al centro un cipresso colpito da un fulmine e per questo molto caro a Buzzi, che lo riteneva l’elemento più vicino a Dio. Il tempio di Apollo è privo di copertura ed è sormontato da stelle dorate. Lungo il fregio superiore sono posizionate una serie di formelle scolpite con diversi elementi simbolici, quali occhi e stelle. Da qui, attraverso un breve passaggio, puoi scorgere la Torre di Babele e la Scala delle Sette Ottave, sottolineando l’importanza che la musica aveva per Buzzi. La scala contiene una piramide di vetro su cui trova posto una stella metallica con una corce.

Quanto tempo occorre per visitare la Scarzuola ^

La visita della Scarzuola dura circa un’ora e mezza, ovvero la durata della visita guidata.

Orari e prezzi della Scarzuola ^

La Scarzuola può essere visitata esclusivamente accompagnati dal suo proprietario. Solitamente la visita avviene alle 11 di mattina dei sabati, le domeniche e in ulteriori giorni durante le festività. È necessario prenotare, con anticipo, la visita attraverso il sito ufficiale della Scarzuola.

Il costo del biglietto è di 10€ a persona, che comprende la visita guidata, da corrispondere in contanti all’ingresso in struttura. Non è possibile effettuare pagamenti con POS o bancomat.

Dove dormire per la visita alla Scarzuola ^

Nella scelta di dove dormire per visitare la Scarzuola, dovrai basarti sulle piccole cittadine nelle vicinanze. Prime tra tutte ci sono Montegiove e Montegabbione. Si tratta di città molto piccole, quindi la disponibilità di camere è piuttosto limitata.

Clicca qui per vedere le disponibilità di Montegiove, mentre a questo link trovi strutture disponibili a Monteggabione.

Se invece vuoi godere di una città dalle dimensioni più ampie, puoi soggiornare a Perugia, Todi o Orvieto, tutte più o meno a un’ora di distanza.

Qui trovi hotel e bed and breakfast di Perugia, mentre qui puoi vedere quelli di Todi e a questo link quelli di Orvieto.

Immagini della Scarzuola ^

Ecco qualche ulteriore foto della Scarzuola.

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La Scarzuola - Guida alla visita della Città IdealeScopri come visitare e cosa vedere alla Scarzuola, la città ideale di Buzzi, dove simboli, natura e architetture insolite si fondono.https://www.lorenzotaccioli.it/la-scarzuola-guida-alla-visita-della-citta-ideale/
Lorenzo Taccioli